mercoledì 25 gennaio 2023

Questo PD, la RAI, l'Italia e il mondo ...

L'Espresso ha scelto da tempo e continua a promuove i suoi candidati alla guida del PD ...















Da mesi si parla del prossimo Segretario del secondo partito italiano. Servizi, commenti, valutazioni sono all'ordine del giorno. Lo si è fatto in passato per lanciare e promuovere "auto candidature". Ora per presentarle. Protagonisti grandi gruppi privati e RAI. Quasi sempre con il rispetto "che si deve" a chi esercita potere politico ed istituzionale. Spesso con l'attenzione a non creare problemi ad un partito cardine del "sistema", la cui iniziativa è fonte certa di riconoscimenti e "ritorni". Domenica un ampio spazio sulla TV pubblica è stato dedicato da Lucia Annunziata nella trasmissione del primo pomeriggio sulla terza Rete, "Mezz'ora in +". Molto bla, bla, bla ... Da parte di tutti. 
A partire dalla conduttrice. Che si è ben guardata dall'avanzare domande dirette di attualità, essenziali e dirimenti. Un problema. Non nuovo per la TV di Stato dei cittadini contribuenti.

Stefano Bonaccini ad esempio ha sollecitato un "rinnovo" completo del gruppo dirigente e Paola De Micheli un cambiamento deciso "nel funzionamento del Partito"; Gianni Cuperlo ha detto della necessità di superare la tendenza "governista" e di non praticare "trasformismo" ed Elly Schlein di aprirsi e dialogare con culture ed esperienze ecologiste, femministe, impegnate a dare dignità piena al lavoro. Tutto molto bello (e anche giusto). Ma è pensabile, se queste sono davvero le sfide alte (e condivise) da portare a sintesi nei prossimi mesi, che il nuovo leader possa ritenere di esercitare contemporaneamente la responsabilità di Segretario del nuovo corso insieme alla Presidenza della Giunta di una Regione? E, poi, perché non scegliere, come elemento distintivo e di rispetto delle diverse comunità che eleggono, di svolgere un solo impegnativo incarico alla volta? A tempo pieno, senza null'altro da fare e pensare? Per cui essere riconosciuti, giudicati e verificati? Anche così si vive in una Democrazia compiuta, si promuovono risorse, intelligenze, responsabilità, comunità partecipi. La favola che "un Segretario di Partito è più dentro la realtà se contemporaneamente Governa una Regione" è semplicemente ridicola e falsa. E non fa onore a chi la racconta. Tali e tanti sono i problemi su cui lavorare giorno e notte e su cui dibattere e ragionare quotidianamente tra persone con ruoli distinti, con idee diverse, che debbono trovare insieme percorsi e priorità comuni per il bene di tutti.
Insomma meno Potere concentrato su singole persone (e staff o correnti), più protagonismo critico organizzato e ricco di pluralità, funzionale ad ascoltare e rispondere ai cittadini per cui si opera.
Rappresentanze politiche (o economiche, imprenditoriali) ed istituzionali vanno distinte! Chi porta primarie responsabilità operative per le une non può farlo per le altre. Come libera scelta, prima ancora che come obbligo di legge.
Questo per cominciare. E indicare un percorso nuovo, che valorizza insieme il confronto pubblico plurale ed un impegno politico radicato nella società e nelle Istituzioni.

Secondo. In questi giorni l'arresto di Matteo Messina Denaro è all'attenzione del Paese. Non possono sfuggire le complicità e le contiguità che hanno reso possibile decenni di latitanza del boss nei territori in cui le organizzazioni criminali operano, curano affari, relazioni, interessi. Nel Sud e nel Nord Italia, comprese la Toscana e l'Emilia Romagna. La questione è nazionale. La lotta alle mafie riguarda la politica, i partiti, i sindacati, i governi locali e nazionali. Dunque un moderno Partito democratico e di sinistra, che vuole costruirsi una funzione storica, di utilità sociale, come opera quotidianamente per estirpare associazioni criminali, illegalità diffusa, corruzione? Possiamo dimenticare che in queste ore parlamentari europei, nonché esponenti locali noti come "sinistra", sono in galera o indagati? Alcuni al soldo di regimi autoritari, altri al servizio di multinazionali o gruppi economici che fanno profitti e saccheggiano l'ambiente? Possono essere considerati "mele marce" come si sente ripetere ancora? Questione da delegare alla Magistratura? O la Politica ha da intervenire in proprio: per prevenire il ripetersi di situazioni incancrenite, come a Roma, Napoli e troppi altrove (Brescello incluso). L'argomento - fuori dal campo delle domande di Lucia Annunziata e del "Servizio Pubblico" - è di stringente importanza considerando i fondi da gestire e le procedure semplificate e accelerate proprio in questi mesi: per corrispondere alla traduzione italiana di Next Generation EU (il mai adeguatamente discusso PNRR), per costruire grandi (e costosissime) infrastrutture, per fronteggiare le sfide irrisolte in materia di energia, rifiuti industriali e urbani, risanamento ambientale di siti e territori pesantemente inquinati.

Ma ancora. Qualcuno si è chiesto perché 3 dei 4 auto candidati alla prossima Segreteria del PD sono emiliani ed uno è di origine friulana, ancorché da decenni considerato intelligenza critica inascoltata nel suo partito? Forse il fatto è che al di là di ogni discorso "sui valori", questo PD ha trovato la sua ragione d'essere essenzialmente nell'esercizio del potere politico - istituzionale, nella gestione di Enti e sottogoverno, di concerto con le burocrazie (spesso autoalimentate anche con percorsi distinti di auto-sostegno) che si sono consolidate in Ministeri e Amministrazioni e con i vertici dei principali gruppi imprenditoriali, finanziari ed assicurativi che presidiano il Paese. E, se questo è da anni motivo di consolidamento e di "formazione" del ceto politico del PD e degli alleati di Centrosinistra, divengono irresistibili la tentazione e il ricorso a costruire (dentro e fuori il partito) percorsi nazionali per i pochi esponenti presentabili come "vincenti" ovvero portatori di relazioni e "modelli" di qualche successo e di più o meno consistenti "riconoscimenti". Ecco dunque che, pesando ancora in Toscana l'esperienza e i lasciti di Matteo Renzi, forse al PD non restano che emiliani. In verità Uno, Stefano Bonaccini, che nonostante il disappunto di tanta parte della sinistra interna e diffusa è riuscito nell'impresa di battere Matteo Salvini (e la candidata Lucia Borgonzoni) nel gennaio del 2020 alle elezioni regionali; grazie al mutuo soccorso della giovane Coraggiosa, Ecologista e Femminista Elly Schlein (al tempo fresca e coerente portatrice di istanze di cambiamento sociale radicate nel territorio) e delle Sardine, un movimento antifascista composito attivato ed aggregato con innegabile intelligenza politica "contro" lo sfondamento della Lega e delle Destre anche in terra di Resistenza. 

Il punto vero, che fatica ad emergere sul piano nazionale, sta nel fatto che proprio l'esperienza di Governo in Emilia Romagna resta nel segno di un riformismo sempre più debole, contraddittorio e incapace di costruire un futuro di sostenibilità e di liberazione rispetto alle grandi sfide aperte nel mondo in crisi.
Stefano Bonaccini e la sua Giunta 2020-22 (Elly VicePresidente) hanno scritto il Patto per il Lavoro e per il Clima mediando (senza sintesi) tra istanze contrapposte e nel segno di politiche ancora fortemente condizionate dalla dipendenza verso il PIL (con investimenti energivori tradizionali e promesse di conversione ecologica di lungo - o lunghissimo - periodo) finendo per praticare costantemente (e soprattutto, ora, con Irene Priolo e Igor Taruffi al posto della Schlein) scelte pro imprese ("senza di loro non c'è lavoro" sostiene Bonaccini) di corto respiro, a prescindere da qualità dei progetti e delle pratiche, dei processi e dei prodotti. Mai competitivi e lungimiranti nel medio - lungo periodo. Il tutto concertato con i vertici di Confindustria, Legacoop, Confcommercio, associazioni di categoria. E nella moderata e disperata soddisfazione di sindacati confederali a cui si garantiscono uomini di collegamento (come l'Assessore Vincenzo Colla) e tavoli di concertazione per tutelare almeno una parte degli esuberi o della nuova occupazione nelle imprese private (anche se producono manufatti "nocivi alla salute delle persone", vedi Philip Morris), cooperative (nei settori dei servizi e della "sussidiarietà") e pubbliche (dove pure la dequalificazione dei funzioni strategiche è realtà e la subalternità rispetto agli uffici tecnici e professionali dei grandi gruppi privati è prassi).

Escono così, proprio in terra emiliana, esperienze imbarazzanti, se raccontate e discusse sul piano nazionale ed europeo
Inadeguatezza nella gestione della pandemia e crisi della sanità pubblica, nonostante il punto di partenza sicuramente più avanzato e strutturato di altre realtà regionali. La presenza di strutture e professionisti di eccellenza si intreccia con crescenti problemi. Si pensi alla mancanza di visione (o peggio, all'interesse per l'affermarsi di assicurazioni, gruppi imprenditoriali e cliniche private) che ha portato alle attuali carenze di medici, infermieri e operatori nei Pronto Soccorsi e in tanti essenziali presidi ospedalieri nei territori. Altro che medicina di base garantita a tutti e prevenzione!
Controtendenza nella conversione ecologica delle produzioni e delle infrastrutture essenziali. Si pensi alle richieste di rinvio dei tempi fissati per la transizione all'elettrico delle auto in campo europeo, al rilancio degli impianti di estrazione e commercio dei carburanti fossili (trivellazioni e rigassificatore/i con contratti ventennali), al reticolo di nuove autostrade e strade, Passanti di mezzo e tunnel sotto l'Appennino che sono in cantiere o in progetto e mediazione con le Destre, al consumo di suolo diffuso e continuo (sotto il nuovo caso di un ipermercato ad Anzola dell'Emilia, a pochi passi dal CentroBorgo), al mancato avvio di esperienze di economia circolare, di conversione energetica alle rinnovabili, di risparmio delle materie prime e di santificazione di acqua e aria (con la sistematica negazione del referendum sui Beni Comuni, vedi proroghe nella gestione dell'acqua ad HERA). Mentre vantiamo primati e continuiamo a produrre ed esportare plastiche nocive e sigarette cancerogene.

Ecco perché il consolidato "orgoglio emiliano romagnolo" si è alquanto ridotto rispetto a 30-40 anni fa e articolato in più posizioni. Come riscontrabile per chi vuole capire i problemi tanto nella partecipazione al voto in costante caduta: nell'ottobre 2021 per il Comune di Bologna si sono recati alle urne il 51% degli aventi diritto. Nel 2020 per le Regionali l'astensionismo aveva riguardato 1 elettore su 3; quanto nell'esigenza di presentarsi in coppia: un erede della "tradizione" in competizione con una donna di "rottura" alle Primarie per il Sindaco di Bologna nel 2021, un "pragmatico" e "solido" Presidente di Regione sfidato (in verificata amicizia) da una giovane "idealista" simbolo dei diritti civili.

Nell'impossibilità (mancanza di volontà?!) di ricondurre a sintesi forti e radicali è quanto necessario per limitare i danni. 
Vale anche in merito alla collocazione sulla grande questione della guerra e della pace, riarmo o disarmo, per un nuovo ordine internazionale. A Bologna come in quasi tutte le altre città amministrate da PD ed alleati l'appello ripetuto del Portico della Pace e di Europe for Peace, di tante associazioni laiche e religiose per la messa al bando delle armi nucleari non ha prodotto pronunciamenti. Solo la ViceSindaca, Emily Clancy, ha partecipato a manifestazioni nazionali di dissenso nei confronti delle posizioni del Governo Draghi e del PD, totalmente allineati ai vertici NATO. "Posizioni personali" e di una parte di quella che vorrebbe essere considerata la "Amministrazione più progressista d'Italia". 
Ma Lucia Annunziata non ha molto tempo per approfondire. Poi tutti e 4 i candidati alla Segreteria del PD si schierano per la "escalation" militare (la Repubblica di oggi). Incuranti dei rischi ("gli ultimi 90 secondi" titola Avvenire!) e degli appelli di tanta parte della cultura e del popoli. Incapaci di cogliere ogni proposta avanzata e innovativa, come quella del professor Luigi Ferrajoli Per la Costituzione della Terra (Feltrinelli, 2022, 19 euro).

Difficile pensare che così proseguendo si costruisce una speranza di Liberazione. 
La lotta continua.


Dall'Espresso (Gruppo GEDI) al Corriere della Sera (Cairo Editore): la competizione amichevole Bonaccini - Schlein è il Prima pagina ... Una promozione a "reti" unificate (22 gennaio 2023)


L'Espresso è stato "lungimirante: ecco la copertina del 7 settembre 2020. Elly dal "coraggio di dire No" al coraggio di dire Si ...


Su Repubblica il "coraggio" di Stefano Bonaccini ... (25 gennaio 2023)


Da anni anche Bologna è interessata a illegalità e famiglie ricche ("sequestrate ville a Bologna e in Costa Smeralda") ed use "ad atteggiamenti intimidatori" scrive il Corriere ... (20 gennaio 2023)


La consigliera regionale di Forza Italia chiede a Bonaccini di "fare di più" e di "gestire il PNRR come il terremoto" ... dove non mancarono gli inserimenti di aziende delle mafie (21 gennaio 2023)


Repubblica Bologna pubblica "lo studio di Prometeia" e titola: "crescono PIL e investimenti" ... (25 gennaio 2023)


Lungo la via Emilia, alle porte di Bologna il progetto di un nuovo ipermercato: "non serve" sostengono esercenti ed ambientalisti ... (il Carlino Bologna, 20 gennaio 2023)














Un comitato di cittadini e di associazioni ambientaliste promuove per sabato, ore 10,30, un "flash mob". Appuntamento nella piazza di Lavino (gennaio 2023)


Dai conflitti urbani al confronto politico nazionale ... Su la Repubblica "le idee" di Giulia Rodano ... (24 gennaio 2023)


La Prima pagina di la Repubblica: "svolta nella guerra" e titolo "Escalation" ... (25 gennaio 2023)
 



















"I tank Leopard e Abrams in viaggio verso Kiev" in seconda pagina ... (25 gennaio 2023)


E dall'ex Ambasciatore USA alla NATO parole raggelanti: "Ora Zelensky può vincere la guerra. Non credo che Putin reagirà usando il nucleare" ... (la Repubblica, 25 gennaio 2023)


L'Avvenire titola "Ultimi 90 minuti" e sostiene "l'Orologio dell'Apocalisse nucleare segna un minuto e mezzo al disastro" ... (25 gennaio 2023)


Il libro di Luigi Ferrajoli Per una Costituzione della Terra. L'umanità al bivio (Feltrinelli Editore 2022, 19 euro)

















Il popolo della pace in piazza a Bologna a Capodanno 2023. "Per il futuro" ... 


Le Donne in Nero in via dell'Indipendenza: "Osiamo la pace. Disarmiamo il mondo" (1 gennaio 2023)


4 commenti:

  1. Non sosterrò mai un partito che:
    a. vuole risolvere le controversie internazionali con la guerra.
    b. continua a finanziare le fonti energetiche fossili.
    c. rivendica opere inutili o dannose.
    d. favorisce industrie insalubri e prodotti nocivi.
    e. preferisce curare anziché prevenire.
    f. giustifica le diseguaglianze e lo sfruttamento.
    g. differenzia i diritti e i doveri dei cittadini in base a paesi, razze, ceto, genere e religioni.
    h. occupa le istituzioni pubbliche per interessi di gruppo.
    R.

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  2. Il PD e più in generale la politica non discutono i problemi veri del mondo d'oggi. In primis le relazioni internazionali con i conflitti aperti che sono armati ma sempre economici e di potere.
    Con la guerra in Ucraina cambiano le tradizionali relazioni e i commerci internazionali.
    Un partito serio, di sinistra o di destra, di questo ragiona. Se vuole essere popolare e democratico lo fa nelle assemblee congressuali con i suoi soci. E in campagna elettorale con gli elettori.
    Il PD non ci prova neppure e imbastisce uno scontro fittizio su nomi e cognomi che non lasciano trapelare sostanziali diversità. Tant'è che i due massimi candidati hanno governato insieme fino a pochi mesi fa in Emilia. Con le scelte che qui giustamente vengono criticate. In fondo indistinguibili da quelle di altre regioni amministrate dal centrodestra.
    Il fatto è che da tempo le scelte politiche più importanti sono appannaggio di centri di potere a cui i partiti non tengono testa. La cordata che rappresenta un uomo come De Scalzi ad esempio seppellisce governi di ogni colore e detta le scelte energetiche a tutti i presidenti del consiglio che si alternano.
    Uscirne non sarà facile, Ma provarci è una necessità per chi vuole giustizia, libertà, autonomia.
    Zorro

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  3. Povero Bonaccini!
    Prima costretto a competere con un 60enne già sconfitto da Renzi, con una neo iscritta gia sua vice in Regione e con una ex ministra che per sua stessa ammissione non frequenta città a cui ha regalato pacchi indigesti.
    Poi costretto a fare due lavori, presumo per lo stesso stipendio.
    Per fortuna che l'uomo è di buona costituzione e di illimitata presunzione.
    Raffa

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  4. C'è un racconto secondo cui il riscaldamento della terra, la guerra e il riarmo sono considerati fenomeni ineluttabili. Non scelte delle comunità degli uomini.
    Pretenderei che il servizio pubblico radiotelevisivo informasse correttamente. I partiti dovrebbero esigerlo e discutere che fare per cambiare il corso delle cose....
    Invece no. Tutto è finalizzato a contare fan e consensi tra alcuni potenziali capi. Salvo rimuoverli al prossimo rovescio.
    Ros

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