Report, di Rai 3, ha proposto una interessante inchiesta giornalistica sui meccanismi che regolano gli appalti Consip, quelli che dovrebbero consentire allo Stato di risparmiare sui costi di beni e servizi unificando gli acquisti ed evitando tanti piccoli e medi contratti su quantitativi modesti. Teoricamente, trattando su grandi dimensioni ed operando con economie di scala, si dovrebbero spuntare prezzi migliori ... La realtà, però, non è questa. Agli appalti di grandi dimensioni possono concorrere poche (pochissime) imprese nazionali. Se queste si accordano (e, di fatto, non competono ma fanno cartello) possono dividersi (spartirsi) i servizi ed i lavori condizionando le gare e realizzando ottimi affari per pochi soggetti e a danno di tutti (pubblico e cittadini). Secondo le testimonianze raccolte dalla redazione di Milena Gabanelli, nell'ambito dei Global Service (i servizi integrati) al patrimonio immobiliare pubblico, tra queste poche imprese ci sono Manutencoop Facility Management e il Consorzio Nazionale dei Servizi (di Legacoop, di cui sempre Manutencoop è parte).
Non è l'unica questione controversa ed agli onori della cronaca che chiama in causa le scelte e le pratiche della Cooperazione e, in particolare, del Gruppo di Zola Predosa.
La controllata Servizi Ospedalieri ha deciso di chiudere a fine anno lo stabilimento per il lavanolo e la sterilizzazione di Porto Garibaldi, nel comune di Comacchio: 115 lavoratori resteranno senza occupazione.
È chiaro l'intento di razionalizzare e ridurre i costi di una impresa che opera sul territorio nazionale e che nella provincia di Ferrara ha già la propria sede ed il proprio più importante centro di produzione.
C'è tuttavia da chiedersi se la responsabilità sociale d'impresa e un'etica cooperativa consentono di agire così.
Da un lato, spregiudicatezza nell'acquisire e, in pochi anni, chiudere una attività produttiva autonoma come era Lidi Servizi. Dall'altro, liquidare persone come "esuberi", con la tesi consueta (e tutta da verificare) che "solo così si migliorano i bilanci, si da efficienza e si tutelano numeri molto superiori".
Questa è una cultura imprenditoriale classica, tradizionale, liberista, che alle prime difficoltà rinuncia a innovare, a progettare e sperimentare, a cooperare e praticare solidarietà, riconversione e formazione, a costruire alleanze esterne per un diverso sviluppo economico e sociale.
In precedenza era stata venduta Servizi Ambientali, l'impresa del Gruppo Manutencoop che operava nel campo dei rifiuti con oltre mille dipendenti (e diverse decine di soci) ad Aimeri Ambiente, del Gruppo Biancamano, di proprietà della discussa ed inquisita famiglia Pizzimboni, amici di affari e di partito di Marcello Dell'Utri.
Anche in questo caso si è trattato di ritiro da un settore di illegalità diffuse e di tante ombre, di presa d'atto di un mercato sicuramente difficile e insano. Emerge l'abbandono di un fronte strategico (i rifiuti, l'ambiente, il recupero di materie da parte dell'intero mondo cooperativo), la sfiducia nella possibilità di riscatto democratico, una cessione "a occhi chiusi" a chi offriva economicamente di più, augurando ai lavoratori ed ai cittadini delle comunità servite, buona "avventura".
Continuano a non convincermi le letture di alcuni amici e soci, ex colleghi, sulla ineluttabilità di tutte queste scelte, sulla mancanza di alternative.
Capisco le difficoltà, le condivido volentieri ma le alternative si ricercano e si costruiscono. Mettendo in campo e in moto creatività e protagonismo di soci, lavoratori, amici e interlocutori che si individuano come alleati in quella società civile che si vuole "servire" e migliorare.
Non è questa la strada scelta in Manutencoop.
Ne sono conferma le scelte di governo della cooperativa, la cosiddetta "governance".
I circa 700 soci di Manutencoop eleggono il Consiglio di Amministrazione con voto segreto ogni 3 anni. Sei anni fa si è passati dal voto a persone con preferenza limitata al voto per lista.
La cronaca rileva che nel 2008 si presentarono 2 liste, quella del Presidente ed una seconda lista che faticò a raccogliere l'alto numero di firme necessarie per la presentazione e al voto ottenne meno consensi di coloro che l'avevano presentata. Nel 2011 la scelta è stata più semplice. Una sola lista, quella del Presidente. Con risultato conseguente.
"Le dimensioni raggiunte e gli orizzonti a cui guardiamo non possono permettere la scalata e la contendibilita della Presidenza" si è sostenuto per cambiare le regole e lo Statuto. In base a questa "cultura" si sono progressivamente allontanati e/o cambiati quadri e dirigenti protagonisti dello sviluppo e il Presidente di Manutencoop è diventato anche Amministratore Delegato di MFM, la principale società del Gruppo: controllore e controllato.
Contemporaneamente, la coraggiosa, innovativa e promettente scelta del 2005 di dotare tutti i soci di un computer per comunicare in tempo reale ed avvicinare dirigenti e base sociale è stata progressivamente abbandonata e ridotta ad un puro benefit. Come sostanzialmente è avvenuto per le attività di partecipazione organizzata e per il bilancio sociale costruito, nel 2006, su obiettivi discussi e con verifiche annuali.
Ora si va verso il superamento dell'esperienza dei soci sovventori, che raccoglievano lavoratori pensionati, familiari vicini alla cooperativa e investitori dei progetti e del rischio d'impresa.
Alcuni milioni di capitale e di prestito sociale sono oramai poca cosa a fronte delle centinaia di milioni di prestito contrattati con grandi ed esigenti finanziatori (che, prima o poi, potrebbero naturalmente trasformarsi in nuovi proprietari).
Molti hanno sostenuto che sviluppo imprenditoriale e vita cooperativa non sono compatibili. L'esempio di Manutencoop parrebbe dare loro ragione.
Sarebbe interessante avere pareri e fatti che smentiscono questa tesi e che dimostrano che più impresa e più cooperazione si può, anzi si deve per promuovere la partecipazione dei lavoratori e maggiore responsabilità sociale.
Si. Troppi dirigenti Coop curano esclusivamente gli affari.
RispondiEliminaLa ricerca di conciliare sviluppo con valori e diritti del lavoro è sempre meno praticata. In particolare dai gioielli di Legacoop.
Sarebbe tempo di affidare alcune Coop a quello che tu chiami Segretario Sindaco. Lo proverei anche come Presidente!
NiPi
Gli affari possono anche essere nell'interesse di una collettività.
RispondiEliminaDei lavoratori, dei soci consumatori ...
Non va bene generalizzare esperienze discutibili.
Non sono tutti uguali i vecchi ed i nuovi cooperatori. Ci sono cooperative sociali e culturali che praticano ben altre scelte e che sono importanti per mantenere lo stato sociale e offrire servizi.
MZ
Perché non parlare anche di chi lavora? Molto per quanto si porta a casa. Mentre i capi prendono stipendi molto alti più altri vantaggi come auto e pasti.
RispondiEliminaci dicevano che farsi soci era meglio ma cosa si guadagna? in una azienda che non ha lavori e se non fai quello che chiedono ti puntano e la vita diventa impossibile. ci sono aziende cooperative dove ce più rispetto. qui siamo così grossi che anche chi ha buone intenzioni non riesce ad avere successo. ciau
Sapete che vi dico io? Spero ci comprino i tedeschi. Con un salario minimo a 8,5 euro l'ora ed una pensione a 63 anni sarebbe una grande prospettiva!
RispondiEliminaUna Ccoperativa italiana, quando mai può garantire quelle condizioni.
G.
Cooperazione, partecipazione dei lavoratori e responsabilità sociale?
RispondiEliminaCi vorrebbero. Eccome. Ma non è cosa. Non di questa realtà.
Guardate un dato a mio parere clamoroso: quante donne e quanti lavoratori stranieri operano in Manutencoop? Quanti di loro sono presenti nel Consiglio di Amministrazione e tra i dirigenti delle Società del Gruppo?
M.
L'Impero è forte. Il Suo futuro è Assicurato!
RispondiEliminam/c
Il crollo di responsabilità sociale e di etica è diffuso. La cooperazione di Legacoop non ne è certo immune. Dal nord al sud: chi gestisce il Centro Immigrati di Lampedusa? Cooperative associate a Legacoop. Come? È sulle pagine di tutti i giornali. Riporto da Repubblica.it.
RispondiEliminaBRUXELLES - Dopo il video shock del Tg2 sul trattamento riservato ai migranti nel centro di accoglienza di Lampedusa, Legacoop Sicilia ha dato indicazione ai soci di 'Lampedusa Accoglienza', la coop che gestisce il centro per migranti, "di rimuovere e rinnovare il management attuale e di avviare immediatamente una migliore organizzazione con altre professionalità". La direzione del centro, dal canto suo, dice di non aver avuto notizie di indagini a suo carico, ma di aver autonomamente disposto la sospensione di due operatori.
"E' stato un primo provvedimento - dice l'amministratore delegato di Lampedusa Accoglienza, Cono Galipò - domani vedremo come si concluderà la vicenda". La riunione con Legacoop Sicilia, spiega, "è stata rinviata a domattina a mezzogiorno a Catania. Entro domani avremo chiarimenti".
La Legacoop oggi in una nota ha invece fatto sapere di aver "dato indicazione alle cooperative socie di Lampedusa Accoglienza di rimuovere e rinnovare il management attuale e di avviare immediatamente una migliore organizzazione con altre professionalità". Galipò, che ha detto di non essere stato avvisato della cosa, ha annunciato per stasera la riunione con l'organizzazione. I vertici di Legacoop però hanno smentito che fosse prevista per stasera una riunione. Ora il rinvio a domani. La Lega, comunque, precisa la stessa organizzazione, non può rimuovere i vertici di Lampedusa Accoglienza. Sono solo le cooperative che ne fanno parte che possono procedere in questa direzione.
Inoltre l'associazione ha promosso l'istituzione di una commissione d'indagine conoscitiva per verificare quanto accaduto nel centro di accoglienza, che si avvarrà dell'apporto di professionisti esterni, per accertare disfunzioni e responsabilità.
Il 6 dicembre su il manifesto sono state denunciate le condizioni di lavoro dei dipendenti di Manutencoop Facility Menagement impegnati nelle pulizie di Italo, i TAV di NTV di Montezemolo e Delle Valle. Lo scorso 17 dicembre l'ufficio stampa di MFM ha replicato e il giornale ha ribadito. Al di la delle singole questioni, si manifesta il sempre più difficile rapporto tra i lavoratori ed un Gruppo imprenditoriale che non riesce più a caratterizzarsi e qualificarsi come cooperativo e capace di affermare una precisa responsabilità sociale.
RispondiEliminaSarebbe utile un adeguato confronto nelle associazioni cooperative nazionali, internazionali e locali.
R.
Carissimo,
RispondiEliminaMolte tue considerazioni andrebbero approfondite con maggiori elementi di conoscenza.
La responsabilità sociale delle imprese è un principio costituzionale e in una società sana dovrebbe sicuramente essere riferimento imprescindibile per tutti, cooperatori in primis.
Sai però che il nostro paese non è quello che vorremmo, anzi è popolato da mille contraddizioni, interessi, gruppi di pressione, organizzazioni criminali ... Al governo si alternano coalizioni litigiose che fanno e disfano attenendosi a procedure rigide, lente, amministrate da burocrazie che condizionano e che non mollano potere acquisito nel tempo.
Per questo molte volte quello che sarebbe giusto non è possibile o facile da ottenere.
Chi esercita ruoli di direzione (istituzionali, imprenditoriali, associativi) si deve sempre ispirare a principi e valori alti ed equi, ma deve anche fare tornare bilanci, mantenere equilibri e rapporti complessi ...
Se il risultato è più o meno adeguato dipende spesso dalla qualità culturale, morale, di esperienza e competenza dei singoli, dei gruppi dirigenti e delle comunità di riferimento.
Questo è sicuramente un gran brutto momento.
Tu lo sai (lo scrivi ora in questo blog), altri non ancora (ma vanno capiti, debbono ancora crescere ...), qualcuno va accompagnato, prima possibile, alla pensione (con percorsi corretti e rispettosi del contributo apportato nel tempo).
L'importante è esserci, al di la dei ruoli o delle collocazioni subite o scelte ...
Continuare a confrontarsi con la passione che anima tutte le persone vere, con i diversi punti di osservazione, con le rispettive "convinzioni" ...
L'alternativa è la morte civile e della speranza di contribuire a costruire un mondo migliore.
Ciao!
Ma perché per Qualcuno ci debbono sempre essere tempi corretti e rispettosi, mentre per Gli Altri ci sono troppo spesso esigenze aziendali, necessità di bilancio, obblighi contrattuali, possibilità di licenziamento?
RispondiEliminaChi lavora per anni nei cantieri e produce ricchezza aziendale nell'interesse comune non deve avere la stessa considerazione ed uguale rispetto di chi dirige ed amministra?
Lo spirito cooperativo non è di operare ognuno nel suo ambito e con le sue capacità per garantire il comune futuro?
Non sono accettabili tra soci l'indifferenza, il cinismo, l'assenza di confronto. Soprattutto in situazioni difficili e di taglio agli organici.
Maria
Altro che cooperativa. Tu hai un ricordo del passato.
RispondiEliminaOra un centinaio di capi si riconoscono premi annui per alcuni milioni, mentre i soci lavoratori che hanno tirato la carretta e investito nella società capitale si dividono zero ristorno.
un numero
Comunque restano differenze con il privato.
RispondiEliminaUn azionista che critica il management non viene ascoltato e resta con quote di minoranza (magari svalutate). Un socio che critica la direzione non viene ascoltato e rischia di perdere il lavoro e, con questo, la piccola parte di
proprietà cooperativa (però recupera il capitale) ...
F.
D'accordo. Nella vita quotidiana di un Gruppo come quello costruito da Manutencoop è oramai difficile scorgere tratti peculiari ed originali di cooperazione e di responsabilità sociale.
RispondiEliminaMi pare comunque necessario approfondire le ragioni di questa deriva.
Propongo alcuni temi:
1. La consistenza del progetto imprenditoriale.
2. La complessità della architettura societaria.
3. L'adeguatezza e la competenza del management.
4. La compattezza e la maturità delle risorse cooperative.
5. Il difficile contesto economico ed ambientale.
6. Un mix di queste componenti e di problemi.
Antonio
Antonio, tento prime sommarie risposte.
RispondiEliminaSicuramente il contesto ambientale (politico, economico, finanziario, morale) ha inciso e condizionato lo sviluppo (l'avventura) di Manutencoop.
Le risorse cooperative (cultura ed esperienza nazionale in testa, forze interne a Manutencoop) hanno evidenziato impreparazione e immaturità (in termini di competenza, prima ancora che di patrimonio, a sostegno dei progetti messi in campo).
I progetti imprenditoriali sono risultati approssimativi, inadeguati, privi della necessaria e corretta analisi dei mutamenti di mercato e di contesto ambientale. Hanno seguito alterne sollecitazioni e orientamenti ed è mancata una adeguata e forte cultura innovativa (si pensi ad esempio a Servizi Ambientali: più attenta a seguire le occasioni "per fare business" che a proporre, costruire e praticare progetti di qualità attrattivi per cittadini ed enti locali, rimanendo, alla fine, priva di adeguati apprezzamenti) e partecipativa (dei soci in Cooperativa e dei dirigenti, quadri e lavoratori nelle Aziende del Gruppo, almeno da un certo punto in poi).
Appare difficile individuare e parlare di un vero e proprio management. Oggi, come ieri, pare più realistico parlare di una serie di manager ambiziosi e anche di qualità, mai divenuti fino in fondo gruppo dirigente effettivo, organizzato ed integrato. Troppi, continui ed innaturali ricambi di persone e di professionalità con la felice eccezione, non casuale, del Presidente - Amministratore Delegato, a cui anche la complessa "architettura societaria" si è adeguata, con qualche evidente forzatura regolamentare. Valga per tutti quello per la elezione del Consiglio di Amministrazione di Manutencoop Cooperativa, mutuato dal sistema politico elettorale italiano, oggi non a caso giudicato "incostituzionale".
Gianni
Vorrei tornare a Servizi Ospedalieri. Perché passare dalla ristrutturazione aziendale alla cessazione attività?
RispondiEliminaM.
PS.
Servizi Ospedalieri, nuova rottura e nuovo sciopero
In Regione azienda ferma sulla decisione di chiudere a Porto Garibaldi.
I sindacati hanno proclamato un nuovo sciopero di 4 ore per la giornata del 23 dicembre, dopo l’esito negativo del secondo incontro, quello di ieri, al tavolo regionale per la vertenza Servizi Ospedalieri. Incontro che ha visto l’azienda ancora una volta ferma sulla propria decisione di chiudere lo stabilimento di Porto Garibaldi.
Ora la speranza dei sindacati e dei 115 lavoratori dello stabilimento sono riposte su un eventuale, ma alquanto improbabile, ripensamento dell’azienda entro la giornata di domani (che segna il termine della prima procedura aperta da Servizi Ospedalieri per crisi aziendale), nonché sul tavolo che si aprirà al Ministero del Lavoro, dato che la stessa azienda aveva aperto una seconda procedura per la cassa integrazione straordinaria per cessata attività. L’esito dell’incontro in Regione è stato riferito questa mattina ai lavoratori dello stabilimento di Porto Garibaldi riuniti in assemblea, nel corso di uno sciopero già programmato che ha visto coinvolti anche i dipendenti dello stabilimento di Ferrara (dove si è svolto un presidio). Una rigidità, quella di Servizi Ospedalieri e della controllante Manutencoop, che ha segnato una frattura istituzionale grave (vista l’apertura di una seconda procedura prima del termine della precedente procedura per la quale era stato attivato il tavolo regionale), sottolineata anche dall’assessore regionale Muzzarelli, il quale ha richiamato l’azienda ad assumersi la propria responsabilità rispetto agli accordi assunti da Regione e associazioni imprenditoriali di categoria per affrontare la crisi.
“Anche la seconda procedura – dichiara Mauro Cavazzini della Filctem-Cgil – per noi non è corretta, essendo stata aperta per cessata attività quando in realtà si tratterebbe di una ristrutturazione aziendale. Come è stato fatto presente dall’assessore Muzzarelli, sarebbe la prima azienda che chiude uno stabilimento pur avendo un bilancio positivo. Dunque, se si vuole discutere di riorganizzazione i sindacati sono disponibili, persino a ragionare sul ridimensionamento del sito produttivo in questione. Fra l’altro anche la Provincia, presente all’incontro con l’assessore Ferri, si è detta disposta a trovare soluzioni logistiche anche diverse da quella attuale per lo stabilimento di Porto Garibaldi. Tutto fuorché la chiusura. Ed è strano che Servizi Ospedalieri non ragioni su questo e preferisca invece mantenere attivo fino al 2017 l’affitto dello stabilimento sulla Romea, nonostante la decisione di chiudere il 31 dicembre, che ha un costo di 28mila euro al mese”.
Dura anche la reazione del Comune di Comacchio, presente ieri all’incontro con sindaco e vice sindaco, che in un comunicato inviato alla stampa dalla segreteria del sindaco definisce “stucchevole” la decisione dell’azienda di una “chiusura preventiva”
A proposito di Servizi Ospedalieri Vi riporto un aggiornamento.
RispondiEliminaCiao
t.
Scongiurata la chiusura dello stabilimento di “Servizi ospedalieri” di Porto Garibaldi prevista per il 2 gennaio. I sindacati non cantano ancora vittoria. L’annuncio è arrivato questa mattina durante l’incontro pubblico a Comacchio.
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Sospeso l’iter di chiusura degli impianti della “Servizi ospedalieri” come chiesto dalle parti durante lo scorso incontro in Regione. Una notizia attesa da settimane data dalla Presidente della Provincia di Ferrara, Marcella Zappaterra, durante l’incontro a palazzo Bellini sulla vertenza dello stabilimento di Porto Garibaldi.
Scongiurata quindi per ora la chiusura dell’azienda in cui lavorano 115 lavoratori, quasi tutte donne. In mattinata, alle 11, dipendenti e sindacati erano presenti sotto il Municipio di Comacchio durante il presidio in cui hanno incontrato il sindaco Marco Fabbri.
Poi, alle 12, ha preso il via l’incontro in cui la Presidente Zappaterra ha annunciato il rinvio della chiusura. Secondo Mauro Cavazzini della Cgil, gli impianti a partire da gennaio andranno a regime ridotto come già stava succedendo.
“Però ora ci si può confrontare su soluzioni alternative alla chiusura” sostiene Cavazzini “e la trattativa reale con la dirigenza di Manutencoop inizia adesso”. L’obiettivo ora sarà discutere su un piano industriale che preservi il lavoro nello stabilimento.
Anche il Comune di Comacchio e il sindaco salutano il segnale positivo annunciato in mattinata.
Per documentazione suggerisco gli auguri del Presidente di Manutencoop per le festività 2013 e il nuovo anno. Su:
RispondiEliminahttp://www.webambiente.it/video40.asp
Ecco le news dal quotidiano on line Ferrarese Estense.com.
RispondiEliminaM.
Porto Garibaldi. Doccia fredda, nel pomeriggio del 31 dicembre, per i dipendenti dello stabilimento a Porto Garibaldi di Servizi Ospedalieri. Solo una settimana prima erano giunte le rassicurazioni da parte di Vasco Errani e della Regione, secondo cui l’azienda aveva congelato la chiusura degli impianti per rimandare tutto alla trattativa nelle sedi istituzionali, ma proprio alla vigilia del nuovo anno Manutencoop ha nuovamente cambiato i suoi piani mandando ai propri dipendenti una comunicazione che smentisce, almeno in parte, le buone notizie di pochi giorni prima.
Oltre a dare informazione sugli orari di servizio per i reparti di sartoria, magazzino e manutenzione, la lettera spiega infatti che “si effettuerà, anche per ragioni tecniche, una sospensione delle restanti attività a partire dal 1° gennaio 2014. A tutto il personale nei reparti non soggetti a prosecuzione dell’attività saranno riconosciute le spettanze secondo la normativa applicabile”. Buona parte dei reparti resterà quindi ferma fino a nuovo ordine, o fino a quando la trattativa sindacale ne sancirà la definitiva chiusura. Il tutto mentre molti dipendenti temono che intanto l’azienda cominci già a smontare gli impianti di Porto Garibaldi per trasferirli in altri centri, rendendo di fatto quasi superflua la trattativa che si appresta a nascere.
“Ci siamo recati stamattina allo stabilimento – spiega il segretario Uilcem Michele Mazzolenis -: lo stabilimento è aperto per chi deve lavorare e non ci sono fermi ai cancelli. Ma l’arrivo di questa comunicazione il 31 dicembre, quando avevamo fatto appena il giorno prima l’assemblea sindacale, sembra fatta apposta per abbassare la credibilità delle parti coinvolte. Ci siamo subito attivati presso le istituzioni perchè convocassero un incontro urgente in Regione”.
I sindacati Filctem, Femca e Uiltec hanno quindi inviato una lettera ai dirigenti di Manutencoop e dello stabilimento comacchiese, chiedendo di sospendere la decisione in attesa del confronto in Regione e affermando di aver già sollecitato l’intervento delle istituzioni pubbliche. Mentre in un comunicato sindacale interno, invitano i dipendenti “a confermare la loro immediata disponibilità alla prestazione lavorativa a partire dal giorno 02 gennaio 2014 rispettando gli orari in essere antecedentemente a tale ordine di servizio”, dal momento che nella decisione dell’azienda “non sono esplicitate le caratteristiche e le ragioni di un cambio delle stesse e non c’è stato un confronto preventivo richiesto dalle norme di legge e contrattuali vigenti”.
Anche la Provincia intanto prende posizione sulla vicenda. “Siamo rimasti stupiti di fronte a questa comunicazione – afferma la presidente Marcella Zappaterra – e ci siamo subito attivati per un incontro in Regione, che dovrebbe avvenire il 9 gennaio. Speriamo che in questa sede si apra un confronto serio e costruttivo”. I dipendenti per i quali è prevista la sospensione delle attività verranno comunque regolarmente retribuiti fino a quando un accordo sindacale non farà luce definitivamente sul loro futuro nell’azienda. Ma per i lavoratori di Porto Garibaldi la richiesta di cassa integrazione sembra un’ipotesi sempre più concreta.
Ancora un aggiornamento. Buon anno!
RispondiEliminat.
Sembrava essersi rasserenato il clima all’interno dello stabilimento “Servizi ospedalieri” di Porto Garibaldi dopo le rassicurazioni emerse dal tavolo in Regione del 23 dicembre. Allora infatti la dirigenza bloccò la decisione di chiudere l’attività nel 2014.
All’alba del nuovo anno però, il 31 dicembre, è uscito un ordine di servizio in azienda col quale è stato comunicato il blocco delle attività in alcuni reparti. Dal 2 gennaio infatti sono tornati in funzione i reparti di sartoria, manutenzione e magazzino mentre gli altri sono rimasti fermi.
Chi è rimasto a casa, precisa la comunicazione dell’azienda, verrà comunque retribuito fino a quando un accordo sindacale non farà luce definitivamente sul loro futuro nell’azienda.
Ma questo non è bastato ai lavoratori che il 31 dicembre si sono trovati spiazzati. Subito i sindacati si sono mobilitati. Nel frattempo, i dipendenti che non lavoravano, disorientati da questa decisione, giovedì hanno organizzato un piccolo presidio e un’assemblea.
Le sigle sindacali, sostiene Mauro Cavazzini di Cgil, hanno subito inviato una lettera di sollecito alle istituzioni per convocare un tavolo in Regione. Poche ore dopo, è arrivata la convocazione da parte dell’assessore alle attività produttive, Muzzarelli: un nuovo incontro insomma in cui si ragionerà sul piano industriale e sulla riorganizzazione interna del lavoro.
“Il 9 gennaio alle ore 12”, continua Cavazzini, “faremo di tutto per evitare la chiusura totale dello stabilimento e si cercherà congiuntamente di mantenere l’operatività alla Servizi ospedalieri”.
Manutencoop è anche donna.
RispondiEliminaA curare il patrimonio pubblico e privato ci pensano soprattutto donne.
Ospedali, scuole, uffici comunali o regionali ... Vestiario e ferri chirurgici.
Le donne sono la maggioranza sui luoghi di lavoro.
Ai posti di comando invece non ce ne sono. Più si sale nella gerarchia aziendale meno se ne trova.
La cooperazione non è anche promozione delle persone, valorizzazione delle professionalità delle lavoratrici, parità di genere?
Barbara
L'inchiesta di Roma con gli arresti eccellenti di Manlio Cerroni e c. evidenzia che il campo dei rifiuti è un buco nero, che intreccia affari legali e illegali dal difficile confine. Come i fatti e le indagini sulla terra dei fuochi in Campania e al Nord.
RispondiEliminaCredo che Manutencoop abbia fatto bene ad uscire dal settore, vendendo Servizi Ambientali.
Ciao!
Antonio
Ho consultato i dati riportati nell'ultimo interessante Bilancio Sociale.
RispondiEliminaSono una conferma di quanto sostenuto da Barbara.
Le donne sono il 64%.
Ma la percentuale cambia: le operaie sono il 67%, le impiegate calano al 41%, le dirigenti sono solo l'11% del totale.
Nel Consiglio di Sorveglianza tra i 9 componenti non ci sono donne.
Così nel Consiglio di Gestione: 0 (zero) donne su 11.
Veniamo alle considerazioni di Antonio.
La questione Servizi Ambientali e rifiuti è sicuramente molto complessa e controversa.
Manutencoop, per due decenni, ha investito e ha anche perso risorse.
In termini di responsabilità sociale d'impresa non sono convinto della scelta di vendere ad un soggetto imprenditoriale con le caratteristiche di Aimeri - Biancamano: per i soci ed i lavoratori di Manutencoop, per le comunità e le istituzioni con cui MSA aveva contratti. Vedo problemi delicati e seri di solidarietà (tra lavoratori e cooperatori) e di affidabilità (passare da Manutencoop ad Aimeri per amministratori e cittadini non è irrilevante).
Ma, oltre a Manutencoop, questa vicenda chiama in causa Legacoop e l'intero movimento cooperativo.
Non vale la pena investire e qualificarsi in un settore così strategico per lo sviluppo, l'economia, l'ambiente e la democrazia del nostro paese?
Affermare una diversa (sociale e sana) imprenditoria anche nel campo degli impianti di trattamento, recupero e smaltimento in sicurezza delle materie e dei rifiuti?
Differenziando gli ambiti di intervento rispetto a quelli tradizionali (consumo e costruzioni) e a quello finanziario - assicurativo.
Sono convinto che si sarebbero trovati moti interlocutori attenti ed interessati tra coloro (tanti) che chiedono un cambio di strategie, di politiche e di gestori.
L'esperienza e l'organizzazione di Manutencoop e di Servizi Ambientali potevano essere un patrimonio prezioso e da valorizzare (mantenendolo in ambito cooperativo).
Gianni
Ho ho l'impressione che tu dai per scontato ciò che non è.
RispondiEliminaLegacoop ed il movimento cooperativo non sono un sistema coordinato, diretto da una sola mente collettiva e dotata di risorse infinite ...
Antonio
Direi piuttosto che il focus è stato acceso in altra direzione.
RispondiEliminaQuanto ha investito la Cooperazione Rossa in UNIPOL?
BiBi
Se vogliamo essere precisi tra i soci Manutencoop vi è una lieve prevalenza maschile, mentre in Consiglio di Amministrazione della Cooperativa le donne sono 7 (sette) su 17.
RispondiEliminaD.
D. ha ragione. Lei fa riferimento a Manutencoop Società Cooperativa, che conta: sui 643 soci di fine 2012 (dati del Bilancio Sociale) il 46% di donne e in Consiglio di Amministrazione il 41% di donne. Io facevo riferimento alle Società del Gruppo e a MFM.
RispondiEliminaAd Antonio rispondo che conosco Legacoop. So che si tratta di una associazione di imprese sociali anche molto diverse tra loro. Ogni cooperativa decide per se e i fondi comuni non sono illimitati e sempre molto contesi.
Tuttavia ci sono rapporti solidi, di potere e di corresponsabilità tra diverse realtà. Intrecci che si possono cogliere anche leggendo i nomi di diversi Consigli di Amministrazione e di Sorveglianza (tra cui quello di MFM).
Non do nulla per scontato. Ma proprio nulla e cerco sempre di capire le dinamiche e le scelte.
Purtroppo la sensazione è che nella cooperazione permanga una eccessiva staticità, prevalga sempre una logica di conservazione rispetto ad una domanda sociale che esige un forte cambiamento. Nel post Coop. Sei tu? dello scorso 13 settembre ho provato anche di entrare nel merito (prendendo spunto da una intervista del Presidente di Legacoop Bologna). Continuo a pensare che una impresa cooperativa forte e responsabile che opera nel campo della raccolta, del trattamento, del recupero, dello smaltimento sano e sicuro "dei rifiuti" sarebbe di fondamentale interesse per i cittadini, le comunità locali, i lavoratori del settore, le Istituzioni e le Aziende pubbliche (a cui affido un carattere strategico per la difesa dell'ambiente e dell'ecosistema, contro gli irresponsabili progetti di privatizzazione del settore). Per questo non ho apprezzato la decisione di vendere Manutencoop Servizi Ambientali ad Aimeri ed al Gruppo Biancamano. Avrei preferito rimanesse una azienda a controllo sociale e cooperativo.
Purtroppo, credo che anche BiBi abbia ragione. Le scelte di questi anni, hanno privilegiato altri settori ed attività. Forse più tradizionali e meno innovativi, sopratutto per il lavoro e la democrazia.
Gianni
Ci sono cose che non capisco o mi sfuggono.
RispondiEliminaPerché una azienda ne compra un'altra se poi non gli serve e la chiude?
A Porto Garibaldi ora pare si vogliano impegnare a ricollocare le lavoratrici all'interno di Manutencoop. Ma che soluzione è? Si va a lavorare da Comacchio allo stabilimento di Ferrara o a Bologna nelle pulizie per 900 euro?
Perché se una azienda non può garantire un servizio concorre a partecipare ad un appalto? È il caso di Manutencoop nelle scuole venete di cui parla Nuova Venezia.
M.
Nb.
Manutencoop replica e attacca lo Stato
Promessa al Ministero: ci impegnamo a interventi straordinari, ma senza ulteriori stanziamenti non possiamo farcela
scuole sporche manutencoop istruzione
di Francesco Furlan
«La scuola pulita non è oggetto del contratto». Cioè: la società Manutencoop che ha vinto il lotto per le pulizie delle scuole di Veneto e Friuli non è tenuta a garantire livelli minimi di pulizia tali da permettere il regolare svolgimento delle lezioni? «Noi facciamo ciò per il quale ci siamo impegnati in base ai soldi che sono stati stanziati dal ministero» che poi vuol dire pulire i bagni, dare una spazzata qua e là e svuotare i cestini. Lavare i pavimenti, i tavoli delle mense? Non c’è tempo. È in queste battute di Claudio Levorato, presidente della società bolognese la chiave di volta della vicenda kafkiana che sta colpendo la scuola veneziana.
La difesa. Ieri la società ha rotto il silenzio della scorsa settimana, per dire che, con il presidente e con il direttore dell’area Nord-Est Giuliano Di Bernardo, non ci sta ad essere additata come l’unica responsabile della situazione che si è creata in città, particolarmente critica in venti istituti e per spiegare che, pur non essendo un’opera pia, è disposta a fare la sua parte. «Ci siamo impegnati, a nostre spese, a lavori straordinari di pulizia, e a collaborare con i dirigenti per risolvere i problemi entro il 22 gennaio, e se non ci riusciremo siamo disposti a pagare il conto, qualora fosse accertato che le responsabilità sono nostre, cosa che al momento non è stata accertata» dice Levorato, sottolineando che «non sarà possibile uscire da questa situazione senza una revisione, da parte del ministero, dei fondi assegnati agli istituti, attualmente insufficienti e squilibrati». Dopo la pulizia straordinaria e il ripristino di una situazione di normalità il problema continuerà quindi ad aggravarsi, se il ministero non provvederà a incrementare i fondi destinati alla pulizia, che permetteranno ai dirigenti di chiedere maggiori interventi. «Dopo una settimana di attacchi non ci stiamo» aggiunge Levorato «a fare la figura di quelli che hanno la colpa di tutto».
L’appalto. Manutencoop ricorda di aver vinto in primavera la gara per Veneto e Friuli del bando di Consip - la società del Ministero dell'Economia e delle Finanze che si occupa dell’acquisto di beni e servizi - con un plafond previsto di 93 milioni e 800 mila euro, di aver firmato il contratto a novembre, e di essersi trovata con una legge finanziaria che a dicembre ha previsto uno stanziamento effettivo di 32 milioni 957 mila euro. «Con questi soldi» accusa la società «non si va da nessuna parte». Ulteriori fondi sono stati previsti da un emendamento alla Finanziaria, e in questi giorni stanno arrivando le comunicazioni ai presidi, ma non in misura tale da garantire i servizi di pulizia che c’erano fino al 31 dicembre. È stato a fine dicembre negli incontri con le addette alle pulizie delle cooperative uscenti per far firmare loro il contratto - senza però che ci sia stato un accordo sindacale - che i dirigenti della società si sono resi conto di quanto sarebbe accaduto, con i drastici tagli degli orari di lavoro, ridotti, in base ai soldi stanziati, anche di due terzi. «Come faremo a pulire in otto ore ciò che prima pulivamo in ventiquattro?» si chiedevano le donne. «Fate quello che potete». A monte ci sono i criteri utilizzati dal ministero per l’assegnazione dei fondi ...
Senza parole o tutti in ferie?
RispondiEliminaM.
Ps. Continuo ad aggiornare.
Scuole sporche, ancora proteste: genitori in strada a Favaro
Settimana decisiva per risolvere la questione dei tagli alla pulizia delle scuole. Manutencoop vuole aumentare le ore di lavoro: faccia a faccia con i sindacati
MESTRE - «Protestiamo contro le carenze igieniche delle scuole». Questa mattina a scendere in strada per protestare sono stati i genitori dei bambini della scuola elementare Valeri di Favaro, che hanno lasciato fuori delle aule i bambini. Una protesta che si aggiunge alle tante avviate dai genitori la scorsa settimana. Perché anche se in alcune scuole le condizioni igieniche di aule e mense stanno migliorando, la questione resta sotto osservazione, soprattutto in vista dell’incontro convocato per giovedì dalla prefettura e che servirà per fare in modo definitivo il punto della situazione dopo gli interventi di pulizia straordinaria avviati dalla Manutencoop in collaborazione con i dirigenti scolastici.
Come noto la questione riguarda 159 istituti veneti su 612, di cui 65 in città e provincia: 20 quelli in cui la situazione è più critica, come emerso anche dalle numerose ispezioni dei tecnici dell’ufficio Ambiente dell’Asl, l’ultima delle quali, alla scuola elementare Mameli di Dese, ha portato alla chiusura della scuola per questa mattina, per poter pulire la mensa. La campanella che riporterà i circa 120 bambini in classe suonerà oggi alle 13.30. Nella relazione del Dipartimento di prevenzione dell’Asl 12 si legge che «in carenza di interventi di pulizia straordinaria non sussistono le idonee condizioni igieniche per l’uso dei refettori». Per questo il dirigente ha deciso di chiudere. «Aspettiamo di vedere come andrà nei prossimi giorni» dice Francesca Berton, una rappresentante dei genitori «ma è chiaro che se non saranno garantite condizioni di igiene la nostra mobilitazione non si ferma».
Settimana decisiva anche sul fronte sindacale. Manutencoop, secondo fonti sindacali, ha già chiamato una manciata di addette alle pulizie per riscrivere i contratti, aumentando le ore di lavoro, e quindi di pulizia delle scuole. «Si stanno facendo buoni passi avanti» dice Cinzia Gatto, della Filcams Cgil «ma bisogna arrivare alla revisione, aumentando il monte ore di lavoro, di tutti i contratti stipulati con le 600 lavoratrici». Dopo la riunione di venerdì scorso convocata dalla Provincia, e che si è conclusa con un verbale d’accordo, sono due gli appuntamenti di oggi.
In mattinata nella sede di Mestre della Manutencoop ci sarà il faccia a faccia tra i vertici della società di pulizie e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali mentre nel pomeriggio le due parti si rivedranno di nuovo alla direzione regionale del lavoro, incontro al quale parteciperanno anche i rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale, dal quale le parti attendono l’annuncio dell’impegno, da parte del ministero dell’Istruzione, dell’effettivo stanziamento delle risorse aggiuntive per garantire scuole pulite almeno fino alla fine febbraio, così come previsto da un emendamento alla legge di Stabilità.
Le somme integrative sono arrivate solo in alcune scuole. Molti dirigenti intanto - che sopportano con fatica i vincoli dell’appalto Manutencoop perché molto più rigido rispetto al precedente nell’organizzazione dei turni e degli spazi da pulire - stanno scegliendo anche strade alternative. Il dirigente dell’istituto San Marco ad esempio ha annunciato l’altra sera nel corso della riunione del consiglio d’istituto di aver chiesto il supporto di tre lavoratori socialmente utili che possano affiancare il lavoro di addette alle pulizie e bidelle statali, alcune delle quali si rifiutano però di fare le pulizie perché sono compiti che - spiegano - per contratto non spettano a loro.
20 gennaio 2014
M. senza autorizzazioni e ruoli, non essendo in ferie, tento due risposte alle tue domande.
RispondiElimina1. un'azienda può acquistarne e poi chiuderne un'altra semplicemente per eliminare un concorrente, ridurre il pluralismo e determinare con più libertà o addirittura imporre i prezzi desiderati per i servizi prestati o i manufatti prodotti.
2. Per un'azienda concorrere ad un appalto e vincerlo anche abbassando i prezzi è un primo passo. Quello successivo è ri-contrattarlo con la stazione appaltante per risolvere problemi insorti attraverso la revisione e l'aumento delle risorse preventivate ... Così da accrescere lavoro, margini e/o profitto.
Non so se mi sono spiegato.
Ciao!
Anche il Corriere ha scritto.
RispondiEliminaNe esce una fotografia più nitida. Almeno a mio parere.
Se ben capisco, la vicenda evidenzia il legame che unisce contratto sottoscritto - risorse messe a disposizione - lavori da fare.
Resta fuori la qualità dell'igiene, oggi oggetto del contendere.
Maria
VENEZIA - Invece che migliorare, peggiora. O, meglio, si allarga. L’allarme igiene, dopo essere rientrato nelle prime scuole che hanno lanciato il segnale (la Grimani di Marghera e la Leopardi di Mira) colpisce ora tutte le altre. Già mercoledì sono altre 10 le scuole veneziane che chiudono prima. Niente attività pomeridiane alla Parolari, Munaretto, Fermi, Marconi, Trivignano, Villa Medico di Zelarino e alla Don Milani, Mary Poppins e Filzi di Mestre. La ragione? Impossibile tenere aperta la mensa e contemporaneamente pulire le aule. I numeri crescono giorno dopo giorno e le pulizie di «tamponamento» dei lavoratori di Manutencoop (la coop che ha l’appalto per la pulizia di 151 scuole in Veneto, ndr) servono solo a riaprire le scuole che hanno già chiuso nei giorni scorsi. Mentre nuovi «buchi» del servizio si aprono altrove. Una situazione esplosiva, anche a livello sociale. Che ha spinto il ministero dell’Istruzione a chiedere a Manutencoop un incontro urgente per il 15 gennaio.
Intanto, in Veneto, i genitori sono infuriati, e più di un circolo didattico nei prossimi giorni li vedrà davanti all’ingresso con striscioni simbolici o nelle aule a pulirle con scope e ramazze. Sono rimasti a casa i bambini della Rodari di Marghera e della scuola Don Bosco di Ca’ Sabbioni, mentre le pulizie «fai da te» sono cominciate a Venezia, alla Manzoni, alla Zambelli, alla Canal e alla Diaz. Non sono da meno le proteste dei sindaci. Due gli incontri programmati: Alvise Maniero, sindaco di Mira, sarà in piazza San Nicolò con alunni, genitori, amministratori locali, e Andrea Follini, sindaco di Marcon, sarà all’istituto don Milani alle 8.20. «Noi siamo parte lesa è una situazione inaccettabile - dice anche Tiziana Agostini, assessore all’Istruzione del Comune di Venezia dopo l’incontro all’istituto Colombo di Chirignago - chiederò al sindaco di chiudere tutte le scuole in queste condizioni».
L’incontro di Manutencoop con i sindacati regionali ha aperto però delle strade possibili. «La ditta si è detta disposta ad aumentare le ore dei contratti dei lavoratori a fronte di un aumento di richiesta da parte delle scuole» dice Margherita Grigolato. Il problema, però, è che per «ordinare» più ore di pulizia le scuole dovrebbero avere più soldi. E nonostante l’emendamento alla Legge di stabilità inserito all’ultimo minuto, sembra che i finanziamenti non siano arrivati tutti. Almeno non ancora. Qualcuno è corso ai ripari. Il sindaco di Noale ha stanziato 2.500 euro per le sue scuole e anche la Municipalità del Lido ha stanziato mille euro incaricando la cooperativa «Il Cerchi» che da ieri ha già preso le scope in mano. In questo senso sono tutti in attesa. I lavoratori, che chiedono di riavere l’orario intero, la ditta per partire con le pulizie, i sindaci e l’ufficio scolastico per avere il servizio di pulizia a un livello decente. E naturalmente i bambini.
Ok Anonimo.
RispondiEliminaForse la tua risposta risulta logica.
Mi impegno a seguire gli sviluppi.
Oggi scrive un pezzo la Voce di Venezia.
Ve lo propongo.
M.
Fumata nera sul fronte accordi tra Manutencoop, sindacati, rappresentanti della Direzione regionale del Lavoro e dell’Ufficio scolastico regionale. Le addette alle pulizie non ci stanno e preferiscono aspettare le singole richieste delle scuole, prima di firmare dei contratti.
Durante l’incontro tenutosi ieri, i sindacati (Cgil, Cisl e Uil), avevano chiesto che le dipendenti di Manutencoop potessero ottenere gli accordi, ma facendole lavorare per lo stesso numero di ore assegnate in precedenza.
In ragione delle difficoltà registratesi nelle ultime settimane nelle scuole del veneziano e per non aver ricevuto segnali positivi dal Ministero dell’Istruzione, per quanto riguarda i fondi da investire, Manutencoop non ha accolto la richiesta.
Nonostante infatti l’arrivo di alcuni aiuti economici da Roma, che basteranno per le pulizie fino alla fine di febbraio, molte sono le scuole dove i tagli al settore vanno da un 10% minimo, fino al 60% (Mira).
La Cgil sembra l’unica a voler trovare qualche punto d’accordo, la portavoce Margherita Gregolato ha infatti dichiarato: “Aspettiamo di vedere come andrà nei prossimi giorni le scuole però devono fare le richieste.” Su questo fronte anche l’Ufficio scolastico regionale ha voluto dire la propria: “Abbiamo chiesto alle scuole una relazione dettagliata che chiarisca i motivi della mancata richiesta di ore aggiuntive, prima dell’incontro col prefetto avremo la mappatura completa.”
Domani, giovedì 23 gennaio, infatti vi sarà un incontro fra il prefetto Domenico Cuttaia e le varie parti, per fare un punto sulla situazione e cercare di trovare un punto d’accordo.
Le addette, tramite la Uil, hanno fatto sapere che se la situazione non cambierà, il 6 febbraio scenderanno nuovamente in piazza per un sciopero generale, i genitori degli alluni intanto, non placano la loro ira e sono pronti a nuove manifestazioni per difendere l’istruzione e l’igiene nelle scuole frequentate dai figli.
Alice Bianco
[22/01/2014]
Oggi la Voce di Venezia annuncia per febbraio uno sciopero dei lavoratori delle scuole di Manutencoop promosso dalla UIL .
RispondiEliminaContinua anche la mobilitazione dei genitori.
Ma è possibile che si blocchino le scuole per mancanza di igiene in seguito ad un appalto Consip che ha come contraenti, da un lato, lo Stato, i Ministeri ed Enti che dovrebbero operare per il bene e l'interesse pubblico, e dall'altro lato, un Gruppo cooperativo che dovrebbe agire in conformità di principi e pratiche di responsabilità sociale e di etica d'impresa?
Chi paga il conto sono i nostri ragazzi, i genitori, i lavoratori (che hanno avuto in alcuni casi ridotte le ore settimanali da 27 a 8,5 ore), le comunità!
R.T.
A supporto di RT propongo alcune parti dell'articolo di Francesco Furlan su laNuovaVenezia.
RispondiEliminaAggiungo. Come si può sottoscrivere contratti che non consentono un servizio adeguato di igiene?
Come si può scaricare le contraddizioni su lavoratori che operano meno con salari ridotti?
M.
I contratti. In questi giorni la pulizia è stata bene o male assicurata dagli interventi straordinari di Manuencoop, in alcuni casi intervenuta anche dopo le diffide dei dirigenti scolastici, come è avvenuto al Morosini, in centro storico. I contratti aggiuntivi, nelle scuole in cui sono stati firmati, non sembrano comunque garantire livelli di pulizia adeguati. Un esempio: a Chioggia ci sono scuole dove le donne delle pulizie, fino allo scorso 31 dicembre avevano contratti di 27 ore settimanali. Dal primo gennaio sono passate a 8 ore e mezzo, e con il contratto rivisto, nei giorni scorsi, sono arrivate a 11 ore e mezzo. Nel complesso nelle scuole del veneziano resta scoperto il 35% delle ore: dall’11% di Cavallino a oltre il 60% di Mira. Il verbale di ieri prevede inoltre, tra le altre cose, l’introduzione dell’istituto della “banca ore”, fino al 28 febbraio, uno strumento che permette l’accantonamento delle lavoratrici di un numero di ore prestate in più oltre l’orario normale che poi, in caso di saldo positivo, verranno liquidate come ore ordinarie. La premessa fondamentale resta comunque la richiesta da parte dei dirigenti degli istituti dei servizi aggiuntivi, richiesti al momento da venti istituti su sessanta. Un ritardo che molti presidi imputano a Manutencoop, colpevole di non aver ancora fatto i sopralluoghi. Per vederci chiaro Domenico Martino, a capo dell’ufficio scolastico provinciale, ha chiesto a tutti i dirigenti una relazione.
...
Il sottosegretario. Sulla vicenda è intervenuto anche il sottosegretario all'Istruzione, Gian Luca Galletti, che ieri, ricordando come i disservizi abbiano riguardato ventuno istituti nel Veneziano, ha dichiarato: «Abbiamo già contattato l'azienda vincitrice della gara Consip, che si è impegnata a rispettare gli standard contenuti nella gara d'appalto. Mi aspetto quindi che la situazione possa andare a posto a breve». E intanto tutti aspettano l’incontro convocato per giovedì dal prefetto.
Sull'ultimo numero di Ambiente ci sono due interessanti articoli.
RispondiEliminaGuido Dealessi promette di non lasciare sole le persone e questo mi pare importante. Non si possono nascondere i problemi (da Servizi Ospedalieri alle scuole di Venezia) ma l'importante è occuparsene con serietà. Cosa che non sempre si verifica e si è verificata. Questa è responsabilità sociale! No?
Riccardo Bombardini rassicura per i Bond investiti. Indice di credibilità e di possibilità finanziarie. Mi chiedo però come e a quali costi possiamo garantire un tasso annuo dell'8,5% per 7 anni su 425 milioni. È sufficiente agire su una maggiore sobrietà e su un aumento ragionevole di produttività?
D.
Non conosco bene le vicende manutencoop e quanto ci sia coerenza.
RispondiEliminaMa ho colto nel post un riferimento alla intera cooperazione e alla sua attualità.
Allora se tale Dealessi (?) promette su Ambiente (?) di non lasciare sole le persone mi chiedo se questo è quanto avviene di norma. E quante deroghe sono praticate.
Ad esempio nelle vicende di Granarolo (di cui il Presidente è anche Presidente di Legacoop) si può dire che quei lavoratori non sono stati lasciati soli?
Leggo su la Repubblica di questa mattina una intervista ad Usman, un ragazzo pakistano di 29 anni, facchino nelle cooperative che lavoravano per Granarolo. Chi si è occupato di lui e di altri come lui? Quali proposte di lavoro sono state proposte a quei lavoratori di cui la Granarolo non aveva più bisogno?
BiBi
Lo stato della cooperazione e delle amministrazioni locali è dato dagli interventi del presidente nazionale di legacoop e del sindaco di Bologna a tutela di Granarolo. Qualcuno si preoccupa di alcune decine di facchini al lavoro fin che servivano poi lasciati al loro destino? Non siamo negli anni 60-70-80. Non è più il tempo di Dozza, Fanti e compagni, di Galetti, Pasquini e soci. Ora dobbiamo fare i conti con i Merola e i Calzolari.
RispondiEliminaMerola chi? Calzolari chi?
Del resto anche anche Galeazzo Bignami dice che "Granarolo va tutelata".
I facchini no, ma le larghe intese sono garantite!
Mario Cinico
425 milioni di Bond ad un tasso dell'8,5% sono una botta di 36 milioni annui di interessi. Una somma che gli utili netti consolidati di Manutencoop non hanno mai raggiunto negli ultimi anni. Mi pare una sfida impegnativa che mette in gioco la proprietà dell'Azienda.
RispondiEliminaR.B.
Sulla vicenda delle pulizie delle scuole di Venezia aggiorna la Nuova Venezia ...
RispondiEliminaM.
In mille per chiedere aule più pulite
I genitori scrivono al ministro Carrozza per ripristinare i fondi necessari
di Francesco Furlan
MESTRE. Quasi mille genitori per chiedere scuole pulite. Perché «l’emergenza non è finita» ma soprattutto «rischia di diventare la normalità. E noi questa normalità non la vogliamo». Lo dice chiaro e tondo, Roberto Longo, uno dei portavoce del grande comitato dei genitori che, con il Comune e in particolare con l’assessorato alle Politiche educative di Tiziana Agostini ha organizzato la grande assemblea di ieri sera. Per ottenere il ripristino degli stanziamenti e preparare una grande mobilitazione, forse già il primo marzo.
È stata una risposta massiccia quella dei genitori, arrivati dal centro storico - un gruppo anche da Pellestrina - da Mestre, Mira, Marcon, Spinea, ma c’erano anche sindacalisti, amministratori locali, dirigenti scolastici, e pure rappresentanti della Manutencoop, l’azienda che ha vinto l’appalto Consip e che dall’inizio dell’anno ha in carico le pulizie delle scuole della città e della provincia. È toccato all’assessore Agostini spiegare perché siamo arrivati fino a qui - il drastico taglio dei finanziamenti da Roma, il cambio d’appalto a metà anno, le difficoltà di dialogo tra l’azienda e i presidi - e ricordare che, anche se in queste settimane nelle scuole - in molte, ma non in tutte - le condizioni igieniche stanno migliorando grazie a interventi straordinari, dal primo marzo, quando verranno a mancare gli stanziamenti aggiuntivi previsti dalla Legge di Stabilità, la situazione rischia di precipitare. E non sarà facile uscirne.
«A meno che» dice l’assessore «non decidiamo di rinunciare al modello di scuola che abbiamo costruito in questi anni». Che poi tradotto, vuol dire: a meno che non rinunciamo al tempo pieno. Nessuno però, tra i genitori e gli amministratori locali, ha intenzione di rinunciare a un modello di scuola che funziona solo perché non c’è nessuno che ci metta i soldi per passare lo straccio, svuotare i cestini e spazzare i corridoi. E se in molte scuole la situazione sta migliorando, si diceva, è di ieri un report di Ca’ Farsetti, riferito al Morosini, istituto del centro storico, in cui si parla di «situazione disastrosa in tutti i plessi».
Cosa succederà da marzo lo ha spiegato anche Nicola Bon, dell’istituto Colombo di Chirignago: «Al 31 dicembre avevamo 54 ore settimanali di pulizia, al primo marzo ne avremo 24. Secondo voi è possibile?». No, non lo è. È questo il messaggio per il convitato di pietra della serata, il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, cui è rivolto il documento proposto dal comitato, e votato al termine dell’assemblea, nel quale le si chiede «che i reali interessi delle istituzioni scolastiche e del diritto allo studio, salubre e sicuro, siano adeguatamente rappresentanti e difesi» e al governo e al parlamento «che vengano ripristinate per intero le risorse tagliate per il 2014» per risolvere la «grave crisi di vivibilità, igiene e sicurezza prodotta nelle scuole».
Ieri intanto è continuato il lavoro della task force voluta dal prefetto che sta visitando tutti gli istituti per verificare contratti e piani di pulizia. Situazioni «difficili ma non irrisolvibili» secondo Domenico Martino, a capo dell’Ufficio scolastico provinciale, sono state riscontrare all’istituto del Lido, e alla Grimani di Marghera.
Ancora sulla Assemblea per le pulizie nelle scuole di Venezia su la Nuova V.
RispondiEliminaM.
Scuole sporche, protesta il 10 febbraio: genitori in corteo
Decisa nell'assemblea del Taliercio una mobilitazione generale a Venezia con soste davanti all’ufficio scolastico regionale e alla prefettura
scuola corteo istruzione
di Francesco Furlan
Bambini a casa e genitori tutti a Venezia il prossimo 10 febbraio. Al termine della riunione di mercoledì sera al palazzetto dello sport Taliercio i circa mille genitori hanno stabilito la data di una massiccia mobilitazione generale.
E mentre la scorsa volta la strategia era stata quella di organizzare iniziative davanti alle singole scuole, o nelle piazze dei quartieri e dei paesi coinvolti, per il prossimo 10 febbraio è stato organizzato un grande corteo che toccherà le sedi dell’Ufficio scolastico regionale (Usr) e della prefettura, a Ca’ Corner, dove i genitori chiederanno di essere ricevuti per spiegare il loro punto di vista sulla vicenda delle scuole sporche.
Già ieri pomeriggio comunque una delegazione di genitori e l’assessore alle Politiche educative del Comune di Venezia, Tiziana Agostini, hanno incontrato i responsabili degli uffici scolastici provinciale, Domenico Martino, e regionale, Gianna Miola, ai quali hanno consegnato il documento votato mercoledì sera all’unanimità.
Un testo nel quale, oltre ad annunciare la manifestazione del 10 febbraio, contestano il fatto che le risorse destinate ai dirigenti per garantire le pulizie di aule, bagni e palestre siano sufficienti a coprire le esigenze di pulizia. «Perché una cosa è dire che sono state stanziate le risorse per gli accantonamenti delle bidelle» spiega Roberto Longo, tra i portavoce del comitato dei genitori, «e un’altra è capire cosa si possa davvero acquistare con queste risorse».
Il sospetto dei genitori è che il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza sia all’oscuro di come stanno veramente le cose, di tcome da marzo, quando andranno esauriti anche gli stanziamenti aggiuntivi garantiti per i primi due mesi, la situazione rischia di precipitare. I genitori, dopo averlo ribadito nell’assemblea di mercoledì sera, lo hanno ricordato anche ieri nell’incontro con Martino e Miola. Quest’ultima ha garantito che, il prossimo 6 febbraio, sfruttando un incontro già fissato da tempo tra i vertici degli uffici scolastici regionali e il ministero, farà avere il documento al ministro.
Nel testo si contesta, tra le altre cose, l’interpretazione del ministero che rischia di addossare ai dirigenti la responsabilità dei disservizi lì dove si legge - nella nota 990 - che «spetta al dirigente scolastico riorganizzare il lavoro dei collaboratori scolastici dipendenti in maniera tale da assicurare la copertura dei servizi di pulizia e altri ausiliari per la percentuale non copribile con la ditta esterna».
E sempre ieri è proseguito il lavoro della task force voluta dalla prefettura per controllare lo stato di pulizia delle scuole e accertare che i contratti, compresi quelli aggiuntivi per gennaio e febbraio, siano stati firmati.
Il report che l’assessorato alle Politiche educative del Comune elabora di giorno in giorno sulle condizioni igieniche delle scuole si è invece concentrato sugli istituti superiori dove pure c’è qualche problema. Al Pacinotti non ci sono problemi, al Franchetti l'istituto, pur a finanziamento invariato, si è visto ridurre inizialmente in modo consistente l'orario di lavoro del personale (da 5 a 2 ore giornaliere) ma dopo la segnalazione alla ditta, gli orari sono stati ripristinati. Infine al liceo Stefanini, secondo il report, la dirigente ritiene la situazione difficilmente sostenibile perché, nonostante la revisione del piano delle attività, gli accordi non verrebbero rispettati.
31 gennaio 2014
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RispondiEliminarispondo per i lavoratori presso il cantiere ntv, si la che la dirigenza manutencoop ha le sue responsabilità, ma la colpa e di chi si circonda che non hanno rispetto delle persone solo perché fanno le pulizie ed hanno avuto la fortuna di non essere raccomandati, ma che hanno una una dote che taluni non sanno cosa sia, l'umiltà, lavorano perché ne hanno bisogno e queste figure approfittano di ciò, ma come n vecchio detto "stuzzica tanto il cane che alla fine ti azzanna, basta poco il dialogo e non la supremazia sull'essere umano per far vedere che sei forte con i deboli e debole con i forti.
RispondiEliminaNulla avviene casualmente in Aziende che si rispettano. Dalla selezione dei lavoratori e dei quadri intermedi agli interlocutori con cui si stringono alleanze, agli avversari che si combattono e diventano nemici.
RispondiEliminaBiBi
Aggiorno da la Voce di Venezia sulle pulizie nelle scuole.
RispondiEliminaM.
L’assessore comunale alle Politiche educative, Tiziana Agostini, ha incontrato questa mattina a Roma, nella sede del Miur (Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca) la vice capo Ufficio Legislativo, Simona Montesarchio, e il capo di Gabinetto del ministro Carrozza, Luigi Fiorentino. L’assessore Agostini ha consegnato l’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 27 gennaio e il documento conclusivo dell’assemblea pubblica del 29 gennaio.
In entrambi i documenti viene richiesto al Governo il reintegro delle risorse finanziarie necessarie ad assicurare gli standard quantitativi e qualitativi del servizio di pulizia scolastica.
“Sono soddisfatta dell’incontro. Il ministro Carrozza e il personale degli uffici stanno lavorando avendo chiara la situazione nella sua complessità e in particolare i disagi che hanno colpito le scuole del nostro territorio. Il Miur ha chiesto al Governo fondi aggiuntivi da stanziare per la pulizia delle scuole: sono fiduciosa” ha poi dichiarato l’assessore.
Redazione
Per par condicio ecco la Nuova di Venezia.
RispondiEliminaLa protesta dei genitori sabato 15 febbraio.
M.
di Francesco Furlan
Manutencoop, accordo per contratti al 90% delle ore
MESTRE. Lunedì prossimo assemblee con merenda al termine delle lezioni in tutte le scuole e sabato 15, la mattina, presidio con i bambini di fronte alla stazione di Santa Lucia e possibile corteo fino a campo San Geremia. È questa la decisione presa dai rappresentanti dei comitati dei genitori che ieri sera si sono trovati in municipio a Marghera per organizzare la mobilitazione.
«Abbiamo deciso di spostare il giorno principale della protesta da lunedì 10 a sabato 15 per dare la possibilità di partecipare alla maggior parte delle persone» dice al termine della riunione Roberto Longo, uno dei rappresentanti dei genitori «e nello stesso tempo la mobilitazione di lunedì, con assemblee che saranno organizzate in tutte le scuole, ci darà l’opportunità di avvicinare e parlare con quei genitori che credono, con gli interventi di pulizia degli ultimi giorni, che la questione si sia sistemata».
Il fatto che la pulizia delle aule sia migliorata non vuol dire che il problema sia risolto. Come si vedrà dall’inizio di marzo. Nella riunione i genitori hanno anche dato mandato a un legale di formulare una proposta per adire alle vie legali - nelle forme che saranno decise - a tutela del diritto all’istruzione in scuole pulite. I dettagli dell’iniziativa verranno decisi nel corso delle prossime riunioni. «Il livello di pulizia non potrà più essere quello di prima ma integrando le risorse per l’appalto della Manutencoop più il personale interno (leggi: le bidelle) il problema dovrebbe essere risolto».
Di questo è convinto il responsabile dell’Ufficio scolastico provinciale, Domenico Martino, che in questi giorni ha preso parte a quasi tutte le visite della task force voluta dal prefetto per controllare lo stato di pulizia delle scuole. Ieri le visite hanno riguardato le scuole di Murano e Burano, l’istituto Gramsci di Campalto, e l’istituto Mira 2. È in quest’ultimo che si registrano i problemi principali: la scuola ha infatti da tempo chiesto e proposto un piano dettagliato degli interventi, ma non ha ancora ricevuto una risposta dalla Manutencoop. Per questo, in base a quanto deciso ieri, oggi ci sarà un nuovo incontro - si spera il definitivo - tra la dirigenza scolastica e i rappresentanti dell’azienda di pulizie. «Nell’istituto Mira 2» aggiunge Martino «la questione va approfondita, perché dalla fine di febbraio potrebbero esserci delle effettive difficoltà». Quello di oggi intanto dovrebbe essere l’ultimo giorno di lavoro della task force, che dovrà visitare alcune scuole del Veneto orientale, e che poi il 7 febbraio è attesa dal prefetto Domenico Cuttaia, che l’ha istituita, per relazione sulla sua attività.
Ecco la Voce di Venezia!
RispondiEliminaM.
Scuole sporche: Murano, Burano e Pellestrina le situazioni critiche
L'Assessore Agostini preoccupata per il ''tempo pieno'' a rischio in alcune scuole
Ancora aule sporche, soprattutto a Burano, Murano, Lido e Pellestrina, per un totale di una ventina di ambienti scolastici. Lo riferisce l’Assessore alle Politiche Educative Tiziana Agostini, che specifica come nelle altre scuole l’emergenza sia rientrata.
Non si tratta certamente della situazione critica del mese di gennaio, ma di certo il ritorno alla normalità è molto lento. A preoccupare l’assessore poi, sono anche i rapporti tra l’azienda Manutencoop e le direzioni didattiche per coordinare i piani d’intervento.
‘’C’è tanta preoccupazione per quello che succederà da marzo, perché ci sono istituti che stanno utilizzando i fondi aggiuntivi, quelli dell’emendamento, per interventi ordinari e occorrerà intervenire’’ spiega il responsabile dell’Ufficio scolastico regionale, Domenico Martino.
Ieri sono proseguiti i sopralluoghi della task force provinciale nelle scuole di Viale San Marco e la Scuola elementare De Amicis a Mestre, mentre per domani alle 12 in Prefettura è previsto un vertice per fare il punto sulla situazione.
Ciò che preoccupa maggiormente la Agostini è l’apparente decisione di alcune scuole di ‘’limitare l’attività scolastica solo al mattino’’ mettendo così a repentaglio l’attività a tempo pieno, tanto cara ai genitori. Comitato di mamme e papà, che come stabilito nei giorni scorsi, sabato 15 febbraio alle 15 e 30 si riuniranno nel piazzale adiacente alla Stazione Santa Lucia di Venezia per reclamare il diritto all’istruzione e alla pulizia ai aula, per i loro figli.
Alice Bianco
Inizia la settimana di mobilitazione per la pulizia delle scuole.
RispondiEliminaM.
Tutti uniti contro l’emergenza ‘’scuole sporche’’. È iniziata oggi la mobilitazione dei genitori e bambini degli istituti del veneziano, per manifestare il diritto dei propri figli di studiare in ambienti scolastici puliti.
Alla scuola Diaz di Venezia, si è già riunita all’ingresso una schiera di genitori per preparare la grande manifestazione di sabato, mentre alla Manzoni, nel pomeriggio, si terrà un’assemblea.
Numerose sono le riunioni in programma per oggi. A Spinea alle 16 e 30 nella sala consiliare del Comune, è prevista la ‘’merenda di protesta’’, iniziativa che si terrà anche a Murano e Burano. Davanti ai cancelli della scuola Santa Barbara di Chirignago invece, oltre alle merende, i genitori distribuiranno anche volantini informativi ai passanti.
Molto più spettacolare l’idea di alcune mamme degli istituti di Mira, che stanno pensando se entrare a scuola con delle mascherine bianche sulla bocca. Così come a Marghera, al Grimani, dove mamme e papà si daranno appuntamento, insieme ai loro figli, per un flash mob con striscioni al seguito.
In mattinata nel frattempo, alcuni parlamentari veneti, si incontreranno con una rappresentanza delle organizzazioni sindacali e delle lavoratrici della Manutencoop, per cercare di trovare una soluzione al problema mancanza fondi per le pulizie, che si ripresenterà agli inizi di marzo.
Oggi quindi il via ai numerosi incontri informativi nelle scuole, organizzati da ogni singolo comitato genitori, ma sabato 15 febbraio è la giornata clou: dalle 10 e 30, manifestazione pubblica nel piazzale della Stazione Santa Lucia di Venezia. Invitati genitori, bambini e cittadini tutti.
Alice Bianco
[10/02/2014]
Un appello e ...
RispondiEliminaM.
Appello ai parlamentari: soldi o da marzo scuole di nuovo sporche
All’incontro convocato dai sindacati si sono presentati in cinque: Mognato e Santini (Pd), Dalla Tor (Ncd), Causin (Scelta civica) e Cozzolino (M5S)
scuole sporche scuole pulite manutencoop
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di Francesco Furlan
Le foto dell'incontro
MESTRE. Sindacati e genitori lanciano l’appello: se non si trovano le risorse per garantire le pulizie da marzo ci sono scuole che torneranno a chiudere. Da parte loro i parlamentari veneti - destinatari della richiesta d’aiuto - garantiscono l’impegno, ma mettono le mani avanti: recuperare i soldi non sarà facile. E così non resta che percorrere tutte le strade, dalla richiesta d’incontro con il presidente Luca Zaia, per trovare nelle pieghe del bilancio regionale qualche somma da destinare alle scuole, alla lettera inviata al patriarca Francesco Moraglia, perché sappia quel che sta accadendo.
Sono stati cinque i parlamentari veneti che hanno risposto all’invito di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti e stamattina si sono presentati all’incontro - presenti anche una delegazione di genitori e di dipendenti della Manutencoop - per discutere del problema della scuole. C’erano Michele Mognato e Giorgio Santini (Pd) Mario Dalla Tor (Nuovo centrodestra), Andrea Causin (Scelta Civica) ed Emanuele Cozzolino (Movimento 5 Stelle). È a loro che i sindacati si sono rivolti, perché la soluzione è una sola, come ha spiegato Gianfranco Rizzetto (Filcams Cgil): «Più soldi».
Il perché è presto detto. Dal primo marzo, quando saranno esauriti anche gli stanziamenti aggiuntivi previsti da un emendamento alla Legge di Stabilità a copertura di gennaio e febbraio, le scuole dovranno fare i conti con tagli che, hanno spiegato i sindacati, a Mira sono del 70%, a Spinea e a Marghera del 50% a Portogruaro del 40%. Impossibile garantire scuole pulite con questi tagli e la stessa task force istituita dalla prefettura per fare il punto sui contratti, e che per tutta la settimana ha girato per la città e la provincia, sono almeno venti gli istituti che, dal primo marzo, saranno in forte difficoltà.
La Voce dixit ...
RispondiEliminaM.
Scuole sporche, si prepara la protesta di sabato a Venezia
Sta montando la protesta di sabato contro i tagli alla scuola. Genitori e studenti, mamme e bambini, si sono trovati per organizzare le cose in vista del corteo che comincerà alle 10.30 in piazzale Santa Lucia della Stazione di Venezia sabato mattina.
Ma non saranno solo i genitori cittadini a protestare, sigoli e gruppi sono in arrivo da tutta la terraferma. Una delegata del comitato genitori di Spinea ha dichiarato: «non vogliamo che i nostri figli abbiano una scuola alla quale viene dato meno peso e meno importanza di quella che dovrebbe avere».
Magliette e striscioni pronte a Mira 1 e all’Ippolito Nievo di Gambarare, tutti mobilitati a Murano. Il corteo sfilerà esibendo finte pantegane rappresentative di sporco e sporcizia. Al corteo, secondo indiscrezioni, ci saranno adesioni anche di rappresentative studentesche e anche di qualche rappresentante politico.
Redazione
[11/02/2014)
Sono le news de la Voce di Venezia.
RispondiEliminaM.
In queste ultime settimane, la situazione della aule sporche in molti dei complessi scolastici veneziani, sta lentamente migliorando: Pellestrina, Lido e Malamocco le zone ancora disagiate. Per stamane è previsto un incontro tra i dirigenti scolastici e l’Assessore alle Politiche Educative, Tiziana Agostini, mentre domani il prefetto Domenico Cuttaia incontrerà alcuni genitori, per discutere l’inefficacia del lavoro compiuto dalla task force da lui costituita.
I genitori insoddisfatti del rapporto presentato dal gruppo di lavoro organizzato da Cuttaia, verranno così ricevuti dal prefetto, che cercherà di chiarire quanto riportato nel dossier.
Nel frattempo, dirigenti scolastici e l’Assessore Agostini, cercheranno ancora una volta di far luce sulla vicenda, in attesa che mercoledì 19 febbraio, si riunisca la Commissione Istruzione e Scuola dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), anticipata proprio per trovare una soluzione all’emergenza.
L’assessore Agostini ha prima dichiarato che Piero Fassino, presidente dell’Anci ha ricevuto la documentazione sulla pulizie nelle scuole e sta facendo delle verifiche, poi ha spiegato il perché a Venezia la situazione è peggiore rispetto alle altre zone.
‘’I disagi sono stati più intensi per due ragioni: è stato dato prima corso al nuovo appalto e maggiore è l’impiego di personale ausiliario’’ – poi ha proseguito positivamente – ‘’Maggiore è stata però ad oggi anche l’attenzione dimostrata da tutti, istituzioni, genitori, sindacati e questo ci fa ben sperare.’’
Alice Bianco
[13/02/2014]
Domani è in programma la manifestazione di genitori, lavoratori, cittadini per maggiori risorse destinate all'igiene nelle scuole.
RispondiEliminaSperiamo di essere in tanti. Di farci sentire anche a Roma e Firenze ...
Partecipate!
M.
Ps. Allego un articolo di Francesco Furlan su la Nuova Venezia pubblicato oggi. Grazie anche a loro.
Una torta per finanziare le pulizie a scuola
Aule sporche. Domani l’iniziativa di protesta di genitori e bambini in centro storico, attese più di mille persone. Dolci in vendita per raccogliere fondi per il ricorso
di Francesco Furlan
VENEZIA. Più che un corteo, sarà un girotondo, più che una protesta, uno spettacolo di colori, mascherine e striscioni, tra i quali spunterà anche il cartello: «Diciamolo anche a Renzi!». Scelta azzeccata, vista la crisi di governo:, meglio prendersi avanti e andare a bussare alla porta della persona giusta. L’appuntamento è per domani alle 10.30 davanti alla stazione di Santa Lucia: genitori e bambini hanno già preparato tutto e le famiglie si sono organizzate per raggiungere Santa Lucia tutti assieme, con il treno. Poco prima, alle 10, è previsto anche l’arrivo dei comitati dei pendolari che protestano contro l’introduzione dell’orario cadenzato.
Se saranno ancora nei paraggi potranno assaggiare anche loro una fetta delle torte che la mamme stanno preparando per raccogliere fondi per le prossime iniziative del grande comitato dei genitori, e in particolare per il possibile ricorso che potrebbero decidere di presentare se da qui alla fine di febbraio non si troverà una soluzione che possa garantire scuole pulite, dopo gli interventi straordinari di febbraio e i soldi aggiuntivi garantiti da un emendamento alla legge di stabilità.
Stando alla relazione della task-force istituita dalla prefettura per fare il punto delle situazione sono venti gli istituti che, dal primo marzo, si troveranno di nuovo in sofferenza. La zona della stazione di Santa Lucia è stata scelta come punto d’incontro tra le famiglie del centro storico e quelle della terraferma. I genitori hanno comunicato alla questura un numero di presenze variabile tra le mille e le duemila persone. Il corteo partirà dalla stazione e realizzerà una sorta di grande girotondo intorno al Canal Grande, tra il ponte di Calatrava, Fondamenta San Simeon e il Ponte degli Scalzi. «Più saremo e più avremo forza per farci sentire a Roma», dicono gli organizzatori perché è a Roma, nelle stanze del governo, che deve essere trovata una soluzione.
I rappresentanti dei genitori lo diranno anche oggi al prefetto Domenico Cuttaia che ha deciso di incontrarli dopo aver ricevuto una lettera nella quale chiedevano di poter dire la loro prima delle conclusioni, previste per la prossima settimana, che dovranno essere redatte dalla task force che in questi giorni ha girato per le scuole verificando che tutti i contratti, compresi quelli per le pulizie aggiuntive, fossero stati firmati dai dirigenti scolastici e i responsabili di zona della Manutencoop, l’azienda vincitrice dell’appalto Consip che dal primo gennaio si occupa delle pulizie delle scuole della città e della provincia.
14 febbraio 2014
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Eccoci!
RispondiEliminaUna grande e partecipata manifestazione per la scuola, il lavoro, l'igiene pubblica ed il futuro ...
Vi allego i resoconti di alcuni professionisti della informazione.
Scuole sporche, grande adesione alla protesta di questa mattina
C’erano genitori, insegnanti, bambini, e tante altre persone di ogni età, ceto e provenienza alla protesta per le ‘scuole sporche’ di Venezia questa mattina. Tanta, tantissima gente, tutte persone che hanno a cuore il mondo della scuola.
Questi i protagonisti della partecipatissima manifestazione a Venezia per chiedere che venga garantito il diritto ad avere scuole pulite nelle quali poter lavorare e imparare con serenità.
Un grande girotondo per la scuola, colorato di palloncini e striscioni, che dalla stazione di Santa Lucia si snoda lungo il ponte di Calatrava, attraversa il Ponte degli Scalzi per poi ricongiungersi nel piazzale della stazione.
Hanno partecipato alla manifestazione anche l’assessore comunale alle Politiche educative, Tiziana Agostini, e altri amministratori locali, tra cui i sindaci di Spinea, Silvano Checchin, e di Marcon, Andrea Follini.
“Tutta l’Italia – ha dichiarato Agostini – sta guardando a Venezia, dove il problema delle pulizie ha portato, per vari motivi, disagi maggiori che negli altri Comuni. È intollerabile che il diritto ad usufruire di una scuola di qualità, come è certamente quella offerta nel nostro territorio, sia violato per questioni di fondi. La manifestazione di oggi, così partecipata, dimostra come tutta la città tenga alla scuola e io sono qui a condividere e a sostenere in prima persona le richieste legittime dei comitati genitori e di tutta la comunità veneziana che ha a cuore l’istruzione di bambini e ragazzi”.
Redazione
[15/02/2014]
Dopo la precedente Voce di Venezia, ora la Nuova Venezia.
RispondiEliminaM.
Scuola pubblica: torte e striscioni per avere le aule pulite
“Girotondo per abbracciare il Canal Grande” di genitori e bambini: una protesta allegra contro i tagli che hanno portato agli appalti al ribasso che lasciano gli alunni nella sporcizia
scuola pulizie appalti
VENEZIA. «Basta tagli alla scuola pubblica», «Datemi un’aula che sia almeno pulita». Grandi e piccini, a migliaia, con i cartelli per la manifestazione organizzata per avere scuole più pulite, e che da Venezia è pronta a diffondersi sui social network e su twitter attraverso la parola d’ordine #scuolesporche. La manifestazione vede circa 2.500 genitori e bambini sfilare in un grande girotondo che vuole abbracciare il Canal Grande, dal Ponte di Calatrava al Ponte degli Scalzi. Simbolo della giornata i palloncini colorati disegnati con le faccine tristi mentre i bambini sfileranno con le mascherine.
Il piazzale della stazione è stato anche l’area delle torte, cucinate dalle mamme per raccogliere fondi a sostegno dell’attività del comitato dei genitori, tra le quali una possibile azione legale contro l’appalto Consip per le pulizie delle scuole, vinto dalla Manutencoop, entrata in servizio il primo gennaio. Ci sono i genitori e i bambini - quelli che fanno il tempo pieno e il sabato sono a casa - ma anche le donne delle pulizie, le organizzazioni sindacali, a partire da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti. E anche i rappresentanti del comuni che in questi giorni sono stati al fianco delle proteste dei genitori. Tra i tanti, per Venezia, l’assessore alle Politiche educative Tiziana Agostini, per Mira il sindaco Alvise Maniero mentre per Spinea il primo cittadino Silvano Checchin. Partecipano anche amministratori di Marcon, tra i quali il sindaco Andrea Follini. L’iniziativa si concluderà, con chi vorrà, con una visita a un museo, per ribadire l’importanza dell’insegnamento della Storia dell’arte.
... il Corriere Veneto ...
RispondiEliminaM.
In Tremila Per Una Scuola Pulita
Mamme e bambini con cartelli e striscioni per protestare contro la sporcizia degli istituti
VENEZIA - Erano quasi tremila persone, tra genitori e bambini, amministratori locali e sindacati. Tutti in piazza sabato mattina per chiedere che le scuole veneziane tornino a essere pulite e che rimangano così anche da marzo in poi. Almeno a un livello base. Tutti pronti, se non ci saranno risposte positive dal Governo, ad andare fino a Roma a manifestare. Il problema è quello sollevato ormai da gennaio: con il nuovo appalto, aggiudicato da Manutencoop, per ripristinare il livello base di pulizia nelle scuole per i presidi è stato necessario utilizzare tutto lo stanziamento straordinario previsto del Governo per gennaio e febbraio. Uno stanziamento però che da marzo non ci sarà più.
Con il rischio che delle scuole siano nuovamente costrette a chiudere alcuni servizi (come quello mensa, ad esempio). E così i genitori, che in questi mesi si sono organizzati da soli tramite gruppi Facebook e incontri dei comitati venerdì si sono dati appuntamento per raccontare la loro storia. In piazzale della stazione Santa Lucia le voci sono arrivate da tutta la Provincia. C’erano mamme e bambini di Venezia centro storico ma anche della terraferma e qualcuno è arrivato anche a Jesolo. «Non importa quanto ci abbiamo messo – dicono le mamme di Oriago – non si può lasciare che passino sopra ai diritti dei nostri figli in questo modo». «Perché manifestiamo? Non c’è motivo, no? Visto che dicono che è tutto a posto – ironizza una mamma di Spinea – poi però a marzo, quando ci ritroveremo nella situazione di gennaio chi se ne occuperà?».
Il corteo è lunghissimo. Quando i primi arrivano alla fine dell’anello previsto per il percorso (ponte di Calatrava, giardini di Pappadopoli, ponte degli scalzi) gli ultimi stanno ancora partendo. Colorato e carnevalesco, è pieno di fischietti e travestimenti. Qualcuno si è messo le orecchie da topo, qualcuno quelle da maiale, e tutti, senza distinzione, lanciano lo slogan «scuole pulite», «Ministra carrozza vogliamo la scuola meno zozza», «nella scuola non lavata la pantegana è arrivata». I bambini in testa al corteo. Dietro, mamme e insegnanti. E anche qualche papà consigliere comunale come Beppe Caccia o l’assessore Paolino D’anna. Tre i sindaci presenti: Andrea Follini di Marcon, Silvano Checchin di Spinea, Alvise Maniero sindaco di Mira. Per il Comune di Venezia, l’assessore alle politiche educative Tiziana Agostini. «L’ho già detto e lo ripeto se sarà necessario andrò a Roma a costo di incatenarmi sotto il Ministero – dice Agostini- tutta Italia guarda a Venezia, nei prossimi mesi Manutencoop partirà in altre 10 regioni. O si trova una soluzione o scoppierà un problema enorme in tutta Italia».
Ancora la Voce di Venezia ...
RispondiEliminaM.
Tremila persone al girotondo attorno alla stazione di Venezia per le scuole
C’erano tutti, ma proprio tutti alla protesta per le scuole sporche ieri mattina a Venezia. C’erano persino bambini di una scuola materna del centro storico, vestiti con i sacchi della spazzatura per mandare un massaggio forte con l’immagine.
Piccoli e grandi, in qualsiasi modo coinvolti per il loro ruolo, in un corteo a metà tra l’arrabbiatura feroce e la sfilata per carnevale.
Saranno stati almeno tremila le persone che ieri mattina si sono raccolte nel piazzale della stazione Santa Lucia, passando poi per il ponte della Costituzione, per i giardini di Papadopoli e arrivando oltre il ponte degli Scalzi, tornando al punto di partenza, come in un gigantesco girotondo organizzato.
Aule, corridoi, bagni puliti, per ragioni di decoro ma soprattutto di igiene, sono la base della sicurezza di un ambiente dove sono costretti a rimanere diverse ore i bambini, questa la motivazione di base dei Comitati delle scuole della provincia.
Il problema, mai facile da identificare in un ambito dove tutti scaricano sugli altri, origina senz’altro dai tagli che, a cascata, hanno ridotto i fondi per le pulizie. E le mamme ora sono pronte, se non ci saranno risposte positive dal Governo (leggi nuovi finanziamenti), ad andare fino a Roma per protestare.
Il problema è esploso a gennaio: il nuovo appalto del ministero ha tagliato drasticamente i fondi. Dopo le feste di Natale la sporcizia si è accumulata ed ha superato livelli di guardia tanto da far chiudere alcuni istituti da parte dell’Ulss, e per far tornare le aule pulite i presidi hanno usato tutto lo stanziamento straordinario del Governo per gennaio e febbraio. Che cosa accadrà da marzo? Le scuole, rimaste senza soldi, potrebbero dover chiudere alcuni servizi, la mensa o il tempo pieno.
Ieri a Venezia hanno testimoniato la loro partecipazione genitori, famiglie, insegnanti, rappresentanti, da tutta la provincia: da Venezia, da Pellestrina, Murano, da Mestre, da Mira, Oriago, Jesolo.
Tra le scuole più numerose la Grimani di Marghera, San Girolamo Diaz e Morosini di Venezia, Morante e Goldoni di Oriago, gli istuti comprensivi di Lido e Murano, la Pascoli di Campalto, la Ilaria Alpi di Favaro, l’istituto Colombo di Chirignago.
Alla sfilata si sono aggiunti anche politici locali, sempre puntuali a condividere le proteste per i problemi, meno a portare avanti soluzioni per risolverli.
Paolo Pradolin
[16/02/2014]
Purtroppo il decreto Salva Venezia, di cui parla l'articolo della Voce non è stato convertito!
RispondiEliminaM.
Scuole sporche, il 4 marzo sciopero nazionale delle addette alle pulizie
Il Ministero dell’Istruzione intenzionato a stanziare 24 milioni di euro
L’emergenza ‘’scuole sporche’’ si allarga in tutta Italia. Le addette alle pulizie hanno così previsto per il 4 marzo uno sciopero nazionale, perché proprio dal terzo mese dell’anno, la situazione potrebbe interessare anche altre regioni, che subiranno dei cambi di appalto delle imprese di pulizia.
Napoli è un’altra delle città italiane dove è scoppiato il caso e il Parlamento cerca ora di mettercela tutta per garantire l’igiene e i fondi necessari. Questo almeno per un altro mese, finché non sarà il Governo del premier incaricato Matteo Renzi, ad occuparsene.
L’emendamento ‘’Salva Roma’’, che verrà oggi votato alla commissione bilancio (del quale fa parte anche il ‘’Salva Venezia’’) prevederà anche una copertura finanziaria con i fondi del Ministero della Pubblica Istruzione, intenzionata a stanziare 24 milioni di euro per la garanzia delle pulizie scolastiche (fino alla metà di marzo).
Ieri intanto, l’Assessore alle Politiche Educative del Comune di Venezia, Tiziana Agostini ha presentato alla commissione Istruzione e Scuola dell’Anci, una relazione proprio sull’emergenza ‘’scuole sporche’’. ‘’L’impegno dell’Anci adesso è di interagire con Matteo Renzi, che già nei giorni scorsi si era speso in termini propostivi per quanto riguarda l’edilizia scolastica’’, ha commentato la Agostini.
Le addette alle pulizie, sostenute dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti, hanno però organizzato una manifestazione per il 4 marzo, che probabilmente rischierà di compromettere ancor di più la situazione igienica delle aule scolastiche.
I genitori nel frattempo non tacciono e sono già pronti gadget e volantini con una faccina triste, per manifestare la loro preoccupazione per il futuro dei loro figli.
Alice Bianco
Ecco il pezzo pubblicato da la Nuova Venezia!
RispondiEliminaM.
Scuole, tutto da rifare pulizie a rischio nelle aule
Affossato anche il provvedimento che doveva garantire l’igiene nelle classi Ora si prova la strada del disegno di legge con una procedura d’urgenza
Affonda il “Salva Venezia” ma anche la garanzia di scuole più pulite fino a fine marzo. Ieri infatti, tra gli emendamenti che il presidente del Senato Pietro Grasso ha ritenuto inammissibili collegati al decreto legge sugli Enti locali -il cosiddetto Salva Roma - c’è anche quello sul finanziamento da 26 milioni di euro da destinare alle pulizie delle scuole per tutto il mese di marzo, concedendo così al nuovo governo Renzi un mese di tempo per trovare una soluzione definitiva al problema delle scuole sporche che dopo essere deflagrato a Venezia ora sta coinvolgendo anche molte altre città in Italia. Senza contare che in molte regioni il cambio d’appalto sarà proprio il primo marzo. Ieri l’emendamento, la cui copertura finanziaria era stata garantita con fondi del Ministero dell’Istruzione, era stato approvato in mattinata dalla commissione Bilancio. Poi nel primo pomeriggio, con il passaggio in aula, è arrivata l’inattesa doccia fredda. A più riprese nel corso di un animato dibattito, alcuni senatori hanno chiesto a Grasso di rivedere la sua posizione, quanto meno sull’emendamento delle pulizie delle scuole, particolarmente urgente, visto che il mese di marzo è ormai alle porte. Lo ha fatto la senatrice marchigiana del Pd Francesca Puglisi che, come membra della commissione Istruzione, si era impegnata a trovare una soluzione su questo fronte. «Questo specifico emendamento» le ha risposto la vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta, che in quel momento presiedeva l’assemblea «è all’attenzione del presidente del Senato». Grasso però, che ha ripreso in mano le redini di Palazzo Madama circa un’ora dopo, ha spento ogni flebile speranza spiegando che, pur condividendo nel merito molti degli emendamenti presentati - tra i quali è parso di capire anche quello sulle scuole - non poteva fare distinzioni tra le bontà degli emendamenti. «Non posso che confermare» ha aggiunto Grasso «la decisione già assunta». Inutile era stato anche l’ultimo appello di Giorgio Santini, senatore veneto del Pd, che materialmente ha presentato l’emendamento in commissione Bilancio all’ultimo momento, come ha spiegato lui stesso in aula, per cercare di risolvere il problema. «Si tratta di rispondere a un’urgenza davvero indifferibile» aveva spiegato Santini nel suo intervento «per questo chiediamo alla presidenza del Senato di rivedere l’inammissibilità». La strada più probabile è che, come anticipa lo stesso Santini, il finanziamento per la pulizia delle scuole prenda la strada di un disegno di legge - Grasso si è impegnato a garantire tempi certi - che dovrebbe però correre veloce per finire il suo iter parlamentare entro la fine di febbraio. In serata rassicurazioni arrivano dall’assessore Tiziana Agostini, in contatto con Roma: «Oggi verrà presentato il disegno di legge con procedura d’urgenza che va all’esame delle commissioni congiunte di Camera e Senato».
La mobilitazione è arrivata a Renzi ... Da la Nuova Venezia.
RispondiEliminaAttendiamo risposta.
M.
26 FEBBRAIO 2014
Renzi a Treviso: i genitori delle scuole di Venezia
C'è anche un gruppo di genitori degli alunni delle scuole di Venezia ad attendere l'arrivo di Renzi a Treviso. Protestano per la sporcizia e l''affaire Manutencoop.
Ha scritto anche la Voce di Venezia.
RispondiEliminaM.
"... Stamane, davanti alla scuola media Coletti, dove il premier è arrivato alle 9, vi erano anche sindacalisti e genitori, che assieme all’Assessore comunale di Venezia per le Politiche Educative, Tiziana Agostini, hanno chiesto a gran voce che si risolva l’emergenza ‘’scuole sporche’’ e vengano così stanziati nuovi fondi.
Ad attenderlo all’ingresso della scuola di Treviso, anche molti genitori del comitato veneziano. Renzi si è inoltre rivolto agli studenti dicendo ‘’Problemi a scuola? Ditelo a me’’ e lascia la sua email matteo@governo.it."
Alice Bianco
Il nuovo Governo Renzi a verifica del l'impegno per le scuole pulite.
RispondiEliminaDa la Voce di Venezia dopo l'incontro di ieri a Treviso.
M.
Risultato positivo quello ottenuto a Treviso, dal comitatone genitori (della Marca e del veneziano) presentatisi ieri davanti alla scuola media L. Coletti di San Liberale (Tv), per far presente al neo premier Matteo Renzi l’emergenza ‘’scuole sporche’’.
L’Assessore alle Politiche Educative, Tiziana Agostini, assieme ai rappresentanti dei genitori, ha potuto incontrare il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, giunto a Treviso assieme al Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti e il Presidente del Consiglio.
Nel faccia a faccia, l’assessore ha illustrato la situazione di disagio e la sporcizia in cui versano le aule scolastiche degli istituti della Provincia e la neo ministra ha assicurato che ne era già a conoscenza e che si sta lavorando ad una soluzione.
Il neo Ministro Giannini, sotto indicazione dell’assessore Agostini, ha poi incontrato alcuni dei rappresentanti dei genitori (Valentina Serena, Nicola Bon, Roberto Longo ed Angelo Pierobon) dichiarando di aver già steso alcuni dei provvedimenti d’urgenza, che esecutivi da sabato 1 marzo, saranno un passo avanti per risolvere il problema della pulizia nelle aule scolastiche.
All’interno della scuola Coletti, il premier si è invece intrattenuto con gli alunni, ha chiesto loro cosa andava e non andava, cosa volevano cambiare, ma soprattutto ha ribadito il concetto che ‘’L’Italia diventa grande e importante solo se riesce a investire nella scuola. La scuola rende liberi.’’
Per dimostrare ancor di più l’attaccamento e l’importanza posta sul tema, il premier prima di lasciare la scuola ha dichiarato: ‘’Aprirò una casella di posta dedicata (matteo@governo.it) per scrivere di scuola e denunciare i problemi’’.
Alice Bianco
Se l'impegno di Renzi è vero lo verificheremo presto. Nell'interesse di tutti: studenti, genitori, operatori, lavoratori.
RispondiEliminaNoi tutti speriamo che c'è la caviamo. È un bel segnale per il futuro.
M.
Qui la Nuova Venezia.
#Matteovieniascuola, ecco quello che non va: segnala problemi e degrado
VENEZIA. Con un tweet il presidente del consiglio Matteo Renzi ha «battezzato» la sua prima uscita pubblica da premier, nella scuola Coletti di Treviso. «La scuola è il punto di ripartenza del Paese. Al Governo dobbiamo guardare allo spread e ai mercati, ma poi i Paesi si salvano solo se le scuole funzionano», ha detto il presidente del Consiglio, che poi ha chiesto agli studenti che cosa vorrebbero che portasse a Roma. Tra le richieste: più lavagne elettroniche nelle classi, più connessioni a internet e impegno sulla storia dell'arte.
Nel primo Consiglio dei ministri dell'era Renzi, il ministro dell'Istruzione avvierà un vasto piano per l'edilizia scolastica. Un investimento da due miliardi che servirà a curare 2.300 scuole oggi fuori norma, pericolose, nella maggior parte dei casi senza certificazione anti-sismica. L'arco di tempo previsto per la grande operazione è di due anni, fino alla primavera 2016. Renzi ha chiesto investimenti e progetti immediati per poter aprire cantieri già dal prossimo 15 giugno, a scuole appena chiuse, e riconsegnarne pronte alcune centinaia - meno compromesse - al rientro di studenti e insegnanti a metà settembre. Il piano prevede, non a caso, corsie privilegiate per l'approvazione dei progetti. «Deve essere subito ha evidente l'opera di intervento che abbiamo fatto - ha sottolineato ancora Renzi - si deve vedere che lo Stato c'è».
La nostra iniziativa. Tutti i lettori di nuovavenezia.it, in primo luogo gli studenti, i loro genitori, e (perché no?) gli insegnanti e i presidi, possono mandare le loro segnalazioni su situazioni di scuole in difficoltà, danneggiate o bisognose di investimenti, inviando (indicando nome della scuola e la città) foto e video all'indirizzo cronaca.mestre@nuovavenezia.it, con post sulla pagina facebook della Nuova Venezia e utilizzando su Twitter l'hashtag #matteovieniascuola. Diteci cosa non va nelle nostre scuole .
Il Governo Renzi decide di stanziare risorse per coprire le attività di pulizie delle scuole nel mese di marzo. E dopo?
RispondiEliminaDa la Nuova Venezia.
M.
di Francesco Furlan
La promessa fatta è stata mantenuta: ieri il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha reso noto di aver stanziato, a livello nazionale, circa 20 milioni di euro per la copertura delle pulizie delle scuole fino alla fine di marzo. Un provvedimento che era stato sollecitato anche dai comitati dei genitori veneziani guidati dall’assessore alle Politiche educative Tiziana Agostini e dai rappresentanti sindacali nell’incontro avuto martedì con il ministro e con il premier Matteo Renzi nella loro visita a Treviso e che si è reso ancora più urgente dal momento che - con il mese di marzo, e quindi da oggi - il nuovo appalto Consip riguarda molte regioni in Italia con il rischio che - senza stanziamenti aggiuntivi - si potessero replicare situazioni come quelle già vissute nella provincia veneziana con la chiusura di alcuni edifici scolastici su iniziativa dei sindaci - come è successo a Mira - o dei dirigenti scolastici, come è successo a Marghera e a Mestre. «Abbiamo affrontato l'emergenza dei 24 mila addetti alle pulizia con una proroga fino al 31 marzo che mette in sicurezza questa parte importante del personale scolastico non contrattualizzato. È una situazione molto antica che si è trascinata negli anni. Nell'arco di pochi giorni abbiamo individuato la soluzione e trovato i fondi». Da martedì, ha spiegato ancora il ministro, si aprirà tavolo interministeriale scuola-lavoro con il ministro del lavoro Giuliano Poletti «per far sì che questo problema si possa risolvere in maniera definitiva». L’obiettivo è quello di arrivare nell’arco di un paio di settimane «a fare un piano biennale di riqualificazione e ricollocazione» del personale addetto alle pulizie delle scuole. «Circa 24 mila lavoratori delle pulizie, con le loro famiglie, hanno temuto di trovarsi da domani in mezzo alla strada» ha detto il ministro facendo riferimento a quelle regioni in cui è in corso il cambio dell’appalto «ma sia chiaro che non è responsabilità del ministro che mi ha preceduto ma l'esito di una politica che molto spesso va avanti a colpi di emergenze. Siamo intervenuti subito, con una copertura finanziaria reperita dal Miur, per garantire un mese di ossigeno».
Con il rischio però che ad aprile rischi di scoppiare di nuovo il caos, se nel frattempo non verrà trovata una soluzione. «La proroga era attesa, dice Daniele Zennaro della Uil Trasporti, «ma il punto è che si tratta comunque di un tampone, mentre c’è bisogno di una risposta strutturale. Senza contare il fatto che, dal punto di vista operativo, la Manutencoop dovrà, istituto per istituto, tornare a contrattare e a firmare i servizi aggiuntivi di pulizia che potranno essere garantiti con i soldi stanziati - quanti ancora non si sa - fino alle fine di marzo.
Ciao Gianni!
RispondiEliminaImmagino che in questo momento hai altri pensieri e passioni per la testa.
Ma oggi leggendo l'ultimo numero di ambiente ho pensato a uno come te che lo ha fatto per molti anni, che ha sempre mostrato autonomia di pensiero e che è abituato ad usare le sue capacità critiche.
Mi piacerebbe avere un tuo parere sul giornale.
L'informazione in Manutencoop è molto cambiata e rispecchia il diverso contesto imprenditoriale e cooperativo ...
Se non lo ricevi lo puoi trovare su www.webambiente.it.
Grazie
Un vecchio socio
Ancora Manutencoop, o meglio il suo presidente è d'attualità. Triste attualità. L'indagine sulla nuova tangentopoli vede indagato anche Levorato.
RispondiEliminaChe dire? Piacerebbe conoscere l'opinione critica di chi ha lavorato in quel mondo.
Ciao!
Anch'io sono venuto a vedere.
RispondiEliminaNessun commento alle news da Milano?
BiBi
Manutencoop e Legacoop ancora coinvolte in inchieste della Magistratura.
RispondiEliminaUn colpo alla credibilità dell'economia sociale.
Sarebbe interessante discuterne.
Intanto dai quotidiani. Il Corriere.
M.
BOLOGNA - Il 6 settembre 2012 Gianstefano Frigerio, ex segretario milanese della Dc sopravvissuto a Tangentopoli e passato a Forza Italia, presunto capo dell’associazione a delinquere che avrebbe pilotato gli appalti dell’Expo 2015 e di Infrastrutture Lombarde Spa, riceve Danilo Bernardi, dirigente di Manutencoop. L’incontro, registrato dalla Dia, verte sull’appalto per la Città della Salute di Sesto San Giovanni.
Frigerio: «Dica a Levorato... ho cominciato a mettere il naso sulla Città della Salute».
Bernardi: «Certo» Frigerio: «E dove ci vuole un grande pool voi potreste esserci».
Bernardi: «Bisogna partire».
Frigerio: «Io ho trovato qualche collegamento anche con un mio vecchio amico della segreteria... che è Greganti (Primo, già funzionario del Pci/Pds, passato per Tangentopoli e supposto associato a delinquere, ndr) e gli ho detto: io spingo per Manutencoop. E lui fa: "Sì sì va bene, sei tu che avete un buon rapporto con loro"».
Bernardi: «Sì ogni tanto».
Frigerio: «"Sono i più forti" e quindi poi vi dirò i passaggi, uno dei prossimi giorni vedrò Rognoni (Antonio, ex direttore di Infastrutture Lombarde, ndr) e gli dirò come secondo me andrebbe composta la squadra (...) Lo riferisca...».
Il giorno dopo Frigerio parla con Rognoni, che sembra disponibile.
Frigerio: «Ho sentito un po’ a Roma Bersani e poi gli altri, sulla Città della Salute tu devi cominciare a fare delle riflessioni, poi senza responsabilità tue mi dici come far partire un colosso macello (...) Poi Bersani mi ha detto: "A sinistra cosa fate?". Bisogna che senta, se Rognoni mi dice Manutencoop per me va bene...».
Nascerebbe così l’Ati in cui Manutencoop affianca l’impresa di costruzioni vicentina di Enrico Maltauro, altro arrestato. Rognoni avrebbe anticipato ai concorrenti le migliorie necessarie per ottenere l’appalto. Lo spiega a Frigerio Sergio Cattozzo, altro arrestato, l’11 marzo 2013: «Antonio (Rognoni, ndr) ha in mente le migliorie che dovrebbero essere proposte nel bando, che però non ci sono scritte».
E Frigerio chiarisce che Manutencoop non può guidare l’Ati: «Il giorno in cui vince la Città della Salute Manutencoop a noi ci fanno un pieno così, ma ce lo fanno le altre imprese, perché han già vinto a Monza», cioè l’appalto da 210 miloni per il locale ospedale, già sotto inchiesta.
Lo stesso Frigerio lo spiega a Bernardi: «Ho verificato con i miei capi a Roma, Letta e gli altri, sul fatto che voi dirigiate l’Ati non c’è accordo (...). Il ragionamento che fanno i miei amici è "loro hanno vinto come capo Ati Monza, non possono in Lombardia fare le due cose più grosse"».
Rognoni farà la sua parte, lo ribadisce Cattozzo a Frigerio il 12 aprile: «Ho parlato con Rognoni, la vinciamo a occhi chiusi se ci dà due dritte Antonio». Maltauro otterrà anche una proroga dei termini del bando.
Nello stesso colloquio Frigerio sottolinea che Maurizio Lupi, di lì a poco ministro dei Trasporti, «è amico di quelli di Manutencoop» e «insieme ai ciellini » sarebbero intervenuti in suo favore.
Il 7 novembre 2013 Frigerio incontra Levorato e gli fa capire che Rognoni cerca sostegno a Roma: «Sulla Città della Salute comincia la fase delicata degli esami, dei progetti e così via... Bisogna che io da parte mia e lei da parte sua facciamo ogni sforzo di collegamento (...)».
Levorato: «Si lavora per questo, non per stare a guardare gli altri» (ride).
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(continua da il Corriere)
RispondiEliminaM.
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Frigerio: «Un elemento importante è indubbiamente Rognoni. Rognoni ha un buon rapporto con me, non tanto politicamente... anche umanamente, anche culturalmente... Rognoni ha un problema nella sua vita... Lui come ottimo manager vorrebbe trasferirsi a Roma, io gli ho detto che una mano gliela do, per quello che posso fare io, con la parte di governo con cui ho rapporti io... Questa è una carte che può servire anche a lei perché un pezzo di governo ce l’ha anche lei.. forse anche di più» (e ride).
Levorato: «Guardi i suoi sono un po’, a Bologna si dice scapades, sfuggenti... i miei (parola incomprensibile».
Frigerio: «È un elemento su cui possiamo agire... perché obiettivamente faremmo anche... non uso un vocabolo retorico, tipo: il bene del paese... ma lui farebbe bene a Roma... è un ottimo manager».
Levorato: «Io ho un’alta opinione di Rognoni... poi lui con quel caratteraccio si mangia molto del suo potenziale». (...)
Frigerio: «Da parte mia aiutarlo in prospettiva, dopo la vicenda della Città della Salute è anche un bene che lui non stia a Milano».
Levorato: «Lui ha qualche interesse specifico?». Frigerio: «Io gli avevo suggerito come tema... nel settore delle Infrastrutture, ad esempio l’Anas potrebbe andare bene, anche come direttore, non necessariamente come presidente ».
Ma Levorato è più perplesso.
Questo è il Quotidiano Nazionale.
RispondiEliminaCioè il Giorno, il Resto del Carlino, la Nazione.
M.
http://multimedia.quotidiano.net/video/cronaca/bufera-su-expo-2015-arrestati-dg-costruzioni-paris-e-altri-sei-pm-recisi-rami-malati-esposizione-uni-qn-68539
La Repubblica di oggi propone alcune dichiarazioni del neo Presidente di Legacoop.
RispondiEliminaPer opportuna conoscenza, ad integrazione ...
M.
"Non abbiamo bisogno di faccendieri di nessun tipo per sviluppare le nostre attività. Sono convinto che in giro ci siano molti millantatori". Il neo presidente di Legacoop, Mauro Lusetti, scende in campo per difendere la galassia delle coop “rosse” toccate dalle inchieste sugli appalti dell’Expo. Lusetti ha preso da soli due giorni il posto che per molti anni è stato ricoperto dal ministro Poletti. E così ora tocca a lui tutelare il movimento “a marchio coop”: "Per noi è doveroso continuare a rivendicare la nostra diversità, perché noi siamo diversi sia nei fatti che nei comportamenti".
Parole pronunciate dopo aver letto sui giornali le intercettazioni in cui il “professore” Frigerio e soprattutto il “compagno G” parlano dei rapporti con alcuni colossi come Manutencoop, la Cmc di Ravenna e l’imolese Cefla: "Greganti? Io non so chi sia, lo conosco solo dalle cronache dei giornali, ma non ha nessun titolo — tuona Lusetti — per parlare della cooperazione". In ogni caso, il presidente è convinto che le aziende coinvolte, come hanno già ribadito, "siano completamente estranee a questa situazione e abbiano agito nel rispetto della legalità. Quello che si legge sui giornali deve essere provato". Quanto alle accuse di turbativa d’asta e rivelazione di segreti d’ufficio che hanno toccato, ad esempio, Claudio Levorato di Manutencoop, "non entro nel merito delle inchieste e mi aspetto che la magistratura faccia chiarezza".
Insomma, le coop, assicura, non si sentono accerchiate. "Forse — ragiona il loro presidente — siamo di più sotto l’occhio dei riflettori da quando il nostro ex presidente è diventato ministro". Ma alle accuse "noi risponderemo con i nostri valori, che rivendichiamo con orgoglio". Nel mondo della politica, Pd compreso, in queste ore però nessuno si sta sbracciando per difendere il movimento cooperativo: "Non abbiamo bisogno di alcuna solidarietà — taglia corto Lusetti — perché noi non ci sentiamo colpevoli".
Mauro Lusetti chi?
RispondiEliminaMa lui può parlare per Levorato e per Manutencoop?
O parla senza conoscere fatti e personaggi ...
Ciao!
Da Estense.com una vicenda giudiziaria che riguarda manager di Servizi Ospedalieri, del Gruppo Manutencoop. È l'Azienda che ha chiuso a fine anno lo stabilimento di Porto Garibaldi.
RispondiEliminaM.
Anche la ferrarese Servizi Ospedalieri finisce in mezzo alla maxi inchiesta su alcuni appalti Expo 2015 condotta dalla procura di Milano che ha portato nella giornata di ieri all’arresto di sette persone per corruzione, turbativa d’asta e utilizzo di segreti d’ufficio in relazione ad appalti di enti pubblici ed aziende ospedaliere.
L’azienda ferrarese che opera nel campo della sanità nella pulizia e sanificazione di vestiario, sale operatorie e materiale per l’ospedale è stata perquisita insieme alla casa di un privato in città. I dirigenti coinvolti sono Paolo Leonardelli e Andrea Morini per i quali però il gip milanese Fabio Antezza ha negato l’arresto per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. I due sono indagati per corruzione e turbativa d’asta in un appalto da 35 milioni, per aver corrotto – questa la tesi della procura di Milano – l’ex segretario della Dc lombarda e già condannato durante Tangetopoli Gianstefano Frigerio con una tangente da 100mila euro. La Guardia di finanza si è presentata nella sede dell’azienda in via Calvino per effettuare perquisizioni e sequestri ma l’azienda in una nota stampa diramata da Manutencoop – l’azienda ‘madre’ – afferma di ritenersi estranea alle ipotesi di reato contestate.
Con loro è indagato anche colui che assegnò l’appalto alla Servizi Ospedalieri nel 2013, Mauro Lovisari, direttore generale Azienda ospedaliera di Lecco. Secondo la procura di Milano l’appalto sarebbe stato assegnato dopo alcuni incontri tra i due imprenditori e Frigerio – ricostruito tramite intercettazioni telefoniche – e la consegna di una tangente da 100mila, la metà dei quali messa nelle mani del politico ex Dc in un incontro del 20 ottobre 2012 oltre che a seguito di contatti reiterati sfociati in doni, collusioni e condizionamenti nei confronti del direttore generale Mauro Lovisari. L’appalto poi fu poi effettivamente vinto dalla Servizi Ospedalieri portando a due ricorsi da parte di altrettanti concorrenti (la Hospital Service Spa la Elisa Italia Spa) davanti al Tar di Milano e, infine, al suo annullamento senza ricorso da parte dell’azienda ospedaliera che bandirà poi una nuova gara.
L’indagine – che proviene dalla più complessa operazione “Infinito” che indagava sulla penetrazione della n’drangheta in Lombardia – riguarda principalmente varie strutture sanitarie lombarde per bandi di gara dall’importo complessivo di 323 milioni di euro ma ha avuto un riverbero in tutto il territorio nazionale con 80 perquisizioni effettuate. Secondo la procura le persone coinvolte nell’indagine avrebbero creato un sistema di favori e clientele per la spartizione dei ricavi degli appalti.
Sarei curiosa di conoscere il punto di vista di chi è più dentro più di me a questi mondi. Vengo da una famiglia di cooperatori e i miei mi hanno raccontato di storie bellissime di lavoro, di sacrifici e conquiste, di passioni e soddisfazioni, di fallimenti e di solidarietà, anche di amori per la causa e tra persone ... Io non ho mai lavorato per una cooperativa, ho fatto altre scelte. Tuttavia, fatti e personaggi non mi fanno rimpiangere la scelta. Oggi le cooperative godono di una pessima reputazione.
RispondiEliminaAnna
Anna, vai per la tua via.
RispondiEliminaI tempi passati sono un lontano ricordo.
Cooperazione che? Soci chi? Lavoratori quando?
Ciao!
Aggiornamento da il Corriere.
RispondiEliminaM.
BOLOGNA - Potrebbe complicarsi la posizione di Claudio Levorato, potente numero uno di Manutencoop indagato per turbativa d’asta, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio nell’inchiesta della Procura e della Dia di Milano sui presunti appalti pilotati per l’Expo 2015. I pm Ilda Boccassini, Claudio Gittari e Antonio D’Alessio stanno valutando se presentare appello al Riesame contro il rigetto delle misure deciso dal gip Fabio Antezza per 12 dei 19 indagati. Tra questi c’è anche il presidente del colosso cooperativo di Zola per cui il giudice ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza ma ha negato la misura degli arresti domiciliari per carenza di esigenze cautelari. La Procura ha tempo fino a giovedì per decidere se chiedere nuovamente gli arresti.
Levorato e Manutencoop sono finiti nello scandalo che ha fatto tornare Milano ai tempi di Tangentopoli per il maxiappalto della Città della Salute di Sesto San Giovanni, un progetto da 323 milioni di euro che prevede la fusione dell’Istituto nazionale dei tumori con la Fondazione Besta. Secondo la Procura il referente di questa e altre operazioni per cui si sarebbe da tempo mossa la presunta cupola degli appalti truccati era il «professore» Gianstefano Frigerio, l’ex responsabile della Dc lombarda arrestato ai tempi di Mani pulite e ora finito di nuovo in manette. È con lui che Levorato s’incontra a Milano per parlare dell’imminente appalto per la Città della Salute ed è con un manager di Manutencoop, Daniele Bernardi, che abbozza «manovre» e disegna «collegamenti per favorire la cordata» composta dalla cooperativa bolognese e dalla società vicentina di costruzioni Maltauro Spa, il cui dominus Enrico è finito in manette. La presunta cricca si sarebbe servita dei favori dell’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni, una figura chiave che avrebbe garantito le giuste soffiate per sbaragliare la concorrenza. In cambio delle dritte, Rognoni si sarebbe «accontentato» di una corsia preferenziale che gli garantisse una poltrona a Roma in qualche società statale. Un progetto che, stando alle intercettazioni e ai colloqui intercettati dagli inquirenti, sarebbe però rimasto sullo sfondo. Accuse respinte da Levorato, finora rimasto in silenzio e difeso a spada tratta da Legacoop. «È sereno e tranquillo, come lo sono io — ha spiegato il suo legale, avvocato Giuseppe Giampaolo —. Contro di lui non c’è nulla, solo l’iniziativa di Frigerio che cerca disperatamente di entrare in quel mercato. Crea un gruppo di pressione che cerca appoggi a destra e sinistra, millanta e spende nomi». Ieri gli arrestati sono stati interrogati in carcere dal giudice. Frigerio e Primo Greganti, l’ex tesoriere del Pci rimasto a lungo in carcere durante Tangentopoli senza mai vuotare il sacco, hanno respinto le accuse. Avrebbe fatto invece parziali ammissioni Enrico Maltauro, l’imprenditore vicentino che secondo i piani della presunta cupola avrebbe dovuto ottenere l’appalto per la Città della Salute insieme a Manutencoop.
Sarà fondamentale quanto dirà ai pm nell’interrogatorio che ha chiesto ieri. Ma i guai per Levorato e Manutencoop, un colosso che ha appalti in mezza Italia, non si fermano all’Expo. Un’altra tegola è in arrivo da Brindisi dove la Procura ha chiuso l’inchiesta sull’appalto (mai aggiudicato) da 8.3 milioni di euro per l’ospedale di Perrino. Tra i 53 indagati c’è anche Levorato, chiamato in causa per la presunta raccomandazione di soggetti segnalati da consiglieri regionali del Pd pugliese. A Bologna c’è un’altra questione aperta che spaventa la coop, l’appalto vinto per la costruzione e la gestione della centrale tecnologica del Sant’Orsola. La pm Poggioli ha indagato per turbativa d’asta il presidente e quattro componenti della commissione aggiudicatrice dopo l’esposto presentato dalla Cpl Concordia che sosteneva di essere stata esclusa a vantaggio di Manutencoop.
Bel post.
RispondiEliminaImpresa di Pulizie Carpi