mercoledì 13 novembre 2019

Intervista a(l) Bonaccini (che si potrebbe votare)

Verso il voto del 26 gennaio 2020: l'assemblea dei "Coraggiosi" al Dumbo (9 novembre)

















Signor Presidente, il prossimo 26 gennaio gli emiliano romagnoli sono chiamati a rinnovare il governo della Regione. Lei, si ricandida. Da oggi ufficialmente. E' orgoglioso del lavoro svolto? Vuole dare continuità alle politiche portate avanti in questi anni?
Stefano Bonaccini: sono convinto che in questi anni abbiamo fatto tante buone cose. Ma sono anche consapevole che molti cittadini con cui vorrei costruire il futuro della nostra Regione e dell'Italia hanno altri giudizi. Dunque non vorrei ci dividessimo sul passato. Piuttosto vorrei unire una ampia maggioranza di elettori sulle risposte necessarie per affrontare i problemi e le emergenze di oggi.

La interrompo Signor Presidente, ha detto che vuole "unire una ampia maggioranza"? Ha sondaggi diversi da quelli sin qui noti, che propongono un testa a testa con Lucia Borgonzoni? Non le basterebbe vincere con un bel 46% dei voti espressi?
Non ho fatto alcun sondaggio. Con i tempi che corrono, le risorse pubbliche regionali non vanno certo impegnate in sondaggi elettorali o per esigenze di partito. Posso però dire che ho maturato un sogno per il 26 gennaio: raddoppiare il numero dei votanti. Non ho mai dimenticato quel triste 37,8% che partecipò alla contesa del 2014, con un record negativo di astensioni (il 62,2%). E sbaglia chi pensa che la data invernale contenga la recondita speranza che votino poche persone molto interessate. L'obiettivo che mi propongo è quello di riconquistare alla politica attiva alcuni milioni di emiliano romagnoli e di far si che Presidente e nuova Giunta siano sostenuti da una ampia maggioranza dei voti espressi (diciamo prossima al 60%). 
Questa è la prima grande sfida: l'Istituzione Regione acquisisca una rappresentanza forte. Del resto qui la cultura della partecipazione ha radici profonde e l'idea di valorizzare ulteriormente le Autonomie (regionali e locali) richiede anche maggiore autorevolezza, determinata dal consenso popolare. Anche se negli ultimi decenni siamo andati in costante controtendenza. Ma vorrei essere ricordato come il Presidente che dopo avere raccolto il minimo storico (quel 49% del 37,8% delle ultime elezioni) ha saputo ridare speranza e passione.

Mi scusi, Signor Presidente, ma le pare realistico questo traguardo nel 2020?
Lo vedo oggi possibile per due ragioni. La prima: la grande mobilitazione popolare e giovanile per fronteggiare l'emergenza climatica ed ambientale che anche nella nostra regione ha impegnato decine di migliaia di studenti, insegnanti, ricercatori, nonché operai e gente dei quartieri. Un fatto nuovo di portata internazionale che ci sollecita a ripensare a molte cose del presente e ci induce a maggiori coerenze per il futuro. Tutti noi dobbiamo interloquire positivamente con Fridays for Future, con Extinction Rebellion, con le associazioni ambientaliste che da tempo operano nelle nostre città e con i tantissimi scienziati che in tutto il mondo sollecitano azioni per contenere il surriscaldamento del Pianeta. L'Assemblea legislativa di viale Aldo Moro deve aprirsi a queste istanze. 

Può essere più preciso, Signor Presidente?
Si, penso ad esempio al percorso compiuto in Regione con le decine di organizzazioni ed associazioni raccolte attorno alla esperienza del Patto per il Lavoro. Credo sia arrivato il tempo di ragionare tutti insieme su un Patto per la Conversione Ecologica dello Sviluppo.

In concreto, Signor Presidente?
Fra un attimo ci torniamo. Ma vorrei affrontare la seconda ragione per cui considero possibile rilanciare la capacità delle Istituzioni di rappresentare le comunità. A livello nazionale dopo la scelta agostana di Matteo Salvini di conseguire "pieni poteri" e il conseguente fallimento del Contratto tra M5S e Lega, si è avviata una nuova esperienza di Governo. Due dei tre poli che hanno caratterizzato la politica italiana negli ultimi anni si sono incontrati per sostenere il Conte 2: il MoVimento di Beppe Grillo e Luigi Di Maio e il Centrosinistra di Nicola Zingaretti e Matteo Renzi, di Pierluigi Bersani e Nicola Fratoianni. Personalità che si sono combattute per anni senza esclusione di colpi. Senza mai risparmiare attacchi ai punti deboli degli interlocutori, competitori o avversari. Denunce dure, spesso sopra le righe, politiche ed anche giudiziarie. Forse anche per questo la prima esperienza di convergenza su un candidato Presidente, in Umbria, è stata fallimentare. Ora mi chiedo se non si può lavorare per una ulteriore verifica, in un contesto diverso: quello dell'Emilia Romagna.

Scusi Signor Presidente, ma pare di capire che il primo ostacolo a un accordo PD - M5S è Lei. In Umbria il candidato è stato individuato insieme e non aveva ancora militato in alcun partito.
Vero. Ma invito tutti al pragmatismo e alla coerenza. Se a livello nazionale PD e LeU hanno superato i pregiudizi nei confronti di Giuseppe Conte, pensando che l'autonomia dimostrata in particolare negli ultimi mesi del Governo giallo - verde dal Presidente uscente potesse garantire l'intera nuova maggioranza, perché ora in Emilia Romagna non potrebbe essere anche il M5S ad accettare un Bonaccini 2?

Forse, Signor Presidente, perché Lei non ha mostrato alcuna "autonomia" rispetto alla maggioranza regionale uscente. Anzi, ne è sempre stato il leader riconosciuto. E contro di Lei e le sue politiche il M5S si è sempre battuto.
Al tempo. Intanto diciamo che per quanto ci riguarda nella scelta su Conte per noi ha pesato oltreché l'autonomia la convinzione che l'uomo potesse rappresentare al meglio anche il popolo "grillino" e che, nel contesto dato, nessuno più di Lui avrebbe potuto farlo con autorevolezza. E questa potrebbe essere anche una considerazione valida nel contesto regionale, per me, a parti invertite. 
Poi, io per primo, sono interessato a garantire una nuova stagione nel Governo della Regione. Ce lo impongono come già accennato alcune emergenze che sono maturate particolarmente negli ultimi anni e che esigono risposte politiche nuove. 

Bene Signor Presidente, veniamo ad alcuni contenuti programmatici allora.
Quest'anno a luglio, in piena stagione turistica, sono accorso a Milano Marittima sconvolta dalla tromba d'aria che ha ribaltato migliaia di pini e colpito alberghi, case e attività commerciali. Precedentemente ero stato a Parma e nel modenese per lo straripamento dei fiumi e le alluvioni di zone urbane, agricole e industriali di primaria importanza. E, ancora, sull'Appennino dove i cambiamenti climatici uniti allo spopolamento e all'abbandono di terreni precedentemente curati dall'uomo, sono causa di frane e dissesti molto pericolosi.
Ecco, qui la nostra azione di governo deve decisamente cambiare passo. Non possiamo ricorrere continuamente a "stati di calamità". Ed alcune critiche che ci sono state rivolte sulla timidezza delle nostre amministrazioni nel fronteggiare le emergenze e nel scegliere sistematicamente la prevenzione piuttosto che la cura vanno ascoltate e accolte. 

Ad esempio Signor Presidente?
Sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie dobbiamo fare di più. Così nelle opere per la messa in sicurezza dei territori dai rischi idrogeologici e sismici. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti. Inserendo precisi impegni di spesa nei bilanci dei prossimi 5 - 10 anni.
Per il rilancio dello sviluppo nelle aree montane e di pianura. Sostenendo il ritorno delle persone, i servizi, la vita delle comunità. 
Avanzo inoltre la disponibilità a modificare su alcuni punti la Legge urbanistica regionale in base alle critiche avanzate dalle associazioni ambientaliste, da intellettuali, professionisti e cittadini, dalle opposizioni e da consiglieri di sinistra della mia stessa maggioranza.
Alcune verifiche dicono che le maglie per ridurre significativamente il consumo di suolo in Regione restano troppo discrezionali. 
Mentre permangono grandi aree demaniali dismesse ed abbandonate su cui dobbiamo sbloccare uno stallo che si protrae da troppo tempo. In alcuni casi, per soddisfare la richiesta di verde urbano, su cui anche a Bologna, abbiamo un primato da ribadire continuamente: ad esempio accogliendo la richiesta del Comitato Rigenerazione verso i Prati di Caprara e il CiErreBi. In altri casi per realizzare servizi di interesse pubblico e case popolari per la parte della popolazione che non è in grado di acquistare appartamenti ai prezzi di mercato.

E sulle infrastrutture, Signor Presidente? E' un fronte aperto di scontro, che solo parzialmente pare superato con le decisioni del MIT di Danilo Toninelli, peraltro duramente contestato anche all'interno del M5S. Ed ora anche la neo Ministra Paola De Micheli che pure ha rassicurato amministratori e imprenditori sulla realizzazioni di tutte le grandi opere da voi richieste, tarda a convocare la convocazione della conferenza dei servizi per il Passante di Bologna e il via al People Mover che già in primavera avrebbe dovuto collegare l'Aeroporto Marconi con la Stazione Centrale delle FS.
Intanto occorre riconoscere da ogni parte che questo è stato uno dei terreni di più aspro conflitto sociale e culturale. Ed è probabile che il fuoco delle polemiche abbia portato a sottovalutare le diverse motivazioni in campo. 
Per quanto riguarda la mia parte riconosco un punto debole. Abbiamo cambiato più volte le nostre proposte, ad esempio per oltre 10 anni abbiamo pensato al Passante a Nord ... Poi abbiamo trascinato troppo a lungo alcune promesse fatte da almeno venti anni. Parlo innanzitutto della "cura del ferro" e dell'ammodernamento dei trasporti pubblici. Intendiamoci, non siamo rimasti fermi. Alcune linee sono state potenziate con il TAV o il raddoppio dei binari, molti mezzi di ultima generazione sono stati acquistati. E questo debbono riconoscerlo anche i nostri critici. Tuttavia è vero che molti collegamenti con zone decentrate o tra importanti città, penso a Ravenna con Bologna, continuano ad essere inadeguati ed alimentano la dipendenza dalle auto. 
Ricordo anche le riserve del Presidente Romano Prodi in merito ad un importante polo attrattivo come F.I.CO., ancora sprovvisto di collegamenti pubblici efficienti. Che potrebbero incentivare il flusso dei visitatori e il trasporto merci su treno.
Ecco allora che questo impegno progettuale può essere un primo comune banco di prova per quella ampia maggioranza che auspico in Regione, il Bonaccini 2. Così anche per il Governo Conte 2.

Ma Signor Presidente, le risorse dove le trovate? Continuate a fare promesse senza considerare il necessario rispetto per le generazioni future, che si troveranno un indebitamento insostenibile. Del resto anche l'Europa di Ursula Von der Leyen non rinuncia a richiamarci agli impegni comuni.
Non certo a noi possono essere fatti questi richiami. Ci siamo mossi sempre con grande realismo e senso di responsabilità. I tempi delle spese pazze sono cessati da un pezzo e il mio impegno d'onore è che non tornino.
Piuttosto con i risparmi nelle manutenzioni si è semmai ecceduto. Anche nella gestione di autostrade, strade e superstrade, come dimostrano lo stato di degrado di molte arterie e ponti e, in Romagna, la tormentata vicenda della E45 (sempre attuale).
Ma voglio andare oltre. 
Ora vedo che la mia principale concorrente, Lucia Borgonzoni, e la sua coalizione dicono di volere "azzerare" il progetto di Autostrade per il Passante di Mezzo in quanto sostengono il Passante a Sud in galleria, certamente più costoso e comunque impattante. In questo anche una parte di Confindustria li segue e dichiara che anche se andremo avanti con il potenziamento in sede, sarà necessario iniziare a progettare una soluzione di più lunga prospettiva. 
Nel frattempo ai No dei comitati dei cittadini della periferia bolognese, delle associazioni ambientaliste, dei gruppi locali del M5S e dei centri sociali si sono aggiunti, negli ultimi tempi, i movimenti studenteschi che si ispirano a Greta Thunberg e a componenti ancor più radicali. Ho visto che nella loro piattaforma sostengono priorità alternative.
Si rischia insomma di aprire cantieri tra contrarietà, riserve e distinguo di molti, di troppi.
E allora a tutti faccio una proposta: se entro un mese l'Assemblea Regionale e le Istituzioni fin qui coinvolte non troveranno quella ampia convergenza che allo stato non registro, evidenziamo le principali opzioni strategiche che sono (o restano) realmente in campo, con le rispettive (sintetiche) motivazioni e consultiamo i cittadini della Regione il prossimo 26 gennaio. Il pronunciamento consentirà alla nuova Giunta e all'Assemblea Regionale, come a tutte le altre Istituzioni locali e nazionali, di procedere con maggiore risolutezza, determinazione e reciproco rispetto. 

Signor Presidente, propone la moratoria che già da tempo è stata ipotizzata?
Propongo semplicemente decisioni che reggano nel tempo anche di fronte a possibili cambiamenti di maggioranze politiche e che risultino adeguate alle esigenze di oggi e al mondo di domani. Ripeto, noi abbiamo sostenuto proposte che ci sembrano le più convenienti e che confermiamo, altri le criticano ... Così si rischia di procedere verso realizzazioni che troppi non vogliono o considerano ancora insufficienti. E' dunque tempo di assumersi tutti maggiori responsabilità. Per procedere poi con grande risolutezza avendo anche verificata la volontà della maggioranza dei cittadini.

Un'ultima domanda, Signor Presidente: Lei è intervenuto sulla scelta del Governo di inserire nella manovra economico - finanziaria di fine anno una "plastic tax". Si è aperto il confronto e non sono mancate aspre polemiche. Può chiarire il suo pensiero?
Lo faccio volentieri. La mia critica è diretta a chiunque pensasse di fare tornare i conti dello Stato con imposte presentate in nome dell'ambiente ma senza minimamente affrontare la grande e complessa questione della transizione ecologica e della economia circolare. Sarebbe un danno per le capacità imprenditoriali e per l'occupazione della nostra Regione, nondimeno per la causa ecologista. Sono al pari interessato a un processo di riduzione dei rifiuti e degli imballaggi usa e getta; a sostenere la conversione delle produzioni nocive che sta impegnando anche alcune importanti aziende emiliano romagnole che vogliono restare d'avanguardia. Troppo a lungo ci siamo attardati a considerare PIL, utili aziendali, livelli occupazionali e redditi medi percepiti come principali parametri della crescita. E diversi ancora lo dicono. Non è più così: il benessere dei cittadini e la qualità della vita dipendono sempre più da quello che produciamo, come lo produciamo, cosa utilizziamo, recuperiamo e scartiamo.
Vede, nei giorni scorsi è uscito un dato che deve farci riflettere e correggere. 
In questi anni la raccolta differenziata della plastica è aumentata per l'impegno convergente di cittadini e amministrazioni. Hera però, può inoltrare alle aziende specializzate nel riciclo solo il 50% del differenziato raccolto. Il resto va agli impianti di incenerimento, perché non tutte le plastiche sono recuperabili ...
Si, non va tutto bene. C'è ancora tanto da fare.
Anche in Emilia Romagna dobbiamo praticare il cambiamento imposto dalla crisi ambientale e sociale che viviamo. Gli avversari da battere sono unicamente quelli che lo negano: i conservatori che difendono vecchi privilegi e rendite di posizione insopportabili nel mondo d'oggi.


N.B. Naturalmente la responsabilità delle domande e delle risposte è unicamente frutto della libera fantasia di un potenziale votante.


Anche in Emilia Romagna non tutto va bene. La pagina di Repubblica che propone un nodo scoperto ... (7 novembre)









18 commenti:

  1. Certo che un Bonaccini così sarebbe una bella evoluzione della specie.
    Forse perderebbe anche qualche sostenitore, ma potrebbe conquistare altri.
    s.

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  2. Complimenti. Bella intervista. Sembra fatta dal vecchio Giampaolo Pansa.
    Sic

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  3. Dell'intervista tengo l'obiettivo di portare a votare oltre il 70% degli elettori, la volontà di conquistare con fatti concreti le critiche di giovani ed ambientalisti, il passaggio dal "patto per il lavoro" al "patto per la riconversione ecologica", l'impegno a rivedere la legge urbanistica regionale, l'autocritica sui mancati investimenti nel trasporto pubblico.
    Dissento invece sul referendum pro o contro il "passante" di Bologna perché penso che siano le istituzioni a dover scegliere le infrastrutture utili e quelle dannose alla salute dei cittadini. Quindi lo stato di emergenza climatica ed ecologica che ora anche Merola e Bonaccini riconoscono deve comportare la conseguente rinuncia ad accrescere lo smog ed il rumore.
    Al riguardo suggerisco altri due obiettivi: la sostituzione programmata dell'amianto da edifici, tubature e altro (ancora assai diffusa e in via di pericoloso deterioramento) e l'approfondimento di ricerche scientifiche adeguate prima di diffondere le tecnologie 5G (come praticato cautelativamente anche da alcuni sindaci che sostengono il Signor Presidente).
    Possibile?

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    1. Suggerimenti condivisibili.
      Quanto al "Referendum" prendo atto. Personalmente penso invece che potrebbe essere un aiutino a uscire dalla situazione imbarazzante di questa fase. Dove la maggioranza di chi ha votato "lo stato di emergenza climatica ed ecologica" (il PD di Bonaccini, Merola e De Micheli) vuole il Passante di Mezzo nonostante la palese contraddizione dell'opera con investimenti eco-compatibili. Gli altri che hanno votato "lo stato si emergenza" non vorrebbero farlo (M5S e sinistre varie) ma sembrano adeguarsi alla determinazione di chi vuole procedere. Quelli che non hanno votato lo "stato di emergenza" (Lega, FdI e FI ed altri di Centrodestra) dicono di volere "azzerare" il progetto per il Passante a Sud in caso di vittoria, ma alla presentazione ufficiale della candidata (PalaDozza, 14 novembre) non ne parla nessuno e Salvini dice che vanno "aperti subito tutti i cantieri delle grandi opere".
      Dunque? Aspettiamo? Aspettiamo e speriamo che qualcuno intervenga per tutti noi?
      No! Pensare, proporre ed agire è doveroso. Se non ora, quando?
      Gianni

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  4. Se ho capito, apprezzo l'operazione.
    La partita delle prossime elezioni regionali vede fin qui una contrapposizione violenta quanto debole nei contenuti di governo tra Salvini (e la sua candidata Borgonzoni) e Bonaccini (e il sistema politico-sindacale-imprenditoriale emiliano).
    Entrambe queste storie non offrono prospettive (di progresso) nel mondo in movimento.
    La prima perché caratterizzata da una cultura egoistica (prima lombardo-veneta, ora nazionalista) ed acritica verso la crescita economica e tecnologica, come se questa potesse essere esponenziale ed infinita (la Lega vuole tutte le grandi opere che inducono lavoro ed affari: ma oggi che Venezia è invasa dalle acque, vogliamo parlare del malgoverno del MOSE?).
    La seconda perché affida il suo riformismo alle classi sociali dominanti che condizionano ogni cambiamento al protrarsi degli interessi e del potere consolidato (e infatti il PD continua imperterrito a volere autostrade, trivelle, attività produttive "a prescindere" tipo sigarette elettroniche).
    Uno scontro essenzialmente di potere. Anche perché ogni alternativa critica di sinistra, verde, libertaria o a 5 stelle è naufragato o sta naufragando.
    Da qui il tentativo di stare al merito, di mettersi nei panni di chi governa, di provare a suggerire risposte ragionevoli e lungimiranti.
    Difficile dire se può produrre risultati.
    Ciao!

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    1. Certo, difficile prevedere l'esito del confronto.
      Tuttavia doveroso combattere per le idee ed i progetti in cui si crede. Senza adeguarsi al "male minore" che alla lunga produce effetti devastanti o il naufragio delle speranze.
      Gianni

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  5. Solo un Bonaccini giù di testa potrebbe rilasciare un'intervista con questi contenuti.
    Si rimangerebbe molte delle scelte di questi anni. In più perderebbe una fetta di sostenitori.
    Del resto oggi dire no al passante di Bologna quando anche i ministri del governo precedente hanno condiviso l'opportunità di procedere sarebbe semplicemente incomprensibile. E l'idea di un referendum che faccia decidere il popolo e non le rappresentanze istituzionali preposte è assurda e mi risulta estranea a leggi e regolamenti.
    PD-mda

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    1. Le scelte sbagliate vanno corrette. Mentre Donini realizza superstrade e dimentica le manutenzioni delle ferrovie regionali. Quanti soldi sono serviti per la nuova bazzanese, mentre la Bologna-Vignola viene chiusa per dissesto?
      Come buongoverno direi che si può fare di meglio, o no...........
      DG

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    2. Ognuno ragioni secondo coscienza e responsabilità.
      Due considerazioni.
      1. Bonaccini (Merola, Donini, Priolo e non solo loro naturalmente) si sono "rimangiati" il Passante a Nord di Bologna sostenuto (ed argomentato) per oltre un decennio. Sono inadempienti da decenni rispetto al SFM, alla Fascia Boscata, ai rilevamenti ambientali ... Da quanto annunciano "stop supermercati" e "consumo di suolo zero"?
      2. Trovo difficile comprendere come un partito che ha ripetutamente proposto con un suo autorevole Presidente di Regione (Sergio Chiamparino) un Referendum su una "grande" infrastruttura nazionale (il TAV sotto le Alpi) possa negare una analoga proposta (di consultazione) su un'altra importante opera.
      Gianni

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  6. Nel post colgo una critica esplicita a ciò che PD, sinistra e buona parte della comunicazione politica considera scontato: il buongoverno della Regione e l'autorevolezza del suo Presidente, Stefano Bonaccini.
    Qui si dice nella sostanza: non è così. Anzi, dopo il crollo della partecipazione del 2014 si sono ripetuti errori gravi.
    Su questo, avanzo due osservazioni e richieste di approfondimento.
    1) Gran parte delle risorse regionali vanno alla sanità. Qui si affronta poco questo tema. Decisivo in Umbria. Le critiche si rivolgono anche alla gestione emiliana della sanità ?
    2) L'avvio della campagna elettorale ha conosciuto ieri la prima sfida con le piazze contrapposte. E Salvini è dato da molti osservatori a 5000 su 15000. Se questo dato corrisponde alla realtà non ci sarebbe partita. Del resto anche i sondaggi indicano una prevalenza del Centrosinistra. Vuole dire che i competitori sono ancor meno apprezzati dei politici al governo?

    Aggiungo due personali considerazioni.
    1) La Lega porta ad esempio del suo buon governo due Regioni: Veneto e Lombardia. Venezia sott'acqua è questione scaricabile sulle responsabilità altrui? Il MOSE è una lunga storia e il duo Galan - Zaia perché dovrebbe essere considerato esente? Dopo la condanna del Presidente Formigoni un nuovo scandalo colpisce parlamentari ed amministratori di Varese: Lara Comi e uomini del Carroccio. Sulla ricchezza della Lombardia non si discute, sul fatto che anche li ci siano problemi serissimi neppure.
    2) Il M5s non si capisce ancora che farà. Si presenta o no? Si allea o no? Così viene dato al 7%. È un segno di serietà dopo i rovesci registrati ovunque? È disinteresse ad occupare posti quando non si è palesemente in grado di occuparsi con dignità? Ovvero è indice di opportunismo e di accordi sotterranei?
    Infine un interrogativo. Non è che il voto in Emilia del 26 gennaio è più semplice di quello del 2014. Sbaglio?
    CT

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    1. Considero anch'io il voto in Emilia Romagna impegnativo come mai in passato.
      Per questo mi interessa un confronto libero, critico e di merito. Se possibile senza pregiudizi.
      Dove ognuno possa anche maturare idee nuove.
      Interloquisco per punti.
      1. Sulla sanità emiliano romagnola è giusto approfondire. Sono innegabili punti di eccellenza. Insieme ritardi, contraddizioni e punti oscuri, apparentemente inspiegabili (ritardi di mesi per esami ed interventi, prenotazioni sospese, rapporto strutture pubbliche e private). Vedere i problemi è condizione per migliorare.
      2. Anche in Emilia Romagna è debole l'applicazione del "principio di cautela". Lo è sempre stato. Non si opera in diversi campi per quanto necessario ed urgente. La tutela dell'ambiente ed il diritto alla salute non possono essere considerati sacrificabili al risparmio di tempo (10'-30') nella mobilità quotidiana, ovvero ai costi di produzione (per consentire un pareggio di bilancio o un utile aziendale) ...
      3. La sfida delle piazze è significativa e da non sottovalutare. Indica sempre problemi, criticità, bisogni, interessi, passioni, motivazioni.
      Guai semplificare, meglio approfondire.
      Al di là della propaganda interessata il PalaDozza era pieno (si, pieno di popolo - mai Berlusconi o Guazzaloca lo avevano riempito così - e "carico" di tensione e di partecipazione) e in Piazza San Francesco e poi Maggiore c'erano tantissime persone e giovani (molti di più di quanti ne avrebbero potuto portare oggi partiti e/o coalizioni elettorali). Testimonianze libere, critiche e forse anche propositive e da ascoltare (nella loro pluralità). Senza tentare strumentalizzazioni. Avviene? Avverrà?
      4. Il vecchio Centrodestra e la Lega di Salvini hanno evidenti contraddizioni e risposte da dare per essere credibili ed affidabili. La questione morale e la subalternità alle classi dominanti e conservatrici restano problemi irrisolti ed aperti. Come la negazione della crisi ambientale locale e globale.
      5. Il M5S vive una crisi di rappresentanza che non si può nascondere "saltando" un appuntamento elettorale. Solo un confronto pubblico senza reticenze e un recupero di valori forti e di progetti di governo alternativi può consentire di riprendere un percorso che - allo stato - risulta interrotto ...
      Gianni

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    2. Bel dibattito.
      Mi inserisco.
      Volenti o nolenti in Emilia si voterà contemporaneamente per il governo della Regione e per il futuro del Paese.
      Sono convinto che per l'Italia cambiamenti positivi possono nascere solo dai soggetti che hanno sostenuto la maggioranza del Conte 2. Anche se oggi non ci siamo, troppe timidezze e tendenza alla competizione tra "cordate". Ma Salvini è un bravo piazzista a cui personalmente non affiderei compiti nella mia famiglia: dice di avere fermato gli sbarchi di migranti e in realtà ha semplicemente bloccato le attività delle ONG perché i "clandestini" continuano a salire a nord tra mille peripezie; parla dell'ILVA e della occupazione da difendere contro gli "incapaci" che stanno al Governo senza misurarsi con la crisi internazionale dell'acciaio e prescindendo dal fatto che i proprietari indiani sono interessati a gestire il mercato internazionale di cui sono leader ridimensionando Taranto e non solo. E' poi vero che i problemi nel nord leghista e berlusconiano sono seri e lo sviluppo in quelle regioni fa acqua o serve per arricchire qualcuno sulle spalle di molti (es. le banche venete).
      Quanto all'Emilia tutt'altro discorso. La continuità amministrativa monopolizzata da una sinistra sempre più distante dal suo popolo (vedi il successo delle sardine, contraltare degli insuccessi dei partiti) ha portato gruppi dirigenti sempre più ristretti a rinchiudersi in un rapporto con oligarchie sindacali corporative (colme di carrieristi). Non a caso in Emilia il vento del rinnovamento è più flebile e prevalgono spinte conservatrici a difesa di posizioni di privilegio. Ad esempio sul potere sanitario e universitario ci sarebbe da scrivere tesi e forse anche qualche fascicolo giudiziario. E non è un caso che qui il M5s ha fatto le prime esperienze, ha scontato molte scissioni ed ora è in grande imbarazzo. Ma sostanzialmente non ricercato dal PD convinto di farcela "con o senza" i grillini. Sono arrivato alla conclusione che in Emilia sarebbe bene un radicale rinnovamento del blocco di potere che dirige Enti locali, aziende pubbliche o partecipate, consorzi vari. Anche se le Borgonzoni o Bignami, per ragioni anche diverse, non sono certo una soluzione.
      Altri sono in grado di fare un passo avanti?
      I giochi sembrano chiusi. Eppure..... le sardine fanno riflettere.
      pl

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  7. Bonaccini bravo e previdente!
    La risposta N.8 è attualissima: "Ecco, qui la nostra azione di governo deve decisamente cambiare passo. Non possiamo ricorrere continuamente a "stati di calamità". Ed alcune critiche che ci sono state rivolte sulla timidezza delle nostre amministrazioni nel fronteggiare le emergenze e nel scegliere sistematicamente la prevenzione piuttosto che la cura vanno ascoltate e accolte".
    M.

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  8. Da sardina voglio dire che anch'io voterei volentieri questo Bonaccini. Purtroppo dobbiamo fare i conti con un altro Bonaccini, che continua a difendere la crescita economica che tanti problemi ha causato all'ambiente ed alla salute dei cittadini bolognesi ed emiliani.
    Se gli anni 20 saranno quelli della costruzione del Passante di Mezzo, della Cispadana e della Bretella Campogalliano - Sassuolo come si pensa di ridurre le auto e gli autocarri in circolazione ogni giorno ? Conseguentemente lo smog ed il rumore?
    Se si continua ad estrarre petrolio e gas dal sottosuolo con la proroga delle trivelle come si diminuisce il consumo di fossili?
    Se si acconsente di edificare ancora terreni vergini fino al 3% perché si parla di consumo di suolo zero?
    E perché difendere la produzione di tutte le plastiche e delle sigarette elettroniche?
    Al PD pensano di contrastare così Salvini?
    Anna

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    Risposte
    1. Aiuto!
      Vorrei capire meglio cosa propongono le sardine (di piazza Maggiore) e i coraggiosi (della foto di apertura).
      Dei primi ho capito solo che sono contro Salvini e la sua fedelissima. Bene lo sono anche io. Ma loro sono politici e stanno facendo la loro campagna elettorale. Le sardine vogliono costituire una propria lista o fanno campagna elettorale per conto terzi?
      Dei secondi ho letto che sono di sinistra (l'ex presidente della regione, una ex parlamentare europea, alcuni consiglieri regionali uscenti). Non capisco se il coraggio sta nel riproporsi, nell'allearsi con Bonaccini.... o in cosa altro?
      JC

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  9. Un gioco
    Trova la differenza :
    Bonaccini è per l’autonomia regionale , come Salvini
    Bonaccini è a favore delle trivelle, come Salvini,
    Bonaccini è contro la tassa sulla plastica, come Salvini
    Bonaccini è per il cemento in pianura ( Autostrada Regionale Cispadana) , mentre Salvini è per bucare la collina di Bologna.

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