martedì 7 aprile 2015

Merola, ieri e oggi

"Se tutto va bene, io non vado bene".
Qualcuno ricorderà. E' lo slogan elettorale di Virginio Merola, quattro anni fa (quando era ancora candidato e sostenitore dell'allora segretario PD Pierluigi Bersani).
I problemi di allora sono stati adeguatamente affrontati dalla Amministrazione comunale bolognese una volta che Merola è stato eletto Sindaco?
Le persone che vivono nel capoluogo emiliano, oggi, vivono meglio di allora?
Virginio Merola pare convinto che si e annuncia la sua ricandidatura.
Dice di aver "superato la stanchezza che lo aveva caratterizzato sul finire del 2014", ed è pronto per un nuovo mandato (2016-2021).
Passando, eventualmente, anche per le primarie di coalizione del Centrosinistra; escluse, invece, dal segretario bolognese del PD ("una tale richiesta significherebbe sfiducia verso l'attuale Amministrazione" sostiene Francesco Critelli) e dal Presidente della Regione, Stefano Bonaccini (eletto con il 38% di votanti alle regionali del 2014).
Per la verità, secondo Merola "Serve un chiarimento, perché non possiamo andare avanti così" (la Repubblica, 27 febbraio).
Ma Lui, si riferisce ai tagli nazionali agli Enti Locali del Governo: "Con Renzi abbiamo chiesto un incontro urgente".
Evidentemente si rende conto che molte cose non vanno, che le politiche europee e nazionali mettono sempre più in discussione servizi essenziali, sanitari e scolastici, la corretta manutenzione del territorio, la salvaguardia dei beni comuni, la realizzazione di infrastrutture utili. In sintesi: una risposta ai bisogni di oggi ed una lungimirante ed adeguata programmazione del futuro.
Preoccupazioni giuste e condivisibili (come quelle di ieri del presidente nazionale dell'associazione Nazionale dei Comuni Italiani, Piero Fassino). Semmai tardive, ininfluenti e senza conseguenti iniziative.
Fin qui, infatti, il tanto ripetuto "cambiare verso" di Matteo Renzi ha significato riduzione delle autonomie e delle risorse locali, del potere reale dei Comuni di incidere positivamente sulla crisi e sulla vita delle comunità e delle persone.
Così, a fine marzo, il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato un bilancio 2015 con tagli di servizi e contributi per giuste cause e significative maggiori tasse e tributi (Irpef, Imu e Tari).
Dunque, Virginio Merola, in previsione del voto del 2016, vorrebbe distinguere tra le responsabilità dei governi nazionali e quelle del governo locale.
Quasi non avessimo a che fare con politici di uno stesso partito (il Democratico) proposto ora, enfaticamente, anche come Partito della Nazione.
E come se, il Sindaco di Bologna, non dovesse, comunque, rispondere per la funzione politica nazionale del Comune e per i risultati concreti della sua Amministrazione.
Ma Merola si mostra inconsapevole della eredità che comporta sedere negli uffici che furono di Dozza, Fanti, Zangheri ed Imbeni.
Con il "realismo" piatto di tanti attuali amministratori e politici, cerca attenuanti, si auto-assolve e si considera, ancora, la scelta migliore per Bologna e per la nuova Città Metropolitana.
A fine febbraio, commentando l'incontro con i 100 fan che ha riunito al teatro Antoniano per il lancio della sua ricandidatura, ha detto di condividere la principale critica emersa nel corso di quell'incontro sull'operato della sua Giunta: un "difetto di comunicazione".
Si, i problemi (riconosciuti in campagna elettorale solo 4 anni fa) legati allo sviluppo ed alla organizzazione della città ora non esisterebbero più. O, comunque, Lui li ritiene già affrontati nei progetti e nei programmi avviati nel mandato in corso.

Dunque, il Merola pensiero del 2015 si potrebbe così sintetizzare: "se tutto va bene, io vado bene".
Un punto di vista assolutamente inadeguato e incapace di guardare in faccia la realtà, di ascoltare la maggioranza delle persone, dei lavoratori, dei giovani che vivono ed operano nel capoluogo emiliano.
E', allora, opportuno proporre un promemoria di questioni concrete e strategiche su cui il Sindaco e la Sua Giunta hanno fallito e su cui occorre intervenire con determinazione e coerenza assolutamente nuove da parte di chiunque si propone di candidarsi, oggi, al governo di Bologna.
1. La prevenzione ambientale e la salvaguardia dei beni comuni. Il perseguimento della qualità dell'aria e dell'acqua. La lotta al rumore.
Nonostante la crisi economica e finanziaria e l'inquinamento oltre i livelli di guardia, a Bologna sono continuate le nuove edificazioni, mancano totalmente progetti di smaterializzazione e di rigenerazione di aree edificate degradate o inutilizzate, non è stata data adeguata priorità al verde urbano, l'acqua ed i rifiuti sono gestiti con un approccio privatistico. Grave ed illusorio è il tentativo di (s)vendere parti significative del patrimonio pubblico (case popolari, aree demaniali, aziende municipali ...) per fare cassa e pareggio di bilancio. Maldestra è l'idea (del Sindaco) di compensare altro cemento o nuove autostrade (come il Passante Nord) con un bosco urbano, quando lo storico progetto di "fascia buscata" interna alla tangenziale, contenuta nel Piano Regolatore Generale degli anni '80, è rimasto lettera morta.  Irrilevanti sono gli interventi di manutenzione (ordinaria e straordinaria) e di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio immobiliare pubblico (scuole, ospedali, principali edifici pubblici) dai rischi sismici, di subsidenza e idrogeologici. A proposito, quali interventi promessi da Matteo Renzi al momento del suo insediamento sono stati ultimati?
2. La qualificazione e lo sviluppo dei servizi, rispetto alle trasformazioni ed alle nuove domande sociali.
Non è ancora assicurato a tutti l'accesso e il diritto alla scuola ed alla formazione di base, mentre risorse pubbliche vengono ancora destinate alle scuole private (nonostante quanto richiesto dai cittadini con il referendum del 2013!). Sono emersi "infortuni" (gravi e ripetuti) nel servizio mensa per i bambini (che hanno trovato crescente attenzione nei genitori e nel personale scolastico).
Cresce l'inadeguatezza dei servizi rivolti alla popolazione anziana e non autosufficiente, in costante crescita. Stesso discorso vale per i servizi rivolti ai cittadini immigrati da altri paesi, impegnati in lavori industriali pesanti ed in attività impegnative di cura o di assistenza.
3. La mobilità eco-compatibile ed il Servizio Ferroviario Metropolitano.
Segnano pesantemente il passo. Tanto nella realizzazione infrastrutturale che avrebbe dovuto coincidere con l'Alta Velocità, quanto nella organizzazione di un servizio efficiente e funzionale di trasporto pendolari (che invece di intensificare le fraquenze come tante volte annunciato, sconta quotidiane cancellazioni e ritardi inaccettabili dei treni TPER e FS). Né possono essere derubricate le irrisolte questioni prodotte dalle "grandi opere" come l'Alta Velocità: con gravi ricadute ambientali sul territorio, danni strutturali alle abitazioni attigue al tracciato, mancanza di adeguate misure di sicurezza nei parcheggi costruiti alla Stazione Centrale.
Troppe risorse ed attenzioni sono state concentrate su infrastrutture fallite, bloccate e in discussione. Su CIVIS, People Mover e Passante Nord sono emerse l'assenza di un effettivo interesse per la collettività, un bilancio ambientale negativo, discutibili vantaggi per pochi, spreco inaccettabile di risorse e di lavoro per tutti.
All' opposto, si evidenzia l'inadeguatezza di altri progetti e la lentezza di realizzazioni a favore dei pedoni e della mobilità non inquinante. Discutibile è anche la "tangenziale delle bici" interna ai viali di circonvallazione del centro storico, soprattutto a fronte della mancanza di reti (adeguate e sicure) di percorsi di quartiere.
4. L'impegno per la legalità, contro la corruzione e le mafie.
Le indagini della Magistratura e delle forze dell'ordine hanno proposto intrecci inquietanti. Sempre più di frequente gli affari che prevalgono sulle opere di interesse collettivo. Quanto meno, con inaccettabili sottovalutazioni della politica e degli amministratori.
Con i cedimenti alla illegalità causati dalle pratiche degli appalti al massimo ribasso, ma anche dai lavori pubblici affidati direttamente, ad aziende "di fiducia" delle pubbliche amministrazioni che ricorrono di frequente a subappalti. Con l'effetto che imprese controllate dalla mafia hanno operato e messo radici in città e provincia. Anche attraverso aziende private e grosse cooperative ritenute, incautamente, al di sopra di ogni sospetto.
5. La partecipazione democratica, la promozione del confronto e del protagonismo dei cittadini che vivono e lavorano nel territorio.
Si è perso, forse irrimediabilmente, un patrimonio storico riconosciuto internazionalmente. Negando, nei decenni, forme avanzate di partecipazione alla selezione e alla individuazione collettiva delle priorità sociali e delle risorse. Le istituzioni hanno progressivamente ridotto la funzione di rappresentanza e di governo delle comunità e sono state trasformate in strumenti di gestione economica e finanziaria dei servizi e delle politiche, perseguendo prevalentemente logiche di efficienza e di bilancio nel breve periodo. La politica ha perso di visione, di autonomia culturale, di rapporti sociali. Hanno prevalso, infine, la mera gestione del potere, un confronto tra (e di) classi dirigenti sempre più asfittiche, limitate, ridotte. Più attente a promuovere e proteggere uomini di fiducia che personale qualificato e dotato di adeguata capacità critica.
Si sono moltiplicati Enti, aziende, istituzioni (Comunità, Associazioni, Unioni di Comuni) di secondo grado, nominati da uomini (poche donne) eletti e poi delegati, senza controlli, a gestire tutto.
Clamoroso, a questo proposito, il pasticcio sulle Province, che ha aggiunto nuove contraddizioni a quelle esistenti.
Non sono infatti ancora espliciti e comprensibili i livelli istituzionali a cui si tende: solo Comuni e Regioni? E, allora la Città Metropolitana? Si pensa davvero a questa istituzione come un nuovo Grande Comune, che unirebbe le Due Torri, a Molinella (nella bassa) e Castel del Rio (sull'Appennino imolese)?
Intanto, si lavora ancora a costituire Associazioni e Unioni dei Comuni della provincia. Cosa diverrebbero queste realtà (Reno - Galliera o Terre d'Acqua o il comprensorio Imolese)? Quartieri? Analogamente a quelli che in città dividerebbero il territorio in 5 nuovi grandi circoscrizioni?
Nei fatti non sono chiare le ripartizioni, i ruoli, le competenze tra le istituzioni.
E, col passare dei mesi, di fronte all'azione dell'uomo ed agli eventi naturali, si comincia a pagare dazio: nella gestione delle strade o nelle manutenzioni, nella difesa e valorizzazione dell'ambiente ...
Il personale dipendente amministrativo (inclusi i dirigenti, che prima di altri troveranno vie di fuga) non hanno ancora certezze di prospettiva e di ricollocazione.
E i cittadini per quali istituzioni voteranno?
Per ora - pare anche nel 2016 - gli elettori sotto le Due Torri eleggono Comune (e Quartieri). E, automaticamente, per il Sindaco - Presidente della Città Metropolitana (che coincide con l'eletto della Città capoluogo).
Ma i cittadini di San Lazzaro, Casalecchio di Reno, Imola e San Giovanni, subiranno interamente la Città Metropolitana. E se, per il momento, eleggeranno i loro Sindaci ed i loro Consigli, domani? Forse, neppure quelli. Semmai i Presidenti dell'Unione (Quartiere?) Valle dell'Idice o Alto Reno - Setta o ...
Più che semplificazione e razionalizzazione, la sostanza appare di confusione istituzionale, meno rappresentanti di governo eletti dai cittadini, più uomini (e donne?) nominati a gestire gli interessi comuni.
Contemporaneamente, i referendum popolari (ancora previsti negli Statuti) sono stati progressivamente svalutati, negati, mortificati (ultimo quello bolognese sulla priorità alla scuola pubblica).

Ecco. Altro che "difetti di comunicazione".
Il problema (di quattro anni fa ed attuale!) sta nella pratica di una politica ed una amministrazione misere, senza visione di futuro, senza idee forti di governo e di trasformazione che risolvono i problemi dei cittadini e rispondono ai bisogni preminenti delle comunità.
Ridare alla politica ed alle istituzioni la capacità di incidere sulla vita delle persone e delle comunità è un compito urgente per tutti.
La nuova grande sfida, oltre Virginio Merola!




49 commenti:

  1. Una riflessione da fare , da subito , riguarda a mio parere, quali alternative e quali soggetti politici contrapporre ,eventualmente ad un Candidatutura Meroliana .Siamo in grado a Bologna di proporre una alternativa reale, concreta a questo PD e alla sua classe dirigente , riusciamo a far capire che questa città ha bisogno di più partecipazione di mantenimento e/o allargamento di soggetti pubblici e non di ulteriori privatizzazioni . Riusciamo a dire e a convincere che P. Mover , Passante Nord , e i temi da te elencati devono diventare prioritari . Un anno passa in fretta .
    Ciao
    G.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giusto. Un anno passa in fretta.
      Per chi ritiene utile costruire una alternativa sociale e politica competitiva al governo delle istituzioni locali e nazionali non c'è tempo da perdere.
      Occorre unire progressivamente individui, soggetti e movimenti interessati su idee, progetti e pratiche.
      I 5 punti del post sono un parziale contributo (come altri).
      Personalmente sono convinto che, se adeguatamente approfonditi e coerentemente perseguiti, possano raccogliere un fronte molto, molto ampio.
      Per capirci. Anche più ampio degli interessi e dei sostenitori che si raccolgono attorno al sistema di potere e di consensi che sostiene che "tutto va bene".
      Gianni

      Elimina
  2. Lettura impegnativa. Non certo un twitt.
    Merita approfondimenti adeguati. Spero ci siano, qui e altrove.
    Ora, vista l'ora, solo una affermazione.
    Di Merola possiamo fare a meno. Vola basso. In particolare sulla vicenda scuola e sulle infrastrutture dette strategiche. Un esempio è il collegamento con l'aeroporto. Meglio la ferrovia che il progetto PM.
    Dunque suggerirei una persona con idee e progetti nuovi, più attivo e presente. Capace di valorizzare cittadini, comitati, associazioni, sindacati, anche partiti, eventualmente.
    Raffa

    RispondiElimina
  3. Ma come?
    Merola, ieri e oggi.
    ... senza domani?
    Sic

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci mancherebbe Sic!
      Merola ha appena compiuto 60 anni. Lunga vita.
      Un giovane sessantenne può e deve fare ancora tante esperienze ...
      Gianni

      Elimina
  4. Una questione di attualità che potrebbe essere tangente, ma che potrebbe anche riguardare i punti 4 e 5 del post.
    Da ilrestodelcarlino.it
    M.

    Bologna, 7 aprile 2015 - Nessuna retromarcia, nessuna restituzione. Il Pd di Bologna, dopo alcuni giorni di ‘graticola’, tira dritto sul caso Cpl Concordia, la coop finanziatrice (leggi l'articolo) di diversi amministratori dem (tra cui il sindaco di Bologna Virginio Merola con 20.000 euro per la campagna elettorale del 2011) finita nell’inchiesta dei magistrati di Napoli che ha portato all’arresto del sindaco di Ischia. Dopo contatti telefonici coi sindaci, Merola in particolare, è il neo-segretario Francesco Critelli a dare la linea del partito: i finanziamenti avuti da Cpl Concordia sono legittimi a tutti gli effetti, saranno però i singoli amministratori a decidere come regolarsi (la prima cittadina di San Lazzaro, Isabella Conti, ha già detto di voler restituire i duemila euro avuti da Cpl, attribuendo peraltro a via Rivani la responsabilità di averli ricevuti).

    “Il Pd di Bologna e i suoi amministratori operano nella massima trasparenza, secondo le leggi esistenti e secondo rigorosi criteri etico morali”, scrive Critelli. Per quanto riguarda il Pd di Bologna, “il contributo ricevuto nel 2014 da Cpl ammonta a 4.000 euro, su entrate complessive di 1.700.000 euro: queste contribuzioni, secondo la legge, sono lecite, legittime e regolarmente registrate”. Immediata la dichiarazione del sindaco di Bologna, Virginio Merola. “Condivido le dichiarazioni del segretario Francesco Critelli. Aggiungo, a scanso di equivoci, che non ho nulla da restituire, perché si tratta di contributi in regola, nel pieno rispetto delle leggi vigenti, e perché l’operato dell’Amministrazione da me diretta non è stato condizionato in nulla, come è ovvio, da rapporti con Cpl in relazione a gare, appalti o qualunque altro atto del Comune di Bologna”.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. M., certo che ci riguarda.
      Due pareri.
      1. Le cooperative in quanto tali non dovrebbero finanziare candidati Sindaci, parlamentari, Partiti, Fondazioni politiche. Innanzitutto per rispetto dei loro soci e dei loro lavoratori. Poi per rispetto dei soci e dei lavoratori di altre cooperative ed imprese, che debbono competere per altre qualità organizzative, formative, tecnologiche, di produttività.
      2. Sindaci, parlamentari, Partiti non dovrebbero accettare contributi finanziari da cooperative ed aziende pubbliche e private che possono concorrere ad appalti pubblici e alla ricchezza del paese.
      Per prevenire ogni conflitto di interesse e non privare le istituzioni pubbliche e la collettività nazionale dell'apporto prezioso di importanti piccole e grandi realtà produttive e/o di servizio.
      Gianni
      Gianni

      Elimina
  5. La solita storia.
    Prima di arrivare si vedono i limiti.
    Quando si arriva, scompaiono. Quasi d'incanto e senza fare granché.
    Il post ricorda bene il giudizio di Merola da candidato e quello recente da sindaco.
    Chiunque si interroga su cosa ha caratterizzato i quattro anni della amministrazione Merola, fatica a trovare cose positive.
    Fate una verifica con colleghi ed amici.
    Se emergono giudizi diversi scrivete!
    Così contribuiamo tutti a risolvere i "problemi di comunicazione" ...
    Ciao!

    RispondiElimina
  6. Condivisibile la critica su quanto poco si è fatto anche a Bologna per respirare meglio, risparmiare e bere acqua pulita, mangiare e vivere sano.
    Sono priorità. Mai praticate.
    Per questo salvo quanto fatto per l ciclisti. Compresa la pista sui viali. Non sarà il massimo, ma uno spazio libero per chi non inquina e che non inquina.
    L.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L. un utile approfondimento.
      Il mio pensiero.
      La pista ciclabile sui viali non mi pareva una priorità per i ciclisti quotidiani e per la "città sostenibile" da costruire.
      1. Perché pedalare a fianco del traffico intenso ed inquinante dei viali non è salutare (come hanno detto anche autorevoli medici) e sicuro (nei tratti di attraversamento).
      2. Perché si è ulteriormente cementificato e/o catramato suolo pubblico urbano e si sono tolti altri piccoli spazi verdi (che consentono al terreno di assorbire l'acqua piovana).
      3. Perché si sono sottratte risorse per altri più urgenti investimenti pro bici (il completamento di reti di percorsi ciclabili di quartiere) che incentivino molti più bolognesi all'uso abituale del mezzo di mobilità meno inquinante.
      In conclusione. Credo che la frequenteranno (poco) prevalentemente quelli che già usano la bici.
      Gianni

      Elimina
  7. Concordo. Una Amministrazione nuova e diversa. Che scelga come priorità: ecologia, trasporto ferroviario, servizi sociali, legalità, democrazia partecipata.
    Per farlo davvero vedo solo un processo che unisca una sinistra rigenerata (orientata ai contenuti della coalizione sociale di Landini) ed un Movimento Cinque Stelle disponibile a intese sulle cose da fare.
    Bologna ha bisogno di forze nuove!
    Anna

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anna, una sintesi perfetta!
      Ci manca una donna Sindaco.
      Ti conoscessi, potremmo valutare.
      Gianni

      Elimina
  8. Post fiume, andrebbe approfondito punto per punto.
    Butto lì solo qualche considerazione:
    La tangenziale dei viali è una buona cosa, soprattutto se avrà un seguito con piste di collegamento da e verso il centro.
    In SOLI 9 anni è stato concluso il sottopassaggio di via de' Carracci, così si può dare "un ultimo bacio prima di prendere il treno" (sentita con le mie orecchie, pronunciata da Merola qualche giorno fa e ripresa dal GR regionale, e sui cartelli campeggia la scritta "kiss & ride"). Poco importa se uscire a piedi dalla nuova stazione continua ad essere un impresa, con indicazioni che si perdono nel nulla e ti fanno tornare indietro perché i passaggi sono interrotti.
    Sotto casa abbiamo in costruzione una delle 10 isole ecologiche di zona, in costruzione da 5 mesi e mezzo, doveva aprire un mese e mezzo fa. L'area recintata destinata ai BEN 2 (due) cassonetti è di fatto diventata un magazzino per i materiali del cantiere di via Amendola.
    Strada Maggiore è bellissima (ma si poteva tenerla pedonalizzata), il cantiere UgoBassiRizzoli una scommessa.
    Non so quanta responsabilità diretta ci sia da parte dell'Amministrazione Comunale, ma l'impressione nelle cose piccole è pessima, nelle cose grandi ancora peggio (qual è il superlativo di pessimo?).
    La sottomissione alle linee del partito, insopportabile.
    Chi fa si espone comunque a critiche: ma mi chiedo se questa città possa sopportare altri 5 anni di non governo.

    OT: pronto a festeggiare il triplete? tanti tanti cari auguri...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Arancioeblu, ogni approfondimento mi pare interessante ed utile.
      Soprattutto per chi sta al merito delle cose e crede necessaria una alternativa al "non governo" della città.
      Sopra sono tornato sulle ragioni per cui trovo "discutibile" la pista ciclabile sui viali.
      Considero che le tante contraddizioni sulle piccole (importanti) realizzazioni sono quasi sempre espressione della assenza di grandi (motivanti) progetti. Emblematici i tuoi concreti riferimenti a realizzazioni nell'ambito del recupero degli scarti di produzioni e consumi per il riciclo ed il risparmio di materie prime e/o alle manutenzioni ordinarie e straordinarie di piazze, strade, tubature idriche e collegamenti tecnologici.
      Sarebbe anche interessante conoscere meglio, con più trasparenza e facilità (attraverso Iperbole?) i protagonisti di queste esperienze: responsabili pubblici, progettisti ed imprese costruttrici (vincitrici di appalti e subappaltanti). Per prevenire nuove indagini tipo Aemilia e per rendere quotidiano l'impegno con Libera.
      Gianni
      OT. Eventi straordinari si verificano ogni 100 anni! Tranquilla. L'Internazionale resterà ancora a lungo nella storia. Un'altra cosa è certa. Non sarà Real.

      Elimina
  9. La coincidenza con il festeggiamento dei 90 anni di Renato Zangheri mi induce un pensiero che ritorna al post.
    La funzione nazionale di Bologna. Le Autonomie Locali come parte vitale dello Stato nazionale. Le esperienze sociali emiliane come patrimonio comune della elaborazione politica dei grandi partiti popolari ...
    Oggi, la perdita di ruolo di Bologna, di Comuni e Province, di socialità dei Governi locali e nazionali è segno di una preoccupante crisi della Democrazia e della Politica come protagonismo dei cittadini ai problemi del paese.
    In causa sono quindi insieme Merola, Renzi, il PD. Uomini, partiti e ceti dirigenti "della Nazione".
    Comprimendo il decentramento e la partecipazione diretta dei cittadini si deprimono le principali risorse.
    L'atto squalificante di Merola è stato l'annullamento del valore politico del referendum sulla scuola pubblica. Analogamente per Renzi l'annullamento e lo sberleffo nei confronti di chi lo contraddice, chiede confronto di merito e soluzioni più condivise. All'accordo del Nazareno non si può sostituire l'uomo solo al comando.
    Carlo

    RispondiElimina
  10. Pare che Governo e Comuni abbiano fatto pace.
    Merola forse può respirare. E noi con lui.
    Non vi pare di essere almeno un po' ingenerosi con il Centrosinistra ed il PD?
    In fondo in Emilia si sta ancora meglio che altrove, no?
    Antonio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Antonio, io la vedo così: non possiamo limitarci a "resistere", a difendere un presente "ancora migliore" di molte altre realtà.
      Governare una società (complessa) verso il futuro significa vedere le ragioni della crisi e delle contraddizioni esistenti e impegnarsi per superare ingiustizie e limitazione delle libertà individuali e collettive.
      Le attuali classi dominanti e gli uomini che le rappresentano (a Bologna, in Italia e in Europa) non mi pare si muovano con questo obiettivo. Io vedo urgenze e priorità diverse.
      Gianni

      Elimina
  11. Mi pare di interesse l'intervista di Andrea De Maria, del PD nazionale, pubblicata su il Resto del Carlino di oggi. Un giudizio critico su Merola …
    M.

    Bologna, 10 aprile 2015 - De Maria, partiamo dai fatti recenti: cosa ne pensa della proposta di Isabella Conti di non ricevere più contributi da aziende che lavorano con le pubbliche amministrazioni?
    «Penso che il tema che ha sollevato non vada evitato. Va fatta una riflessione con serietà. Fa bene il sindaco Merola a dire che Bologna si contraddistingue per il rigore, dato che il nostro partito si finanzia soprattutto con il lavoro volontario delle feste dell’Unità. Ma una riflessione dobbiamo farla».
    Il sindaco la pensa diversamente: dice che troppa gente ‘parla a vanvera’...
    «La Conti non parla a vanvera: questo è un tema che va approfondito davvero e che non si può liquidare così. Credo che il luogo giusto per farlo sia la conferenza programmatica che si aprirà tra poco».
    Quindi non sarà solo un esercizio di stile di partito. Cosa verrà discusso?
    «Ma guardi, io credo che ci sia bisogno di un salto di qualità, che ci sono tanti temi aperti che vanno affrontati e che servano cambiamenti significativi rispetto alle scelte fatte negli ultimi quattro anni».
    Un bell’atto d’accusa. Intanto Merola ha deciso di aprire il ‘cantiere civico’. Senza il Pd.
    «Il sindaco legittimamente prende le sue iniziative. Io penso che serva un confronto su alcuni temi aperti. Questa discussione prima di tutto la deve fare il Pd».
    E chi vorrebbe un bis senza primarie per Merola?
    «Il tema della candidatura del sindaco, come ha giustamente detto il consigliere regionale Giuseppe Paruolo sul Carlino, viene dopo. Se nella discussione sarà avvallata la politica degli ultimi anni bene. Ma se ci saranno posizioni diverse si discuterà e, nel caso, le primarie non sono un problema. Si faranno su opzioni e programmi diversi».
    Partiamo dalla coalizione. Liste civiche di sinistra?
    «Ho molti dubbi su liste civiche che nascano quasi con l’idea di fare concorrenza elettorale al Pd. Ci sono interlocutori come Sel o il gruppo di Danilo Gruppi che sono prioritari. In questi quattro anni il Pd è stato lealmente a sostegno del sindaco, adesso un bilancio va fatto veramente. Ci sono tante cose che vanno sistemate».
    Ci farebbe alcuni esempi di cose che, secondo lei, non vanno?
    «Come realizziamo la Città metropolitana, perché rischiamo che sia debole: Bologna ora ha un ruolo molto minore rispetto al passato. Poi c’è il tema della criminalità diffusa e del degrado che non può essere affidato solo alle forze dell’ordine. Penso anche alle infrastrutture. Va fatta una verifica tecnica sul Passante nord e le eventuali alternative: dopodiché si apra una trattativa col Governo sulla gestione delle risorse. Poi c’è il tema delle politiche culturali e quello della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Non si può andare dai cittadini solo l’anno prima delle elezioni. Io sono per dare un ruolo più forte ai quartieri, il contrario di ora, anche in vista delle municipalità della Città metropolitana».
    Lei ha più preferenze di chiunque altro parlamentare del Pd. Non è tentato dall’idea di candidarsi a sindaco?
    «Io ho un mio percorso a Roma, mi ci impegno al massimo. Però voglio molto bene a Bologna e proprio per il consenso che mi hanno dato mi sento in dovere di fare la mia parte per la città. Siccome penso che i problemi ci siano voglio aiutare ad affrontarli».
    Cosa ne pensa di Gian Luca Galletti? Sono vere le voci che dicono che ci sono stati contatti tra di voi?
    «Io non ho mai avuto occasione di incontrarlo per i temi di Bologna, ma stimo molto Galletti come ministro. Ma per una realtà come la nostra la sofferenza è a sinistra. La risposta semmai va cercata su quel fronte lì».
    Il sindaco Merola si appella all’importanza di dare continuità all’amministrazione, per una volta.
    «Certo, esiste un tema di continuità amministrativa. Ma più importante di questo è la necessità di fare un salto di qualità. Per ora l’azione non è all’altezza delle sfide che ci si presentano davanti».

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il giudizio di De Maria ("l'azione non è all'altezza delle sfide", "la necessità di fare un salto di qualità") è condivisibile.
      Come quanto ribadito successivamente ("Amministrazioni e coop un rapporto da cambiare, la politica non sia succube", la Repubblica, domenica 12 aprile).
      Premesse necessarie.
      Quanto al merito ed ai progetti futuri. Le priorità indicate dal parlamentare bolognese del PD sono (almeno parzialmente) diverse: "cambiare passo sulle infrastrutture, degrado, sicurezza, città metropolitana e riforma dei quartieri".
      È sicuramente necessario approfondire e confrontarsi prima del voto, se si vuole che questo sia partecipato ed utile per il futuro.
      Gianni

      Elimina
  12. Leggo di altre possibili candidature: Flavia Franzoni Prodi o Gianluca Galletti.
    La fantasia al potere!
    Nik

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nik, come da commento precedente. Il punto è: quale sviluppo per Bologna? Quale visione e quale progetto culturale e politico? Quale alleanza sociale e politica?
      I nomi sono conseguenti.
      Gianni

      Elimina
  13. Se stiamo a questi nomi sicuramente nessun entusiasmo.
    Come se si candidasse De Maria.
    Forse si può uscire dalla storia degli ultimi venti anni.
    Sicuramente è meglio anteporre idee e progetti come indicato qui.
    Aggiungo un argomento.
    È tempo di una strategia che includa un rilancio degli investimenti produttivi dei bolognesi. Per me troppe industrie e negozi storici sono finiti nelle mani di proprietà straniere e invisibili. Altre sono gestite da manager avidi e arroganti.
    Eppure i "nostri" risparmi sono diffusi e tutt'altro che insignificanti ...
    Qualche partito e istituzione si pone il problema?
    pl

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un argomento molto interessante, pl.
      Condivisibile.
      Bologna è ancora una città con molte risorse, nonostante le crescenti contraddizioni.
      Per chi vuole davvero governare (non solo gestire l'esistente e il potere) occorre sicuramente vedere le une e le altre.
      Gianni

      Elimina
  14. Contenti? Pare che il questo Governo abbia ridotto i finanziamenti per le grandi opere e per Bologna sia rimasto solo un finanziamento per il trasporto pubblico urbano. Viva Renzi e Delrio.
    Antonio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Renzi e Del Rio stanno navigando su una barca privi di bussola.
      Mancando soldi e non volendo prenderli dove sono, devono rinunciare a promesse e annunci. Nessun neo ambientalismo!
      Ma se qualcuno decide di investire sono pronti a vendere (anche la mamma).
      Ciao!

      Elimina
  15. A Merola sindaco della città metropolitana vorrei chiedere che senso ha mettere sotto terra la linea ferroviaria TPER Portomaggiore - Bologna nel tratto urbano da via Larga a via Paolo Fabbri?
    È un investimento a favore di chi vive a Budrio e studia all'Università e per chi vive in Cirenaica e lavora a Villanova ed usa il trenino adattandosi ai tempi ed alle frequenze rade, oppure per favorire i tempi morti in attesa ai caselli ferroviari per chi usa l'auto in città' per spostarsi dal quartiere San Donato al quartiere San Vitale e viceversa?
    L.G.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L.G., da cittadino e utente penso che la scelta di interrare la Bologna - Portomaggiore dalla periferia del capoluogo alla Stazione Centrale non sia un investimento prioritario. Al contrario, sarebbe decisivo intensificare le frequenze dei treni, completare il rinnovo del parco mezzi e ammodernare la segnaletica per accelerare i tempi di chiusura dei passaggi a livello.
      Gianni

      Elimina
  16. A proposito di Amministrazione Comunale e piccole e piccolissime opere di cui hanno scritto tanto Arancioeblu quanto L.G..
    Io vorrei capire perché non si riescono a coordinare i lavori ed i cantieri. Per quasi un anno si è operato in strada Maggiore, ora sul l'asse Rizzoli - Ugo Bassi. Si vuole chiudere il centro? Lo si dica esplicitamente. Si vogliono favorire imprese? Perché?
    Insomma qualcosa non va.
    Titti

    RispondiElimina
  17. Lo stato di "casino" in cui si trova il PD è evidente dalla vicenda delle quote Hera. Mentre molti sindaci vendono le loro, Merola "cambia verso" e annuncia di non vendere più.
    Ma l'acqua e la gestione dei rifiuti debbono restare pubblici o no?
    Pare davvero mancare una bussola.
    Nik

    RispondiElimina
  18. La rinuncia alla vendita delle quote di Hera da parte del comune di Bologna resta un atto positivo. Dunque, viva Merola. O no?
    Antonio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, Anto.
      Abbasso Merola!
      Che spiazza e fa incazzare avversari e compagni.
      Sul valore della partecipazione, per l'arroganza sul referendum.
      Sul valore della scuola, per i soldi alle private nella miseria delle pubbliche.
      Sul valore della legalità, per gli appalti alle Coop corrotte che subappaltano ad aziende colluse.
      ...
      Sul valore dell'acqua per tutti, per la vendita delle quote Hera.
      Ah ... non le vendé più? Ma lo ha discusso con i suoi colleghi dei Comuni della provincia?
      Sic

      Elimina
  19. Su Hera il Sindaco non ha cambiato opinione. Piuttosto ha preso atto che la scelta non sarebbe passata in Consiglio. SEL e alcuni PD non l'avrebbero votata. Semplice realismo. Buon viso a cattiva sorte.
    Carlo

    RispondiElimina
  20. Merola o no, i progetti per le grandi infrastrutture in Bologna e Regione non pare siano cambiati con il passaggio da Peri (indagato) a Donini (già segretario PD a Bologna).
    Da ilcorrierebologna.it.
    M.

    BOLOGNA - ...
    Cosa chiederete al ministro Delrio?
    «Cercheremo di chiarirgli le nostre priorità: i fondi per il sistema ferroviario metropolitano previsti nel Def (documento economico finanziario, ndr), ma anche le opere che non compaiono a partire dal progetto di approfondimento dei fondali del Porto di Ravenna. Parleremo anche del tratto Cesena- Ferrara Mare della E45/ E55. La Cispadana non poteva entrare nel Def poiché si tratta di un project financing; rimane per noi prioritaria la sua realizzazione che potrà avvenire, così come prevede il decreto sblocca Italia, attraverso la sua statalizzazione».
    Veniamo al Passante Nord. Il parlamentare Pd Andrea De Maria chiede di fatto di archiviarlo e anche il sindaco Merola sembra sensibile a queste sirene.
    «Non voglio entrare nelle dinamiche interne al Pd e mi sento al di fuori da ogni polemica. Io sto lavorando seriamente perché si recepiscano i rilievi che hanno espresso i Comuni del territorio. Ci sono mitigazioni indispensabili da ottenere. E su questo punto non ho intenzione di arretrare. Ma ricordo che il Passante Nord è stato dichiarato strategico quattro volte in dieci anni da tutta la filiera istituzionale. Ricordo inoltre che abbiamo fatto una battaglia politica comune affinché il tracciato attuale fosse praticamente simile a quello inserito nella pianificazione provinciale del 2004 e nei Psc di alcuni Comuni, per rendere compatibili gli strumenti urbanistici territoriali col tracciato».
    In questi giorni stanno tornando in pista ipotesi alternative?
    «Le alternative di ampliamento in sede del sistema autostradale e tangenziale sono già state discusse e bocciate a suo tempo, prima della realizzazione della terza corsia dinamica dell’A14. Offro e pretendo onestà intellettuale e politica su un punto però: se non si vuole più, il Passante, lo si dica chiaramente, ma si abbia anche il coraggio di dire la verità fino in fondo ai tanti cittadini che ogni giorno rimangono intasati e bloccati per ore in tangenziale; ossia che si ripartirebbe daccapo, con idee progettuali in mano tutte da verificare in sede tecnica, senza tuttavia alcun finanziamento stanziato nè tanto meno previsto, poiché, sia Società Autostrade che il Ministero, hanno chiarito che quel miliardo e duecento ottanta milioni di euro accantonati per il progetto attuale, essendo fondi privati e non pubblici, verrebbero impiegati altrove».
    Di agonia in agonia: parliamo del People mover.
    «Attendo fiducioso che si possa partire a breve col cantiere. La Regione non solo ha confermato il finanziamento ma, sostituendone la fonte (da fondi europei non più certi a fondi propri di bilancio), ne ha garantito la realizzazione».
    A che punto siamo con la gara del ferro?
    «Abbiamo fatto una scelta netta: negoziare con chi ci sta, tentando di aggiudicare la gara alle stesse condizioni del bando. Se ci riusciremo raggiungeremo un obiettivo storico. Anche qui non è mancata la solita litania del “fermiamo tutto” che ci avrebbe fatto perdere altri due anni e probabilmente tanti soldi. I nostri obiettivi sono chiari: spendere meno delle altre Regioni per servizi migliori, la consegna da parte degli eventuali aggiudicatari di almeno 75 treni nuovi entro 30 mesi dall’aggiudicazione, l’applicazione della clausola sociale per i dipendenti del settore ferroviario».
    Ce la farà a sbloccare People mover e gara del ferro prima dell’estate?
    «I risultati arrivano se ci si crede e se si è disposti a lavorare, anche essendo attaccati ogni giorno, senza tuttavia avere paura di assumersi le proprie responsabilità».

    RispondiElimina
  21. Gira e rigira non pare che il PD bolognese ed emiliano romagnolo abbia impostato una seria riflessione critica sulle politiche locali, regionali e nazionali.
    L'intervista al neo Assessore Donini, che ci propone M., conferma sostanzialmente tutte le scelte delle vecchie Giunte.
    La contraddittoria vicenda della vendita (o della conferma) delle quote pubbliche di Hera non sono ancora supportate da un adeguata e compiuta strategia su acqua, risparmio di risorse, trattamento corretto e recupero di materie dai rifiuti urbani e industriali.
    L'annunciata Conferenza Programmatica sarà occasione per un passo avanti? Sarebbe auspicabile.
    Gianni

    RispondiElimina
  22. Il Presidente della Associazione Industriali bolognesi interviene sul People Mover.
    Da ilcorrierebologna.it
    M.

    BOLOGNA - La quotazione in Borsa dell’aeroporto Marconi di Bologna «è un passaggio epocale». E, a maggior ragione, il progetto del People Mover deve andare avanti. Lo sostiene il presidente di Unindustria, Alberto Vacchi, questa mattina a margine di un convegno organizzato da Carisbo. L’ingresso del Marconi a Piazza Affari «è un passaggio credo epocale per il nostro territorio - afferma Vacchi - molto importante anche per l’aeroporto stesso». Secondo il numero uno degli industriali, inoltre, la quotazione in Borsa dell’aeroporto «si può coniugare bene con il People Mover, che è uno degli elementi cardine per l’aumento di competitività del nostro aeroporto e della stazione. Questo è sicuramente un elemento positivo, speriamo prosegua secondo quell’inerzia positiva che sembra» essersi avviata nelle ultime settimane. (Dire)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli industriali in combutta con grandi scarsi cooperatori, modesti corrotti amministratori, arroganti ed irresponsabili banchieri, compiacenti propagandisti pagati come giornalisti, sorprendono?
      Loro pensano, sostengono e (quando va bene) realizzano piccole grandi opere coi soldi di chi paga le tasse.
      Triste che gli si dia ancora credito.
      Gio

      Elimina
    2. La contrarietà al People Mover è motivata per più ragioni.
      La ferrovia costeggia l'aeroporto Marconi. L'infrastruttura progettata appare inadeguata e costosa, impatta con l'ambiente urbano.
      Non vedo proprio perché insistere.
      Le decisioni sbagliate possono essere corrette da amministratori avveduti e con un ampio consenso popolare.
      La vicenda di San Lazzaro (pure nelle differenze) dovrebbe fare riflettere ed essere di riferimento.
      Gianni

      Elimina
  23. Sull'argomento da ilcorrierebologna.it un pezzo che propone una indagine nazionale condotta da il Sole 24 Ore.
    M.

    BOLOGNA - Bocciato in condotta. Nelle pagelle dei sindaci italiani stilate dal Governance Poll del Sole 24 Ore, il primo cittadino di Bologna Virginio Merola si piazza soltanto al 98esimo posto. E perde sei punti di gradimento rispetto al 2011 quando ha indossato per la prima volta la fascia tricolore. Da 50,5 punti di consenso ottenuti a inizio mandato, Merola scende a 44,5. E piomba in fondo alla classifica di gradimento dominata quest’anno dal sindaco di Firenze Dario Nardella. Cala la fiducia per il primo cittadino bolognese dunque proprio all’imminente avvio della corsa elettorale per il secondo mandato. Nonostante lo scarto di soli sei punti, nei risultati dello studio appena diffuso Merola scende al quart’ultimo posto. Sotto di lui, tra i meno amati d’Italia, ci sono i sindaci di Alessandria, Crotone e Trapani: Maria Rita Rossa, Peppino Vallone e Vito Damiano.

    RispondiElimina
  24. ilcarlinobologna.it pubblica primi significativi commenti ...
    M.

    Francesco Critelli, segretario del Pd bolognese sostiene che la classifica del 'Sole 24 ore' pone sul tavolo "elementi che non bisogna né drammatizzare, né tantomeno sottovalutare. Sicuramente avremo modo di poterci confrontare nel partito e con la città sui tanti temi che riguardano la vita di Bologna". Sulle motivazioni che hanno portato al 98esimo posto del sindaco, Critelli resta cauto: "Bisognerebbe chiederlo a chi ha fatto il sondaggio, io non conosco le risposte che sono state date dai cittadini. Certamente sappiamo bene come discutere di tutto, in maniera libera e franca, sia indispensabile per tutti e soprattutto per un partito che democratico lo è non solo nel nome, ma anche nella sua essenza e nel suo dna".

    Claudio Mazzanti, capogruppo Pd in Comune è del parare che, stando sul territorio e in mezzo alla gente, "le percezioni che ho io sono completamente differenti" rispetto al sondaggio del Sole 24 ore. - Tutte le partite aperte le stiamo conducendo e portando avanti. Con tutto il rispetto, la mia opinione è diametralmente opposta al 'Sole 24 ore'.

    Secondo il renziano Benedetto Zacchiroli, il sindaco Virginio Merola deve comunicare di più e meglio quanto fatto dal Comune di Bologna in questi quattro anni e quanto ancora vuole fare. Ma soprattutto "bisogna che col partito ci parli davvero e non per finta", se non vuole che il suo calo di popolarità sotto le Due torri diventi un problema serio in vista delle prossime elezioni nel 2016. Zacchiroli mette in dubbio la reale portata della rilevazione pubblicata oggi dal 'Sole 24 ore' ("I sondaggi hanno un'attendibilità che è data dal momento in cui sono effettuati, mi piacerebbe rivederlo ad esempio quando ci sarà l'inaugurazione post Cantierone, che sicuramente ha inciso"). Ma dimostra altrettanto chiaramente di non voler prendere il segnale sottogamba. "Sono sicuro che i bolognesi hanno occhi che ci vedono bene e orecchie attente- afferma Zacchiroli, pensando alle prossime elezioni- non mi preoccupo, se sappiamo comunicare. Se invece dobbiamo comunicare tramite stampelle, allora un po' mi preoccupo". Insomma, "c'è molto da fare e da comunicare un sacco".

    RispondiElimina
  25. oggi, 21 aprile.
    70 anni fa la liberazione di Bologna portò a sindaco giuseppe dozza.
    sono nata qualche decennio dopo ed ho sentito parlare di lui, i miei, come di un mito.
    quanto tempo è passato se ora eleggiamo virginio merola e dopo solo quattro anni lo giudichiamo un buon sindaco solo in 45 su 100?
    c.m.

    RispondiElimina
  26. Sondaggi e classifiche di questo tipo si prestano, da sempre, a critiche di varia natura. Consideriamole senza enfasi e particolari condizionamenti.
    La delusione di settori significativi di elettorato popolare per le scelte amministrative, per le pratiche regionali, per le politiche nazionali ed europee sono evidenti e percepibili, per chiunque vive e discute (con capacità critiche) in queste terre.
    Più significativi mi sembrano, purtroppo, alcuni commenti arroganti di dirigenti PD. Confermano le regioni per un impegno comune volto a costruire una vasta alternativa culturale, sociale e politica alle maggioranze in essere.
    Gianni

    RispondiElimina
  27. Da ilcorrieredibologna.it il parere e le risposte di Merola. Per opportuna conoscenza.
    M.

    BOLOGNA - Virginio Merola corregge il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini, che oggi ha giudicato «prematuro» dire cosa accadrà il prossimo anno a Bologna. «Nel 2016- ribatte il sindaco- succederà che continueremo a cambiare Bologna, la faremo ancora più bella e ne aumenteremo la reputazione nel mondo». Inoltre, «finalmente», aggiunge il sindaco al termine della inaugurazione della Festa dell’Unità in Montagnola, «avremo un sindaco che può completare l’opera e dare l’eredità ad una futura generazione che sta crescendo nella giunta e nel partito». Merola ha commentato anche il sondaggio del Sole 24Ore che lo ha visto slittare nei bassifondi della classifica dei sindaci più graditi. «I sondaggi - ha detto - sono fatti per segnalare dei problemi. Un sindaco non deve ignorarli, ma deve rapportarsi con gli elettori. Se ci facciamo condizionare dai sondaggi veniamo meno al nostro dovere di prendere delle decisioni. Io sto cercando di recuperare un rapporto con la città che non ho avuto come avrei voluto». Avanti, quindi, anche contro alcuni mal di pancia del suo partito. «Il Pd - ha detto - deve imboccare la strada dell’utilità. A Bologna è la principale forza civica, il Pd è nato per permettere ai cittadini di essere protagonisti della loro vita, ha bisogno di leader, ma si deve occupare dei problemi delle persone e non dei posti delle varie correnti. Noi faremo Bologna ancora più bella, con un sindaco che potrà continuare il lavoro per un secondo mandato e poi dare l’eredità a una nuova generazione».

    RispondiElimina
  28. Due brutte vicende.
    1, il comune ha approvato quello che legambiente bologna chiama l'affossamento della bologna-portomaggiore ad una sola linea. come scritto nel post, non è una priorità per la città metropolitana.
    2, i tecnici del comune hanno contraddetto il sindaco sulla rinuncia alla vendita delle quote hera. lamentano minori entrate e supportano la vicesindaco che ha espresso un parere diverso da Merola. la contraddizione sarà riproposta domani in consiglio? poi, il 28 aprile, lo sciopero dei sindacati?
    Forse sarebbe tempo si sentisse una coalizione sociale bolognese!
    robby

    RispondiElimina
  29. Non è in tema. Merola non è direttamente coinvolto. Ma riguarda Bologna e il PD. Uno spaccato di un mondo controverso. Visto dalla parte del Carlino.
    M.



    Bologna, 25 aprile 2015 - A sera le uniche due voci ufficiali del Pd sull’ingresso dell’orda di manifestanti nel tendone dove ha provato a parlare il ministro Stefania Giannini (foto e video 1/2), sono quelle del segretario, Francesco Critelli, e del responsabile organizzazione, Fabio Querci. «È stato un attacco antidemocratico – dice il primo –, preparato a tavolino, il cui unico scopo era quello di impedire un dibattito e un confronto, nonostante il Pd avesse deciso di dare loro la parola». Querci si scusa con volontari e manifestanti perché «molti volevano raggiungere la festa ma sono stati rimandati indietro».

    Via libera, invece, per i manifestanti, che sono entrati armati di pentole, coperchi, tamburelli, striscioni e tutto il resto, e hanno attraversato gli stand fino a sedersi in sala, senza che nessuno se ne accorgesse. Ed è sulla dinamica che le voci ufficiali finiscono, per lasciare all’antica pratica dello scaricabarile. «Dovete parlare col responsabile comunicazione, non con me», si schermisce Querci. Davide Di Noi, il responsabile della comunicazione, riporta le parole del segretario. Nessuno parla di ‘servizio d’ordine’ perché, ufficialmente, questa festa è nazionale e non bolognese. Come testimonia il fatto che sia stata presentata da Roma e che anche gli ospiti siano tutti di caratura nazionale.

    Altra telefonata, allora, questa volta al responsabile romano dell’organizzazione e tesoriere nazionale del partito, il fiorentino Francesco Bonifazi. Che, da parte sua, appena legge sul suo cellulare un prefisso bolognese, evidentemente si maldispone. «Sono stufo di sentirmi tirato in ballo per quella festa – attacca –, visto che ho già chiarito che la parte comunicativa è spettata a noi ma la parte pratica, quindi anche il servizio d’ordine, è tutta in mano al Pd bolognese».

    Tornati al punto di partenza, non resta che ricostruire la dinamica. I manifestanti sarebbero entrati alla spicciolata da più ingressi, nascondendo i loro oggetti di protesta in borse e zaini, per mimetizzarsi nel pubblico. Nessuno li ha controllati, nessuno si è accorto dei loro fardelli. E la Questura? Da Piazza Galilei silenzio assoluto, pur a fronte di un fatto che ha coinvolto un ministro. La polizia si è infatti rifiutata sia di commentare l’accaduto sia di fornire informazioni sulla sua presenza alla Montagnola. Quasi fosse un segreto di Stato.

    di Simone Arminio

    RispondiElimina
  30. Pensavo di avere già messo in circolo questa interessante intervista al sindaco Virginio Merola, apparsa su il Corriere della Sera, Bologna. Al cuore dei problemi.
    M.

    BOLOGNA - Virginio Merola è sotto attacco, lo attacca il suo partito. Si è ricandidato per un secondo mandato alla guida di Bologna ma subito si è scatenato quello che un eufemismo definirebbe «fuoco amico». È stato chiesto un «salto di qualità ». Come dire che Merola non va bene. Nella città che da 20 anni non riesce a portare un sindaco al secondo mandato perché sconfitto (Guazzaloca), perché ha preferito andarsene a Genova (Cofferati, e forse non avrebbe vinto una seconda volta) o perché costretto a dimettersi (Delbono) il parlamentare cuperliano Andrea De Maria nei giorni scorsi ha aperto i giochi contro il sindaco in carica. Una guerra interna al Pd in una città che al momento non corre il rischio di un altro 1999 soltanto perché non esiste un’opposizione capace di trovare nemmeno la controfigura di un Guazzaloca. Merola risponde a chi non lo vorrebbe più a Palazzo d’Accursio.
    Signor sindaco, vista l’aria che tira nel Pd bolognese non converrebbe proprio a lei sollecitare le primarie così da regolare subito i conti?
    «No. Ribadisco che le primarie sono un buon strumento e non un fine. Io penso che ci sia da garantire il diritto degli elettori a giudicare, con il loro voto, un sindaco al primo mandato. Non vanno espropriati di questo diritto. Quindi, mi aspetto che il Pd esprima un giudizio sul mio operato e che decida».
    In questi giorni ha mai pensato di ritirarsi?
    «Sarebbe un danno per la città».
    L’impressione, però, è che il partito l’abbia lasciata solo di fronte agli attacchi. È così?
    «Non mi sento solo con le persone di questo partito, quelle vere, quelle che hanno passione e voglia di cambiare. Non mi sento solo con il segretario Critelli, con cui ho un’ottima intesa, e con tanti altri. Critelli rappresenta il Pd e penso che con lui ci siano tutte le condizioni per evitare le primarie, confermando così il giudizio positivo su questa amministrazione. Il Pd per me è una comunità rappresentata dal segretario. Ci sono persone che quando esprimono la propria opinione parlano come se fossero il partito, credo semplicemente che dobbiamo liberarci da queste cattive abitudini».


    Naturalmente allude anche a De Maria, che l’ha attaccata. È stata notata la sua freddezza con lui durante le celebrazioni del 21 aprile.
    «Tutti comprenderanno che se si esprimono giudizi negativi solo ed esclusivamente sulla mia persona, senza argomentarli nel merito, stringersi la mano non sarebbe altro che il trionfo dell’ipocrisia. E poi ci vuole anche un po’ di dignità. De Maria è un esponente della segreteria nazionale del Partito democratico, oltre che un deputato: mi piacerebbe che si occupasse di più di questi incarichi perché di notabili che temono di perdere il controllo del proprio territorio non ne ravviso la necessità».
    A proposito di territorio, è proprio di queste ore una sorta di candidatura del sindaco di Castenaso, Stefano Sermenghi, un renziano della prima ora che le è fortemente ostile.
    «Sermenghi è l’attuale sindaco di Castenaso, se si vuole candidare sarà bene che si dimetta così potrà parlare in trasparente libertà, e senza equivoci, delle questioni che riguardano gli elettori di Bologna».
    L’altro giorno il vicesegretario nazionale Guerini è stato piuttosto ambiguo rispetto alla sua ricandidatura, ha affermato che in un anno possono accadere tante cose...
    «Il partito non è stato ambiguo, il vicesegretario ci richiama semplicemente all’autonomia dei territori e al fatto che dobbiamo risolvere noi le nostre cose. Critelli è in grado di affrontarle. Non permetterò che questa città subisca i guasti della vecchia politica, quei guasti di cui ci stiamo liberando anche grazie al mio contributo" ...
    (Continua)

    RispondiElimina
  31. Merola continua. Passando dai giudizi sugli "amici" di Partito ai progetti.
    M.

    ...
    Potrebbe dovere accettare compromessi sulle scelte, sulla nuova giunta.
    «Ho nominato la mia squadra senza condizionamenti, se sarò rieletto sindaco continuerò a farlo. E i miei interlocutori, riguardo a tutte le forze politiche, saranno esclusivamente i segretari di quelle forze politiche».
    La criticano per la decisione di non vendere più le quote azionarie di Hera. Anzi, serpeggia l’accusa neanche tanto velata di inaffidabilità politica per avere cambiato idea.
    «Premesso che cambiare idea fa parte dell’attitudine politica, premesso che quando dissi che Renzi era l’unica alternativa che restava mi hanno dato del traditore in pubblico, io dico che il mio atteggiamento di fondo su Hera non è cambiato. Noi approveremo la stessa delibera di tutti i Comuni presenti in Hera attraverso un patto di sindacato condiviso con i Comuni della Città metropolitana. Ritengo inoltre che i lavoratori e gli utenti di Hera debbano avere maggiore possibilità di contribuire a determinare le scelte di una società che gestisce bene i Comuni: si chiama democrazia economica».
    Pensa, o teme, che nell’assemblea cittadina del Pd possa alla fine coagularsi quel 35 per cento di voti necessari per chiedere le primarie?
    «Io dico questo: adesso procederò con tutte le inaugurazioni di quel tanto che abbiamo fatto. E le dico che alla prossima puntata tutti questi cantieri civici rappresenteranno l’occasione concreta per dimostrare che io ho un’idea forte di Bologna e che so bene dove portare questa città. Presenterò a tutti i circoli un rendiconto di tutte le cose fatte oltre a una proposta delle cose che intendo fare nel secondo mandato».
    People mover e Passante Nord, come va a finire?
    «Entro la fine del mese confido di avere notizie positive sul People mover. Per quanto riguarda il Passante Nord, penso che vada trovata una soluzione alla congestione della nostra tangenziale sapendo che è in gioco un’opera di interesse nazionale per la quale abbiamo portato a casa gli investimenti necessari dopo oltre 20 anni di discussioni. Vorrei chiarire che, quando dico che vanno chiusi i conti con il passato sulle infrastrutture, sto dicendo che stiamo costruendo il futuro della città. Questa giunta si è trovata a operare in una condizione inedita, che nessun sindaco ha mai affrontato, riuscendo a risolvere molti problemi. Questa è un’amministrazione che sta portando in città diversi investimenti e sappiamo molto bene quali sono le riforme da fare per migliorare ancora. È stato eletto un sindaco, non Mandrake. E la statura di una persona si vede quando arriva il momento di alzarsi in piedi».
    Le dà fastidio se la definiscono «un buon mediano»?
    «No, non disdegno chi sa fare gioco di squadra. Bologna ha bisogno di persone disponibili a prendere il meglio delle persone migliori di lui».

    RispondiElimina
  32. Da Monte Sole per il 25 aprile.
    La speranza viene dal sindaco di Messina, l'indecenza dal presidente dell'Emilia Romagna.
    Raffa

    RispondiElimina
  33. la Repubblica riporta l'opinione di Stefano Bonaccini sul Sindaco di Bologna … Da non perdere.
    M.

    "Penso che ad un sindaco al primo mandato sia preferibile non far fare le primarie se si decide di ricandidarlo. Se invece si cambia strada, è molto semplice: solitamente si fanno le primarie a meno che non ci sia una scelta alla Chiamparino, se come per il Piemonte si trova una personalità che metta d’accordo tutti".
    Stefano Bonaccini, a margine della sua partecipazione al 25 aprile in Piazza Nettuno torna sulla querelle che divide Bologna attorno al Merola bis. E apre un altro scenario. Non solo quello delle primarie per il sindaco uscente, che rischiano di indebolirlo, ma anche la possibilità di una soluzione che unisca il Pd e il centrosinistra dietro una soluzione unitaria (chissà se il nome è quello del rettore Ivano Dionigi, che per ora non si è sfilato).

    RispondiElimina
  34. … sui giornali si continua a parlare di uomini e di donne, anche carine: il Magnifico Rettore, il Giovane Cooperatore, il Ministro in Casini, la Presidentessa in Mazza, la EuroParlamentare con Civati …
    Ma le idee ed i progetti per una Città più bella e vivibile?
    Vogliamo discuterne, prima o poi?
    Mario Cinico

    RispondiElimina