Si discute la Città Futura: Bologna e l'Italia del 2030 debbono continuare a vivere così? |
Sono giorni decisivi.
Nelle prossime settimane dovranno essere fatte scelte che incideranno sul nostro comune futuro.
Intanto, nessuna delle emergenze che viviamo è superata.
Non quella sanitaria, perché nel mondo e in Italia COVID-19 continua a mietere vittime e gli scienziati più credibili continuano a dire che dobbiamo attrezzarci a possibili "seconde ondate".
Non quella economica, finanziaria e produttiva, perché la "recessione infelice" è oggi una realtà concreta: che colpisce contemporaneamente ceti medi e risparmiatori, classi subalterne ed imprenditori; una realtà che è illusorio fronteggiare riavviando banalmente quella crescita senza qualità che ha contraddistinto gli ultimi decenni del secolo scorso e i primi due del nuovo millennio.
Non le emergenze ambientali e climatiche che minacciano il Pianeta e la biodiversità, dalle aree più povere (con interi popoli tentano di migrare) alle regioni più ricche e considerate "eccellenze" (per redditi e longevità della vita), che ora tutti verifichiamo essere fragili ed esposte a pericoli vecchi e nuovi, comunque decisamente sottovalutati (ogni riferimento a Lombardia ed Emilia Romagna è opportuno).
Sono dunque comprensibili le riflessioni e gli appelli di varie personalità che in questi giorni hanno richiamato i rappresentanti del popolo, le Assemblee elettive ed i Governi nazionali e locali alla massima responsabilità e ad azioni coordinate e coerenti con progetti forti e visioni lungimiranti.
In occasione della recente giornata internazionale dell'Ambiente, Vandana Shiva ha scritto sul settimanale ecologista l'ExtraTerrestre un interessante articolo in cui sostiene che "l'alternativa all'estinzione e alla fuga è ritornare alla Terra".
In un intervento alla Assemblea diocesana di Bologna il Cardinale Matteo Zuppi ha sostenuto che dopo la pandemia "non possiamo tornare quelli di prima, c'è da cambiare il mondo".
In una intervista al Corriere di Bologna Romano Prodi sostiene che "siamo ad una curva della storia" e "la mia città si gioca il futuro".
Per tutto questo è opportuno stare al merito delle questioni e liberarsi di ogni pregiudizio.
Oggi il Consiglio Comunale di Bologna in previsione della imminente Conferenza dei Servizi discuterà della più importante opera e del maggiore investimento che secondo il Sindaco "avrebbe dovuto caratterizzare il suo secondo mandato": il Passante di Mezzo e l'insieme delle opere connesse, sottoscritte nell'aprile del 2016 da Virginio Merola, Stefano Bonaccini, Matteo Renzi e Giovanni Castellucci.
Vale la pena di riassumere percorsi e posizioni.
Le elezioni politiche del 2018 hanno visto il netto prevalere (tanto a livello nazionale quanto nelle circoscrizioni e nei collegi locali interessati) di forze politiche contrarie al progetto del 2016. Conseguentemente il Governo Conte Uno, per mesi, ha negato la propria disponibilità a procedere nella realizzazione dell'opera per poi convenire (di fronte alla pressione delle lobby imprenditoriali e politiche del "SI ai cantieri delle grandi opere" che univano PD, Forza Italia e Lega di Salvini) su una "soluzione" pasticciata (definita "A, evoluta" ed oggi punto di partenza della Conferenza dei Servizi). In sostanza una "non soluzione", concordemente ritenuta dai più (pro o contro il progetto) peggiorativa rispetto all'originale. Il Conte Due, alle prese con lo scontro in merito alla revoca delle Concessioni autostradali ad ASPI in seguito al crollo di Ponte Morandi ed all'emergere di gravi inadempienze e contraddizioni da parte del Gruppo di controllo (che tra l'altro ha portato al licenziamento dell'AD della Società, Castellucci) ha portato avanti l'iter procedurale.
Le elezioni regionali di gennaio 2020 sono state vinte da una Coalizione di Centrosinistra, in cui sono apparse nette le divisioni sulle scelte infrastrutturali da compiere perché almeno due Liste a sostegno di Bonaccini (Emilia Coraggiosa, Ecologista, Progressista e i Verdi) e più eletti nella nuova Assemblea Legislativa di Viale Aldo Moro, dicono di non condividere la priorità di nuove strade ed autostrade valutando opportuna una conversione ecologica della mobilità locale e nazionale. Ciò tuttavia non ha impedito, almeno fin qui, al Presidente rieletto di mantenere il suo orientamento.
Le elezioni bolognesi del 2016 hanno portato alla elezione di Virginio Merola al ballottaggio, dopo un primo turno in cui PD ed alleati, unici (e neppure unanimi, considerando la voce critica di "Con Amelia" Frascaroli) a sostenere in Città il Passante di Mezzo, si sono fermati sotto il 40%.
Non appare dunque privo di rilevanza il dibattito svolto la scorsa settimana nelle apposite Commissioni del Consiglio Comunale.
Con i rappresentanti della Giunta Merola, la Vice Sindaco Valentina Orioli e il neo Assessore Claudio Mazzanti, ed una parte del PD convinti del sostegno al Passante di Mezzo: perché "sarà migliorato" nel prossimo confronto (la delibera presentata contiene numerosissime prescrizioni, osservazioni e richieste) e sostanzialmente perché è il "male minore" nelle condizioni attuali e future della (evidentemente immodificabile) mobilità urbana e nazionale, una occasione ("unica " e "imperdibile") per "fluidificare il traffico veicolare", per assicurare interventi di "ricucitura urbana" e "compensazioni verdi".
Con una parte del PD (Andrea Colombo) che condiziona il sostegno conclusivo al "ritorno al progetto originario" Delrio e ad un suo ulteriore "sempre richiesto" miglioramento in direzione delle compensazioni e delle mitigazioni ambientali da "portare a casa".
Contro: l'opposizione di Lega e, soprattutto, di Fratelli d'Italia che ripropongono il Passante autostradale a Sud, sotto la collina per completare ad anello il traffico veicolare ("i maggiori costi di questa grande opera in continuità con le politiche della libera circolazione dei mezzi privati" è rivendicata); l'avversione del M5S di Bologna e dell'Emilia Romagna che restano fermi nella rivendicazione di investimenti su infrastrutture e mezzi pro trasporto pubblico e non inquinante e con Max Bugani che critica apertamente la soluzione "è voluta" della componente di Governo del M5S; l'affondo di Coalizione Civica che con Federico Martelloni sottolineano non solo l'insostenibilità ambientale e sociale del Passante di Mezzo ma, anche, una rottura politica a sinistra che condizionerà le future alleanze per Bologna 2021, essendo "la questione della mobilità intimamente connessa alla visione di Città e di società da costruire nel prossimo decennio".
Tutti sanno che in effetti di questo si tratta.
Lo stesso Sindaco Merola, come già detto, ha più volte ribadito che l'operazione Passante di Bologna è il "più importante investimento da realizzare in Città e per l'Italia". Fallito nel suo mandato. Visto che, se anche questo progetto dovesse vincere le tante resistenze popolari, i "cantieri" partirebbero comunque dopo le prossime elezioni amministrative.
Ma il fatto peggiore è che il potenziamento del grande asse viario A14-Tangenziale a 16-18 corsie (rispetto alle 12 attuali) sarebbe la resa di Bologna, dell'Emilia Romagna e dell'Italia ad ogni serio e moderno progetto di perseguire - qui ed ora - la conversione ecologica delle nostre comunità come richiesto da un vastissimo movimento di giovani, scienziati, soggetti e forze ambientaliste; o anche più moderatamente da quella "transizione" ed "evoluzione" che il Parlamento Europeo e la Commissione di Ursula Von der Leyen hanno prospettato per ammodernare il Vecchio Continente e come contributo a combattere i cambiamenti climatici con il Green New Deal, con la Next Generation ed il Ricoveri Fund.
Ma c'è di più.
Infatti i mesi di lockdown che hanno cambiato lo scenario internazionale ed europeo hanno introdotto ulteriori ed ineludibili riflessioni culturali e propositi sociali, destinati a modificare progressivamente le previsioni progettuali a suo tempo sostenute da ASPI e dalle Autorità favorevoli al Passante di Bologna.
1.
Il decollo e la diffusione di esperienze di lavoro e studio a distanza per almeno una parte delle attività sociali e delle imprese si stabilizzeranno e incideranno progressivamente sui flussi di traffico e sulla domanda di mobilità quotidiana delle persone.
2.
Altrettanto si può dire per l'auspicata diversificazione degli orari di lavoro e di formazione al fine di consentire una maggiore sicurezza, distanza fisica ed una più razionale organizzazione delle comunità.
3.
Si evolve la domanda di case in relazione alla tipologia di famiglie, di studio e di lavoro. L'esperienza della pandemia e la crisi economica ed occupazionale in corso inducono genitori e figli, giovani e nonni a rapportarsi in modo diverso rispetto alle tendenze del passato: quanti continueranno a separarsi, a praticare l'autonomia generazionale o a preferire piccole e grandi case di cura o RSA? E la vita in comune di quella parte di famiglie che trascorrerà più ore del passato "a casa" che nuove esigenze di investimenti maturerà rispetto a dimensione e tipologia di appartamenti ovvero alla dotazione di computer, di mezzi di mobilità, di consumi?
Di fronte a tutto ciò amministratori e politici avvertiti e responsabili come possono sostenere che "tutti i cantieri" pensati e progettati nel secolo scorso (come il Passante di Mezzo o il Ponte sullo Stretto) debbano essere aperti senza ulteriori verifiche di senso, di valore, di logica e di razionalità?
Viene naturale insistere: come abbiamo imparato che gli opportuni investimenti in eccellenze sanitarie ospedaliere (che ci qualificano al mondo) non debbono avvenire a scapito della medicina di base nel territorio ma insieme ad essa e a più adeguate politiche di prevenzione ambientale, dobbiamo intervenire per correggere un approccio perverso e speculativo nell'uso del suolo, nella programmazione ed organizzazione del territorio, delle infrastrutture e dei servizi prioritari. Nella consapevolezza che la compravendita di case e di immobili, il valore dei terreni, i consumi e l'acquisto di mezzi e tecnologie di ultima generazione, il turismo non saranno più quelli ipotizzati fino ad ora, perché la loro appetibilità ed il loro valore saranno tanto più alti quanto più l'aria sarà respirabile, l'acqua pulita, il rumore di fondo contenuto, i boschi urbani e la vegetazione spontanea diffusi, la biodiversità salvaguardata, la mobilità sicura e confortevole, le comunità accoglienti e serene.
La sfida è aperta.
La Lettera aperta di Legambiente Bologna inviata oggi a a Sindaco, Giunta e Consiglieri Comunali di Bologna (lunedì 15 giugno 2020) |
Ore 8,30. Anche verso San Donnino, la A1 e la A 13 nessuna coda ... (lunedì 15 giugno 2020) |
L'articolo di Vandana Shiva pubblicato sulla prima pagina de l'ExtraTerrestre della scorsa settimana ... (1, continua) |
... 2, la continuazione. |
Il titolo e l'articolo che il Corriere di Bologna dedica all'intervento del Cardinale di Bologna alla Assemblea diocesana (7 giugno 2020) |
Il titolo su il Corriere di Bologna dell'intervista a Romano Prodi (domenica 14 giugno 2020) |
Manca un piano serio per spostare in un tempo dato (10 anni?) una parte (il 50%?) degli spostamenti delle merci dalla strada (vedi la foto che apre il post) alle ferrovie. E' un obiettivo decisivo (per la qualità dell'ambiente) ma socialmente delicatissimo (quanti ci vivono del trasporto di merci su gomma)?
RispondiEliminaProgrammare questa conversione arebbe una "azione positiva", mai messa in cantiere da chi governa l'Italia (da Berlusconi a Prodi, per finire con Conte o Salvini).
Una concreta e bella sfida (come da conclusione del post).
Ciao!
Certo.
EliminaSarebbe quanto mai utile al Paese ed alla grande maggioranza dei suoi cittadini avere infrastrutture ferroviarie organizzate ed efficienti per il trasporto merci e dei pendolari che quotidianamente si recano al lavoro ed allo studio.
Quante risorse richiede e con quali effetti? E quanti professionisti, tecnici e operai potrebbero essere occupati?
Ma di questa lungimirante Grande Opera nazionale nessuno pare volere fissare tempi e risorse. Anzi. I progetti fatti restano impegni non mantenuti (si vedano in Emilia Romagna il SFM di Bologna o il raddoppio di alcune linee tipo Bologna - Ravenna).
Al contrario si continuano a progettare nuove autostrade e super strade, a difendere attività estrattive di idrocarburi e nuovi punti di distribuzione, a propagandare la "terra dei motori" svincolata da ogni serio progetto di conversione ecologica.
Non è la sola sfida.
Si potrebbe ragionare sulla Grande Opera della messa in sicurezza del territorio (in Emilia dall'Appennino al mare) dal dissesto idrogeologico e del patrimonio edilizio e monumentale dal rischio sismico. O dell'adeguamento agli obiettivi di risparmio energetico e di conversione alle fonti rinnovabili. Di cui proprio la neo Assessora Irene Priolo giorni fa denunciava le scarse risorse nazionali.
Si, la sfida è ora!
Sono indispensabili (vero) coraggio e (tanta) determinazione politica.
Gianni
Per opportuna conoscenza la delibera del Consiglio Comunale di Bologna di ieri, 15 giugno.
RispondiEliminaM.
DELIBERA
1. DI DARE ATTO della non conformità del progetto in oggetto alle prescrizioni delle norme e dei piani urbanistici ed edilizi vigenti e adottati, come da attestato allegato al presente provvedimento quale sua parte integrante e sostanziale;
2. DI PRENDERE ATTO della nota tecnica redatta dall’Ufficio di Piano con il contributo degli uffici comunali competenti, in allegato al presente provvedimento unitamente agli 11 allegati, nonché del parere reso dalla Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio, parimenti in allegato al presente atto;
3. DI DARE ATTO che il Direttore dell’Ufficio di Piano, autorizzato a rappresentare il Comune di Bologna in Conferenza dei Servizi, esprimerà il parere definitivo con le prescrizioni, di progetto ed esecutive, riportate nella nota tecnica sopra richiamata, nonché quelle che, anche tenuto conto degli atti richiamati al precedente punto 2, nonché dell’indirizzo del “miglior inserimento urbanistico, territoriale e paesaggistico dell’opera e la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, ai quali ad avviso del Consiglio deve essere dato valore preminente” contenuto nell’Ordine del Giorno n. 124/2017, si renderanno necessarie una volta valutate le integrazioni documentali che perverranno, gli approfondimenti che saranno svolti e le modifiche che saranno previste sul progetto definitivo in Conferenza dei Servizi, presenti le altre amministrazioni dello Stato e gli enti comunque tenuti ad adottare atti di intesa, o a rilasciare pareri, autorizzazioni, approvazioni, nulla osta, previsti dalle leggi statali e regionali;
4. DI PRENDERE ATTO della proposta di Autostrade, pervenuta con P.G.n. 213489/2020, di risposta alle osservazioni formulate dai soggetti interessati dal procedimento espropriativo;
5. DI DARE ATTO CHE l’assenso all’intesa tra Stato e Regione per la localizzazione dell’opera di potenziamento in sede del Sistema Autostradale e Tangenziale di Bologna “Passante di Bologna” Autostrada a14 Bologna - Bari – Taranto. Tratto Borgo Panigale–Bologna San Lazzaro, verrà espresso dal Consiglio Comunale sul progetto che risulterà in Conferenza dei Servizi in esito alle integrazioni e modifiche che si renderanno necessarie per le richieste formulate nella stessa; 6. DI TRASMETTERE la presente deliberazione e relativi atti tecnici al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti -Dipartimento per le

Infrastrutture, i Sistemi Informativi e Statistici- Direzione Generale per lo sviluppo del territorio, la programmazione ed i progetti internazionali e alla Regione Emilia-Romagna, competenti all'intesa ai sensi dell'art. 3 del D.P.R. n. 383/1994 e all’art. 54 della L.R. n. 24/2017 citati; 7. DI DARE ATTO che, ai sensi dell'art. 39 del D.Lgs. n. 33/2013, la presente deliberazione è pubblicata all’indirizzo http://www.comune.bologna.it/urbanisticaedilizia nella sezione Amministrazione Trasparente - Pianificazione e Governo del Territorio;
E' il prodotto di un voto a maggioranza (relativa) del Consiglio Comunale che ha diviso la stessa maggioranza politica (a favore solo il gruppo PD, astenuta Amelia Frascaroli).
EliminaConsiderando i risultati della prima seduta della Conferenza dei Servizi (si dice siano sostanzialmente accolte tutte le richieste fatte: dal ripristino del progetto originale alle compensazioni e mitigazioni per il maggiore impatto ambientale dell'opera) resta il tema: l'Italia delle emergenze (sanitarie, ecologiche, climatiche, economiche, finanziarie, demografica) che va verso il 2030-50 può permettersi di investire un miliardo (stima di previsione iniziale) in questo intervento?
Personalmente credo che ci siano altre priorità e occorra disincentivare la dipendenza locale e nazionale da auto e autocarri.
Gianni
Sbaglio a dire che prevale la tattica?
RispondiEliminaDopo il crollo del Ponte a Genova tutto si è complicato. La gallina con le uova d'oro (la società concessionaria) è finita al centro della attenzione generale (per le mancate manutenzioni) ed oggi il circuito perverso tra concessioni a lungo termine, massimi profitti, prestiti bancari facili verso gruppi redditizi, investimenti in nuove opere in cambio di proroghe e rinnovi delle concessioni ...... (con il corroborante di pratiche clientelari e di reciproco sostegno quando non di corruzione) fatica a riprodursi come per il passato (almeno per qualche tempo).
Anche il Passante di Bologna è condizionato da queste incertezze del contesto nazionale.
Poi (come detto da Martelloni) sono in gioco le elezioni del 2021, le coalizioni da formare e i programmi per vincere.
Così il Pd non può smentire se stesso (l'accordo sottoscritto e sempre difeso), ma neppure può mostrarsi arrendevole rispetto ad Autostrade ed agli oneri da portare a casa. Quindi Merola, Mazzanti e C. ribadiscono di volere l'opera ma ben fatta e con tutte le compensazioni ambientali del caso. Naturalmente ora strapperanno una miglioria ma ogni verifica sarà possibile post voto amministrativo, così da non dover scontentare nessuno.
R.
Penso anch'io ci siano troppi giochi tattici. Non da ora, per la verità.
EliminaChe dire della ipotesi "A evoluta" di Toninelli - MIT - ASPI (che riduceva il progetto Delrio - MIT - ASPI della corsia di emergenza in Tangenziale), se non che era un modo per prendere tempo? Tant'è che ora De Micheli - MIT - ASPI sono tornati alla Delrio - MIT - ASPI senza perdere un minuto ...
Resta la sostanza.
1. Per fronteggiare le emergenze che viviamo occorre uscire dalla dipendenza da auto, autocarri, idrocarburi, combustibili fossili, asfalto e cemento e gli investimenti debbono privilegiare le infrastrutture, i mezzi ed i servizi ferroviari ed eco-compatibili. Nel Paese ed a livello locale.
2. Il sistema di concessioni e controlli delle grandi infrastrutture stradali ed autostradali va radicalmente cambiato. Gli attuali gestori fanno profitti e non curano la sicurezza. E' tempo di: mettere mano alla efficienza ed alla qualità degli Enti pubblici con funzioni ispettive e sanzionatorie; assicurare alla responsabilità sociale ed ambientale le imprese ed i gruppi privati del settore.
Ogni forza politica ha da scegliere.
Gianni
Vogliono il passante di mezzo tutti quelli che la mattina e la sera debbono attraversare Bologna per lavoro e stanno decine di minuti in fila. Certo non sono i soli perché ci sono anche quelli che lo fanno per gli affari legati alla costruzione o alla gestione dell'infrastruttura.
RispondiEliminaEsistono alternative? Esisterebbero se l'Italia fosse un altro paese. Come quelli dove in questi anni si tolgono le autostrade che attraversano le città e dove esistono metropolitane o ferrovie efficienti e puntuali ogni 10 minuti.
Ma da noi quale partito lo ha fatto e lo propone? Noi siamo quelli che smantellano le linee ferrate. Quando va bene per sostituirli con bici per una bella gita domenicale. Ma nei giorni lavorativi o si usa l'auto e le strade e si fa benzina o perdiamo il lavoro .............
Ma da noi Carminati esce di galera. Attenti non è un altro tema! E' lo stesso.
Dalla canzone Pamplona di Fabri Fibra ft. Thegiornalisti: "In Italia non funziona un cazzo".
EliminaRyan
Io penso che il Passante di Mezzo lo vogliono i pigri.
EliminaSostanzialmente quelli che rifiutano di capire, studiare, progettare e costruire soluzioni nuove e più avanzate ai problemi del presente.
Chi deve "attraversare Bologna" ogni giorno può anche pensare e riconoscersi in soluzioni alternative di mobilità e/o di organizzazione delle comunità e del lavoro. Certo più complesse, ma forse più attente agli interessi personali, collettivi ed intergenerazionali.
E questo vale anche per molti imprenditori, lavoratori e liberi professionisti. Si possono realizzare progetti ed attività anche maggiormente attente e funzionali ad una economia sostenibile, ad un mondo eco-compatibile. Certo, questo "sistema" sollecita altri approcci e pratiche ma le contraddizioni e la crisi sono evidenti ed è urgente muoversi per prevenire un collasso generale.
Solo ai pigri stanno bene soluzioni vecchie (come il Passante di Mezzo): per arricchirsi o guadagnare nel breve ma compromettendo salute, serenità, vita, risparmi per se e/o per i propri figli e nipoti nel medio periodo ...
Quanto alla vicenda di Massimo Carminati: si ripropone la distanza tra principi ed indirizzi della Costituzione italiana e pratiche imperanti nella vita nazionale (per effetto di leggi, norme, classi dirigenti irresponsabili, corrotte o inadeguate). Un "sistema di potere" e di interessi che si fonda su un blocco sociale contro cui combattere con lungimiranza e solidarietà che molti soggetti critici ed alternativi pare abbiano dimenticato ed altri mai acquisito.
Gianni
Ho sentito e letto 5 anni di pensieri, parole, scritti, relazioni, dossier ad eventi, su social, blog, quotidiani, tv e radio per sensibilizzare, testimoniare e documentare le criticità e l' impatto devastante che il Passante IN Mezzo avrà sulla città di Bologna.
RispondiEliminaE alla prima seduta della Conferenza dei Servizi gli Enti Locali che fanno? Propongono il progetto preliminare della prima ora (Delrio, Priolo, Tomasi Aspi Edition).
E il neo assessore alle Infrastrutture Corsini cosa dichiara alla stampa? "Sono molto soddisfatto, è un' opera che guarda al futuro.....Per una nuova e moderna rete viaria regionale".
Francamente credo che con queste figure al comando, unitamente a certe realtà pseudo ecologiste che le spalleggiano, sperare in un salto di qualità in questo territorio sia pura utopia.
Ryan
Il giudizio impietoso sul gruppo dirigente della Regione e dei Comuni interessati mi pare motivato e condivisibile.
EliminaConsidero il loro prevalere nelle recenti elezioni regionali ed amministrative anche il risultato della scarsa credibilità e della inaffidabilità dei loro competitori: per un verso il Centrodestra di Salvini e Meloni privo di un progetto di società e di crescita economica e produttiva sostanzialmente alternativo a quello praticato in Italia e in Emilia Romagna negli ultimi decenni (vedi la Lombardia o per stare vicini il progetto - altrettanto vecchio - del Passante a Sud che resta nella logica delle "grandi" opere autostradali) e "negazionista" rispetto a molte delle contraddizioni e delle emergenze che viviamo (a partire da quella ambientale e sanitaria); per altro del M5S che alla prova dei governi locali e nazionale, seguite ad ampi consensi di opinione, non hanno dato buona prova: con rinunce tattiche e ritirate strategiche che li hanno proposti semplicemente come "ultimi arrivati" al tavolo della politica come mera gestione del potere (l'esperienza del Passante di Bologna "è voluta" da Toninelli e Di Maio - correttamente denunciata da un Max Bugani comunque arrendevole alle scelte del MoVimento - è solo uno degli esempi possibili).
Penso (non da ora, seppure senza certezze) potrebbe favorire uno sblocco da questo pericoloso stallo della democrazia, una sfida democratica di merito, serrata e partecipata su opzioni e progetti concreti di governo.
Nel caso in questione (il Passante di Mezzo) potrebbe trattarsi di una consultazione popolare, un referendum (cittadino, provinciale o regionale? Parliamone!) per raccogliere le preferenze sulle diverse possibili alternative in campo: A, B, C, Z. Con l'impegno delle Assemblee elettive di tenerne conto.
Una proposta legittima? Non meno di quella che PD e Centrodestra proponevano in Piemonte sul nuovo tunnel della linea TAV Torino - Lione, nel caso di ulteriori rinvii del Governo. Perché la si e qui no?
Del resto nessun elettore ha votato per un Sindaco, un Presidente di Regione o un Partito politico nazionale per avvallare o meno una Autostrada o una qualsiasi altra opera. Prova ne sono le diverse forze politiche e/o coalizioni votate ed i conflitti all'interno stesso dei partiti e delle maggioranze.
Gianni
Tante giuste obiezioni al Passante. Le condivido.
RispondiEliminaMa lo sciagurato progetto procede. E il conto sale, come scrive il Carlino.
Lorsignori, che al di là del consenso hanno potere e soldi, non sentono ragioni.
E noi paghiamo!
Chi in salute, chi in tariffa autostradale o in tasse IRPEF.
Che fare?
VR
Nella risposta al commento precedente ho avanzato una proposta. Possiamo discuterne?
EliminaDi certo altre ne esistono. Confrontiamo idee ed iniziative.
La vicenda non è chiusa.
Gianni
Curioso che gli obiettivi individuati dal Piano Urbanistico Generale attualmente in discussione siano assicurare resilienza e ambiente, sostenere abitabilità e inclusione, rafforzare attrattività e lavoro...La proposta di allargamento
RispondiEliminaattraverso questo tipo di "visioni" non sarebbe mai passata... Ah già, che stupida che sono..."si sarebbe dato atto della non conformità del progetto in oggetto alle prescrizioni delle norme e dei piani urbanistici ed edilizi vigenti e adottati".
Già, chissà a cosa serve la pianificazione?
Certo. Quando la politica diventa "sfida tattica" perdiamo tutti ... è solo questione di tempo.
EliminaMa ricordiamo anche che non sempre la "pianificazione" è di per se risolutiva.
Il PRG del 1985 includeva aree vincolante a "Fascia Boscata" per 211 ettari attorno all'Asse A14 - Tangenziale.
Ed il SFM di Bologna è stato più volte oggetto della pianificazione territoriale ed urbanistica degli Enti Locali e della Regione.
In entrambi i casi, diverse Amministrazioni ed amministratori sono state/i inadempienti.
Anche perché scarsamente sollecitate.
Contano sempre i rapporti di forza; l'iniziativa democratica ed i conflitti culturali e di interesse.
Gianni
Nessuna persona sensata in tempi di crisi e di cambiamenti profondi investirebbe in opere dichiarate non essenziali.
RispondiEliminaEbbene la terza corsia in A14 non è considerata motivata dagli stessi progettisti. Mentre le evidenti sofferenze quotidiane in tangenziale si verificano nelle 3 o 4 ore di punta. Ma se con i PUMS ed in lavoro a distanza l'obiettivo è ridurre il traffico urbano perché non destinare le risorse a treni e tram, bus, bici e mezzi elettrici condivisi che sono tutti carenti e con grandi margini di sviluppo?
Sarebbe ora che l'Europa, i singoli paesi, tutte le Regioni coordinassero e pianificassero in questa direzione ogni intervento, anziché avvallare le pressioni delle potenti lobby delle multinazionali dell'auto e del petrolio.
Ed anche dai sindacati delle lavoratrici e dei lavoratori italiani mi aspetto una maggiore sensibilità verso la salute e l'ambiente. Se non ora, dopo mesi di corona virus e con Maurizio Landini ed Annamaria Furlan a guidare Cgil e Cisl, quando?
Anna