venerdì 14 marzo 2025

Roma 15 marzo: con chi e, soprattutto, per che cosa?

"Chi manda le armi, ripudia la pace" donne in piazza a Bologna per la Marcia Internazionale ...











"Una piazza per l'Europa" quella promossa da Michele Serra e la Repubblica: "una manifestazione di sole bandiere blu" stellate. "Una sola bandiera contro i nazionalismi. Noi ci saremo" ha prontamente annunciato Elly Schlein. "Bravo Serra. Gli Stati Uniti d'Europa sono un sogno, una Europa unita e forte è una necessità" ha dichiarato Matteo Renzi. "Insieme per ribadire e difendere i nostri valori" ha affermato Carlo Calenda. "Costruiamo insieme questo evento" ha detto Riccardo Magi. "Io ci sarò" ha scritto Pierferdinando Casini. "La proposta di Serra è sensata" ha commentato Gianfranco Fini. "Appoggio in pieno l'iniziativa. Credo sia tempo di ribadire la nostra appartenenza europea. Io, uomo di centrodestra, condivido la difesa di valori comuni" ha dosato Roberto Lagalla, Sindaco di Palermo. "Quello che sta succedendo agli ucraini oggi rischia di succedere a tutti gli europei, per questo il 15 marzo chiedo a tutti di essere a Roma" ha sostenuto Matteo Lepore, Sindaco di Bologna. 
I fatti internazionali si susseguono ed, ogni giorno, il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, oggi diretto da Mario Orfeo, di proprietà del Gruppo GEDI - Exor, dedica pagine alla iniziativa: prese di posizione, veloci interviste, argomentati articoli di donne e uomini del mondo culturale, politico e associativo (vedi sotto). Persone entusiaste insieme a critiche motivate: Dacia Maraini e Stefano Mancuso, Corrado Augias e Lucio Caracciolo, Clemente Mastella e Giuliano Amato, Gustavo Zagrebelsky ed Erri De Luca, Don Ciotti e Maurizio Landini, Antonio Scurati e Paolo Rumiz, Achille Occhetto e Romano Prodi, Elena Cattaneo e Andrea Riccardi ... Si intrecciano sentenze, opinioni e riflessioni. Simbolicamente c'è chi andrà anche con la bandiera dell'Ucraina e della Georgia e chi con quella arcobaleno della pace. Michele Serra replica due volte e ribadisce l'originale progetto "monocromo". Poi aggiunge: "credo che nessuna delle persone che saranno in piazza ignori che la risposta armigera formulata da Von der Leyen cozzi tristemente con i valori fondativi dell'Unione Europea. E al tempo stesso, trascuri la necessità di una difesa comune europea che avrebbe dovuto essere pensata e messa in campo dieci (venti? trenta?) anni fa".

E proprio qui sono le contraddizioni. Che le numerose adesioni semplicemente registrano.
Infatti, "la risposta armigera" della Presidente della Commissione Europea criticata da numerosi partecipanti è apertamente apprezzata e rivendicata da una parte significativa di quelli che saranno in Piazza e manifesteranno "orgoglio" per le concrete politiche praticate in tutti questi anni dall'Unione Europea, fino alle decisioni ultime di ReArm. Addirittura le presentano in continuità con gli alti ideali di Altiero Spinelli e dei suoi compagni di esilio a Ventotene. Un caso? Un problema?
Purtroppo "lo smarrimento" e "l'esigenza della mobilitazione" sono scattati in Michele Serra, nella redazione di Repubblica e in buona parte di coloro che esprimono adesione a "Roma, 15 marzo 2025" solo di fronte al ritorno di Trump alla Casa Bianca, al "tradimento" della nuova Amministrazione USA, ai dazi contro "gli alleati" della UE e alla possibilità - evocata da Elon Musk - di un ritiro degli Stati Uniti dalla NATO. Cioè dopo anni di guerre combattute (insieme USA ed UE) in Europa, nel Mediterraneo, ad Oriente e nel Sud del mondo; dopo anni di rinuncia a fare valere la ragione ed i Diritti - Doveri universali stabiliti dalla Carta delle Nazioni Unite; dopo la distruzione di Gaza, i silenzi e le complicità della UE.
Meglio tardi che mai? Si potrebbe sostenere, se questa mobilitazione considerasse la questione essenziale: un nuovo giusto protagonismo culturale e politico dei popoli d'Europa e l'essenziale volontà di autonomia, di indipendenza e di libertà dalle storiche dipendenze e dai vincoli militari del passato (tanto verso il Patto di Varsavia quanto verso la NATO). Si potrebbe sostenere, se non fossero orientate "contro" altri (Russia o Cina, gli USA di Trump, l'Africa e l'Asia dei migranti) in una costante e pericolosa competizione economica e militare. Si potrebbe sostenere, se oggi la sfida fosse per la riduzione generalizzata delle spese militari e in armi, pro natura e pro cultura, nella pratica di programmi di conversione pacifica ed ecologica delle industrie belliche, per soddisfare i preminenti bisogni sociali e di vita. 
I regimi autoritari, le dittature militari, il nazionalismo e le logiche imperiali (oggi tanto diffuse e in espansione) si contrastano e si sconfiggono innanzitutto sul piano dell'egemonia culturale, delle idee e dei progetti, attraverso il protagonismo consapevole delle persone e dei popoli, attivando la resistenza pacifica e non violenta di massa, promuovendo la partecipazione popolare ad esperienze e pratiche comunitarie coerenti.
Insomma, l'Europa prima di aumentare di altri 800 miliardi le proprie spese di "Difesa", Stato per Stato, può e deve scegliere di valorizzare le Istituzioni comuni rappresentative, le Assemblea legislative, i poteri giudiziari (non solo gli esecutivi!), i mezzi per una comunicazione pubblica obiettiva e trasparente, per un controllo democratico, partecipato e plurale. L'opposto del pensiero unico! O degli affari privati di pochi che si incontrano per esercitare potere e dominio imperiale su tantissimi.

Dunque, si può fare molto diversamente da ciò che ancora si pratica. A Roma come a Bruxelles, a Parigi e Londra, a Washington, Mosca e Pechino, a Tel Aviv, Riad e Teheran. 
Risulta che complessivamente i 27 Stati europei spendono, oggi, in eserciti ed armi molto di più della Federazione Russa. E sul suolo italiano e del Vecchio Continente sono stati alternati gli arsenali militari delle basi NATO e USA con armi nucleari di recente fabbricazione. 
Questa è la realtà. 
Si vuole cambiare? Si può e di deve cambiare! 
Innovando politiche e classi dirigenti, non conservando potere, burocrazie e privilegi. 

In questi giorni molti hanno argomentato nel merito.
Alcuni tra coloro che saranno anche nella Piazza di Michele Serra. Molti che hanno motivato le ragioni serie e solide per cui non ci saranno. Alcuni che saranno in un'altra Piazza della capitale  (Piazza Barberini). Un contributo interessante è venuto da articoli pubblicati su il manifesto e il Fatto Quotidiano: da Emiliano Brancaccio a Luigi Ferrajoli, da Roberta De Monticelli a Elena Basile, da Tomaso Montanari a Stefano Fassina, da Tommaso De Francesco a Barbara Spinelli (vedi sotto).

Si è aperto un dibattito. 
L'invito è a misurarsi e considerare tutte le tesi. 
Importanti, almeno per chi pensa che questo non è il migliore dei mondi possibili, per chi si propone di agire - qui ed ora - per costruire società più giuste ed eco-compatibili, che possono essere frutto solo di nuovi rapporti di forza sociali, politici e culturali.


Cittadini ed attivisti di Emergency per le strade di Bologna in occasione della Marcia Internazionale per la Pace ... (23 novembre 2024)

A Bologna in zona universitaria, Piazza Verdi, manifestanti con bandiere rosse dei lavoratori, bandiere arcobaleno della pace e bandiere palestinesi ... (23 novembre 2024)  



























Dazi, capitali e cannoni, protezionismo imperiale di Emiliano Brancaccio

«C’è un aggressore e c’è un aggredito». Lo slogan più martellante degli ultimi anni vive una seconda giovinezza. Applicato fino a ieri al solo tema della guerra, oggi viene riciclato nel campo delle politiche commerciali. L’odierno aggressore è infatti Trump, che si è messo a brandire l’arma dei dazi anche contro l’Unione europea. Che provocata reagisce, approvando uguali e contrarie misure protezioniste a danno di una lunga lista di prodotti made in Usa.

A prima vista sembra una classica reazione da manuale. Persino Adam Smith, precursore della dottrina del libero scambio, ammetteva la rappresaglia protezionista contro provvedimenti restrittivi stranieri.

Smith però si premurava di aggiungere che la risposta dell’aggredito dovesse puntare alla «rimozione dei dazi o delle proibizioni che l’hanno originata». La contemplava cioè quale arma tattica, per indurre l’aggressore a ravvedersi e a ripristinare i liberi commerci. Gli sherpa dell’Ue insistono a dire che questo è esattamente l’obiettivo della reazione protezionista europea: metter paura a Trump, per indurlo a più miti consigli. La speranza è che il nuovo presidente americano torni al vecchio friend shoring: imporre dazi a tutti, tranne agli amici europei.

Ma nelle stanze del potere gli scettici ormai sgomitano. Mario Draghi è tra questi. A suo avviso, l’Ue deve elevare barriere commerciali e finanziarie non come tattica contingente ma come strategia di lungo periodo. Il motivo è che l’onda protezionista che viene dall’atlantico non è il capriccio di un altro pazzo al potere ma è la conseguenza di gravi problemi strutturali dell’economia americana, di competitività e di debito verso l’estero. Per questa ragione, la guerra economica mondiale è destinata a durare e si annuncia come una lotta di tutti contro tutti. In un tale scenario, l’Europa aggredita deve imparare a diventare potenza aggressiva, attraverso i dazi e non solo.

Ecco perché ormai lo slogan dell’aggressore e dell’aggredito suona male anche in tema di guerra. Con l’attacco all’Ucraina, la Russia si è macchiata dell’onta di avere inaugurato un’epoca di nuovi e ancor più intensi massacri globali: negare questa evidenza vorrebbe dire passare dalla padella dei pugilatori a pagamento atlantisti alla brace delle majorettes putiniane. Ma l’idea che von der Leyen e i suoi intendano riarmare l’Europa per difendersi da una possibile invasione russa è l’ennesima semplificazione di comodo.

La vera spiegazione del riarmo europeo è un’altra. Per lungo tempo i paesi Ue hanno agito da vassalli dell’impero americano. Dove l’America muoveva le truppe, lì si creavano occasioni di profitto per aziende statunitensi in primo luogo, ma subito dopo anche per imprese britanniche, francesi, tedesche, italiane. Dall’Est Europa, all’Africa, al Medio oriente, così l’imperialismo atlantico ha agito per decenni. Ma nel momento in cui la crisi del debito forza l’impero americano a ridimensionare l’area d’influenza e a caricare di dazi anche i vassalli, il problema delle diplomazie europee diventa uno solo: progettare un imperialismo autonomo, in grado di accompagnare la proiezione del capitalismo europeo verso l’esterno con una potenza militare autonoma. Ancora una volta, Draghi riconosce il punto. Macron, Merz e Meloni non lo ammettono apertamente, ma l’obiettivo è quello.

Vista sotto questa angolazione, la difesa dell’Ucraina diventa un tipico caso di scuola per il progetto imperialista europeo. Non si tratta di proteggere i confini dell’Unione da una futura invasione cosacca. Piuttosto, si tratta di riannodare con la forza i fili dell’accordo di «associazione Ue-Ucraina» iniziato nel lontano 2008. Una lunga serie di intese con un già implicito profilo imperiale, che mirava a estromettere le aziende russe dagli affari nell’area e da cui tutti i guai sono iniziati. Naturalmente, ciò che vale per il fronte insanguinato dell’Ucraina vale anche per tutte le altre linee di confine: i più grandi profitti saranno preda di chi saprà scortare i capitali con le truppe e i cannoni.

Il «momento» del nuovo imperialismo è dunque giunto. Occorre proteggere l’esportazione di capitali europei con milizie europee. Con buona pace delle bandiere blu e oro che verranno agitate in piazza, questo è lo scopo ultimo di ReArm Europe.

(il manifesto, 13 marzo 2025)


la Repubblica nel giorno dei "dazi" e dello "scontro USA - UE" apre il giornale con Michele Serra: "Una piazza per l'Europa" ... (28 febbraio 2025)











"L'idea" è una mobilitazione sotto "le sole bandiere blu con stelle dorate" ... 
























Nello stesso giorno Elly Schlein scrive l'articolo "Si a una grande piazza per l'Europa" che viene pubblicato il giorno dopo in prima pagina: "Caro direttore ..." sotto il titolo "Trump, agguato a Zelensky"  (1 marzo 2025)






















"La segretaria del PD" scrive: "raccogliamo la sfida che ci sono l'offensiva nazionalista, trasformiamola in opportunità per cambiare davvero l'Europa. E' l'unico modo per salvarla" ... (1 marzo 2025)


















In "Primo piano. L'appello per l'Unione" la Repubblica scrive "E anche  Forza Italia apre alla mobilitazione" ... (1 marzo 2025)














la Repubblica (che in prima pagina titola "Con Kiev fino alla fine" e pubblica l'editoriale "La nuova America e il cambio di regime" di Ezio Mauro) promuove il "si all'Europa": Pierferdinando Casini scrive "Michele io ci sarò" ... (2 marzo 2025)




















Aderiscono Dacia Maraini ed Ernesto Maria Ruffini ... (2 marzo 2025)




















L'intervista a Gianfranco Fini e la lettera di Riccardo Magi e Eric Jozsef ... (2 marzo 2025)





















"L'Unione Europea è cerebralmente defunta. Alla prova della guerra si è rivelata inutile per risolverla" ... le parole nette di Lucio Caracciolo che conclude: "All'ordine del giorno è la ricostruzione di un equilibrio paneuropeo all'interno di un compromesso strategico fra Stati Uniti, Russia e Cina. Prima e non dopo la terza guerra mondiale. Perché il dopo è in dubbio" (3 marzo 2025)




















Il Sindaco e "uomo di centrodestra" di Palermo e Sara Funaro, prima cittadina di Firenze ... (3 marzo 2025)
 



















"Quello che sta succedendo agli ucraini oggi rischia di succedere a tutti gli europei, per questo il 15 marzo chiedo a tutti gli europei di essere a Roma" sostiene il Sindaco Matteo Lepore a Bologna ... (3 marzo 2025)












Da "Studenti e Legacoop" a Clemente Mastella, Sindaco di Benevento e Michele Guerra Sindaco di Parma ... (4 marzo 2025) 




















Nel giorno in cui "L'Europa si riarma" Antonio Scurati scrive per Rcultura "Dove sono ormai i guerrieri d'Europa?" ... (5 marzo 2025)














Le "adesioni da Agesci e Legambiente" (vedi qui) e di Vito Mancuso, filosofo ... (5 marzo 2025)






















"Dopo aver plasmato per secoli il continente sui campi di battaglia ...Non siamo disposti a tornare indietro. A meno che la nostra civiltà non sia a rischio" ... (5 marzo 2025)




















"La Resistenza antifascista ci ricorda perché ripudiammo la guerramy ci insegna anche le ragioni per prepararci, se necessario, a combatterla" conclude Antonio Scurati (5 marzo 2025)
 





















"Trump sta travolgendo l'Occidente con la forza impetuoso di un ciclone" inizia l'intervista di Simonetta Fiori a Giuliano Amato ... (6 marzo 2025)
 



















"Non dobbiamo commettere l'errore di far coincidere gli Stati Uniti con Trump" ... dice Giuliano Amato. E poi: "Bisogna sapere che quei valori reazionari sopravvivono nelle strutture profonde della società" ... (6 marzo 2025)







































Nel giorno in cui la Repubblica titola "Macron: scudo nucleare" e Altan propone la sua vignetta con un piatto pieno di armi Michele Serra torna a scrivere: "Europa, cosa difendiamo difendendoci" ... (6 marzo 2025)




















"Difendiamo la pace e la tolleranza, prima di tutto, e le inseguiamo ovunque si nascondano, perché l'intera architettura europea è concepita, proprio dalle fondamenta, per questo scopo. Difendiamo i diritti, il multilinguismo ... L'Europa, pur essendo ancora una grande speranza, un grande ideale, un grande progetto, è una costruzione politica ed etica ancora molto fragile" (Michele Serra, 6 marzo 2025)
 



















Nel giorno in cui la Repubblica titola in prima pagina "Riarmo, il si di Meloni", Gustavo Zagrebelsky scrive "Per l'Europa la forza della pace". L'avvio: "In questo tempo confrontiamo la nostra impotenza con l'enormità del problema che incombe. Il problema non è l'Europa si o no, ma è la pace; o meglio, è l'Europa come via della pace. Ma quale pace?" (7 marzo 2025)




















Imperdibile: "Serra non prevedeva che uno sfogo come quelli che si fanno al bar diventasse detonatore di energie latenti al di là di ogni previsione ... Non basta ripetere Europa, Europa ... Abbiamo fino alla nausea provato la forza della guerra, ma abbiamo mai davvero provato la forza della pace?" (7 marzo 2025)






















L'intervista di Annalisa Cuzzocrea ad Erri De Luca: "si apre uno spazio di manovra e di ruolo per l'Europa ... niente ci impedisce di manifestare. Meno chiaro è su quale piattaforma di base si manifesterebbe" ... (7 marzo 2025)




















Don Luigi Ciotti: "Le delusioni, gli scetticismi si combattono dimostrando che possiamo essere più europei di quanto siamo stati finora, più capaci di dare sostanza agli ideali fondativi rimasti spesso sulla carta. Ma l'appello all'unità non può diventare un pretesto per coprire queste contraddizioni, che di fatto indeboliscono l'identità europea, perché tradiscono le sue radici storiche e morali" (8 marzo 2025)




















Nel giorno in cui la Repubblica titola "Difesa, il piano italiano" con "il Governo" che "punta ad arruolare nell'esercito fino a 40 mila soldati" ed Ezio Mauro propone un editoriale su "La sinistra, il riarmo e la pace", Maurizio Landini scrive "Perché la Cgil sarà in piazza il 15 marzo a Roma" ... (9 marzo 2025)
 



















Per Ezio Mauro "è chiaro che l'Europa deve dotarsi di un sistema di difesa, riarmandosi esattamente in nome della democrazia e del suo diritto alla pace" ... Con un articolo di Lucio Caracciolo: "Gaza non è solo un territorio" (9 marzo 2025)














Scrive Landini: "so bene che non ci sarà un solo punto di vista in quella piazza ma proprio per questo sento il dovere di portare quello per cui da sempre la Cgil è impegnata e, raccogliendo l'invito della sindaca di Perugia, saremo in piazza anche con le bandiere della pace" (9 marzo 2025)




















Per Paolo Flores d'Arcais "non vanno riarmati i singoli Paesi ma serve una forza europea contro il trumputinismo" ... (9 marzo 2025)





















Michele Serra torna in prima pagina con "Europei in cerca d'Europa". Scrive: "Potrebbe essere questo il titolo della manifestazione del 15 marzo a Roma" ... (11 marzo 2025)
  



















""Non c'è libertà sotto le bombe, e la pace, senza libertà, è solo una truffa, come quella che Trump e Putin stanno architettando oggi sulla pelle degli ucraini, domani sulle macerie di Gaza, dopodomani chissà" sostiene Serra (11 marzo 2025)

Scrive Achille Occhetto: "l'Europa è andata via via smarrendo la sua missione nel mondo. L'ha smarrita in due momenti fondamentali: nel non aver saputo rispondere ai dimenticati e ai declassati e nel non aver saputo presentarsi al tragico appuntamento con la guerra voluta da Putin con una propria autonomia strategica" ... (11 marzo 2025)











Per Elena Cattaneo "ritrovarsi in piazza significa sostenere un'Europa in grado di difendere il proprio ruolo di guida morale di un mondo libero e democratico, dove i diritti e le libertà fondamentali si rispettano a qualunque costo" ... (12 marzo 2025)




















Su Rcultura Paolo Rumiz scrive "Ma il punto è davvero, come scrive Scurati, l'assenza di uomini disposti a combattere? O dietro c'è qualcosa di più profondo esistenziale? Battersi? D'accordo. Ma per quale Patria? L'Ucraina è tale, l'Europa no ... Prima di metter mano alla carabina, chiediamoci perché non siamo diventati patria e perché l'Europa è così afasia, frastornata, genuflessa. Dove nasce il suo sonnambulismo ... (12 marzo 2025)







Sostiene Rumiz: "Di certo, se a breve non daremo una risposta unitaria andando oltre le nazioni, naufragheremo miseramente. Per l'Europa è davvero l'ultima chiamata" (12 marzo 2025)






















"Riarmo, l'Italia divisa in Europa" titola la Repubblica il giorno dopo il voto al Parlamento di Strasburgo e Romano Prodi scrive "Si alla piazza, non c'è dissonanza tra difesa e pace" ... (13 marzo 2025)














"Il piano approvato dal Parlamento europeo è il primo passo, necessario, per arrivare ad una difesa comune, a tutela dei nostri valori e della nostra democrazia" ... (13 marzo 2025)




















Il Sindaco di Roma, Gualtieri: "una festa di tutti" ... E Maria Elena Boschi: "parteciperemo per il futuro dei nostri figli" ... (14 marzo 2025)




















Andrea Riccardi dice: "In questi tre anni è mancata l'azione diplomatica ... Questi 800 miliardi rinviano l'appuntamento con la difesa comune e puntano invece sul riarmo nazionale: non è il senso giusto" (14 marzo 2025)






















Per Tomaso Montanari "la bandiera della pace accanto a quella europea direbbe la cosa più importante: stiamo dalla parte dei popoli europei, anche di quello ucraino. Li vogliamo vivi" (il Fatto Quotidiano, 4 marzo 2025)
 



















"Il Deep State contro cui la nuova cupola trumpiana combatte è un potere radicato nelle burocrazie, nell'intelligence, nelle lobby di armi e finanza in Europa. Sabotare la pace e tifare per il conflitto fine a se stesso, sulla pelle degli ucraini e degli europei è l'alto obiettivo di poteri senza scrupoli, di cui politici insignificanti sono le grottesche, forse inconsapevoli, marionette" scrive Elena Basile su il Fatto Quotidiano (5 marzo 2025)




















"Una parte dei fondi europei destinati alla coesione sociale, territoriale e ambientale sarà dirottata verso il riarmo. E' sperabile che qualcuno fermi la Commissione" sostiene Barbara Spinelli su il Fatto Quotidiano (6 marzo 2025)





















Nel giorno in cui il manifesto titola "Il tiratore franco" Mario Ricciardi scrive "L'Europa come fede. L'alternativa è marciare o ragionare" ... (6 marzo 2025)




















Conclude Ricciardi: "Se la sinistra vuole sopravvivere è arrivato il momento di mettere in discussione i dogmi e tornare a ragionare" (6 marzo 2025)




















Francesco Vignarca: "L'atomica all'Europa. La follia del pensiero magico di Macron" ... su il manifesto che apre con il titolo "Una e in divisa" ... (7 marzo 2025)




















Per Vignarca "dobbiamo essere ambiziosi. Il nostro obiettivo deve rimanere l'eliminazione, non il semplice prolungamento del periodo di non utilizzo delle armi nucleari. E dobbiamo insistere affinché non sia un sogno lontano, ma una necessità urgente" (7 marzo 2025)














L'8 marzo su il manifesto Marco Bascetta scrive "L'UE diventa un arsenale pericoloso senza direzione politica" ... 




















"Le virtù salvifiche del più che costoso riarmo europeo sono cieco atto di fede: più che l'incerta difesa comune favorisce la superfetazione degli eserciti nazionali" ... (8 marzo 2024)
























"Sul riarmo europeo" Tommaso Di Francesco scrive ""L'insidia dell'atlantismo senza gli USA" ...  (9 marzo 2025)




















"Non sarebbe il caso, per salvare non solo a parole, il diritto internazionale violato in Ucraina e per essere davvero alternativi a Trump, a Putin e ai nazionalismi di destra di richiamare a ruolo le Nazioni Unite?" ... (9 marzo 2025)
 














"Pasolini e Moravia scenderebbero in piazza contro la guerra, contro questo grottesco club antidemocratico, neoliberista, classista e bellicista, asservito alla lobby delle armi, per l'Europa, tutta da costruire, federale e sociale che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" scrive Elena Basile (il Fatto Quotidiano, 9 marzo 2025)




















Sostiene Tomaso Montanari su il Fatto Quotidiano "mentre impazza il nostalgismo armato di Scurati, Della Loggia & C., vale la pena ricordare la parte migliore dell'identità occidentale: la disobbedienza" ... (10 marzo 2025)






















Stefano Fassina argomenta su il Fatto Quotidiano: "il ReArm dell'Europa lo pagano i lavoratori" ... (11 marzo 2025)





















"Svuotare gli arsenali, riempire i granai. Un'altra piazza, disarmata" Appello per Piazza Barberini, Roma, 15 marzo 2025 ... (il manifesto, 11 marzo 2025)














il manifesto prodotto dai sostenitori di "una piazza per la pace", per conoscere il testo dell'appello e dei promotori clicca qui ...


11 commenti:

  1. Documentazione e considerazioni molto interessanti. E pure contraddizioni da risolvere.
    s.

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  2. La adesione di Legambiente mi pare sorprendente anche per le motivazioni e il giudizio positivo sull'Europa (grazie Europa! scrivono) che ha messo sulla retta via l'Italia. Mi pare troppo. In particolare dopo la svolta da Next Generation EU a ReArm EU. Che per l'ambiente è tanta roba (brutta roba)!
    Mi ritrovo molto più nella posizione assunta da Arci.
    L.

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  3. Bravo Gianni ottimo lavoro

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  4. Della grande manifestazione romana colpiscono il palco senza politici e i segretari di partito intervistati dal tg3 tra la folla. Fantastico!
    DG

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  5. Vecchia scuola è: parlano i fatti, tutti i puntini vanno collegati, mantenere sufficiente distacco, in primo luogo guardare in casa in casa propria.
    Purtroppo, invece, la disabitudine a leggere, capire, confrontarsi, correggere inevitabili errori è sempre più diffusa.
    Così la Politica e la Democrazia Costituzionale (masse e potere, ricordi?) muoiono.
    E la sinistra perde cultura e popolo.
    Si omologa ad una piatta gestione amministrativa di istituzioni sempre meno rappresentative, in sistemi sociali sempre più dominati da grandi proprietà private.
    Colpisce la replica della tradizionale logica dei due tempi che, in questo caso, vuole (o accetta, come Prodi) subito 800 milioni di ReArm EU, poi il comando unificato e infine la Politica comune dell'Europa (intanto restano le Basi Americane ed avanzano le destre-destre-destre). Questa logica ha sempre prodotto disastri. Perché si è fermata in mille casi ai primi tempi (sacrifici ripetuti, giustizia e benessere mai).
    Nota appena, appena, appena positiva? Alcune contraddizioni si fanno piano, piano, piano strada. Sulla manifestazione c'è stato dibattito e non solo Zagrebelsky, Landini, Riccardi hanno espresso critiche... C'è anche chi a Roma non è andato e lo ha motivato pubblicamente con ragioni forti (vedi Arci nazionale o Anpi locali come Marzabotto). Non tutti i giochi sono fatti anche se c'è da scalare il Mortirolo con la bici (una bici non assistita).
    Ciao!

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  6. La documentazione fornita qui lasciava intravvedere una piazza colma e contrastata. Una ricchezza? Volendo leggerla così, si può. È francamente difficile, però, cogliere in questa mobilitazione una direzione di marcia.
    Hanno alzato la bandiera blu tanto sostenitori dell'Europa di UvdL e del suo ReArm che laici cattolici seguaci di Francesco e del suo DisArm o attivisti delle ong che operano con i migranti. Del resto bandiere dell'Ucraina e della pace non sono issate su una stessa asta.
    Né le parole sono comuni. Quelle di Vecchioni o di Scurati sono condivisibili?
    M.S.

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  7. Nel 2024 le spese militari nel mondo sono costate 2443 miliardi di dollari. Vogliamo spendere ancor di più? Per quale prospettiva? La deterrenza o altre guerre?
    Io sono per un'Europa unita e impegnata nel disarmo progressivo e controllato!
    L.

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  8. Un gruppo internazionale di scienziati, tra cui i fisici italiani Carlo Rovelli e Flavio Del Santo, ha redatto un manifesto rivolto agli accademici, agli intellettuali e a tutti i cittadini consapevoli dei rischi della guerra, invitandoli a prendere una posizione ferma contro il riarmo europeo. Nel manifesto si chiede un’immediata de-escalation e l’abbandono della cosiddetta “strategia della paura”, che, secondo i politici europei, giustificherebbe il più grande riarmo del continente dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Un appello per la pace e la diplomazia, affinché l’Europa non ceda alla tentazione della militarizzazione, ma riscopra il valore del dialogo e della cooperazione.

    Il manifesto può essere sottoscritto, da scienziati e non, al link: https://www.iuscientists.org/against-militarization-scientists-unite-in-opposition-to-eu-rearmament/
    M.

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  9. Grande assente a Piazza del Popolo il modo di caratterizzarsi dell'Unione Europea nei confronti di una "pace giusta" in Medio Oriente. E 48 ore dopo Israele riparte con le bombe e la guerra a Gaza. I palestinesi hanno gli stessi diritti degli ucraini? E gli israeliani gli stessi doveri dei russi? Cosa distingue Netanihau da Putin?
    BiBi

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  10. Il ReArm a che serve? Fra quanti decenni potremo garantire deterrenza come Europa nei confronti di Putin e Trump?
    Ho come la sensazione che gli obiettivi dei governi europei siano altri.
    ☆☆☆

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  11. Con calma ho letto il prof. Brancaccio e trovo la sua analisi sull'imperialismo autonomo del capitalismo europeo una chiave di interpretazione calzante.
    s.

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