mercoledì 28 maggio 2014

Superficialità, provincialismo, irresponsabili e naif

Impressionano, ancora una volta, la lettura del voto ed il confronto post elettorale.
A destra, al centro, a sinistra e "oltre" (dove sta Grillo) ...
Sui canali di "comunicazione" e di "informazione". Pubblici e privati.
Indecente! Quando va bene, approssimativo.

Come durante tutta la campagna elettorale. Nessun confronto approfondito sul vero oggetto del contendere: quale Europa costruire, per quale mondo. Quale democrazia, quale società, quali produzioni, quale organizzazione della vita comunitaria per assicurare futuro ai popoli ed alle persone, nella crisi economica ed ambientale del presente.
Mai nulla (o quasi) di tutto ciò.
Un provincialismo disarmante, che ha posto le vicende di casa nostra al centro della contesa.
Ancora la rottamazione e il fare veloce di Renzi, ancora "il complotto" contro Berlusconi, ancora il "tutti a casa, Renzi incluso" di Beppe Grillo. Volo basso, radente terra.
Ucraina, Medio Oriente, Mediterraneo. Silenzio pressochè totale.
Salvo la campagna (no euro) di Salvini e la voce interessante quanto tenue e, spesso, silenziata di Barbara Spinelli. O le approfondite analisi scritte di qualche saggio quanto "noioso" intellettuale: Luciano Gallino, Stefano Rodotà, Guido Viale.
Ora, per tornare al dopo voto, si sommano verità parziali e falsità clamorose.
Si costruiscono castelli di carta e su quelli si "vive".
Protagonisti sono, insieme, "politici", "giornalisti", "imprenditori", "manager", "liberi" professionisti in cerca di "consulenze" e stipendi ... Uomini di potere e d'affari, attenti agli interessi ed alle cariere personali e di gruppi ristretti di amici.
Moltissimi di questi, oggi, occupano le istituzioni, dal Parlamento alla RAI. Altri "animano" la società "civile". Molti "fanno" politica nei partiti.
Alcuni esempi.
1. E' sostanzialmente rimossa la bassa partecipazione al voto per il Parlamento Europeo.
In Italia (meno 8% sul 2009) si è registrato il dato più alto: con il 58%. Un risultato, tra l'altro, condizionalo dal voto amministrativo, che per gli interessi che muove, ha portato più elettori ai seggi.
La tendenza al calo in molti paesi è mitigata dalla maggiore affluenza greca (c'erano anche le elezioni regionali e comunali) e soprattutto tedesca (dove l'interesse era a mantenere il potere acquisito).
Ma il complessivo 43% di votanti sugli aventi diritto, indica un grave segnale di crisi politica, di credibilità delle Istitzioni e della democrazia: la percezione, della maggioranza degli europei, che la sede più autorevole di rappresentanza (il Parlamento di Strasburgo), non conta, non decide e non incide nella vita quotidiana delle persone.
2. Quasi nessuno parla del crollo verticale delle forze politiche storiche della democrazia europea: democristiani e popolari, socialisti e socialdemocratici, comunisti e liberali, le destre e le sinistre come si sono configurate nella storia nazionale dei vari paesi.
Se di escludono i due grandi partiti tedeschi (CDU-CSU ed SPD) che perdono entrambi relativamente e, insieme, governano per "garantire" gli interessi nazionali del paese più potente del continente, si registra un pesante arretramento. Dalla Francia alla Grecia, dall'Inghilterra alla Spagna. Escono sconfitti contemporaneamente PSF e neo "gollisti", PASOK e Nuova Democrazia, Labur e Tory ...
Prevalgono nuove forze (e logiche) nazionali, prive di una strategia forte e unitaria per il futuro del Vecchio Continente. E infatti nessuno ha fatto progetti e programmi seri per l'Europa. Pochissimi 8come già detto) hanno proposto, alimentato e sostenuto il confronto elettorale sulle sorti comuni. Favorevoli e contrari all'euro. "Euroscettici" o "comunitari". Anche Renzi, che pure aveva scritto, in occasione delle primarie, cose interessanti, le ha riposte nel cassetto. Per non evidenziare contraddizioni nel PSE e per non dovere, prima o poi, rendere conto agli elettori.
E' un altro segnale del fallimento delle classi dirigenti nazionali ed europee, politiche e no. Della loro appartenenza o subalternità a poteri e interessi privati, ristretti e incapaci di prospettare soluzioni generali ed egemoni su ampi settori della società.
3. Si sono costruiti con "professionalità" e "sapienza" (pochi principi e nessuna etica), "fatti" e processi che potrebbero appartenere più al mondo della fiction che alla realtà di un paese normale e civile.
Riflettiamo.
a. Si continua a tenere in piedi, a considerare ed a proporre all'attenzione pubblica un personaggio squalificato, condannato e impresentabile come Silvio Berlusconi. Anche dopo la sentenza definitiva e l'espulsione dal Senato è stato ricevuto autorevolmente (e simbolicamente) nei palazzi del potere politico: nelle sedi del PD, del Capo dello Stato e del Governo; è stato ospitato nella TV pubblica, praticamente in tutte le trasmissioni politiche, di cronaca e di intrattenimento.
Naturalmente, lui e la sua composita (mutevole) "corte", lamentano ancora "un complotto" (dello Stato frodato) ma, intanto, fanno "spettacolo" e (cattiva) scuola, si mostrano (una minaccia che "potrebbe anche ritornare") e, comunque, "stanno" in campo, realizzano un lavoro "sporco", lanciano messaggi espliciti e impliciti, contribuiscono sempre (anche dall'opposizione) a "costruire" soluzioni "di governo", "rottamazioni" e "stabilizzazione". Con vantaggi reciproci, naturalmente. Del resto, sicuramente, c'è qualcosa di più importante per un ricco e potente 78enne che la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il presente ed il fututo di Forza Italia (e dei suoi vecchi, attuali e futuri comprimari).
b. Si sperimentano e si mettono in campo nuove forme di rapporto con i cittadini.
Si nasconde il merito del contendere, non si approfondiscono i contenuti delle proposte e delle soluzioni possibili, non si organizzano verifiche puntuali, partecipate e democratiche (incluso il voto, espressione finale di libere scelte). No, nella infinita e continua contesa che impegna il paese tutto è confuso, senza chiare e precise responsabilità sugli avvenimenti e le scelte che vengono compiute. Non si distinguono più momenti, fasi, occasioni. Nel 2011, l'Italia è in crisi e Berlusconi si dimette, ma non si va al voto (come logica vorrebbe, così da proporre nuovi progetti e personale politico scelto dagli italiani); si concorda (tra Presidenza della Repubblica e maggiori partiti) il successore (Monti, un tecnico che però a scadenza si proporrà anche come politico); nel 2013, alla scadenza elettorale naturale, la maggioranza ABC (Alfano, Bersani, Casini) si divide (il popolo lo vuole!) e si fanno alleanze "contrapposte", ma con l'impegno dell'annunciato vincitore (Bersani) di "governare, anche raggiungesse il 51%, con (il competitore) Monti"; anche per questo, la vittoria netta non arriva e, allora, si continua con Napolitano, Letta (il giovane) e le "larghe intese" che, poi, si restringono (Berlusconi se ne va) e si riallargano (con l'arrivo di Renzi) "sulle riforme costituzionali", per via della "profonda sintonia" ...
In questa (voluta) palude, si evitano partecipazione e ascolto diretto ed oranizzato dei cittadini, ma si varano "i sondaggi": diversi, periodici, continui, costosi, pubblici e riservati, ma non troppo ...
Non ne azzeccano una (vedi il voto del 2013). Le Società che li propongono andrebbero sciolte, o forse (più semplicemente) non ascoltate, per manifesta incompetenza. E, invece, no. Si continua. Perché?
Noi tutti, ci abituiamo, ci adeguiamo.
I "sodaggi" ci accompagnano, diventano riferimenti, determinano scelte e umori (di tutti, consapevoli o no).
Quando non possono essere proposti, ci mancano. Li cerchiamo per capire qual'è la evoluzione delle ultime ore ... Così ci regoliamo per il voto.
Così, quasi a prescindere dal merito, dalle esperienze fatte, incerti, frastornati, anche dubbiosi, se i sondaggi riservati concordano che potrebbe essere un "testa a testa", la parità tra Renzi (non ci convince) e Grillo (ancor meno), forse addiritura il sorpasso ... e "in gioco potrebbe essere la democrazia" (molti, compreso Napolitano), una "cacciata delle più ale Autorità della Repubblica" o "una guerra" (Grillo), ... meglio evitare "Hitler e Stalin" (Berlusconi) e salti nel buio.
Il "voto utile" ed il "soccorso bianco" sono serviti e scattano prepotentemente nel "ballottaggio" europeo del 25 maggio: 41% a 21%.
Il PD di Renzi conquista 11.172.861 voti, meno del consenso popolare al PCI di Berlinguer del 17 giugno 1984, quando furono 11.714.428. Ma si parla di un altro mondo.
E nella crisi e depressione del presente sono molti di più dei precedenti 8 milioni ottenuti nelle ultime europee (2009) e degli 8.644.523 del PD di Bersani, lo scorso anno.
A qualche anziano è tornato alla mente (altro mondo, come detto) il recupero di voti moderati e conservatori della DC sugli alleati minori (PSDI e PLI), nel 1976, per fronteggiare la impetuosa crescita del PCI.
c. Si costruisce "la notizia" del 26 maggio e, di riflesso le ricadute politiche immediate e future.
C'è un vincitore assoluto e indiscutibile: il Presidente del Consiglio italiano (che dal voto europeo al PD, viene definitivamente legittimato per il Governo italiano).
Leader riconosciuto, incontrastato e unico del Bel Paese e Leader d'Europa ("nessuno ha la Sua forza, il Suo consenso" afferma la crescente corte!).
Un solo vincitore e un Grande Sconfitto: il Movimento 5 Stelle. 5.792.865 voti contro 8.689.458 del febbraio 2013.
Rispetto al voto di un anno fa non ritrova 1/3 degli elettori. A fronte di un calo di votanti di oltre 5 milioni. Molto meglio, invece, di quanto ha consolidato nelle varie regionali e comunali rinnovate negli ultimi mesi (dal Friuli alla Sardegna).
Quando mai, in Italia, una nuova formazione politica aveva conquistato dal nulla il 21,1% in Europa e portato a Strasburgo 17 Parlamentari?
Che importa!
I sondaggi concordavano che "era un testa a testa", che poteva anche esserci "il sorpasso" ...
E, del resto, lo stesso Grillo ci aveva creduto o avvalorava la tesi e chiudeva gli spettacoli con "vinceremo!", anzi, "stra-vinceremo!" ...
Dunque, una debacle, una "sconfitta" bruciante! "Forse, definitiva", si affretta qualche interessato. Del resto anche loro (parecchio naif e illusi!) sono delusi, mortificati, abbattuti. Non lo celano.
Insomma l'opposizione al vecchio sistema ed al renzismo ridicolizzata.
Forse, allo sbando.
Si festeggi. Hanno vinto "responsabilità", fiducia, "speranza".
Il paese è salvo, almeno per un po!
Berlusconi? Ha più che dimezzato i suoi voti. Dai 10.807.327 delle precedenti Europee a 4.605.331 di domenica scorsa. Passando per i 7.332.972 del 2013. "Si, non è andato bene" ... ma "servirà" ancora. Sconparso l'alleato Monti (qualcuno si chiede dove sono finiti i 2.824.065 elettori che sostenevano ancora, alle politiche di un anno fa, l'austerità della Troika europea e la riforma pensionistica della Fornero?) e "salvato" per il rotto della cuffia Alfano e il Nuovo Centro Destra (ma loro hanno "conquistato" un bel 4,2% con 1.199.703 voti!) ora si spera che il fu Cavaliere, dalla pena dei servizi sociali, contribuisca alle Grandi Riforme Costituzionali.
Il paese ne ha bisogno!
La Trattativa è necessaria.

8 commenti:

  1. Consigli da amico insonne.
    Titolo più efficace. Tipo Controcorrente.
    Testo interessante ma pesante. Mix di valutazioni e tesi utili per dibattere e dettagli a supporto inessenziali, semmai da annotare.
    Nel merito. Convincente la lettura critica sull'uso politico dei sondaggi. Da approfondire le analisi e le connessioni tra fenomeno Grillo e fenomeno Renzi.
    V.V.

    RispondiElimina
  2. Concordo. Se quasi 6 milioni (oltre il 21%) di voti sono "una debacle", "una sconfitta netta e bruciante", che si dovrebbe dire di quelli che si sono fermati sotto il 17% o, peggio ancora, al 4,2 o al 4%?
    Certo gli errori di Grillo e del M4S (5 mi paiono troppe!) ci sono stati.
    Naïf?
    Un po'. Non solo. Impareranno. Ci vuole tempo ed esperienza.
    M.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. C'è stato un partito che a forza di mirarsi allo specchio , non riconoscere errori , ma gioire delle disgrazie altrui si è dissolto , ora si fà chiamare PD .
      E' processo lungo, ma con la buona volontà che state dimostrando nel dopo elezioni ,ci riuscirete pure voi .
      Buon Viaggio
      G.

      Elimina
  3. Perché Matteo Renzi sia un Leader italiano ed europeo di statura e riconosciuta deve proporre e produrre fatti.
    Tre sfide: l'Ucraina, il Medio Oriente e il Mediterraneo (anche flussi migratori), cambiare verso all'Europa (democrazia dei popoli, in direzione degli Stati Uniti d'Europa).
    Ciao!

    RispondiElimina
  4. Trovo anche io scandaloso un servizio pubblico televisivo che offre ad una persona interdetta dai pubblici uffici (a cui è stata tolta la qualità di senatore e cavaliere e che non può votare) continue occasioni per la sua campagna elettorale!
    Attenzione non temo per qualche punto in percentuale in più o in meno, ma per il cattivo esempio. Una pratica pubblica servile ai potenti che "frodano lo Stato". Perché? A quale costo?
    Su questo Renzi è deludente.
    Spazio a Brunetta, Gelmini, Romani, Santanchè, ... chi scelgono autonomamente nel Centrodestra e in Forza Italia, ma non un impresentabile interdetto.
    Giovanna

    RispondiElimina
  5. A me ha colpito il silenzio di Renzi e del Governo sull'assassinio di Andrea Rocchelli, fotoreporter italiano al lavoro in Ucraina.
    Possibile?
    Ale

    RispondiElimina
  6. A proposito di responsabilità e no.
    Chiedo a tutti una verifica sulla legge pensionistica Monti - Fornero.
    Ha creato ingiustizia e disoccupazione giovanile.
    PD, SEL e M5S vogliono assumere impegni concreti e iniziative conseguenti?
    Oppure si vuole lasca campo libero alla Lega che sta raccogliendo le firme per un referendum?
    In assenza di proposte concrete, dobbiamo firmarlo?
    BiBi

    RispondiElimina
  7. Lungo ma condivisibile.
    Sarebbe interessante discutere sulle grandi opzioni politiche, economiche e sociali. Invece si continua a battibeccare sul nulla. Il sospetto è che si voglia lasciare a pochi decidere per tutti.
    Così un numero sempre più ridotto di cittadini partecipa.
    La mia proposta è precisa.
    I seggi rappresentino davvero tutti. Anche gli astenuti. Se la metà degli aventi diritto non partecipa, la metà dei seggi resti vuota. Segnali il problema. Che ne dite?
    ciao!

    RispondiElimina