lunedì 29 giugno 2020

Bonaccini e quei treni per il mare ...

Stazione FS di Bologna: un Milano - Ancona preso d'assalto ... (27 giugno 2020)


















Durante la fase più cruenta della pandemia abbiamo pensato in tanti di non viaggiare sui treni e su altri mezzi pubblici, perché luoghi ad alto rischio di contagio, essendo luoghi chiusi, con le pulizie e l'igiene che lasciavano spesso a desiderare. Abbiamo ripreso a viaggiare in treno da qualche settimana, scoprendo treni puliti e con tutti i dispositivi di distanziamento messi in atto efficacemente seppur con molto ritardo.
E scoprendo finalmente un adeguato  parco treni moderno ed invitante (i Rock ed i Pop sono dei treni a misura di pendolare anche di quelli di lungo corso). Abbiamo ricominciato a viaggiare sentendoci in sicurezza, a leggere e a lavorare, allungando sui treni i tempi dello smart working.
L'ordinanza del governatore dell'Emilia Romagna giunge troppo prematuramente e fa saltare le sicurezze di questi giorni. Le foto che vi mostriamo rappresentano dei treni in partenza da Bologna verso la Riviera: treni che soprattutto da giovedì fino a domenica si riempiono ed inevitabilmente - se il distanziamento non è  più una regola - avvicinando gli uni agli altri. 
Abbiamo visto squadre di assistenti di stazione che facevano scendere dai treni i viaggiatori quando il distanziamento non era rispettato e miracolosamente ci siamo ritrovati con treni straordinari pronti. Non si capisce come i bagnini della Romagna, i ristoratori, e per tutte le attività all'aperto vigono regole ben precise di distanziamento e di uso di adeguati dispositivi, mentre per chi viaggia in treno tutti questi meccanismi non valgono più dal 25 giugno. Se non vi è distanziamento sui treni siamo attaccati gli uni agli agli altri. Pericolosamente vicini
Secondo l'ordinanza Bonaccini dovrebbero essere occupati tutti i posti a sedere (600 posti su un Rock) e nessuno in piedi. Le immagini di oggi (primo giorno post ordinanza) dicono che non solo i posti a sedere sono occupati ma vi sono tanti viaggiatori in piedi. Tutti noi nei nostri luoghi di lavoro abbiamo adottato protocolli per mettere in sicurezza utenti e lavoratori. Tutti noi mettendo in sicurezza noi mettiamo in sicurezza gli altri, i colleghi di lavoro e le loro famiglie e le nostre famiglie. I focolai di questi giorni scoppiati anche a Bologna alla Bartolini e pare anche alla Fedex dicono che il virus non ha mollato la presa
Come ambientalisti e come pendolari chiediamo al governatore dell'Emilia Romagna (che nel corso della pandemia ha saputo dimostrare lucidità rivedendo scelte fatte o rompendo gli indugi con la istituzione delle zone rosse), se ha valutato bene con la lucidità necessaria la scelta fatta, se ha valutato che anche il personale delle ferrovie è a rischio, se aumentano le aree di contagio, aumentando a dismisura il numero di quelli che viaggiano, se è consapevole che il personale delle ferrovie non riesce a garantire la sicurezza dei viaggiatori già oggi (durante i viaggi quanti senza mascherine!).  Vorremmo continuare a viaggiare in treno per evitare di aumentare il numero di quanti viaggiano con macchine proprie, intasando strade ed autostrade e facendo crescere i livelli di inquinamento e gli incidenti  stradali. Come pendolari e come componenti degli organismi dirigenti di Legambiente esortiamo il governatore Bonaccini a rivedere la sua scelta, dettata da scelte non ben ponderate. Non metta a rischio una parte importante  della comunità emiliano romagnola che si muove virtuosamente con mezzi pubblici, non metta a rischio questo inizio di ripresa delle attività e di ritorno a stili di vita più usuali. Senza inutili fughe in avanti. Le scelte azzardate della Lombardia sono un monito per tutti.

Nino Pizzimenti, Legambiente Bologna, 27 giugno

Ore 8.28. L'attesa al binario del treno per Ancona delle 8.15 ... (27 giugno 2020)
















Ore 8.31. L'arrivo e l'assalto ... con e senza mascherine 


















Ore 8.33. Aprono le porte: qualcuno scende, molti salgono ... 



















Ore 8.33. Una foto per documentare l'esigenza di maggiore sicurezza per tutti ...

















Ore 8.34. L'interno del "Vivalto": tutto pieno, ragazzi, con mascherina e senza giocano a carte ...



















Ore 8.37. Ci si rassegna a restare in piedi ... (27 giugno 2020)




Ore 8,42. Al binario 10 il treno per Pesaro ... (27 giugno 2020)






























Ore 8.44. Signore e signori, si sale ... 

















Ore 8.45. Sotto il controllo vigile della "protezione aziendale" delle FS
salgono ragazzi con e senza mascherine ...






Ore 8.47. Una famiglia di 3 generazioni discute se e come salire ...





























Ore 8.49. Posti in piedi, anche nella carrozza riservata alle bici ... (27 giugno 2020)

















In Stazione Centrale le frecce chiedono "Rispetta la distanza sociale"
(si badi "sociale" non "fisica" o "di sicurezza")
Sui treni NON più! 



Repubblica Bologna riprende la critica di Legambiente: "Bonaccini non doveva togliere il distanziamento sui convogli"
(domenica 28 giugno 2020)
Solerte la risposta dell'Assessore di Bonaccini, Andrea Corsini:
"Giusta la decisione di poter viaggiare sui treni senza distanziamento"
(lunedì 29 giugno 2020)
Non sia mai che il principio di cautela ed il diritto alla salute dei cittadini, nella Fase 2 e 3, debbano caratterizzare i movimenti delle persone, qualificare il trasporto pubblico ed accrescere la richiesta di investimenti nelle ferrovie ...
O, peggio, "far passare la voglia di far vacanze", cambiare le abitudini, condizionare PIL e affari!

5 commenti:

  1. Treni e bus.
    Anche alcune linee di trasporto extraurbano (101, 94) e urbano (19, 27) in determinate ore del giorno sono senza possibili distanziamenti. Ma anziché procedere ad un potenziamento del servizio basato sulla maggiore frequenza dei mezzi, si autorizza al contatto stretto con mascherine che non tutti portano. Capisco il problema dei costi, ma ne va della salute pubblica e forse di prossime spese sanitarie.
    Non è preferibile prevenire?
    E a settembre riapriranno le scuole!!!!!!
    L.
    L.

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    1. Gran parte della iniziativa delle Istituzioni regionali e locali si è concentrata sulla rapida "ripresa" delle attività economiche e sociali. Ben poco è stato prodotto, invece, per avviare nel Paese quella conversione ecologica partecipata essenziale per fronteggiare l'insieme delle emergenze sanitarie, ecologiche, sociali, economiche e finanziarie che stiamo vivendo.
      Così procedendo, il trasporto pubblico sarà sempre meno competitivo. Mentre i tracciati di nuove corsie ciclabili su alcune strade urbane non aumenterà la sicurezza e la salute dei ciclisti.
      Per affermare una mobilità davvero sostenibile e in grado di soddisfare la diffusa domanda di una migliore qualità della vita nelle città è tempo di cambiare le priorità negli investimenti pubblici e dei bilanci delle Istituzioni e dei privati: meno risorse dirette a nuove strade e automezzi e più innovazione per assicurare trasporti su ferro e non inquinante.
      Si può, si deve. Per le generazioni di oggi e di domani.
      Gianni

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  2. Penso che Bonaccini dovrebbe consultarsi maggiormente con la componente femminile della sua giunta. Dubito che Elly Schlein ed Irene Priolo, solo per fare nomi e cognomi, non abbiano una diversa sensibilità sulla necessità di salvaguardare la salute delle persone.
    Anna

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    1. Penso anch'io che giovani e donne siano componenti essenziali per una svolta ecologista in Italia e in Europa.
      E tuttavia il peso delle istanze di cambiamento che si manifesta all'interno delle Assemblee elettive e delle Amministrazioni è ancora impercettibile.
      Ciò che conta, purtroppo, è che prevalgono politiche e pratiche di mera conservazione di un sistema di potere insostenibile e sempre più autoritario.
      Gianni

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  3. Propongo per completezza di informazioni il comunicato di Legambiente Emilia Romagna.
    M.

    Sono sconcertanti, secondo Legambiente, le recenti posizioni prese dall’Assessore regionale Corsini sulla proposta di impianto eolico a largo delle coste di Rimini. Un intervento scomposto e banalizzante, quello letto sulla stampa, da parte di un assessore che non ha delega sul tema ambiente e clima. Nell’intervista apparsa sui giornali si liquida l’eolico offshore – una delle tecnologie mondiali più importanti per combattere il cambiamento climatico – con frasi infondate come quella che “Nel Nord Europa le pale eoliche sono state superate”, con una priorità al fossile “In Adriatico abbiamo già le piattaforme petrolifere” o banalizzando il tema del paesaggio, in una riviera continuamente assaltata dal cemento. Purtroppo posizioni sostenute anche dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, in un tweet di risposta sul tema.

    Si tratta di posizioni che affrontano un tema delicato e cruciale e che – esternando posizioni di contrarietà a priori – potrebbero mettere in serio pericolo il raggiungimento degli obiettivi climatici per l’Emilia-Romagna e per il Paese. Contrarietà che non si vedono quando si tratta di supportare la ricerca di idrocarburi nei nostri mari o per alimentare la mobilità su auto con nuove autostrade. La Regione Emilia Romagna ha votato la dichiarazione di emergenza climatica a fine 2019 e si è data l’obiettivo di raggiungere il 100% di elettricità da rinnovabili al 2035. Dichiarazioni virtuose ma che, se non sostanziate da scelte concrete subito, rimarranno sulla carta.

    «Nei prossimi 20 anni dovrà essere decarbonizzata l’economia italiana e lo stesso dovrà avvenire per il sistema elettrico. L’eolico, a terra e a mare, e il fotovoltaico saranno le due fonti che daranno i contributi principali in questo senso. Dopo l’ostracismo alla plastic tax nello scorso autunno, le critiche alla moratoria all’estrazione degli idrocarburi da suolo e dai fondali marini, il sostegno a nuove strade e autostrade, ora arriva la critica al progetto di eolico off shore che in modo surreale viene tacciato di essere un problema per il paesaggio costiero e il turismo. La Regione Emilia Romagna dimostri coi fatti da che parte vuole stare. E’ arrivato il momento di scegliere quale dei due modelli adottare» – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.

    «L’Assessore rappresenta un Ente che ha votato l’emergenza climatica, ma nello stesso tempo difende il settore del fossile e scrive al Governo per chiedere autostrade. Insomma sembra che le politiche per il lavoro siano solo a favore delle lobby conservatrici e dannose. Al contrario i ragazzi del Fridays for Future di Rimini, con il favore all’eolico mostrano una visione più responsabile e a lungo termine, ben coscienti che è una tecnologia fondamentale per far svoltare le politiche energetiche»- commenta Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia Romagna.

    «Rispetto al progetto in questione, stiamo monitorando affinchè tutto possa essere progettato al meglio, per migliorare il migliorabile. Ma non ci stiamo a posizioni di netta contrarietà, tra l’altro gravi da parte della politica rispetto al progetto, in quanto stiamo parlando di impianti necessari per fronteggiare l’emergenza climatica» – conclude Massimiliano Ugolini, presidente di Legambiente Valmarecchia.


    Invitiamo dunque al confronto pubblico la Regione e gli altri soggetti interessati al futuro energetico del territorio, che potrà essere effettuato già durante la tappa regionale di Goletta Verde, prevista tra il 17 e 22 luglio.

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