mercoledì 13 maggio 2015

Vogliono la guerra

"L'impressione è che si prepari una guerra su larga scala" avverte Barbara Spinelli (intervista a il Fatto Quotidiano, 13 maggio 2015).
Chi può darle torto?

Altro che intervento umanitario pro migranti in fuga da guerre, fame e regimi illiberali!
Se il fine fosse quello di andare incontro ai giovani africani in fuga dai loro paesi a caro prezzo (migliaia di euro) e senza "assicurazioni" sulla vita, la scelta sarebbe diversa: "aprire vie legali e sicure verso l'Europa", sostiene l'euro parlamentare.
È l'unica vera soluzione di solidarietà.
Farebbe fallire in poco tempo i "trafficanti" di esseri umani, le organizzazioni criminali che trattano clandestinamente i viaggi della speranza.
Al contrario, la scelta dell'intervento navale militare sostenuto dal Governo Renzi va in tutt'altra direzione.
Non risponde minimamente alla domanda di pace, pane e sicurezza di tanti cittadini medio-orientali, africani ed asiatici.
Punta solo ad interrompere l'ultimo (rischioso) tratto di un lungo percorso (spesso mesi e mesi), nei deserti, alla mercé di bande militari spregiudicate e di guardie di confine corrotte ...
Quello in mare, verso le coste (greche, maltesi ed italiane) del nostro continente.
Non dimentichiamo mai che i barconi (vecchio strumento di navigazione) ed anche gli scafisti clandestini (cinici, spietati, assassini) non sono "il cuore" (la fonte) del problema.
Semmai sono quelli che ce lo portano sull'uscio di casa (nel Mediterraneo) in assenza di altre vie di comunicazione legali e controllate.
Possiamo accontentarci di non vedere? Di respingere? Come propose e fece a suo tempo Silvio Berlusconi quando, da (incontrastato) Presidente del Consiglio, concordò con Gheddafi di fermarli in orribili campi di concentramento libici?
Come continua a dire (ogni giorno, a tutte le ore, su ogni trasmissione televisiva) il suo ex braccio destro, Angelino Alfano, attuale Ministro degli Interni?
No.
Nessuno può sottovalutare la spirale di coinvolgimento verso la guerra che può essere innescata dall'uso della forza sulla costa africana da parte di navi militari ed armi dell'Italia e dell'Europa. Anche qualora fosse concordato e "autorizzato" dalle Nazioni Unite (che, tra l'altro, al momento, non sembrano affatto condividere).
Ce lo hanno detto esplicitamente anche i Governi libici di Tobruk e di Tripoli, in guerra tra loro, ma convergenti nel respingere attacchi militari stranieri.
Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Federica Mogherini sono troppo intelligenti per non mettere in conto questi sviluppi. Costosi in tutti i sensi.
E allora è facile pensare che dietro l'iniziativa del Governo italiano e dell'Alta Rappresentante europea ci sia la volontà politica di risolvere attraverso un avventuroso conflitto internazionale una drammatica crisi economica, finanziaria, democratica e di rappresentanza che da anni attraversa il Vecchio Continente e l'Occidente.
È tempo, per tutte le forze democratiche e responsabili, di mobilitarsi, di alzare voci, di costruire azioni concrete di pace, per il disarmo, di solidarietà e di cooperazione internazionale contro chi opprime persone e popoli ed opera, qui come nel mondo povero e in quello in sviluppo, per concentrare il potere in sempre più ristrette oligarchie dedite unicamente ai propri interessi privati e particolari.

18 commenti:

  1. Si. Un proposito dissennato.
    Che avrebbe come vittime innanzitutto migranti, pescatori, civili pacifici, poi soldati e miliziani che sono pure loro poveracci.
    Mentre tutti i profitti andrebbero ai produttori di armi.
    La spesa pubblica finirebbe per aumentare, nelle spese militari e sanitarie ...
    Concordo. La strada per i Democratici è altra.
    Ciao!

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  2. Spero che le Nazioni Unite non diano copertura ad un intervento che sarebbe disastroso.
    Carlo

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  3. Nessuna persona può onestamente sostenere che per aiutare i profughi ed i migranti è bene colpire gli scafisti ed affondare i barconi ...
    Il progetto di Renzi ed Alfano, di Salvini ed affini ha un solo obiettivo.
    Bloccare l'arrivo in Italia e in Europa.
    Gli interventi umanitari sono tutt'altra cosa!
    Anna

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  4. Dai, Renzi e Mogherini vogliono semplicemente dimostrare di muoversi, di avere idee e di assumere iniziative ...
    Erano criticati. Perché erano assenti o irrilevanti. Dovevano dimostrare di esserci. Soprattutto Miss Pesc.
    Ora sono al centro. Come? Poco importa.
    Intanto cavalcano un'onda "nazionalista". Tipo, "Non possiamo risolvere noi i problemi del mondo" ...
    Poi si vedrà.
    Altri bloccano i progetti? Colpa loro! Non capiscono, sono conservatori, Gufi.
    Si procede? Vedremo. Ce la faremo. L'importante è crederci! Avanti.
    Come sempre ...
    Su Province, Senato, Legge Elettorale, Art.18, Jobs Act, Flessibilità, Sblocca Italia, Scuola ...
    m.m.

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  5. Ma quali missioni umanitarie verso i migranti.
    L'interesse europeo è unicamente diretto a:
    1. bloccare il flusso di migranti verso nord. "Noi" occidentali non ne vogliamo più. O meglio, vogliamo quelli che ci tornano utili. Quelli che servono per fare lavori che noi no, non ci interessano più: fonderia, raccolta frutta o rifiuti, asfaltatura strade, grandi cantieri, pulizie, cura dei nostri nonni.
    2. Garantire alle maggiori aziende petrolifere continentali e nazionali il controllo delle fonti e dei pozzi libici.
    BiBi

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  6. La questione della immigrazione mi pare molto complessa.
    Aprire vie legali e sicure. Capisco.
    Ma a chi? A quanti?
    E' possibile a tutti quelli che lo chiedono?
    L.


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    1. Io la vedo così.
      1 Esiste una emergenza umanitaria. Il Libano e la Tunisia ospitano insieme alcuni milioni di profughi dalle guerre e dalla fame.
      La grande Europa, non può? Litiga per alcune decine di migliaia di persone? Vuole fare un blocco navale?
      Occorre volere, proporre, organizzare una ben maggiore ospitalità. Mobilitando risorse di cui si dispone e cambiando priorità comunitarie, nazionali e locali.
      2. Bisogna subito programmare una sfida per la pace e la cooperazione internazionale. Riduzione della produzione e del commercio di armi. Riorganizzazione comune delle forze armate (in direzione di una unificazione europea e di un progressivo superamento nazionale). Riconversione pacifica delle industrie. Verifica immediata e convergente delle relazioni economiche e di affari dell'occidente con i finanziatori ed i sostenitori arabi ed africani nelle guerre criminali in corso. Per esempio, dobbiamo impedire la vita culturale e religiosa dei mussulmani in Lombardia, chiudere ai migranti e vendere ai ricchi sceicchi ed oligarchi grandi patrimoni immobiliari, moderne aziende e griffe?
      3. Costruire e praticare interventi concreti e controllati di cooperazione allo sviluppo nelle aree dove si soffre la fame, nei paesi poveri, senza economia e democrazia. L'opposto del neo imperialismo e colonialismo che viene ancora praticato da grandi paesi occidentali e gruppi imprenditoriali e finanziari multinazionali.
      Deve fare riflettere il diffondersi della presenza e della forza di paesi in forte crescita nel mondo, come la Cina.
      Insomma, abbandoniamo la guerra ai barconi e ai piccoli trafficanti e occupiamoci davvero del mondo in trasformazione.
      Gianni

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  7. Io direi che facciamo la guerra. Non solo la vogliamo.
    1. Un blitz americano in Siria uccide Abu Sayyaf, ministro dello Stato Islamico.
    2. Un tribunale americano condanna a morte il ragazzo (non aveva 20 anni) che ha compiuto l'attentato a Boston.
    3. Il regime militare egiziano condanna a morte l'ex presidente eletto, Morsi.
    Non sono atti di guerra?
    Per stare in pace, occorrono atti di pace.
    Come quelli di Papa Francesco, che incontra e riconosce Abu Mazen e lo Stato di Palestina.
    Altro che bombardare barconi e scafisti!
    Raffa

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    1. Si, Raffa.
      Occorre davvero "cambiare verso" alle politiche dell'Occidente e naturalmente dei regimi militari, integralisti ed oligarchici che dominano tanti paesi del mondo (povero e ricco).
      La globalizzazione ripropone il berlingueriano Governo Democratico e Mondiale delle risorse naturali, umane e tecnologiche.
      Gianni

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  8. Vogliono?
    Non so. Penso piuttosto che la guerra sia una via d'uscita.
    Tragica. Discutibile. Sbagliata.
    Ma spesso utilizzata nel mondo, nei secoli.
    Sempre dai potenti, per mantenere il potere, e fot..re altri. Potenti e sempre e comunque i sudditi, i popoli.
    Dunque, occhio!
    Qualche giovane ambizioso spregiudicato fenomeno potrebbe provarci.
    È successo. Ovunque. Non dobbiamo escluderlo.
    Sta a noi tutti, dissuaderlo!
    Con gli strumenti di convincimento che abbiamo.
    s.

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    1. Quali strumenti di convincimento?
      Io non ne conosco. Se tu si, sii più esplicito/a.
      Li vorrei utilizzare.
      Sic

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    2. Anche il voto!
      Ma non solo quello.
      Ci sono vari strumenti di partecipazione e di lotta ...
      La creatività è una dote che non ci manca.
      s.

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    3. Vedo grandi rischi e potenzialità.
      Credo si avvicinino momenti e scelte di verità.
      Per l'Italia, per l'Europa e oltre.
      Cavalcare e alimentare la Terza Guerra Mondiale (come la chiama Papa Francesco). Adeguarsi, conviverci, trarre profitti.
      Leggo così anche numerose uscite (irresponsabili!) di Ministri italiani come Gentiloni e Pinotti ed azioni francesi (del Governo "socialista" di Hollande) in Africa.
      Oppure, costruire progetti ed esperienze alternative e democratiche come l'esperienza greca e l'evoluzione politica in Spagna, che spero facciano riflettere e cambiare l'Italia e l'Europa.
      La proposta del Governo Tsipras di rivedere le politiche e i trattati europei sono di interesse generale e non particolare.
      Occorre più solidarietà e cooperazione tra i popoli del mondo per la sicurezza reciproca e il futuro comune.
      Gianni

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  9. Sono confusa.
    Ricapitoliamo.
    L'Europa divisa sulla ripartizione delle quote per l'ospitalità dei rifugiati (vergognoso quanto istruttivo), decide una missione militare contro i trafficanti di migranti.
    Ma.
    Serve una copertura ONU. Che manca e non si capisce se mai verrà.
    Serve un accordo con la Libia. Che ha più Governi e quello riconosciuto ha già detto no.
    Allora, cosa ha deciso l'Europa?
    Niente.
    Anna

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    1. Si, Anna.
      Questi chiacchierano e vogliono conservare vecchi equilibri di potere.
      Noi dobbiamo costruire una sicurezza comune, capace di assicurare a più popoli e persone un futuro migliore.
      Gianni

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  10. Si. Vogliono la guerra!
    La Guerra Infinita.
    Osama Bin Laden, Saddam Hussein, Gheddafi,
    Neutralizzati, presi e finiti.
    I Fratelli Mussulmani? In galera attraverso un colpo di stato.
    Assad? Non se la passa bene e resiste all'ISIS.
    Ora l'ISIS, Al Bagdadi. Lo Stato Islamico conquista mezzo Iraq e mezza Siria, parte della Libia.
    Poi, i trafficanti, gli scafisti.
    Dichiariamo guerra anche a loro!
    Dunque, armiamoci!
    Aerei, navi, militari!
    Nuovi investimenti. Altri investimenti. Forse serve anche al PIL.
    La lotta alla fame, alla povertà?
    La cooperazione internazionale? La solidarietà con i popoli e le persone?
    In Italia, In Europa, in Grecia, in Medio Oriente, in Africa?
    Quelle, verranno. Dopo.
    Prima dobbiamo vincere la Guerra!
    "Loro" ci hanno dichiarato guerra ...
    Ciao!

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  11. Ciao!
    Loro, che vogliono la guerra, vanno contenuti e disarmati. Innanzitutto bloccando il rifornimento continuo di armi, che fanno lavorare anche molte nostre industrie.
    Intanto, occorrono parole ed atti di pace e di cooperazione.
    Pensando ed agendo per economie che privilegino la vita delle persone agli affari dei mercati. Ne abbiamo parlato ampiamente, con esempi concreti, anche su questo blog.
    Gianni

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  12. Altro che "parole ed atti di pace e di cooperazione" …
    Si. Vogliono la guerra.
    L'Espresso riporta un documento reso pubblico da Wikileaks. E' dell'European Union Military Committee. Dice che il Dipartimento presieduto dai Capi di Stato Maggiore dei Paesi Europei sta preparando un'azione militare in Libia e nel Mediterraneo per distruggere i barconi e i colpire gli scafisti.
    Si preventivano: almeno un anno, interventi di terra, effetti collaterali, morti civili … una cattiva reputazione da fronteggiare con una strategia mediatica.
    Nik

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