venerdì 30 agosto 2013

E' ora di governare il cambiamento!


La maggioranza PD - PdL - piccolo grande Centro pare tenere e consolidarsi. Il Presidente del Consiglio dice: "non ci sono più scadenze".
Sotto la regia di Giorgio Napolitano, con l'impegno diretto del gruppo dei giovani ex democristiani al Governo (Letta, Alfano, Franceschini, Mauro, Lupi, Delrio) e la consulenza ordinaria e interessata di alcuni (più o meno) saggi ex
comunisti (Violante e Ranieri) si è trovata una nuova mediazione su alcune scelte considerate fondamentali.
La decisione ritenuta più importante riguarda l'IMU.
Non sarà pagata per il 2013 (su prime case e terreni), anche se non è ancora chiaro come verranno sostituite le entrate previste in bilancio per le rate previste a fine anno. Evidentemente, in questo caso, non deve esserci contemporanea compensazione.

Dal 2014 sarà sostituita con altra tassa. Forse TaSer, non ancora definita (altro rinvio, altro argomento in cascina; l'approfondimento, la discussione e la necessaria prossima scelta sono, per il Governo, una assicurazione sulla vita). Intanto, si dice, sarà "una tassa sui servizi". Un passaggio politico e culturale rilevante. Si potrebbe passare da una imposta su un "patrimonio" posseduto (quello immobiliare) a una tassa unica per i servizi (casa, rifiuti, illuminazione ...) e, probabilmente, verrà scaricata su Enti Locali e/o Regioni. A pagare sarebbero, così, non i possessori, ma i fruitori, compresi gli inquilini ...
Sarebbe un altro tassello nell'opera di demolizione dei principi e degli indirizzi Costituzionali. Là dove si parla di progressività.
La stessa determinazione mostrata nel superamento / cancellazione dell'IMU non è stata adottata per fronteggiare gli effetti sociali devastanti delle politiche di austerità di Monti (Fornero, soci e sostenitori) e delle scelte industriali più irresponsabili.
Per i lavoratori senza lavoro e senza reddito in attesa della pensione, solo indicazione di tetti di spesa disponibili.
Nessun diritto sancito in modo definitivo. Nessun impegno certo. Ancora limiti, nelle risorse destinate alla "salvaguardia" degli "esodati" (si parla di 6.500 che si aggiungerebbero ai 130.000 su 390.000 interessati) e nella possibilità di accedere alla mobilità, alla cassa integrazione, agli "ammortizzatori sociali".
È un altro, diverso approccio politico e culturale.
Su alcuni argomenti Governo e maggioranza si confermano decisionisti (capaci di interviene con determinazione e a prescindere dagli effetti). Su altri prevalgono sempre le condizioni complessive, le ricadute economiche, gli
equilibri di bilancio dati e, apparentemente, immodificabili. Continuano i due
pesi e le due misure.
Non è poco. Ma non è ancora tutto.
Sarebbero comprensibili i sorrisi e i messaggi di LettAlfano senza (almeno) un significativo rinvio del prossimo appuntamento al Senato sulla decadenza del sen. Silvio Berlusconi? E' davvero pensabile, a pochi giorni di distanza dal
"successo" unanimemente propagandato, un voto opposto ed una rottura sul tema della permanenza in Senato del Cavaliere, proposto dal PdL come "agibilità politica" del leader?
Del resto, Berlusconi ha prontamente accolto i suggerimenti di ricorso in Italia ed Europa, indicati in queste ore anche da autorevoli ed influenti esponenti democratici.
Ma un rinvio della decisione sulla decadenza da senatore del condannato Silvio Berlusconi non finirebbe per avvalorare, da un lato, le tesi e il potere del Capo del Centrodestra, dei suoi uomini e delle sue donne e le parole, dure e
critiche, del redivivo Mario Monti, che invita Enrico Letta a governare ("... per i prossimi cinque anni") con la schiena dritta e non "da smidollato" e, dall'altro lato, le accuse (a Cinque Stelle) "di essere tutti egualmente corresponsabili del malgoverno", della corruzione e della "difesa dei condannati"?
Attenzione!
Qui ci si gioca davvero molto, se non tutto.
Oggi, "costruire il futuro per l'Italia" e "stare in Europa" significa considerare e porre la "questione morale" in primo piano, come grande tema politico, culturale, sociale, democratico.
E la vicenda di Silvio Berlusconi è un simbolo e un macigno. Non se ne può prescindere, ma neppure può divenire facilmente un capro espiatorio. Pone, sempre più, un problema strategico: di politiche, alleanze e blocco sociale, in Italia, in Europa e nel mondo.
Diversamente, che senso ha parlare di "cambiamento", proporsi di Governare, Fare Politica e organizzare Congressi?



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