sabato 22 dicembre 2018

Quelli del Si (secondo interesse)

Bologna, il People Mover: la rotaia sopraelevata che collega Stazione FS ed Aeroporto 

















Da Torino a Milano, da Roma a Bologna: Si alle "grandi opere", Si alle infrastrutture, Si al lavoro.
Confindustria e Confartigianato, Associazione Costruttori e Legacoop alzano la voce.
Amplificano TV, giornali e commentatori interessati. Rispondono vecchi e nuovi partiti attenti, soprattutto, a gestire potere e relazioni d'affari.
Pochi, tra questi, selezionano i progetti e l'occupazione in base alla qualità degli investimenti.
Eppure nessuna scelta è neutra, priva di conseguenze sullo sviluppo civile e sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle produzioni e delle comunità.
Servono riferimenti e immagini? Eccone alcuni.

Chi vuole perforare le Alpi per costruire ex novo un tunnel di 57 km. che velocizzi i treni tra Torino e Lione dimentica, ad esempio, che la linea Genova - Ventimiglia (- Nizza - Marsiglia) ha ancora diversi tratti ad un solo binario. Da decenni si attende invano il raddoppio dei binari per collegare con moderna efficienza e sicurezza le città liguri e l'Italia con la Francia. Anche così si sono moltiplicati i trasporti su gomma, con i carichi insostenibili che (in assenza di adeguate manutenzioni) hanno stressato oltre ogni limite le arterie stradali ed autostradali, i ponti ed i viadotti.
Tuttavia, per molti che si auto-definiscono Quelli del Si, l'apertura di questi cantieri e le manutenzioni della linea costiera ligure non sono una priorità nazionale.

Il manifesto di Confartigianato per l'assemblea generale di Milano (dicembre 2018)

























"Quelli del Si", in Emilia Romagna, dopo avere imposto il People Mover (un consistente e condizionante intervento per un modestissimo mezzo di trasporto) ora hanno l'obiettivo di fare partire i cantieri per il Passante di Mezzo ed alcuni di questi già sostengono che, realizzate le 16-18 corsie di asfalto attraverso Bologna, dovrà farsi il Passante Autostradale a Sud (in galleria tra Sasso Marconi e San Lazzaro).
Sono gli stessi che per oltre 20 anni non hanno fatto seguire fatti a impegni ufficiali: per il potenziamento e l'ammodernamento della Rete Ferroviaria nazionale e regionale.
Sono quelli che hanno detto No al raddoppio della linea che collega l'Emilia (produttiva) a Ravenna ed il suo importante Porto (commerciale).
Sono quelli che nonostante le battaglie dei numerosi Comitati di pendolari non hanno mai realizzato il previsto Servizio Ferroviario Metropolitano (che prevedeva già negli anni '90) numerosissime stazioni e collegamenti, tra cui l'Aeroporto Guglielmo Marconi, il Policlinico Sant'Orsola e l'Ospedale Maggiore, centri sanitari di rilevanza nazionale.
Stefano Bonaccini e Virginio Merola farebbero bene a ripassare gli Accordi Istituzionali del 1994 e del 1997 sottoscritti da Regione e Comune con Governi ed Enti nazionali, prima di ergersi a rappresentanti unici e privi di macchia delle comunità locali.

I binari semi vuoti della Stazione Centrale delle FS (dicembre 2018)
Dopo oltre 20 anni, il collegamento passante Vignola - Portomaggiore chi l'ha visto?
















La denuncia del Corriere di Bologna ... (dicembre 2018)



















"Quelli del Si" sono quelli che hanno realizzato, negli ultimi anni, F.I.CO. senza preoccuparsi di dotare un centro di attrazione di milioni di visitatori di adeguati collegamenti di trasporto collettivo, per le persone e le merci.

"Quelli del Si" sono gli stessi che continuano ad imporre tanti nuovi supermercati, con centinaia di posti auto, raccontando (la pericolosa "balla") che solo la commercializzazione e la concorrenza di prodotti accresca la domanda sociale.
Nello scorso fine settimana a Bologna ne sono stati inaugurati tre.

Il nuovo Lidl di via Libia, in Cirenaica (sabato 15 dicembre)
















Il supermercato Alì di via Bergami, angolo Bergonzoni (sabato 15 dicembre)
















Il grande parcheggio nel retro del nuovo Alì, in zona Saffi (15 dicembre)



Il nuovo EuroSpar di via delle Armi, angolo via Torino, nel Quartiere Savena.
Si specchiano le auto del grande parcheggio antistante (sabato 15 dicembre)
















Oltre via Torino, percorrendo via Po, via Lenin e via Larga, si raggiunge l'InterSpar aperto un anno fa.
Si specchiano gli edifici di via dell'Industria (sabato 15 dicembre)
















Il vasto parcheggio (vuoto) dinanzi a Inter Spar e Trony (ore 15,00 di sabato  15 dicembre)



































Supermercati che si aggiungono a super ed ipermercati, in contesti urbani già saturi, a zero manutenzioni e zero rigenerazioni.
Da via Libia, in Cirenaica, a via dell'Industria, area Roveri, a zona Saffi.
Periferie con infrastrutture vecchie e logore; con immobili ed aree abbandonate e/o lasciate al degrado.
Mentre si riducono "polmoni verdi" e centri di vita sociale ...

Il (sotto) ponte di via Libia (sabato 15 dicembre 2018)


Particolare (con grossa crepa) del Ponte di via Libia (15 dicembre 2018)


Particolare della scala che collega via Sabatucci alla cima del ponte di via Libia


Il parapetto del Ponte di via Libia (sabato 15 dicembre 2018)


Le linee ferroviarie per Firenze - Roma e per Rimini - Ancona dal Ponte di via Libia,
dopo la recente nevicata (mercoledì 19 dicembre 2018)

















L'edificio vuoto di via Rimesse ex Tre Stelle a poche centinaia di metri da via Libia (19 dicembre)
















I capannoni abbandonati ed il grande parcheggio vuoto ex Tre Stelle (19 dicembre)
















Il binario della Bologna - Portomaggiore, alla Stazione Rimesse (19 dicembre 2018).
Regione e Comune privilegiano l'interramento (pro auto) al raddoppio (per utenti)

















Via dell'Industria, una delle tante strade (assai frequentate) in dissesto (15 dicembre)

Via Marzabotto, zona Saffi. Il Centro Sociale 20 Pietre, a fine locazione, cerca casa (15 dicembre)













































Via Libia, zona Cirenaica. Si aprono supermercati, si occupano marciapiedi (sabato 15 dicembre)
















Via Libia, un marciapiedi per pedoni? No, per auto e bidoni della differenziata (19 dicembre)
























Il traffico di via Irnerio. Auto, furgoni, bus e moto in coda (come in Tangenziale) 
















Via Irnerio all'incrocio con via Mascarella. Un ciclista tra le auto ... (15 dicembre)
Ma Merola non vede, non sente, non parla ... (di questa realtà quotidiana).
















La coda del traffico in via Castiglione (mercoledì 19 dicembre)





























Anche qui auto, bus e moto ... (19 dicembre, ore 11,30)

























Dalla Città storica ai Quartieri di periferia l'occupazione di suolo vergine continua, il traffico è congestionato dalla dipendenza crescente di cittadini alle auto e alle moto.
Continuando così l'inquinamento atmosferico ed acustico, la perdita di tempo e di competitività, lo stress diffuso, le vittime premature di malattie gravi resteranno un assillo sempre più angosciante.
Che non si risolvono con più PIL, con Grandi Opere ed affari per pochi, con più asfalto e cemento, più corsie, strade ed autostrade; oppure con la rottamazione delle auto per altre auto.
Occorre ripensare le città, le infrastrutture, lo sviluppo.
Vale per l'Italia, per l'Emilia Romagna, per Bologna.
Sbagliano obiettivo "Quelli del Si" che pensano risolutivi altri centri commerciali, nuove edificazioni (magari motivate con il condivisibile bisogno di case popolari in affitto), il Passante di Mezzo per assicurare maggiori diritti ai cittadini. E sbagliano anche quelli che pensano che questo o quell'intervento "lontano dagli occhi" e/o dalla proprietà di famiglia si può, in fondo è il male minore.
No!
Ora è il tempo della conversione ecologica.
E' il momento di Quelli del Si agli interessi primari dei cittadini del presente e del futuro: per investire la parte preponderante delle risorse collettive e private su città e paesi eco-compatibili, su comunità solidali fondate sul progressivo benessere delle persone, su sistemi e mezzi di mobilità alternativi e più moderni.

Per concludere, alcuni suggerimenti non richiesti ma sentiti.
Intanto, agli Amministratori locali e regionali, alle donne e agli uomini Democratici e di sinistra.
Se davvero, come scrive il Presidente della Regione Emilia Romagna (su la Repubblica Bologna del 19 dicembre), si vuole "parlare a quanti, delusi, ci hanno voltato le spalle astenendosi o votando il M5Stelle e la Lega" occorre affrontare il merito, la profondità e l'altezza delle questioni aperte (altro che scimmiottare per un giorno les gilets jaunes).
Per non essere considerati uomini del secolo scorso e/o subalterni all'establishment - dopo anni di governo locale e nazionale - sono indispensabili fatti nuovi: posizioni e pratiche di "giustizia sociale" insieme a progetti, proposte, iniziative che finalizzino "il lavoro, le infrastrutture e lo sviluppo" al miglioramento dell'ambiente, della sicurezza, della salute e del benessere delle singole persone come delle comunità.
Quelle che vivono sotto le Due Torri e nelle periferie, in campagna o in collina, nelle altre città piccole e grandi.
In altri termini, "la locomotiva Emilia" non può continuare a correre a carbone.
Deve essere alimentata secondo tecnologie, aspirazioni e risorse del terzo millennio.
La recente Istruttoria Pubblica sui Prati di Caprara (e dintorni) svolta in Consiglio Comunale a Bologna e le considerazioni conclusive del Comitato Rigenerazione No Speculazione sono un interessante punto di riferimento e di iniziativa comune.

Il Corriere della Sera propone le tesi fuori tempo di Stefano Bonaccini.
La sinistra ha riflettuto già nel secolo scorso delle forti contraddizioni del "modello emiliano"

















La Repubblica riporta i pensieri "brevi" di Virginio Merola






























Il Corriere di Bologna sulla iniziativa di dirigenti bolognesi ed emiliani del PD (sabato 22 dicembre)





















Poi, a Giuseppe Conte ed al suo Governo.
Il cambiamento atteso da tanta parte del popolo italiano ed esplicitato con forza nel voto del 4 marzo 2018 deve tradursi in fatti ed esperienze concrete, anche graduali, ma sempre leggibili.
Il "Contratto" tra soggetti (molto) diversi può reggere solo in presenza di un confronto vero, sfidante, partecipato e capace di produrre sintesi nuove al passo con gli sviluppi locali ed internazionali.
Guai trasformarlo in un patto di potere, fondato su accordi di vertice, che mortificano la fiducia, le aspirazioni, il protagonismo di milioni di persone; la domande di Politica, di etica, di moralità, di rispetto delle Istituzioni e dei Beni Comuni, di valorizzazione delle assemblee elettive, di affermazione universale dei diritti e dei doveri dei cittadini.
La strada percorsa non è lineare. Passi avanti si intrecciano a cedimenti, errori, cadute di stile.
L'analisi e le valutazioni di Barbara Spinelli pubblicate oggi su il Fatto Quotidiano sembrano un interessante punto di riferimento e di riflessione comune.

L'intervista di Barbara Spinelli su il Fatto Quotidiano (sabato 22 dicembre)



26 commenti:

  1. Una giusta requisitoria. Ancorché incompleta. Vogliamo parlare della sanità e dei rifiuti?
    Belle foto. Evidenziano aspetti di vita quotidiana.
    Naturalmente le cose buone non è necessario descriverle. Ma sono sempre meno. Anche nella gestione delle risorse idriche e delle scuole.
    Anna

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    1. Sanità e rifiuti; risorse idriche e scuola (più università e ricerca).
      Si, hai ragione.
      Solo approfondendo le conoscenze (e con un approccio esigente) si possono risolvere le contraddizioni e migliorare la qualità della vita.
      Gianni

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  2. Una delle massime responsabilità della politica (e della sinistra) degli ultimi decenni è avere immiserito le risorse dei Comuni.
    Si è preferito de tassare piuttosto che erogare servizi comuni essenziali.
    Ma individualmente si spendono i soldi ai supermercati o in auto con performance superiori, mentre le risorse gestite collettivamente sarebbero finite nella manutenzione di strade, ponti (come quello indicato) e ferrovie (ricordiamo il giunto di legno messo a Pioltello per "riparare" il binario della linea per Milano).
    In vista delle prossime elezioni amministrative, regionali ed europee sarebbe bene premiare Quelli del Si a misure drastiche di incremento delle entrate pubbliche.
    Come?
    1. combattendo l'evasione fiscale e il lavoro nero.
    2. ratificando nuovi accordi con il Vaticano perché anche la Chiesa paghi almeno una parte delle tasse che valgono per tutti gli altri.
    3. reinvestendo gli utili delle Multiutility in investimenti strategici.
    4. unificando le aliquote delle imposte per tutti i Paesi comunitari.
    Possibile?

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  3. Io dico che c'è coerenza.
    Tuttinauto questa è la linea di imprenditori e PD.
    Per questo si riducono i trasporti pubblici.
    Le stazioni di Castello, Ozzano e San Lazzaro sono state tagliate negli orari pomeridiani dal 9 dicembre.
    Così i pendolari sono costretti a prendere i bus 94 o 101, sempre sovraffollati.
    Però la Regione incentiva la rottamazione dei veicoli e chiede il Passante di Bologna più la complanare nord da Castello a Bologna.
    Ma così l'aria pessima di questi anni può migliorare in futuro?
    L.

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    1. No. Con le scelte praticate e sostenute in Regione Emilia Romagna l'aria resterà pessima a lungo (il primo giorno del 2019 è cominciato malissimo, con PM10 ovunque oltre i limiti di Legge).
      Servono - qui e in Italia - politiche e processi partecipati di conversione ecologica dello sviluppo e degli investimenti. Atti concreti possibili. La sfida continua.
      Gianni

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  4. Oggi, buon Natale!
    Domani medito.
    Poi forse scrivo ....
    s.

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  5. Buone Natale a te e a tutti quelli che collaborano qui con scritti e foto che arricchiscono le conoscenze. Buone festività a tutti i commentatori che esprimono pareri più o meno condivisibili, ma mai insulti.
    Buon Natale anche a quegli amministratori locali che insistono su progetti che è giusto contrastare (vedi il nuovo quartiere ai Prati di Caprara e il Passante di Mezzo).
    Buone feste alle poche donne (!) e ai molti uomini (?) che siedono in un Governo che pochi riconoscono come "nostro", ma che molti vorrebbero "del cambiamento" ben oltre quanto fin qui proposto (il TAP, il Terzo Valico, i condonini, il Passantino di Bologna) e senza le chiusure razziste (alla Salvini) a chi cerca solidarietà.
    A pancia piena e senza lo stress del lavoro quotidiano, siamo tutti più sereni e tolleranti. Buon Natale!
    BiBi

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    1. Probabilmente a pancia piena e rilassati si è più propensi ad ascoltare gli altri e a confrontare argomenti ... (ma non sempre)
      Gianni

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  6. Esistono alternative oggi, vere reali democratiche , a quelli del SI oggi in Italia .
    Io non ne vedo .
    Buon Natale
    Ciao
    G.

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    1. Mi pare un approccio pessimista.
      Si vivono anche periodi così ...
      Però mai perdere il gusto di approfondire, confrontarsi, riflettere, capire le ragioni degli altri.
      Nel merito.
      Se Quelli del Si sentono il bisogno di alzare la voce e scendere in piazza (non è loro abitudine farlo) forse sono davvero preoccupati e vedono i loro interessi particolari in discussione ...
      Quindi "alternative" sono in campo, sono quantomeno potenziali.
      Forse non ci convincono, in assoluto o in parte. Ma perché negare che la situazione è in movimento ed aperta a sviluppi nuovi?
      Perché non inserirsi e prendere iniziative? Perché non spostare ulteriormente i rapporti di forza verso obiettivi considerati più "veri, reali, democratici"?
      Gianni

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  7. A Quelli del Si rispondono altri Si. Basta vederli e volerlo.
    Ci sono le grandi catene dei Supermercati (Esselunga, Coop, Lidl, Spar, Ali) ma c'è anche Camilla. La piccola e preziosa esperienza aperta in San Donato. Premia i produttori e i consumatori associati. È fatta di veri socie e soci, che vivono di volontariato e reciproca solidarietà.
    Poi si diffondono le bici e le auto condivise. Ancora embrioni di una mobilità alternativa che dovrà crescere con pratiche virtuose di trasporto pubblico più efficiente come in tante città del Nord Europa.
    Ripeto. Vediamo ciò che cresce, non solo ciò che è noto e tradizionale.
    Buon Santo Stefano!
    Raffa

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    1. Si, piccole esperienze crescono. Vanno coltivate e verificate.
      Ma la cosa peggiore è non vedere i movimenti e le novità in atto. Ed intervenire, con impegno e lungimiranza.
      Gianni

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  8. Concordo con Barbara Spinelli sul fatto che l'Europa ha bisogno di politiche più espansive. Purtroppo lo scontro sulla manovra italiana ha portato proprio a ridimensionare i già ridotti investimenti per lo sviluppo del Governo Conte.
    Di questo passo non si determina certamente quella conversione ecologica di cui tu parli e che tanto sarebbe necessaria per tutti. Se si riducono le risorse per i trasporti pubblici come si rende la mobilità più sostenibile? Se non si destinano più soldi per la messa in sicurezza di borghi e città come si riducono i rischi sismici (vedi Catania) ?
    Per questo però vorrei discutere quello che considero il grande tema del 2019.
    Se questa Europa (a maggioranza popolare e socialista) e questo Governo (populista e nazionalista) non sanno fare le scelte giuste, come e chi può determinare la svolta necessaria?
    C'è da essere pessimisti e bona le? O vogliamo provare a individuare nuove maggioranze e alleanze?
    Pensatori del secolo scorso avrebbero detto un blocco storico alternativo.
    Spero se ne discuta. Con il ritorno di Ale Di Battista tra i 5 Stelle. Con il Congresso del PD. Con la ricerca di una nuova sinistra. Con le amministrative e le regionali di primavera. Con il rinnovo del Parlamento europeo.
    Se non ora, quando?
    Ciao!

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    1. Ora! Prima che "i giochi" siano fatti.
      Misurandosi fino in fondo con i grandi problemi del nostro tempo, con la vita persone che vivono le Città storiche e le Periferie.
      Costruendo progetti credibili di cambiamento sociale e politico.
      Non è certo questo il tempo di assistere ed aspettare inerti ... (mangiando pop corn o patatine)
      Gianni

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  9. Puntualissimo, questo post!
    Con quella prima foto. Domanda. Quando è stata scattata?
    Perché risulta che il giorno precedente, venerdì 21 dicembre il Sindaco sia montato sul People Mover con l'assessore regionale Donini e l'ingegnera Finzi di Marconi Express e dopo avere impiegato meno di 7 minuti dalla Stazione FS all'Aeroporto abbia esclamato: ho visto la #Bolognadelfuturo.
    Ecco i soliti privilegiati!
    Senza spendere neppure 8,5 euro hanno già viaggiato nella Città che verrà senza fare uscire alcuna indiscrezione: il Passante di Mezzo è stato realizzato? Auto e TIR scorrono veloci e senza code? Gli incidenti si sono ridotti? I 140 ettari di verde sono stati piantati? Le Pm10 e gli No2 sono entro i limiti di Legge? E, Bonaccini, è sempre al suo posto?
    Sic

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    1. La foto di apertura del People Mover è stata scattata nei primi giorni di dicembre.
      Quanto alla Bologna del futuro è difficile che un Partito che nega il passato e che non legge il presente possa vedere correttamente il futuro.
      Gianni

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  10. Ho il dubbio che qui si trattino Quelli del si come si trattasse di un solo nuovo partito. Il che non torna utile ed è anche un cattivo servizio a risolvere le contraddizioni che manifesta questa maggioranza. L'esempio della manovra approvata senza discuterne in Parlamento è solo un bruttissimo segnale dello sgarbo istituzionale verso gli eletti del popolo.
    Non sarebbe il caso di pensare tutti quanti a come uscire prima possibile da contrapposizioni propagandistiche e vedere che un conto è dire si al TAV ed altro è dire si alla Strada Pedemontana Veneta? un conto è impegnarsi a costruire case popolari e altro è consentire nuovi insediamenti alla grande distribuzione?
    Antonio

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    1. Certo, Quelli del Si non sono un partito.
      Né sono più partiti che, insieme, costituiscono una maggioranza politica di italiani. Almeno fino a prova contraria. Si vuole fare un referendum? Avanti.
      Semmai sono "interessi" economici differenziati; un sistema di potere ed una "visione" dello sviluppo entrata irrimediabilmente in crisi (per ragioni ambientali e sociali).

      Certo, occorre considerare e valutare ogni singola "grande opera": le linee e gli investimenti in Ferrovie (TAV, reti interregionali e locali) non sono tutte uguali e prioritarie. Così le infrastrutture e le costruzioni.
      Servono case popolari, per i ceti sociali meno abbienti? Si. Ma si pratichino esperienze di rigenerazione urbana (a Bologna, molte centinaia di immobili sono sfitti, abbandonati) non consumo di suolo pubblico vergine (come ai Prati di Caprara).
      Quanto ad autostrade e supermercati siamo da tempo alla saturazione. Un altro sviluppo sociale e civile è possibile e maturo. Da praticare, ora. No?
      Gianni

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    2. Ragionando così ci si può anche intendere.
      Ma questo modo di affrontare le questioni non è di tutti.
      Prevale quasi sempre il muro contro muro. Senza mai uscire dalle rispettive convinzioni. Le mediazioni non esistono.
      E in questi casi vedo solo una soluzione democratica: fare pronunciare le comunità interessate. Ogni cittadino, correttamente informato, si pronunci sulla scelta A, B o C. No?
      Antonio

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  11. Ricevo e trasmetto per opportuna conoscenza.
    M.

    "Abbiamo appreso dalla stampa la notizia delle dimissioni dell’Ing. Helmuth Moroder da Amministratore unico della SRM, Società Reti e Mobilità srl, cioè l’Agenzia che presiede alla mobilità e ha funzioni di “regolazione e controllo” sulla corretta applicazione dei contratti di gestione del Trasporto pubblico a Bologna e nella Città Metropolitana e quindi sulle attività di T-Per e delle altre imprese private che gestiscono il servizio di bus.
    Persona adatta a un incarico così delicato, oltre che utile per la qualità del servizio che richiede competenze specifiche e una costante attenzione culturale; conoscenze tanto più necessarie a fronte degli interessi economici e finanziari in campo e della richiesta di qualità del servizio da parte dei cittadini.
    E’ quindi con sconcerto che abbiamo letto delle sue dimissioni per “mancanza di fiducia del Sindaco”.
    Conoscendo la competenza culturale e professionale di Moroder, oltre alla sua storia amministrativa, siamo ancora più colpiti che dalla stampa non risulti un tentativo del Sindaco di fare rientrare tali dimissioni, affrontando chiarimenti utili ad evitarle e ancora più necessari se fossero veri i ventilati contrasti tra SRM e le società di gestione del TPL a Bologna.
    Come cittadini che da anni si occupano della mobilità bolognese, anche con posizioni diverse, evidenziamo la nostra estrema preoccupazione per la crisi istituzionale di un ente previsto dalla LR n.30/98 e delegato con apposito Statuto
    da Comune e Provincia alla “progettazione, organizzazione, promozione del trasporto pubblico e sua integrazione con la mobilità privata”, alla “gestione delle procedure concorsuali del TPL”, con l’incarico di “controllo della attuazione dei contratti relativi”.
    Anche ai meno informati appare chiaro che quel ruolo, quale “Amministratore unico”, richiede competenze e conoscenze, oltre che relazioni, in un settore in rapida evoluzione, adeguate non solo per essere all’altezza del ruolo, ma anche e soprattutto per esercitare quell’autonomia di valutazione che stimola il confronto consapevole con interlocutori e collaboratori, interni ed esterni.
    Da quanto si è letto sulla stampa appare siano emersi conflitti con le aziende di gestione sul presente e sul futuro del TPL, futuro che prevede anche la gara per l’aggiudicazione del servizio, cioè un conflitto di potere secondo cui il “controllato vorrebbe fare il controllore”.
    E’ del tutto evidente che questa situazione non potrebbe essere accettata.
    Auspichiamo quindi che gli Assessori competenti e il Sindaco intervengano nel merito sulle ragioni della “mancata fiducia” e delle questioni più complesse e inquietanti su ruolo di SRM stessa, facendo così emergere le ragioni del conflitto che hanno portato alle dimissioni di Moroder, che certamente non erano nei suoi programmi, al fine di evitare che il ruolo dell’Agenzia venga ridotto a un “semplice passa carte”.
    La stampa informa che è già stato nominato il nuovo Amministratore.
    Al di là della persona, riteniamo che ogni decisione debba essere assunta dopo una discussione istituzionale, come già richiesta, e pubblica, per valorizzare e tutelare il ruolo autonomo, istituzionale e personale, della SRM, come del suo Amministratore Unico: Moroder riconfermato oppure persona di pari conoscenza del settore dei trasporti.

    Pietro Maria Alemagna, Lorenzo Alberghini, Matteo Badiali, Gabriele Bollini, Paola Calzolari, Sergio Caserta, Piero Cavalcoli, Andrea
    De Pasquale, Rudi Fallaci, Paolo Galletti, Fioretta Gualdi, Piergiorgio Rocchi, Sergio Salsedo, Carlo Santacroce, Paolo Serra, Maria Rosa Vittadini, Silvia Zamboni, Gian Paolo Zannoli

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    1. .... e questi sarebbero Quelli del si (secondo interesse) o Quelli del si (secondo altri interessi)?
      Comunque sia, buon fine 2018 e ottimo 2019!
      Liuc

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    2. Lo scritto di Alemagna, Alberghini e molte altre personalità mi pare sollevi una critica puntuale ed avanzi una proposta più che legittima.
      Gianni

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  12. Qui di "partecipato" ormai c'è rimasto giusto il Vecchione, e poi e poi…

    Buon Anno.

    Ryan

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    1. ... e la Befana? Pensiamo anche al futuro. Almeno a quello prossimo.
      Buon 6 gennaio!
      Gianni

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  13. Mi sono presa il tempo per meditare e per saperne di più.
    Mi sono convinta che Quelli del si seguono precisi interessi economici e non si misurano con cognizione di causa.
    Si a tutto? Pura ideologia. L'importante per loro non è fare per risolvere problemi. Bensì fare perché così si avanza. Più PIL, più occupazione, più consumi, più modernizzazione. L'esperienza ci dice che la crescita quando non è logica e sensata può determinare grandi problemi ambientali e sociali.
    Lo smog, ad esempio. E la congestione del traffico.
    Molte delle immagini proposte lo confermano. Si costruiscono supermercati che causano conseguenze di vivibilità nei quartieri periferici già gravati.
    A soffrirne sono le persone. Tutte le persone.
    Oggi lo smog non risparmia nessuno e crea vittime innocenti.
    La sanità è in tilt. E allora forse andrebbe ripreso un concetto dimenticato: PREVENZIONE. Per farlo serve documentarsi, valutare con molte competenze, ponderare maggiormente gli effetti delle scelte.
    Non mi pare ciò che succede nei Comuni e in Parlamento (al Governo) dove si cambiano le scelte senza le dovute verifiche.
    Mi vengono in mente il passaggio improvviso dal Passante Nord a quello di Mezzo al Passantino del Ministero dei Trasporti. Oppure l'adozione di misure come i divieti alle auto diesel euro4. Oppure i condoni per Ischia nel decreto per Genova e le recentissime autorizzazioni alle trivelle per estrarre gas e petroli in territori fragili.
    Ecco, impariamo a ragionare sulle cose e a valutare senza generalizzare e confondere.
    s.

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