mercoledì 30 settembre 2020

Next Generation EU. Dieci sfide green

Assemblea degli ambientalisti bolognesi a Labàs (13 settembre 2020)


Si è forse chiusa una prima fase di confronto sulle risorse europee di Next Generation EU, in cui hanno trovato spazio soprattutto le promesse e si è assistito a una corsa a tirare progetti fuori dai cassetti, come se si dovesse fare in fretta. 

Ora si sta finalmente capendo che la trattativa a Bruxelles è ancora aperta, che il processo prenderà alcuni mesi e che soprattutto la vera sfida è di presentare entro aprile 2021 un Piano di ripresa e resilienza in cui fissare priorità e interventi coerenti con gli obiettivi fissati dall’Unione europea.

Il governo Conte è partito con il piede sbagliato nel gestire questo processo ma ora ha la possibilità, e la responsabilità, di costruire un percorso trasparente di elaborazione e confronto pubblico. Per l’Italia l’opportunità è senza precedenti, perché diventa possibile investire 85 miliardi di euro per interventi diretti e 124 attraverso prestiti, a cui si aggiungono circa 40 miliardi per i fondi di coesione. Ma non è banale quanto l’UE ci sta chiedendo, non tutto potrà essere finanziato in quanto l’obiettivo è di «build back better»: ossia ricostruire meglio e in modo diverso, con innovazione, sostenibilità, attenzione al disagio sociale e alle disuguaglianze cresciute in questi anni. Tanto che il Piano dovrà fissare non solo gli interventi coerenti con questi obiettivi ma anche le riforme da realizzare per dare gambe alla transizione verde e digitale dell’Europa.

Per riuscirci sarà necessario alzare il livello del confronto e avere il coraggio di fissare dei chiari paletti alle richieste. Per evitare che vadano avanti progetti che sono del tutto incoerenti con questa visione, come autostrade o inceneritori, impianti per la produzione di Idrogeno da fonti fossili.

L’obiettivo è infatti di andare oltre gli interventi “ordinari”, cogliere l’occasione per aprire i cantieri dove è più urgente ma, purtroppo, sono fermi. Ad esempio, la messa in sicurezza delle scuole, le ferrovie al Sud, gli edifici della cattiva edilizia delle periferie costruite nel secondo dopoguerra e dell’edilizia residenziale pubblica, in cui vivono milioni di persone in difficoltà.

Il confronto che va aperto è su come immaginiamo il Paese tra dieci anni. E c’è bisogno di fissare le priorità per fare in modo che si siano finalmente recuperati i ritardi nel numero di bambini che accedono alle scuole d’infanzia, nell’abbandono scolastico, nell’accesso all’università e negli investimenti in ricerca o nei dati per la diffusione della banda larga. Quando magari si sarà messo mano agli oltre 200mila ettari di terreni inquinati ancora in attesa di bonifica e alle perdite incredibili degli acquedotti, alle migliaia di scuole in attesa di riqualificazione e messa in sicurezza. Le scelte green potranno contribuire ad accelerare questo percorso di rilancio del Paese, per i 90 miliardi di euro di investimenti che potranno mobilitare, e perché possono diventare una leva di innovazione dell’economia e di rigenerazione e rilancio dei territori, da coordinare con le altre politiche di finanziamento previste per rilanciare il sistema sanitario, sociale e per la digitalizzazione.

Di questi temi si è discusso ieri in un’iniziativa organizzata da Legambiente e Forum Disuguaglianze e Diversità dove è stato presentato un documento con le 10 sfide green che il nostro Paese deve assumere per scegliere questa direzione di cambiamento. Una prima tappa di un percorso di confronto e osservazione civica nel quale vogliamo condividere e spingere i progetti di cui il nostro Paese ha bisogno e far capire che la partita di Next Generation EU non è una questione del governo, o nella disponibilità di alcuni grandi gruppi, ma riguarda tutti e non ci possiamo permettere di perderla.

Edoardo Zanchini, Vicepresidente di Legambiente, il manifesto, 30 settembre



Le dieci sfide green che possono cambiare il futuro

1.Un salto di scala industriale, territoriale e comunitario per le fonti rinnovabili: una nuova missione di strategia industriale basata su impianti eolici offshore e solari a terra in aree dismesse e comunità energetiche e autoproduzione da fonti rinnovabili. Per cui le riforme indispensabili sono la semplificazione delle procedure e l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili nella produzione e consumo di energia.

2.Dimezzare i consumi energetici del patrimonio edilizio pubblico e privato: con la proroga del superbonus al 2025 con revisione dei criteri in modo da spingere l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili in sostituzione de gli impianti a gas e l’introduzione di un fondo per l’accesso al credito da parte delle famiglie per gli interventi di efficienza energetica. Le riforme indispensabili sono l’accelerazione e programmazione degli interventi di efficienza energetica sul patrimonio edilizio pubblico di scuole, ospedali, uffici pubblici, edilizia sociale; la semplificazione degli interventi di riqualificazione energetica e sostituzione di edifici con prestazioni di Classe A.

3.Innovazione e giusta transizione nei territori della rivoluzione industriale: con le prossime chiusure di numerose centrali a carbone e olio combustibile e di tante imprese che dovranno ripensare le produzioni industriali in un contesto di forte innovazione, occorrerà aiutare la riconversione del sistema e creare opportunità di riqualificazione e rilancio delle attività. Le missioni strategiche sono finanziare con le risorse del Just transition fund gli interventi di rigenerazione ambientale e rilancio economico, culturale e industriale delle aree della transizione energetica e della dismissione produttiva. Fare di Taranto e Brindisi il distretto dell’innovazione industriale green.

4.Accelerare l’economia circolare rafforzando le filiere territoriali: occorre completare l’impiantistica per chiudere il ciclo della materia e accelerare la creazione di un mercato delle materie prime seconde e di materiali provenienti da recupero e riuso. Le missioni strategiche sono applicare i criteri del green public procurement a tutte le procedure di acquisto di beni e servizi, lavori pubblici; accelerare la realizzazione di impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Le riforme indispensabili sono semplificare la normativa end of west per la cessazione della qualifica di rifiuto; rivedere la fiscalità per spingere l’economica circolare.

5.Accelerare la transizione industriale green: attraverso la definizione di una strategia nazionale per gli investimenti nei settori industriali strategici della decarbonizzazione su cui convogliare le risorse del recovery plan con priorità a automotive, batterie, idrogeno verde, elettrificazione e digitalizzazione dei porti e del trasporto pubblico locale. E attraverso il prolungamento degli incentivi Industria 4.0 al 2025 allargandoli agli interventi green.

6.Ridurre il gap nell’accesso alla mobilità sostenibile tra i territori e nelle periferie: creare opportunità per i territori e le periferie ignorati dalle politiche ordinarie. Le missioni strategiche su cui impegnare le risorse sono completare l’elettrificazione delle linee ferroviarie e l’installazione del sistema di controllo e sicurezza al Sud, nelle isole, nelle linee nazionali e regionali ancora sprovviste; acquistare treni con standard ad alta velocità al sud e lanciare una gara per aumentare l’offerta di servizio; realizzare un progetto di rilancio delle infrastrutture di mobilità sostenibile nelle aree urbane italiane. L’obiettivo deve essere di realizzare entro il 2030 almeno 200km metro, 250 km di tram, 5.000 km di percorsi ciclabili. Le riforme indispensabili sono una più forte regia delle scelte infrastrutturali e di servizio; la revisione della tassazione sui combustibili per renderla proporzionale alle emissioni e eliminare i sussidi all’olio di palma.

7.Rigenerazione delle aree urbane: attraverso politiche che affrontino finalmente la situazione delle periferie, riqualifichino gli spazi pubblici e la mobilità, riducano i problemi di accesso alla casa e di degrado del patrimonio edilizio esistente. Le riforme indispensabili sono la semplificazione degli interventi di rigenerazione urbane e una regia nazionale e coordinamento delle politiche di supporto agli Enti Locali nella progettazione, finanziamento, attuazione e monitoraggio degli interventi.

8.Ridurre i ritardi e i divari digitali: l’accesso alla connettività è un diritto da garantire a tutti i cittadini e per questo è fondamentale accelerare i lavori per la banda ultralarga, investire in infrastrutture di cloud computing e intelligenza artificiale, realizzare nelle città metropolitane piattaforme digitali pubbliche a servizio delle politiche di mobilità e di adattamento ai cambiamenti climatici, accelerare nel dispiegamento del 5G garantendo informazione ai cittadini e applicazione di standard di esposizione a tutela della salute e la definizione di regolamenti comunali per localizzare le stazioni radio base.

9.Sicurezza e adattamento al clima dei territori: nel territorio italiano stanno accelerando i fenomeni meteorologici estremi che provocano danni nei territori e vittime: dal 2010 vi sono stati quasi 600 eventi che hanno provocato danni rilevanti in 350 Comuni. Le missioni strategiche sono finanziare piani e interventi di adattamento climatico nelle aree urbane a maggior rischio; rafforzare le attività di monitoraggio degli impatti sanitari dei cambiamenti climatici. Le riforme indispensabili sono l’approvazione del piano nazionale di adattamento al clima, in cui definire le priorità di intervento nelle città e nei territori; la revisione della normativa di tutela del territorio e rafforzare i controlli, per scongiurare la costruzione nei territori a rischio idrogeologico.

10.Rafforzare il modello agroecologico: la lotta ai cambiamenti climatici passa infatti per il rafforzamento e la corretta gestione del patrimonio forestale e nella direzione di un modello agricolo che contribuisca alla riduzione degli impatti climalteranti, alla valorizzazione del biologico e alla qualificazione dell’agricoltura integrata, promuovendo l’economia circolare e l’utilizzo di materiali riutilizzabili, riciclabili e compostabili, fino al profilo etico del lavoro in agricoltura e alla lotta all’uso dei fitofarmaci illegali. Occorre per questo indirizzare le risorse europee verso l’agroecologia, e rafforzare la gestione sostenibile dei boschi attraverso politiche di vantaggio per la certificazione delle filiere locali di produzione di legna per l’arredo e le costruzioni, per il pellet da biomasse. Le riforme indispensabili sono l’approvazione della Legge sull’agricoltura biologica e revisione delle priorità della Politica Agricola Comune, che deve superare la logica dei finanziamenti a pioggia e per ettaro e divenire sempre di più un punto di riferimento per chi pratica agricoltura sostenibile, e aumentare i controlli sul caporalato e lo sfruttamento dei braccianti in agricoltura, realizzazione di strutture per l’ospitalità dei lavoratori stagionali.

Documento integrale:

https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2020/09/29Settembre-DocRecoveryResiliencePlan-1.pdf 

Sotto Palazzo d'Accursio Daniele Quattrocchi in sciopero della fame da 11 giorni.
A lui (da 2 giorni) si affiancano altri cittadini ... (11 settembre 2020)

In Piazza del Nettuno giovani e cittadini in solidarietà con Daniele e la staffetta di persone
che lo affiancano nel digiuno, simulano gli effetti mortali dell'inquinamento ...
(13 settembre 2020)

Centinaia di passanti osservano e solidarizzano ...
L'emergenza climatica ed ecologica esige azioni conseguenti: boschi urbani, trasporti meno inquinanti ...
(13 settembre 2020)

La mobilitazione è al 14esimo giorno, 5 per la staffetta (oggi Dhyani e Paolo) ... (14 settembre 2020)

16esimo giorno, sotto il Comune accompagnano Daniele e XR cittadini ed anche consiglieri ...
(16 settembre)

... arriva e discute con i partecipanti anche Elly Schlein,
Vice Presidente della Giunta della Regione Emilia Romagna ... (16 settembre 2020).
Il Vice Sindaco di Bologna, Valentina Orioli, incontra Daniele ed una delegazione di XR e si impegna 
su alcuni punti che inducono alla sospensione dello sciopero della fame.
La mobilitazione continua ...

Un murales dipinto nel cortile di una scuola in vicolo Bolognetti ... (13 settembre 2020)
L'evoluzione della specie?

Scatto sullo scatto ...
All'assemblea delle associazioni e dei cittadini per l'ambiente convocata presso Labas ...
(13 settembre 2020)


Si parte con una rappresentazione artistica: una nube nera copre e avvolge le vite dei protagonisti ...
(13 settembre 2020)

Un lato del Chiostro gremito di ragazze e giovani (naturalmente a debita distanza e con DPI).
Campeggia la scritta "stop fossili, stop consumo di suolo" ... (13 settembre)

L'altro lato del Chiostro (in alto "cambiare sistema non clima"), durante l'intervento di Luca Tassinari
(13 settembre 2020)
Prossimo appuntamento, manifestazione cittadina sabato 17 ottobre 2020

8 commenti:

  1. Il fatto che nessun Ministro partecipi all'incontro di Legambiente e del Forum Disuguaglianze e Diversità, mentre Conte va alla assemblea di Confindustria non promette nulla di buono.
    Mi pare che tutto continui a ruotare come in passato.
    Per i governanti contano la ricchezza ed il potere. I cittadini ed il popolo inquinato possono aspettare.
    Si può avere fiducia sugli investimenti nazionali che saranno fatti con i Fondi UE? Dubito fortemente.
    WM

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    1. Se manterranno il rigore previsto in prima istanza i fondi europei potrebbero essere un grosso contributo: ambiente, disuguaglianze sociali e infrastrutture digitali.
      Il contributo di Legambiente e del FDD è sicuramente importante perché punta a governare il cambiamento oltre ogni vuota declamazione. Chi ha responsabilità di governo farebbe bene a studiarlo.
      Antonio

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    2. Per la verità mi risulta che una rappresentanza del Governo (D'Incà, Misiani) abbia partecipato all'iniziativa di Legambiente e Forum DD.
      Ma il punto resta ciò che si fa e ciò che si progetta.
      E non v'è dubbio che su questo le cose non procedono per il verso giusto: nel Paese e nelle Regioni, come dimostrano, da un lato, le continue e ripetute emergenze sociali ed ecologiche, dall'altro, l'insistenza di Ministri ed Amministratori per aprire cantieri di opere pensate nel secolo scorso entro un modello di crescita insostenibile.
      Ecco perché nelle prossime settimane il protagonismo e la proposta di milioni di persone libere e pensanti saranno decisivi per avviare una vera e propria svolta in direzione di uno sviluppo eco-compatibile delle nostre comunità.
      Gianni

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  2. Come si traducono quelle 10 sfide a dimensione locale?
    Può essere un bel tema, no?
    1/2. Quanti nuovi impianti energetici solari negli edifici pubblici: scolastici, ospedalieri, di edilizia popolare?
    3. Quante nuove colonnine per rifornimento energetico di auto elettriche?
    4. In quali percentuali le raccolte differenziali di rifiuti si traducono in recupero di materie prime e nuovi prodotti?
    6. Quali percentuali di investimento per la mobilità delle persone e delle merci sono dirette a incentivare mezzi meno o non inquinanti e quanti no?
    7. Come muta annualmente la planimetria delle nostre città nel rapporto tra aree verdi o agricole e aree edificate o cementificate - asfaltate?
    Insomma partecipazione popolare alle sfide green.
    pl

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    1. Si, assolutamente. Obiettivi concreti.
      Come la valorizzazione naturalistica delle aree demaniali, la messa in sicurezza di edifici ed infrastrutture dai rischi sismici e idrogeologici o la priorità negli investimenti alla mobilità non (o meno) inquinante.
      Gianni

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  3. Da anni Fabrizio Barca lavora su progetti di coesione sociale e territoriale. L'incontro con Legambiente è molto positivo e c'è da auspicare produca effetti su molti territori.
    Si moltiplicano del resto voci ed iniziative.
    Tra queste mi pare meritevole di attenzione quella dell'Alleanza per lo sviluppo sostenibile di Enrico Giovannini e Pierluigi Stefanini, per i mondi culturali e professionali a cui si rivolge.
    Di oggi, inoltre, segnalo l'iniziativa Green&Bleu del gruppo Gedi. Un festival aperto dal direttore di Repubblica Molinari e da John Elkann, con messaggi di Papa Francesco e di Bill Gates.
    M.

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    1. Il mondo intero va ripensato. Il confronto culturale è essenziale.
      E' bene che molti rivedano approcci del passato.
      Poi è decisivo agire in tempi rapidi.
      A proposito della FIAT e di FCA: ai tempi di Marchionne si sono persi anni preziosi ed oggi si paga la mancata conversione ecologica dell'industria automobilistica.
      Spesso conflitti aspri producono risultati ... mentre logiche servili determinano crisi irreparabili.
      Gianni

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  4. La nuova ondata di maltempo con sempre troppe vittime e tanti costi economici dovrebbe portare Conte e tutte le forze di governo ad investire in immediate manutenzioni e in opere di prevenzione.
    La sfida di contenuti che propongono Zanchini e Barca sono un bel contributo ed un suggerimento anche per chi vuole cambiare lo sviluppo delle città e delle regioni.
    Penso che i prossimi mesi saranno decisivi e suggerirei a sinistra di smetterla di parlare di candidati (o anche candidate) e di primarie si o no.
    Ci aspettiamo fatti e risposte. E bene fanno gli studenti a tornare nelle piazze venerdì prossimo.
    Anna

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