venerdì 8 ottobre 2021

Bologna, Italia. Occhio al voto ed alle semplificazioni

Manifesti sotto le Due Torri per la campagna elettorale delle Amministrative 2021   











Bologna ha un nuovo Sindaco, sostenuto da una nuova Coalizione. Protagonista è una generazione di trenta-quarantenni. Buon lavoro! E' naturale che Matteo Lepore ed Emily Clancy siano al centro delle attenzioni locali e nazionali. E tuttavia non deve sfuggire a nessuno che un eccesso di semplificazione dei risultati elettorali possa ora compromettere il percorso da intraprendere per il futuro di Bologna e del Paese. E di letture parziali o distorte ne sono in campo molte. Troppe. Dunque il primo invito per chi vuole trarre insegnamenti dal voto del 3 e 4 ottobre è studiare, approfondire, capire maggiormente gli umori ed i travagli dell'elettorato che si è espresso.

Primo dato. Noto ma mai sufficientemente sottolineato: nella "Città più progressista del mondo" ha votalo il 51% degli aventi diritto. Il 49% di astensione è il dato più forte e clamoroso di questa tornata elettorale. Ed uniforma Bologna alle altre grandi città. Conseguenza dei sondaggi che qui proponevano con largo anticipo un risultato scontato del voto? Effetto della festività di San Petronio? Può essere. Ma resta il dato politico: si è trattato di una partita sostanzialmente giocata tra "continuità" o aggiustamenti "soft" in corso d'opera e "alternativa di destra". Con l'Assessore Lepore (dieci anni in Giunta con il Sindaco Merola e "predestinato") sostenuto anche da chi - nel 2016 - si era proposto come "terza forza" anti "establishment", critica, di sinistra o ambientalista (M5S, Coalizione Civica, Verdi) contro Fabio Battistini un (imprenditore) Civico sostenuto da Lega di Salvini, Forza Italia e Fratelli d'Italia di Meloni.

Secondo dato. Matteo Lepore è il Sindaco di Bologna contemporaneamente sostenuto dal numero più alto di sempre di liste e dal numero più basso di consensi dei cittadini: 94.565 su 306.240 aventi diritto (pari al 30,9%). Fino al 1990, come noto, Giuseppe Dozza, Guido Fanti, Renato Zangheri e Renzo Imbeni vennero eletti o confermati dal Consiglio Comunale. Altra epoca storica. Tuttavia vale la pena ricordare che la sola Lista Due Torri (PCI più indipendenti di sinistra) nel 1990 conquistò oltre 124mila voti. Successivamente, cambiato il sistema, con l'elezione diretta del Sindaco: nel 1994 Valter Vitali (sostenuto da una Coalizione democratica e di sinistra) conquistò 145mila voti; nel 1999 Giorgio Guazzaloca (sostenuto dal Centrodestra) quasi 105mila suffragi; nel 2004 Sergio Cofferati (Sinistra) oltre 140mila consensi; nel 2009 Flavio Delbono ha sfiorato quota 113mila su 305.125 (36,9%); nel 2011 Virginio Merola arrivò a 106mila su 302.325 (35,1%). Un dato che può anche essere di stimolo. Un "avviso ai naviganti" per lavorare con maggiore determinazione e impegno al confronto pubblico e ad una svolta ben più marcata sulle contraddizioni aperte, soprattutto in risposta alle emergenze sanitarie, ambientali e climatiche che viviamo. Nella consapevolezza che i predecessori, forse troppo sicuri dei loro successi e di se stessi, hanno pagato dazio o abbandonato, rimossi dal partito o bocciati dal voto popolare. Solo Merola ha avuto l'opportunità di un secondo mandato, perdendo (nel 2016) decine di migliaia di voti e quindi costretto al ballottaggio. 

Terzo dato. Il PD ha gestito con indubbia scaltrezza una difficile divisione interna tra correnti e cordate di potere (quelle denunciate da Zingaretti non sono solo romane e non si sono di certo estinte con l'arrivo di Letta), tra tattiche e strategie politiche. L'operazione Primarie è stata indubbiamente efficace, ma ... Gli alleati conquistati sono in buona parte in difficoltà o duramente ridimensionati. Valga per tutti il dato clamoroso del M5S. Ha un bel da dire Max Bugani. Candidato Sindaco cinque anni fa conquistò (suo malgrado?) quasi 29mila voti e dopo 5 anni di lavoro in Città e a livello nazionale ne ha persi almeno 24mila, raccogliendone meno di 5mila. Dal 16,6% ad un modestissimo 3,4% (nonostante Conte). Una "necessaria selezione" per una "opportuna ripartenza"? Oppure una progressiva incomprensibile rinuncia a progetti qualificanti e caratterizzanti (es. la conversione ecologica) e a sacrosante battaglie (es. la priorità negli investimenti per una mobilità eco-compatibile, con il Si al SFM e il No al Passante di Mezzo)? Attenzione, il problema - almeno per una parte dell'elettorato - non sta nella accettazione "della sfida nazionale per il Governo del Paese", ovvero a livello locale nello sperimentare una intesa con PD e CentroSinistra, potenziali alleati per il cambiamento. La questione è legata ai contenuti dell'approdo raggiunto: quasi sempre generici ed indefiniti e che per soddisfare la diffusa domanda di giustizia sociale ed ambientale non possono essere la sostanziale conferma di "grandi" opere sbagliate ed inquinanti (volute da pochi ed avversate da molti) in cambio di mitigazioni e compensazioni già tante volte promesse. 

Anche a Sinistra vale questo ragionamento ed è utile approfondire l'analisi di quanto è in movimento. I media locali e nazionali si stanno concentrando sull'importante successo di Emily Clancy (3.500 preferenze) e degli altri candidati di Coalizione Civica, coraggiosa, ecologista, solidale. Giustificato, per quanto fatto in 5 anni di impegno serio e riconoscibile nella società e nelle Istituzioni, di opposizione e di proposta. Eppure è necessario ricordare che le ottime affermazioni personali di "questa nuova generazione di amministratori" non possono nascondere un campanello d'allarme rappresentato dall'arretramento di consensi raccolti in Città rispetto a 5 anni fa. E nonostante l'arrivo di persone e voti precedentemente PD. La Sinistra della Coalizione vincente ha infatti ottenuto 10.722 voti contro i 12.188 raccolti nel 2016 da Federico Martelloni, candidato Sindaco in alternativa a Merola. E un discorso ulteriore merita il voto nei 6 Quartieri, di cui nessuno parla. Ma che è sbagliato accantonare. Perché quel voto, forse meno condizionato da interessi e pressioni varie esprime ugualmente culture e tendenze.

Quarto dato. Il risultato per i 6 Consigli di Quartiere. Quasi nessuno ne parla. Se non per ricordare il "cappotto" inferto dal CentroSinistra al CentroDestra diviso: 6 a 0. Ebbene nei Quartieri ci sono variazioni significative.

Bologna Progressista Democratica di Matteo Lepore e C. si è presentata ovunque con una sola Lista e il simbolo storico dell'Ulivo. Ed ha raccolto, complessivamente, 79.177 voti, pari al 54,6% dei validi (145.101). Cioè oltre 15mila voti in meno del neo Sindaco. Da considerare che il M5S in questo caso non ha presentato né liste, né candidature. 

A Destra si sono presentate liste separate: la Lega ha raccolto, nell'insieme, 13.834 voti (il 9,5%). Meglio ha fatto Fratelli d'Italia con 24.524 suffragi (il 16,9%). Molto sotto Forza Italia con 8.625 voti (il 5,9%). Sommati i voti raggiungono quota 46.983, il 32,3%. Cioè 1.700 voti in più di Fabio Battistini

Bologna Forum Civico che in Comune sosteneva Stefano Sermenghi Sindaco si sono presentati in soli 4 Quartieri, fermandosi a 3.141 voti, il 2,2%. Poco più di quanto conquistato dal Candidato Sindaco di BFC.

La Sinistra è la vera sorpresa. Nonostante la divisione in due. Potere al Popolo che per il Comune presentava candidata Sindaca Marta Collot (terza, con 3.801 voti  e il 2,5%) è arrivato a 7.048 suffragi, il 4,9%. Meglio Sinistra Unita: con 8.752 voti raggiunge il 6% (contro i 2.433 e l'1,6% di Dora Palumbo candidata Sindaca). Dunque, insieme questa Sinistra critica ha ricevuto nel voto per eleggere i consiglieri di Quartiere ben 15.800 voti (l'11%) dalla stessa platea di elettori che hanno votato per Sindaco e nuova rappresentanza in Consiglio Comunale.

Quattro punti da tenere presenti e da discutere. Almeno per chi non si accontenta degli "equilibri" politici e di potere raggiunti e si propone di andare oltre e, magari, cambiare finalmente questa società malata e insostenibile.


I manifesti sui cartelloni elettorali la settimana dopo il voto del 3 e 4 ottobre pare risentano del risultato ... In particolare quello del M5S "Con/te con noi" pare flettere.
Forse è meglio riflettere su una alleanza ancora troppo carente di innovazioni forti e radicali; subalterna al PD di Letta, Bonaccini e Lepore, a Draghi e Confindustria?
(8 ottobre 2021)

 

Ancora manifesti elettorali dai contenuti ecologici e sociali più che rispettabili, rivoluzionari. In Città e in Regione per l'acqua, la scuola (e la sanità ...) pubbliche, per tutti e di qualità c'è tanto da fare ... La sfida continua!
(8 ottobre 2021)












Nell'intervista al Fatto Quotidiano di ieri il neo Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ripropone una visione dell'alleanza tra PD e M5S ("il baricentro siamo noi", "loro devono decidere da che parte stare") che prescinde gravemente dai risultati elettorali e sottovaluta quanto ancora devono fare anche il PD ed il CentroSinistra per conquistare fasce consistenti di giovani e lavoratori ad un processo condiviso di cambiamento ...
(7 ottobre 2021)


Il problema per la nuova classe politica bolognese e nazionale non è solo quello di mostrarsi migliore di Salvini, Meloni e amici loro ... Bensì dimostrarsi soggetti capaci di governare e praticare - qui ed ora - conversione ecologica e giustizia sociale!
(7 ottobre 2021)

 

Su Carlino Bologna Massimo Bugani ripete che "avevamo al nostro interno persone che non c'entravano niente l'una con l'altra" ... Forse dimentica che anche a Lui, in due mandati, spettava il compito di "conquistarli" ad un Progetto condiviso e di trasformazione. Con la passione, lo studio e l'attività che quotidianamente lo hanno visto protagonista, combattente e "capo" politico ... Dispiace, almeno per quest'anno: Rimandato!
(7 ottobre 2021)


Su Domani Daniela Preziosi presenta il "successo clamoroso" di Coalizione Civica. Certo "c'è vita oltre il PD" e servono ancora maggiore "unità" e protagonismo sociale e culturale. Tuttavia i dati elettorali e, in particolare quelli nei Quartieri bolognesi, suggeriscono ulteriori riflessioni: forse una Coalizione ancor più coraggiosa, più ecologista, più solidale. In Comune, in Regione e, domani, nel Paese.
(8 ottobre 2021)
 

Una interessante intervista a Marco Revelli pubblicata su il Fatto Quotidiano. Giudizi sferzanti: "a destra incompetenti, a sinistra frigidi". Affermazioni stimolanti: "credo sia del tutto fuori luogo il sospiro di sollievo di chi dice che il populismo è finito. Ma è finito dove"? Indicazioni utili per un incontro tra Democratici, Sinistra e M5S: "la speranza di mettere insieme i rispettivi aspetti virtuosi, invece di quelli viziosi" ...
(6 ottobre 2021)  






3 commenti:

  1. Quindi le due sinistre minoritarie hanno sbagliato le due candidate a sindaco?

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    1. Non credo proprio che il magro risultato di Sinistra Unita e PaP alle elezioni per il Comune possa essere attribuito a Dora Palumbo e Marta Collot. Semmai le due candidate hanno rivalutato le rispettive liste deboli per mancate radici sociali.
      Il discorso vale anche per altre donne come Emily Clancy, Rita Monticelli, Isabella Conti, Caterina Manca, Simona Larghetti....... Elena Gaggioli, Federica Mazzoni, Maria Rosa Amorevole tutte persone ben consapevoli e con i piedi ben piantate in città. Piuttosto butterei lo sguardo sulla incapacità di istituzioni, amministratori e governanti di risolvere i problemi aperti e di offrire prospettive...... Insomma vecchi e nuovi partiti quasi sempre diretti da uomini e con logiche maciste non hanno dato ripetutamente buone prove..... Altrimenti non saremmo finiti con la maggioranza degli elettori "in ferie" ed anche a Bologna con un corposo 49% di astensioni. Rimproverare le donne è uno sport nazionale risibile quanto vergognoso.
      Anna

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    2. PS. Anche Max Bugani ed il M5s dovrebbero pensare ad una arroganza inaccettabile contro le donne, le "loro" donne. Nel gruppo consigliare quante ne sono state "perse"? Prima e dopo Dora Palumbo. Ogni volta "giustificate" e mai meditate. La conclusione è il 3,5% di domenica ed una percentuale che non assicura neppure gli strapuntini preventivamente concordati.
      Anna

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