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| Il Sindaco di Bologna tra i manifestanti lo scorso 22 settembre in occasione dello sciopero generale ... |
Lo sport oggi è attività fisica, relazione tra persone, interessi, competenze, professionalità, confronto di culture, bisogni, affari. Piccole e grandi opportunità e contraddizioni si intrecciano e vanno considerate. Vale da tempo per molte discipline e passioni: dal calcio al tennis, alla pallacanestro. Non farlo sarebbe astrarre dalla realtà complessa che caratterizza questo mondo pieno di occasioni, problemi, ingiustizie, preoccupazioni, prospettive ... Fare Politica è capire, valutare, scegliere percorsi, priorità, azioni per il governo delle comunità.
E' possibile che "lo sport resti fuori dalla politica" come sostengono molti? E come ripete, uno per tutti, il direttore generale di ASCOM Bologna, Giancarlo Tonelli, di fronte alla scadenza di venerdì 21 novembre al PalaDozza? Pare ardua impresa.Da molti decenni la politica è entrata nello sport e lo sport fa politica: in merito sono stati scritti libri (mi piace ricordare "il compagno Tommie Smith e altre storie di sport e politica" di Rudi Ghedini), redatti servizi televisivi (imperdibili quelli di Gianni Minà e Federico Buffa) e vari podcast. Inevitabile è ricordare i boicottaggi delle Olimpiadi di Mosca (1980) e di Los Angeles (1984) per iniziativa di grandi e piccoli paesi. Oggi, poi, possiamo rimuovere l'esclusione delle squadre russe dalle competizioni europee ed internazionali? O il fatto che atlete/i di quel paese (e di suoi alleati) possano gareggiare in tornei senza le bandiere nazionali (valga per tutti l'esempio della attuale numero uno del tennis femminile, la bielorussa Arina Sabalenka).
Possiamo prescindere da tutto questo?
Del resto gli stessi commercianti bolognesi sanno bene quanto la categoria sia interessata e sostenga gli eventi sportivi, i grandi club della Città e le competizioni internazionali (come le finali di Coppa Davis, in svolgimento in questi giorni in Fiera).
Più semplice sarebbe allora parlare una lingua davvero universale e capace di ribaltare la logica prevalente degli "amici" da rispettare e dei "nemici" da escludere, da rimuovere (o da non riconoscere, come parte di uno Stato con bandiera): concepire lo sport (come la musica e l'arte) come occasione di confronto, di formazione e di crescita reciproca, di sfida e di dialogo interculturale, da valorizzare sempre. Anche per ricucire rapporti difficili, logori e in presenza di conflitti aperti, guerre fredde o in corso: per provare a capire le ragioni degli "altri", per ricercare e proporsi - tutti! - capacità e sfide più alte, che arricchiscano i diversi contendenti.
Non dimentichiamo che Stati Uniti d'America e Cina, nel secolo scorso, proposero al mondo il superamento della loro incomunicabilità con una sfida a Pechino delle nazionali di ping-pong (1971) che aprì nel mondo una fase interessante di disgelo, distensione e disarmo.
Dunque il dovere della Politica e di ogni persona interessata alla vita ed alla cooperazione mondiale è saper scegliere nei contesti dati e concreti.
Nessuno a Bologna e nel mondo può quindi sottovalutare le ingiustizie profonde, i conflitti e le propagande di parte, faziose ed unilaterali; i nazionalismi di ritorno ed il razzismo diffuso. Un genocidio è in atto contro il popolo palestinese per iniziativa del Governo di Netanyahu, dell'esercito d'Israele e dei coloni ultrà che occupano la Cisgiordania. La tregua imposta da Trump e votata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU nei giorni scorsi (vedi sotto l'interessate articolo di Sybil Fares e Jeffrey Sachs) ha solo proposto una riduzione della strage e un "nuovo protettorato USA". Parzialissimo risultato della mobilitazione in atto da mesi nelle città d'Italia e del mondo: ampie, forti, plurali, pacifiche (vedi qui).
Per questo ha ragione il Sindaco di Bologna quando, rivolgendosi al Ministro degli Interni del Governo Meloni, dice che bisogna "usare la testa e non i muscoli".
Purtroppo ancora una volta Matteo Lepore, la sua Giunta e il suo partito sono però arrivati tardi, impreparati, deboli (debolissimi!) a questo appuntamento" di sport e politica" programmato da tempo.
Qui ed ora il problema non era rinviare (di qualche giorno o settimana) o spostare di sede (a Casalecchio, Milano o Trento) una partita di Eurolega "a rischio, per contestazioni di gruppi violenti". No.
La questione (la partita in gioco!) è tutta, squisitamente Politica: ogni comunità locale ed internazionale può e deve fare di più (molto di più!) per rafforzare Diritti e Doveri universali, il rispetto della vita di bambin3, giovan3, persone, natura.
Per questo Bologna e l'Italia sono chiamate ad una nuova imponente mobilitazione delle loro energie civili e popolari: prima tappa venerdì 21 novembre, ore 18, Piazza Maggiore.
| Matteo Lepore partecipa senza fascia tricolore, testa bassa, uno tra tantissime/i. Pare in riflessione ... |
| Uno dei volantini che promuovono il nuovo appuntamento pro Palestina e contro il genocidio, le politiche di riarmo, l'economia di guerra che sostengono le autorità dell'UE e della NATO ... |
| Il Corriere conferma: "Lepore: si poteva fare all'Unipol in un'altra data" ... (16 novembre 2025) |
| il manifesto propone nel confronto Lepore Vs Piantedosi la voce di De Pascale: "servirebbero sanzioni, come per la Russia" ... (20 novembre 2025) Che dire? La saggezza dei riformisti del PD? |
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| In marcia sotto le Due Torri per la Palestina, la giustizia e il disarmo ... (8 ottobre 2025) La mobilitazione continua! |



Critica giusta.
RispondiEliminaPolitici ed amministratori inadeguati.
M.
Vivaiddio, ma il problema può essere 200 mila euro, 400 poliziotti e carabinieri, una giornata di non lavoro nei cantieri e di non lezioni nelle scuole, di inaccessibilità nei negozi, etc. etc...
RispondiEliminaQuesta è la città di Zanardi, Dozza, Zangheri, Imbeni! del 2 agosto '80, della Uno Bianca, etc. etc....
Hai ragione il governo di Bologna non può essere gestito come sta facendo Matteo Lepore (o Beppe Sala!) e gli esempi di Mamdani, Colau, Hidalgo etc. etc.... dovrebbero essere considerati da una sinistra popolare.
WM
Si, si. ..
RispondiEliminaO lo sport e la musica, l'arte, la letteratura sono motivo di sfida tra atleti e culture del mondo (e dunque nel 2025 non deve esistere ostracismo verso i russi e le bielorusse).
O si riconosce il diritto - dovere del boicottaggio del mondo civile verso "criminali di guerra" riconosciuti da Tribunali internazionali appositamente istituiti (e allora stop alle squadre israeliane oltre a quelle russe).
Terzium non dato.
Se lo ricordino tutti, compresi Lepore, Sala e Schlein!
L.
Se cominciamo a boicottare i regimi sanguinari con chi giochiamo più? O facciamo cultura e confrontiamo idee ed arte di valore mondiale?
RispondiEliminaSono per giocare con tutti e contro tutti.
Quindi pro il ritorno dei club russi.
Oggi Maccabi poi Hapoel. Il boicottaggio non può essere decisione bolognese, né italiana. Per l'Eurolega deve decidere una autorità addirittura sovracomunitaria (che comprende pure i turchi).
RispondiEliminaComplesso considerando le divisioni presenti nella UE.
R.
È una situazione molto difficile, certo non ci possono essere due pesi e due misure: se si dice no bisogna dirlo a tutti quelli che riteniamo siano responsabili di gravi atti contro l'umanità. Ma chi decide in un mondo in cui gli organi internazionali sono in crisi o controllati da una parte in causa? In questa fase di guerra io sono più propenso ad affermare che sport e arti varie possano essere un veicolo reciproco di pace e che le istituzioni non debbano bloccarle per gli atti dei rispettivi Stati.
RispondiEliminaDiverse sono le mie considerazione sui movimenti di cittadini: ritengo infatti che vada difeso il diritto di protestare e che non possano essere vietate la contestazione verbale e le manifestazione non violente.
Ho sempre pensato che la violenza non sia accettabile e politicamente si ritorca contro coloro che protestano.
Tutto è politica e proprio per questo bisogna scegliere secondo la valutazion della fase in cui si è. Poi si possono avere e ci sono giudizi diversi sulla fase in cui si è, ma anche questo è politica. Oggi io ritengo che fare la guerra è ritenuto dai decisori statali più facile che costruire la pace. Per questo opto per favorie la reciproca comprensione tra i popoli che in ogni Paese sono contro la guerra. Difficile ma necessario
Scusate, non conoscevo il meccanismo. Il commento che inzia con "È una situazione difficile..." non voleva essere anonimo: sono Ugo Mazza
RispondiEliminaGli israeliani al Palazzo dello Sport hanno perso!
RispondiEliminaE fuori i manifestanti come sono andati?
Leggo su il Corriere di Bologna, pag.2, di oggi e invio per opportuna conoscenza.
RispondiEliminaM.
Le violenze a Bologna sono inaccettabili. Tutta la mia solidarietà va alle forze dell'ordine, in particolare agli agenti che sono stati feriti, ed a chi ha subito danni. La violenza estremista, che usa come pretesto il movimento pro pal, che ha tratti eversivi ed antisemiti, è nemica della democrazia e dei valori costituzionali, che Bologna, città Medaglia d'Oro della Resistenza, ha sempre difeso e rappresentato. L'ho sempre sostenuto: non vi possono essere ambiguità, queste derive violente devono essere condannate ed isolate. Le polemiche di esponenti di centrodestra contro il Sindaco sono sbagliate e controproducenti. Una prova di strumentalità ed irresponsabilità: come ci insegna la storia del Paese la violenza si contrasta con l'unità di tutte le forze politiche e sociali".
Andrea De Maria, deputato PD