sabato 13 dicembre 2014

Manutencoop e Legacoop. 2.0.

Mafia Capitale può essere uno spartiacque. Forse.
Si alzano voci e riflessioni (pubbliche) interessanti. Da sostenere.
"Meglio tardi che mai", "finalmente", potranno dire diversi soci, lavoratori e cittadini fin qui inascoltati. Non importa. Ora.
Ci sono obiettivi alti da ripristinare: la responsabilità sociale delle imprese e la democrazia cooperativa.
Questo conta, oggi.
Il Congresso di Legacoop che si svolgerà dal 16 al 18 dicembre è una occasione irripetibile.
Scrive la Repubblica (venerdì, 12 dicembre, pag. 8) in coincidenza (casuale?) con lo sciopero generale dei lavoratori: "tetto alle retribuzioni e anagrafe patrimoniale (visibile) dei dirigenti, ricambio periodico obbligatorio degli incarichi".
L'articolo, a firma di Michele Smargiassi, entra nel merito e specifica ulteriori punti. Si parla di retribuzioni "non più di 5-6 volte lo stipendio più basso". Si sottolinea "serve il coraggio di rinunciare ad appalti truccati e di denunciarli" (Paola Menetti).
La Presidente di Legacoop Bologna, Rita Ghedini dice: "se ho accettato di fare il socio devo sapere che io per primo ho un pezzo di responsabilità. Il sistema cooperativo semmai mi deve dare i mezzi per esercitarla".
Il Presidente di Legacoop, Mauro Lusetti, afferma: "ci siamo omologati, è vero, e il problema va oltre questo caso orrendo".
Oggi, in una intervista a il Manifesto sostiene "la reintroduzione del reato di falso in bilancio" e approfondisce: "i compiti a casa (di Legacoop e cooperative aderenti) sono indispensabili". Insiste: "anagrafe tributaria e patrimoniale dei cooperatori", "mandati a termine", "ricambio generazionale", "gestione del rapporto tra i livelli retributivi". Propone di "riprendere con forza il sistema duale: non un solo CdA, ma un Consiglio di Sorveglianza e un Consiglio di Gestione, con la presenza di consiglieri indipendenti esterni", di "ridare ai soci la consapevolezza del loro ruolo, di strumenti di formazione per essere messi nelle condizioni di rafforzare i sistemi di governance interni alle cooperative".
Bene.
Se non si vuole rimanere (come troppo spesso accade!) alle buone intenzioni ma modificare la realtà, Manutencoop è un banco di prova.
Dopo l'inchiesta milanese su Expo 2015 (e annessi e connessi) per la terza volta, alla presenza dei vertici locali e nazionali di Legacoop (Gianpiero Calzolari, Giovanni Monti e lo stesso Mauro Lusetti, vedi i resoconti pubblici sul Sito) si è eletto il Consiglio di Amministrazione su lista unica proposta dal Presidente (indagato), che da 30 anni presiede la Cooperativa ed, ora, anche il Gruppo e la Manutencoop Facility Management S.p.A.
Una evidente (nota!) concentrazione di ruoli e di potere, sostanzialmente incompatibile con principi cooperativi e che propone un chiaro conflitto di interessi.
"Il sistema cooperativo" può accettare questa situazione senza intervenire e discuterne con i soci?
Può esprimere (come nel maggio scorso fecero tutti) "un apprezzamento sentito", un incoraggiamento a continuare come nulla fosse accaduto indicando semplicemente Manutencoop "esempio virtuoso che consente di tenere la testa alta e guardare al futuro con fiducia"?
Si può ulteriormente nascondere una preoccupazione comune e diffusa circa le sorti di una importante (simbolica) esperienza che occupa migliaia di lavoratori e centinaia di soci?
A nessuno sfugge il ruolo dinamico e innovativo svolto per decenni da Manutencoop.
Ma proprio in ragione di questo orgoglio che deve continuare ad animare tutti i cooperatori e innanzitutto i protagonisti diretti, si impone anche la necessità di leggere i limiti e le correzioni urgenti da apportare, per scongiurare un declino repentino o la rinuncia ai tratti ed ai valori storici ed attuali della cooperazione.
Si misurano così, in concreto, volontà e annunci di "rifondazione" della cooperazione; di ricambio e di rinnovo, anche generazionale, delle classi dirigenti.
Ad esempio, in MFM esiste da sei anni il sistema duale. Con quali risultati? Quale apporto di controllo hanno dato i "consiglieri indipendenti"? Come e da chi sono stati selezionati e scelti?
Purtroppo sono attivi in Legacoop circoli ristretti ed auto-referenziali di cooperatori.
Si sommano più responsabilità, si intrecciano e si scambiano ruoli di "indirizzo" e di "controllo". Soprattutto di gestione.
Un "sistema" di potere non trasparente, che mortifica tante energie esistenti e potenziali.
È tempo di atti risoluti e coerenti. La credibilità è a termine.

14 commenti:

  1. Io non credo che sapranno usare il bisturi. In sei mesi non si cambia opinione su compagni di una vita.
    Non illuderti. Non illudiamoci.
    Ciao!

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  2. Ma chi ci crede alla pubblicazione della dichiarazione dei redditi e del patrimonio dei cooperatori?
    Lo stesso per la introduzione di un rapporto definito tra i salari degli operai e gli stipendi dei capi.
    Molte aziende cooperative crollerebbero!
    Ai livelli dirigenziali si è arrivati con il mito dei soldi e non del cooperare per una crescita comune. Anzi, fregare quello che sta sotto è ritenuto un merito e condizione per scalare posizioni e retribuzioni.
    Cambiare cultura sarebbe utile, ma implica una vera rivoluzione.
    Chi sta a cavallo di una Coop da 30 anni e si è creato una corte plaudente non se ne andrà facilmente.
    Andrea

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  3. Non sono credibili. Ascoltate sul sito di Legacoop Bologna le interviste fatte a La7. I Presidenti di Legacoop Bologna e Emilia continuano a parlare di un mondo sano entro cui operano mele marce ...
    Nessuna seria analisi su Expo, MOSE, Mafia Capitale. Su molte altre inchieste.
    Perché questi signori non usano mai il termine più adatto e di uso comune: SISTEMA?
    La mia risposta è semplice. Ne fanno parte. O rappresentano molti che lo hanno costruito e ci mangiano.
    Sbaglio?
    Sono pronto a cambiare idea. Ma solo di fronte a fatti concreti e immediati.
    Nik

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  4. penso anch'io che sarebbe più facile cambiare ripartendo da zero.
    con gli uomini di oggi non si può fare grande strada.
    negli anni hanno costruito le cooperative a loro immagine e somiglianza.
    capacità e meriti senza le buone relazioni politiche sarebbero ben poca cosa. come per tante altre imprese italiane. né più ne meno.
    m.m.

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  5. Qui vengono ancora associate.
    Però, Manutencoop non appare tra gli sposor del Congresso nazionale di Legacoop.
    Che succede? Una presa di distanza? L'anticipo di eventi?
    Qual'è la vostra interpretazione?
    v.

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  6. Crisi di sinistra, coop e democrazia sono facce della stessa medaglia.
    Brutta china.
    Carlo

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  7. Da il Fatto Quotidiano.it un pezzo sull'argomento. Per opportuna informazione.
    M.

    “Non cambio idea sulla cooperazione, i fatti sono gravi, le mele marce vanno punite, ma io sono orgoglioso del lavoro delle imprese sociali”. Così il sottosegretario Graziano Delrio (Pd) interviene all’assemblea generale della Legacoop a Roma. “La cooperazione è un mondo sano, alcuni episodi non possono minare la credibilità di un settore che ha resistito alla crisi e ha creato migliaia di posti di lavoro”, aggiunge il presidente della Legacoop Mauro Lusetti che rigetta le accuse che piovono dopo l’inchiesta Mafia Capitale. “Noi abbiamo la coscienza a posto, abbiamo reagito con forza e preso provvedimenti severi e celeri, non siamo la magistratura inquirente, certi fatti non si potevano conoscere” replica. La teoria di episodi isolati si scontra però con le inchieste in corso, come quella sull’Expo che coinvolge la Manutencoop di Claudio Levorato o con la questione delle false cooperative, problema denunciato da tempo dalla Cgil. “Sono vicende diverse, le intercettazioni di Buzzi – dichiara ai microfoni de ilfattoquotidiano.it - lo mettono con le spalle al muro, Levorato difende la sua innocenza e noi gli crediamo”. Più controllo e trasparenza, sono queste le nuove regole che vigeranno da oggi in poi. E poi si pensa al progetto dell’Alleanza dei cooperatori italiani. “In una società disgregata, l’unità e l’etica che noi rappresentiamo sono principi fondamentali” chiosa Lusetti di Irene Buscemi

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  8. "Manutencoop si è mossa entro i principi cooperativi".
    Parole di Mauro Lusetti.

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  9. "Si sommano più responsabilità, si intrecciano e si scambiano ruoli di "indirizzo" e di "controllo". Soprattutto di gestione.
    Un "sistema" di potere non trasparente, che mortifica tante energie esistenti e potenziali".
    Parole condivisibili. Questo è oggi in terra d'Emilia la Cooperazione Rossa.
    Un Potere economico intrecciato al Potere politico e ad una Burocrazia pubblica che condiziona e contratta.
    In presenza del Partito (fino agli anni '80) la Regione delle 3C era: Cooperazione, Cultura, Comunismo.
    In assenza del Partito (dagli anni '90) la Regione delle 3C è divenuta:
    Consociativismo, Corruzione, Controllo.
    Mario Cinico

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  10. A proposito di Cooperative e Politica.
    E' naturale lo scambio di ruoli di direzione a cui si assiste?
    Simona Caselli, Presidente di Legacoop Reggio Emilia, è stata nominata oggi nella nuova Giunta di Bonaccini.
    Rita Ghedini è diventata, nelle scorse settimane, Presidente di Legacoop Bologna dopo essere stata eletta in Parlamento nelle liste PD da Presidente della cooperativa bolognese Cadiai.
    Naturalmente, su tutti, Giuliano Poletti diventato Ministro del Lavoro da Presidente nazionale di Legacoop.
    Franca

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  11. Non ho seguito il congresso di legacoop ma dubito che i progetti qui indicati possano essere realizzati. In molte cooperative le cose da anni vanno troppo diversamente. Difficilmente cambieranno e comunque non in tempi brevi.
    Manutencoop, ma non solo. Dall'elenco è difficile togliere molte altre realtà di grosse dimensioni, almeno nel nostro territorio.
    Anna

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  12. Quando mai questi soci riusciranno a riprendersi le cooperative?
    Quando mai i lavoratori decideranno nei sindacati?
    Quando mai gli iscritti ai partiti sceglieranno le politiche?
    Quando mai i cittadini saranno rappresentati nelle istituzioni?
    DEMOCRAZIA non significa tutto ciò?
    Buon 2015!
    BiBi

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  13. Vi propongo un articolo su il Resto del Carlino.
    M.

    Bologna, 2 gennaio 2015 - «Ma cosa intende fare questa? Vuole passare un guaio? Vuole che le capiti qualcosa?». Sono queste le frasi incriminate, cardine sul quale ruota la denuncia presentata un paio di settimane fa dal sindaco di San Lazzaro Isabella Conti e finita sul tavolo del procuratore aggiunto Valter Giovannini, che sulla vicenda ha aperto un fascicolo conoscitivo (senza indagati né titoli di reato).

    Come anticipato dal Carlino, il primo cittadino avrebbe riferito ai carabinieri di essere stata più volte oggetto di pressioni affinché ritornasse sui suoi passi. Ossia, non bloccasse il progetto del polo di Idice, un mega-insediamento urbano che prevede la realizzazione di 582 alloggi, una scuola e un centro sportivo. Pressioni esercitate anche da esponenti politici della sua stessa area d’appartenenza, il Pd.

    A pronunciare la frase velatamente minacciosa, un professionista (non politico di mestiere) vicino al Pd che, alla fine dell’estate scorsa, di passaggio in municipio a San Lazzaro per altre faccende, l’avrebbe detta a una dipendente comunale che, a sua volta, l’ha riferita al sindaco. Già da agosto, però, il primo cittadino avrebbe subìto insistenze per invertire la marcia sulla ‘colata’ di Idice, progetto approvato dalla precedente amministrazione e della cui realizzazione si doveva occupare una cordata di cooperative, tra cui Coop Costruzioni, Palazzi Srl e Astrale Srl (in origine anche l’imolese Cesi, attualmente in liquidazione coatta). Cooperative che dopo lo stop al progetto, formalizzato a fine novembre, avevano protestato pubblicamente (e legittimamente), annunciando anche cause milionarie contro l’amministrazione.

    Una situazione tesa, insomma, con interessi pesantissimi di mezzo, ma, fin qui, niente di illegittimo. Il problema sono state invece le pressioni di terzi soggetti, vicini al mondo dell’imprenditoria e della politica, arrivate al sindaco. Queste avrebbero spinto la Conti a rivolgersi ai carabinieri per tutelare la sua persona, che riteneva in qualche modo in pericolo. Nessun provvedimento, dal punto di vista della tutela, è ancora stato assunto nei riguardi del giovane primo cittadino. Tuttavia, i militari dell’Arma hanno intensificato i controlli vicino alla sua abitazione e ai luoghi che frequenta abitualmente.

    Una questione molto delicata, sulla quale la Procura sta indagando con scrupolo: nel fascicolo sono confluiti anche gli articoli di stampa sulla vicenda Idice apparsi appena dopo la denuncia sporta dal primo cittadino, dove compaiono nomi e cognomi precisi. E malgrado l’agitazione di questo ultimo periodo, la Conti (che si è consultata con un legale prima di agire, ma non ne ha nominato ancora uno) non molla: «Noi – ha detto parlando anche a nome della sua squadra – continuiamo a lavorare con abnegazione e impegno per il bene della comunità, andiamo avanti lucidi e concentrati».

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  14. La vicenda di San Lazzaro è il tema del momento.
    Al Comune denunciano minacce.
    Un problema su cui è giusto indagare e ricostruire verità.
    Ma il tema mi pare quello denunciato dai comitati dei cittadini di Idice e dintorni.
    Perché quelle aree sono state comprate ad un costo così alto per terreni ad uso agricolo e poi, sono diventate in poco tempo edificabili?
    L'amministrazione Macciantelli - Conti (l'attuale sindaco al tempo era assessore) ha agito correttamente?
    C'è stata solo concertazione o anche corruzione?
    Nik

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