mercoledì 29 aprile 2020

Not in my name, mr President!

Le nostre mascherine ... Utili, ma COVID-19 pone ben altri nodi strutturali

















I dati ci dicono che la situazione resta grave. Nel mondo, in Europa e in Italia. A partire da Regioni strategiche del Paese: Lombardia e Piemonte, ma anche Emilia Romagna.
L'Istituto Superiore di Sanità invita ancora alla massima prudenza e propone scenari da incubo in caso di "riapertura" totale di scuole, ristoranti e commercio (a giugno fino a 150mila persone da terapia intensiva).
A livello locale sono diffuse le denunce di situazioni "fuori controllo" che indicano dissonanza tra impegni annunciati e pratiche vissute quotidianamente.
Eppure c'è chi "freme" per riaprire. E pensa che le emergenze internazionali si possano fronteggiare con le mascherine. Magari lasciando il costo di queste al "libero" mercato, per non comprimere i margini dei produttori che hanno prontamente e meritoriamente colto l'occasione di business.
Nel mondo i contagiati ufficiali hanno superato quota 3 milioni e i morti accertati le 200 mila unità.
L'Europa conta oltre la metà delle vittime.
In Italia le morti quotidiane si sono ridotte, ma restano sempre nell'ordine di 3-400 e si avvicinano a 30 mila. Mentre i malati, ricoverati o a casa, superano i 100mila.
Tantissimi sono anziani, memoria storica del Paese. Con decine di focolai accesi nelle case di riposo e nelle RSA. Da Milano, alla Sicilia, dal Lazio a Bologna. E molti decessi non sono ancora spiegati e considerati. Dove arrivano test e tamponi si contano infezioni diffuse.

Il Carlino di Bologna continua a riportare ancora contagi e morti ...
Siamo ancora pienamente dentro alla Fase 1 ... (29 aprile 2020)

















Repubblica Bologna propone le difficoltà sanitarie, di materiali e di laboratorio ...
(29 aprile 2020)




















Così è tra gli operatori sanitari. In molte realtà mancano ancora misure di prevenzione e di cautela. In presenza di una normativa (Decreto Legge 14 del 9 marzo 2020) da superare e con una incredibile assenza di coordinamento che determina lo scarico di responsabilità tra gli uffici preposti del Servizio Sanitario Nazionale, delle AUSL, dei medici di base e dei presidi competenti di piccole o grandi aziende, private e cooperative. Ne conseguono gravi ritardi nell'accertamento delle diagnosi, che pure da settimane (in Emilia Romagna) si dice di volere assicurare a cittadini e comunità.

Ma le denunce vanno oltre e vedono protagonisti anche persone in giovane età. Come riportano le pagine dei quotidiani locali.

Nell'articolo pubblicato oggi su il Carlino Bologna, "l'odissea" di Gaia Brentani, 30 anni:
 "mi hanno prescritto due farmaci usati per il Coronavirus, non sapendo neanche se fossi contagiata"


















Ecco perché sarebbe importante che Regioni ed Enti Locali si focalizzassero ancora nelle attività di adeguamento della sanità emiliano romagnola. In una riorganizzazione profonda del S.S.N. focalizzata su strutture ospedaliere sempre più adeguate a fronteggiare contemporaneamente nuove e vecchie malattie (che non sono per nulla scomparse) e consistenti investimenti sul fronte dei territori, delle diagnosi precoci, della prevenzione sanitaria ed ambientale (trascurata da decenni).

Del resto il grande tema del rapporto e della correlazione tra COVID-19 ed inquinamento atmosferico  è stato da più parti proposto ed argomentato.
Dunque, autorità serie e rappresentative dovrebbero quantomeno riflettere e rivalutare ogni scelta, per cautelarsi rispetto a conflitti in essere e controversie o ricorsi possibili.
La rappresentanza di interessi di bottega e/o conservatori andrebbero lasciati in toto ad associazioni di categoria drammaticamente incapaci di cogliere le priorità del momento, E non di meno il bisogno diffuso di avviare - qui ed ora - una rivisitazione degli investimenti coerenti con una profonda conversione ecologica delle nostre comunità, degli stili di vita, delle produzioni e del commercio.


Da giorni Confcommercio compra intere pagine sui giornali:
"è necessario che le attività del terziario riaprano a partire dal 4 maggio"
(il Carlino Bologna, 29 aprile)



















Purtroppo occorre constatare che non è così.
Oltre a Confindustria e Confcommercio, partiti, donne e uomini politici di ogni schieramento danno pessime prove di avere colto la situazione del presente e le lezioni di questa epoca.
Tra questi, diversi Presidenti di Regione.
Stefano Bonaccini, in prima fila. "Freme" titola Repubblica Bologna e pressa il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: "dacci il via"!

Bonaccini incontra Conte a Piacenza: "vogliamo tornare a correre" ...
(Repubblica Bologna, 29 aprile) 


















Nel suo "bazooka di investimenti per 6 miliardi, già nel 2020, e 14 entro il 2022" scrive il Corriere, la parte del leone la fanno ancora "strade ed autostrade", tra cui il Passante di Mezzo (per cui già la Vice Sindaca di Bologna ha chiesto un "iter semplificato").

Incredibile!
Di fronte all'esigenza di ripensare ad una immediata riorganizzazione della vita delle comunità e del sistema produttivo, delle attività economiche e commerciali, dell'offerta turistica estiva ed invernale per convivere con questo virus, per abbattere smog e cambiamenti climatici, per mettere in sicurezza costa, Appennino, città ed edifici dai rischi idrogeologici e sismici (tutti ancora all'ordine del giorno delle comunità locali) il nostro Presidente vorrebbe ripartire dalla Fase 0, quella precedente la pessima esperienza che stiamo vivendo.

Tra i 6 miliardi di investimenti indicati da Bonaccini il "Passante" in Mezzo a Bologna ...
Il Corriere di Bologna, 29 aprile 2020)
















"Pronta anche una campagna web e tv per salvare la stagione turistica" ...
(Repubblica Bologna, 29 aprile 2020)
















La Repubblica (di Maurizio Molinari e John Elkan) alimenta "il grande freddo" ...
(29 aprile 2020)






















In nome di chi?
Non certo di chi è convinto che questa drammatica crisi sanitaria, economica ed ambientale debba imporci di scrivere una pagina nuova nell'Agenda di governo delle nostre comunità.

Per Bologna e per l'Emilia Romagna investire su:
- altre 4-6 corsie di strade ed autostrade che attraversano Bologna e la pianura padana modenese e ferrarese (Bretella Campogalliano - Sassuolo e Cispadana);
- uno sviluppo contemporaneo degli Aeroporti di Bologna (per 12 milioni di passeggeri l'anno), di Rimini, Forlì e Parma;
- uno sviluppo del "quartiere" fieristico del Capoluogo, che includa anche una terza grande Arena per sport e spettacoli (oltre al Pala Dozza e a Casalecchio);
- un restyling del Dall'Ara che contempli un secondo stadio (in zona Fiera o a Parco Nord);
- uno sviluppo speculativo immobiliare nelle grandi aree demaniali pubbliche da decenni abbandonate e lasciate al degrado degli edifici esistenti;
sarebbe una scelta immotivata e contraddittoria, irresponsabile e da contrastare.

Prioritari sono investimenti pubblici e privati indirizzati a sostenere produzioni, servizi e lavori diretti a:
- promuovere una mobilità eco-compatibile: con il potenziamento del trasporto merci, pendolari e passeggeri su ferrovia, a partire dalle linee regionali e interregionali ad un solo binario e dal SFM bolognese; trasporto pubblico urbano integrato, intermodale e funzionale;
- valorizzare i mezzi ed i servizi di trasporto non o meno inquinanti: percorsi ciclabili protetti, servizi di noleggio e riparazione stile nord europeo; moto ed auto elettriche condivise;
- accrescere il patrimonio arboreo e boschivo complessivo: con boschi urbani in aree urbane strategiche (lungo Asse viario A14-Tangenziale, Parco Nord, Prati di Caprara, lungo fiumi, aree demaniali pubbliche) di montagna (per contrastare frane) e di pianura; assicurando come minimo il rispetto della Legge nazionale che riserva un nuovo albero per ogni nato;
- assicurare la bonifica e la rigenerazione urbana di migliaia di aree e immobili abbandonati: con progetti coerenti di sanificazione (da amianto e da altri materiali nocivi e pericolosi), di smaterializzazione e di recupero di vecchi edifici a fini sociali e di affitto per persone prive dalla possibilità di accedere al mercato degli immobili e degli affitti;
- avviare la messa in sicurezza dei territori e degli immobili a rischio idrogeologico e sismico: con progetti organizzati in ogni comune a partire da edifici pubblici, ospedali, scuole, linee ferroviarie, strade, ponti e gallerie.

Ecco primi possibili elementi di un Programma, almeno decennale, davvero utile al Paese ad ai suoi cittadini del presente e del futuro.

14 commenti:

  1. Insisto e ritorno su un aspetto che ritengo stia diventando imbarazzante. In Regione ER vi sono componenti della neo maggioranza di governo che si definiscono verde, ecologista, progressista, coraggiosa. Come dispensato a piene mani, la funzione "naturale" di queste entità avrebbe dovuto essere quella di calmierare i fremiti e gli ardori di chi vuole continuare nella tradizione (nel senso più retrogrado del termine), veicolando la amministrazione a traguardare i punti qualificanti riportati nel post.
    E invece niente, silenzio-assenso-adeguamento assoluti.
    Con che coraggio, verso se stessi e verso le migliaia di elettori che hanno dato loro fiducia, nella illusione che la svolta eco-sostenibile fosse finalmente questione di futuro molto prossimo?
    Ryan

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi pare sempre più evidente che nella realtà di oggi, con l'esperienza che viviamo anche in Emilia Romagna, l'unico coraggio da poter rivendicare è di chi si batte (con assoluta coerenza e con risultati apprezzabili da tutti) per il cambiamento delle priorità nel governo delle Istituzioni locali, regionali e nazionali in direzione di una conversione ecologica delle comunità.
      Gianni

      Elimina
  2. Mi associo. Non in mio nome le pressioni per riaprire tutto subito. Anche a me non piace stare chiusa a casa.... Il problema è che non siamo pronti ed organizzati per riaprire in sicurezza. E rischiano di prevalere le peggiori furbizie italiche.
    Speculiamo sul business dell'obbligo delle mascherine (vedi Pivetti), vogliamo rilanciare il turismo togliendo la tassa agli aerei che inquinano (vedi Ventola), pensiamo di favorire le produzioni locali sospendendo plastic tax e sugar tax (vedi Colla), riduciamo la sicurezza pubblica ed individuale garantita in una singola azienda o in un negozio senza preoccuparci minimamente sulle dinamiche sociali naturali che si rendono necessarie per raggiungere quel luogo sicuro (vedi Postacchini)...........
    Mi associo. Perché dobbiamo cambiare abitudini consolidate.
    Sarà davvero sufficiente per recuperare la stagione turistica una campagna comunicativa ben fatta?
    Si pensa davvero che siccome gli ospedali ora hanno posti liberi di terapie intensive possiamo assicurare che ai lavoratori, alle casalinghe ed ai nonni che rischiano di affollarsi sui bus o nei ritrovi nei centri anziani garantiamo ventilazione, intubazione e/o posto letto?
    Mi associo. Perché questo virus è causato anche dalle attività umane che ha stravolto la biodiversità del pianeta terra e stanato dai propri habitat animali storicamente confinati. Dunque dobbiamo ripensare allo sviluppo globale di cui siamo irresponsabilmente responsabili.
    Ciao!

    RispondiElimina
  3. Trovo giusto reagire alle pressioni dei Governatori, incluso Bonaccini. Perché non tutti quelli che scalpitano per riaprire sono già pronti a farlo in sicurezza (patetico Colla che sponsorizza il via anticipato alla Ferrari con l'azienda che dice no grazie). Poi perché il rilancio economico e della occupazione non dipende solo dalla "riapertura" e dall'offerta, ma ovviamente anche dalla "domanda", cioè da consumatori, utenti, turisti, ecc.
    Dunque, trovo utili le critiche.
    Vorrei però contemporaneamente incoraggiare i segnali positivi che qua e la ci sono. Primo, il potenziamento della sanità con nuovo personale e strumentazioni (a livello nazionale). Secondo, il prevalere di una impostazione più sociale e precauzionale del passato (dal Veneto all'Emilia R.). Terzo, l'impegno per politiche attive a favore di mezzi non inquinanti (da Milano a Bologna).
    Antonio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bene "incoraggiare i segnali positivi" ...
      Ovviamente, servono fatti e realizzazioni.
      Gianni

      Elimina
  4. A proposito di "interessi di bottega e conservatori" ...
    Ho visto che il grillino della prima ora Giovanni Favia ha consegnato le chiavi del suo ristorante a Merola per protesta contro il Governo.
    Strano il suo destino!
    Sic

    RispondiElimina
  5. Evviva il 1° maggio!
    Lavorare meno per lavorare tutti (in opere utili e non dannose).
    Nik

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buon Maggio!
      Ripartire il lavoro ... in sicurezza e per la salute e l'ambiente.
      Gianni

      Elimina
  6. Ci sono donne e uomini che lavorano anche oggi... Buon primo maggio!
    Anna

    Ps. Condivido i 5 si e i 3 no programmatici.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Viva le donne e gli uomini.
      Soprattutto quelle e quelli che hanno continuato a lavorare per salvare vite e che ora si impegnano per cambiare il sistema economico e sociale in crisi.
      Gianni.

      Elimina
  7. Ieri una delle associazione ambientaliste più attive ha scritto che le richieste della Regione Emilia Romagna di sospendere la Plastic tax e di sbloccare l'iter per nuove autostrade non ha nulla di green.
    Oggi nel giorno dei lavoratori il segretario del sindacato nazionale più rappresentativo chiede più sicurezza sul lavoro e più qualità degli investimenti per cambiare il modello di sviluppo.
    Domani Conte, Franceschini e DeMicheli, Bonaccini e Schlein, Merola e Orioli potranno archiviare queste richieste di mondi che comunque al centro-sinistra fanno riferimento?
    Possibile?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per il suggerimento. Ha ispirato l'ultimo post.
      Del doman non v'è certezza.
      Ma oggi è sicuramente tempo di combattere con argomenti forti.
      Gianni

      Elimina