giovedì 28 aprile 2022

25 aprile: per liberarci da guerre e ingiustizie

Tante persone in corteo a Bologna: "con i popoli oppressi, no alle vostre guerre"











Il mondo di oggi non è quello in cui hanno imbracciato le armi i partigiani italiani del secolo scorso. Solo la propaganda di Putin, di Biden, di Boris Johnson o di qualche loro seguace può raccontarlo. Questa Russia ha da tempo abbandonato la ricerca di una "società socialista" e di "un mondo di liberi e uguali". L'Armata Rossa co-liberatrice dai regimi nazi-fascisti è un lontano ricordo e l'Operazione Z contro il popolo ucraino segue le azioni di guerra di Mosca in Siria e in molti altri scenari internazionali (sempre ampiamente tollerati ed anche apprezzati da classi dirigenti Occidentali più interessate agli affari ed alla conservazione del loro potere che alle libertà ed ai Diritti e Doveri universali dei popoli e degli individui).

Ed è chiarissimo che gli italiani, i francesi e gli "europei" che nel corso della Seconda Guerra mondiale decisero di prendere direttamente parte al conflitto lo fecero con la volontà di "finire" quanto prima le sofferenze dei popoli, le distruzioni delle loro città e dei loro paesi e non già per provocare "escalation" incontrollabili di conflitti armati. E, neppure, una generale corsa al riarmo nazionale e nazionalistico, nell'interesse esclusivo delle grandi industrie belliche multinazionali e di ristrette classi sociali di privilegiati. Come si vuole fare, oggi, da parte dei potenti della Terra. Del resto le attuali Amministrazioni Anglo Americane si muovono in piena continuità con gli errori del passato. Sono dirette dagli stessi partiti e, in alcuni casi, dagli stessi "strateghi" che per alimentare "guerre umanitarie", "guerre punitive", "guerre infinite" hanno: armato momentanei "amici" divenuti presto "terroristi" e "nemici" da combattere (come i Talebani o vari altri gruppi Islamisti fondamentalisti); diffuso "bugie" colossali come quella dell'arma di distruzione di massa in mano al regime di Saddam Hussein che ha giustificato la guerra "del Golfo" della NATO (riconosciuta anni dopo dallo stesso Premier inglese del tempo, Tony Blair); combattuto ed ostacolato con ogni mezzo giornalisti liberi ed indipendenti che hanno denunciato retroscena, malefatte, crimini ed orrori in tempo di pace e di guerra (come nel caso - più che mai attuale - di Julian Paul Assange, giornalista e attivista australiano, caporedattore di WikiLeaks) . 

Ecco perché, oggi, nel mondo "armato" (si legga Francesco Vignarca, qui sotto) e "malato" in cui viviamo (con le emergenze sanitarie, ecologiche, climatiche, demografiche, alimentari) la priorità NON è il riarmo, NON è la fornitura continua di ARMI a popoli oppressi e che comprensibilmente esigono giustizia e libertà. NON è l'illusione di vittorie militari costruite su lutti e macerie.

Bensì, un esercizio costante e progressivo di partecipazione democratica, di mobilitazione popolare e confronto politico - culturale affinché (nelle diversità e attraverso il rispetto reciproco e lo scambio continuo, la conoscenza, l'elaborazione critica e creativa, il conflitto di tesi e di antitesi) si realizzino sintesi forti e condivise, adeguate ai bisogni di cambiamento che tutti avvertiamo.

Oggi, nell'epoca delle armi nucleari (già usate nel 1945 dagli Americani sulle città giapponesi Hiroshima e Nagasaki per anticipare la conclusione della Seconda Guerra mondiale e come monito ad avversari ed alleati) "un'altra Difesa è possibile" e necessaria

Dipende dall'impegno comune, dalla capacità di mobilitare - qui ed ora - un vasto movimento per il "cessate il fuoco"; di schierarsi e di ritrovare vecchi compagni di lotta e nuovi amici per la vita, alleati nel costruire un mondo migliore, per vincere insieme le grandi ed epocali sfide nell'interesse generale, dell'intera umanità e dell'unico Pianeta su cui - tutti - viviamo.

Dunque, impegno civile e protagonismo democratico, non violento. 

Lasciando piccole e misere polemiche ai giornali di vecchi o nuovi "oligarchi", alla comunicazione di chi è interessato a confondere e dividere, ad alimentare odio e guerre (soprattutto tra le classi subalterne e dipendenti).  


Bologna, 25 aprile 2022, ore 10.30. In Piazza de l'Unità donne e uomini si incontrano per rinnovare ragioni e valori di battaglie storiche e di attualità ...  










Tanti giovani e ragazze, ora come allora ... che discutono e si confrontano


Rappresentanti del popolo curdo raccolgono firme per diritti dimenticati ...


Ore 10.50, il corteo prende forma: in testa una bandiera palestinese ricorda i decenni di sofferenza e distruzioni di un altro popolo, la cui terra è occupata e confinata nonostante ripetute Risoluzioni dell'ONU ...
 

Aderiscono le associazioni della Rete delle Lotte Ambientali bolognesi: l'impegno per liberare la Città, la Regione e l'Italia dall'inquinamento e per la conversione ecologica è una delle grandi sfide mondiali ...














Attiviste di Fridays for Future e di Parents for Future Bologna distribuiscono volantini e documentazione informativa sul Passante di Mezzo ...


Il dialogo con i cittadini è utile e conferma le ragioni per continuare la mobilitazione ...


L'impegno di lavoratori e sindacati di base ...


Lo storico quartiere popolare della Bolognina raccoglie altri partecipanti: "Partigiani della pace: fuori l'Italia dalla guerra imperialista" sostengono i giovani della FGCI del 3° millennio ...


Dietro gli striscioni tante ragazze ...




Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma 

Altro che tregua. Oltre 2mila miliardi di dollari investiti nel mondo per spese militari


Il balzo in avanti di due decenni è di poco inferiore ai 1.000 miliardi di dollari (in valori costanti) e nel 2021 si è abbondantemente superato il "muro simbolico" dei 2.000 miliardi. Stiamo parlando della spesa militare globale.

Cioè di quanto i governi di tutto il mondo stanziano per armi ed eserciti, che secondo il Sipri di Stoccolma si è attestato lo scorso anno a ben 2.113 miliardi di dollari totali. Una crescita dello 0,7% pur in periodo di piena pandemia che conferma il rafforzamento già in corso dal 2016.

In media gli Stati hanno allocato quasi il 6% dei propri budget pubblici per le attività e strutture militari, con aumenti registrati in Asia, Oceania, Europa ed Africa e diminuzioni sia in Medio Oriente che nelle Americhe.

Ai vertici i “soliti noti”: primi gli Stati Uniti che, nonostante una leggera flessione in termini reali, hanno superato gli 800 miliardi di dollari (38% mondiale) seguiti dalla Cina che sfiora i 300 miliardi (14% sul globale); le due vere superpotenze globali superano dunque la metà del totale.

A una certa distanza troviamo India (76,6 miliardi), Regno Unito (68,4 miliardi) e Russia (65,9 miliardi) con la “Top 5” che raggiunge il 62% complessivo.

Nelle successive cinque posizioni Francia, Germania, Arabia Saudita, Giapponee Corea del Sud: i primi dieci Paesi da soli sono responsabili dei tre quarti della spesa militare mondiale.

L’Italia si colloca all’undicesimo posto con 32 miliardi di dollari, ma sappiamo già dalle stime previsionali per il 2022 dell’Osservatorio Mil€x che la crescita sarà ulteriore anche nell’anno in corso.

Se consideriamo i primi quindici paesi della classifica (dopo di noi Australia, Canada, Iran e Israele) raggiungiamo una quota dell’81% che conferma come siano pochi gli Stati con una potenza militare di un certo rilievo.

Anche nel 2021 la Nato ha speso per armi ed eserciti oltre diciassette volte e mezzo quanto messo a bilancio dalla Russia (che pure ha registrato il terzo aumento annuale di fila) mentre i 27 paesi dell’Unione europea spendono tre volte e mezzo il regime di Putin.

Per il futuro, visti gli annunci delle ultime settimane, lo stesso Sipri prevede aumenti ancora più consistenti che si concentreranno soprattutto in fondi per nuove armi: di norma circa un quarto della spesa militare finisce nelle tasche del complesso militare-industriale, che già nel 2020 aveva registrato un fatturato di quasi 550 miliardi di dollari.

Di fronte a tali scelte non certamente in grado di garantire maggiore sicurezza, men che meno Pace, alla comunità internazionale (altrimenti con gli aumenti registrati non dovrebbero esistere i sanguinosi conflitti presenti in ogni continente) è praticamente solo la voce della società civile a contestare ciò che papa Francesco ha definito ancora una volta una «pazzia» di cui vergognarsi e che «arricchisce solo i colossi delle armi» .

La Campagna Globale sulle spese Militari (Gcoms) in occasione delle sue giornate di azione internazionali ha diffuso una presa di posizione che sottolinea come «i Paesi che cercano di superarsi l’un l’altro comprando armi di tutte le dimensioni non stanno seguendo una corretta strategia di difesa e sicurezza. Non ha funzionato in passato e non funzionerà mai» ricordando inoltre che «la dipendenza globale dalla militarizzazione distrugge la fiducia tra popolazioni e mina gli sforzi di cooperazione tra i Paesi». La richiesta ai Governi è di «ridurre le spese militari impegnando i fondi per una sicurezza comune e umana, investendo nei veri bisogni delle persone e del pianeta al fine di costruire una pace giusta e sostenibile. Per darle una possibilità, dobbiamo dare fondi alla pace».

In Italia la Campagna internazionale è rilanciata da Sbilanciamoci e Rete Italiana Pace e Disarmo che, ricordando i sondaggi che evidenziano come la maggioranza degli italiani sia contraria all’aumento delle spese militari voluto dalla gran parte della politica, chiedono invece di spostare risorse da armi ed eserciti verso investimenti sociali e strumenti di pace.

Puntando in particolare su quattro richieste specifiche:

  1. moratoria di almeno un anno sull’acquisto di sistemi d’arma (nel 2022 previsti circa 8,2 miliardi complessivi per l’acquisizione di nuovi aerei, navi, blindati, sottomarini, droni, missili, munizionamento);
  2. spostamento delle risorse risparmiate su welfare, scuola, sanità e su maggiori iniziative umanitarie e di cooperazione a favore della popolazione ucraina e di tutti i civili coinvolti in conflitti
  3. costituzione e pieno finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e Nonviolenta proposto dalla campagna «Un’altra difesa è possibile»; 
  4. completamento del progetto sperimentale dei Corpi Civili di Pace. Strade e percorsi concreti che potrebbero davvero portare più Pace nel mondo.

Francesco Vignarca*, il manifesto, 28 aprile 2022

*L’autore è Coordinatore Campagne Rete Italiana Pace e Disarmo 


"Abbassare le armi, alzare salari e diritti" sostiene l'Unione Sindacale di Base


Nel corteo un ricordo di Valerio Evangelisti, scrittore ed attivista antifascista che nei giorni scorsi aveva pronunciato il suo forte "guerra alla guerra" ...


Mamma e ragazzo ... eco-pacifisti
 

Giovani dei centri sociali ...














Il corteo sul ponte di via Stalingrado ...



Due torri e un popolo ...














Ragazze e donne con bandiere di XM24 salutano ...


... gli occupanti dei locali abbandonati in via Zago: esperienze di vita sociale e culturale


T-short 1: "La conoscenza cancella il fascismo" ...


T-short 2 ...


Coppia con cartello ...


Bandiere sullo sfondo di Borgo Masini ...


Magliette di Mediterranea e "La nostra salute contro la vostra guerra" ...


Sui viali, davanti a Porta Mascarella, attivisti scrivono ...
 

"Sciopero alla guerra" ...














Il lungo corteo in cammino per Viale Masini


Su un Amazzon hub la scritta "No al riarmo" ...


Altra scritta su un distributore di idrocarburi ENI ...


"Vandalismi e scritte" sono le sole "notizie" del giorno che passano sul Quotidiano Nazionale il Resto del Carlino, del Gruppo Editoriale Monti Reffeser ... (26 aprile 2022)

 

Il corteo in Piazza XX settembre e lungo viale Masini ... visto dall'alto del Pincio


Particolare dalla Terrazza del Pincio ...


Particolare dall'alto 2: attivisti eco-pacifisti di Fridays for Future Bologna (con bandiera) di Aria Pesa ed AM.O. Bologna (con striscione) ... 


Particolare dall'alto 3: "Grazie a Draghi - 0.5% del PIL alla scuola, + 2% del PIL alle armi" ...


Passa il gruppo artistico Murga ...



Dall'alto, al passaggio delle Forze dell'Ordine, la manifestazione riempie via dell'Indipendenza a vista d'occhio ...
   



















Davanti all'Hotel Donatello slogan e cartelli, balli e tamburi richiamano l'attenzione generale ...


Liberiamo Bologna e l'Italia, insieme, da smog, finzioni e bugie ... 


Ancora oggi ... "Nella notte ci guidano le stelle"


Musica, danza e recitazione davanti all'Arena del Sole e alla statua di Garibaldi ...
 

Informazione e dialogo nella ZTL libera dal traffico ...


I nuovi Partigiani verso Piazza Nettuno ed il Sacrario dei caduti per la Liberazione ...


Sull'attualità dell'anniversario della Liberazione d'Italia gli scritti di Tomasi Montanari e Gad Lerner su il Fatto Quotidiano (25 aprile 2022)
  

"Dataroom" di Milena Gabanelli e Massimo Sideri su il Corriere della Sera mette in Primo Piano spese e interessi del riarmo nucleare ... (26 aprile 2022)
Le ragioni per una mobilitazione che non può e non deve fermarsi.



4 commenti:

  1. A Milano e Bologna tante persone il 25 aprile. È bene. Bella gente. Mancano però adeguate rappresentanze politiche. In Parlamento sono tutti d'accordo con la resistenza armata e il riarmo del mondo.
    Io penso che nel 2022 la resistenza ha da essere attiva ma non violenta. In particolare in Ucraina, dove l'aggressore Putin possiede ogni tipo di armamenti, nucleare incluso.
    Vogliamo un massacro?
    DG

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  2. Liberarsi, ai giorni nostri, è assai più impegnativo. Magari non ci guidano le stelle e non dobbiamo imbracciare il fucile (con i rischi conseguenti) ma dobbiamo districarci tra notizie vere e false, tra amici veri e falsi, tra tecnologie nocive e no.
    Per cui, concordo, la democrazia è l'unica via per ricomporre un quadro e un interesse collettivo perseguibile ma chi la a
    ssume come pratica di governo?
    Quelli che decidono per il 2% del PIL alle spese militari? Quelli che fanno il Peole Mover al posto del Sfm di Bo ed ora vogliono il Passante autostradale ed urbano a 18 corsie come grande arteria a supporto di terze e quarte corsie in A1, A13 ed A14??
    Ed una alternativa che esiste quali partiti la sostengono respingendo la imperante corruzione?
    Ciao!

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  3. Il Carlino ha dato spazio a chi da sempre mal sopporta la festa del 25 aprile. E per questo parla di fatti di contorno.
    Triste è che una parte di coloro che pure si riconoscono nella lotta partigiana ma non nei promotori del corteo qui fotografato (penso al Popolo di Centrosinistra) o al Pratello R'esiste non abbiano altre opportunità cittadine di esprimersi..... se non la mesta celebrazione ufficiale di piazza Nettuno (con omaggio al Sacrario dei caduti, discorsi ufficiali delle autorità e..... tutti a casa).
    Vale

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  4. Per opportuna conoscenza.
    Ho trovato qui certa assonanza didi pensiero critico:
    https://cantierebologna.com/2022/04/29/laccolita-dei-rancorosi/

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