martedì 1 settembre 2020

Governo e Regioni, la svolta ecologica che non c'è

Bologna (1). Qui il Passante di Mezzo prevede altre 6 corsie ... Continuiamo così?

















Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad uno dei tanti eventi estremi, ormai un’abitudine anche da noi. Piogge torrenziali al Nord, esondazioni e vie di comunicazione interrotte, come accaduto sull’Autobrennero, trombe d’aria, e il tragico calcolo delle vittime.
Avvenimenti che rendono surreale il dibattito sul Recovery Plan. Ne abbiamo sentite di tutti i colori.

Il ministro delle infrastrutture Paola De Micheli ha presentato un piano Italia Veloce molto bipartisan, con condivisibili opere infrastrutturali, in primis ferroviarie, per rendere civile la modalità di trasporto di persone e merci nel centro sud ma anche le solite e inutili autostrade e pedemontane nel nord. Poi ha messo la ciliegina sulla torta con il tunnel sotto allo Stretto di Messina.
Il premier Conte nelle sue quotidiane conferenze stampa durante gli Stati generali dell’economia ha citato un solo impianto energetico: il progetto di Eni per confinare la CO2 nei fondali davanti alla costa ravennate, presentandolo come unico al mondo (con i soldi dei contribuenti è molto semplice farlo). Il governo non ha idea di come caratterizzare, in piena emergenza climatica, il piano per il rilancio dell’economia per spendere al meglio i 209 miliardi di euro del Recovery Fund. E questo è imperdonabile.
Le Regioni soffrono della stessa sindrome del governo nazionale. In Emilia Romagna diversi assessori regionali e il governatore Bonaccini, dopo aver chiesto a gran voce al governo di finanziare alcune autostrade, si sono scagliati contro l’impianto eolico proposto davanti alla costa riminese paventando problemi al paesaggio e al turismo, sostenendo invece il progetto di eolico off shore davanti a Ravenna proposto da Saipem, azienda partecipata di Eni (a quanto pare c’è eolico ed eolico).
In Sardegna, dopo aver approvato un terribile piano casa che smonta la norma urbanistica voluta dall’allora governatore Soru, la Regione si è scagliata contro un parco eolico off shore che disterebbe 35 km dalla costa (Legambiente, Greenpeace e Wwf sono favorevoli), invisibile dalla terraferma, lamentando, bontà sua, problemi paesaggistici.
Per rilanciare l’economia bisogna puntare solo sulle tecnologie pulite. L’Italia deve dismettere le centrali a carbone senza investimenti sul gas, spingendo al massimo sull’efficienza e sulle fonti rinnovabili, nessuna esclusa, a partire dall’eolico, a terra come a mare, e dal fotovoltaico, anche sui terreni agricoli (i tetti non bastano) con le nuove soluzioni tecnologiche che permettono di coltivare e allevare, producendo anche l’energia elettrica e termica per decarbonizzare le aziende agricole.
Per arrivare a rifiuti zero a smaltimento, serve realizzare mille nuovi impianti di riciclo, a partire da quelli per produrre compost e biometano, utile per decarbonizzare anche la filiera dei trasporti, senza più prorogare l’entrata in vigore della plastic tax.
Non si devono più usare i soldi pubblici per finanziare l’ennesima rottamazione delle auto, come fatto col decreto Rilancio, ma si deve spingere sulla mobilità sostenibile, a cominciare da quella elettrica, partendo dai grandi centri urbani, e finanziare solo i progetti dell’industria manifatturiera per rendere innovativi e puliti i cicli produttivi e i prodotti, partendo da automotive, chimica e metallurgia.
Si deve finanziare solo lo sviluppo dell’agroecologia, puntando sulla qualificazione ambientale dell’agricoltura integrata e sullo sviluppo del biologico.
Tra le decine di migliaia di cantieri da finanziare coi fondi europei ci sono anche la bonifica dei siti industriali e delle discariche abusive, la realizzazione dei depuratori e di nuove discariche per lo smaltimento dell’amianto, lo smantellamento delle piattaforme offshore di idrocarburi non più produttive, gli interventi di riduzione del rischio idrogeologico, l’abbattimento degli edifici abusivi, la ricostruzione post terremoto e la diffusione della banda ultra larga.
Non si parla di quello che serve alla collettività, ma di quello che vogliono le solite lobby. Il governo italiano ha un’occasione irripetibile per modernizzare il Paese, scegliendo la lotta alla crisi climatica e la riconversione ecologica dell’economia. Dimostri coi fatti se crede veramente nel Green New Deal made in Italy, di cui tanto hanno parlato M5s, Pd, Iv e Leu all’inizio dell’avventura del Conte 2.

Stefano Ciafani, 
*Presidente nazionale di Legambiente,
il manifesto 1 settembre 2020


Bologna (2). ... per finire così?
E' sempre più evidente che  emergenza ecologica e sanitaria propongono conversione ecologica delle produzioni,
della organizzazione del territorio e della vita delle comunità!





















Bologna (3). In Piazza Nettuno Extinction Rebellion manifesta
per chiedere a Comune e Regione il rispetto degli impegni presi con le dichiarazioni di stato di emergenza  climatica
ed ambientale del settembre 2019 ... (luglio 2020)
Da oggi parte lo sciopero della fame di un attivista della stessa organizzazione ... 




















































 Bologna, comincia il 1° settembre lo sciopero della fame di Extinction Rebellion
Martedì 1° settembre comincia lo sciopero della fame di Daniele Quattrocchi, attivista di Extinction Rebellion. Ogni giorno, dalle 16 alle 20, l’attivista in sciopero della fame sarà in Piazza del Nettuno, supportato da altri/e attivisti/e e da un presidio medico.
Extinction Rebellion è un movimento nato in risposta alla devastazione ecologica creata dall’uomo. Il nostro metodo è la disobbedienza civile e l’azione diretta nonviolenta affinché l’allarme lanciato dalla comunità scientifica possa essere ascoltato.
L’azione riprende lo sciopero della scorsa estate di un altro attivista di Extinction Rebellion, grazie al quale è stato firmato dal Comune di Bologna la Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica. Bologna è stato il primo Comune italiano a darsi obiettivi così radicali, come il raggiungimento dello zero netto di emissioni entro il 2030 e la costituzione di Assemblee Cittadine con istituzioni, cittadini, esperti di diversi temi e scienziati per proporre nuove politiche ambientali dal basso.
Tuttavia, gli impegni sono rimasti a oggi ancora sulla carta: dall’istituire le Assemblee Cittadine, dal comunicare con chiarezza il valore delle emissioni di CO2 della città di Bologna, ad abbandonare i progetti non in linea con gli obiettivi della Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica. 
Ed è per questo che di nuovo portiamo in Piazza del Nettuno un’azione di impatto, per chiedere che il Comune di Bologna metta in atto gli impegni presi, e in particolare:
  1. Chiediamo che il Comune di Bologna porti a conoscenza dei cittadini e delle cittadine la Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica attraverso tutti i canali pubblici e istituzionali (sito del Comune, pagina Facebook, newsletter ai cittadini e cittadine, comunicati stampa, affissioni, striscione in piazza Maggiore). Chiediamo che sia organizzato a carico dell'amministrazione (con eventuali oneri) un incontro pubblico con la presenza di scienziati che permetta ai cittadini e alle cittadine di conoscere i dati dell'emergenza e le azioni messe in atto dal Comune di Bologna, entro la fine di ottobre 2020.
  2. Chiediamo che siano abbandonati con decisione formale il progetto edilizio sui Prati di Caprara, sull’ex-caserma Mazzoni e quello sul Passante di mezzo, perché vanno in senso contrario agli obiettivi della Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica.
  3. Chiediamo che sia istituita un'assemblea cittadina entro il 2020 e che possa lavorare a partire da febbraio 2021. Il suo scopo è elaborare entro aprile 2021 proposte vincolanti da attuare entro luglio 2025 utili al raggiungimento dello zero netto di emissioni entro il 2030.
Siamo consapevoli di quanto le azioni da mettere in campo siano ambiziose, ma la scienza ci dice chiaramente che se non vengono prese fin da ora decisioni di decisa discontinuità con il passato, le conseguenze per tutti e tutte e noi saranno devastanti. Il mondo che vogliamo creare dopo la pandemia non può essere un ritorno alla “normalità” tossica e distruttiva per il pianeta e per gli umani.

Per contatti e info: Extinction Rebellion Bologna (Facebook), canale Telegram, @xrbologna (Instagram)



7 commenti:

  1. In un paese colpito dal dissesto idrogeologico trovo davvero assurdo insistere su ponti o tunnel in un territorio sismico come quello tra Messina e Reggio Calabria.
    La stessa logica per cui in una regione colpita dallo smog si insiste su passanti e passantini autostradali.
    Semmai viene da chiedersi se gli investimenti europei per il Green New Deal non debbano vedere una mobilitazione generale che affianchi le ragazze ed i ragazzi dei movimenti ambientalisti.
    Anna

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    1. Concordo.
      La conversione ecologica richiede partecipazione.
      Gianni

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  2. Il presidente di Legambiente dice cose condivisibili.
    Extinction Rebellion propongono azioni da sostenere.
    A me pare che dopo un anno questo Governo continui ad essere privo di una prospettiva di cambiamento sociale.
    Le forze che lo costituiscono sono animate da intenti diversi e prevalentemente impegnate in un braccio di ferro per giungere a prossime scadenza in posizioni discrete per giocarsi carte.
    Renzi ed una parte del PD pensano alla rivincita e al dopo Mattarella. Essendo espressione delle classi dirigenti di questo paese non pensano affatto ad una alleanza con il M5s originario, quello anti establishment, considerato antipolitica.
    Questo è oramai profondamente diviso all'interno. Dopo alcuni anni al Governo un gruppo appare incline ad "ammodernare" il paese attraverso alleanze con il centrosinistra; di contro la componente più radicale e critica verso il sistema e le sue contraddizioni ritiene che le alleanze a destra e con il Pd non consentono di affrontare i problemi strutturali per cui il movimento si è costituito (le 5 stelle: ambiente, acqua,....).
    Zingaretti ed altri si barcamenano, vivono alla giornata, gestendo istituzioni e relazioni, riconoscendo potentati locali ambigui (De Luca ed Emiliano al sud, Sala e Gori al nord).
    Vedo qui la difficoltà nel produrre sintesi e visione con Conte. Ed anche con l'Europa del Green Deal e di Next Generation EU.
    Quanto alle Regioni l'esperienza durante la pandemia è devastante e chiama in causa una riforma delle istituzioni assai più rilevante di quella in discussione o al voto il 20 settembre. A proposito della quale, che dire?
    Ciao!

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    1. Molti spunti utili alla riflessione e all'approfondimento.
      Due su tutti su cui sarà opportuno tornare: le evoluzioni politiche, sociali e culturali delle forze in campo; l'ordinamento e le pratiche istituzionali modificate e sempre più incapaci di corrispondere ai principi ed agli indirizzi della Costituzione; voti e referendum sempre più svuotati del loro significato e interpretabili secondo convenienza.
      Gianni

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  3. Conte e Bonaccini ascoltino gli ambientalisti e ........ il Papa.
    Il messaggio di Bergoglio al Forum Ambrosetti è un progetto di grande forza.
    Titti

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    1. E invece ascoltano e affidano responsabilità a Paola De Micheli e Corsini. Così continuiamo a parlare di ponti sullo stretto e di passanti autostradali attraverso città.
      Mario C.

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    2. La mia impressione è che l'ascolto reciproco, il confronto di merito, i conflitti aperti, le verifiche critiche e le rielaborazioni non siano di questo tempo.
      La crisi dei sistemi economici e di potere forse è talmente profonda che non può essere gestita e governata democraticamente.
      Da qui la continua sottrazione di verità, di analisi, di obiettività, di ricerca.
      Il dubbio non è consentito, apprezzato, coltivato.
      C'è sempre una sola soluzione.
      Al massimo, si salta di certezza in certezza. Anche se la seconda contraddice la prima. E mai sono necessari argomenti solidi.
      Gianni

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