lunedì 20 marzo 2023

Noi siamo la maggioranza ...

In Piazza Maggiore, a Bologna, con Extinction Rebellion per la PrimaVera partecipazione 











Questa partecipazione collettiva vuole esprimere pubblicamente l’urgenza di rivoluzionare le politiche ecologiche e gli immaginari sociali con cui istituzioni locali e regionali stanno affrontando la più grande crisi della storia dell’umanità. Finora, infatti, il loro approccio cinico e menefreghista è stato in linea con quello adottato dalla maggior parte dei governi e degli stati a livello mondiale.

Laddove, la comunità scientifica parla degli anni che stiamo vivendo come "l'ultima chiamata" per il futuro dell'umanità, le istituzioni preferiscono continuare a preservare un sistema economico e sociale basato su sfruttamento, violenza e estrattivismo per garantire un’accumulazione di denaro fine a se stessa e senza futuro, di cui beneficia quel famoso 1% che i politici ad ogni livello hanno tremendamente paura di contrariare. 

La Regione Emilia-Romagna, ad esempio, nell’agosto 2019 ha firmato la "Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ambientale", in cui scrive che sceglie "di aderire all’allarme lanciato da giovani e giovanissimi di tutto il mondo con il movimento Fridays for Future” impegnandosi di conseguenza a ridurre le emissioni climalteranti del 20% entro il 2020 e del 40% per il 2030, incrementando al contempo la quota di consumi coperta attraverso l’impiego di fonti rinnovabili.

Dopo quattro anni, la Dichiarazione della Regione Emilia Romagna si è rivelata una promessa vuota, priva di qualsiasi reale intenzionalità politica. 

Nel 2020, poi, la Regione ha formulato il "Patto per il Lavoro e per il Clima", in cui ha esposto l'agenda climatica regionale. Il Patto prevede la neutralità climatica per il 2050 e il passaggio al 100% di energia da fonti rinnovabili nel 2035 come obiettivi principali della transizione ecologica. Il problema è che procedendo in questo modo nel 2050 probabilmente non ci sarà più una Regione Emilia Romagna, per cui le tempistiche che si è data per raggiungere la neutralità climatica non sono degne dell'emergenza che ci troviamo ad affrontare. Per intenderci, David King, chimico a capo del Climate Crisis Advisory Group, spiega che (citiamo) "raggiungere lo zero netto di emissioni entro il 2050 non è abbastanza per assicurare un futuro sicuro all'umanità; dobbiamo rivedere i nostri obiettivi globali andando oltre lo zero netto, e impegnarci con delle strategie che ci permettano di raggiungere "emissioni negative" urgentemente". 

Inoltre, nel "Patto per il Lavoro e per il Clima" non c’è alcuna progettazione precisa di politiche pubbliche che possano portare al raggiungimento dei suoi modesti obiettivi, né vengono specificati i soggetti pubblici incaricati di portare a termine una reale transizione ecologica. Senza una chiara progettazione e obiettivi intermedi, il raggiungimento di quelli a lungo termine si fa impossibile, mentre le comunità locali vengono tenute all’oscuro rispetto alle politiche con cui la Regione dice di tutelare il nostro futuro. 

Alla vaghezza e all’incompetenza con cui la Regione Emilia Romagna elabora le sue politiche ecologiche, si oppone la concretezza con cui persegue le grandi opere su cui investe miliardi di fondi pubblici, entrando in contraddizione con gli stessi obiettivi che si è posta per il taglio delle emissioni. L'allargamento del Passante di Mezzo e l’espansione dell'aeroporto Marconi peggioreranno ulteriormente la qualità dell'aria e la qualità della vita in quella che è già una delle zone più inquinate d'Europa. Aumenteranno i problemi di salute causati dall'inquinamento, aumenteranno il numero delle morti, e renderanno impossibile il raggiungimento di emissioni zero in un tempo necessario per salvaguardare il nostro futuro. Sono grandi opere infrastrutturali imposte per perseguire una logica utilitaristica miope e autodistruttiva, che nega il desiderio di cambiamento che noi tutte nutriamo e che ci spinge a lottare per la giustizia climatica e sociale. 

In particolare, il Passante di Mezzo è in assoluta contraddizione con quelli che sembrano essere i valori che la Regione, ha esplicitato nel Patto per il Lavoro e per il Clima. I 2,5 miliardi di Euro spesi per allargare un'autostrada e una tangenziale sono investimenti tolti al potenziamento del trasporto pubblico di persone, nelle città e nelle zone rurali già poco considerate dal trasporto collettivo.

Sono 2,5 miliardi di Euro spesi in cemento, in una regione già al quarto posto in Italia per consumo di suolo (sia totale che pro capite), che fa parte di uno stato che è a sua volta il peggiore in Europa per la stessa ragione.

Ancora una volta, le azioni delle istituzioni sono in contraddizione con le parole dei politici che le occupano. L'allargamento del Passante di Mezzo,  quello dell'Aeroporto Marconi, l'impermeabilizzazione dei terreni agricoli per lasciare posto a enormi poli logistici, sono progetti che richiederanno la cementificazione di grandi aree, e priveranno la cittadinanza di ulteriore suolo fertile.

Oggi, Il Passante di mezzo viene addirittura presentato come "un'opera green", in una patetica e inutile operazione di greenwashing. Ovviamente, la transizione ecologica non si fa allargando strade e aeroporti. 

Ben 76 associazioni ecologiste regionali non hanno firmato il “Patto per il Lavoro e per il Clima” perché le osservazioni e le modifiche da loro suggerite sono state bellamente ignorate dalla Regione.

La causa di questa marginalizzazione sta tutta nell’assenza di reali modalità di partecipazione democratica delle comunità locali all’elaborazione di politiche come quelle confluite nell’agenda climatica regionale. La Regione sostiene di aver messo su un processo inclusivo e aperto, ma in realtà si è trattato di una goffa mascherata finalizzata soltanto a valorizzare le posizioni che erano già allineate con i programmi dei partiti politici al potere.

Questa però non è partecipazione, è strumentalizzazione. 

Al contrario, per trovare le soluzioni necessarie a rispondere all’emergenza eco-climatica abbiamo bisogno di istituire pratiche di democrazia partecipativa, che coinvolgano attivamente i membri delle nostre comunità locali. Abbiamo bisogno di un'Assemblea Cittadina in cui si possa, con il supporto di un team di scienziati e di facilitatori dei processi decisionali, intraprendere un percorso di elaborazione di politiche pubbliche radicali per fronteggiare la crisi in cui ci troviamo. Un organo di questo tipo permetterebbe alle comunità di far sentire la propria voce nelle scelte che decideranno il futuro di tutti e tutte. È a questo scopo che le Assemblee Cittadine sono composte da persone estratte a sorte sulla base di un campionamento stratificato che dia rappresentanza a tutte le componenti sociali, soprattutto a quelle che appartengono ai gruppi resi più fragili e che subiscono in misura maggiore le conseguenze nefaste della crisi eco-climatica. 

Finalmente, il 19 dicembre 2022, una delibera del consiglio comunale di Bologna ha istituito questo strumento democratico, accogliendo le rivendicazioni che Extinction Rebellion e altri movimenti ecologisti hanno portato avanti sin dal 2019. Tuttavia, questo segnale di collaborazione da parte del comune non ha tardato a mostrare i suoi limiti. 

Innanzitutto, c’è stato un inspiegabile ritardo da parte della giunta comunale nel dare il via al processo di selezione dei membri del comitato di coordinamento dell’Assemblea, innescando una serie di rallentamenti a catena che ci hanno portato a non aveva ancora l’ombra di un’Assemblea cittadina a marzo 2023. A questi aspetti tecnici, però, si aggiunge il problema dell’obiettivo e dell’ampiezza dell’Assemblea Cittadina sul clima. In pratica, nella delibera di indizione, l’amministrazione si è appropriata di una competenza che dovrebbe essere dell’Assemblea Cittadina stessa, ovvero la valutazione degli ambiti su cui è prioritario intervenire, con la conseguente individuazione delle politiche idonee a perseguire i suoi obiettivi. Il testo della delibera, infatti, definisce già in partenza 6 tipologie di intervento su cui l'Assemblea dovrebbe concentrarsi e in questo modo sta escludendo altri ambiti potenzialmente rilevanti, come ad esempio quello della mobilità urbana e del potenziamento del trasporto pubblico.  Il rischio è che un mandato così limitato finisca per trasformare l'Assemblea in un organo vuoto, il cui scopo è legittimare politiche già in programma, in modo da generare consenso verso l’amministrazione.

XR ritiene, invece, che l’Assemblea Cittadina debba essere libera di sviluppare un’analisi autonoma delle politiche ecologiche comunali, con il supporto degli esperti chiamati a relazionare nella sua fase iniziale. In questo senso, il testo della delibera può ancora consentire un certo margine di libertà, purché l’espressione “transizione energetica” venga interpreta in maniera più ampia. Se l’amministrazione lo volesse, dunque, i lavori dell’Assemblea Cittadina potrebbero essere impostati in modo da garantire la libertà e l’autonomia di discussione, necessarie ad un qualsiasi processo democratico.

Siamo ben coscienti che scongiurare il collasso eco-climatico, e il collasso sociale ad esso collegato, sia una partita complessa che  non si può limitare al livello regionale o comunale: per questo motivo è importante che la Regione Emilia-Romagna, se davvero vuole presentarsi come un modello virtuoso nel contesto nazionale, faccia pressione affinché il nostro Governo dimostri di considerare la lotta alla crisi eco-climatica una priorità ed emetta una Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica.

È evidente che in questo periodo storico i governi non stiano affrontando con radicalità e lungimiranza la crisi ecologica. Condizionati da interessi economici e schiacciati sulla ricerca del consenso elettorale, faticano ad elaborare politiche radicali ed efficaci, politiche necessarie non solo ad evitare il collasso ecologico, ma a re-istituire un mondo libero dallo sfruttamento economico, sociale e ambientale.

In questo scenario, le Assemblee Cittadine rappresentano una sperimentazione inedita. Da un lato, infatti, costituiscono una possibilità di rinnovamento dei processi democratici che può correggere le debolezze strutturali della democrazia rappresentativa, introducendo uno strumento deliberativo dal basso.

Dall’altro, l’Assemblea cittadina è una possibilità concreta di accelerare la transizione ecologica di cui abbiamo assoluto bisogno per affrontare la crisi eco-climatica e immaginare un futuro per cui valga la pena lottare. 

Noi siamo la maggioranza.

Ilaria, Isabella, Andrei, ... di Extinction Rebellion Bologna, Piazza Maggiore, 18 marzo 2023


Piazza Maggiore, con XR, PrimaVera partecipazione: il punto informazioni ... (18 marzo 2023)


"Benvenuti a Bologna, città del Greenwashing e della cementificazione" ...


"I Governi hanno fallito"! Il dialogo anche attraverso post-it: "come incentivare l'abbandono dei combustibili fossili"? "pensi sia giusto rendere la mobilità elettrica"?


"Non resteremo passive/i davanti alla devastazione ecoclimatica che i Governi stanno causando" ...


"Il sonno della ragione genera morti. 2050 è troppo tardi" sostiene XR: "dove sono le Assemblee Cittadine"?


Sul crescentone un vasto "spazio bimbi" ...


I giochi di Anna con Valentina ...


Topo Gigio ecologista ...









Un laboratorio con "albero delle paure" e quello "delle speranze" ...


Scrivono e disegnano bambine e bambini ...


L'ascolto per il futuro ...


La "ruota della sfortuna" ...


... dialoga con ragazze e giovani sull'attualità


Senza pause ...



Un punto di meditazione e di riflessione ...


Il momento della musica e delle canzoni ...


... dei balli popolari 


... mano nella mano 









Un messaggio di Amore e di Azione ...


In mattinata si alternano gli interventi di AMO Bologna ed Aria Pesa, di Mediterranea ...


... di associazioni contadine e per la Sovranità Alimentare ...
 

Isabella, attivista di XR ...


Da D(i)ritti alla Città la denuncia di spazi sottratti all'uso pubblico e precise proposte per la rigenerazione urbana e la democrazia partecipativa (vedi qui) ...


L'intervento di Claudio Dellucca di Legambiente suscita un interesse intergenerazionale ...


... e l'adesione immediata alla mobilità sostenibile (in sicurezza)


Sotto il Nettuno, rivendicati i Diritti Universali dei popoli e delle comunità, dall'Africa all'America Latina, ed i Doveri di Stati ed Organizzazioni internazionali rappresentative ...


Nel pomeriggio voci in difesa della natura, della biodiversità, del patrimonio animale e vegetale, di boschi ed alberi (che non possono essere ridotti a "rifiuti biodegradabili") ...
 
Come proposto in questi giorni in numerosi parchi e giardini urbani ...


Qui al Giardino Eugenio Montale ...


... tra via Scandellara e l'Asse viario A14-Tangenziale ...


Uno spazio che Autostrade SpA, Ministero, Regione e Comune pensano di poter sottrarre all'uso pubblico a scopo mega cantieri per il Passante di Bologna a 16-18 corsie ...


Ragazze e giovani con Extinction Rebellion per la "PrimaVera partecipazione": seduti sul crescentone in Piazza Maggiore, indifferenti alle poltrone ed alle seggioline ... (18 marzo 2023)
  

La pagina di Repubblica Bologna:"per Bologna il 2030 è ancora lontano" e "il piazza per l'ambiente".
Secondo Legambiente occorre: 1) ridurre le emissioni di PM10 del 20%; 2) portare il tasso di motorizzazione dal 50 al 35%; 3) alzare l'offerta di trasporto pubblico dal 4 al 30% ... (18 marzo 2023)
   




In "primo piano" sul Corriere di Bologna: "la protesta per il clima" di XR e i "nuovi orizzonti" di Matteo Lepore ed Amministratori imprevidenti ... (19 marzo 2023)   


3 commenti:

  1. Nella città più progressista d'Italia come si può conciliare agli alberi il termine "rifiuti biodegradabili"?
    Tanti "amministratori" dovrebbero riprendere lo studio.
    s.

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  2. La maggioranza? Non so.
    Le ragioni? Tante.
    Forza ragazze/i!!!
    C.

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  3. Buona PrimaVera!
    Paz y justicia para todos.
    Max

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