mercoledì 6 aprile 2016

Il Comune di Ravenna e il referendum del 17 aprile

Il primo segnale importante di come non si possa più ignorare i veri impatti di queste attività, arriva inaspettatamente dal Comune di Ravenna.
In una delibera votata in Consiglio Comunale, l’amministrazione di Ravenna si impegna ad avviare un percorso con Eni per la chiusura anticipata della Piattaforma Angela Angelina.
Angela Angelina è la piattaforma più vicina alla costa, tra le 47 attive in Emilia Romagna per l’estrazione di gas entro le 12 miglia, ed opera a soli 2 km dalle spiagge di Lido di Dante (qui la mappa interattiva delle piattaforme in Emilia Romagna).
Un’attività che ha causato un abbassamento del territorio di Lido di Dante, dovuta al fenomeno della subsidenza. 
Una velocità di abbassamento che è aumentata sensibilmente a seguito della riperforazione del pozzo, iniziata nel 1998: se il fenomeno della subsidenza era quantificabile in 12mm/anno fino al 1999, negli anni successivi dal 1999 al 2015 si è passati alla media di 19 mm/anno.
Nella zona dell’Alto Adriatico infatti è il fenomeno della subsidenza, cioè l’abbassamento lento del suolo, il problema più rilevante per l’economia del territorio, basata su bellezze naturali e turismo. L’estrazione di gas sotto costa, anche se non è l’unica causa di tale fenomeno, resta la principale causa antropica di perdita di volume del sedimento nel sottosuolo, con l’effetto dell’abbassamento della superfice topografica. I dati dei monitoraggi Arpa evidenziano come le conseguenze più rilevanti si registrano in particolare sulla fascia costiera dell’Emilia Romagna che negli ultimi 55 anni si è abbassata di 70 cm a Rimini e di oltre un metro da Cesenatico al delta del Po. 
Alcuni studi riportano come l'abbassamento di un centimetro all'anno comporta, nello stesso periodo, una perdita di un milione di metri cubi di sabbia sui 100 km di costa.
Assegnando alla sabbia utilizzata per il ripascimento delle spiagge il costo di 10 €/m³, ogni anno andrebbero spesi 13 milioni di euro per rimpiazzare la sabbia persa. Nella fascia costiera, tra il 1950 e il 2005 tra Rimini e il delta del Po, per via dell'abbassamento di circa 1 metro, sono andati perduti circa 100.000.000 m³ di sabbia, con un danno stimato di  1 miliardo di euro, contro i 7,5 milioni di euro all’anno ottenuti come Royalties dalle compagnie petrolifere
Non vi è quindi alcun dubbio che il costo per la collettività causato dalle estrazioni sotto costa, sia di gran lunga maggiore del vantaggio che ne deriva. 

“Da anni Legambiente e cittadini – dichiara Lorenzo Frattini, Presidente Legambiente Emilia Romagna – sottolineano i danni dell’attività estrattiva sotto costa. Finalmente, con un referendum alle porte, sembra che anche l’amministrazione di Ravenna si sia decisa ad aprire gli occhi. Raggiungere il quorum e la vittoria del Sì al referendum del 17 aprile è un segnale fondamentale per indicare una strada nuova e positiva per i territori, dando una scadenza certa all’estrazione delle limitatissime risorse di gas presenti nei fondali della nostra regione, contro lo spreco di denaro pubblico oltre che per mettere fine ai danni agli ecosistemi ed alle attività economiche legate al turismo, prodotti dalle trivellazioni; trivelle che arricchiscono poche grandi compagnie, scaricando i costi su tutti i cittadini.


Legambiente Emilia Romagna, aprile 2016

6 commenti:

  1. Giorni fa un rappresentante pd, consigliere regionale emiliano, ha spiegato nel corso di una Tribuna referendum su Rai3, la sua astensione con il fatto che questa impedirebbe di ricontrollare con Eni proprio un anticipo della chiusura di questo pozzo ...
    Antonio

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    1. Ah, troppe tecnologie e correzioni automatiche.
      "questa" sarebbe "questo referendum", mentre al posto di "ricontrollare" va "ri-contrattare" ...
      Per un senso compiuto.
      Antonio

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    2. Ho visto pure io Gianni Bessi, se è a lui che ti riferisci.
      Non mi ha convinto. Per nulla.
      I referendum sono uno strumento da usare (da cittadini e/o Regioni) quando non se ne hanno altri per fare valere opinioni e/o interessi.
      Lui e l'Emilia Romagna non sono stati tra i promotori dei 6 quesiti referendari.
      Evidentemente o non avevano problemi o pensavano di risolverli diversamente.
      Del resto Lui, dal secolo scorso, ha sempre frequentato gli uffici dei Ministeri (Agricoltura e Industria), delle Istituzioni locali (Comune e Provincia di Ravenna), di Regione ed Hera. Come tecnico, come funzionario e/o come politico.
      Chi non ha le sue stesse conoscenze, opportunità, udienze è però comprensibile utilizzi altri mezzi democratici e partecipativi previsti dalla Costituzione.
      L'importante è che non si scarichi su di loro le responsabilità degli insuccessi di altri percorsi. Come pare voglia fare Gianni Bessi.
      Gianni

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  2. Credo che il referendum stia assumendo una rilevanza superiore a quanto MR. ed il PD pensavano. Dunque debbono dimostrare di non essere inerti di fronte a situazioni come quella di Lido di Dante.
    Come dice Legambiente è un primo risultato. Ma stiamo certi che gli effetti saranno comunque successivi al 17 aprile. Se molti andranno a votare.
    Ciao!

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    1. Si. Penso che il voto sia uno strumento utile. Da fare valere.
      Gianni

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  3. Di ritorno da un lungo viaggio, in attesa di esercitare il diritto dovere al voto referendario, vi propongo un articolo da il Corriere della Sera, on -line. Propone il conflitto tra diverse esperienze.
    M.

    RAVENNA - C’è chi ci mangia su e chi si prepara a una marcia in riviera. Due facce della stessa partita: quella sul referendum trivelle si, trivelle no. A Marina di Ravenna mercoledì si è svolta la Cozzata, un pranzo a base del prelibato mitile. Un gesto che per gli organizzatori del Roca (l’associazione che raggruppa le aziende del settore offshore ravennate) «dimostra che le cozze dell’Adriatico sono sane, controllate e buone». Si preparano bandiere a 5 stelle invece per l’appuntamento di domenica a Cesenatico con il corteo «Giù le mani dal nostro mare».
    L’ECONOMIA LEGATA ALLE TRIVELLE - Per Franco Nanni del Roca «a ricerca e l’estrazione del gas non può cessare a colpi di referendum, perché noi operiamo nel rispetto della sicurezza e di tutte le norme ambientali. Il blocco significherebbe un disastro economico per diverse categorie». «Abbiamo ormai un migliaio di dipendenti in cassa integrazione – aggiunge Nanni – tre multinazionali americane come Baker Hughes, Halliburton e Schlumberger stanno lasciando Ravenna per l’estero. Prevediamo altri 3 mila esuberi, su un totale di 6700 dipendenti. Il Paese ha bisogno di una politica energetica decisa a livello centrale, sentiti esperti e tecnici, non affidata a un referendum». Non manca una risposta a Greenpeace reduce da un blitz su una piattaforma al largo delle coste romagnole nelle scorse settimane. L’avvocato Marcella Pacchioli, che assiste le cooperative di pescatori ha commentato: «Il danno di immagine provocato da Greenpeace è enorme. La nostra attività è sottoposta a scrupolosi controlli da parte degli organismi sanitari. Quindi, non può passare il messaggio che queste cozze sono inquinate. Abbiamo documenti che certificano l’esatto contrario. Le analisi dell’Ausl nel rispetto delle normative europee lo testimoniano. Le nostre cozze sono salubri e sono anche di ottima qualità, come dicono gli esperti». I pescatori operano su 14 piattaforme Eni, che si trovano entro le 12 miglia dalla costa. Su un’altra trentina di impianti estrattivi viene effettuata la pulizia da incrostazioni, ma non c’è raccolta di mitili, perché le condizioni marine non consentono la loro crescita.

    LA MARCIA A DIFESA DEL MARE - No triv di Romagna e Marche incontratevi a Cesenatico. Potrebbe essere questo lo slogan per l’appuntamento con il corteo «Giù le mani dal nostro mare – Marcia a difesa del nostro mare» in calendario domenica 10 aprile alle 15.30. L’evento organizzato dall’attivista Francesco Quarto è appoggiato dal M5S che parteciperà con numerosi portavoce. Tra i nomi citati ci sono Giulia Sarti (parlamentare), Marco Affronte (eurodeputato), Raffaella Sensoli (consigliere ER), Alberto Papperini (candidato sindaco di Cesenatico). Non ci saranno Beppe Grillo, impegnato nel suo tour di spettacoli, e Alessandro Di Battista. Il punto di partenza del corteo sarà piazza Pisacane con arrivo in Piazza Costa dove ci sarà anche un momento di approfondimento sul tema con risvolti sul referendum del 17 aprile.

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