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Anche a Bologna si manifesta per fermare la stretta repressiva contro dissenso e abusi |
"Siamo la luce contro il buio" di chi non accetta critiche e manifestazioni di protesta e di disobbedienza civile non violenta. In molte città italiane si è nuovamente alzata la voce di giovani e sempre giovani contro le pretese di reprimere e zittire l'impegno per la pace e il disarmo, per la conversione ecologica e la giustizia sociale, per lo sviluppo della democrazia e un nuovo ordine fondato su diritti e doveri universali, uguali per ogni persona e comunità del Pianeta.
Vecchi e nuovi regimi procedono negando fatti, realtà e problemi sociali ed ambientali. Costruendo narrazioni, inventando "mostri", indicando pericoli, individuando "nemici" ..
. Attraverso leggi e pratiche autoritarie tentano, ancora una volta, di difendere privilegi e potere acquisiti
. Si distinguono in questo le destre tradizionali, nazionaliste e liberiste, in ascesa in molti paesi occidentali ed europei. Ma seguono l'onda pure partiti con radici socialdemocratiche, socialiste e democristiane, che si rifiutano di fare i conti con le esperienze di sfruttamento coloniale di altri popoli e di rapina di risorse naturali limitate.
In Italia la gestione dei conflitti e dell'ordine pubblico da parte del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi si avvale della pressione mediatica e di classe dei potentati economici e finanziari dominanti. Assai flebile è la voce di opposizioni deboli, divise, prive di un progetto alternativo all'altezza delle sfide.
Succede così che Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Antonio Tajani approvino alla Camera misure repressive nel silenzio interessato di una parte significativa dell'opposizione. Soprattutto di quella che amministra enti locali e governa regioni con un piglio ed una logica di conservazione in aperto contrasto con l'esigenza di trasformazione sociale e di protagonismo democratico di cittadini liberi, pensanti, creativi.
Sindaci e Presidenti di Regione espressi dal Centrosinistra anziché trarre forza ed autorevolezza dalle mobilitazioni propositive e combattive della parte più attiva e consapevole delle comunità locali e dal pensiero critico internazionale sono alla continua ricerca di patti e mediazioni con le classi dominanti e i competitori politici, affinché si possano presentare come "volto accettabile" e parte "migliore" di un mondo "pericoloso" in cui i sistemi economici e produttivi capitalistici occidentali sono, comunque, considerati senza sostanziali ed auspicabili alternative.
Politici ed amministratori del Centrosinistra che una volta eletti (spesso con consensi ridotti a maggioranze politiche delle minoranze che si recano ai seggi) pretendono di rappresentare l'intera comunità. Si chiudono nei Palazzi istituzionali, rinunciano al confronto di merito, non rispettano impegni presi, scaricano sui cittadini i costi dei ricorsi giudiziari intrapresi secondo procedure costituzionali, fanno ripetuto uso alla forza pubblica per piegare mobilitazioni popolari e pacifiche, emarginano esperienze vive e "sfrattano" soggetti indipendenti, non graditi dalle "case di quartiere". Le vicende bolognesi relative ad AMO Bologna, al Don Bosco e Comitato Besta, ad Extinction Rebellion ed Ultima Generazione, al centro sociale Villa Paradiso sono esempi amari.
In contrasto con gli indirizzi di fondo, i Princìpi e l'ordinamento della Costituzione repubblicana, nel cui nome deve e può oggi svilupparsi una rinnovata mobilitazione e solidarietà di soggetti e protagonisti di una lotta di liberazione. Ancor più ampia di quella, pur significativa, già in campo.
NB. Ecco come è possibile esprimere solidarietà verso i protagonisti delle mobilitazioni degli ultimi tempi che hanno dovuto sostenere spese legali: per il ricorso degli attivisti di AMO Bologna contro il Passante (apri qui), oppure versa sull'IBAN IT09B0538702400000002507449; per le spese nei processi contro chi ha salvato il parco Don Bosco (apri qui) oppure IBAN IT75G0501802400000020000431 causale donazione all'associazione Reser; per spese nei processi contro chi ha manifestato in occasione del G7 svolto a Bologna nel luglio scorso: IBAN IT16K0501810800000016859282 intestato al comitato di supporto al movimento XR.
I diritti speciali nello Stato senza limiti
di Alessandrea Algostino, il manifesto, 18 gennaio
Le immagini e la retorica delle forze di polizia vittime della supposta violenza dei manifestanti, oltre a stridere con il contenuto degli stessi video, sono emblema di una concezione autoritaria dello stato e strumento della sua legittimazione culturale. Raccontano di una distorsione della verità, di una narrazione che, grazie ad una informazione troppo spesso supina, è ripetuta con insistenza, sino a tramutarsi in univoca realtà, modellando così «l’opinione e quindi la volontà politica nazionale» (Gramsci).
Un suggerimento per giornalisti mainstream, ma anche per pubblici ministeri e giudici: assistere a qualche manifestazione, possibilmente non dietro il cordone della polizia.
Evocare a gran voce scudi penali e privilegi per le forze dell’ordine, arricchendo il corredo già pronto nel disegno di legge sicurezza (aggravanti, tutele rafforzate, pagamento di spese legali, licenze d’armi), supporta l’idea di uno stato fondato sull’autorità e sull’obbedienza.
Autorità e obbedienza appartengono ad orizzonti estranei alla democrazia, che si fonda, imprescindibilmente, sulla partecipazione e sull’uguaglianza, sulla «pari dignità sociale» (articolo tre della Costituzione), sul pluralismo e sul conflitto.
Nella democrazia disegnata dalla Costituzione – dovrebbe essere ovvio – al centro è la persona, la garanzia della sua dignità, non lo Stato e le sue istituzioni; la seconda parte della Costituzione (l’organizzazione dello Stato) è strumentale rispetto alla prima (principi, diritti e doveri della persona).
Sostituire il principio di autorità alla partecipazione, la ragion di stato al pluralismo e al conflitto, la primazia delle istituzioni alla centralità della persona, non è certo poco in termini di sovversione dei paradigmi democratici, ma non nemmeno è tutto.
La volontà di istituire privilegi per le forze di polizia, di dotarle di immunità, scardina anche il principio di uguaglianza e il concetto di limite. Ci sono cittadini “più cittadini” di altri, funzionari pubblici più rilevanti di altri, a dimostrazione che lo Stato non intende identificarsi con i cittadini e nemmeno con la garanzia del diritto all’istruzione o del diritto alla salute, ma con l’ordine pubblico; fine non è la sicurezza dei diritti e la sicurezza sociale, ma una coesione sociale intesa come sterilizzazione della società, a beneficio di alcuni.
L’uguaglianza come connotato del diritto proprio di una democrazia cede il passo a diritti speciali: il diritto speciale del migrante, il diritto speciale di chi vive ai margini (fra punizione della povertà e daspo urbano), il diritto speciale di chi dissente e ora il diritto speciale di chi rappresenta l’autorità. Diritto del nemico e diritto dell’amico; disumano e super-umano.
Il nemico è stigmatizzato e criminalizzato, espulso; l’amico, che veicola l’immagine dell’autorità, è celebrato e oggetto di franchigie e benefici. Non si tratta solo di accontentare settori concepiti come politicamente affini ma di diffondere una concezione dello stato: autoritaria, insofferente a chiunque dissenta e intollerante ai limiti.
La divergenza sociale e politica è punita: chi critica è querelato; chi fa un blocco stradale compie un reato; chi disobbedisce con la nonviolenza, se è un carcerato e un migrante sarà punito, se è un eco-attivista per ora è solo espulso (il daspo urbano come moderno confino?); chi è povero, nel migliore dei casi, è ghettizzato o mantenuto in condizioni di sudditanza da benefici elargiti come graziosa carità.
I privilegi e le immunità per le forze di polizia, a fronte dell’uso della violenza, hanno un parallelismo nel mancato rispetto dei limiti istituzionali da parte dell’esecutivo, che siano sentenze dei giudici o ruolo del Parlamento. Una insofferenza al limite (la limitazione del potere è essenza del costituzionalismo) che si salda con il vittimismo del potere che giustifica la violenza con l’essere vittima.
È quanto tragicamente ci restituisce il “laboratorio Palestina”: menzogna così prepotente, e potente grazie alle complicità di molti, che impone l’assurda accusa di antisemitismo a chi pretende di “dire la verità al potere” ed è teatro di una orribile violenza legittimata con il ruolo di vittima e con la disumanizzazione, il disconoscimento, dell’“altro”.
Non è certo la violenza dei manifestanti (posto che vi sia) a preoccupare ma la violenza istituzionale e la cultura autoritaria che la narrazione vittimistica delle forze di polizia reca con sé.
Alessandra Algostino, il manifesto, 18 gennaio
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A fine anno Longform di la Repubblica ed Ilvo Diamanti riflettono su "La democrazia malata" ... (29 dicembre 2024) |
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Dati e spunti tratti dall'ultimo rapporto "Gli italiani e lo Stato" che, scrive il giornale, "conferma la disaffezione verso le istituzioni che si materializza nel crescente astensionismo. Un declino che colpisce anche la credibilità dei servizi. Prima di tutto la Sanità" ... (29 dicembre 2024) |
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Dati da approfondire e verificare, spunti su cui ragionare con capacità critica, naturalmente ... Tuttavia dati e spunti interessanti, meritevoli di confronto (29 dicembre 2024) |
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Da il Fatto Quotidiano e da Sottosopra (per il Forum Disuguaglianze e Diversità) altri elementi per discutere ... (16 gennaio 2025)
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Su il Fatto Quotidiano, da Silvia Truzzi "L'improvviso allarme sicurezza che serve per lo scudo penale" ... (16 gennaio 2025)
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Ancora su il Fatto Quotidiano argomenti a sostegno dei diritti - doveri costituzionali, contro le proposte di "scudo penale" a copertura di abusi e violenze ... (18 gennaio 2025)
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Su la Repubblica "la bocciatura dei sindacati di polizia e carabinieri: Non siamo sopra la legge" ... (15 gennaio 2025) |
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Bologna, 17 gennaio 2025, Piazza Roosevelt, ore 18.55: polizia municipale, personale apposito con relativi automezzi liberano lo spazio per la manifestazione nazionale "100 mila luci contro il buio del regime" ...
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Lo striscione "accendiamo le luci ... No al disegno di legge sicurezza" predisposto da3 promotor3 della iniziativa
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La presenza di attivist3 di Amnesty International ...
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Sotto la Prefettura, davanti e dietro gli striscioni molte donne ...
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... come Irma Bandiera, sullo striscione della CGIL "Bologna città partigiana"
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La denuncia su un cartello: "il DDL sicurezza trasforma i diritti in reati" ...
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I manifestanti percorrono in corteo via IV Novembre ...
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Giovani e sempre giovani alzano fiaccole e voci ...
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In Piazza Maggiore ... Illuminato il Palazzo del Podestà.
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I partecipanti davanti a San Petronio ...
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Attivist3 in coppia ...
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Uno dei numerosi interventi in rappresentanza delle associazioni promotrici, di fronte a Palazzo d'Accursio ...
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Ascoltano cittadini e consiglieri comunali ...
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Luci e bandiere ...
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Luci, cartelli e ragazze ...
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La cronaca e le testimonianze su la Repubblica Bologna ... (18 gennaio 2025)
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La fotonotizia su Corriere Bologna ... (18 gennaio 2025)
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L'articolo pubblicato su Carlino Bologna ... (18 gennaio 2025)
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"La Procura ha archiviato la denuncia di una attivista di Extinction Rebellion" ... per la repressione del presidio a Palazzo d'Accursio del luglio 2024 in occasione del G7 di Bologna "scienza e tecnologia" ... (Carlino Bologna, 18 gennaio 2025)
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Le prime transenne, la resistenza pacifica, la disobbedienza non violenta del Comitato e del movimento che ha indotto il Sindaco, nel luglio 2024, a rinunciare al progetto "Quattro Foglie" ... Una mobilitazione per la salute, per la sicurezza, pro Costituzione costata denunce, processi, sanzioni (vedi qui, 29 gennaio 2024) |
Penso pure io che l'arretramento in sicurezza e salute nonostante l'avanzamento della scienza e della medicina sia frutto della rinuncia degli uomini a progettare le necessarie rivoluzioni culturali e sociali.
RispondiEliminaUn saluto e molti auguri per l'anno appena nato (con la tregua Israele - Hamas)
Carlo
Costituzione? Da anni si procede in direzione contraria, ostinatamente contraria: tra il sostegno a guerre, crescenti ingiustizie, impunità di crimini. Allo stato non vedo le condizioni per ribaltare il corso delle cose. E pure la giornata di ieri, con le parole di Trump e i silenzi di Meloni suona conferma. Come l'ennesima decisione del sindaco di Bologna, con la scelta improvvida di esporre la bandiera di Israele a guida Netanyahu.
RispondiEliminaPurtroppo il tempo di una nuova lotta di Liberazione presenta un contesto internazionale sfavorevole (ancorché non drammatico come quello del secolo scorso, almeno qui).
L.
Condivido. Speriamo la luce si faccia largo nel buio fitto di questo inverno. E come ad ogni primavera, la natura si imponga.
RispondiEliminaDG
Nessun amministratore al mondo garantisce la democrazia se gli amministrati non la esigono. Ora a me sembra che viviamo una spirale negativa in cui soprattutto nei paesi più ricchi sono prevalsi interessi diffusi di conservazione, di mancato ascolto e di delega. La Costituzione repubblicana richiede lotta e pratica quotidiana, non richiesta una tantum al momento del dissenso.
RispondiEliminaWM