venerdì 23 agosto 2013

E' ora di giustizia sociale!

E’ ora di giustizia sociale!
A quasi due anni di distanza è tempo di verifiche per i provvedimenti sulle
pensioni dell'autunno 2011. La "riforma" Monti - Fornero. L'atto più rilevante
deciso (a tutt'oggi) dalla strana maggioranza PD - PdL - Centro, che nella
testa di autorevoli "strateghi" doveva sostituire il Governo di Centrodestra ed
una personalità squalificata ed ingombrante come Silvio Berlusconi, senza
tuttavia cambiare, nella sostanza, le politiche economiche e sociali che sono
all'origine della crisi generale che viviamo in Italia, in Europa e nel mondo.
1. Ci sono alcune centinaia di migliaia di persone (ultra o quasi sessantenni)
senza alcun reddito, da lavoro e da pensione.

Non sappiamo neppure il numero. Non ci è ancora stato detto, ufficialmente,
dai Presidenti del Consiglio e dai Ministri che si sono succeduti. Nonostante
richieste e interpellanze. Dall'INPS è uscita una cifra superiore ai 390.000.
Non è rilevante, ma anch'io sono tra questi. Senza reddito, dopo quaranta anni
di lavoro effettivamente svolto (con l'impegno che mi è stato possibile e
riconosciuto) e di contributi sempre pagati allo Stato (che ritengo un dovere
di ogni cittadino). In molti casi, si tratta di persone con famiglie a carico.
Magari, figli o nipoti. Spesso in cerca di lavoro o privi di un lavoro
dignitoso che consenta loro di costruire una prospettiva di vita e di rendersi
autonomi, da genitori o da nonni.
2. Ci sono molti giovani inoccupati e disoccupati in più.
Spostare in avanti l'età pensionabile (verso i settanta) con misure forzate e
cogenti non poteva provocare altri effetti. Ma si sosteneva, in troppi, che non
sarebbe andata così. Ricordo alcune discussioni di quel l'autunno inverno.
Anche qualche amico/a obiettava: "non è automatico. Andare prima in pensione
non produce sempre un giovane occupato in più". Ci sta. Ma soprattutto è vero
ed oggi è dimostrato, che prolungare l'età necessaria per il pensionamento,
soprattutto in anni di recessione e di decrescita (infelice, perché non
programmata e organizzata), ritarda l'entrata dei giovani nei processi
produttivi e nel lavoro! Infatti, oggi, siamo al massimo storico di giovani
senza lavoro. Lo dicono tutte le statistiche e le conoscenze in nostro
possesso. Con effetti pesanti. Maggiore rigidità organizzativa, minore
innovazione (di capacità di base e di idee) e, dunque, maggiori costi per le
aziende e per lo Stato. Quando mai i lavoratori "maturi" sono più aggiornati,
flessibili e costano meno di giovani diplomati e laureati? Infine, i giovani
debbono attendere, vengono tenuti ai margini, umiliati. Non possono programmare
la loro vita, rendersi autonomi, indipendenti.
3. Invecchia la classe produttiva e dirigente del paese.
Una parte sempre più significativa di operai, impiegati, quadri e dirigenti
rimane sui luoghi di lavoro (anche con ruoli alti ed importanti) legata alle
abitudini ed alla cultura di una oramai lunga vita lavorativa, magari scontenta
ed in attesa (tranquilla o spasmodica) di raggiungere il meritato riposo o la
fase della terza età in cui ci si può dedicare, ancora con buon profitto
(individuale e collettivo) ad hobby, interessi e volontariato sociale, a lungo
condizionati e sacrificati a ritmi intensi e stressanti di lavoro e di vita.
Chi conosce un buon imprenditore o un rispettabile dirigente, attenti al futuro
e impegnati ad innovare le capacità della loro realtà produttiva e sociale,
preferire un sessantenne ad un ventenne-trentenne?
No. Le misure pensionistiche Fornero - Monti avevano altri scopi, rispetto a
quelli raccontati con grande sostegno di propaganda (adeguarsi alla accresciuta
"speranza di vita" dei cittadini e stabilire maggiore "equità" tra
generazioni). I principali erano: fare cassa, ridurre gli impegni (prossimi ed
apparenti) di bilancio, accontentare una Troica Europea incapace di pensare ad
un mondo nuovo, più giusto e sostenibile.
Vi erano altre strade. Anche in materia di pensioni e risparmio della spesa
pubblica.
1. Risulta che l'INPS paga ancora incredibili pensioni d'oro.
La prima di oltre 90 mila euro lorde al mese. Tremila euro al giorno!
Tal Mario Sentinelli (ex dirigente Telecom) riceve 91.337,18 euro lordi. In
più, fa ancora fa parte del Consiglio di Amministrazione della sua vecchia
Azienda (110 mila euro annui di compenso) e beneficia di altri lauti compensi:
35 mila per il Comitato esecutivo e 45 mila per il Comitato di controllo e
rischi. Solo un esempio. Risulta, infatti, che nella fascia di pensioni
superiori a 4.000 euro al mese ci siano 104.793 persone. A fronte di circa 4
milioni di pensionati al minimo, che debbono campare con 500 euro al mese. In
tempi di ristrettezze ed austerità non si può cambiare questa insostenibile
situazione?
2. Permangono, ancora, liquidazioni d'oro.
Pier Francesco Guarguaglini, Presidente di Finmeccanica, da indagato per fondi
neri e frode fiscale, ha ricevuto 4 milioni di euro e ha replicato alle
critiche "... e allora i 38 milioni liquidati da Unicredit ad Alessandro
Profumo"? Sono solo gli esempi più clamorosi. Molti altri se ne potrebbero fare
e sono conosciuti. Anche più vicino a noi.
Si può difendere ed accettare ancora questa realtà?
3. Ci sono troppi redditi d'oro, che sommano stipendi, premi vari e compensi.
Spesso a carico di aziende ed enti pubblici e privati si aggiungono i costi
annui per versamenti a spropositate pensioni integrative.
Gli esempi più noti e clamorosi sono quelli di Marchionne, Montezemolo e
Tronchetti Provera. Si è sempre nell'ordine di diversi milioni di euro annui.
Ma non sono molto di meno quelli di altri manager pubblici, a partecipazione
pubblica e cooperativi. Anche qui potremmo entrare in dettagli ed informazioni
che poco aggiungerebbero alla sostanza.
Il Governo LettAlfano intende intervenire in merito?  E i partiti della
maggioranza, PD in testa, hanno proposte da presentare ai primi di settembre in
Parlamento e nel paese per la salvaguardia degli "esodati", per le pensioni, le
liquidazioni, le buonuscite, i doppi (e tripli) incarichi e redditi?
È ora di giustizia sociale, di solidarietà e di diritti per tutti!
L'economia e le società non si rilanciano con l'ulteriore arricchimento di
pochi e il progressivo impoverimento dei più ...
Né si può restare bloccati su IMU, IVA ed agibilità politica di un leader
condannato in via definitiva.
O tentare un nuovo falso scontro elettorale tra Fan di Berlusconi e suoi
attuali alleati più rispettosi delle sentenze definitive ma incapaci di
cogliere il forte bisogno di cambiamento sociale, politico e culturale che
scuote il paese ed il mondo.



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