Sorpresi? Spiazzati? In realtà Ferragosto ha proposto a Bologna, all'Italia e al mondo grandi e irrisolte questioni. L'incontro Putin - Trump ed il genocidio dei palestinesi meritano prossime considerazioni specifiche. Tanta è la rilevanza simbolica e politica del possibile "cambiamento di clima" internazionale. La vita di tutti noi ne sarà condizionata e sarebbe bene non limitarsi a subire eventi ma, al contrario, provare ad essere partecipi, attivi, protagonisti di un mondo nuovo. Così come questo è il tempo per confrontarsi in merito a problemi e futuro delle città, delle aree urbane e del loro sviluppo. Bologna è realtà strategica. Come l'Emilia Romagna. Innanzitutto per i dati di fatto, che tutti debbono considerare e da cui sarebbe bene partire ...
Il primo, importante, che viene regolarmente ed irresponsabilmente rimosso nel confronto politico ed istituzionale è quello sul livello insopportabile dell'inquinamento.
Per molti giorni (vedi sotto) i livelli di Ozono a Bologna e in Emilia Romagna sono stati allarmanti, ben oltre la soglia di accettabilità. Come in altri momenti avviene per le polveri sottili PM10 e PM2,5 o per NOx.
Il secondo, il caldo (quello effettivamente registrato) con temperature che hanno superato per diversi giorni consecutivi quote superiori a quelle corporee (con il portato di conseguenze sulla salute delle persone e della natura).
Il terzo, la progressiva riduzione di suolo vergine e di massa arborea e vegetale complessiva, capace di assolvere all'opera insostituibile che gli è connaturata e che consente la vita umana sul Pianeta Terra. Con il dato ancora assolutamente sottovalutato che piante mature e di più decenni non sono affatto sostituibili nella loro funzione da 1, 2, 3, 10 giovani alberelli. A Bologna come a Lido di Savio e Cattolica, a Modena o Reggio Emilia ...
Dunque, che fare? Quali politiche di conversione e di governo dei processi mettere in campo?
Forse partendo da qui i vari soggetti sociali e politici possono trovare risposte utili a ricomporre divisioni, a ricostruire rapporti e alleanze, a motivare conflitti sensati e con obiettivi riconoscibili ed apprezzabili dai più.
Vale per tutti. E in particolare per i movimenti ambientalisti, con le rispettive specificità. Per i Verdi, per l'Alleanza Verdi e Sinistra. Ma pure per sensibilità, tutt'altro che trascurabili, presenti nel complesso e contraddittorio CentroSinistra e nella Destra al governo del Paese.
Invece, colpisce che nelle interviste e nelle dichiarazioni pubblicate nei giorni scorsi questi dati di realtà e le necessarie iniziative per rimuovere le cause produttive e di organizzazione sociale che li determinano non siano affatto argomento di discussione principale.
Per il Sindaco di Bologna in particolare.
Matteo Lepore, nella tradizionale intervista ferragostana al Carlino, sostiene: "quella dei redditi è senza dubbio la questione centrale per la nostra città e per l'intero Paese, anche perché il governo fatica a dare risposte concrete, le città italiane sono sempre più care e i salari continuano a non reggere gli aumenti del costo della vita". Da qui l'indicazione di Lepore per il centrosinistra: "elaborare un vero e proprio scudo sociale per le famiglie e per il ceto medio della nostra città, che dia risposte dal tema dell'abitare fino a quello dei servizi. Siamo al lavoro per trovare risorse ... per aiutare, questa volta, non tanto le fasce ultime della popolazione, che sono già abbastanza sostenute, ma proprio il ceto medio bolognese. Ed è una precisa scelta politica". Testuale. E imbarazzante. Anche per chi critica questa Amministrazione, la superficialità con cui questo Primo Cittadino rilascia dichiarazioni che riportano che le "fasce ultime sono già abbastanza sostenute" non è scontata e colpisce.
Ma, più in profondità, perché questo approccio alla questione sociale e l'assenza totale di considerazione per la risorsa ecologia, natura e biodiversità evidenziano una inclinazione ed una piegatura (di fatto) povera di cultura e conservatrice del sistema economico e produttivo (che è la causa prima delle contraddizioni e della crisi in atto).
Da qui, a ben analizzare, discendono anche l'indifferenza per la progressiva rinuncia di porzioni significative del patrimonio di suolo vergine e di verde pubblico (dalle aree Bertalia Lazzaretto o ex Casaralta a quelle un tempo militari e demaniali, ai continui tagli operati in aree "interstiziali") per costruire nuovi palazzi e zone residenziali o commerciali.
Non a caso, anche su un nodo irrisolto e aperto come il Passante di Mezzo questo Sindaco si dice "ottimista": "penso che con il dialogo con l'esecutivo si possa raggiungere il traguardo". Che, per Lui strenuo sostenitore - insieme a Bonaccini e De Pascale - dell'opera stradale ed autostradale fino a 18 corsie attraverso la Città (da 3.5 miliardi di investimento complessivo!) oggi, di fronte alle diverse priorità nazionali sostenute dal Governo Meloni, potrebbe anche essere "un'opera che consumi meno suolo di quanto previsto ma anche che sia ugualmente efficiente come previsto fin dall'inizio" e con "le compensazioni e le opere verdi già previste".
Del resto Lepore liquida critiche ecologiste e mobilitazioni di cittadini concentrandosi su due tesi: sono contro i progetti "solo perché sotto le loro finestre. Degli alberi non interessa molto". Inoltre "quella tra comitati, antagonisti e partiti di centrodestra mi pare più una saldatura da social che politica". Leggere integralmente (sotto) per credere.
Insomma, ancora una volta, da parte del Sindaco in carica, nessuna sostanziale risposta ai movimenti ed alle associazioni che in fasi diverse e con forza crescente hanno posto questioni di fondo relative al cambiamento del modello economico e produttivo e della, cosiddetta "locomotiva Emilia Romagna". E nulla, nulla sulla conversione ecologica urgente: per frenare l'inquinamento con azioni di prevenzione, per aggredire le fonti del riscaldamento climatico, per ricercare armonia tra natura e comunità, per perseguire giustizia sociale contro crescente povertà e differenze di classe (in costante crescita a livello nazionale e nell'area mediterranea ed europea). Abbandonati - dopo la svolta di Ursula Von der Leyen in Europa dalla Next Generation al ReArm EU - anche nei discorsi i propositi di Bologna Climate City Contract!
Silenzio "assordante", infine, sul documento della Consulta del Verde del Comune del 7 luglio scorso, che qui giova ripubblicare (sotto). Votato da ben 17 associazioni e comitati cittadini (un solo voto contrario e 6 astensioni).
E' pensabile che ministri o amministratori, leader nazionali e dirigenti di partiti o di associazioni prescindano da questi dati di realtà? A quale prezzo per la loro credibilità? E per il livello del dibattito pubblico e delle scelte prioritarie che si impongono a partire dalle prossime settimane?
Non è opportuno che anche le organizzazioni dei lavoratori più sensibili a coinvolti nelle catene produttive ed economiche in crisi o abbandonate al loro destino da propositi di conservazione e di arroccamento su antichi privilegi scelgano di mobilitarsi, con il loro patrimonio di esperienze e di competenze, per contribuire a costruire nuovi progetti di trasformazione economica e sociale e, insieme, più estesi rapporti di forza tra i soggetti consapevoli e lungimiranti delle innovazioni necessarie, isolando classi dominanti avide, arroganti, incapaci di cambiare cultura e pratiche fallimentari?
-----------------------------------------------------------------
Dalla Consulta del Verde al Consiglio e alla Giunta di Bologna
Gentilissimo Presidente, gentilissimi Consiglieri, gentilissimi Sindaco, ViceSindaca e Assessori,
la Consulta del Verde, riunita in data 8 luglio 2025, ha affrontato il tema delle aree verdi, dei parchi e dei giardini interessati dal Lotto 0 del Passante di Mezzo, tema al centro del dibattito politico della città da molti anni, tornato prepotentemente alla ribalta per la posizione assunta dal Governo e dal Ministero competente che ha messo in discussione l'opera ed i relativi finanziamenti.
Il Passante è ritenuto fondamentale dall'Amministrazione comunale per risolvere i problemi di congestione della infrastruttura (autostrada/tangenziale) di Bologna, mentre è avversato dal mondo ambientalista perché ritenuto soluzione trasportistica datata e non in linea con il Piano urbano mobilità sostenibile (PUMS), né con Bologna Missione Clima 2030 e a forte impatto ecologico e sanitario.
Durante la seduta è stata data la parola ad esponenti dell'Associazione AMO Bologna che hanno illustrato alcuni dei motivi del ricorso davanti al Tribunale Amministrativo Regionale contro la dichiarazione di compatibilità ambientale dell’opera (ritenendo peraltro opportuna, come richiesto da anni da molte realtà ambientaliste, una valutazione integrata di impatto sanitario e ambientale nonché un'aggiornata valutazione di impatto ambientale) e chiesto la riapertura immediata di parchi, giardini ed aree chiuse da due anni e mezzo.
Nel dibattito che si è sviluppato in Consulta sono state espresse valutazioni, sensibilità e punti di vista differenti, seppur nell'ambito di una condivisione di diversi aspetti.
Alla fine del confronto è stato votato a maggioranza (con 17 favorevoli, 1 contrario e 6 astenuti) il testo che qui si invia.
La Consulta ha valutato il progetto dal punto di vista delle proprie competenze, in merito agli effetti prodotti dal punto di vista ambientale (negativi sul contenimento dei gas climalteranti, negativi sulla vegetazione esistente).
La Consulta auspica pertanto che il progetto di ampliamento dell'asse tangenziale/autostrada non venga realizzato, e che si vada nella direzione indicata dal P.U.M.S. (-28% di traffico motorizzato privato entro il 2030.
Chiede che il Comune di Bologna, in questa fase di ridefinizione del progetto, visti i tavoli aperti con il Governo, riprenda in consegna le aree verdi sottratte all'accesso della cittadinanza dai cantieri del Passante (il cosiddetto “lotto zero”), per restituirli alla loro funzione originaria: i parchi ritornino ad essere parchi, le aree verdi, aree verdi, per consentire ai cittadini di fruire di rifugi climatici naturali. Occorre che tali aree rimangano comunque caratterizzate da suolo completamente permeabile, capace di svolgere le sue funzioni ecosistemiche, a partire dalla capacità di assorbimento delle acque oltreché della CO2. Funzioni ecosistemiche che costituiscono capitale naturale fornito gratuitamente dalla natura.
La Consulta ha espresso contrarietà alla pratica della "compensazione", ritenendola in contraddizione con gli obiettivi di riduzione delle emissioni nocive stabilite da organismi internazionali (ONU/IPCC, UE, COP Parigi 2015).
La Consulta chiede che il Comune torni a considerare il progetto di fine anni 80 di fascia boscata di circa 212 ettari, individuando in esso una vera barriera naturale climatica. Naturalmente, considerando i quasi 40 anni intercorsi, è necessario che venga aggiornato, tenuto conto dello sviluppo urbanistico attuale ma dando sempre la priorità ad aree fittamente alberate e pienamente permeabili rispetto agli usi del suolo.
Occorre agire, indipendentemente dall'esito della riprogettazione dell'asse autostrada/tangenziale, per l'impellente necessità - non esistente negli anni 80 - di mitigare le ondate di calore che, congiuntamente ai periodi di siccità, comportano il disseccamento di molti alberi - sia messi recentemente a dimora che adulti - il cui mancato apporto alla mitigazione del clima e all'assorbimento degli inquinanti, impatta negativamente in modo diretto sulla salute dei bolognesi, colpendo le fasce più deboli della popolazione, non solo dal punto di vista anagrafico (anziani e bambini), ma anche i ceti socialmente più esposti.
Distinti saluti.
(Bologna, 8 luglio 2025)
Sit in di Extinction Rebellion ed Ultima Generazione in Piazza Maggiore: i corpi in protesta contro le false soluzioni del Comune alla crisi climatica
Oggi pomeriggio le attiviste di Extinction Rebellion e Ultima Generazione si sono sedute in Piazza Del
Nettuno, vicino gli alberi posti dal Comune di Bologna, reggendo dei cartelli e dimostrando come,
dopo la prima azione di due settimane fa, non ci sia stata alcuna risposta concreta da parte degli
amministratori di questa città alle domande degli attivisti sulla gestione del verde urbano. Gli attivisti
riportano che i cartelli e le poesie posizionati il 17 luglio sono stati immediatamente rimossi: per
questo oggi hanno deciso di mettere a disposizione i loro corpi in denuncia.
“Dopo aver fatto parlare gli alberelli, adesso parliamo noi. La nostra prima azione simbolica
sottolineava che gli alberi sono esseri viventi e non soprammobili da spostare a piacimento. In
risposta alle critiche degli esperti e nostre, la vicesindaca ha assicurato che i “vasi sono stati
progettati con accorgimenti tecnici”, ma né a latere dell’ordinanza di adozione e nemmeno sulle
pagine del Comune abbiamo trovato alcun riscontro alle sue parole, dal momento che non è presente
alcun allegato tecnico. Com’è possibile fidarsi della parola di amministratori che rinfocolano
polemiche per evitare di rispondere alle nostre preoccupazioni?” chiede Federico.
La critica e il dissenso sono alla base delle nostre democrazie e le domande con cui cittadini,
movimenti e comitati locali stanno incalzando la Giunta comunale sono più che legittime, di fronte a
contraddizioni evidenti in un’epoca di collasso climatico, e non possono essere strumentalizzate.
La protesta solidarizza anche con le persone che presidiano il giardino di San Leonardo, dove alberi
già adulti e radicati, in una zona non meno coperta di cemento delle piazze in cui sono stati posizionati
gli alberelli in vaso, rischiano di essere sacrificati dall’ennesimo tentativo di privatizzazione strisciante.
L’ordinanza di posa degli alberi in vaso è stata adottata per mitigare le ondate di calore, riconoscendo
agli alberi un potere refrigerante, ma i bolognesi continuano ad assistere a tagli di enormi quantità di
alberi in città, soprattutto nelle periferie.
Fra i cartelli portati in piazza si legge anche una contestazione all’uso strumentale del concetto di
compensazione: è noto che alberi adulti assorbono una quantità di anidride carbonica molto
maggiore di alberi di recente piantumazione. Gli attivisti chiedono quindi all’amministrazione
comunale perché non mette davvero al centro del proprio mandato la
preservazione di questo bene collettivo, e come possono le scarse misure di piantumazione di nuove
alberature e desigillazione del suolo, previste dal piano “Bologna Verde”, compensare la
cementificazione di decine di ettari e l’abbattimento di alberi storici e
maestosi per nuovi progetti di “riqualificazione”. Per poter sopravvivere in città va curato il patrimonio
arboreo esistente e contemporaneamente vanno messe a dimora nuove piantumazioni.
Gli attivisti incalzano inoltre l'amministrazione bolognese ad aggiornare il bilancio arboreo,
evidenzando il numero di alberi abbattuti e quelli di nuova piantumazione, e a tutelare ciò che rimane
della fascia boscata che separa la città dall’asse tangenziale/autostradale, gravemente minacciata dal
progetto del Passante.
Bologna è stata la prima città italiana ad adottare un’assemblea cittadina per il clima, in seguito alle pressioni di Extinction Rebellion e a ben 2 scioperi della fame: perché i suoi cittadini continuano a subire decisioni calate dall'alto invece di avere processi realmente partecipativi, che portino ad una progettualità politica veramente pubblica?
Gli esperti del IPCC, il panel dell'ONU che si occupa di scienza climatica lanciano allarmi sempre più disperati sulle minacce legate alla crisi ecoclimatica, e pochi giorni fa anche la Corte Internazionale di Giustizia in uno storico parere, ha affermato che l'inazione dei governi nel contrastare i cambiamenti climatici rappresenta un illecito.
"Per questo continueremo a mettere in luce le contraddizioni di chi governa a tutti i livelli: abbiamo bisogno di giustizia sociale e climatica, e non abbiamo più tempo per soluzioni semplici quanto inefficaci" dicono le persone oggi in piazza.
Extinction Rebellion ed Ultima Generazione Bologna, 31 luglio 2025
 |
L'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente dell'Emilia Romagna pubblica quotidianamente i valori rilevati dalle centraline collocate nei territori e colora con verde, giallo, arancione e rosso il livello di progressiva pericolosità dei principali inquinanti ... Dal 7 di agosto la situazione è "pesante" ...
|
 |
Da Piacenza a Bologna, fino a Rimini ... Ecco i dati ARPAE dell'8 agosto.
|
 |
Il 9 agosto ovunque arancio e compare anche un rosso ...
|
 |
Il 10 agosto solo una stazione in alto Appennino è di colore giallo ...
|
 |
Conferma l'11 agosto ...
|
 |
... e il 12 agosto
|
 |
Il 13 agosto ... (quando di Bologna e del suo futuro parla Angelo Bonelli, portavoce nazionale dei Verdi)
|
 |
Il 14 agosto ... (quando il Resto del Carlino intervista il Sindaco Matteo Lepore)
|
Mi hai dato diverse notizie.
RispondiEliminaNon conoscevo le informazioni sui rilevamenti di ozono.
Non sapevo dell'intervista del sindaco e della sue indicazioni.
Mi ero perso la nota della consulta per il verde e l'iniziativa di ultima generazione ed extinction rebellion a Bologna.
Tutti fatti che mi sembrano più interessanti per la vita pubblica rispetto a quelli che riempiono le pagine del quotidiano che compriamo per affezione.
Però ti do a mia volta una notizia. L'università americana di Bologna ha fatto un passo indietro rinunciando al patto sul giardino San Leo. Che ne pensi?
miky
Condivido che partire dai fatti è molto più utile che discutere all'infinito per partito preso, senza mai riscontri con la realtà.
RispondiEliminaInoltre ho anch'io la sensazione che le guerre in corso abbiano completamente cancellato gli impegni internazionali per la transizione ecologica. Con le conseguenze disastrose che si profilano per tutti.
s.
A proposito di "fake news". Il tuo bel racconto si sofferma con alcune foto anche sulla vicenda del San Leonardo (o per la precisione del Giardino Contiero) e dice bene nel merito (il giorno prima dell'ultima infelice uscita dell'assessore incompetente). Si, incompetente: perché lui si aggrappa esclusivamente a quella parte delle critiche che argomentano sui protagonisti del Patto proposto: l'Università americana privata JHU). Non risponde ancora una volta, invece, ai motivi di merito: la salvaguardia delle piante, il proposito di abbassare il piano del giardino, le ragioni più profonde della proposta di Patto. Che forse non sono neppure tutte sul tavolo e non riguardano solo l'iniziale idea di gestire un punto ristoro privato nel parco pubblico (di per se tollerabile). Bensì il fatto che per motivi di pubblica utilità (una ristrutturazione di un bene pubblico) si possano avere condizioni favorevoli per autorizzazioni su patrimoni privati.
RispondiEliminaEcco suggerirei allora al sindaco di verificare le affermazioni del suo Laudani, potrebbe essere uno dei primi imputati di "fake news".
At salut!
Mi ero persa l'intervista di ferragosto a Lepore. Vero, una rara perla: come può un sindaco progressista sostenere che "le fasce ultime sono già abbastanza sostenute". Se "ultime" sono e magari dormono sotto i portici o non arrivano alla terza settimana per sostenersi, un problema c'è e negarlo aggrava solo la situazione ed il rapporto tra amministrazione e parti della città. Per fortuna tra le donne e il popolo del centrosinistra ed anche nel Pd non sono tutte e tutti così e molte volontarie e volontari sono impegnati in azioni positive a favore di chi è indigente, ai margini dalla società, con figlie e figli da far crescere.
RispondiEliminaAnna
Ora temo che la tromba d'aria che a Milano Marittima e Cervia ha colpito e atterrato numerosi pini piuttosto che indurre a ragione politici capaci di parlare di crisi climatica ma non di agire come Dio comanda, si convertono alla soluzione del "meglio tagliare alberi" che curare le cause primarie.
RispondiEliminaBiBi