giovedì 25 dicembre 2014

Incredibile a Palermo e Roma

"L’illegalità dilaga. Il contrasto arranca. Come un contagio, si diffonde la devastante idea che sia possibile violare le regole senza rischiare più di tanto. Cresce fra i cittadini la sensazione di insicurezza e giustizia negata. Assuefazione e rassegnazione la fanno da padroni in una palude di indifferenza che diffonde i suoi miasmi ovunque. Si sprecano prediche ed esortazioni perché la tendenza si inverta e cambino le cose. Poi, in concreto, poco o nulla si muove e coloro che operano in controtendenza – a tutti i livelli – si ritrovano in desolata solitudine e spesso sono persino osteggiati".
Giancarlo Caselli, su il Fatto Quotidiano di alcuni giorni fa, inizia così un interessante intervento a commento della nomina di Franco Lo Voi a Procuratore di Palermo, un magistrato 57enne in servizio a Eurojust, già impegnato nel capoluogo siciliano, ma privo di esperienza nella direzione di un ufficio giudiziario. Una risicata maggioranza del Consiglio Superiore della Magistratura, composta dalla corrente di Magistratura Indipendente (la sua) più tutti i componenti laici (scelti dal Parlamento) lo ha preferito ad altri due esperti colleghi, da tempo impegnati sul fronte antimafia: Sergio Lari, capo della procura di Caltanissetta, e Guido Lo Forte, capo della procura di Messina. 
Giancarlo Caselli continua così.
"Dall’alto dovrebbero arrivare segnali virtuosi. Invece sembra esserci una gara al cattivo esempio. Sul podio più alto è salito, in questi giorni, il Consiglio superiore della magistratura, con la nomina del nuovo procuratore di Palermo. C’è una regola semplice semplice, garanzia di trasparenza, correttezza e razionalità. Stabilisce per la nomina dei dirigenti le “valutazioni attitudinali” hanno un peso decisivo e debbono essere misurate soprattutto in base alle “pregresse esperienze di direzione e organizzazione” di uffici giudiziari. Il Csm di questa regola non ha tenuto conto. Come non esistesse. Ma non è tutto. Da molti commenti emerge chiara e forte l’idea che nella valutazione dei candidati abbia giocato un ruolo negativo il fatto di aver sempre fatto il proprio dovere in maniera coraggiosa e irreprensibile. Sembra che aver lavorato in una procura che ha “osato” processare per collusioni con la mafia (con esiti positivi confermati in Cassazione) il senatore Giulio Andreotti e il senatore Marcello Dell’Utri, sia non un titolo di merito ma una colpa da scontare. A me è toccato, a suo tempo, di dover subire la vergogna di una legge contra personam, dichiarata poi incostituzionale. Speravo che quella stagione fosse definitivamente tramontata, invece eccola riemergere con una decisione del Csm che è davvero difficile capire.
La percezione dei magistrati sarà inevitabilmente di un messaggio tipo: abbiate un occhio di riguardo anche per certi interessi, altrimenti prima o poi potrebbe capitare che dobbiate rendere conto della violazione di certi “santuari”. Altro che organo di tutela dell’indipendenza della magistratura! In questo modo il Csm contraddice la sua stessa ragion d’essere. La spinta è verso una pericolosa “burocratizzazione” dei giudici. Anticamera di soggezione non soltanto alla legge, ma anche ai vari “Palazzi” e “Potentati” che imperversano nel nostro Paese.
Stupisce, infine, che tutti i componenti laici del Csm (di centro, destra e sinistra: senza distinzioni riferibili al gruppo che li ha espressi e senza incertezze o discussioni di sorta) si siano schierati in blocco per la linea che qui si critica. Per nulla toccati dalle motivate argomentazioni in contrario espresse dalla stra-grandissima maggioranza dei componenti togati (magistrati eletti da magistrati).
Stupisce perché una frattura così grave, su una materia così delicata, ha ben pochi precedenti. Stupisce perché l’omogeneizzazione dei componenti laici del Csm, nonostante le radicali differenze (specie in tema di “politica” criminale e giudiziaria antimafia) che caratterizzano i diversi gruppi politici che li hanno designati, non può non suscitare una raffica di interrogativi. Se l’unica risposta fosse l’antico “laissez faire, laissez passer”, sarebbe ancora una volta un triste trionfo dell’immortale Gattopardo".

Giancarlo Caselli è persona autorevole, prudente, attenta e rispettosa.
Lo ha dimostrato tanto nella sua lunga carriera, quanto nelle interviste delle ultime ore sugli attentati compiuti contro le linee ferroviarie.
Una ragione in più per riflettere adeguatamente sulle sue considerazioni, rimaste ai margini della grande comunicazione nazionale.

5 commenti:

  1. In effetti, spesso "i fatti" e "le persone" sono quelli proposti da TV e "giornaloni".
    Si parla molto dei "nuovi terroristi" anti TAV e poco delle scelte di governo per una Giustizia giusta.
    Anche "Repubblica" intervista Caselli sugli attentati in Toscana e in Emilia e non sulle politiche di Governo e CSM per perseguire i mafiosi e i corrotti.
    Così siamo sviati e discutiamo di "cose" minori.
    Non sarà un caso se in questi anni criminalità e affaristi sono aumentati.
    Anche il nostro Presidente non può chiamarsi fuori, come fa capire Caselli.
    Anna

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  2. Incredibile a Roma più che a Palermo!
    Con il Napolitano Presidente assente compiacente.
    Mario C.

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  3. Per sua e nostra fortuna re Giorgio Napolitano ha intenzione di abdicare.
    Secondo voi potrebbe essere un candidato alla presidenza della Repubblica il buon Caselli?
    Con lui si potrebbe favorire il passaggio dall''incredibile al credibile?

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  4. Qui mi pare coincidano una malintesa difesa personale e del sistema.
    La nomina di Lo Voi è un elemento di rasserenamento per il vecchio Presidente e per i compromessi di ieri, di oggi e di domani ...
    Un ulteriore colpo per la credibilità delle regole e delle Istituzioni che speriamo venga presto smentita.
    Ale

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  5. Lo stato della giustizia italiana è allarmante.
    Ma i giudici non mi sembrano i primi responsabili.
    Operano con scarse risorse e l'autonomia è condizionata dalle scelte di un CSM in cui pesano le nomine politiche ...
    Se poi anche i condannati vengono elevati a primi interlocutori per le riforme costituzionali e i giudici più attivi "si ritrovano in desolata solitudine e spesso sono persino osteggiati" ... quali speranze abbiamo?
    Ciao!

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