martedì 21 aprile 2020

I giorni della Liberazione

Il Corriere della Sera propone il Bonaccini pensiero: "Conte faccia in fretta" ...










                                                     




Settantacinque anni fa l'Italia venne liberata. Protagonisti furono donne e uomini determinati dalla comune volontà di sconfiggere il regime fascista che aveva portato il Paese alla seconda Guerra mondiale; un conflitto durato 5 anni, con tantissimi morti, vittime, distruzioni e sofferenze immani nel cuore dell'Europa e tra i popoli dei 5 continenti.
Nel 2020 il nemico dell'umanità non porta la camicia nera. Né ha il volto di un Capo politico da assicurare alla giustizia.
Se nell'aprile del 1945 Piazzale Loreto simboleggiò per tutto il Paese un cambio d'epoca, ora nessuno si illude che la liberazione dall'emergenza che viviamo, con epicentro italiano la Lombardia, possa risolversi con un Ultimo atto (italiano o tedesco) o con l'avvio di una Fase 2, locale o nazionale.
Il CoronaVirus ci riporta alle contraddizioni irrisolte del nostro tempo. E per vincere questa pandemia ed altre che possono seguirla, dobbiamo pensare globale ed agire in ogni realtà. Avviando un processo profondo di conversione ecologica, pacifica e civile delle produzioni e dell'organizzazione sociale.

Stiamo preparandoci a questo?
Avere dubbi è più che lecito.

La Repubblica Bologna con le tesi di Bonaccini e Merola ... (21 aprile 2020)

















Il confronto politico e pubblico che si sviluppa ancora nel vivo della Fase 1 (con 25mila morti ed un consistente incremento quotidiano ancora oltre quota 500, con oltre 100mila contagiati accertati e molti, molti più "positivi a-sintomatici") pare tutto incentrato sui tempi della riapertura. Il 27 aprile o il 4 maggio? Con una assurda (irresponsabile?) sfida regionale a dichiararsi "pronti" (Zaia o Bonaccini) o contrari (De Luca o Santelli).
O discussioni ed esperienze surreali quanto parziali sui luoghi "più sicuri" dove si può evitare il contagio.
Nelle case, nelle RSA, nelle fabbriche, nei supermercati, nelle scuole, nei centri sociali o culturali, sul trasporto pubblico o su quello privato ...

La pagina del Corriere di Bologna che vuole rassicurare che in fabbrica si può ...
(21 aprile 2020)


















Quel che è certo è che le classi dirigenti non si sono mosse per tempo ed hanno accumulato responsabilità storiche. Da decenni. Nonostante i segnali e gli allarmi della scienza.
Nella sanità (anche nei punti considerati dal pensiero dominante "eccellenza" - come la Lombardia o l'Emilia Romagna - è crisi profonda e drammatica, con decine di medici, infermieri ed operatori socio sanitari morti e migliaia di contagiati) occorrono investimenti significativi e cambiamenti profondi: verso le strutture pubbliche, l'emergenza, la medicina di base ed i presidi territoriali.
Soprattutto serve tanta, tantissima prevenzione.
Prevenzione sanitaria ed ambientale per la salute ed il benessere dei cittadini.
Politiche nuove e lungimiranti. Politiche capaci di cambiare le produzioni, i processi di produzione, le relazioni e lo sviluppo dei paesi e dei popoli.
Altro che "cambiare gli orari delle città". Obiettivo certamente utile, ancorché per nulla scontato ed intimamente legato al complesso della organizzazione della vita collettiva. Soprattutto nei tempi rapidi ("ho fiducia in Conte, ma faccia presto" dichiara Bonaccini). Come dipendesse da una singola persona e dalle sue singole volontà. E viene da chiedere: è davvero "pronta dal 27 aprile" l'Emilia Romagna come sostiene il Presidente della Regione? Con quale ri-organizzazione, con quali servizi ristrutturati ed attivi a supporto della sicurezza, con quali accordi partecipati?

L'indicazione "strategica" di Bonaccini nel titolo del Corriere (21 aprile 2020) 


















Ma poi verso quali prospettive, priorità, programmi infrastrutturali e territoriali?
Dichiara Bonaccini: "sentiamo anche il rischio di uno scontro sociale, e non capisco perché se gli altri paesi hanno già riaperto, o non hanno mai chiuso, noi non possiamo farlo" (la Repubblica, 21 aprile 2020).
Forse il Presidente della Regione dovrebbe anche dire che gli "altri paesi" a cui si riferisce hanno altre situazioni. La Germania, ad esempio, ha un tasso di letalità del COVID-19 imparagonabile a quello emiliano romagnolo ed italiano e una quantità di terapie intensive cinque volte la nostra; con bilanci pubblici complessivi e livelli di risorse e di servizi assai diversi.

Stefano Bonaccini vorrebbe "riattivare subito i cantieri ed alcune filiere: auto, moda, legno, ceramica, nautica".
E' la conservazione dell'esistente. E' la riproposizione stanca della Fase 0 (vedi ultimo post). Il ritorno al passato: con Passante in Mezzo a Bologna, Cispadana e Bretella di Modena.  Facendo spallucce a cittadini e decine di associazioni che chiedono diverse soluzioni, una mobilità più sicura (rispetto ai rischi del presente: virus e smog) e davvero sostenibile, con progetti e priorità fortemente alternativi a quelle che alimentano congestione e traffico clima alterante; oppure lo sfruttamento del suolo, del sottosuolo e dei mari con ulteriore asfalto e cemento, con la rapina di preziosi materiali inerti, con le trivellazioni di combustibili fossili. Un esempio ulteriore rispetto a quelli già proposti in post recenti è la presa di posizione di Legambiente E.R.
Ma nell'Emilia Romagna del CoronaVirus possiamo riproporre ancora 4 Aeroporti con decine di milioni di passeggeri, un terzo grande Palasport bolognese, lo sviluppo del quartiere fieristico con nuovi capannoni ed una Arena spettacoli per contenere fino a 40mila persone, un restyling del Dall'Ara ed un nuovo stadio (a Parco Nord)?
Ci avviciniamo al rinnovo 2021 del Consiglio Comunale di Bologna, della Città Metropolitana e del suo Sindaco così?

Secondo il Carlino Bologna nell'ultima ipotesi "le cifre del Progetto sono lievitate oltre i 30 milioni" ...
(21 aprile 2020)


















No, questa non sarebbe una nuova stagione di Liberazione!
Bonaccini e Merola, Donini e Priolo, Orioli, Mazzanti e Lepore si convincano che per governare a livello locale e globale nei prossimi 5-10 anni non sono produttivi Patti sociali con questi contenuti.
Né confusi "sforzi bipartisan" (Virginio Merola, la Repubblica Bologna, 21 aprile) o "Governi di unità nazionale" come suggeriscono vecchi personaggi, "alleati" del trapassato remoto e cronisti sempre in sella di cavalieri di ogni stagione politica (si leggano sotto le pagine de il Resto del Carlino).

Occorre perseguire scelte diverse con investimenti di qualità, finalizzati a promuovere la sicurezza e la salute delle persone, la biodiversità naturale e la salvaguardia degli ecosistemi del Pianeta.
La crisi di sistema che viviamo, può anche essere una grande occasione.
Va colta ora. Va costruita ricercando nuove soluzioni e alleanze culturali, sociali e politiche più solide e attente alle istanze della generazione di Greta Thunberg, dei Fridays for Future, degli Extinction Rebellion.

Il Direttore del Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno ...) striglia i politici
di riferimento e propone un cambio di maggioranza ... (16 aprile 2020)
























... e conclude: "il Presidente della Repubblica richiami tutti all'unità nazionale ...
imponendo una guida di alto livello. Non abbiamo molto tempo" (16 aprile 2020)
























La pronta risposta del Presidente della giunta Regionale dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini:
 "sottoscrivo per intero il suo editoriale ...
Ho chiesto a tutte le Regioni di essere unite nel confronto con il Governo" (17 aprile 2020)
Anche per l''ex Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti dei Governi Letta e Renzi , Maurizio Lupi, aderisce all'appello
"dell'unità nazionale" ... (il Resto del Carlino, 17 aprile 2020)
Un altro autorevole sostenitore dell'unità nazionale: Bruno Vespa
(il Resto del Carlino, 18aprile 2020)





































L'autorevole intervento di Mara Carfagna, di Forza Italia e Vice Presidente della Camera dei Deputati:
"Draghi? Magari fosse a disposizione" (da La Repubblica, 20 aprile 2020)
La bici-festazione "Resistere, Pedalare, Esistere" per il 72° della Liberazione di Bologna e per l'aria pulita, 
in via XXI Aprile 1945 (25 aprile 2017) 

I ciclisti rendono omaggio al grande murales delle scuole Luigi Bombicci in via Turati (25 aprile 2017)
Un particolare del murales dedicato ad Irma Bandiera, partigiana martire per la libertà (25 aprile 2017)
Porta Lame. La sosta dei partigiani di oggi per il ricordo delle lotte di ieri ... (25 aprile 2017)
La targa in ricordo dei 12 partigiani caduti nella battaglia del 7 novembre 1944 ... (25 aprile 2017)
Bolognesi e non di tutte le età alla festa del 25 aprile al Pratello (2017)
Il palco con i Ragazzi del Coro del Pratello nella festa della Liberazione dell'edizione scorsa (25 aprile 2019)

20 commenti:

  1. A proposito delle "emergenze" degli anni Venti (solo di questo secolo?): oltre a quelle virus, ecologiche, climatiche, migrazioni vedo pure quella della democrazia nata dalla lotta di liberazione nazionale.
    Che altro sono le tensioni istituzionali tra Stato nazionale e Regioni? Anche Bonaccini (Rappresentante della Conferenza dei Presidenti) gioca l'unità delle "autonomie" (lui più di ogni altro PD ha già ha sposato quelle "differenziate" spinte dalla Lega) nel confronto con Conte, il Governo, il Parlamento.
    Che altro è il conflitto politico sulle prospettive che divide all'interno le presunte attuali coalizioni e pure i partiti? Ancora Bonaccini si pone pro "unità nazionale" aderendo esplicitamente al fronte imprenditoriale-finanziario-editoriale-giornalistico che punta sullo sputtanamento del governo Conte e sulla nascita di una maggioranza Draghi (presidente del consiglio dei ministri o futuro presidente della repubblica) che aggrega gran parte dell'establishment tradizionale del potere europeo-occidentale da QN-Monti Riffeser, a la Repubblica-Espresso-DeBenedetti, a Corriere-La7-Cairo?
    Che altro è il rimescolamento nei tradizionali schieramenti politico-culturali nell'Europa in trasformazione? Che scompone-ricolloca-compone esponenti dei vecchi partiti popolari, socialisti, liberal democratici, della destra e della sinistra? Dove stanno i Macron, gli Orban, i Johnson, i Renzi&Bonaccini?
    Insomma occhio alla evoluzione tecnocratica-autoritaria-tecnologica della costituzione materiale che tende a liberarsi oramai completamente delle Costituzioni scritte con la partecipazione dei rappresentanti del popolo.
    Poi ci sono le generazioni degli "invisibilii", dei lavoratori precari e "senza terra", dei migranti senza frontiere, di Greta, dei "coronavirus".
    Mondi e fronti in movimento.
    Ciao!

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    1. Tutto è "in movimento". Condivido.
      Per ora, nelle case e nei Palazzi del potere politico ed imprenditoriale.
      Abbiamo bisogno di maggiore partecipazione.
      Pensiamo alle vicende del Gruppo editoriale Gedi con il cambio repentino dei direttori dei quotidiani la Repubblica e la Stampa e della agenzia Huffington Post. All'iniziativa di John Elkann (che ha recentemente comprato le quote dei De Benedetti) hanno risposto con lo sciopero di oggi i giornalisti della redazione guidata, fino a ieri, da Carlo Verdelli.
      Naturalmente è auspicabile che il confronto sia di merito, sostanziale e su progetti, comunque, lungimiranti.
      Guai se "tutto cambia, perché nulla cambi".
      Gianni

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  2. Un originale parallelo.
    Del resto se ben ricordo i bombardamenti su Bologna nel '40-'45 provocarono attorno alle 2500 vittime.
    Ora la guerra con il corona-virus ha portato in 2 mesi ad oltre 3000 morti in tutta l'Emilia.
    Stragi epocali.
    Quanto agli esiti vedremo.
    Allora si cambiò regime consolidando libertà, lavoro e progresso sociale.
    Ora sarebbe necessario ristabilire equilibri naturali virtuosi tra vita vegetale, animale e umana. Interessi economici e politici permettendo...
    max

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    1. Nessuno permetterà.
      La "conversione ecologica e pacifica" delle società vanno conquistate attraverso il protagonismo di milioni di persone. Proprio oggi sono in campo i Frideys for Future ... (da casa, naturalmente).
      Gianni

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  3. "Mi ha molto sorpresa la dichiarazione rilasciata dalla Vicesindaca alla stampa qualche giorno fa, con la quale ha affermato che le grandi opere pubbliche possono essere un volano per la ripresa.
    Mi ha molto sorpresa perchè la Vicesindaca è anche Assessora all’ambiente del Comune di Bologna e mi aspetto che un’assessora all’ambiente non parli di un’opera impattante come l’allargamento della tangenziale e della autostrada, come di un volano per l’economia. Una dichiarazione del genere non l’avrei accettata neanche da un altro assessore, ma è inaccettabile che sia stata fatta da chi si occupa di protezione dell’ambiente.
    NoN mi sarei aspettata dalla Vicesindaca la richiesta di un iter semplificato in virtù di questa situazione di emergenza, mi sarei aspettata invece una considerazione su tutta l’opera e sulla attualità e validità che possa avere oggi lo studio di impatto ambientale eseguito 3 anni fa.
    Lo studio fatto prima della pandemia dopo questo inimmaginabile evento non può più essere valido, gli scenari sono cambiati, oggi bisogna chiedersi se ha più senso parlare di Passante di mezzo, non aveva senso parlarne prima, a mio avviso, a maggior ragione non ha più senso parlarne oggi.
    E faccio qualche considerazione: dopo la pandemia, si dice che non tutto sarà come prima, a tutti i livelli, da tutti gli esperti la crisi economica innescata dalla pandemia di Covid-19 è stata paragonata alla grande depressione del 1930.
    Questa epidemia avrà sull’economia un impatto ben superiore a quello della crisi finanziaria del 2008-2009
    Siamo sicuri che si riuscirà a cambiare il parco auto?
    Ricordo che nello studio di impatto ambientale si legge che se non avviene questa transizione l’inquinamento atmosferico aumenta.
    È intuibile che quando usciremo dall’emergenza ci sarà un aumento dell’uso del mezzo privato per diversi motivi, soprattutto perché lo si riterrà più sicuro rispetto alla contagiosità del virus.
    E infatti la ricerca sul tema dello studio Ipsos Group che ha analizzato le preferenze dei cinesi prima e dopo il blocco degli spostamenti per l’emergenza Covid-19, mette in evidenza che la mobilità subirà un vero e proprio tsunami segnando la fine del trasporto pubblico a favore di quello privato.
    Secondo questo studio, l’uso dell’auto privata in Cina, passerà dal 34 al 66%, mentre quello degli autobus crollerà dal 56 al 24% per la paura del contagio.
    E presumibilmente, una volta allentata la quarantena, anche in Italia le persone cominceranno a spostarsi privilegiando l’utilizzo del mezzo privato.
    Per cui le stime previste per realizzare lo studio di impatto ambientale non sono più valide ... (continua)

    Addolorata Palumbo

    (intervento d'inizio seduta nel consiglio comunale di Bologna del 20 aprile 2020)

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  4. ...
    Altro elemento importante è che abbiamo avuto conferma della correlazione tra diminuzione delle emissioni e diminuzione del traffico veicolare registrato in questo periodo.
    Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente ha affermato che a seguito delle misure introdotte dal Governo per l’emergenza Coronavirus, si riduce in maniera significativa il il biossido di azoto (NO2), uno dei principali inquinanti dell’atmosfera. Si stima una diminuzione dell’ordine del 50% nella Pianura Padana
    Ha poi impressionato un po’ tutti, ma ce l’aspettavamo, che la mappa della diffusione del Covid-19 è sovrapponibile a quella dell’inquinamento atmosferico. È risaputo ed è stato ribadito da esperti che l’inquinamento ambientale rappresenta un terreno fertile per tante malattie
    La pandemia rappresenta uno spartiacque, sappiamo benissimo che nulla sarà come prima, ci saranno cambiamenti epocali nella società, pensiamo soltanto alla diffusione che ci sarà delle pratiche lavorative tipo telelevaro e smart working. Per questi motivi non si può sentire parlare di far ripartire l’economia sbloccando le grandi opere, in particolare sbloccare il passante, perché da quando è stato pensato, il mondo è cambiato:
    abbiamo le prove che l’inquinamento atmosferico è dovuto al traffico veicolare, che l’inquinamento ambientale fa ammalare, e che le condizioni socio economiche non sono più quelle considerate quando si è fatto lo studio di valutazione di impatto ambientale
    Queste considerazioni ci devono portare a chiedere al Ministero non un iter semplificato ma ci devono portare a chiedere di rivedere tutto il progetto, a rifare lo studio di valutazione di impatto ambientale, analizzare i vai scenari, perché quello fatto ante pandemia non può essere più considerato valido."

    Addolorata Palumbo

    (intervento d'inizio seduta nel consiglio comunale di Bologna del 20 aprile 2020)

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    1. Concordo.
      Coglie due aspetti che considero essenziali.
      1. Gli investimenti pubblici debbono sostenere una mobilità locale e nazionale alternativa, perché eco-compatibile.
      2. I processi decisionali vanno qualificati e resi più trasparenti, partecipati ed argomentati. Qui, invece, strategie (PUMS) e priorità di investimento (Passante di Mezzo come Cispadana, ...) si contraddicono. Soprattutto in presenza di ritardi storici nell'avanzamento di più adeguate infrastrutture (grandi opere?) e servizi su ferro, per passeggeri e merci.
      Spero davvero che altri eletti nelle Istituzioni rappresentative si uniscano in questa battaglia.
      Gianni

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  5. Ho visto questa sera Mussolini, ultimo atto. Non mi piace quando si scaricano su un solo uomo tutte le responsabilità di un regime. Tuttavia mi rendo conto che senza quella scelta sarebbe stato difficile ottenere giustizia.
    Quella che non otterranno le vittime della strage in corso. E non solo perché il corona virus non s'acchiappa proprio. Ma perché è impossibile risalire a quanti hanno responsabilità dirette ed indirette nella crescita di questo mostro invisibile e nella perdurante sottovalutazione del pericolo.
    Per questo il compito che abbiamo non consente scorciatoie e rimanda al ad una rivoluzione di consumi, stili di vita e produzioni.
    Una bella sfida!
    BeN

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    1. Si, una "bella sfida". Aperta ma non scontata. Molto impegnativa.
      E non solo in Lombardia.
      Gianni

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  6. Trovo insopportabili i litigi governo - regioni (tutte) sui tempi di riapertura. primo perché molti hanno già aperto e si vede, poi perché il problema è come riaprire in sicurezza.
    Come ci si sposta? In treno, in bus, in bici, in monopattino, in car shering, in auto?
    Come si mangia? Nelle mense, nei punti di ristoro, nei mordi e fuggi, nei bar? Chi sanifica?
    Ecco, il problema non è quando, ma come! Chi fa? Chi controlla?
    BiBi

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    1. Si. Il problema è "come" si riparte. Con quali precauzioni. Con quali progetti. Con quali investimenti.
      Gianni

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  7. Proposta concreta: per una serie di attività di cura verso gli anziani sani isolati o i bambini a casa da scuola non si possono mobilitare le persone che usufruiscono di reddito di cittadinanza?
    I Comuni non potrebbero coordinare le esigenze e le disponibilità?
    Anna

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    1. Un tema che merita di essere rapidamente approfondito.
      Insieme ad altri molto concreti nella vita di ogni giorno.
      Ancora una volta sarebbe utile alimentare la partecipazione anziché la delega o gli appelli a decidere in fretta false "soluzioni" d'imperio.
      Gianni

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  8. Ma in che mondo viviamo?
    La Rossa di Maranello ha già fatto esami sierologici a 500 dipendenti (rilevando in 20 gli anticorpi) ed ora li annuncia anche per familiari e ditte fornitrici. Complimenti.
    Intanto ci sono operatori sanitari pubblici e di cooperative che pure a stretto contatto con covid positivi ancora aspettano.
    La salvaguardia delle persone viaggia a velocità diverse a seconda dei bilanci e dei profitti?
    VR

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    1. Purtroppo è così.
      Le ricchezze sono concentrate in mano a poche famiglie e/o gruppi privati che ne dispongono secondo interessi e sensibilità.
      Questo Paese e l'Europa devono affrontare e risolvere la grande questione dell'ingiustizia fiscale e della armonizzazione delle politiche.
      Il Gruppo Ferrari di Maranello ha realizzato grandi risultati ma propone evidenti contraddizioni. Insostenibili in un mondo che vuole guardare al futuro con giustizia e in sicurezza.
      C'è troppa subalternità culturale e politica delle autorità pubbliche locali, regionali e nazionali nei confronti di questa proprietà. E, naturalmente, di molte altre di questo livello.
      Gianni

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  9. Sarei anche favorevole ad una ampia unità, purché servisse a fare cose buone per l'umanità.
    Che non sono certo quelle del potere economico e finanziario prevalente. Draghi un settantaduenne vergine. No grazie!
    Raffa

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    1. Eppure in quanto a età e segno zodiacale con Draghi mi sento (abbastanza) solidale.
      Gianni

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  10. Resistere, pedalare, esistere.
    Ciao!

    N.B. Il pericolo che "tutto cambia perché nulla cambi" è reale.

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  11. Viva la Resistenza di ieri, di oggi e di domani!
    pl

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