sabato 29 novembre 2014

Se la febbre fa 38% ...

È cosa nota e riconosciuta nel mondo.
Lo sviluppo di qualità, i servizi sociali, l'alta occupazione, i prodotti di valore, il benessere che per decenni hanno caratterizzato l'Emilia Romagna sono stati il prodotto della partecipazione popolare alla vita politica ed istituzionale, della organizzazione e della cooperazione dei lavoratori.
Per questo l'affermazione di Matteo Renzi che il crollo dei votanti alle elezioni regionali sotto il 38% è "questione secondaria" è una triste testimonianza di ignoranza e di arroganza.
Tradisce una scarsa conoscenza della storia del paese che vuole governare e manifesta una cultura del potere priva di consistenti contenuti democratici e progressivi.
Nessuno può sottovalutare "il messaggio" di domenica.
In particolare non può farlo chi dichiara di voler "cambiare verso" al paese e all'Europa.
Chi si propone di sfidare burocrazie e apparati del vecchio potere.
Non parliamo più di Matteo Renzi.
Le posizioni via via assunte dopo la sua elezione a segretario del PD e la veloce scalata alla Presidenza del Consiglio hanno evidenziato la sua distanza da un progetto credibile di rinnovamento in senso democratico e secondo i principi della Costituzione italiana. Che lui, non a caso, vuole modificare (con Silvio Berlusconi).
Gli interlocutori sono altri.
Sono le persone, i soggetti e le forze interessati a costruire un mondo diverso e possibile.

L'astensione maggioritaria di domenica indica soprattutto la mancanza di alternative credibili e convincenti di rappresentanza e di governo.
Il crollo contemporaneo del PD di Renzi e dei vari spezzoni di Centrodestra, infatti, non determina successi significativi di altre liste, soprattutto a sinistra.
Su questo, dunque, occorre ragionare.
A sinistra.
Troppi hanno, fin qui, speculato sui limiti evidenti della vecchia e della nuova classe dirigente del PD, senza prospettare e praticare altre politiche. Proponendo, di fatto, letture parziali della crisi in atto, visioni subalterne, approcci minimali ed autoreferenziali, logiche di gruppo o di fazione insopportabili.
In Emilia Romagna e non solo.
La Giunta Regionale ha contato, fino alle dimissioni volontarie di Vasco Errani, su una maggioranza politica comprendente SEL, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. Nessun consigliere, gruppo o partito ha mai posto la questione morale (che non è solo quella delle "spese pazze") come condizione imprescindibile e preliminare della vita istituzionale e nessuno (anche nella sinistra del Pd) ha mai preso le distanze dalle scelte conservatrici e liberiste che hanno consolidato e puntellato un sistema economico e sociale in crisi irreversibile ma sempre più insostenibile per l'ambiente e la vita delle persone.
Poi, di fronte alla scadenza elettorale (subita e non richiesta), anziché sviluppare una comune riflessione critica dell'esperienza fatta e piuttosto che ricercare i punti forti per una alternativa di qualità, si è andati in ordine sparso, anteponendo ad un impegno comune sui problemi da affrontare, "lo schieramento politico" rispetto al vecchio - nuovo "partitone": SEL, "sinistra" nel disastrato Centrosinistra, gli altri "contro".
Così a soli sei mesi dalla interessate e deludente esperienza unitaria di l'Altra Europa con Tsipras, ci si è nuovamente divisi. Con la presunzione di "condizionare", gli uni. Con il tentativo di testimoniare, altri. Risultato: calo complessivo di consensi.
Nel Movimento 5 Stelle.
Principale forza di opposizione negli anni della esplicitazione delle "larghe intese" (2011-2014). Beppe Grillo e i suoi, capaci di intuizioni, di battaglie e di pratiche importanti e condivisibili, hanno prima raccolto poi pagato per la loro diversità e per l'essere "anti sistema".
La lontananza dai canoni classici del confronto politico e mediatico sono stati, insieme, punto di forza, di aggregazione ed elemento di debolezza, di isolamento (che non produce risultati apprezzabili).
Almeno per ora, "il marcio e la crisi del sistema e dei partiti" che secondo il fondatore dovevano  progressivamente e velocemente accrescere i consensi al Movimento ed "il sorpasso" su PdL e PD non ci sono stati. La "rivoluzione" è rinviata.
La realtà, molto più complessa e condizionata da interessi materiali e da da poteri e strumenti di comunicazione intelligenti e spregiudicati, si è incaricata di smentire analisi e proposte approssimative e parziali.
Così, anziché allargarsi e/o consolidarsi, i consensi al Movimento 5 Stelle si sono ridotti, tanto a livello istituzionale locale, quanto alle Europee di maggio (almeno secondo le attese e gli annunci), facendo esplodere tensioni sopite, contraddizioni, diversità e contrasti rimasti sotto traccia, divisioni e conflitti esasperati dalle espulsioni.
La speranza di (e in) un Movimento di cittadini a 5 Stelle, capace di portare nelle istituzioni gente onesta, irreprensibile e coerente si è infranta. Lasciando "vittime" soprattutto tra chi più ci ha creduto e ci ha investito tempo e passione.
Anche in Emilia Romagna, terra di iniziale affermazione. Gli eletti alla Regione finiscono il mandato nel Gruppo misto o sospesi. Nel Comune di Bologna una consigliera su due è fuori. Il sindaco di Comacchio pure. Quello di Parma quasi. In campagna elettorale una parte di militanti eletti e/o dissidenti presenta una lista di Liberi Cittadini con candidato Presidente un consigliere di Budrio, in competizione con la lista ufficiale dei "grillino".
Risultato: più consiglieri del passato, ma molti voti in meno di Politiche 2013 ed Europee 2014.
Ora Beppe è "stanchino".

Insomma, il voto emiliano, con quel 62% di astensione (anche) politica e argomentata (vedi molti commenti di chi passa da qui) e con quel 38% di voti da leggere con massima attenzione ed obiettività (ad esempio la rivitalizzata Lega Nord è anche il partito del referendum contro la legge pensionistica Monti - Fornero e contro "questa Europa" della moneta unica e di tasse, retribuzioni, economie in competizione), ci dice che siamo di fronte ad una crisi complessa, delicata, anche pericolosa.
Ci dice che tutto è in movimento e che occorre abbandonare vecchie consolidate certezze e un "nuovismo" d'accatto e mettere in campo apertura mentale, intelligenza critica, creatività e volontà per unire tantissime persone attorno a valori e "fondamentali" di sempre: onestà, solidarietà, libertà, eguaglianza, democrazia, giustizia, cooperazione, lavoro, ambiente, futuro.
Parole semplici e cariche di contenuti da articolare insieme e fare vivere ogni giorno.
Verso lo sciopero generale e sociale del 12 dicembre e dopo.
Per mettere in moto una forza politica "di lotta" e "di governo" adeguata ai tempi, capace di rappresentare tanto una parte significativa del 38% che è andata al voto, quanto grande parte di quel 62% che si è astenuto.
Occorre sempre rispondere ai messaggi e misurarsi con la febbre.


15 commenti:

  1. Vero. Il contrasto tra protesta sociale e non voto non è automatico, ma il segno della mancanza di credibilità delle attuali forze politiche di governo e di opposizione.
    Puntare sull'incontro tra sinistra e movimento cinque stelle è giusto ma la crisi corre veloce e non aspetta.
    Riusciranno i nostri eroi ad arrivare prima … del disastro?
    pl

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  2. Attenzione però, cari amici, i problemi non sono solo nella politica.
    Qui in Emilia si pagano anche gli errori ed i limiti dei buoni artigiani e cooperatori. A Imola, per esempio, ci sono molte crisi e chiusure. E prima ci sono state a Ferrara. Altre ne verranno.
    Voglio dire che i problemi riguardano l'economia, lo sviluppo, l'assetto sociale.
    Le soluzioni, come detto nel post, sono complesse.
    Mentre fin qui le risposte locali, nazionali ed europee sono state banali e inadeguate.
    Tempi duri!
    Carlo

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  3. Una sberla, come dice anche Bonaccini.
    Non mi pare sia servita.
    Basta sentire i progetti del Sindaco di Bologna, su Hera e la vendita di azioni pubbliche ...
    Non ci siamo proprio.
    Chiedono altre sberle?
    Anna

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  4. Si, Anna.
    O meglio, loro non le chiedono. E parlano d'altro.
    Ma tu hai ragione.
    Sempre Merola ha anche elevato l'imposta comunale sulla casa.
    Solo che astenersi, non serve.
    Li si conferma. Semplicemente.
    La febbre sale, caro Gianni.
    Ciao!

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  5. A proposito di PD e di Regioni.
    Consenso popolare alla Moretti nelle primarie del Veneto.
    Allora, forse era giusto candidarla, nonostante le osservazioni critiche di questo blog ...
    Sic

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    1. Sic, forse era giusto. Forse.
      Io confermo le osservazioni critiche contenute nel post "Alessandra, la grande" del 4 novembre.
      Gli impegni con gli elettori e i cittadini vanno onorati. Fino in fondo.
      Gianni

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  6. Se capisco bene la sostanza è che centrosinistra e centrodestra non sono convincenti, ma che non ci sono neppure alternative politiche: di sinistra o altre.
    E allora bisogna pensare di mettere insieme chi è ancora su sponde opposte. Ma il tempo vola e intanto lorsignori decidono: in Europa e qui.
    Mentre i lavoratori CISL scioperano oggi, quelli CGIL e UIL il 12 dicembre, il Movimento 5 Stelle si frantuma, SEL e Civati si danno appuntamento a Milano mentre Rifondazione, Ingroia e Maltese a Roma …
    Certo che se anche la speranza è l'ultima a morire, le prospettive corrispondono alla stagione. Tardo autunno, verso l'inverno.
    v.

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    1. v., capisco e condivido.
      Speriamo solo che l'inverno sia mite e passi veloce lasciando il passo ad una rigogliosa primavera!
      Gianni

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  7. Non concordo sui 5S.
    In Europa sono con formazioni di destra che indicano soluzioni nazionaliste e non condivisibili.
    In Italia sono nel pallone. Tra l'autoritarismo - depressione di uno dei fondatori e l'azienda - malata dell'altro. Tra l'uno vale uno dei più ed il nuovo direttorio a 5.
    Un'armata brancaleone con cui difficile costruire il domani.
    Meglio soli.
    Antonio

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    1. Antonio, vedere Grillo e il molto più complesso mondo 5 Stelle solo per le scelte (negative e criticabili) di collocazione al Parlamento Europeo o per le pratiche (autoritarie e risibili) di gestione del Movimento mi pare uno sport nazionale interessato e riduttivo.
      Vogliamo discutere sulle alleanze internazionali e sulla vita democratica delle altre grandi forze politiche che si sono alternate al governo? O direttamente quelle del PD?
      Forse è più utile e produttivo ragionare anche sui contenuti forti che hanno prodotto l'esperienza "Grillina". La critica al sistema politico - imprenditoriale dominante nel nostro paese e in Europa. La introduzione di pratiche di risparmio e di compatibilità ambientale nelle attività sociali. La politica come passione ed impegno civile e non mero esercizio del potere e di carriere personali. La pratica di sobrietà e di trasparenza della vita istituzionale.
      I successi elettorali nascono da qui.
      In quel mondo ci sono risorse fondamentali per cambiare verso.
      Potenzialità che difficilmente si possono trovare altrove.
      Se ne può fare a meno?
      Possono essere inglobate nelle altre forze politiche?
      La vocazione maggioritaria del PD è la risposta?
      Se i progetti e le politiche sono lo Sblocca Italia e le leggi sul lavoro l'attenzione mi pare rivolta ad altri soggetti ed a preservare il vecchio potere. O no?
      Gianni

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  8. Emilia Romagna e PCI hanno rappresentato dal dopoguerra a fine 900 un esempio di Riformismo Sociale e Politico unico in Italia ed in Europa .
    Il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini attraverso forme di mutualismo , la partecipazione attiva ai processi decisionali della vita politica e democratica hanno caratterizato ,fino a fine 900, la crescita e lo sviluppo della Regione e dei cambiamenti in essa avvenuti.
    La voglia di partecipare c'è sempre stata, in questa regione , peccato che la voglia di partecipare è stata dolcemente e lentamente annullata con scelte che hanno portato i momenti decisionali sempre più lontano dai cittadini , e che si continuano a perseguire.
    Diventa difficile continuare a pensare di contare quanto ti vedi sempre più allontanato da qualsiasi momento di discussione di crescita e di decisione.
    Ora che Renzi abbia una prospettiva minimale della democrazia mi pare evidente per cui non mi meraviglia il fatto che consideri la non partecipazione al voto un fatto secondario . Per lui e per gran parte del PD conta Vincere ,non come . Ora paradossalmente , la non partecipazione può essere interpretato come un momento di partecipazione di gran parte del popolo del PD che non si riconosce nelle scelte di Renzi . Un segnale ,un voto , per indicare al Partito il disaccordo , visto l'impossibilità ormai acclarata di poter discutere all'interno delle sedi di partito.
    Ecco io all'astensione gli darei questo taglio , da qui poi si può partire per capire il perchè della mancata crescita a Sinistra .
    Velocissimo, quanto spazio abbiamo ora a Sinistra , come si propone una forza di Sinistra puramente alternativa o anche con propositi di governo ? Sciogliere questo nodo mi pare essenziale , senza districarlo non si va da nessuna parte ,poi si può parlare di programmi .
    Dopo però :
    Ciao
    G:

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    1. G., penso che una grande forza di sinistra si caratterizzi per una lettura critica del mondo, per valori, progetti e programmi di sviluppo della società alternativi al sistema di potere dominante. Se è così, rappresentanza di soggetti sociali interessati al cambiamento e propositi di governo si tengono e non si contraddicono.
      In altri termini.
      Non si cambia il mondo senza governare.
      Non si governa senza consenso.
      Non si raccoglie consenso senza strategie e pratiche convincenti di cambiamento.
      Il margine per continuare a contrapporre una sinistra di governo e una sinistra radicale mi fare finito.
      Gianni

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    2. Condivido , c'è posto per una sola sinistra che raccolga istanze di cambiamento , che sia pronta a raccogliere la sfida del" essere di governo" e proponga una alternativa politica e sociale al sistema attuale .
      Per fare ciò è pero indispensabile che ognuno metta da parte personalismi , accetti e si confronti con le differenze e non si erga a censo
      Sinistra e Governo non devono essere termini inconciliabili .
      G.

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  9. Mi piacciono onestà trasparenza democrazia futuro.
    Purtroppo, Expo e MOSE prima, ROMA oggi ci dicono che PDL e PD-L hanno gestito insieme affari e scaricato sui cittadini i costi.
    Per cambiare ci vuole un Movimento di cittadini. Fin qui è stato a 5 Stelle. Se ne nasceranno altri bene. Io sono solo contenta. Più siamo meglio è.
    Fiorella

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  10. Ma quale ripensamento? Ma quale cambiamento? Ma quale programma?
    Dai partiti solo guerre per gli assessorati e le posizioni di predominio.
    Dal PD a Sel.
    Mentre i grillini si frantumano.
    Che spazio di confronto resta per le cose da fare?
    Franca

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