lunedì 1 giugno 2020

Vita, salute e doveri dello Stato

"La salute è forse il termometro che più fedelmente registra le ingiustizie sociali. Per questo la Costituzione, consegnandoci un'idea di società giusta, proclama la salute - unico caso - non solo come diritto individuale, ma anche come interesse generale".

Lo sostiene Gustavo Zagrebelsky, giurista ed accademico, giudice costituzionale dal 1995 al 2004, in un articolo pubblicato venerdì 29 maggio su la Repubblica.
Altri due passaggi risultano meritevoli di attenzione ed approfondimento.

Il primo è relativo al decennio 1970-'80: "dovremmo ricordarlo soprattutto come il tempo di grandi riforme legislative che hanno cambiato la vita di milioni di persone un tempo lasciate a se stesse. Ci fu allora un grande dibattito anche sulla salute come diritto ugualitario che portò all'istituzione del Servizio sanitario nazionale. La salute non avrebbe dovuto più dipendere dalle condizioni economiche di ciascuno. Diventava uno dei compiti primari dello Stato e sarebbe stato finanziato con risorse alle quali ognuno di noi deve contribuire pagando imposte e tasse. Era lo Stato sociale che avanzava e sembrava una conquista di civiltà ... Nei decenni successivi, invece" ...

Il secondo indica un dovere per chi ha compiti istituzionali e vuole assumere la Costituzione come propria: "ci dice (la Carta) che la vita e la salute sono valori primari che valgono per tutti; che la vita di ogni essere umano ha la medesima dignità e non può essere pesata, cioè relativizzata chissà secondo quali parametri; che le spese destinate alla salute devono stare in cima alla lista e non in fondo come un residuo; che lo Stato sociale non può sacrificarsi a nessun idolo produttivistico".

L'impressione è che i Presidenti delle principali associazioni imprenditoriali e di importanti gruppi multinazionali che operano in Italia dovrebbero riflettere e ridurre livelli insopportabili di arroganza.
Nondimeno, alcuni Segretari di organizzazioni sindacali e di categoria dei lavoratori.

Ma soprattutto sono politici, Ministri e Parlamentari, Presidenti di Regione, Sindaci, Assessori e Consiglieri che intendono rappresentare i cittadini e le comunità nel decennio 2020-'30 che dovrebbero studiare di più le Leggi fondamentali della Repubblica ed i fatti storici del Paese per correggere progetti e pratiche quotidiane che sono in aperto conflitto con i diritti ed i doveri che fondano ancora la civile convivenza e il nostro comune operare.



"Questa è la nostra cultura e questa è la politica per chi volesse assumerla come propria"
conclude Gustavo Zagrebelsky su la Repubblica (venerdì 29 maggio 2020)

2 commenti:

  1. In effetti "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti" (art.32 della Costituzione).
    Ma anche su questo c'è scarto tra impegni e realtà. E tantissimo resta da fare.
    M.

    RispondiElimina
  2. Dal prof. una lezione. Controcorrente. Non solo in Italia.
    s.

    RispondiElimina