lunedì 19 maggio 2014

Manutencoop e Legacoop. Le sfide

C'è da augurarsi che le nuove indagini della Magistratura su Expo 2015, sanità lombarda, pugliese e dintorni si risolvano con la giusta punizione dei colpevoli di reati e con la giusta assoluzione di chi si dimostrerà estraneo alle imputazioni avanzate dalle autorità competenti.
C'è da sperare che i comunicati di Manutencoop e Legacoop sulla "trasparenza, correttezza, estraneità" ai reati contestati a Claudio Levorato, a dirigenti del Gruppo e ad altre cooperative emiliane siano la corretta anticipazione della conclusione delle indagini e delle sentenze finali.
Ne va della credibilità di una classe dirigente, di una associazione con una lunga e importante storia. Ma, soprattutto, del futuro di tanti lavoratori e cooperatori, donne e uomini del nostro tempo.
Per questo non bastano le parole fin qui pronunciate da Presidenti di Legacoop (locali e nazionale) e stringati comunicati aziendali.
Infatti, al di la di eventuali pratiche illegali, su cui le autorità competenti completeranno il lavoro avviato nell'interesse di tutti noi, pare utile riflettere ed intervenire con ben maggore tempestività per correggere evidenti errori e distorsioni; per ripristinare e sviluppare democrazia cooperativa, pieno rispetto dei diritti del lavoro, delle professionalità e delle competenze; per riconoscere distinzione dei ruoli e valorizzare la dialettica tra funzioni ed organi societari; per affermare responsabilità sociale.
Anche (ma non solo) in Manutencoop, la crescita progressiva degli ultimi anni ha coinciso con un processo di accentramento del potere e di allentamento della partecipazione, della formazione e del controllo dei soci alle scelte imprenditoriali ed alla selezione degli amministratori.
Ne abbiamo parlato e discusso con il post del 15 dicembre scorso, proponendo fatti ed argomenti.
In questi mesi non c'è stato motivo per modificare valutazioni.
Semmai, sono emersi i ritardi nell'affrontare problemi e nell'agire.
Sabato prossimo, 24 maggio, l'assemblea dei soci di Manutencoop è chiamata a scegliere il nuovo Consiglio di Amministrazione, che dovrà eleggere il Presidente, "indirizzare" il Gruppo cooperativo, nominare gli uomini (magari anche le donne!) per le Società controllate.
Come ci si arriva? Quale percorso democratico e partecipato è stato attivato?
L'assemblea di un anno fa ha ribadito la scelta del voto su lista, compiuta con la "vera e propria riforma della governance" (Claudio Levorato, Ambiente n.2, 2008, pag.3) del 2008.
Precedentemente, infatti, la scelta avveniva tra tutti i candidati raccolti tra i soci cooperatori e sovventori e proposti da 10 colleghi. Il voto, previa presentazione dei candidati in base al curriculum lavorativo e sociale e ad eventuali impegni programmatici personali, prevedeva per ogni socio elettore voto segreto e un massimo di preferenze pari al 51% degli eleggibili. Dunque, prevalentemente libere candidature e libere preferenze. Possibile protagonismo, pluralismo e selezione.
L'esperienza introdotta nel 2008 si è dimostrata un colpo alla partecipazione: due liste nel 2008 (quella del Presidente, 937 voti su 1005 complessivi, tra soci cooperatori e sovventori, e quella di Giuliano Macchiavelli, operaio del verde di Bologna, 61 voti, tanti quanto quelli richiesti per la presentazione), una sola lista (quella del Presidente) nel 2011.
Si è introdotta, invece, una sola minuscola novità: in caso di mancanza di liste alternative (cosa puntualmente verificatasi) i soci, quest'anno, potranno indicare, nella lista unica del Presidente (scelta dal Presidente, su un Programma di "continuità con i valori" e caratterizzato da "3 parole chiave: efficienza, innovazione e internazionalizzazione") da un minimo di 8 a un massimo di 10 preferenze.
Così Claudio Levorato rinnoverà il suo "impero" - come "abbozzano" autorevoli cooperatori - che lo vede contemporaneamente Presidente della Cooperativa controllante (da 30 anni!) e Presidente del Comitato di Gestione della principale SpA controllata, MFM (dalla fondazione!) per altri tre anni.
Circondato da un numero sempre più ridotto di soci di stretta e momentanea fiducia e, prevalentemente, da manager di provenienza privata, formati con "la cultura imprenditoriale e le regole" di questi tempi bui.
Negli organi di sorveglianza e di gestione di Manutencoop Facility Management si legge poi la significativa presenza di capi e dirigenti di UNIPOL, del Monte dei Paschi di Siena, della Compagnia delle Opere, di Fondi di Investimento retti da importanti e discusse famiglie imprenditoriali. La certificazione di rapporti e di un potere che travalicano decisamente il piccolo - grande mondo dei soci, dei cooperatori e dei lavoratori Manutencoop.
Certo, non va dimenticato che anche a questo intreccio di rapporti e di potere si debbono i risultati della crescita nazionale del Gruppo (cooperativo) Manutencoop degli ultimi anni.
Ma anche, di crescenti problemi, difficoltà, crisi nel gestire e nel rappresentare un mondo del lavoro che sperava di ottenere, attraverso la cooperazione, una migliore qualità della vita e del lavoro, sicurezza occupazionale, una buona redditività dei propri investimenti e dei faticati risparmi (che, oggi, non vengono più apprezzati e garantiti come in passato).
Per molti lavoratori, dentro e fuori, è difficile comprendere salari (sempre più) bassi, "perdita" di colleghi e compagni, ricorso agli "ammortizzatori sociali", aumenti continui della produttività, anni di mancata remunerazione del capitale sociale investito, in presenza di sperpero di risorse e di beni comuni, di super premi a dirigenti e capi e di inaccettabili polizze vita.
Si possono, allora, eludere interrogativi di fondo su cosa sono, oggi, in concreto, Manutencoop e parte importante della cooperazione?
Quali sono le idee e gli interessi materiali che imprese aderenti a Legacoop rappresentano, difendono, propongono?
Nel post di dicembre si è richiamata l'attenzione sulla vendita di Servizi Ambientali (un patrimonio composto da un migliaio di lavoratori, decine di soci, centinaia di mezzi ad una discussa impresa in odore di mafia) e su Servizi Ospedalieri (per la chiusura del grosso stabilimento di Porto Garibaldi).
Si impone di approfondire almeno su un altro argomento.
Manutencoop ha gestito, dal 1996 ad oggi, buona parte del verde pubblico di Bologna.
Da quando ha incorporato la cooperativa Agricoover, composta da diverse decine di soci giardinieri, agricoltori, lavoratori e tecnici del verde, con un importante patrimonio di terreni agricoli.
Nell'ultima gara del Comune di Bologna, Manutencoop ha perso questo appalto.
Naturalmente, può succedere. Senza determinare scandalo e problemi particolari. Sta nella logica degli appalti.
Invece, la vicenda ha suscitato giuste preoccupazioni, contrasti e scontri.
Per come è stata gestita. Negli anni e negli ultimi tempi, in prossimità della scadenza dell'appalto.
Per molti che hanno vissuto e, soprattutto, letto le notizie sui quotidiani locali è necessario capire le questioni imprenditoriali, sociali e democratiche proposte anche da questa esperienza.
1. Perché si (ri)propone nella capitale "dell'impero" Manutencoop, non in una lontana periferia.
2. Perché molti anni di attività nel settore verde dovrebbero avere prodotto e/o maturato adeguata esperienza e competenza, che forse non è stata fatta fruttare adeguatamente.
3. Perché frutto della rottura di una alleanza cooperativa costruita e praticata nel tempo: a vincere è stata, infatti, una nuova Associazione Temporanea di Imprese composta da due realtà, L'Operosa e Avola, che insieme a Manutencoop lavorano ancora nella gestione del verde pubblico bolognese, almeno fino al 15 giugno prossimo (in seguito alla proroga disposta del TAR).
4. Perché, ancora una volta, "stritolati" da uno scontro (dopo quello imprenditoriale, ora, forse anche legale) tra cooperative fin qui alleate e con le Istituzioni locali, restano numerose persone: diverse decine di lavoratori (donne e uomini, adulti e giovani, impegnati con contratti da avventizi e/o a tempo indeterminato), una ventina di soci (anche di lunga data, come quel Giuliano Macchiavelli, a capo della seconda Lista nel 2008 e già Presidente di Agricoover e Vicepresidente di Manutencoop ...). Per i
quali, a tutt'ora, nessuno ha prospettato un futuro dignitoso, di valorizzazione della professionalità acquisita, di continuità del lavoro e del rapporto sociale.
Come non vedere, da questo complesso di problemi, la necessità vitale di una svolta?
Problemi analoghi ad altri, di attualità: dai facchini, alla logistica, dai precari delle mense alla alimentazione.
Non contro, ma PER Manutencoop, CAMST o Granarolo e PER il Movimento Cooperativo!
L'urgenza di dimostrare (ancora una volta) che la responsabilità sociale delle imprese e, innanzitutto, delle cooperative, si misura concretamente con la vita quotidiana delle persone, con i problemi ed i pensieri dei lavoratori, dei giovani e delle loro famiglie e non è solo argomento di colta discussione per i partecipanti ad un convegno e lavoro per costosi consulenti e per la pubblicazione di libri da consultare per studi universitari, sempre più lontani dal mondo reale.
Nessuno, del resto, può sperare di rilanciare l'immagine e l'esperienza della cooperazione dal passaggio di Giuliano Poletti, cooperatore imolese e Presidente di Legacoop fino a tre mesi fa, al Ministero del Lavoro.
E' necessario scommettere ed investire, piuttosto, ancora una volta, sulle risorse umane, intellettuali, produttive presenti e potenziali nel mondo cooperativo e del lavoro.
Puntare su imprese fondate e rilanciate su idee e progetti imprenditoriali, sociali e produttivi di qualità e su un nuovo protagonismo di soci e lavoratori.
C'è bisogno di etica, valori, competenze, comportamenti coerenti, democrazia, rinnovo generazionale!
E' possibile, è maturo.
Se non ora, quando?


25 commenti:

  1. Gran brutte vicende.
    Venissero confermate le accuse dei Magistrati sarebbe un duro colpo per chi ha creduto nella diversità delle imprese sociali.
    Ma le tue osservazioni sulla vita democratica delle cooperativa sono tutte vere.
    Spero che chi deve riflettere ed agire lo faccia.
    Ciao!

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  2. Dopo 30 anni di presidenza, volenti o nolenti si finisce per svolgere una funzione negativa. In aziende come in politica. L'insostituibilità è segno di debolezza e diventa un freno ad uno sviluppo delle risorse.
    Anna

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  3. Dei metodi spicci di manutencoop per vincere appalti se ne è occupata anche report su Rai 3.
    Tra molte aziende private e cooperative non c'è più grande differenza. Spesso comandano pochi manager e i lavoratori assistono impotenti.
    Anche nella sanità molte cooperative di operatori assumono i lavoratori con contratti a tempo parziale rinnovati rinnovati ogni tre mesi. Ma chi controlla?
    Vinci

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  4. L'interesse non è a fare il lavoro al meglio per quanto ci pagano le stazioni appaltanti, ma guadagnare il più possibile e con il personale strettamente indispensabile. Altro che lavoro, lavoro, lavoro e giusta remunerazione delle attività svolte. In questo modo per un poco si fanno anche buoni risultati, ma si logorano anche i rapporti con i clienti.
    Ma cambiare cultura non è facile.
    f.

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  5. Abbiamo tutti un po di nostalgia è ...
    Torna con noi!
    GM

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  6. Le tue considerazioni sono condivisibili. Almeno, io concordo.
    Però mi sento impotente. Cosa si può fare e dire?
    Si. Sabato si può votare una sola lista. E le preferenze sono limitate ai nomi scelti comunque dal Presidente ... Non andare? Annullare il voto? Votare quella minestra?
    Vero. Levorato è un imperatore. Ma senza di Lui? Quale futuro?
    Purtroppo non si vive di nostalgie. Occorre trovare soluzioni. Quali?
    Con chi parlarne?

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  7. Carissima GM, proprio nessuna nostalgia.
    Penso che dopo 40 anni di attività lavorativa occorre riposare braccia e mente e passare il testimone ad altri, più giovani. E siccome ci vuole coerenza, alle parole ho fatto seguire i fatti. Da aprile sono felicemente pensionato. Ciò non toglie, naturalmente, il gusto del confronto delle opinioni e dei progetti. E' utile? Per anni ho pensato fosse inopportuno continuare ad insistere su tesi (sintetizzo con "sviluppo imprenditoriale insieme a sviluppo della Cooperativa") chiaramente non condivise dalla Presidenza di Manutencoop e da un gruppo dirigente in repentino cambiamento (la riforma della governance della Cooperativa e del Gruppo del 2008 è solo la sanzione istituzionale di una trasformazione avviata).
    Da mesi, però, è prevalsa la convinzione che il silenzio su Manutencoop e Legacoop diventasse assordante. Mi riferisco al silenzio dei cooperatori, dei sovventori, degli amici (tra i quali mi pongo). Troppi mugugni e dissensi sopiti. Troppe giustificazioni d'ufficio, inconcepibili deleghe e prese di distanza. Soprattutto, troppe "perdite" e abbandoni, scontri e sconfitte.
    Dunque, la scelta di parlare, di esporre pubblicamente osservazioni e critiche, tutte da discutere e verificare, naturalmente.
    Con la piccola speranza di muovere acque stagnanti, di buttare un sasso ... Mettendoci la faccia (come si dice).
    Muovere le acque ... tra i soci lavoratori e sovventori (i proprietari) e tra i cooperatori (rossi, bianchi e verdi) interessati al comune futuro.
    Solo discutendo, anche aspramente e sempre con fine costruttivo si può (forse) uscire dal vicolo cieco che propone anche il commento "disperato" dell'anonimo che giustamente dice che "non si vive di nostalgie" del passato.
    Giustamente, si deve capire e approfondire insieme il presente per trovare soluzioni nuove e buone per il futuro comune.
    Gianni

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  8. Sugli argomenti trattati vi invio parte dell'articolo di Giorgio Meletti, giornalista d'inchiesta, pubblicato su il Fatto Quotidiano.
    M.

    Da Cl a Legacoop, ci pensa Ferlini

    La coincidenza è sorprendente. Proprio il 7 maggio scorso, appena 24 ore prima dell'arresto dei furbetti dell'Expo, Massimo Ferlini è uscito dopo sei anni dal consiglio d'amministrazione della Manutencoop Facility Management, la cooperativa rossa coinvolta nello scandalo della Città della Salute per il quale è indagato Claudio Levorato, da trent'anni monarca assoluto dell’azienda bolognese. Ferlini è un personaggio chiave dell'incrocio padano tra Compagnia delle Opere (le imprese di area Comunione e Liberazione) e Legacoop. Anzi, si può quasi dire che quell'incrocio lo incarna.

    SOPRA CI SONO I POLITICI. Lo scorso 25 novembre proprio a Milano un ambizioso convegno targato Italianieuropei (Massimo D'Alema/Giuliano Amato) sul futuro delle infrastrutture ha visto la celebrazione di una sorta di “patto di cemento” tra l'inamovibile ministro del settore Maurizio Lupi (CL-Nuovo centrodestra) e l'aspirante commissario europeo D'Alema: “Mi fa piacere che ci sia un comune sentire sulle cose da fare”.

    SOTTO CI SONO QUELLI come Ferlini, gente che viene dalla politica ma che se n'è allontanata per dedicarsi agli affari, facendo magari leva sulle relazioni politiche ereditate dalla vita precedente. Ferlini, oggi 58enne, aveva 36 anni il 6 maggio 1992, quando fu arrestato dal pool Mani pulite – insieme a un pezzo importante del cosiddetto “migliori - smo” milanese - per una storia di tangenti al partito di cui era dirigente a Milano, il Pds. Tra assoluzioni e prescrizioni è uscito indenne dai processi e ha cambiato vita, passando dalla militanza comunista alla Compagnia delle Opere. Dal diavolo all’acqua santa? Mica tanto. È' lo stesso Ferlini a spiegare che nel 2008, quando Levorato voleva portare in Borsa la Manutencoop, fu chiesto a lui, vicepresidente nazionale della Cdo, di andare nel consiglio di gestione della coop rossa a interpretare la parte del consigliere “indipendente”. “Sono due mondi diversi ma con radici e valori comuni”, argomenta Ferlini. Quasi le stesse parole usata dieci anni fa da Pier Luigi Bersani al Meeting ciellino di Rimini: “Se vuole rifondarsi, la sinistra deve partire dal retroterra di Cl. La vera sinistra non nasce dal bolscevismo, ma dalle cooperative bianche dell'800”. Ci sono le chiacchiere e ci sono gli affari. Gianstefano Frigerio, uno degli arrestati per l'Expo, area Ncd, dice in un’intercettazione: “Anche Maurizio Lupi è amico di quelli di Manutencoop”. Scrive la Guardia di Finanza: “Frigerio sostiene di conoscere bene i legami che ci sono tra Manutencoop e i ciellini tanto che negli ultimi anni, con Formigoni, sempre a dire dell'indagato, Manutencoop avrebbe già ottenuto importanti lavori”. Il diavolo e l'acqua santa sono soci di fatto, e Ferlini ha la biografia giusta per fare l'anello di congiunzione. Quando Legacoop e Cdo hanno fatto insieme Obiettivo Lavoro, società per il lavoro interinale i cui intrecci con gli ideali cooperativi sfuggono ai più, c'era Ferlini nel consiglio d'amministrazione. Quando è nata Italia Lavoro, società pubblica attiva sul mercato del Lavoro, c'era Ferlini di mezzo.

    L'ALTRA SUA SPECIALITÀ è l'immondizia ...

    Twitter@giorgiomeletti

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    1. Vorrei segnalare che anche nelle Coop ci sono molte persone che si alzano ogni mattina di buon ora per andare a lavorare.
      Perseguire manager che non agiscono con correttezza e nella legalità non autorizza nessuno a offendere i lavoratori e un'impresa che hanno ben altra storia.

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  9. Ho provato a documentarmi.
    A proposito di Governance, mi ha colpito la quantità di consiglieri con professionalità e competenze del settore finanziario per una Azienda ed un Gruppo che operano nel mondo dei servizi di Facility e Global.
    Una piegatura certamente interessante e significativa.
    PGA

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  10. Oggi è il giorno di UNIPOL Sai.
    Quali Cooperative? Quali cooperatori?
    Legacoop che fa?
    BiBi

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  11. Giovanni Donigaglia, Renzo Ricci Maccarini, Marco Minella, Giovanni Consorte, Ivano Sacchetti, Giuseppe Mussari, Claudio Levorato, Carlo Cimbri ...
    Generazioni e personalità diverse, controverse e discusse del mondo cooperativo e della finanza "progressista".
    E' ora di un rinnovo di strategie, di pratiche e di uomini.
    Risorse vecchie e nuove non mancano.
    Andrebbero solo coltivate, formate, valorizzate!
    Franca e Roberta

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  12. Uno Statuto, una garanzia!
    "Ricordiamo che se un socio esprime meno di 8 preferenze, saranno attribuite alla scheda un numero di ulteriori preferenze sino a comporre il numero minimo di 8, ricavandole tra i nominativi della lista, nell'ordine di presentazione".
    Della serie: se non ricordate il nome del Capolista della Lista Unica, basta scrivere 7 nomi!
    Sic

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  13. News di oggi parlano di indagini sul Policlinico di Modena.
    Riguardano lavori, appalti e forniture ...
    63 persone coinvolte. 1,5 milioni di conti correnti bloccati. Ancora, corruzione e tangenti. Un sistema, con a capo i "vecchi" vertici.
    Si parla di Consorzio Costruttori.
    Ancora Cooperative? Altre Cooperative?
    Se è così la sola "speranza" non basta, occorre anche la giusta "rabbia"!
    Per intenderci un giusto mix tra Renzi e Grillo.
    Un Grenzi o Rillo.
    Come preferite.
    Uno solo non basta!
    A69

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  14. No. Nessun problema per le Coop.
    I soci votano la lista unica in modo compatto e il presidente inquisito ottiene ancora una maggioranza schiacciante, potrei dire unanime.
    Allora tutto bene. In attesa degli eventi.
    Anche questa si chiama conservazione.
    Da rivoluzionari, a miglioristi, a conservatori ... Il passo è spedito e il traguardo raggiunto!
    Carlo

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  15. Per parte mia solo la intenzione di assicurare lavoro, legalità e valorizzazione delle competenze e delle capacità organizzative delle persone e delle aziende cooperative, private e pubbliche.
    Riconoscere la professionalità e serietà dei più non può però comportare il silenzio su ciò che porta a illeciti vantaggi, profitti e arricchimenti.
    Da la Voce di Carpi on line.
    M.

    28 maggio – Dalle prime ore della mattinata, 70 carabinieri del NAS con il supporto dei colleghi dell’Arma territoriale stanno dando esecuzione in 16 province di 8 Regioni a ventiquattro misure cautelari reali relative a conti correnti e dieci decreti di perquisizione domiciliare, emessi dalla Procura di Modena.
    L'indagine ha portato a smascherare un collaudato sistema di tangenti per l’acquisto di strumentazioni mediche e per l’affidamento di lavori al Policlinico di Modena. In particolare i pubblici amministratori procedevano, attraverso appalti pilotati, all’aggiudicazione di lavori e forniture di strumentazioni mediche con la procedura dell’individuazione diretta della ditta senza rispetto dei principi della libera concorrenza e della scelta del contraente in violazione delle norme del Codice degli Appalti.
    Tra i 63 indagati compaiono l’ex Direttore Generale del Policlinico, Stefano Cencetti, suoi stretti collaboratori e professionisti, responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, riciclaggio.
    Gli accertamenti si sono concentrati sulle procedure adottate per l’affidamento di alcuni appalti al Policlinico di Modena dal 2007 in avanti.
    Due i settori di attività pubblica in cui si estrinsecavano atti illegittimi e coscientemente diretti a procurare indebitamente vantaggi patrimoniali nei rapporti con i privati, contraenti della Pubblica Amministrazione:
    1 - appalti con grandi gruppi imprenditoriali del ramo edile e servizi, consorzi di imprese aggiudicatari di commesse anche pluriennali ed anche di ingente valore per conto del Policlinico di Modena, nonché imprese designate per l’esecuzione delle opere appaltate;
    2 - appalti di forniture e servizi più specificamente attinenti alle attività di assistenza della struttura ospedaliera e, quindi, a contratti intercorsi con soggetti privati del ramo biomedicale.
    L’indagine ha posto in luce un sistema di dazioni di denaro complesso e macchinosamente strutturato. I pagamenti non avvenivano mai in modo diretto e immediato dal privato al pubblico ufficiale ma seguivano un percorso più tortuoso che, quantomeno nelle prime fasi, ostentava una parvenza di legittimità. Gli esborsi delle imprese private corruttrici, infatti, consistevano in accrediti su conti correnti che facevano capo a enti in vario modo collegati ad alcuni dei principali indagati e avevano come oggetto sociale l’organizzazione di servizi volti alla divulgazione e promozione scientifica. Le rimesse di denaro si giustificavano apparentemente come corrispettivi per l’organizzazione di convegni o per sponsorizzazione ad enti no profit o provider in servizi strumentali ad attività scientifiche e di ricerca. Il sistema ha evidenziato anche il ricorso al riciclaggio dei proventi illeciti attraverso la collusione di enti e società. In tale contesto, infatti, operavano tre società – oggetto di provvedimento di perquisizione – riconducibili ai principali indagati sui cui conti correnti veniva fatto transitare il denaro frutto della tangente che successivamente veniva – attraverso false fatturazioni – trasferito sul conto corrente del poliambulatorio di proprietà della consorte di Cencetti.
    Sono in corso sequestri preventivi, ai fini della confisca, di circa euro 1.500.000,00 (unmilionecinquecentomila) sui conti correnti bancari riferibili a indagati e società collegate. Gli atti eseguiti saranno,ora, sottoposti al vaglio dell’Ufficio GIP del Tribunale di Modena.

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  16. Sugli sviluppi delle indagini relative al Policlinico di Modena scrive il Resto del Carlino a firma Francesco Vecchi.
    M

    Modena, 30 maggio 2014 - IL POLICLINICO da un lato, tre società ‘lavatrici’ nel mezzo, il mondo cooperativo emiliano dall’altro. Emerge questo trittico il giorno dopo l’esplosione della nuova bufera che ha travolto la sanità modenese, dove si ipotizza un collaudato sistema di tangenti per accaparrarsi appalti sia di carattere edilizio che per la fornitura di strumentazioni mediche. Le indagini di Nas e Arma hanno già portato all’iscrizione di 63 persone nel registro degli indagati, ai vertici l’ex direttore generale dell’ospedale, Stefano Cencetti. Sequestrati un milione e mezzo di euro.

    I PRIMISSIMI nomi legati alle cooperative in qualche modo coinvolte nella maxi inchiesta, portano a Bologna e Reggio Emilia, ma, dicono i ben informati, anche la stessa provincia di Modena è destinata ad essere interessata. Ccc di Bologna: tra i 63 risulta esserci il direttore commerciale Giorgio Benedetti. L’avvocato che cura gli interessi del Consorzio cooperative costruzioni, Paolo Trombetti, spiega: «Al momento non abbiamo ricevuto nulla, nessuna notifica». Poi c’è Coopservice di Reggio Emilia, nella persona del presidente Roberto Olivi. Nel mezzo, dicevamo, tre società legate tutte in qualche modo al mondo della sanità e tutte, allo stesso tempo, perquisite in questi giorni dai Nas di Parma.

    LA PRIMA è a Carpi, in provincia di Modena. Si tratta di un poliambulatorio, Fkt, diretto dalla moglie di Cencetti, Maurizia Viviani (indagata a sua volta). Secondo gli inquirenti, al suo interno, e attraverso l’associazione Hospital Facility Management, sarebbe stata svolta una duplice funzione legata al sistema corruttivo. Da un lato le aziende alle quali veniva direttamente affidato l’appalto (e quindi non attraverso una gara), pagavano le tangenti con accrediti su conti correnti legati anche alla ‘Hospital’, soldi che poi venivano appunto ‘lavati’ con false fatturazioni sul conto corrente del poliambulatorio carpigiano. Percorso del tutto simile a quello che avrebbero fatto somme di denaro ingenti passate attraverso l’aretina Gutenberg riconducibile all’ex deputato Ds Vasco Giannotti (e moglie).

    A Reggio Emilia, e con questa siamo appunto a tre, nel mirino, invece, la Multiline dell’imprenditore Mauro Amedei, che ieri, attraverso l’avvocato Stefano Ferri, ha fatto sapere: «Sono del tutto estraneo alle vicende in questione e lo dimostrerò nelle sedi giudiziarie competenti». Nel merito dell’inchiesta che assesta un secondo pesante colpo al sistema sanitario modenese, dopo il caso ‘camici sporchi’ (del 2012) legato alle presunte sperimentazioni di stent su pazienti inconsapevoli (nove i medici arrestati), interviene il procuratore capo di Modena, Vito Zincani: «Ci tengo a sottolineare che l’inchiesta riguarda la passata direzione dell’ospedale e non l’attuale. Questo per non destare inutili allarmismi tra i pazienti. Non ci sono medici coinvolti — chiarisce Zincani —, altro non posso aggiungere».

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  17. Purtroppo dopo le indagini su Expo che coinvolgono diverse cooperative emiliane, l'indagine sul Policlinico di Modena evidenzia il coinvolgimento di altre cooperative ... È il caso di Coopservice di Reggio Emilia e del CCC di Bologna.
    Si pone ancora più forte l'interrogativo di fondo.
    Il mondo cooperativo di Legacoop e l'economia sociale tutta, restano in attesa dell'esito degli eventi o affrontano i problemi urgenti di strategia e di iniziativa sociale che questi ripetuti e diffusi episodi pongono alla credibilità di una storia ricca di lavoro, dignità e meritato orgoglio?
    M.

    PS. Da Gazzetta di Modena on line.

    Oltre trenta relatori, tra i quali i vertici della sanità regionale di Emilia-Romagna, sono attesi tra sette giorni al Golf Club Matilde di Canossa di Reggio Emilia per parlare di “Efficienza e innovazione negli appalti di servizi nell’era della spending review”. Tema d’attualità oggetto della due giorni organizzata dalla Hospital Facility Management (Hfm) di Cencetti e Amadei e dalla Gutenberg di Arezzo. Base operativa per accogliere i congressisti sono gli uffici della Multiline di Amadei, come riferisce l’’ampio programma già pubblicato in questi giorni.
    Tutti i soggetti coinvolti nella gestione dell’evento, però, risultano ora indagati nell’inchiesta per le mazzette pagate dai vincitori di appalti, che sarebbero transitate - secondo le ipotesi degli inquirenti - attraverso i conti di queste società di consulenza. A fare gli onori di casa aprendo e chiudendo la conferenza, infatti, ci sarebbe dovuto essere proprio Mauro Amadei. Il condizionale è d’obbligo, visto che non si esclude un passo indietro delle autorità. L’imprenditore organizza ormai da tempo i rinomato “Convegno di primavera”, che porta in effige il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e la sponsorizzazione della Coopservice di Reggio e della sua controllata Servizi Italia (specializzata in servizi ospedalieri). Coopservice conferma il rapporto d’affari stabilito da tempo con la Multiline di Amadei, che ha fornito un software per la valutazione dei risultati nei servizi offerti dalla coop - tra gli altri - anche al Policlinico di Modena e all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio. Un rapporto divenuto poi di sponsorship per gli eventi. Tra i tanti interventi in programma, è previsto quello fissato in apertura di Fausto Nicolini, direttore generale dell’Ausl di Reggio, chiamato a parlare di “Etica efficienza innovazione e appropriatezza nella gestione dei servizi”. C’è poi una lunga sfilza di relatori che affronteranno gli effetti della spending review sul sistema degli appalti. Alla tavola rotonda di venerdì su “Efficienza, qualità dei servizi e performance aziendale per la sostenibilità del sistema sanitario” è segnato anche il reggiano Carlo Lusenti, assessore reginale alla Sanità. (e.l.t.)

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  18. CCC, CEFLA, CMC, Coopservice, Manutencoop, UNIPOL ... sono tutte realtà di punta di Legacoop Emilia Romagna e nazionale.
    Il loro Presidente è stato, fino a 100 giorni fa, l'attuale Ministro del Lavoro, Poletti.
    Si presuppone, dunque, conosca la realtà.
    Come può continuare a sostenere che il problema italiano per rendere più competitive le aziende e più qualificato il lavoro è quello di rendere più flessibile il lavoro? Non vengono prima la riduzione dei costi per la corruzione, per sostenere sponsorizzazioni utili a vincere appalti, per gonfiare le consulenze e gli uffici commerciali e legali, per retribuire dirigenti e quadri fedeli e muti?
    La produttività si accresce riducendo costi generali e di struttura e investendo nel personale operativo, qualificando innanzitutto operai e responsabili della produzione e dei servizi.
    Se questi lavoratori non vengono adeguatamente formati e qualificati, se cambiano continuamente (con contratti a tempo determinato vantaggiosi) i servizi saranno sempre meno apprezzati e i clienti pubblici o privati insoddisfatti ...
    E' ora di cambiare l'agenda delle priorità!
    un socio (con gli occhiali)


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  19. Su "il maxi appalto da 130 milioni che fa tremare le cooperative", scrive ancora la Gazzetta di Modena ...
    M.

    Ciò che fa tremare le cooperative e diverse aziende modenesi è questo: un maxiappalto da 130 milioni di euro, assegnato nel dicembre del 2009, e vinto da una compagine tra le cui fila figurano colossi del mondo imprenditoriale della nostra provincia ...
    RICHIESTE DELLA PROCURA
    La procura di Modena ha presentato ieri al Gip del Tribunale la richiesta di convalida del sequestro di denaro e beni compiuto con l'operazione “Last business” dei carabinieri, nel quadro dell'inchiesta su un giro di appalti pilotati e tangenti al Policlinico di Modena. La decisione del Gip - il sequestro ai fini di confisca ha riguardato beni e denaro per circa un milione e mezzo di euro - è attesa in una decina di giorni. Gli indagati sono 63 in totale, ma solo cinque di loro hanno ricevuto avvisi di garanzia essendo state compiute perquisizioni nei loro confronti. Si tratta dell'ex direttore generale del Policlinico di Modena, Stefano Cencetti, della moglie Maurizia Viviani, direttrice del poliambulatorio privato Fkt di Carpi, dell'ex deputato diessino di Arezzo Vasco Giannotti e della sua compagna Giorgia Artiano, soci della società di consulenza Gutenberg, e infine di Mauro Amadei, riconducibile alla società Multiline di Reggio Emilia attiva nel settore dell'igiene ambientale.
    LE ACCUSE
    L'ipotesi degli inquirenti è che società ed enti che operavano nella promozione scientifica e nella ricerca servissero da ponte per mascherare il passaggio di denaro da chi si aggiudicava lavori e forniture di apparecchiature al Policlinico a chi li assegnava. I reati contestati a vario titolo agli indagati sono di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, abuso d'ufficio, turbativa d'asta e riciclaggio.
    LA DIFESA
    Negli atti relativi all'operazione del Nas figurano nomi di cooperative che negli anni si sono aggiudicate lavori nella struttura modenese - come riportato dall’Agenzia Ansa - il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna e la Coop Service di Reggio Emilia. Quest'ultima, in una nota, ha però dichiarato la propria estraneità alle accuse precisando di non aver avuto alcuna comunicazione giudiziaria: «Nessuna comunicazione è stata recapitata ai nostri manager o legali rappresentanti. Sono accuse che non hanno fondamento nella realtà, avendo sempre operato nel pieno rispetto delle regole e della massima trasparenza. Coop Service si dichiara pronta a fornire la propria totale collaborazione agli organi inquirenti. A tal proposito ha dato mandato ai propri legali di prendere contatti con la Procura di Modena per poter fornire, in tempi rapidi, informazioni e documentazioni utili a chiarire la vicenda».
    IL MAXIAPPALTO
    L’appalto in questione riguardava l’affidamento in global service di servizi alberghieri e di supporto e dei lavori di realizzazione di edifici funzionali all’espletamento dei servizi stessi. L’offerta complessiva arrivava addirittura a 130milioni di euro, 130.544.376,81 per la precisione. Un’aggiudicazione avvenuta con procedura ristretta che prevedeva un canone di nove anni che scadrà nel 2018. Chi ha vinto questo bando, insomma, sta ancora lavorando e lo farà anche per i prossimi quattro anni. L’associazione temporanea che si è aggiudicata i lavori comprende, oltre alla Coop Service come capogruppo mandataria le mandanti Acea Costruzioni spa, Consorzio Cooperative di Costruzioni, Coop Facchini Portabagagli , Dussmann Service, Manutencoop Facility Management spa, Servizi Italia spa, Lavanderia Industriale Zbm srl, Cir Food. Una dopo l’altra, insomma, aziende note sul nostro territorio e da sempre molto attive ...

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  20. Nomi, cognomi, imprese, cooperative ...
    Da il Resto del Carlino per una comune e seria riflessione.
    M.

    Reggio Emilia, 7 giugno 2014 - Lo scandalo del Policlinico tocca di nuovo Coopservice. Oltre al presidente Roberto Olivi, le indagini dei Nas hanno indagato anche Wainer Reggiani, modenese, ex dirigente della stessa Cooperatita. Con loro, tra le 29 persone indagate (in prima fila c’è l’ex direttore generale del Policlinico modenese, Stefano Cencetti), c’è anche il genovese Mauro Amadei, residente a Bastiglia di Modena, presidente della Multiline di via fratelli Cervi 58 a Reggio.

    Wainer Reggiani è indagato per corruzione in due capi d’accusa, sulla vicenda dell’appalto pluriennale all’Azienda ospedaliera universitaria modenese, in relazione al cosiddetto ‘Global service’. Appalto che era stato aggiudicato per 130.544.376 euro, al netto del ribasso dello 0,5%, all’unico concorrente che aveva presentato offerte alla gara con procedura ristretta, ovvero al Rti costituito da Coopservice (in qualità di capogruppo mandataria), nonchè C.C.C., Servizi Italia srl, Manutencoop spa, Lavanderia Industriale ZBM srl, Coop Facchini Portabagagli scarl, Dussman Service e Cir Food spa.

    La prima vicenda che vede indagato l’ex dirigente Coopservice riguarda - secondo la ricostruzione degli inquirenti - dei versamenti che sarebbero stati eseguiti come corrispettivo del prolungato impegno da parte del pubblico ufficiale a favore di una ditta privata. Si tratta di versamenti eseguiti tra l’ottobre 2007 e il giugno 2012, a favore della Hfm di cui Cencetti era socio amministratore insieme a Mauro Amadei (presidente anche della reggiana Multiline). In tutti questi passaggi di denaro, tracciati dagli investigatori, sono di 338.074 euro (153.880 euro dalla Servizi Italia spa, 4390 euro dalla Padana Everest, 2.165 euro dalla Lavanderia Industriale Zmb spa, 174.595 euro dalla Coopservice scarl). Versamenti che sono in parte imputati a quote di partecipazione e sponsorizzazione ad eventi e convegni organizzati dalla Hfm. Somme che sarebbero poi state trasferite dalla Hfm e dalla Multiline srl sul conto corrente dell’Ambulatorio Fkt di cui è socia Maurizia Viviani, moglie di Cencetti, per una somma complessiva di 108mila euro.

    La seconda vicenda che vede indagato Reggiani è simile, sempre con versamenti ritenuti dagli inquirenti il prezzo del prolungato impegno a favore della Rti da parte di Cencetti, direttore del Policlinico. Soldi che sarebbe finiti a favore di Mauro Amadei, legale rappresentante di Multiline srl. Amadei sarebbe - secondo la ricostruzione degli inquirenti - il terzo beneficiario dei pagamenti corruttivi in accordo con Cencetti. In questo caso la Coopservice, tra il 2007 e il 2012, avrebbe versato complessivamente alla Multiline srl 150.969,80 euro, la Manutencoop avrebbe versato direttamente o tramite la controllata Servizi Ospedalieri spa la somma complessiva di 41.333,33 euro, la ditta Servizi Italia (dal 2009 al 2012) la somma complessiva di 174.240 euro.

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  21. Questa mattina a La7 parlano di Corruzione ...
    Si discute come migliorare opere e servizi riducendo le mazzette e le gare irregolari che puniscono la qualità.
    Come si costruisce una cultura della legalità, come contribuiscono le associazioni imprenditoriali ...
    Squinzi che annuncia l'impegno di Confindustria per escludere le imprese associate che vincono pagando, ma ancora non lo fa ...
    Un giornalista di Panorama allora afferma: perché vi risulta che Legacoop abbia escluso Manutencoop, coinvolta in molte indagini?
    Naturalmente, in quella sede, silenzio. Zero risposte.
    Chiedo. Il tema, è maturo? Ai codici etici proposti da qualche decennio, debbono seguire pratiche o azioni preventive e conseguenti nei confronti di dirigenti responsabili di illegalità ammantate di interesse aziendale?
    P.

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  22. Caro Gianni, non so se sei a Bologna e se hai avuto modo di leggere ieri una interessante intervista su Repubblica Bologna al Presidente di Legacoop. Dice cose che noi abbiamo sostenuto una decina di anni fa. Buon ultimo. Altre che eludono problemi attuali, di Manutencoop, suoi e di Legacoop. Capisco che ci vuole equilibrio, ma non reticenza. Buona lettura e buona salute.
    a.a

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  23. A me ha colpito La rabbia di Poletti "bloccare i profitti delle imprese corrotte".
    Vorrei sapere che ne pensano i cooperatori.
    Antonio

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  24. Io non so se Poletti è o lo fa ...
    Fino a qualche mese fa era Presidente delle cooperative.
    Anche tutte quelle indagate. Un bel numero.
    Ora, che significherebbe bloccare i profitti?
    Forse sarebbe meglio bloccare i super stipendi ai manager!
    Cambiare i Presidenti corresponsabili e irresponsabili!
    Denunciare un sistema corrotto e sbagliato.
    Chiedere normative e pratiche diverse.
    Aldo

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