venerdì 12 gennaio 2024

Le nostre "armi" ... (contro l'arroganza del potere)

Cultura, partecipazione, progetto nella partecipazione popolare in difesa del Parco Don Bosco










Il 2024 è iniziato con un uso massiccio di armi a Gaza, in Cisgiordania, in Ucraina. Ed anche in Libano, Yemen, Siria, Iran, Russia, Ecuador ... Per evitare di affrontare la sostanza dei problemi che sono all'origine di guerre e violenze in tanta parte del mondo, regimi autoritari e classi dirigenti irresponsabili si limitano alla propaganda e alimentano il confronto su "armi di distrazione di massa". Noi, come possiamo reagire? Quali sono le nostre "armi"?

La cultura, la partecipazione e la conoscenza innanzitutto. Per vincere l'ignoranza che è sempre subalterna. Per smontare le troppe false "narrazioni", le vere e proprie "balle" che vengono raccontate. Spesso con la pretesa che siano acquisite come dati certi, incontestabili, a volte addirittura "scientifici".

Primo esempio. A destra (soprattutto a Destra) e a sinistra viene proposto e/o accettato, quasi senza obiettare, il paradosso che "possiamo sentirci più sicuri possedendo armi". Quasi che le stragi più terribili di civili in questo millennio non siano avvenute proprio in Paesi giustamente considerati potenti e meglio attrezzati: gli Stati Uniti d'America, l'11 settembre del 2001, e Israele, il 7 ottobre 2023. Quasi che i ragazzini del paese più povero o di quello meno armato sul Pianeta corrano pericoli maggiori degli studenti e degli insegnanti nord americani dove il porto d'armi è consentito e il commercio è "libero". 

Dunque l'esperienza dice che meno armi e uomini armati è obiettivo di civiltà. Da perseguire affidando progressivamente ad autorità riconosciute, concordate ed accettate tra cittadini, comunità ed istituzioni rappresentative il compito di garantire Diritti e Doveri universali (a partire da quelli sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite). Fattore di sicurezza di ogni persona e comunità è la possibilità di fare ricorso a giudici terzi per affrontare e risolvere "le controversie" che facilmente si determinano e non sempre riescono a trovare sintesi condivise e soluzioni accettabili tra diretti contendenti. 

Va anche rimossa la tesi che la produzione e il commercio di armi assicurino occupazione e redditi. Non solo perché vivere in società e in un mondo più armato è un pericolo crescente per tutti. Ma innanzitutto perché nega le enormi opportunità oggi esistenti ed eluse per lavori socialmente utili e perché sottovaluta le possibilità di conversione pacifica delle industrie belliche (e della ricerca scientifica). 

Secondo esempio. A destra (soprattutto a Destra) e a sinistra (una parte della sinistra) si prospettano ricchezza, benessere e felicità nel presente e per il futuro avendo come parametro di riferimento primario il Prodotto Interno Lordo di Comunità e Paesi. Come se "produrre" oggetti o "fare" lavori sia un valore a prescindere da "cosa" si fa e si produce. E inoltre da "come" lo si fa e lo si produce. Per andare oltre le "armi" possiamo considerare altri prodotti in commercio: tra cui quelli che "nuocciono gravemente alla salute delle persone". Ogni riferimento alle tradizionali sigarette e a suoi derivati (che continuano a utilizzare materiali dannosi e causa di dipendenza, anche introducendo tecniche di "ultima generazione") non è di certo casuale. Ma i riferimenti possono essere molti altri: carburanti fossili, pesticidi, plastiche, amianto (in Italia è fuori legge, ma in quanti altri paesi si continua a produrlo?), glifosato e aspartame (suggerirebbero i ricercatori di Istituti e Fondazioni contro il cancro) ... 

Ecco perché comunità ed Amministrazioni pubbliche che delegano al "mercato" e a grandi aziende o gruppi imprenditoriali lo sviluppo economico, sociale, urbanistico dei loro territori rinunciano a doveri e compiti essenziali e validi non solo per il presente ma anche per le generazioni future. La salute degli esseri viventi è sempre più il frutto delle capacità di capire e prevenire l'incidenza delle attività umane sulla natura e sulla biodiversità. E la cura degli ecosistemi è premessa di benessere e di qualsivoglia buona organizzazione della sanità.

Terzo esempio. A destra (soprattutto a Destra) e a sinistra (una certa parte della sinistra) si continuano a presentare distinti e opposti gli interessi dell'economia e quelli dell'ecologia. Spesso si parla della "necessità di mediare", senza riflettere mai adeguatamente sulle esperienze che ci avvertono sull'esigenza di nuove e più avanzate sintesi. Ovvero Progetti che contengano insieme alte valenze sociali e ambientali, dunque economiche. Proprio il 2023 ci deve fare riflettere sulla crescita, sulle contraddizioni, sulle fragilità strutturali di quelle che troppi definiscono le "locomotive" regionali d'Italia e d'Europa. Emilia Romagna e Toscana, Lombardia e Veneto hanno registrato ancora una volta "primati di ricchezza" e, insieme, necessità di spese straordinarie (extra Bilanci!) per ripetute "emergenze" effetto del combinarsi di eventi naturali e di scelte di governo sbagliate.

Sappiamo che le alluvioni sono il prodotto di cambiamenti climatici (a Bologna tra Natale e la Befana sono stati registrati più giorni a 17°C.) ma gli effetti devastanti che si sono registrati e che si temono ogni volta (usciamo da una nuova "allerta meteo arancione") sono anche effetto del continuo consumo di suolo (dati ISPRA 2023) e del progressivo spopolamento e abbandono di aree montane e collinari in cui si sono ridotti drasticamente servizi essenziali (sanitari, assistenziali e/o di trasporto pubblico). Mentre procede, al di là delle chiacchiere, una deforestazione irresponsabile: effetto di continui abbattimenti di alberi "malati" e di verde pubblico a corto di acqua e di cure ordinarie (considerate da Amministrazioni "miopi" troppo onerose!) e del taglio di molti alberi sani di alto fusto per consentire operazioni di insediamento di nuove infrastrutture, aree commerciali, quartieri residenziali, impianti e servizi (ospedali, case di cura, scuola). Iniziative sostenute spesso da tesi false (come quelle che in pochi anni si possono compensare "nuove impermeabilizzazioni del suolo con "desigillazioni" e con ri-naturalizzazioni di terreni a lungo edificati") e inappropriate (come quelle che bilanciano gli opportuni, necessari investimenti di risparmio energetico con perdite e sacrifici insopportabili di alberi, animali, cicli vitali). Vale l'opposto: urge, contemporaneamente, investire risorse nella difesa e valorizzazione del patrimonio naturale, monumentale e sociale ereditato e indirizzare maggiori risorse e nuovi progetti nella ristrutturazione e messa in sicurezza (sismica, idrogeologica) di edifici esistenti, parte rilevante dei quali risultano inutilizzati, lasciati al degrado e fatiscenti. Purtroppo tante proprietà si mostrano propense ad aspettare i tempi giusti per valorizzazioni e speculazioni immobiliari. Ed è chiaro che in decenni di calo o contenimento demografico, questo è un approccio da scoraggiare per privati e totalmente inaccettabile per enti e manager pubblici (che gestiscono grandi spazi demaniali). 


Conoscenza, partecipazione e cultura vivono e si auto alimentano in un sistema di democrazia efficiente e sostanziale quale la Costituzione italiana ci orienta. Il fatto è che Principi e Ordinamento della Carta nata dalla lotta di Liberazione nazionale sono, da tempo, in larga parte disattesi. Nonostante alcune recenti e interessanti modifiche introdotte all'art.9 che prevedono che "la Repubblica tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell'interesse delle future generazioni".

In effetti le vicende politiche e sociali degli ultimi decenni hanno profondamente condizionato la democrazia. A partire da un assetto Istituzionale incompiuto, modificato, "zoppo". Per effetto di una espropriazione di poteri reali operata a danno degli Enti Locali e della partecipazione popolare e a tutto vantaggio di livelli "superiori", le Regioni e l'Unione Europea. Nonché di "poteri di fatto", spesso opachi: grandi gruppi economici e finanziari, nazionali e multinazionali, apparati dello Stato che sfuggono al controllo ed al voto dei cittadini, lobby di liberi professionisti ed "ordini" selezionati frequentemente senza trasparenza. Così si è generato un impoverimento progressivo del peso della politica e della rappresentanza popolare tra eletti e partiti. Anche in Emilia Romagna e a Bologna abbiamo registrato punte clamorose: con il 62,2% di astensionismo dal voto in occasione del voto regionale del 2014 e il 48.8% di "non voto" nelle amministrative del 2021.

Ma si è trattato di un percorso ben più complesso: nel tempo sono sostanzialmente scomparsi alcuni livelli Istituzionali che hanno contribuito a costruire esperienze e governo dei territori: le Province (ora eletti dai consiglieri comunali della Città Metropolitana) che rispondevano delle infrastrutture e dei mezzi per la mobilità di persone e merci, dell'ambiente e della sua salvaguardia naturale, delle scuole e della formazione professionale e i Quartieri progressivamente ridotti nel numero (a Bologna da 18 a 9 a 6) e nelle funzioni (ora, di fatto, strumenti operativi, di gestione ed attuazione di decisioni prese delle Amministrazioni comunali). 

Poi, nonostante apprezzabili novità statutarie, sono stati di fatto negati nuovi momenti di protagonismo dei cittadini. Dapprima non rispettando la sostanza dei risultati dei pochissimi referendum sperimentati nei decenni: a Bologna quello del 1984 per liberare il centro storico dal traffico veicolare; poi quello per assicurare più finanziamenti alla scuola pubblica. A livello nazionale rimuovendo il pronunciamento a favore del bene comune acqua e della sua gestione pubblica. Da ultimo non garantendo le dovute risposte istituzionali: del Consiglio Regionale dell'Emilia Romagna nei confronti delle 4 leggi di iniziativa popolare su acqua, energia, rifiuti e difesa del suolo sottoscritte da oltre 7 mila persone (in seguito ad una raccolta firme promossa congiuntamente da Legambiente e dalla Rete delle Emergenze Climatiche e Ambientali, RECA) e del Consiglio Comunale di Bologna in merito alle proposte dell'Assemblea Cittadina (dei 100 sorteggiati riuniti nel corso del 2023) per indicare misure condivise per fronteggiare efficacemente i cambiamenti climatici. 

Le vicende politiche ed istituzionali delle ultime settimane e di questi giorni a Bologna, che stanno giustamente assumendo rilevanza nazionale, si collocano in questo contesto complessivo e non si comprendono nella loro reale portata se si riducono a singoli fatti o, peggio ancora, personali e di gruppi minori

Per questo ogni atto di arroganza autoritaria, di nervosismo e di insofferenza al confronto libero, sul merito dei problemi, sui nodi concreti delle scelte di governo può forse ricomporre cocci di alleanze in crisi di visione e di contenuti forti, innovativi, ma alimenta ulteriore diffidenza, conflitto, avversione tra molti cittadini. Perché in verità sulle 4 proposte di Legge di iniziativa popolare il tempo delle risposte è già ampiamente scaduto per Stefano Bonaccini e il PD. Mentre è grave il muro di gomma che il Sindaco Matteo Lepore ha eretto di fatto con il variegato e ricco mondo ecologista e verde su scelte decisive per il territorio, su Bilanci e investimenti pubblici poliennali proprio mentre la sua Giunta prova a darsi una immagine nazionale positiva candidandosi a divenire "Città 30" e a raggiungere risultati d'avanguardia al 2030 nel contenimento delle emissioni di CO2. E "a Palazzo d'Accursio" come nella Torre della Regione anziché scegliere ferrovie, SFM e trasporti pubblici integrati e mobilità non inquinante; rigenerazione urbana; valorizzazione del patrimonio boschivo, estensione della Fascia Boscata e Parchi cittadini; risparmio e conversione energetica, colonnine per la elettrificazione (e aprire una vera e propria vertenza nazionale con il Governo Meloni) ... si è rimasti nella "comfort zone" del Passante di Mezzo, di altro asfalto, cemento e mattoni, del consumo di suolo, di ulteriori centri commerciali e impianti di carburanti fossili.

Qualche volta il gioco (degli annunci e dell'appello ai cittadini di "farsi carico") può riuscire. Soprattutto se nessuno ha il coraggio di sfidare in campo aperto classi dirigenti e blocchi sociali vecchi e senza visione strategica innovativa. O se "l'alternativa elettorale" è data da candidati e coalizioni che non presentano credenziali migliori. Ma di fronte allo "stato di emergenza climatico ed ecologico" riconosciuto (nel 2020 e 2021) e vissuto sulla pelle (nel 2023) da tanti bolognesi ed emiliano romagnoli (prima o poi) arrivano i momenti della verità e delle scelte dirimenti di governo. E attestarsi su logiche di pura conservazione e di chiusura netta al dialogo con chi rivendica scelte ragionevoli e proiettate verso il futuro è deleterio.

Come tentare (maldestramente!) di spostare i contenuti veri del dissenso e dei conflitti. Con "accuse" risibili che di volta in volta mostrano solo mancanza di rispetto e di considerazione per gli amministrati e gli alleati. E in sostanza una insana pretesa di controllo e di sottomissione degli interlocutori, una arroganza del potere irricevibile.

Dobbiamo prendere atto che a questo è ridotto il PD? Che Coalizione Civica in questa vicenda non vede "martiri e carnefici"? Che il M5S tace? L'Alleanza di Centrosinistra esprime questa cultura di governo?

Nel caso registrino che, in attesa delle prossime verifiche elettorali, per molti cittadini liberi e pensanti che credono profondamente nei Principi e negli indirizzi della Costituzione non resta che operare forme di resistenza attiva e di disobbedienza civile non violenta.


Fotocronaca di conflitti sociali per la conversione ecologica (dicembre 2023, gennaio 2024), prossimi appuntamenti e rassegna stampa di una crisi politica e culturale (gennaio 2024) ...

Bologna, da inizio 2023 Parco Canova, nel Quartiere Savena (come molti altri in Città) è stato chiuso ai cittadini per i cantieri del Passante di Mezzo che non hanno ancora il via definitivo dal Ministero "competente" ... Così mentre le procedure di esproprio per i terreni privati sono interrotte, le aree pubbliche sono passate già da tempo al controllo di Autostrade per l'Italia ... (dicembre 2023)
 

Dietro la rete rossa al Parco Canova (Cantiere B35.1) a fianco dell'Asse A14 - Tangenziale una spessa fascia di alberi ed arbusti ... in attesa di essere tagliati (dicembre 2023)
 

Sulla Tangenziale nel tratto tra l'Entrata Stalingrado e l'Uscita Fiera una vasta area di suolo vergine trasformato in Campo base da Autostrade per l'Italia ... (dicembre 2023)


Manca ancora il Progetto Esecutivo e sono ancora pendenti ricorsi sul Passante (su cui un giudizio è atteso per il 25 gennaio prossimo) ma l'accordo tra ASPI, Comune e Regione ha già "consentito" abbattimento di centinaia di alberi e consistenti lavori ... (dicembre 2023)
  

L'Entrata della Tangenziale di Viale della Fiera, direzione Nord: dentro all'area di cantiere un altro boschetto destinato a sparire ... se il Passante procederà (dicembre 2023)
 

L'Entrata di Viale della Fiera, direzione Sud: altro suolo ed altri alberi lasceranno presto il posto a cemento ed asfalto, motori e carburanti fossili? (dicembre 2023)


Dalle terrazze delle case vengono esposte le prime bandiere No Passante prodotte dall'Assemblea Cittadina che raccoglie comitati, associazioni, cittadini: una protesta di persone libere e pensanti ... (4 gennaio 2024) 


... contro una "grande" opera sbagliata e per investimenti ben più sostanziosi su ferrovie, SFM e trasporti pubblici meno o non inquinanti ... Qui due bandiere No Passante ed una bandiera della pace sono appese alle finestre di un palazzo del Quartiere Navile ... (dicembre 2023, foto di Dante Regazzi)







Un'altra bandiera ad un balcone nel quartiere San Donato San Vitale ... (gennaio 2024)


Opera3 e student3, ricercator3 e medic3 al recente incontro a Vag 61 in solidarietà con i lavoratori ed il Collettivo di fabbrica della ex GKN impegnati in un progetto di conversione ecologica e di rilancio delle competenze professionali acquisite verso buona e qualificata occupazione ... (14 dicembre 2023)


La sala di via Paolo Fabbri, in zona Cirenaica, piena e partecipe ... (14 dicembre 2023)



Tronchi di alberi abbattuti nel quartiere San Donato San Vitale: spazio per un nuovo edificio ... (2 gennaio 2024)



I resti di alberi di alto fusto abbattuti in viale Lenin ... (29 dicembre 2023)


Sulle politiche dell'Amministrazione per il verde urbano e sulle professionalità necessarie per chi gestisce il patrimonio naturale è tempo di riflessioni ... (29 dicembre 2023)


Al Parco Don Bosco, all'interno delle Scuole Besta, vengono alzate le prime reti metalliche e arancio che indicano la delimitazione dei cantieri ... (3 gennaio 2024)


Obiettivo è costruire la nuova scuola in evidente perfetta regola con le più recenti disposizioni di risparmio energetico e di sicurezza antisismica, ma abbattendo almeno 43 alberi di alto fusto che costituiscono uno degli ultimi polmoni di verde dell'area ... (3 gennaio 2024)
 

Il progetto "Quattrofoglie" presentato dall'Amministrazione non convince architetti, pedagogisti, insegnanti, psicoterapeuti per le caratteristiche del nuovo edificio e la sua "natura architettonica degli spazi" considerati "meno moderni" di quelli delle attuali Besta ... (3 gennaio 2024)
 

Dunque la critica alla spesa prevista di 18 milioni, di cui 2 dai Fondi del PNRR, è radicale: "meglio ristrutturare ed adeguare le Besta costruite negli anni '80 e salvare il prezioso patrimonio naturale che verrebbe abbattuto, con l'impegno di essere ricostruito" ... (3 gennaio 2024)


Come se non ci volessero molti decenni per ripristinare un ecosistema come quello esistente operando abbattimenti e costruzioni di piante ed edifici, con tutti i requisiti di legge previsti e i tempi di madre natura ... (3 gennaio 2023)


Senza dimenticare che via Serena, che fiancheggia il Parco Don Bosco è già interessata al cantiere per realizzare il tram verso il Pilastro ... e anche questi operatori pare abbiano messo in conto "uno spostamento di alcuni metri delle piante del Parco Don Bosco che insistono sulla nuova linea rossa" ...
(3 gennaio 2024)


Sotto le Torri del Fiera District e della Regione cresce dunque la critica e la mobilitazione ... (3 gennaio 2024)


Ogni giorno residenti, insegnanti e genitori presidiano il Parco ... (4 gennaio 2024
)

Dialogano, approntano iniziative e informano i canali di comunicazione ... (4 gennaio 2024)


Predispongono, appendono e ritirano striscioni ... (4 gennaio 2024)


Li espongono a finestre e balconi ... (4 gennaio 2024)


"Dal Don Bosco a tutta la Città: basta cemento" ... (4 gennaio 2024)


"Il Parco Don Bosco va salvato, nessun albero va tagliato" firmato Comitato Don Bosco


Una partecipazione diffusa ... a salvaguardia di un equilibrio urbano a rischio (5 gennaio)


... si percepisce che anche gli alberi e la natura hanno un valore sociale ed economico tutt'altro che trascurabile per i residenti e per chi vive la Città (5 gennaio 2024)









Certo c'è il "picchio da salvare" e un Sindaco non dovrebbe criticare chi si espone, ma al Parco Don Bosco è molto di più: "un ecosistema, un Luogo di vita e di attività" da rispettare e valorizzare ragionando con chi lo vive ... (5 gennaio 2024)


Le trasformazioni urbane vanno discusse con i cittadini entro una visione ed un Progetto complessivi, eco-compatibili: salvaguardia dei Parchi e investimenti nelle scuole devono e possono convivere, oggi e non dopodomani o fra alcuni decenni ... (5 gennaio 2024)


Il sopralluogo di una pattuglia del nucleo dei carabinieri forestali e il dialogo cortese con i cittadini del Comitato ... (4 gennaio 2024)


Anche le transenne pare partecipino al presidio del Parco Don Bosco ... (4 gennaio 2024)


Il Parco verso sera ... (4 gennaio 2024)


Il presidio al tramonto ... (4 gennaio 2024)


Il tempo della musica e della solidarietà ... (4 gennaio 2024)


La mobilitazione continua! Con la certezza che a nessuno dei partecipanti "basta incatenarsi all'albero". A tutti interessa: che il Parco Don Bosco resti e che tutti gli Amministratori si facciano carico di governare con nuove sintesi e Progetti all'altezza delle sfide ambientali. Il gioco di contrapporre alberi vs scuola, diritti dei nuovi cittadini ad una buona istruzione vs la qualità della vita è inaccettabile ... (4 gennaio 2024)









Una prova?! A fianco del Parco Don Bosco, tra via Garavaglia e Caduti di via Fani, su una vasta area è in costruzione una nuova scuola superiore, collegata con il Liceo Copernico ... (9 gennaio 2024)
Basta false narrazioni!
  




Una prossima iniziativa in ricordo di un instancabile ed originale protagonista delle lotte sociali ed ambientali ...
 

Un banchetto ed una assemblea a Corticella e Navile del Comitato Chico Mendes ...


Un invito a riflettere e incontrarsi in una Parrocchia del Fossolo dalla Fraternità Francescana Frate Jacopo e dalla rivista Il Cantico ...


Un "aperitivo con la scienza" su "crisi ecologica e sfide del nostro tempo" ...











Il movimento ecologista tornerà sotto la Regione il 17 gennaio in un presidio "contro la Bretella Campogalliano Sassuolo e la Cispadana, in concomitanza ad un incontro a Roma nel quale si vuole dare il via ai lavori" ... (10 marzo 2019)


... queste 2 foto ricordano la forte manifestazione popolare davanti al Palazzo dei Congressi di Bologna dove era in corso un incontro Istituzionale dei sostenitori delle "grandi" opere sbagliate (10 marzo 2019)


La mattina di giovedì 18 gennaio 3 ragazz3 di Ultima Generazione saranno di nuovo in Tribunale per il Processo a loro carico dopo il blocco stradale sulla Tangenziale di Bologna, gli arresti domiciliari e la privazione di libertà individuali ... (30 novembre 2023)


Chiedevano lo Stop al Passante di Mezzo, misure immediate contro la crisi climatica, un Fondo di Riparazione per le vittime delle alluvioni e il ripristino degli ecosistemi a tutela della biodiversità (30 novembre 2023)
Giovedì prossimo con loro ci saranno ancora cittadini, associazioni ecologiste, sindacati ...


Legambiente Bologna, dopo l'incontro di dicembre sul "dopo COP28", rilancia la Scuola di Formazione per un Pensiero Critico "Pensare globalmente, agire localmente" ... (19 dicembre 2023)


Il prossimo incontro della Scuola di Formazione di Legambiente Bologna in Sala Tassinari di Palazzo d'Accursio: su "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici": giovedì 18 gennaio 2024, ore 18 ...  










Dalla stampa locale. Un titolo di la Repubblica Bologna: "I dolori dei Verdi. Ambiente e Passante, difficile continuare" ... (giovedì 4 gennaio 2024)


Il titolo di Corriere Bologna: "il film pro Putin spacca la maggioranza. Lepore caccia i Verdi" ... (9 gennaio 2023)
 

La pagina di la Repubblica Bologna: "Cortocircuito coi Verdi. Lepore li caccia "State con Putin" ... (9 gennaio 2024)


Il Corriere intervista il leader nazionale Angelo Bonelli: "il sindaco ha sbagliato e ha usato un pretesto. Il tema vero è l'ambiente" ... (10 gennaio 2024)
 

A Repubblica Bologna: Bonelli dice "Noi feriti dalle parole di Lepore sui verdi" ... e Silvia Zamboni dichiara "in Regione non ci saranno ripercussioni" ... (10 gennaio 2024)
 

In 24 ore si cambia "pagina"! Al Corriere il Sindaco sostiene: " il film non c'entra, erano già fuori" ... (11 gennaio 2024)


Continua l'intervista al Corriere di un Sindaco "mutevole" ... (11 gennaio 2024)


Per la Repubblica Bologna "Lepore saluta i Verdi" e Detjon Begaj intervistato dice "ambientalismo non è legarsi a un albero" ... (11 gennaio 2023)


La Repubblica Bologna pubblica stralci di una "lettera di psicoterapeuti: Le vecchie Besta erano più inclusive. Gli spazi di relazione sono una ricchezza" ... (11 gennaio 2023)












8 commenti:

  1. Come sempre un interessante punto di vista critico su fatti e personaggi. In più un utile calendario di appuntamenti.
    s.

    RispondiElimina
  2. Uno scritto preciso. Non si incatena a un simbolo o un "partito" ma indica una strada percorribile da tanti. Diversi e convergenti. Per una insurrezione di popolo, pacifica e creativa contro un potere marcio.
    V.

    RispondiElimina
  3. Finalmente la Politica! Mi ero annoiato di polemiche pretestuose e di partite a scacchi per giocatori inadeguati a sfide di buon livello.
    E allora colgo l'occasione per dire.
    1. Una Amministrazione non può proporre contemporaneamente di fluidificare il traffico veicolare interrando le ferrovie (Bologna -Portomaggiore e Casalecchio) e chiedendo almeno 1,6 miliardi per il Passante "di ultima generazione" e opere collegate e di limitare la velocità a 30 chilometri all'ora (per ragioni di maggiore sicurezza sulle strade).
    2. Una maggioranza politica che crede nel trasporto pubblico integrato sostitutivo dei mezzi privati che intasano le città deve dotarsi di una visione urbanistica strategica, capace di selezionare maggiormente i tracciati da collegare con SFM o linee di tram. Non mi pare sia avvenuto a Bologna.
    3. Una coalizione che vuole essere alternativa al governo Meloni per ciò che propone e fa non tratta per mesi con il ministro Salvini ogni singolo finanziamento ma costruisce un dialogo con associazioni, sindacati e cittadini che vuole rappresentare per sostenere una piattaforma sostanziosa di proposte condivise e di interesse generale. E su queste si batte e crea consenso e distinzione da chi preferisce "il ponte Reggio Calabria - Messina" e nulla investe sulla rete ferroviaria siciliana e del Sud Italia.
    Grazie ancora.
    plc

    RispondiElimina
  4. Davvero c'è ancora qualcuno nel 2024 che pensa che produrre e lavorare è bello in sé? Io penso siano rimasti in pochi. La gran parte delle persone che ragionano sono per lavorare per vivere tutti meglio. Soli non ci riusciremmo, in comunità si.
    E allora teniamoci una Terra ospitale per tutti i viventi: esseri umani, animali, piante, materie, acqua e suolo.
    Il signor sindaco di bologna piuttosto che parlare ogni giorno con i giornalisti contraddicendosi nel giro di 48 ore, discuta con i suoi sostenitori. Adulti e minori. Ne trarrà vantaggio e indicazioni utili. Imparerà molto su picchi muratori, maiali che ingrassano in allevamenti intensivi, anziani che osservano i cantieri e suggeriscono saggezza, ragazzi insoddisfatti per le incertezze del futuro, donne che vogliono vivere.
    Insomma un tuffo nel reale.
    Rocchi

    RispondiElimina
  5. Io penso che quando si sta in una maggioranza ciò che conta non sono i distinguo, bensì i fatti.
    Se la Regione ER fa pressing sul Governo per il Passante, la Cispadana e la Campogalliano-Sassuolo, se attiva l'allargamento dell'Autodromo di Imola, il Rigassificatore, il Disboscamento di parchi e territori..... i Verdi non se la possono cavare con "noi abbiamo votato contro". E a seguire "però Bonaccini non ci ha cacciati".
    Ciò che conta è che tutti noi subiamo scelte sbagliate!
    E non possiamo starci. Dobbiamo affilare le armi democratiche per cambiare le scelte.
    Se loro restano lì o no.... chi se ne frega???!
    Io sono contento se restano e si fanno cose buone!
    Nik

    RispondiElimina
  6. Ultimo no di ripetuti no alle scuole Besta. Mi colpisce che gli abitue del no, siano per il si alla propaganda putiniana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. gtugnoli16@libero.it15 gennaio 2024 alle ore 12:20

      Se interpreto correttamente le osservazioni, rispondo così.
      1. Sicuramente le scuole Besta soffrono da tempo di mancate manutenzioni ed adeguamenti. Innanzitutto per corrispondere alle normative antisismiche maturate da tempo, poi per il risparmio energetico e l'uso di fonti rinnovabili che sono tra le grandi sfide del momento. La questione, come noto, riguarda molte scuole ed edifici pubblici (oltreché privati). Quindi piena condivisione verso azioni positive ed investimenti sostanziosi che affrontino con lungimiranza queste esigenze, da collocare entro una programmazione su scala comunale e della Città Metropolitana che, semmai, individui le priorità. Su questo il ritardo è da dividere tra Governi nazionali, Regione ed Amministrazioni locali che non hanno agito.
      2. La critica al progetto delle nuove scuole Besta è relativa a tre questioni precise. Uno. Il progetto che l'Amministrazione sostiene non convince almeno una parte delle competenze e del personale insegnante sul versante della struttura architettonica e della funzionalità educativa. Sarebbe interessante approfondire nel merito. Due. Le nuove Beste comporterebbero l'abbattimento di una 40ina di alberi di alto fusto e conseguentemente l'azzeramento di una bella porzione del Parco Don Bosco e del patrimonio naturale e di biodiversità che esso raccoglie per un lungo periodo di tempo. La demolizione delle storiche Besta, la "desigillalzione" del suolo e la messa a dimora di nuove piante richiede anni e anni. Le conseguenze sono chiare e sottovalutate da Sindaco e Amministratori. Tre. L'operazione presenta costi elevati tanto sul versante del Bilancio economico finanziario immediato quanto su quello di più lungo termine che considera le risorse naturali. Parliamone!
      2. A proposito di "quelli del Si" e "quelli del NO" trovo assai utile per tutti fare questa discussione entrando nel merito. Perché, ad esempio, io considero tra quelli del No tutti gli Amministratori e i partiti che si sono alternati al Governo che non hanno fatto alcun serio potenziamento delle ferrovie, per Bologna il Servizio Ferroviario Metropolitano, un sistema davvero integrato di trasporti pubblici e di mobilità non inquinante, la Fascia Boscata di oltre 200 ettari inserita nel PRG degli anni '80 ...
      Dunque intendiamoci su No e Si. Il punto è chiarire le alternative possibili e praticabili, la visione di Città che ci anima.
      3. Propaganda "putiniana"? Non ho dubbi che esistono fan del Presidente russo e di quel regime. Come vedo, qui, troppi fan acritici delle "democrazie occidentali": quelli che "la guerra in Ucraina è iniziata il 24 febbraio 2022" e quella contro Hamas e i Palestinesi dopo "il 7 ottobre 2023" ... Per favore, se vogliamo un mondo dove i conflitti sociali e "le controversie internazionali" si affrontano su un terreno democratico e non violento usciamo da schemi ed approcci parziali e pregiudiziali.
      Vediamo i fatti e le opinioni per quello che sono, con le contraddizioni che esistono e le priorità che propongono.
      Chi esercita il proprio potere censurando un film "di parte" in una sala pubblica ma non vede ed opera quotidianamente, per quanto può, per ridurre la produzione ed il commercio di armi non si mostra all'altezza delle sfide della fase.
      Gianni

      Elimina
  7. Suggerirei di titolare prossimamente le nostre "armi" diversamente. Ci sono modi: lotte, mobilitazioni, argomenti, impegni.
    Vorrei uscire da una cultura di guerra e machista. In difesa della vita di donne, bambini, uomini, animali, piante, ecosistemi.
    Anna

    RispondiElimina