sabato 13 maggio 2023

Faenza (e Bologna), dieci giorni dopo ... In Emilia Romagna avanti così?

Fotocronaca di vita a Borgo Durbecco, dove il Lamone è esondato, in attesa di nuova allerta "rossa" ...  










Non mancando di rispetto alle vittime delle esondazioni nel ravennate, è corretto ricordare quel che l’ipocrisia di molte parole politiche in queste ore nasconde: l’Emilia-Romagna, da anni, consuma suolo come se non ci fosse un domani, parandosi dietro a una legge urbanistica regionale del 2017 (la numero 24) che fa letteralmente acqua da tutte le parti per quanto riguarda la tutela del suolo. E i nodi vengono al pettine.

Insopportabili le lacrime dei politici e delle varie autorità civili o di alcune organizzazioni dell’agricoltura che riescono a prendersela perfino con le nutrie che bucano gli argini, tanta è la miopia o la svogliatezza di vedere che il clima è cambiato per causa nostra e siamo noi i soli responsabili di tutto ciò. La nostra urbanistica, la nostra agricoltura, la nostra mobilità autocentrica, la nostra idea di crescita e sviluppo. Siamo noi le nutrie, noi i sapiens che non vogliamo smettere di consumare suolo, di cementificare in ogni dove, di tenere in piedi questo modello sociale ed economico dilapidatore di natura. Oggi sono tutti a piangere ma ieri erano tutti schierati a deridere e non considerare quanti di noi, pochi ahinoi, sostenevano pubblicamente che la legge urbanistica della Emilia-Romagna, con il suo maledetto 3% di consumo di suolo sempre possibile, non avrebbe che aggravato la situazione, aumentato le metastasi.

Tanto per ricordare i numeri e non le opinioni, e cito dati tratti dal rapporto Ispra sul Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici del 2022 a cura di Michele Munafò. Tra il 2020 e il 2021 l’Emilia-Romagna è stata la terza Regione italiana per consumo di suolo, più 658 ettari cementificati in un solo anno, pari al 10,4% di tutto il consumo di suolo nazionale. In pochi anni - e con questi governanti - la Regione è arrivata ad avere una superficie impermeabile dell’8,9% contro una media nazionale del 7,1%. E tutti sappiamo perfettamente che sull’asfalto l’acqua non si infiltra e scorre veloce accumulandosi in quantità ed energia, ovvero provocando danni e vittime.

Tutti noi sappiamo che tra un suolo libero e uno cementificato la quantità d’acqua che scorre violentemente in superficie aumenta di oltre cinque volte. Tutti noi sappiamo che le piogge saranno sempre peggiori, eppure continuiamo a prendercela con le “bombe d’acqua” e non con quelle di cemento che nel frattempo e ogni giorno noi sapiens sganciamo sul nostro territorio, rendendolo più vulnerabile. 

La provincia di Ravenna è stata la seconda provincia regionale per consumo di suolo nel 2020-2021 (più 114 ettari, pari al 17,3% del consumo regionale) con un consumo procapite altissimo (2,95 metri quadrati per abitante all’anno); è quarta per suolo impermeabilizzato procapite (488,6 m²/ab).


La città di Ravenna è stato il capoluogo più consumatore di suolo dell’intera Regione nello scorso anno (più 69 ettari). E che cosa si fa? Si va avanti

In Regione si consuma perfino nelle aree protette (più 2,1 ettari nel 2020-2021), nelle aree a pericolosità di frana (più 11,8 ettari nel 2020-2021), nelle aree a pericolosità idraulica dove l’Emilia-Romagna vanta un vero e proprio record essendo la prima Regione d’Italia per cementificazione in aree alluvionali: più 78,6 ettari nelle aree ad elevata pericolosità idraulica; più 501,9 in quelle a media pericolosità che è poi più della metà del consumo di suolo nazionale con quel grado di pericolosità idraulica: pazzesco.



Come si fa a dire che è colpa delle nutrie? O a piangere quando qualche anno prima si approvava una legge che faceva acqua ovunque e quando il tema dello stop al consumo di suolo non fa parte dei propri discorsi politici tutti i giorni? Come si fa a piangere quando l’Emilia-Romagna non ha fatto nulla negli anni passati per portare al tavolo di tutte le Regioni una proposta di legge nazionale contro il consumo di suolo? Come si fa a piangere quando non si è capaci di parlare di biodiversità, di cambiamenti climatici e di altri modelli economici e sociali? E tanto per concludere con le ipocrisie, l’Emilia-Romagna si è costruita una legge urbanistica talmente ingannevole da autoprodursi assoluzioni come quella che si può vedere sul sito della città metropolitana di Bologna dove, come per incanto, dal 2018 fino a oggi i consumi di suolo sono magicamente diventati zero. Ma non perché hanno smesso di consumare (tutt’altro), solo perché hanno manomesso le definizioni urbanistiche al punto tale da riuscire a non conteggiare più le cementificazioni e risultare così tutti virtuosi e contenti per legge, non per virtù.

Capite fin dove arriva l’ipocrisia? Capite l’urgenza di svoltare pagina? Capite che abbiamo bisogno di politici e urbanisti che siano in grado di ipotizzare un futuro possibile senza consumare suolo, senza una transizione energetica mangiando aree agricole, senza immense colate di cemento per la logistica e le autostrade e così via. Capite che la lacuna è culturale? Capite che non abbiamo bisogno di ministri che girano la testa dall’altra parte o ministri che si occupano di alte velocità inutili o ponti impossibili davanti a un paese che affoga a ogni pioggia o di ministri che si permettono di dire che esistono consumi di suolo buoni, come è capitato durante la presentazione dell’ultimo rapporto nazionale? Qui non c’è nulla di buono. È un diritto di noi tutti avere un governo regionale e nazionale che tutela il suolo e la natura e ferma questo saccheggio continuo, questi “vandali in casa” come disse più di 50 anni fa Antonio Cederna, profeta inascoltato.

Paolo Pileri*, Altreconomia, maggio 2023

 *ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. 


Faenza 12 maggio, a dieci giorni dalla esondazione del Lamone ...

In Piazza del Popolo il palco e i preparativi per l'incontro delle autorità nazionali e regionali con gli operatori della Protezione Civile ...


Sotto la Torre dell'Orologio, da Corso Aurelio Saffi arriva una colonna di mezzi di soccorso ...
 

Vigili del Fuoco ...


Gommoni anfibi ... Tutto tirato a lucido.

Le notizie del mattino (qui in Primo piano la pagina del Corriere del 12 maggio) inducono ad andare oltre ... 



Dal Centro di Faenza per raggiungere Borgo Durbecco, la zona alluvionata della Città, alla destra idrografica del fiume Lamone (a sinistra nella foto), si attraversa il Ponte delle Grazie ...








Mezzi della Croce Rossa parcheggiati in via Ugo Piazza ...


Operatori e camion al lavoro al centro di via Torretta ...


Una fila di servizi igienici all'inizio di via Vincenzo Cimatti ...






Di fronte, una doppia sfida: fare pace e ridare a "Fascino" ed alla Romagna "estetica e benessere" ...


Due bottiglie di buon vino di Romagna, ancora col tappo, recuperate dal fango ...

A sinistra della ciclopedonale il palo che sostiene il cartello del Comune di Faenza segnala che l'altezza dell'acqua supera abbondantemente il metro ...


Bici e panchina entrambe finite sott'acqua ...

Uno "scariolante" di questo secolo ...


Una colonna della Protezione Civile lombarda parcheggiata a fianco dell'argine del Lamone ...


Un autobotte per garantire acqua potabile ...


Sacchi di sabbia (ed operatori allo specchio) davanti ad una palestra ...


Interno palestra ...


Garage completamente svuotati e ripuliti ...


Un avviso ...


Il fango sulla siepe oltre il metro e mezzo ...


Un cortile di casa, dopo il ritiro dell'acqua


Sacchi di sabbia davanti ad un cancello chiuso con la catena ...

Oltre la panchina infangata ... testimonianze perse di vita

Al lavoro in un cortile condominiale con "Faenza spurghi" ...

"Per questioni di sicurezza si è dovuta sospendere la fornitura del gas" ...


Acqua, fango ... e prime crepe 


Sacchi di sabbia: una Zona 30 che non piace ...


Un campo coltivato invaso da acqua e detriti ...


Un terreno di alberi da frutta ...


Vista dall'argine del Lamone ...


Un mezzo della Croce di Malta all'opera ...


Un tubo aspira acqua dal campo coltivato ...


Un altro tubo rigetta l'acqua nell'alveo del fiume ...


In un cortile di via Massimo d'Azeglio ...


Un'auto ...


Cassette di piatti e tegami ...


Una ringhiera, un giardinetto, oggetti da buttare ...

Una richiesta ...


I 3/4 di questa alta siepe portano il segno dell'acqua ...


Un cassonetto in un'area verde ancora ribaltato ...


Il fondo di un campetto verde ...


Sulla tapparella il livello raggiunto dall'acqua ...



L'ingresso di una villetta con giardino ...







Il flusso ininterrotto di cittadini, operatori e volontari ...

Sotto una tenda (da cui escono fumi e odori) si socializza e si alimentano tanto volontari quanto resistenti ...



All'ora di pranzo, sul Lamone, tornano nuvole grigie e minacciose ... 


In bici ci si alza sui pedali ... l'Emilia Romagna torna "rossa", nella versione di questi ultimi anni: "stato di emergenza" e di "rischio grave" ... 


Torna la pioggia ... In Piazza del Popolo il Ministro Musumeci e il Presidente Bonaccini hanno chiuso la cerimonia ufficiale ... Restano alcuni mezzi della Protezione Civile di Rovigo. E lo "stato di emergenza climatica ed ecologica" riconosciuto dalla Giunta Bonaccini nell'estate del 2019 sotto la pressione dei movimenti ma rimasto senza conseguenze coerenti. Anzi ...



Secondo il Corriere della Sera su "Aiuti e decreto, Roma ora frena" e il Presidente della Regione Emilia Romagna rivendica dal Governo un trattamento "quantomeno come le Marche" ... (13 maggio 2023)
Una sfida tutta e solo giocata sui fondi da destinare ai rimborsi ... Mai sulle politiche per la conversione ecologica e misure strutturali di adattamento ai mutamenti intervenuti!








Bologna 13 maggio, il Ravone esonda di nuovo, allagamenti in provincia ...

A Bologna sotto il portico di via Saffi il giorno dopo la terza esondazione del Canale Ravone in dieci giorni si lavora per fronteggiare l'emergenza ...


Gli operatori rimuovono detriti e fango ...
 

Uno dei negozi colpiti ...


Mobili e arredi fuori uso, accatastati e da buttare ...


Un cittadino con spazzolone ...










Per "alberi caduti e scuole allagate" scrive il Corriere di Bologna "l'appello" del Comune è "non sostate sotto le piante" e "stiamo mettendo in sicurezza" ... (12 maggio 2023)










E il giorno dopo l'ennesimo allagamento di via Saffi: "una bomba d'acqua"! (13 maggio 2023)


La prima pagina di Repubblica Bologna ...


La permanente sottovalutazione della crisi climatica ed ecologica nel titolo e nell'articolo di Repubblica: "Il Comune: dopo due ore strada riaperta" ... (13 maggio)


La prima pagina di Carlino Bologna ... (13 maggio 2023)


Una notizia da Carlino Bologna "L'esperto: maggio è un mese molto instabile" ... (13 maggio 2023)
   

Su Carlino Bologna il gioco delle parti, come sempre ... (13 maggio 2023)


Non solo Città: "strade chiuse a Budrio, Castel Maggiore, Bentivoglio, Calderara. Smottamenti e frane" ... (13 maggio 2023)





La copertina di un libro di Paolo Pileri per chi volesse approfondire ...

La copertina di un volume di scritti di Antonio Cederna su "La distruzione della natura in Italia" ... Per chi volesse evitare di ripetere insopportabili banalità ...   













Un nuovo appuntamento della Scuola di Formazione di Legambiente ...


Una ulteriore opportunità di mobilitazione del popolo inquinato per vincere il muro di gomma e il basso profilo dei Governi locali e nazionali!


12 commenti:

  1. Mi quel quartiere di Faenza è stato urbanizzato tenendo conto del fiume?
    s.

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    1. gtugnoli16@libero.it17 maggio 2023 alle ore 09:24

      La risposta potrebbe sembrare semplice.
      In realtà questo disastro (per molti annunciato!) mi pare frutto di un insieme di scelte politiche sbagliate e irresponsabili degli ultimi decenni: urbanistiche, infrastrutturali, produttive, sociali, ambientali.
      Da almeno 50 anni alcuni inascoltati studiosi e Maestri ci mettono in guardia ... Ad Amministratori, politici, imprenditori, comunicatori dobbiamo dire che bastava avere voglia di ascoltarli e conversare con loro. Molti non lo hanno fatto, hanno ascoltato gli ideologhi della "crescita" inarrestabile ed hanno tirato diritto: continuando nel consumo di suolo, nella rapina e nella privatizzazione delle risorse naturali.
      Gianni

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  2. Avanti così? Ma siamo matti?
    Scuole chiuse per pioggia. Nonni a casa con i nipoti. Macchine in garage per evitare congestione. È il progresso made in Bo?
    Zorro

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    1. gtugnoli16@libero.it17 maggio 2023 alle ore 09:34

      Purtroppo è la "risposta" dell'ultimo minuto. Quando per decenni non si è fatto quanto si doveva fare. L'ideologia che siamo noi i "padroni" della terra porta a questi disastri globali e locali.
      Occorre cambiare le scelte principali di governo, le priorità che ancora sono nelle Agende di Draghi e/o Meloni, di Bonaccini e/o Fontana, purtroppo assai simili in quanto a "crescita" e priorità economiche e sociali.
      Gianni

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  3. In Romagna, dopo Faenza vedo Cesena. A Bologna, dopo il Ravone c'è il Ravone. In montagna altre frane. Nella bassa nuovi allagamenti.
    Ora in Regione dicono che stanno facendo il possibile. Non voglio discutere di oggi. Quello che è certo è che non l'hanno fatto per anni. Se in questi giorni un ex capogruppo del PD è finito in galera non è per essersi opposto allo sfruttamento dei lavoratori o della natura ma per le spese pazze sostenute con i soldi pubblici. Vergogna.
    E domenica prossima nell'autodromo di Imola allagato Bonaccini pensa di riportare il gran premio di formula 1 delle auto???? Un inno alla Motor valley. Come i miliardi programmati per nuove autostrade. Come la scelta del passante di mezzo. Vergogna.
    L.

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    1. gtugnoli16@libero.it17 maggio 2023 alle ore 10:04

      Penso che la vicenda del Gran Premio di F1 di Imola (e "San Marino") segnalerà il fallimento di una politica "debole" e irresponsabile che ha caratterizzato questi anni del Governo dell'Emilia Romagna.
      "Vittoria" e sconfitta di un Presidente di Regione che non ha capito le priorità storiche.
      Purtroppo la inevitabile rinuncia all'evento mondiale resterà negli annali.
      Gianni

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  4. sandromari@gmail.com17 maggio 2023 alle ore 01:09

    Un disastro, oggi con immagini drammatiche da tutta la Romagna, da monte a valle. Si, non abbiamo prevenuto, né ci stiamo adattando alla siccità ed alle piogge intense.
    sm

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    1. gtugnoli16@libero.it17 maggio 2023 alle ore 10:21

      Credo che questi giorni in Emilia Romagna segnaleranno uno spartiacque ...
      Restare alle attuali priorità, sarebbe una responsabilità insopportabile verso le comunità e le prossime generazioni.
      Gianni

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  5. Ed era solo una anteprima.
    s.

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    1. gtugnoli16@libero.it17 maggio 2023 alle ore 10:25

      Purtroppo.
      Comunque, questo è il tempo di capire per reagire.
      Gianni

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    2. Ottimista! Questi non capiscono, non vogliono capire.
      Sul clima come sulla guerra. Investono su armi e consumo di suolo. Oggi sentire Schlein esultare per il voto di domenica mentre qui si contano gli effetti del malgoverno è imbarazzante.
      WM

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  6. Tutti confermati gli appuntamenti indicati?

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