lunedì 21 novembre 2022

Il sonno della Regione genera morti ...


Tre giornate di mobilitazione di XR alimentano il confronto sulle scelte politiche necessarie 











Nel 2019 L’assemblea regionale dichiarava l’emergenza climatica ed ecologica. Nel 2020 si insediava la nuova Giunta con una Vicepresidente “ecologista e progressista”. Nel 2021 le associazioni regionali e di categoria venivano chiamate per scrivere e siglare il Patto per il lavoro e per il clima.  Oggi, in piena crisi eco-climatica, in Emilia Romagna si continua a parlare di avveniristici progetti di cattura della CO2, di costruzione di nuove autostrade e relativi poli logistici, di derogare l’uscita dal diesel per salvaguardare la "Motor Valley", di costruire impianti di risalita laddove neve non c’è più, di puntare su un modello di turismo mordi e fuggi che gentrifica le città, aggrava la situazione di marginalizzazione dei ceti più deboli, lascia indietro le zone rurali. Insomma, da un lato si scrivono piani, ricchi di buone intenzioni e dall’altro si continua o si peggiora il "business as usual". 

Così Extinction Rebellion ha promosso ed argomentato tre giornate di mobilitazione a Bologna ed ha scritto una lettera aperta alle autorità politiche e di governo della Regione Emilia Romagna, che è il caso di conoscere integralmente. Soprattutto in questi giorni in cui pare che il futuro della politica nazionale possa attingere nuove energie e stimoli rivitalizzanti da una esperienza che, invece, è oggetto di forti e motivate critiche per gravi scelte di conservazione di un modello di crescita ritenuto da molti insostenibile.


Alla cortese attenzione della Spettabile Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Dott.ssa Emma Petitti.

"Eccellenze, questa conferenza delle Nazioni Unite sul clima ci ricorda che la risposta è nelle nostre mani. E il tempo stringe. Stiamo lottando per la nostra vita. E stiamo perdendo. Le emissioni di gas a effetto serra continuano ad aumentare. La temperatura globale continua a salire. E il nostro Pianeta si sta avvicinando rapidamente a dei tipping point che renderanno la catastrofe climatica irreversibile. Siamo su un’autostrada diretti verso l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore."

- Antonio Guterres, discorso all'apertura della Cop 27


Con queste parole si è aperta, il 6 novembre 2022, la ventisettesima conferenza delle Nazioni Unite sul clima.  Siamo di fronte alla più grave crisi nella storia della specie umana. Abbiamo causato un'emergenza climatica ed ecologica che, se non verrà affrontata con la rapidità e la serietà che merita, renderà la Terra inospitale alla vita di innumerevoli specie, compresa la nostra. Le scelte che le istituzioni faranno entro il 2025 decideranno che tipo di futuro ci aspetta, e la possibilità di averne uno.


La quasi totalità della comunità scientifica, tra cui vari gruppi come l'IPCC e il CCAG, parlano degli anni che stiamo vivendo come "l'ultima chiamata" per il futuro dell'umanità, e a questa chiamata le istituzioni si stanno rivelando ogni giorno sempre più sorde. Invece che ascoltare la scienza, e prendere decisioni radicali, coraggiose e necessarie, preferiscono continuare con il "business as usual" dando priorità al profitto di pochi, piuttosto che agire per assicurare un futuro all'umanità. E noi non ci stiamo più.

 

La Regione Emilia-Romagna ad agosto 2019 ha firmato la "Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ambientale", dimostrando consapevolezza rispetto alla crisi che stiamo iniziando ad attraversare. Nella stessa dichiarazione, scrive che sceglie "di aderire all’allarme lanciato da giovani e giovanissimi di tutto il mondo con il movimento Fridays for Future che chiedono di raggiungere l’obiettivo di zero emissioni al 2030 per fronteggiare la situazione grave in cui si trova il pianeta" e considera che "diventano pertanto strategici per la Regione: la riduzione delle emissioni climalteranti del 20% al 2020 e del 40% al 2030 rispetto ai livelli del 1990; l’incremento al 20% al 2020 e al 27% al 2030 della quota di copertura dei consumi attraverso l’impiego di fonti rinnovabili".


Fino ad oggi, dunque per tre anni, queste sono rimaste soltanto parole e la Regione Emilia Romagna non ha fatto nessun passo significativo per risolvere il problema. Altri tre anni di inazione politica non ce li possiamo permettere.


Alla Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ambientale è seguito, nel 2020, il "Patto per il Lavoro e per il Clima", che contiene l'agenda climatica regionale. Il Patto presenta la neutralità climatica entro il 2050 e il passaggio al 100% di energia da fonti rinnovabili nel 2035 come obiettivi principali della transizione ecologica. L'obiettivo di neutralità climatica, posto al 2050, non è una misura degna dell'emergenza che ci troviamo ad affrontare. Lo affermano vari autorevoli scienziati tra cui Sir David King, chimico a capo del Climate Crisis Advisory Group, il quale spiega che "raggiungere lo zero netto di emissioni entro il 2050 non è abbastanza per assicurare un futuro sicuro all'umanità; dobbiamo rivedere i nostri obiettivi globali andando oltre lo zero netto, e impegnarci con delle strategie che ci permettano di raggiungere "emissioni negative" urgentemente". La quasi totalità della comunità scientifica, come specificato nel IV report IPCC, parla di azzeramento delle emissioni come obiettivo, da raggiungere il prima possibile, per scongiurare gli effetti più disastrosi della crisi eco-climatica.


Insieme a degli obiettivi tardivi, manchevoli e dunque gravemente insufficienti, non si trova traccia nel "Patto per il Lavoro e per il Clima" di una progettazione precisa di politiche pubbliche che possano portare al raggiungimento di questi obiettivi, nè tantomeno vengono specificati i soggetti pubblici incaricati di portare a termine questo duro e necessario lavoro. Senza obiettivi intermedi, il raggiungimento di quelli a lungo termine si fa impossibile, e priva la cittadinanza di uno strumento di monitoraggio imprescindibile. Così facendo ci è precluso sapere se e come la Regione in cui abitiamo sta tutelando il nostro futuro. A tutto questo non ci stiamo.


Si parla inoltre troppo poco delle grandi opere dannose su cui la Regione Emilia Romagna sta investendo miliardi di fondi pubblici, che delineano una chiara contraddizione con gli obiettivi stessi che la Regione si pone per quanto riguarda il taglio delle emissioni. L'allargamento autostradale e tangenziale del Passante di Mezzo e l'allargamento dell'aeroporto Marconi, due fra le tante opere che peggioreranno ulteriormente la qualità dell'aria e la qualità della vita in quella che è già una delle zone più inquinate d'Europa. Aumenteranno i problemi di salute causati dall'inquinamento, aumenteranno il numero delle morti, e renderanno impossibile il raggiungimento di emissioni zero in un tempo necessario per salvaguardare il nostro futuro. Sono grandi opere infrastrutturali che ci lasciano con le mani legate rispetto al cambiamento di cui abbiamo bisogno e che tutti e tutte vogliamo. In particolare il Passante di Mezzo è in totale contraddizione con quelli che sembrano essere i valori della Regione, per lo meno con ciò che è scritto nel Patto per il Lavoro e per il Clima, dove si legge tra gli obiettivi quello di "potenziare e qualificare il trasporto su ferro, sia per le persone che per le merci, anche attraverso il completamento dell’elettrificazione della rete regionale". I 2,5 miliardi di Euro di fondi pubblici spesi per allargare un'autostrada e una tangenziale sono investimenti tolti al potenziamento del trasporto pubblico di persone, nelle città e nelle zone rurali già poco considerate dal trasporto collettivo.


Sono inoltre 2,5 miliardi di Euro di cemento, quando ben sappiamo che l'Emilia Romagna è la quarta regione italiana per consumo di suolo (sia totale che pro capite), inserita in uno Stato che è a sua volta il peggiore in tutta Europa per consumo di suolo. Si legge nel Patto per il Lavoro e per il Clima che è importante "continuare a rafforzare la strategia di consumo di suolo a saldo zero e di rigenerazione urbana con un piano di riqualificazione e resilienza delle città capace non solo di intercettare la risorse europee, ma di massimizzare su larga scala gli incentivi introdotti per la riqualificazione, l’efficientamento e la sicurezza degli edifici". Le azioni, per l'ennesima volta, sono in contraddizione con le parole. L'allargamento del Passante di Mezzo,  quello dell'Aeroporto Marconi, l'impermeabilizzazione dei terreni agricoli per lasciare posto a enormi poli logistici, sono progetti che richiederanno la cementificazione di grandi aree, e priveranno la cittadinanza di ulteriore suolo fertile. Il Passante di mezzo, infine, viene presentato addirittura come "un'opera green" , attraverso un'evidente operazione di greenwashing. La transizione ecologica non si fa allargando strade e aeroporti. Perché allargare strade e aeroporti compromette il nostro futuro.


Il Patto per il Lavoro e per il Clima è stato firmato  solo da 54 realtà datoriali  e di categoria. Mentre ben 76 associazioni ecologiste regionali, costituitesi nella Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell'Emilia-Romagna (RECA ER), non hanno firmato perché le osservazioni e le modifiche da loro suggerite alla Regione durante la fase di consultazione non sono state incluse nel documento programmatico della Regione stessa, come ad esempio la mancanza di specifiche su come raggiungere uno degli obiettivi più importanti del Patto, ovvero il 100% di energia da fonti rinnovabili.


Questo significa che l'agenda climatica regionale è stata scritta scegliendo di non ascoltare la quasi totalità di movimenti e associazioni ambientaliste ed ecologiste, che con un atteggiamento di cooperazione avevano proposto modifiche e avevano sollevato problematiche in modo rigoroso e puntuale, come ad esempio la mancanza di specifiche su come raggiungere uno degli obiettivi più importanti del Patto, ovvero il 100% di energia da fonti rinnovabili entro il 2035. Questa grave negligenza da parte della Regione è stata accompagnata da dichiarazioni rispetto all'importanza della partecipazione e alla volontà della Regione di valorizzarla come uno dei punti cardine del proprio mandato. Questa non è partecipazione, ne è la strumentalizzazione. Non riscontriamo nessuna volontà di mettere in discussione le politiche regionali, non è stato prestato ascolto alla voce della cittadinanza che si è organizzata per dare un contributo costruttivo. Quello che invece vediamo è un goffo tentativo di attribuire strumentalmente il termine partecipazione ad un processo che in realtà non ha fatto altro che escludere tutte le voci contrarie al piano d'azione che la Regione non ha mai avuto intenzione di modificare significativamente.


Per trovare le soluzioni necessarie per rispondere a questa emergenza abbiamo bisogno di rafforzare la nostra democrazia rappresentativa, dimostratasi carente nell'affrontare l'enorme sfida della transizione ecologica, affiancando ad essa e alle Istituzioni che ci governano un organo di democrazia partecipativa formato da cittadini e cittadine. Abbiamo bisogno di un'Assemblea Cittadina, nella quale un gruppo di cittadini e cittadine possa, con il supporto di un team di scienziati e di facilitatori dei processi decisionali, intraprendere un percorso di discussione finalizzato a far emergere un consenso attorno a politiche pubbliche radicali per fronteggiare la crisi in cui ci troviamo. Un organo di questo tipo, oltre ad aiutare le Istituzioni attraverso proposte di politiche pubbliche, permette alla cittadinanza di far sentire la propria voce nelle scelte che decideranno il futuro di tutti e tutte. È a questo scopo che le Assemblee Cittadine sono composte da un gruppo di cittadini e cittadine estratte a sorte sulla base di un campionamento stratificato che dia rappresentanza a tutte le componenti sociali, soprattutto a quelle che appartengono ai gruppi resi più fragili e che subiscono in misura maggiore le conseguenze nefaste della crisi eco-climatica. Abbiamo bisogno di ascoltare la scienza, ascoltarci a vicenda e decidere insieme. Solo così potremo affrontare l'emergenza eco-climatica nel rispetto della giustizia sociale. 


Infine, siamo ben coscienti che scongiurare il collasso eco-climatico, e il collasso sociale ad esso collegato, sia una partita complessa che si gioca su molteplici livelli e non si può fermare a quello regionale:​​​​​​​ per questo motivo è importante che la Regione Emilia-Romagna, se davvero vuole presentarsi come un modello virtuoso nel contesto nazionale, faccia pressione affinché il nostro Governo dimostri di considerare la lotta alla crisi eco-climatica una priorità ed emetta una Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica.


Come Extinction Rebellion Bologna chiediamo dunque che la Regione non perda più tempo e che agisca ora accogliendo tre richieste, per l'attuazione delle quali chiediamo la predisposizione di un tavolo di confronto con esperti ed esperte competenti in materia.


La prima richiesta è quella di rivedere gli obiettivi dell'agenda climatica regionale, il Patto per il Lavoro e per il Clima, alla luce dello stato dell'arte degli studi sui cambiamenti climatici, in particolare il IV Rapporto IPCC del 2022, pianificando una road map completa. Devono essere presenti obiettivi intermedi e monitorabili, a partire dal 2023.


La seconda è che questo lavoro di revisione venga fatto attraverso l'istituzione di un'Assemblea Cittadina per il Clima a livello regionale, integrando la struttura politica esistente con un organo di democrazia partecipativa.


La terza è quella di inviare una lettera al Governo Italiano, comunicando l'urgenza della crisi e chiedendo che venga firmata a livello nazionale una Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica. Essa, oltre ad essere una presa di coscienza e dimostrazione della consapevolezza della situazione, permetterebbe di snellire l'iter burocratico delle leggi di cui abbiamo bisogno adesso.


La finestra di tempo per agire si sta velocemente chiudendo. Non possiamo permetterci altre esitazioni. Sono in gioco le nostre vite. È per questo che ci ribelliamo.


Con amore e rabbia,

Extinction Rebellion Bologna



Fotocronaca delle "azioni dirette" degli attivisti di XR


Venerdì 18 novembre, Palazzi della Regione Emilia Romagna, Fiera District


Sui vetri dei Palazzi della Regione i manifesti di Extinction Rebellion ricordano impegni assunti e disattesi dalle scelte quotidiane della Giunta Bonaccini ...


L'invito a maggioranza e consiglieri dell'Emilia Romagna: "Aprite gli occhi" ...


Sui vetri dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico ...


In nero passi interessanti del Patto per il Lavoro e per il Clima, in rosso il commento di XR ...


"Dismettere tutti i progetti di nuove strade o loro allargamento" ... 


"Accelerare la transizione ... decarbonizzazione prima del 2050" ...


"Attivare investimenti straordinari per migliorare la qualità dell'aria" ...





Sabato 19 novembre 2022, via Matteotti


Ragazze e ragazzi attivisti di XR si siedono all'inizio di via Matteotti, all'angolo con viale Masini ...









Praticano "non violenza" e si rivolgono anche ai cittadini al volante: "suona anche tu il clacson per la crisi climatica" ...


Il dialogo con l'autista e i passeggeri del "25" ...



Sul versante di via Carracci, altri attivisti ...


"Crisi climatica: è necessario cambiare strada" ...


Più avanti, all'angolo di via Matteotti con via Tanari ...


Soffia un vento gelido ...

"Se non agiamo ora" ...


"L'estinzione non è bella" ...


Vigili Urbani e personale TPER riorganizzano i flussi del traffico ...


Arrivano attivisti e materiali ...

"L'umanità è sul filo del baratro" ...












Persone, azioni e idee per la Città e per gli spazi comuni ...


Tra gli attivisti, esperti e professionisti ...


"Scalatori" e comunicatori ...


... attenti al mondo ...


... e ai problemi locali ...


... che hanno determinato l'emergenza ecologica e climatica ...


... e che restano senza risposte ed investimenti adeguati da parte delle classi dirigenti


Riconquistare spazi urbani alla vita ...
 

... respirare profondo e meditare ...


... muovere corpo e mente ...


... musica, ritmo e balli ...


Spazi di solidarietà ...


... con i diritti degli indigeni Mapuche ...


Foto ricordo ...


Alzato lo striscione, scendono gli "scalatori" ...

Una chitarra e molte canzoni ...


I colori della vita ...

Ragazze e tamburi ...


Balli ...


La pioggia ...


Tanta pioggia ...


L'assemblea dei partecipanti discute come continuare la mobilitazione ...



Ci si sposta in piazza Lucio Dalla ...
 

Non prima di avere smontato tutto, sotto una pioggia insistente ...


Torna il traffico ...


Continuano le discussioni e le interviste ...


Domenica 20 novembre, Via dell'Indipendenza

Un "corteo funebre" in ricordo delle tante vittime della crisi ecologica e della crescita irresponsabile parte dalla Montagnola ...



"Sono morta questo autunno insieme a oltre 1700 persone per le alluvioni in Pakistan" ...


"Siamo le anime delle 82 persone uccise nel 2022 dalle piogge torrenziali in Giappone che hanno portato a 250 mila sfollati" ...


"Sono il vecchio albero che ti dava ossigeno schiacciato dal Passante di Mezzo che a ciel sereno mi ha ricoperto di catrame" ...


Tante persone assistono all'iniziativa, prendono i volantini di XR, filmano e fanno foto ...


"Siamo le anime delle oltre 15 mila persone morte in Europa questa estate per il caldo estremo" ...


Il corteo attraversa Piazza VIII Agosto ...


"Sono Filippo, morto il 3 luglio 2022 insieme ad altre 10 persone per il crollo del ghiacciaio della Marmolada" ...


Il corteo prosegue con altre decine di attivisti ambientalisti e persone che solidarizzano ...
  

Tra la folla di via dell'Indipendenza pedonalizzata ...


All'ombra della cattedrale ...


In via Rizzoli ...


Sotto le Due Torri, scattano foto e filmati ...


"Siamo le anime delle 150 mucche, pecore e maiali annegati a Budrio nel novembre 2019 a causa delle piogge che hanno fatto esondare il torrente Idice" ...


In via Orefici tra i tavolini di bar e ristoranti con i turisti che si abbuffano ...


In Piazza Maggiore ...








All'incrocio tra Piazza del Nettuno e via Rizzoli ...


"Il sonno" della ragione e "della Regione genera morti" ...
 

La rappresentazione è seguita con partecipazione da centinaia di persone ...


L'assemblea in Piazza Maggiore che conclude la mobilitazione ambientalista: "se l'ingiustizia è legge la Resistenza è dovere" ... 
















 







La 3 giorni di XR sulla stampa locale

Carlino Bologna ... (20 novembre 2022)


Repubblica Bologna ... (20 novembre 2022)


corriere Bologna ... (20 novembre 2022)








3 commenti:

  1. Come primo giorno per Bonaccini non solo rose e fiori.
    s.

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  2. Un muro di gomma. Dopo ogni iniziativa pro salute e ambiente Amministratori e Aspi rispondono con "andremo avanti".
    Ed è indecente ascoltare che il progetto Passante partirà con la costruzione di un bosco al Parco Nord.
    L.

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  3. Non vedo futuro per la democrazia senza accogliere la sostanza di queste rivendicazioni. Il dualismo MeloniSalvini Vs BonacciniSchlein non mi pare possa raccogliere la maggioranza del paese e dei bisogni della Generazione 2000.
    M.

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