giovedì 17 luglio 2014

10 proposte

1. CAMERA. I deputati da 630 scendono a 400, con indennità dimezzate, e vengono eletti con il Mattarellum (75% in collegi maggioritari e 25% col sistema proporzionale a preferenza unica) o con il doppio turno alla francese (in ogni collegio tutti i partiti candidano il loro rappresentante e nel ballottaggio si sfidano i due più votati). 
Primarie obbligatorie per legge per la scelta dei candidati. Tetto massimo di due mandati, giudizio sulla eleggibilità sottratto alla “giurisdizione domestica” della Giunta per le Elezioni e trasferito a un organo terzo come la Corte costituzionale. Per il resto, poteri e funzioni inalterati. Così, avendo preso i voti in proprio e non soltanto grazie al leader del partito che li ha candidati, i deputati saranno uomini liberi e non servi obbedienti, in grado di esercitare le proprie funzioni in rappresentanza dell’intera Nazione e senza vincolo di mandato.

2. SENATO. I senatori scendono da 315 a 100, con indennità dimezzate rispetto alle attuali, e vengono eletti col sistema proporzionale puro (una preferenza) in 20 circoscrizioni regionali che esprimono un numero di eletti rapportato alla popolazione delle varie regioni (da un minimo di 3 a unmassimo di 6 per ciascuna). I candidati al Senato devono possedere requisiti di onorabilità, esperienza ed eleggibilità più stringenti di quelli richiesti per i deputati e possono essere eletti per una sola legislatura. Il nuovo Senato non vota più la prima fiducia al governo e di norma non partecipa alla formazione delle leggi (fine del bicameralismo perfetto), salvo quelle costituzionali e quelle ordinarie che la maggioranza dei senatori chieda di poter modificare o bocciare entro un limite temporale fissato per legge.
3. OPPOSIZIONE. I partiti e i movimenti appena nati o comunque di minori dimensioni avranno la possibilità di far eleggere deputati particolarmente conosciuti e prestigiosi nei collegi alla francese o avranno garantito il “diritto di tribuna” nella quota proporzionale del Mattarellum. Così in Senato, grazie al sistema proporzionale. Divieto assoluto di “ghigliottina” sul dibattito in aula e sugli emendamenti delle minoranze (anche ostruzionistici), almeno per un congruo periodo di tempo. Divieto di sostituire nelle commissioni i parlamentari dissenzienti dalla linea dei rispettivi partiti, se non con il consenso degli interessati.
4. IMMUNITÀ PARLAMENTARE. Superata dai tempi e screditata dagli abusi, l’autorizzazione a procedere per arrestare, intercettare e perquisire i parlamentari è abolita sia alla Camera sia al Senato. Rimane soltanto l’insindacabilità, in sede penale e civile, per le opinioni espresse in aula (e in attività collegate) e i voti dati nello stretto esercizio delle funzioni parlamentari. Sospensione automatica dalla carica in caso di misure restrittive o interdittive dell’Autorità giudiziaria e di rinvio a giudizio per reati non colposi e non “di opinione”. Decadenza automatica dal mandato in caso di condanna definitiva, qualunque sia l’entità della pena, per reati non colposi e non “di opinione”. Corsie preferenziali nei tribunali per dare priorità ai procedimenti a carico di parlamentari.
5. CAPO DELLO STATO. I meccanismi di elezione rimangono intatti, ma muta la composizione dell’Assemblea dei grandi elettori: essi saranno composti esclusivamente dai 400 deputati e dai 100 senatori, senza più il bisogno di delegati regionali, vista la trasformazione del Senato in organo di rappresentanza delle realtà territoriali. Divieto assoluto di rielezione dopo il mandato settennale. Il presidente della Repubblica è soggetto alla legge come ogni cittadino, con le sole deroghe espressamente previste dalla Costituzione: irresponsabilità e immunità civile e penale per gli atti compiuti nello stretto esercizio delle funzioni; in caso di reati commessi con atti estranei alle funzioni presidenziali, il processo è sospeso (con la relativa prescrizione) sino al termine del mandato; ma, nel caso di fatti gravi, il Parlamento in seduta comune può votare l’impeachment anche senza che ricorrano l’attentato alla Costituzione o l’alto tradimento.
6. CSM. L’organo di autogoverno della magistratura, per essere effettivamente tale, non può tollerare la presenza di membri laici nominati direttamente dal Parlamento, cioè dai partiti. La quota di un terzo riservata attualmente agli 8 membri laici verrà suddivisa in due porzioni: 4 laici eletti dal Parlamento con maggioranza dei due terzi con requisiti più rigorosi di quelli attualmente previsti, per assicurarne l’effettiva autorevolezza scientifica e indipendenza dai partiti (escludendo, per 
esempio, gli iscritti a partiti e le persone che abbiano fatto parte del governo, del Parlamento o di assemblee elettive territoriali); e 4 eletti da assemblee regionali composte dai Consigli giudiziari e dalle rappresentanze dell’Avvocatura associata. Fatti salvi i membri di diritto – il presidente della Repubblica, che presiede il Csm, il primo Presidente e il Procuratore generale della Cassazione – restano i 16 membri togati: saranno eletti dai magistrati, ma su una provvista di candidati estratti a sorte fra tutti i componenti dell’Ordine giudiziario compresi fra i 30 e i 65 anni.
7. MAGISTRATURA E POLITICA. I magistrati non possono ricoprire cariche elettive in Parlamento e negli enti territoriali se non a 3 anni di distanza dalla cessazione dalle funzioni. Stessa incompatibilità, ma per 5 anni dopo la scadenza del mandato, per chi ha fatto parte del Csm e della Corte costituzionale.
8. PROCURATORI E PM. Immediata riforma dell’Ordinamento giudiziario, per cancellare la figura-monstre del Procuratore della Repubblica come padre-padrone con potere assoluto sugli aggiunti, i sostituti e le loro indagini: le Procure della Repubblica devono tornare a essere uffici guidati dal procuratore secondo direttive motivate e compatibili con la Costituzione e regole organizzative flessibili ma chiare e rispettose del potere diffuso dei singoli pm, dotati della garanzia costituzionale dell’indipendenza e autonomia sia esterna (da ogni altro potere) sia interna (dai vertici dell’ufficio). I conflitti interni sono risolti in prima battuta dal procuratore generale presso la Corte d’appello e, in seconda battuta, dal Csm.
9. INFORMAZIONE. Nuova legge sulle televisioni al posto della Gasparri. Nuova legge sul conflitto d’interessi al posto della Frattini. E nuova legge antitrust secondo i seguenti principi: la Rai passa dal Tesoro a una fondazione indipendente, i cui vertici sono composti dai rappresentanti dei lavoratori, dei produttori, degli artisti, dei giornalisti, degli editori, degli utenti-consumatori, delle università e di altre associazioni della società civile; divieto assoluto per chi ha ruoli politici o elettivi di possedere quote in aziende televisive ed editoriali; promozione di editori puri nella carta stampata con esclusione dalle proprietà di banche o aziende estranee al mondo dell’editoria; abrogazione ditutti i sussidi e i finanziamenti pubblici alla stampa (di partito e non); legge antitrust con tetto massimo di un canale tv “in chiaro” e uno via satellite per ciascun editore.
10. CITTADINI ATTIVI. Modifica della legge referendaria per consentire il referendum propositivo (oltre a quello abrogativo) che abbia raccolto almeno 500 mila firme, con abbassamento del quorum dal 50%+1 al 30%+1. Obbligo di mettere in discussione e in votazione in Parlamento, entro 6 mesi dalla loro presentazione, le leggi di iniziativa popolare che abbiano raccolto le firme di almeno50 mila cittadini.

Queste 10 proposte (avanzate dalla Redazione de il Fatto Quotidiano) sono una interessante base di discussione per le Riforme istituzionali, per una Democrazia Partecipata e non Autoritaria.
Un contributo di merito, critico e costruttivo al confronto culturale, politico e istituzionale di questi giorni.
Perché è necessario (non scontato) fare bene.
Troppe volte si è fatto e si è fatto male.

9 commenti:

  1. Sottoscrivo.
    Non qua, ma sul sito de il Fatto Quotidiano.
    Anna

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  2. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei ...
    Voglio dire che queste proposte saranno anche buone e migliori di quelle proposte da Renzi, ma ci vuole una diversa maggioranza ...
    Con Berlusconi non si possono votare. Lui è per il Presidenzialismo ed esprime la cultura di un uomo solo al comando.
    Ma una diversa alleanza per le riforme metterebbe in discussione il sistema economico e sociale in essere.
    Il PD reggerebbe?
    Ciao!

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  3. C'è anche un appello della redazione de il Fatto Quotidiano firmato da molte personalità. Ve lo propongo per conoscenza.
    M.


    Le controriforme dell'Italicum e del Senato delle Autonomie, concordate dal governo con il pregiudicato Silvio Berlusconi e il plurimputato Denis Verdini:
    - consentono a un pugno di capi-partito di continuare a nominarsi i deputati a propria immagine e somiglianza (con le liste bloccate per la Camera), addirittura aboliscono l'elezione dei senatori (scelti dalle Regioni fra consiglieri e sindaci, ridotti a un ruolo decorativo e per giunta blindati con l'immunità-impunità) e tagliano fuori i partiti medio-piccoli (con soglie di sbarramento abnormi);
    - trasformano il Parlamento nello zerbino di un premier-padrone, “uomo solo al comando” senza controlli né contrappesi, con una maggioranza spropositata che gli permette di scegliersi un presidente della Repubblica e di influenzare pesantemente la Corte costituzionale, il Csm, la magistratura e l'informazione televisiva e stampata;
    - espropriano i cittadini dei residui strumenti di democrazia diretta: i referendum(non più 500mila, ma addirittura 800mila firme) e le leggi di iniziativa popolare (non più 50mila, ma addirittura 250mila firme).
    DICIAMO NO ALLA SVOLTA AUTORITARIA, come i migliori costituzionalisti italiani hanno definito il combinato disposto delle due controriforme, ispirate – consapevolmente o meno – al “Piano di Rinascita Democratica” della loggia P2 di Licio Gelli.
    DICIAMO SÌ ALLA DEMOCRAZIA PARTECIPATA e vi chiediamo di sostenere solo riforme istituzionali che rispettino lo spirito dei Padri Costituenti del 1946-'48: restituendo ai cittadini il diritto di scegliersi i parlamentari e coinvolgendoli nella cosa pubblica; tutelando le minoranze e le opposizioni; allargando gli spazi di partecipazione diretta alla formazione delle leggi; limitando l'immunità parlamentare alle opinioni espresse e ai voti dati e abolendo i privilegi impunitari in materia di arresti, intercettazioni e perquisizioni; combattendo i monopòli e i conflitti di interessi, specie nel mondo della televisione e della stampa; ampliando l'indipendenza e l'autonomia dei poteri di controllo, dalla magistratura all'informazione.

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  4. Se si cancellano le forze sotto 8 x cento e si impongono più firme per i referendum della democrazia, fatta da maggioranze e minoranze e da opportunità di partecipazione, che resta?
    Renzi si proponeva di cambiare il PD ma sta cambiando le istituzioni con Berlusconi.
    Basta così!
    Non ci resta che il Fatto Quotidiano.
    raffa

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  5. Comunque il problema di rafforzare il governo esiste.
    Certo non deve essere l'unica preoccupazione.
    Anche il tema della rappresentatività del paese deve essere garantito.
    Dunque si potrebbe differenziare le Camere.
    Una che vota fiducia con una Maggioranza espressione della scelta dei cittadini con un eventuale ballottaggio tra i due partiti o coalizioni più votati.
    L'altra eletta con il sistema proporzionale che può discutere e modificare le leggi che ritiene da correggere.
    Può essere?
    L.

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  6. 10 proposte e migliaia di emendamenti ...
    L'ostruzionismo impedisce di discutere le questioni di fondo e di contarsi democraticamente. Senato elettivo o no. Assemblea delle autonomie o altro. Sbarramento uguale per tutti o no. Premio di maggioranza per partito o per coalizioni. Preferenze o collegi uninominali.
    Su questo si scoprirebbe che ci sono opzioni trasversali.
    Si dividerebbe il PD. In parte con 5 stelle e Sel, in parte con FI e le destre.
    Così anche per i centristi.
    Antonio

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  7. Al tempo Antonio.
    Il più alto numero di emendamenti sono stati presentati da quel partito vostro alleato nel voto del 25 febbraio 2013 senza il quale avrebbero vinto altri e voi sareste minoranza.
    Chiaro?
    SEL ha contribuito a fare della coalizione del Centrosinistra il soggetto più votato e maggioritario alla Camera.
    Dopo di che il PD l'ha scaricato per tutti gli atti fondamentali: l'elezione del Presidente della Repubblica (Napolitano è stato votato da PD, PdL, UdC e Scelta Civica), il Governo Letta (idem), il Patto del Nazzareno per le modifiche costituzionali.
    Ma come? Si riforma la Democrazia dividendo lo stesso Centrosinistra che è stato il soggetto relativamente più votato?
    C'è un ribaltamento di ogni logica e l'accordo scritto e sottoscritto con Berlusconi, il Condannato, non è solo simbolico ma sostanziale. Un gran brutto cambiamento. Non l'unico. Quello che è voluto da Matteo e Silvio. Si può volere altro?
    Lo si fa con tutte le regole a disposizione. Tutti le rispettino!
    Franca

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  8. Perché Renzi, invece di fare battute, non sta al merito delle proposte più serie che sono state fatte in alternativa all'accordo con Berlusconi?
    La mia risposta è semplice. Perché in realtà non vuole o non può cambiare l'accordo del Nazzareno. Quindi risponde solo alle battute o agli insulti di avversari "di comodo": colpo di sole, fronte del No ...
    Poi se gli va male nel voto al Senato, imporrà elezioni anticipate ...
    Prima di dover rendere conto della crisi e dei suoi mancati provvedimenti economici.
    Anna

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  9. Apprezzo.
    Mi sembra un progetto molto più interessante di quello proposto dal patto Renzi - Berlusconi.
    Parlo esclusivamente di merito.
    Anche se non mi sembra un caso.
    Spero che le opposizioni resistano e facciano fallire una svolta autoritaria.
    Bracco

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