martedì 29 agosto 2023

Acqua e suolo: beni comuni da garantire e preservare (contributi e proposte, 4)


A Bologna nei giorni del caldo a quota 38°C. una perdita di acqua offre rifugio per piccioni ...










Siccità e alluvione. Carenza idrica e spreco d'acqua. La crisi climatica ed ecologica che viviamo si arricchisce di esperienze e di nuove pagine. Il fatto è che accumuliamo sottovalutazioni storiche ed errori fatti nel corso di decenni. Dunque i problemi non possono essere semplicemente scaricati sugli "ultimi arrivati". Si chiamino Giorgia o Elly, Matteo o Giuseppe. Oppure, ragionando a dimensione locale, Matteo ed Emily. La loro responsabilità è semmai quella di essersi adeguati velocemente alle vecchie pratiche. Inevitabile?

Per chi considera il Governo di un Paese o di una Città il fine, forse Si. Per chi, invece, si propone di affrontare i problemi del presente e del futuro delle comunità, decisamente No. 

Ciò che va sicuramente cambiato è l'approccio tranquillizzante e "sicuro" delle classi dirigenti e dominanti che governano da sempre l'Italia, l'Europa, il mondo e che ci hanno portato alla crisi in corso. Politici e alti funzionari di Stato di lungo, lunghissimo corso e uomini ai vertici delle grandi industrie, del commercio e della finanza che hanno dettato le scelte economiche e sociali. Le famiglie "allargate" Agnelli e Benetton, Caltagirone e Cerroni, Moratti e Monti Riffeser, per intenderci. Ovvero i Berlusconi, i Colaninno e i De Benedetti; i Dini, i Monti e i Draghi. I politici dei partiti di Centrodestra e di Centrosinistra che si sono sempre alternati tra Palazzo Chigi e nei vari Ministeri, nonché nelle 20 Regioni: da Pierferdinando Casini a Stefano Bonaccini. 

Chi pensa che quello che è stato costruito è comunque il migliore dei mondi possibili si fidi e si affidi alle loro soluzioni. Al contrario chi valuta che occorre un cambiamento profondo, strutturale di cultura e di società, di visione e di priorità, questa è l'ora giusta per agire, per intervenire, per mobilitare tutte le risorse.

Nel mondo la gestione dell'acqua è motivo di conflitti e di guerre. In Italia si è discusso a lungo e - nel 2011 - un referendum è stato promosso e vinto dai movimenti impegnati per una gestione collettiva e non privatistica di questa straordinaria risorsa naturale. Fin qui il dibattito e l'esito di quello storico pronunciamento popolare non sono però stati rispettati. E neppure in Emilia Romagna o a Bologna ci si è mossi in coerenza con quella volontà. Hera, prendiamo l'esempio più diretto, continua ad essere una Multiutility che anziché programmare investimenti per il risparmio dell'acqua e per una programmazione orientata a ridurre sprechi e perdite della rete o la messa in sicurezza degli impianti e delle condotte, continua a ricercare importanti profitti finalizzati a distribuire lauti dividendi agli azionisti pubblici e privati.

E solo poco più di un anno fa la Giunta e l'Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna hanno prorogato la concessione degli impianti dell'acqua contravvenendo all'indicazione del Referendum nazionale.

La Rete delle Emergenze Climatiche ed Ambientali e Legambiente nel merito di Acqua, Energia, Materie (e "rifiuti"), Suolo hanno avanzato 4 proposte di Legge di iniziativa popolare che hanno raccolto oltre 7 mila firme di residenti nelle 9 province. Fino ad oggi l'iter istituzionale in viale Aldo Moro non ha prodotto risultati.

Intanto dopo l'alluvione di maggio si è aperta una contesa su Commissario straordinario all'emergenza e sull'ammontare complessivo delle limitate risorse a disposizione della "ricostruzione" ma nulla si è voluto ancora discutere sulle priorità nei progetti, negli investimenti e nei risarcimenti.

Quali sono le priorità politiche ed istituzionali? 

Si partirà dalla realizzazione delle casse di espansione programmate e mai fatte? 

Si procederà a ri-naturalizzare il territorio rispettando i bacini fluviali e demolendo immobili, cementificazioni ed opere, abusive o meno, insediate in ambiti impropri e pericolosi di fronte ai cambiamenti climatici in atto?

Si interromperà il processo continuo di consumo di suolo, di impermeabilizzazione dei terreni e di riduzione della biodiversità che è consentito da Leggi Urbanistiche irresponsabili, proroghe e varianti praticate dagli Enti competenti a tutto vantaggio delle pressioni di lobby e comitati di affari privati? Senza  rispetto alcuno per gli interessi generali e i diritti - doveri dei singoli cittadini e delle comunità?

In agosto si è conclusa l'ultima verifica dello stato dei mari operata da Goletta Verde di Legambiente. Ancora una volta sono stati evidenziati i problemi irrisolti tante volte denunciati. Acque che non consentono balneazioni nel rispetto della salute delle persone e degli animali. Mancata depurazione. Presenza crescente di rifiuti. 

Che progetti e programmi si intendono adottare per ripristinare equilibri naturali virtuosi ed accettabili? 

Ci si rende conto che la perdurante assenza di impegni coraggiosi, cadenzati, adeguati di azione su tutti questi vari fronti ha conseguenze dirette sulla vita e sulle attività delle persone e, naturalmente, anche sul turismo possibile e sulla economia eco-compatibile che potrebbe rappresentare un volto nuovo ed accattivante per il BelPaese?


Bologna, Quartiere San Vitale, il caldo supera quota 38°C.: lungo via Massarenti tra il sottopasso della ferrovia Bologna - Ancona e la Chiesa di Santa Rita, da giorni ristagna stabilmente una pozza d'acqua ... (25 agosto 2023)


Mentre passa un bus 99 verso Medicina e due auto, un piccione si rinfresca ... (25 agosto 2023)


I piccioni crescono: due ... 


... Cinque!

ULTIMA ORA. Le temperature dimezzano dai 38 ai 18°C. oggi l'intervento per riparare i guasti alla rete idrica HERA (29 agosto 2023)

















Un passo indietro di 72 ore. Poco distante, la terra arida e senz'acqua di un prato crea una piccola voragine ... 


Al Quartiere Savena ci si interroga su numerosi abbattimenti di alberi ... (25 agosto 2023)


Siamo al capolinea del bus 37, in zona Fossolo ... 



A fianco sono stati messi a dimora alcuni giovani alberi ...


Un km ed altri abbattimenti in via Carlo Marx, nell'area a fianco il campo sportivo ... (26 agosto 2023)


Robusti esemplari ... (26 agosto 2023)

















A poche decine di metri da questi tagli, nell'area verde di fronte alla ex Caserma Perotti, da alcuni mesi sono stati piantati dieci giovani alberi ... (maggio 2023)


Domenica su la Repubblica Bologna l'Assessora Valentina Orioli afferma: "abbiamo dovuto sacrificare 38 alberi morti al 90% ... a causa delle elevate temperature, dovute al cambiamento climatico, esemplari oramai secchi o irrimediabilmente compromessi sono rimossi o sostituiti ... servono indicazioni su come prenderci cura del verde esistente e su quali specie sia meglio piantare in futuro" ... (27 agosto 2023)


Lo stesso giorno Repubblica Bologna pubblica foto degli alberi tagliati al Fossolo ed intervista anche un ricercatore di UNIBO, Alberto Minelli, che conclude così la sua istruttiva intervista: "l'unico consiglio che mi sento di dare a chi si occupa di verde pubblico è di appaltare il meno possibile. Un ufficio verde al proprio interno è la miglior cura" (27 agosto 2023)


A lezione ... di Virginia Burden



La mappa dei fiumi e torrenti dell'Emilia Romagna esondati nel maggio 2023 ...


Un manifesto del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua ... 


Ed un manifesto di critica alla Regione Emilia Romagna per il "grande regalo ad HERA" ... 



Il momento della consegna in Regione delle oltre 7 mila firme di cittadini dell'Emilia Romagna per 4 proposte di Legge di iniziativa popolare ... (settembre 2022)















Goletta Verde di Legambiente nella tappa di Cesenatico ... (5 agosto 2023)




Il manifesto delle varie associazioni che promuovono la manifestazione nazionale La via Maestra. Per la Costituzione del prossimo 7 ottobre a Roma ...
  





















La via Maestra. Insieme per la Costituzione

La Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella sua articolazione istituzionale unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente rimuovendo “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Per questo rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese (da nord a sud, dalle grandi città alle periferie, dai centri urbani alle aree interne), a partire da:

► il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità – fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali– superando la precarietà dilagante, contrastando il lavoro povero e sfruttato, aumentando i salari, col rinnovo dei contratti, e le pensioni oltre al superamento della Legge Fornero. È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata.

► il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario pubblico, solidale e universale, a cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale, e valorizzare il lavoro di cura; investimento sul personale con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà e valorizzi le professionalità; sostegno alle persone non autosufficienti; tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo della prevenzione. Solo così si garantisce la piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione.

► il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e tutte e per tutto l’arco della vita.

► il contrasto a povertà e diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale, garantendo il diritto all’abitare e un reddito per una vita dignitosa. Il governo va in altra direzione e cancella il Reddito di cittadinanza lasciando tante persone senza alcun sostegno.

► il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi. Per questo è grave aver tolto dal PNRR le risorse sul dissesto idrogeologico, tanto più a fronte delle alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese e di una crisi climatica che va affrontata con una transizione ecologica fondata sulla difesa e valorizzazione del lavoro e di un’economia rinnovata e sostenibile.

► una politica di pace intesa come ripudio della guerra e con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta.

Questi diritti possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e universalistico che protegga e liberi dai bisogni, a cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività che sono oggi negati tanto da interventi regressivi – come, ad esempio, la flat tax – quanto da una evasione fiscale sempre più insostenibile. Inoltre, giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future generazioni”, come recita l’art. 9 della nostra Costituzione.

Questo modello sociale – fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza, e partecipazione – costituisce l’antitesi del modello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo con le prime scelte che ha già compiuto e, soprattutto, con le misure che si appresta a varare, a partire da quelle che – se non fermate – sono destinate a scardinare le fondamenta stesse dell’impianto della Repubblica, come:

► l’autonomia differenziata, rilanciata con il DDL Calderoli, che porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori;

► il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia) che ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità.

La Costituzione antifascista nata dalla Resistenza – nel riconoscere il lavoro come elemento fondativo, la sovranità del popolo, la responsabilità delle istituzioni pubbliche di garantire l’uguaglianza sostanziale delle persone, i diritti delle donne, il dovere della solidarietà, la centralità della tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali – ha delineato un assetto istituzionale che, attraverso la centralità del Parlamento, fosse il più idoneo ad assicurare questi principi costitutivi e a realizzare un rapporto tra cittadini/e e istituzioni che non si esaurisce nel solo esercizio periodico del voto ma si sviluppa quotidianamente nella dialettica democratica e nella costante partecipazione collettiva della rappresentanza in tutte le sue declinazioni politiche, sociali e civili.

Per contrastare la deriva in corso e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta dall’attuazione della Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione comune che – a partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno – rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al comando.

PER QUESTE RAGIONI E A SOSTEGNO DELL’INSIEME DELLE PROPOSTE INDICATE, CI IMPEGNIAMO A REALIZZARE:

Il 7 OTTOBRE una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare.

Roma, 4 agosto 2023

(continua, 4)

5 commenti:

  1. Almeno le perdite di acqua tornano utili ai piccioni che non sono i miei animali preferiti, ma ciò poco importa.
    s.

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  2. La Via Maestra della CGIL : ormai sta diventando un rito sempre più stanco il richiamo alla nostra Carta Costituzionale,
    Pare diventata la la coperta di Linus , meglio la foglia di fico ,per tutte le forze politiche presenti in parlamento , compresi i fascisti vecchi e nuovi ,e per tutte le forze sociali.
    Il vero problema è che non basta richiamarsi ad essa , bisognerebbe applicarla ,sarebbe un atto veramente rivoluzionario.
    Il problema è, speriamo che i valori a cui si ispira la carta ci vengano concessi pregando il cielo o che altro ?
    Sanità Scuola TPL , diritto al lavoro ed ad un salario, non minimo ma adeguato, diritto a vivere una vita senza patemi, l'abiura alla guerra e si potrebbe continuare sono solo alcuni esempi.
    Per tanti troppi cittadini la costituzione è ormai una scatola vuota .
    Servono azioni concrete non concertazione, serve riscoprire il valore di Parole come Socialismo e Comunismo .
    Chi oggi ci governa non rinnega il proprio passato,fascista, anzi lo rivendica .
    La cosidetta sinistra odierna si vergogna ,forse ,a rivendicare la propria storia o quella storia non gli appartiene.?
    Questo è il problema.
    Ciao

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  3. Apprezzo la concretezza che si propone qui. Per il 7 ottobre vorrei chiedere ai promotori altrettanta chiarezza: se siamo per la costituzione perché non ci battiamo per la salute e la prevenzione in primis? Per non chiudere ospedali e pronti soccorso? se siamo per investire nel trasporto pubblico perché si al passante ed alle autostrade? perché non prendiamo subìto posizione contro i tagli degli alberi e dei boschi urbani? ieri quando si abbattevano lungo la tangenziale, oggi al fossolo, domani chissà? perché non mettere gli investimenti nelle manutenzioni delle reti in testa e nella bonifica del cemento amianto?
    Richiamerebbe molta gente stanca di chiacchiere.
    m.m.

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  4. Non si staranno abbattendo alberi, ma riempire di pubblicità i nostri bei viali con tabelloni pubblicitari, che fra l'altro distraggono il guidatore, non mi pare una bella idea !

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  5. L'obiettivo dovrebbe essere usare in modo assennato l'acqua e trattenere quella che scende, non velocizzarla. Invece succede il contrario. Si spreca acqua potabile e si cementifica suolo più non posso. Assurdo.
    R.

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