domenica 19 luglio 2020

Conversione ecologica: il coraggio che manca nei Palazzi italiani


"Uno spettro s'aggira per l'Europa" degli anni 2020 ... (la Repubblica, 19 luglio)

















Le autorità sanitarie manifestano scetticismo sul fatto che COVID-19 possa essere trasmesso attraverso le particelle di polveri sottili (come sostenuto da alcuni studiosi di varie Università del nostro Paese) ma confermano che l'incidenza mortale della pandemia è tanto più forte dove lo smog è maggiore e dove le persone sono già sottoposte ad alti livelli di PM10, Pm2,5, biossidi di azoto ed ozono.
Una ragione in più per avviare politiche di conversione ecologica.

Del resto diversi importanti Consigli Comunali (tra cui Bologna e Milano) ed anche la Regione Emilia Romagna lo scorso anno, di fronte a dati inconfutabili e sotto la pressione del movimento ambientalista promosso da Greta Thumberg, dalle ragazze e dai ragazzi di Fridays for Future o Extinction Rebellion, hanno dichiarato lo "stato di emergenza climatico ed ecologico".
Ma poi?
Nessuna delle promesse fatte è stata mantenuta.
Tutt'altro.
A livello nazionale e locale si continuano a proporre politiche economiche di conservazione.
Con #ItaliaVeloce si vorrebbero accelerare gli iter di 130 "grandi" opere che includono, oltre qualche ammodernamento infrastrutturale delle ferrovie, soprattutto insostenibili colate di asfalto e cemento.
In Emilia Romagna il Presidente Bonaccini, suoi autorevoli Assessori e importanti Sindaci di capoluoghi (tra cui il Metropolitano Virginio Merola) insistono su nuove autostrade (come la Cispadana e la Bretella Campogalliano - Sassuolo) ed il Passante in Mezzo a Bologna. Vogliono "cantieri subito", perché considerano questa la risposta alla crisi, il "volano per rilanciare la crescita", le imprese e l'occupazione.
E del resto da questi Amministratori sono venuti in questi anni: i No ai referendum sull'acqua pubblica e per accelerare la transizione alle energie rinnovabili con lo stop alle attività estrattive nel sottosuolo; le battaglie per la sospensione della "plastic tax"; leggi urbanistiche permissive verso il consumo di suolo, che consentono pesanti edificazioni in aree demaniali e pubbliche di valore strategico all'interno delle città. Si pensi a Bologna ed ai conflitti in corso con cittadini liberi e pensanti sul futuro dei Prati di Caprara, delle ex caserme Mazzoni o Perotti, di interstizi urbani destinati a super o ipermercati (spesso in vicinanza di spazi ed edifici dismessi). O a Castel San Pietro Terme con la vicenda dell'espansione CRIF a Varignana o quella dei capannoni della logistica verso Medicina.

Una sfida aperta a chi continua a rivendicare Città eco-compatibili, capaci di assicurare biodiversità e il diritto alla salute attraverso un Servizio Sanitario Nazionale rivalutato della medicina di base radicata nel territorio e, soprattutto, da politiche attive di prevenzione delle malattie.
Da qui le prese di posizione sempre più critiche di associazioni e di ambienti socio - culturali che nessuno può certamente considerare animati da pregiudizio politico e di parte.
Al contrario interessate a che l'onda ambientalista che scuote tanta parte d'Europa e del mondo entri quanto prima anche nel Parlamento e nei Governi nazionali, nelle Assemblee Legislative Regionali, nei Comuni e nelle Città Metropolitane.
Affinché "gli inquinati e gli sfruttati di tutto il mondo si uniscano" per una rivoluzione profonda che affermi nella società che va verso gli anni 2030 - 2050 giustizia sociale ed ambientale.
Il tempo di operare è questo.
Pensando globale ed agendo locale.
Un esempio?
Il Piano Urbanistico Generale di Bologna.
Con le riserve e le osservazioni critiche che singole persone competenti e di cultura o gruppi organizzati avanzano formalmente al Comune nell'apposito Quaderno degli Attori.
Ecco quelle di Legambiente.


In merito alla consultazione della cittadinanza su questo Piano e, più in generale, alle scelte di realizzazione di interventi di diversa natura e dimensione nel territorio, occorre compiere un salto di qualità per favorire un’autentica partecipazione democratica.
Occorre promuovere non solo formalmente lo strumento del concorso di idee che valorizzi realmente il ruolo di chi vive nel territorio, cercando di creare una continuità positiva fra individuazione delle esigenze prioritarie, confronto tra soluzioni diverse, apporto della cittadinanza alle decisioni in sede politica e possibile adozione-cura di spazi / beni comuni.
Pur non volendoci sottrarre ad un’opportunità di pronunciamento che ci è stata messa a disposizione, riteniamo che questa consultazione andasse promossa in forme più aperte e più diffusamente comunicate, in modo da rendere incisiva, motivata ed ampia la partecipazione dei cittadini.
Per la rilevanza delle scelte di prospettiva pluriennale e alla luce della forte criticità della fase iniziata a fine febbraio, crediamo non sia sufficiente ridurre la presentazione ed il confronto sul Piano ad una serie di incontri in videoconferenza poco pubblicizzati (3 tematici e 6 a livello di quartiere) e al processo formale di analisi-osservazioni on line; crediamo siano necessari altri momenti di più ampia illustrazione e consultazione e chiediamo per questo non si esaurisca la fase di interlocuzione con la scadenza del 15 luglio.

Le linee strategiche che si richiamano alla sostenibilità sono, a nostro avviso, da aggiornare e da accentuare in rapporto ai rilevanti elementi emersi dopo la stesura del Piano, nello specifico la pandemia diffusasi nell’anno in corso.
Crediamo sia opportuno, in sede di premessa e più specificamente per meglio inquadrare e progettare le diverse realizzazioni di cui necessita Bologna, dare infatti centralità ai nessi tra recente pandemia-cambiamenti climatici-assetto degli spazi urbani che implicano scelte di governo del territorio stringenti e coerenti.
La pandemia di Covid 19 ha trovato indubbi fattori di gestazione e di impulso nelle alterazioni del rapporto uomo - ambiente, nell’invasività e densità degli insediamenti umani; tutto ciò va posto in stretto rapporto con una crisi climatica che sta ipotecando sempre più chiaramente anche lo sviluppo e la qualità della vita del nostro habitat.
Occorre che il messaggio netto che ci viene lanciato dai mutamenti negativi in atto venga raccolto a diversi livelli proprio dai decisori affinché si imbocchi con la giusta tempistica un’azione risoluta e convergente di contrasto ad una deriva preoccupante; in questo quadro è sempre più evidente che le nostre città stiano diventando un ambito particolarmente critico per la salvaguardia della salute e per la vivibilità della popolazione (aumento dell’inquinamento atmosferico, del rumore, delle temperature).
Lo stanno evidenziando in diverse occasioni piccole comunità di cittadini e comitati che si
muovono spinti da una sensibilità da considerare sempre meno in termini particolaristici e sempre più come espressione diffusa della necessità di modificare ed adeguare coerentemente abitudini, scelte di acquisto, pianificazioni micro e macroterritoriali.
Si sta facendo strada l’idea di un ambiente urbano caratterizzato da una dotazione sempre maggiore di spazi verdi, da una minor concentrazione e quantità di spazi cementificati, da una circolazione delle merci e delle persone basata su modalità ecosostenibili: da qui la necessità di un cambio di passo sostanziale ed urgente che deve essere alla base della pianificazione, delle scelte concrete di investimento dello Stato e delle amministrazioni locali in un’ottica sempre più coordinata.
Il PUG dovrebbe quindi recepire questi richiami all’attualità esplicitandoli in premessa e sostanziare principi ed obiettivi che fanno riferimento all'ecosostenibilità con una serie di realizzazioni tra loro sinergiche, non dando corso o rivedendo tra l'altro alcune rilevanti scelte di intervento urbanistico ed infrastrutturale che hanno scarsa attinenza o vengono a confliggere con questa direttrice.

A nostro avviso ne consegue che:
⁃  i traguardi individuati dal PUMS vanno perseguiti con una tempistica anche più stretta, compiendo una scelta strategica a favore della mobilità dolce e su ferro, sospendendo quindi l’iter progettuale del potenziamento dell’asse tangenziale-autostrada (opera che guarda al passato), investendo risorse per interventi di mitigazione dell’impatto ambientale sulle adiacenze e per monitoraggi della qualità dell’aria e del rumore; ciò nella prospettiva di verificare l’esito sulla mobilità dei potenziamenti infrastrutturali su ferro a regime nell’area metropolitana e di definire un progetto che abbatta considerevolmente l’impatto dell’arteria sulla città
⁃  va perseguita con rapidità e decisione la creazione della città zona 30 per favorire la fruizione condivisa e paritaria dello spazio stradale in condizioni di maggior sicurezza, con particolare riferimento alle categorie di utenti più deboli (i pedoni per gli attraversamenti e i ciclisti nello scorrimento)
⁃  vanno sperimentate zone caratterizzate da un uso più contenuto dell’auto, con una minore dotazione di parcheggi e maggiori spazi per la mobilità pedonale e ciclabile
⁃  vanno potenziati gli spazi verdi contando per la loro cura anche sull’apporto del volontariato, recuperando progetti pubblici mai realizzati (come gli oltre 200 ettari di bosco urbano lungo l’Asse viario Tangenziale-A14), salvaguardando le superficie arboree anche all’interno di aree dismesse (si sottolinea la necessità della tutela integrale dell’area boschiva dei Prati di Caprara), in aree non ancora urbanizzate e/o in via di urbanizzazione (es. Comparto Lazzaretto), in siti ex-cave riqualificati o in via di riqualificazione (es. Sponda destra del Reno); va meglio calibrata la gestione di manutenzione delle alberature negli spazi pubblici
⁃  vanno autenticamente valorizzate le aree ex militari affidate alla gestione o di proprietà del demanio o INVIMIT o Cassa Depositi e Prestiti, non in un’ottica di prevalente valorizzazione economica ma come restituzione di beni alla comunità al fine di accrescere l’offerta di verde, spazi di incontro, strutture sanitarie e scolastiche, non alimentando quindi una logica edificativa, per tipologia e quantità dell’offerta, molto superiore alle reali necessità della popolazione
⁃  vanno promossi, facendo leva su possibili forme di incentivazione verso i privati, interventi di recupero o abbattimento degli edifici dismessi o fatiscenti, per una ricostruzione in forma al massimo rispettosa del contesto urbanistico circostante, ecocompatibile e funzionale ad intercettare la domanda abitativa
⁃  vanno elevati gli indici di superficie a favore del verde e degli spazi di distanziamento tra gli edifici per favorire l’interazione sociale tra i residenti
⁃  vanno implementati i punti di distribuzione di piccole dimensioni, di mercati biologici e a Km. zero, interrompendo la spirale di crescita, senza un reale rapporto con la domanda, di supermercati, strutture che stanno contribuendo a cementificare gli spazi, ad attrarre traffico di veicoli a motore
- vanno attentamente rivalutati o ridimensionati interventi di espansione su grandi infrastrutture (fiera, stadio, aeroporto...) partendo dalla convinzione che l’obiettivo 1 del PUG “Resilienza e ambiente" e l’obiettivo “Attrattività e lavoro” non sono antagonisti ma bensì sinergici e che molte esperienze (da ultimo la pandemia di COVID-19) inducono a ripensare e coordinare progetti e politiche a dimensione regionale e nazionale (servono due stadi da oltre 15mila posti a Bologna? Tre palazzi dello sport e degli spettacoli da oltre 6mila posti? Ha senso uno sviluppo contemporaneo di aeroporti a Bologna, Forlì e Rimini?). In sintesi: occorre privilegiare la qualità alla quantità.


Legambiente Bologna, 14/07/20 



Sostiene l'architetto Piergiorgio Rocchi, portavoce del Comitato Rigenerazione No Speculazione ...
(il Carlino Bologna, venerdì 17 luglio 2020)

















I cittadini all'assemblea pubblica promossa alla Lunetta Gamberini dal Comitato ex Caserma Mazzoni Bene Comune ...
(venerdì 10 luglio 2020)
L'intervento di Luca Tassinari di A.MO. Bologna e del coordinamento dei Comitati No Passante di Mezzo a Bologna ...
(venerdì 10 luglio)
Il contributo di Claudio Delucca, Presidente di Legambiente Bologna ... (venerdì 10 luglio 2020)
L'impegno del consigliere del Quartiere Santo Stefano Detjon Begaj, eletto nel 2016 con Coalizione Civica ...

















Ragazze e giovani seduti per terra, donne ed anziani sulle panchine ... sullo sfondo "Murri, la storia siamo noi"

Un volantino promuove "l'inchiesta sociale sugli appartamenti sfitti" ...

























Non manca la "signora" bicicletta: nella rivendicazione di verde urbano e mobilità sostenibile ci vuole coerenza ...
(10 luglio 2020) 

Tra i partecipanti all'assemblea le ragazze e le donne sono la maggioranza ... (venerdì 10 luglio 2020)
... ed esibiscono con orgoglio e rispetto mascherine e bandiere 


... una iniziativa del Comitato per promuovere la partecipazione e l'autofinanziato (venerdì 10 luglio 2020)
L'intervento di Pasquale, di Extinction Rebellion Bologna: "ecologia e partecipazione" (venerdì 10 luglio)
 La mobilitazione continua: appuntamento cittadino a settembre.

14 commenti:

  1. Ma quale conversione, ma quale ecologia?
    Le scelte sono Draghi o Bonaccini, Lepore o Aitini, Lombardo o Gualmini.
    Sic

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  2. A differenza dell'Italia la Francia è un paese capace di rivoluzioni e cambiamenti repentini. Il che non sempre funziona, ma a volte si.
    L.

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    1. Forse anche per questo è giusto ragionare da "europei" ... O, meglio ancora, da cittadini del mondo: con pensieri globali ed iniziative locali, con diritti e doveri universali.
      Gianni

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  3. Ebbene si, matura la coscienza ambientale ma chi opera le scelte importanti ne tiene conto in misura irrilevante. E non mi riferisco solo ai partiti politici ma anche agli imprenditori ed ai manager che fanno lobby senza tregua, spesso con successo.
    Quanto alle mobilitazioni popolari in Italia vedo la mancanza di un collettore comune. Ognuno pare procedere per conto suo, contestando ogni singolo intervento ma scollegandolo ad un disegno che tutti possano apprezzare e condividere.
    Tanti comitati si battono per contrattare singole opere, raramente con successo. Ma il corso dei processi non muta. Perché?
    Segnalo, ad esempio, una distonia tra ciò che scrive Legambiente e quanto sostiene l'architetto Rocchi: non serve un secondo stadio dice l'associazione mentre l'esponente di Rigenerazione no speculazione indica in Parco nord la soluzione più razionale per uno stadio moderno. Manca una proposta che rappresenti gli uni e gli altri.
    Così la rivoluzione verde qui appare ancora lontana.
    Ciao!

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    1. Legambiente e Rocchi mi pare esprimano visioni strategiche comuni: città eco-compatibili, con processi riconoscibili di rigenerazione urbana e meno speculazioni immobiliari, più verde e meno consumo di suolo, una pianificazione partecipata.
      Poi, certo, ci sono specifiche proposte di governo su cui il confronto è aperto, da approfondire: non solo sullo stadio per altro. Ma discutere di questo merita, è appassionante e costruttivo. Approfondiamo ogni ipotesi alla ricerca di quella più convincente per il presente ed il futuro.
      Io, ad esempio, penso che "allo stadio senz'auto" dovrebbe essere l'obiettivo comune (ovviamente garantendo la giusta mobilità per portatori di handicap, vecchie glorie, servizi essenziali): per questo la prima verifica dovrebbe essere la garanzia del rapporto tra stadio e sistema integrato di trasporto pubblico e non inquinante.
      Gianni

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  4. Saranno mesi decisivi i prossimi: i duecento miliardi europei dove saranno investiti? Nella transizione ecologica o nella crescita pur che sia? Nella messa in sicurezza del territorio o nel consumo di suolo? Nella prevenzione delle malattie o nella cura?
    Si giocherà su questo la sfida a quattro tra Conte, Bonaccini, Salvini e Meloni. Innovazione o conservazione?
    Ma anche in Europa, in America e in Cina credo che ci sarà battaglia. E tutti quanti con la modestia necessaria giochiamo questa partita.
    pl

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    1. In sintesi.
      1. Interessante la nuova sfida lanciata dalla UE. Per l'Italia sono prioritarie scelte di conversione ecologica, di giustizia sociale e di crescita culturale. Nulla è scontato.
      2. Non restringerei a 4 personalità la competizione per il governo del Paese. Nè, quei quattro, mi sembrano rappresentanza sufficiente ed adeguata di nuove leadership collettive. Serve molta più ricchezza di approcci, idee, esperienze.
      3. Il confronto è sicuramente a dimensione planetaria. Da qui l'esigenza di recuperare culturalmente e politicamente ritardi e vuoti drammatici. Evidenti su ogni scelta. Ultima quella che ha contrapposto al recente Consiglio d'Europa sostenitori di politiche Comunitarie e Paesi cosiddetti "frugali". Parliamone.
      Gianni

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  5. Ieri il premier Conte parlando al Senato ha ribadito che l'Italia, anche col supporto dei soldi del Recovery Fund, deve impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico, "buttarsi" nella ecosostenibilità,traguardare le infrastrutture digitali.
    A livello territoriale, gli Enti Locali continuano, al contrario,a concepire solo i vecchi modelli (solo perché ultimo in ordine di tempo, cito l' Assessore ER ai Trasporti Corsini: "il Passante di Mezzo è un' opera che guarda 30 anni avanti").
    Quindi, tra uno che parla turco e l' altro che risponde in ostrogoto, come si può pensare di fare compiere al Paese e ai suoi cittadini quel salto di qualità tanto sospirato?

    Ryan

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    1. Aggiungo che ora l'ottimo Bonaccini chiede direttamente alle Regioni le risorse europee.
      200 miliardi suddivisi tra Emilia, Lombardia, Veneto, Sicilia, Campania ................
      Fantastico, l'autonomia differenziata realizzata rende Salvini irrilevante.
      Sic

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    2. Volendo, si potrebbe aggiungere che il Presidente di Confindustria sostiene che siamo ancora "fermi alla Fase 1" ...
      Ryan, che dici, questi li consideri dialetti italiani (forse bergamasco e modenese) o del corno d'Africa?
      A completare il quadro tra i parlamentari e i media nazionali circola la "suggestione" di affidare una Commissione bicamerale della Camera e del Senato con il compito di avanzare proposte per "ricostruire il Paese" a Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia.
      Che dire? Una risata ci seppellirà?
      Gianni

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  6. Dissento!
    Sarà agli Ecologisti e Progressisti dell'Emilia Romagna che manca il Coraggio di assumere iniziative. Non certo a chi presiede i Palazzi (di Bologna e della Regione) che anche dopo le emergenze invernali (smog, Covid) continuano a rivendicare le Strade e le Autostrade come se nulla dovesse cambiare.
    Bonaccini su Repubblica Bologna: "Nuovo dissidio con il Governo Conte. Aut aut. Ora le infrastrutture o torno in piazza".
    Nel giorno degli arresti di Piacenza e del sequestro di una Caserma dei Carabinieri, a lui di certo il coraggio non manca.
    VR

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    1. Premesso che il dissenso è fattore di approfondimento (e dunque sempre utile) ritengo che Stefano Bonaccini non manchi di certo "coerenza" tra il prima e il dopo Covid-19. Tutt'altro!
      Ma il "coraggio" di misurarsi con i fatti, di riflettere sulla (sulle!) crisi e di aggiornare le priorità quello si, quello gli manca.
      Quale "conversione ecologica"? Quale "transizione"?
      Infatti, dopo gli apprezzamenti di Matteo Renzi arrivano "le coccole" di Carlo Calenda: "incarna un riformismo autentico" e "spero che il PD lo ascolti di più". Ma contemporaneamente crescono le critiche dei movimenti e delle istanze ambientaliste (vedi i post più recenti).
      Mentre anche il Presidente francese Emmanuel Macron pare (titolo di la Repubblica di oggi) decidere una "svolta verde" in cui "i cittadini dettano l'agenda": niente più "funghi" riscaldanti e condizionatori fuori dai locali, scrive ad esempio il quotidiano di Molinari. Insomma per l'Eliseo spazio alle "proposte di 150 francesi estratti a sorte. Un esperimento democratico inedito".
      Sono solo gli effetti dei "Khmer verdi" francesi o c'è qualcosa di buono da riprendere anche a Bologna e in Italia?
      Gianni

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    2. P.S. Del resto senza dover percorrere mille e oltre km. una esperienza di qualche interesse è stata compiuta anche nel Capoluogo dell'Emilia Romagna. Basta chiedere al Comitato Rigenerazione No Speculazione o al professor Rodolfo Lewanski, dell'Università agli Studi di Bologna.
      Gianni

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