martedì 4 luglio 2023

Bologna Città 30, il Passante, le ferrovie, la sicurezza

Per ora (e per almeno qualche anno) a Bologna meno ferrovie e più asfalto e cemento ...










Il Sindaco di Bologna si dice "disposto a perdere le elezioni pur di salvare vite con la Città a 30 all'ora". Propone dati: 22 persone morte nel 2022 per incidenti stradali urbani e 13 nei primi 6 mesi di questo 2023. "Riducendo la velocità è dimostrato si salvano vite", argomenta. D'accordo. Matteo Lepore sa che questa battaglia in Europa è promossa da un ampio fronte di cittadini e di associazioni che hanno scelto prevenzione, ecologia e salute come principali sfide del presente e per il futuro. Sono davanti ai nostri occhi i danni all'economia, alle produzioni, al commercio, all'occupazione della crisi climatica ed ambientale che viviamo. Qui, a Bologna e in Emilia Romagna, come altrove.

Matteo Lepore sarebbe però più credibile qualora analoga determinazione assumesse su altre questioni di stringente attualità: di fronte a dati altrettanto precisi, supportati da studi scientifici ed analisi autorevoli; su scelte che attengono alla conversione energetica, al consumo di suolo, a investimenti in infrastrutture o produzioni. In una logica coordinata, programmata, coerente. Con un Progetto di innovazione del Paese e di rigenerazione urbana.

Nell'Emilia Romagna e nell'Italia del 2023, invece, muoversi in treno e sui mezzi collettivi è sempre più difficile. E di questo passo, con le priorità perseguite da Governo e Amministrazioni locali e regionali, sarà impossibile raggiungere obiettivi di decarbonizzazione e di fuoriuscita dal fossile al 2030, al 2035, al 2050. Nonostante gli annunci.

Parliamo di esperienze di vita reale. 

Primo. Un arzillo pensionato dieci giorni fa (il 20 giugno) si è proposto di accompagnare a Pisa (la "Torre pendente" è sempre una attrattiva internazionale!) alcuni giovani amici, cittadini italiani ed inglesi, di origine eritrea. Partenza da Bologna Centrale con il treno per Firenze delle ore 9.29. "La puntualità è d'obbligo" raccomanda "il vecchio" agli amici. E così con 15' di anticipo sono tutti all'entrata della Stazione 2 Agosto di via Carracci. Manca solo il Treno Alta Velocità. Si, proprio quel TAV risulta "soppresso". Volontà e tenacia non mancano, ne va (anche) dell'orgoglio nazionale. E così con ritardo si parte con il Frecciarossa successivo. Nessun dramma: anche perché tutti, di corsa, riescono a prendere il Firenze - Pisa programmato. Nella città sull'Arno splendida giornata: monumenti, arte, cultura e buona cucina. Più problematico il viaggio per il ritorno, prenotato appena arrivati in stazione. Il pensionato deve rientrare in serata per un precedente impegno che non può tradire (si tratta di una cena con successiva sfida uomini contro donne a scopone scientifico). Dunque, pur di non mancare e perdere il mix di cucina emiliano-veneta-ligure-abruzzese e poi, ancora una volta, lo scopone - "a tavolino", per abbandono - è disposto a pagare 41,90 (quarantuno e novanta!) euro il viaggio di rientro. Diversamente, i suoi compagni di avventura scelgono l'unica alternativa data: un lungo viaggio che parte alle 17.50, porta a Lucca, poi a Prato, quindi a San Benedetto Val di Sambro, infine a Bologna con un bus sostitutivo del treno (causa linea interrotta per alcuni mesi). Quasi 4 ore di viaggio (arrivo 21.45) per un costo individuale attorno ai 15 euro. "Il vecchio" parte alle 17.32 ed arriva puntuale a Firenze, ma qui una nuova amara sorpresa: il TAV delle 18.55 è annunciato con 45' di ritardo. Ogni tentativo di rimediare una alternativa risulta vano. Si deve arrendere. Arriva sotto le Due Torri alle 20.19. In altri 20' raggiunge l'appuntamento. Sfortunato in treno, fortunato a cena e, soprattutto, al gioco: nonostante un inizio contratto e con troppi banali errori che meritano anche un richiamo deciso del paziente compagno, le carte girano per il verso giusto. Almeno quelle! Forse per un pensionato possono bastare. Per altre persone, per pendolari e professionisti una giornata con simili ritardi, tempi e costi di mobilità sarebbe insostenibile e irripetibile.

Secondo. Due amiche di Medicina progettano una visita di alcuni giorni a Genova. Il primo pensiero va al mezzo di trasporto. Si studia innanzitutto il viaggio in treno: un solo diretto da Castel San Pietro Terme alle 6.04 (arrivo 10.14), quasi quattro ore a 25,10 euro. Allo stesso prezzo altre due possibilità: per oltre 5 ore, con due cambi. Tutto il resto oltre 50, 70, 80 euro di sola andata. Nell'Italia del 2023, si sa, i costi non contemplano affatto bilanci ambientali e sanitari, non considerano per niente consumo energetico, crisi ecologica e riscaldamento climatico. A conti fatti già solo due persone trovano conveniente usare l'auto: salvo imprevisti, risparmiano in soldi e tempo. Anche considerando oltre benzina ed autostrada, garage custoditi. E, naturalmente, i vantaggi monetari sarebbero ancora maggiori se le persone fossero 3 o 4. Dunque: auto!

Dai pensionati e dai viaggi turistici o occasionali ai pendolari.

Terzo. Dei lavori di manutenzione (e conseguenti disservizi) sulla ferrovia Bologna - Prato si è detto. 

Quarto. Da mesi e per almeno i prossimi tre anni i treni TPER da e per Portomaggiore non arrivano più in Stazione Centrale 2 Agosto (Capolinea Est). I binari nel tratto cittadino sono stati tolti l'inverno scorso, fino alla Stazione Roveri. Primo atto dei lavori di interramento decisi "per fluidificare il traffico" automobilistico privato racconta Andrea Corsini, Assessore della Regione. "Contro lo smog prodotto dai mezzi fermi" ai passaggi a livello di via Paolo Fabbri, via Libia, via Rimesse, via Cellini e via Larga. Di certo un disagio, particolarmente in orari di punta, con code ed emissioni inquinanti dovute a chi non ha mai rispettato l'indicazione (ripetuta) di spegnere il motore (ad auto ferme). E, tuttavia, fuori dalla propaganda di parte, colpiscono due dati. Il primo è relativo alla sufficienza con cui si trattano i problemi degli utenti del trasporto pubblico: quei cittadini dovranno rinunciare ad un mezzo "rapido" (e meno inquinante!) di collegamento e sono tutti forzatamente convertiti "alla gomma" con il bus sostitutivo che impiega due-tre-quattro volte (lungo le vie Mattei, Massarenti, ...) il tempo del treno; naturale pensare che almeno una parte di questi decida di dotarsi di un mezzo proprio con cui tentare almeno parzialmente di recuperare una parte del "tempo perso" sulla viabilità urbana ordinaria. Inoltre, i lavori finanziati (76 milioni) non contemplano affatto l'originario progetto di raddoppio della linea, con il conseguente possibile potenziamento della velocità e della frequenza del servizio. Infatti, i cantieri prevedono la realizzazione di una sola linea (causa nuove edificazioni, precedentemente non autorizzate!). Il secondo è il diverso "approccio" riservato ai cittadini che usano treno e auto: agli utenti di TPER è stato tolto il treno (verso Castenaso, Budrio, Molinella, il ferrarese o verso Bologna) con largo anticipo sull'avvio dei lavori di escavazione del tunnel e di approntamento della ferrovia sotterranea, mentre a chi attraversa la Città in auto e TIR si vuole continuare a garantire "per cinque anni la normale circolazione" su tutte le attuali corsie di Tangenziale ed A14, approntando le 4-6 corsie previste con il Passante di Mezzo con cantieri esterni, a costo di chiudere ai cittadini (con largo anticipo ed ancora in assenza del Progetto Esecutivo, fermo al Ministero) una ventina di parchi e giardini pubblici, sacrificando migliaia di alberi ed arbusti, ben oltre il già significativo consumo di suolo previsto per una arteria urbana a 16-18 corsie.

Nasce anche da queste esperienze il crescente conflitto tra cittadini e gruppi dirigenti al governo delle Istituzioni e dei potentati economici e finanziari. La sensazione è che neppure le dure lezioni degli ultimi anni (dalla pandemia alla guerra nel cuore dell'Europa, alla crisi energetica; dalle migliaia di morti premature per lo smog alle vittime delle alluvioni e delle frane di maggio) abbiano introdotto le necessarie riflessioni critiche ed autocritiche tra ministri, parlamentari, amministratori. Le imperdibili inchieste di Report (ultima quelle di lunedì 26 giugno scorso) sono una ulteriore forte denuncia e testimonianza. Ancora una volta quelle che per molti sono tragedie personali e collettive (come il crollo di Ponte Morandi o l'alluvione e il dissesto idrogeologico), per pochi diventano opportunità ed affari di "famiglia" e di cordate politico-elettorali.

Ribellarsi contro questo "sistema" insostenibile è una necessità. Da non delegare alla disperazione ed alla rivolta di giovani e giovanissimi o di specifiche fascia sociali e culturali, come nella Francia di Manuel Macron. 

In Europa, in Italia e in Emilia Romagna non possiamo continuare come in passato

La crescita del PIL, la libertà dei mercati, la mera competizione economica e il potere assoluto dei grandi gruppi multinazionali a prescindere dalla qualità sociale delle relazioni tra le persone, la natura, la biodiversità non porta nulla di buono.

E' tempo di lavorare ad un Progetto complessivo (di Città e di Comunità) che unisca e porti a sintesi tutti i capitoli di una prospettiva (da Città 30 al consumo si suolo zero, dal PUMS ai boschi urbani, dal recupero degli immobili e delle aree ex demaniali a lavori dignitosi e giustamente tutelati e retribuiti, ad una democrazia sostanziale, partecipativa e deliberante) che dia alle generazioni presenti e a quelle che verranno una prospettiva nuova, un mondo davvero più sicuro e sano, più libero e partecipato, più vivace, creativo e ricco di opportunità per tutti. 


PS. Sull'argomento Bologna Città 30 e Passante di Mezzo ha scritto su ilFattoQuotidiano.it Linda Maggiori, un contributo critico e propositivo che merita sicuramente di essere letto e sottoscritto.


Bologna Città 30? Servirebbero investimenti rilevanti sulle strade (per adeguarle, come suggeriscono esperienze e studiosi) e sulle ferrovie (per potenziarle) ... Non si procede né per riorganizzare la vita e la mobilità urbana, né per incentivare e rendere competitivi i trasporti collettivi: investendo nel SFM e integrando ad esso una riorganizzata rete di bus e tram ... Qui la Bologna - Portomaggiore: per almeno 3 anni restarà senza binari ... (febbraio 2023)


Un cartello delle Ferrovie Emilia Romagna, alla stazione Rimesse, indica propositi "ottimistici": sul sito della Regione è già smentito che "i lavori si concluderanno il 30 giugno 2026" ...


In realtà, tolti i binari (qui il tratto tra le Stazioni dismesse Santa Rita e Rimesse) i cantieri sono fermi (giugno 2023)








Senza treni e con queste "ciclabili": occupate dalle auto parcheggiate ... Qui in via Po, Quartiere Savena (30 giugno 2023)


Qui, appena oltre la via Emilia Levante, in viale Lenin ... (30 giugno 2023)


E ancora oltre, sempre su viale Lenin ... questa volta la "pista disegnata" è occupata da un camion ... (30 giugno 2023)









Per questi Amministratori la congestione urbana pare non aver superato la soglia che determina allarme: così vengono autorizzate e costruite "le Torri del parco" ... (6 giugno 2023)



Alti palazzoni nel contesto del Villaggio Due Madonne, contestati senza successo da combattivi e pacifici Cittadini ... (6 giugno 2023)


Anche a Bologna prevale l'arroganza di costruttori che "denunciano" chi si oppone e che non rispettano le più elementari regole di sicurezza sul lavoro ... (6 giugno 2022)








Dal Savena al Quartiere San Donato San Vitale: in via Scandellara prosegue il consumo di suolo vergine ... (4 luglio 2023)


Per questi Amministratori del Comune di Bologna si tratta di un "ambito di riqualificazione urbanain fase di progressiva riconversione" ... (4 luglio 2023)


Grandi palazzi e nuove strade, a fianco della linea ferroviaria Bologna - Portomaggiore (momentaneamente) dismessa ... (4 luglio 2024)


Più nuovi parcheggi, dove c'erano campi coltivati fino a pochi mesi fa ... Sullo sfondo dietro gli alberi rimasti la Biblioteca Scandellara, a destra la residenza protetta per anziani costruita alcuni decenni fa dalla Coop Ansaloni ... (4 luglio 2023)


Dalla periferia Est a quella Nord: su via Arcoveggio a fianco dell'Asse A14 - Tangenziale (sullo sfondo) si lavora ad un altro cantiere ... (marzo 2023)


Tre mesi dopo: alti capannoni industriali ... (3 luglio 2023)


La Sideracciai, lavorazione acciaio per cemento armato ... (3 luglio 2023)
  







Da tutte queste scelte si alimentano il traffico e le lunghe code: qui viale Lenin, Quartiere Savena ... (maggio 2023)


Qui i viali di circonvallazione intasati ... (maggio 2023)


Via Zanardi in un giorno di pioggia ... (maggio 2023)


Il centro storico intasato, entro Porta Lame ... (maggio 2023)


Sulla Tangenziale di Bologna e nel tratto urbano della A14: una colonna di TIR ... (giugno 2023)
Davvero qualcuno pensa che i problemi di Bologna, della Regione e del Paese si risolvono investendo oggi miliardi nel Passante di Mezzo o nel "Rigassificatore"?


... Chiudendo Parchi e Giardini storici? Cancellando dalla memoria collettiva Progetti come la Fascia Boscata (prevista nel PRG degli anni '80) e realizzazioni come il "Chico Mendes", inaugurato nel dicembre 1989 come primo passo verso 211 ettari vincolati a bosco?
   

... Tagliando alberi e vegetazione per lasciare spazio ai cantieri del Passante di Mezzo?
(marzo 2023)


La devastazione del verde attuata con il Lotto 0 dei cantieri è stato fatto da Autostrade per l'Italia in assenza del Progetto Esecutivo del Passante di Mezzo (fermo al Ministero) ... Che succederà al patrimonio di biodiversità ancora presente (qui al Giardino Paul Harris, su via Arcoveggio, 3 luglio 2023) se i lavori per il Passante di Mezzo procederanno?


Ancora il verde al Giardino Harris, lungo la Tangenziale in zona Croce Coperta ... (3 luglio 2023)
Non è ora di rivendicare la salvaguardia del Verde urbano esistente e la riapertura dei Parchi e dei Giardini chiusi, sottratti ai cittadini, alla loro salute, agli animali? 


Nella toponomastica e nella testa degli Amministratori di Bologna degli anni 2020 forse "il fondatore del Rotary Club" è più rispettato dell'ecologista e sindacalista brasiliano Chico Mendes ... ma anche questo spazio è a serissimo rischio ... (3 luglio 2023)


Domenica prossima, 9 luglio, dalle ore 17, attivisti dell'Assemblea No Passante hanno promosso in zona Croce Coperta, tra via Arcoveggio e via di Corticella, al Giardino Anna Maria Manzolini, un incontro pubblico sul Passante di Bologna: una occasione di confronto e discussione da accogliere per ogni cittadino libero e pensante ...












5 commenti:

  1. Il culto della velocità provoca danni: a Roma il Suv Lamborghini di un gruppo di youtuber ha causato la morte di un bimbo di 5 anni, a Bologna Lollo, non ancora 17 anni, ha perso il controllo della sua moto. E' la quattordicesima vittima di incidenti stradali del 2024.
    s.

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  2. Incredibile ma vero. In Italia e su Rai1 si parla di Bologna a 30 km / h che ancora è sperimentale e non della decisione di fare un Passante a 18 corsie per cui sono già aperti i cantieri di Aspi. Intanto il sindaco di Milano si da l'obiettivo di passare da 49 auto su 100 residenti a 40. Si parlassero i nostri amministratori..... forse potrebbero concertare gli investimenti!
    m.m.

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  3. Premetto che di divieti si può ,politicamente , morire .
    Constatando che ormai viviamo in una città ed in un modello sociale talmente ipocrita che li impone, ma che ti porta costantemente a superarli .
    Mi vien spontaneo pensare che sarebbe ora di uscire dall'equivoco .
    Se imponi divieti li devi far rispettare , altrimenti il divieto diventa solamente un mezzo per coprire proprie incapacità
    La città 30 diventa ,di fatto , la coperta di Linus della amministrazione Comunale per conculcare la mancanza di un TPL degno di tal nome , e delle nefandezze , vedi Passante di Mezzo , che questi Amministratori stanno mettendo in atto .
    La soluzione per ora non c'è ,mi pare , manca un soggetto politico capace di raccogliere le speranze di cambiamento e di radicalità sociale .
    Ciao

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  4. Bologna 30 non mi convince. Si scaricano sulle persone i problemi . Della serie: mancano treni e bus? Andate in auto e fate viaggiare le merci (su VAN). Ma lentamente. Altrimenti pagate. No.
    Quelli che sono per innovare, invece, per me propongono:
    infrastrutture e mezzi collettivi (qui si miliardi di investimento), piazze e strade differenziate per bici o per veicoli (tutti più sicuri) con controlli di personale apposito (piuttosto che pagato con il RdC o altro ...).
    Insomma si consideri quanto ci dice la crisi climatica, causa di alluvioni e frane ripetute. E occhio alle frane politiche anche in Emilia Romagna.
    WM

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  5. A me pare che il popolo del PD la scelta l'abbia fatta alle Primarie con la vittoria di una candidata di sinistra - sinistra da sempre impegnata in Europa per una svolta coraggiosa, ecologista e femminista. Di certo lei non basta ma è il segnale di una direzione di marcia. Ora sta a tutti noi contribuire, dentro o fuori quel partito.
    At salut

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