domenica 23 novembre 2014

Bonaccini & Renzi

Nei giorni scorsi dirigenti e militanti del partito che fu PCI, PDS, DS ed è PD avevano preannunciato che non sarebbero andati al PalaDozza di Bologna per la chiusura della campagna elettorale pro Bonaccini.
Lo scontro aperto di Matteo Renzi con le piazze, con la CGIL ed i "sindacalisti professionisti degli scioperi", per un verso, e le pratiche inaccettabili di spreco del denaro pubblico dei consiglieri uscenti (alcuni dei quali ricandidati) per un altro, hanno creato malumore e prese di distanze. Anche il candidato indipendente Flavio De Nigris, fondatore della Casa dei Risvegli, ha pubblicamente dichiarato che non avrebbe partecipato.
Tuttavia, per chi c'è stato, l'impatto con il nuovo PD è stato assai interessante ed istruttivo.
Non tanto per gli interventi dei due principali protagonisti, che hanno sostanzialmente ripetuto quanto detto, in queste ore, nei vari interventi radio televisivi.
Quanto per la scenografia ed il messaggio politico - culturale complessivo proposto dalla regia dell'evento: uno studio radiofonico affidato alla conduzione del consigliere comunale Benedetto Zacchiroli. Con i tremila presenti, primi graditi spettatori di una diretta rivolta a tanti altri interlocutori.
Nel merito.
E' stata una proposizione accurata ed orgogliosa delle numerose eccellenze della regione: da Guglielmo Marconi, a "inventori" di servizi del nostro tempo, da imprenditori di successo a campioni sportivi ed olimpionici, da grandi cantanti del passato a quelli del presente, dalla professoressa "no gufo" della prima Università d'Italia al migliore comunicatore delle bellezze artistiche, monumentali e storiche. Poi, la promozione dei prodotti doc famosi nel mondo. Con il conduttore che assaggia un tortellino crudo, "come facevo da bambino, salendo sulla sedia mentre la nonna li preparava sulla tavola".
Una carrellata veloce e studiata che non ha lasciato minimo spazio a problemi e sofferenze di questa terra (inoccupati, disoccupati, esodati, precari, pensionati e lavoratori a basso reddito, pendolari, immigrati ed emigrati in cerca di futuro, terremotati, alluvionati, inquinati) per affermare e rassicurare tutti che "la nave va" e continuerà ad andare. Basta sostenere l'abbinata segretario nazionale premier e segretario regionale candidato "governatore".
La esplicitazione forte di una mutazione genetica.
Se non ancora portata a compimento, chiara negli intenti.
I riflettori del PD sono puntati esclusivamente su vincenti, su chi c'è l'ha fatta, su chi è al top.
Gli altri guardano, nella penombra (del PalaDozza come della società ed, anche, del Parlamento). Naturalmente possono applaudire. E se lo fanno (forse) avranno più chanches.
L'importante, comunque, è proporsi, farsi largo, essere sulla cresta all'onda o provarci.
E Bonaccini, ci prova.
Dopo la "rivoluzione" delle Province (iniziata con la nomina anziché la elezione dei "nuovi" Consigli) annuncia la "riduzione" delle Province, massimo 3 o 4: l'Area Metropolitana bolognese, più quella Romagnola ed una o due del nord Emilia. Poi, l'aggregazione dei Comuni, sul modello Valsamoggia.
Il mantra è "semplificare", ridurre il "peso" delle istituzioni, togliere burocrazie e controlli, "lacci e laccioli" ...
Ne trarrà vantaggio il fare, "la crescita" del PIL, della economia, del lavoro. Si potranno concretizzare i programmi di Vasco Errani e dei suoi amministratori regionali ed anche i progetti del nuovo Governo: le 5 nuove autostrade, le case della salute, la riduzione e la privatizzazione delle Multiutility.
Un processo "garantito" dalla vittoria elettorale di Stefano Bonaccini e dalla nutritissima truppa emiliana che presidia Ministeri chiave: Giuliano Poletti al Lavoro, Federica Guidi allo Sviluppo, Gianluca Galletti all'Ambiente. Nonché Maurizio Lupi alle Infrastrutture e Beatrice Lorenzin alla Sanità, che emiliani non sono ma i cui collegamenti locali sono molto frequenti ed autorevoli.
Lo Sblocca Italia, il Jobs Act e la prossima legge di stabilità rassicurano vecchi cooperatori, importanti imprenditori e chiunque voglia e possa investire (dal nord, dal sud o dall'estero). Angelino Alfano "tutela" da affari illegali e da infiltrazioni di uomini ed imprese mafiose.
Insomma, stiamo sereni.
Il popolo del PD è inizialmente apparso spiazzato da tanta unilateralità.
Ha applaudito con moderazione e controllo il susseguirsi dei protagonisti.
Persone vere e interessanti, intendiamoci.
Ma solo una parte, sempre più selezionata e ridotta, della realtà emiliano - romagnola.
"Un mondo" che difficilmente potrà animare e rinnovare le storiche sezioni ed i nuovi circoli di partito;
ovvero, radicare non solo un partito socialista o socialdemocratico, ma neanche un partito democratico e di massa.
Ma Bonaccini e Renzi scuotono l'orgoglio dei militanti.
"I nostri violenti contestatori non ci fermeranno"afferma il primo.
"Avremo ancora bisogno di Vasco Errani. Per lui è pronto un posto a Roma" assicura il secondo.
L'ennesima "emergenza" e la rinuncia alla pratica della "rottamazione" (anche di fronte a chi è in presenza di una condanna, seppure non definitiva) uniscono dirigenti, amministratori e militanti.
Scattano gli applausi.
Una partecipazione interessante ed istruttiva.
E' tempo di cambiare!
Il voto è una occasione.

6 commenti:

  1. Un bella cronaca. Fin qui non letta sui quotidiani.
    Grazie.
    Carlo

    RispondiElimina
  2. Sarò breve.
    La premiata ditta sta perdendo ogni connotato di sinistra. Un processo avviato da tempo. Qui in emilia otterranno percentuali ancora alte ma perderanno voti. Stanno abbandonando il mondo produttivo. Non sono un riferimento per operai, precari e lavoratori del pubblico impiego, salvo portaborse e clientele.
    Non vedo possibilità di invertire questa deriva.
    Ciao!

    RispondiElimina
  3. Bonaccini e Renzi con gli arrivati?
    Bonaccini e Renzi con i top?
    Bonaccini e Renzi flop!
    Mario Cinico

    RispondiElimina
  4. Grazie per la cronaca. Molto interessante. Ma, per molti, una conferma.
    Il voto dimostra che l'Emilia è terra di una sinistra di governo, in cui le persone discutono e cooperano.
    Partiti e classi dirigenti liberali, corrotte, arroganti non vengono apprezzate e votate dai più ...
    Gio

    RispondiElimina
  5. Come si vede la mutazione genetica esibita anche al PalaDozza ha l'effetto di allontanare elettorato popolare e di sinistra ...
    Anna

    RispondiElimina
  6. È così. Quella conclusione di campagna elettorale e le cose dette anche in quella occasione da Matteo Renzi si scontrano con il mondo del lavoro e con la storia della sinistra. Le speranze di un cambiamento si sono infrante con scelte di governo che neppure Berlusconi ha potuto realizzare.
    Sulle pensioni Bossi e la Lega si misero di traverso e furono Monti e Fornero con i voti del PD di Bersani e Damiano ad approvare l'innalzamento dell'età pensionabile (esodati inclusi).
    Così, l'asse con Renzi consente a Berlusconi di realizzare politiche di destra.
    Può meravigliare che gran parte dell'elettorato popolare del PD sia disorientato e che vada avanti la Lega che raccoglie le firme per un referendum contro la Monti Fornero?
    Ciao!

    RispondiElimina