Il prossimo 23 novembre in Emilia Romagna si vota.
Un appuntamento per molti ancora non scontato.
Non solo per disinformazione. Pure diffusa.
Ma anche per informazione. Per difficoltà di scegliere tra i candidati e le liste.
Le forze in campo sono sei.
1. Il Centrosinistra di Stefano Bonaccini, segretario da 5 anni del PD emiliano romagnolo, che comprende SEL, Centro di Bruno Tabacci e Bruno Dellai (già democratico e montiano), la lista dell'onorevole Franco Grillini e dell'assessore Alberto Ronchi.
2. Il Centrodestra del Sindaco leghista di Bondeno, Alan Fabbri, con Forza Italia e Fratelli d'Italia.
3. Il Centro(destra) di Alessandro Rondoni, che unisce UdC di Pierferdinando Casini e Gianluca Galetti e NCD di Angelino Alfano e Roberto Formigoni.
4. Il Movimento 5 Stelle di Giulia Gibertoni e, soprattutto, di Grillo e Casaleggio.
5. I Liberi cittadini di Maurizio Mazzanti, sostenuti dal consigliere regionale uscente Giovanni Favia, capolista M5S nel 2010, e dalla consigliera comunale di Bologna Federica Salsi, voci critiche espulse dal Movimento.
6. La sinistra di l'Altra Emilia Romagna di Maria Grazia Quintavalla e Piergiovanni Alleva, soggetto regionale de l'Altra Europa per Tsipras.
Alcune coalizioni e liste sono note e sperimentate, altre in trasformazione, trasformiste o in costruzione. Per cui pare opportuno seguire, nei prossimi giorni, le rispettive posizioni ed approfondire profili, progetti e composizione.
Comunque, per chi non ha certezze granitiche o interessi di appartenenza, una scelta difficile.
Forse anche azzardata o, quantomeno, una coraggiosa scommessa, un investimento a forte rischio.
Punto primo.
Conservare? O, forse più correttamente, affidarsi alla classe dirigente che ha sostanzialmente retto il governo della Regione negli ultimi decenni? In precedenti post (Oltre Vasco, 10 luglio, e Verso il voto regionale, 8 settembre) si sono motivate le ragioni strategiche e vitali di un cambiamento di politiche e progetti.
Il voto a Stefano Bonaccini (e ad una delle liste che lo sostengono) contraddice questa opzione e propone, di fatto e nella sostanza, continuità con le politiche e gli errori di Errani.
In SEL ed anche nel PD ci sono molte persone che vorrebbero cambiare. Onestamente, però, la loro pare una lotta politica persa. Salvo l'eventuale successo elettorale di altre liste ed il riaprirsi, in questa coalizione, di un dibattito critico ed autocritico di cui ancora non v'è traccia. Sul passato e, soprattutto, sul futuro.
Punto secondo.
Quale cambiamento?
Sicuramente non quello di segno classista, illiberale, privo di solidarietà e di moderni diritti sociali e civili voluto dalle due opzioni di Centrodestra: quella leghista e berlusconiana o quella tardo democristiana e ciellina.
Le alternative restano tre. Forse troppe per essere credibili e competitive.
Quella che negli ultimi anni si è maggiormente caratterizzata è a 5 Stelle. In Emilia ha raccolto prima di altri il pensiero critico contro il sistema di potere esistente ed il bisogno di alternativa. Poi è esplosa a livello nazionale. Ha raggiunto, in pochissimo tempo, risultati notevoli e significativi, sicuramente superiori alla consistenza del progetto ed alla preparazione dei militanti e dei rappresentanti istituzionali. Ha anche vinto ballottaggi in importanti comuni, come Parma e Comacchio.
Ma la sfida, tanto da posizioni di governo quanto dai banchi della opposizione, è apparsa più complessa del prevedibile e dell'auspicabile. La forte critica alla politica politicante, ai partiti come centri di potere senza principi e buone pratiche, allo spreco sistematico di risorse naturali ed ambientali non si sono sviluppate e tradotte (salvo pochi casi) in progetti solidi ed articolati, in iniziative coinvolgenti e partecipate. Ed è presto esploso il problema della democrazia: in un conflitto irrisolto tra uguaglianza dei protagonisti - attivisti ("uno vale uno") e necessità di direzione e di sintesi politica (con uno/due "portavoce" che si sono proposti, prevalentemente, come padri - padroni). Così, particolarmente in Emilia, si sono scatenate polemiche e divisioni. Diversi militanti ed eletti sono entrati in rotta di collisione con la leadership nazionale e sono scattate ripetute espulsioni. Così, all'appuntamento elettorale, competono due liste.
Resta l'Altra Emilia Romagna. Espressione locale e parziale della sinistra alternativa e critica nei confronti delle politiche liberiste e antisociali della Troika europea e de L'Altra Europa con Tsipras, che, a maggio, ha portato ad eleggere Barbara Spinelli, Curzio Maltese ed Eleonora Forenza al Parlamento di Strasburgo.
Una lista che include protagonisti di associazioni e comitati locali e che presenta un programma elaborato nel corso di molti mesi, ma priva di SEL e del consigliere regionale bolognese (uscente) di Rifondazione Comunista, rimasti sostenitori dell'alleanza di Centrosinistra.
In questo quadro è difficile pensare ad una alternativa matura e pronta al governo della Regione.
Più ragionevole pensare ad un voto libero, critico ed utile per produrre un processo politico nuovo.
Una buona affermazione de L'Altra ER e, insieme, dei Liberi cittadini e del Movimento 5 Stelle potrebbe fare saltare i conti ed i progetti di conservazione delle politiche del Centrosinistra e riaprire molti giochi che sembrano scontati, ribaltando le priorità irresponsabilmente praticate anche in Regione e conquistando nuovi indirizzi nell'interesse comune.
Più investimenti nella prevenzione ambientale, del territorio e nella ricerca anziché le solite ingenti risorse per fronteggiare emergenze e danni procurati da insediamenti immobiliari irresponsabili e da mancate manutenzioni.
Più risorse al trasporto pubblico locale (per pendolari) e risparmio in nuove strade ed autostrade.
Maggiori investimenti nella sanità pubblica e nel personale medico ed infermieristico e minori finanziamenti alle costose convenzioni con le cliniche private.
Più lavoro socialmente utile e meno regali a proprietà e privati irresponsabili.
L'esempio della proposta di legge regionale contro le delocalizzazioni di attività produttive proposta dai lavoratori di Titan Italia di Crespellano e dalla FIOM e già sottoscritta dai candidati di L'Altra Emilia Romagna, del M5S e di SEL (ma non dal PD e da Stefano Bonaccini) è solo un primo esempio.
C'è ancora tanto da fare, per tutti, per dare speranza e futuro.
Propongo una premessa.
RispondiEliminaÈ giusto proporsi un voto utile per l'Emilia Romagna?
Oppure, cosa almeno parzialmente diversa, è bene esprimere un voto utile soprattutto per l'Italia?
C78
Si vota per l'Emilia. Dunque, innanzitutto, un voto utile per l'Emilia.
EliminaChiaro anche il momento particolare della vita politica nazionale e l'uso "forzato" e anomalo del voto se il successo del PD alle elezioni europee viene prevalentemente interpretato come sostegno e legittimazione del Governo Renzi, anziché come volontà di cambiare verso all'Europa.
Ma l'equilibrio va adeguatamente valutato e riflettuto.
Partendo da dai progetti, dai programmi, dalle persone e dalle coalizioni in campo.
Valutando tutto ciò confermo "un voto utile per l'Emilia" e aggiungo: "un voto utile per l'Italia".
Gianni
Vi siete chiesti per cosa verranno ricordati gli anni di Vasco Errani?
RispondiEliminaQuali significative opere di governo ha realizzato con le sue maggioranze di sinistra (da Rifondazione all'Italia dei Valori a SEL) e con i suoi ottimi rapporti nazionali con gli altri governatori (primo Formigoni, di cui è stato portavoce) e con numerosi ministri di ogni parte politica (da Alemanno a Bersani a Mattioli)?
In Emilia Romagna si è gestito. Assecondando una crescita distorta. Alimentando una imprenditoria rapace e speculativa. Favorendo la finanza e la de industrializzazione. Impedendo lo sviluppo dei servizi sociali e sanitari. Praticando favorì e sistemi di spreco e di corruzione. Rafforzando burocrazie e deprimendo il personale dipendente.
Dunque, è ora di cambiare. Con coraggio e a costo di azzardi. Aria nuova fa respirare.
Un dipendente pubblico (che vorrebbe riacquistare l'orgoglio della sua funzione)
No.
RispondiEliminaMai i grillini nelle varie versioni. Cosa hanno prodotto nelle istituzioni?
Ed anche la sinistra radicale mi pare non abbia dimostrato di sapere assumere responsabilità di governo.
Quale utilità hanno questi voti per lavoratori e giovani?
Antonio
Antonio, ma allora chi dovremmo votare?
EliminaChi ha fatto per i giovani e per i lavoratori? E per i pensionati, i precari e i piccoli imprenditori?
Comunque a criticare la produttività del M5S hai preso il giorno sbagliato. Leggi i giornali. E non fare valutazioni sbagliate. Grillo e il MoVimento non cercano poltrone e potere. Ma lavorano per un paese diverso, con più diritti e libertà. Meno corruzione ed ingiustizie, meno veleni e inquinamento. Con determinazione e coerenza. Anche in Emilia. Chi altro può dirlo? Anche a sinistra?
Fiorella
A leggere il Resto del Carlino di oggi, non so se si possa parlare di voto utile, oppure se i giochi siano già fatti ... A prescindere da tutti noi.
RispondiEliminaEcco.
M.
Bologna, 6 novembre 2014 - «Abbiamo bisogno non solo di vincere, ma anche di vincere bene» scandisce da Bruxelles il candidato del centrosinistra, Stefano Bonaccini, durante la sua visita al cuore delle istituzioni europee che, ieri, lo ha portato a incontrarsi con il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz e con le responsabile degli Esteri dell’Ue, Federica Mogherini per rinsaldare l’asse tra l’Emilia Romagna e l’Europa. Un asse che Bonaccini, se vincerà le elezioni del 23 novembre, intende rafforzare ancora di più creando un «assessorato, o comunque una delega dedicata al tema dell’Europa» come ha annunciato durante la sua visita al circolo Pd della capitale belga.
E chissà che la personalità chiamata a ricoprire quel ruolo in giunta, anche per l’esperienza sul tema, non sia Patrizio Bianchi, assessore regionale uscente all’Istruzione, coordinatore del programma di Bonaccini e che sta accompagnando il candidato Pd nella sua due giorni a Bruxelles. Perché se è vero che l’attenzione di tutto il centrosinistra, Bonaccini in primis, è quella di combattere lo spauracchio di un’alta astensione nelle urne («Dobbiamo evitare che il voto delle Regionali sia visto come poco utile»), è altrettanto vero che, seppur discretamente, i primi nomi della futura giunta di viale Aldo Moro stanno già circolando. E il dato è che quattro assessori uscenti dell’ultima giunta Errani sono tutti in corsa per una riconferma, soprattutto perché questa sarebbe molto gradita dalle parti sociali e dai settori interessati.
Oltre a Bianchi, sono alte anche le quotazioni di Simonetta Saliera (attualmente al Bilancio), di Carlo Lusenti (alla Sanità, soprattutto dopo la delibera da 220 milioni che ha come priorità quella di tagliare le liste d’attesa) e di Massimo Mezzetti (di Sel, alla Cultura). Su una giunta composta da dieci elementi, una riconferma di quattro assessori – magari non tutti con le stesse deleghe – sarebbe per Bonaccini una buona base di partenza, che gli permetterebbe di non rompere traumaticamente con il passato e anzi di valorizzare quanto di buono fatto dall’ultima giunta regionale. Un posto potrebbe esserci anche per l’uscente Paola Gazzolo, anch’essa Pd, che attualmente ha la delega alla Protezione civile.
Se Bonaccini non ha nessuna intenzione di archiviare in modo troppo sbrigativo il quindicennio erraniano, è altrettanto vero che, come ha più volte ripetuto, la Regione ha bisogno di cambiare. Per questo la giunta dovrà avere una buona dose di nomi nuovi. Un posto dovrebbe esserci sia per il segretario provinciale del Pd, Raffaele Donini, sia per il consigliere regionale reggiano Giuseppe Pagani, renziano della primissima ora. Buone possibilità ci sono anche per la politologa Elisabetta Gualmini, presidente dell’Istituto Cattaneo, mentre tra gli outsider vanno considerati anche altri due consiglieri regionali, il parmense Gabriele Ferrari e il bolognese Antonio Mumolo. Poi, a urne chiuse, bisognerà vedere i risultati degli alleati del Pd e ragionare sul loro peso in giunta.
di Andrea Zanchi
Altre volte si sono spartiti gli Assessorati senza fare i conti con il voto degli elettori … Qualcuno dovrebbe ricordare il 1999, Bologna, l'avventura Bartolini. Il successo Guazzaloca. Sono passati 15 anni. Ora la destra è divisa e in ordine sparso. Non fa più paura. Ma il potere locale che fu rosso, ha mostrato crisi, incapacità, clientelismo, corruzione.
RispondiEliminaIl mondo del lavoro e i ceti popolari debbono ricostruire una sinistra credibile e di governo.
Che altro c'è se non L'Altra Emilia Romagna, ancora con Tsipras?
pl
pl, sei sicuro che la destra sia, oggi, così divisa, in ordine sparso e non faccia paura?
RispondiEliminaPure io voterò la sinistra che si presenta in L'Altra Emilia Romagna. Ma lo faccio perché vedo diffondersi una cultura di destra in troppe forze politiche che magari si presentano divise agli appuntamenti elettorali, ma che sono accomunate nell'attacco alle conquiste, ai diritti ed alle organizzazioni dei lavoratori.
Carlo
La metterei così.
RispondiEliminaIl voto utile per chi è "arrivato" o "sereno", va dato al PD.
Il voto utile per chi è "di sinistra" ma si accontenta, va a SEL.
Il voto utile per chi l'importante è esserci o contribuire, può essere per una qualsiasi delle liste del Centrosinistra.
Il voto utile per chi "io, prima di tutto", poi i miei amici e gli altri si arrangino a casa loro, va al Centrodestra di Berlusconi.
Il voto utile per chi l'importante è sostenere imprese e "famiglie", va al Centrodestra.
Il voto utile per chi vuole mandarli "tutti a casa", incluso (forse) se stesso, va dato ai grillini.
Il voto utile per chi vuole mandare a casa chi ci ha governato fin qui, va ai Liberi cittadini.
Il voto utile per chi vuole più diritti, sicurezza, salute, libertà e giustizia sociale per donne e uomini dell'Emilia e del mondo, va a L'Altra E.R. per un'Altra Europa con Tsipras.
Ciao!
Mi scuserete ma io non vedo voti utili al momento.
RispondiEliminaMi pare tutto un gioco ai danni nostri.
Chi ha male governato e creato privilegi per varie caste annuncia che vuole continuare così.
Chi dice di opporsi si divide in varie fazioni rissose.
Così continuerà tutto come sempre.
Io non ci sto!
S.
Il voto è uno strumento. Si può rendere utile se lo si usa insieme ad altre forme di vita pubblica e di democrazia partecipata.
RispondiEliminaIn Emilia c'è una storia che dovrebbe suggerire percorsi ricchi e creativi per il confronto.
È uno scandalo che non si valorizzi l'impegno di cittadini e associazioni su vari aspetti della vita collettiva. Dai beni comuni, alla scuola, alle pensioni.
Abbiamo avuto referendum. Per altri si sono raccolte le firme ...
I sindaci, i presidenti di provincie e regioni che fanno? Li considerano? Enti pubblici, come Hera?
Raffa
Capisco le considerazioni di S.
RispondiEliminaLa realtà è dura e l'impegno personale non sempre produce risultati all'altezza delle necessità del momento.
Tuttavia, la resa o la rinuncia al voto di chi non sta "al gioco" lascia sicuramente campo a irresponsabili e malaffare.
Se consapevolezza e critica si sposano con indifferenza ed astensione il cambiamento sarà sempre più difficile.
Condivido le considerazioni di Raffa.
Per chi vuole una società migliore, più giusta e sicura, il voto utile non deve essere una delega. Al contrario, una scelta per promuovere democrazia partecipativa. Informazione, confronto creativo e protagonismo sono fattore di responsabilità, sviluppo e qualità.
Gianni
Domandina semplice semplice. Se in Regione il Presidente si è dimesso per una condanna del Tribunale e 42 consiglieri su 50 sono indagati per spese private, che speranza c'è che le cose cambino? Una nostra rappresentante si è anche fatta rimborsare due volte un vibratore in un negozio sexy ...
RispondiEliminaChi si è scusato? Chi ha capito che prima ancora del giudizio di un Magistrato dovrebbero rispondere al popolo italiano? Non solo agli elettori, visto che chi paga siamo tutti noi. Invece hanno continuato a rivendicare loro presunte coerenze, riducendosi simbolicamente qualche spicciolo. Del Presidente dicono tutti e solo bene e che presto assumerà nuovi incarichi. Ma in che mondo vivono?
At salut
Purtroppo viviamo tutti in questo mondo, At salut.
RispondiEliminaA giochi conclusi e ad una settimana dal voto dopo la pubblicazione dei verbali delle riunioni dei capigruppo in Regione si auto-sospende il PD Marco Monari. Aveva pronunciato parole gravi e indecenti.
Intanto, l'onnipresente candidato Bonaccini annuncia l'azzeramento dei rimborsi e lo stop alle nuove costruzioni ... Salvo, salvo quanto previsto nel suo programma 2014-2019. Tra l'altro:
1. Autostrada passante Nord di Bologna.
2. Superstrada Cispadana.
3. Nuova Autostrada Orte - Mestre.
Insomma, spiazzato dagli scandali ordinari e dalle ordinarie alluvioni insegue gli eventi.
Credibilità zero!
Governare significa anticipare, prevenire e costruire un futuro migliore.
Gianni
Scusami ,Gianni , ma quelle tre opere da te elencate , le contrasti meglio con un 4/6 per cento e una bella opposi zione o cercando di far emergere criticità ,ambiguità, all'interno del " Centrosinistra " ?
EliminaPenso che solo erodendo il consenso al PD , cercando di non fargli avere la maggioranza assoluta in Regione , e sfidandolo su quei temi imponendogli altre agende ,puoi essere decisivo , altrimenti si sorregge solo una bandierina.
Ciao
G.
Scusa G. penso che per erodere consenso al PD occorre condurre in campo aperto una lotta politica e culturale contro progetti sbagliati e figli di un tempo passato (come le grandi infrastrutture autostradali).
EliminaHai ragione. Non si possono reggere bandierine del passato.
Tra queste quella del Centrosinistra.
Quel Centrosinistra che ha fallito al governo di molti enti locali e di Regioni, come quella emiliano romagnola (Vasco Errani si è dimesso, per inchieste giudiziarie e Per sperpero di denaro pubblico).
Quel Centrosinistra (Italia Bene Comune) che è stato sconfitto nel voto del febbraio 2013, nella elezione del Presidente della Repubblica (con il Napolitano bis), con le dimissioni di Bersani, con la segreteria Renzi, con il Governo politico PD-Montiani-NCD alleato di Berlusconi (con SEL alla opposizione). Con lo Sblocca Italia ed il Jobs Act.
Bisogna prendere atto delle esperienze: il successo e la crisi del M5S, le grandi mobilitazioni sociali delle ultime settimane, l'evoluzione centrista e liberista del PD.
Tantissimi lavoratori, giovani e cittadini non sono rappresentati dalle forze politiche in campo.
Chiedono visione di futuro, uno sviluppo di qualità, partecipazione, rappresentanze competenti, coerenti e oneste, fatti.
Se la posta si limita ad una piccola eroica rappresentanza e/o ad un "nostro" assessore, la partita è persa e ben poco affascinante.
La sfida è unire chi ha interessi e idee comuni sul futuro.
Tutt'altro rispetto a coalizioni posticce, asimmetriche, tra soggetti che vorrebbero il ridimensionamento e l'irrilevanza dell'alleato.
Gianni
Il " Centrosinistra tanto cercato purtroppo non è mai nato " .A livello nazionale è rimasto una splendida Utopia , a livello locale non ha sempre fallito, ha anche avuto risultati positivi ;
EliminaIl Centrosinistra non è una Bandierina è una sfida di Governo , occorre ,però un riequilibrio delle forze , occorrono un centro e una sinistra non un centrosinistra, due termini ben individuabili e collocabili , divisi da un trattino . Sempre questo trattino in mezzo alle scatole abbiamo.
Ciao
G.
Sulla vicenda del capogruppo PD, scrive il Corriere Bologna.
RispondiEliminaM.
BOLOGNA - Si è autosospeso «per il bene del Pd» l’ex capogruppo alla Regione Emilia-Romagna Marco Monari, indagato nell’inchiesta giudiziaria sui rimborsi dei gruppi consiliari. Monari si era dimesso da capogruppo lo scorso anno, quando uscirono le prime notizie su cene e trasferte in alberghi e ristoranti di lusso; nei giorni scorsi era emersa la registrazione - fatta dall’ex M5S Andrea Defranceschi e finita agli atti dell’inchiesta per peculato della Procura - di un incontro informale tra capigruppo nella sede della Regione, nel settembre 2012 quando uscirono le prime notizie sull’indagine, in cui Monari definiva i giornalisti «servi della gleba» e parlava con i colleghi dell’uso dei rimborsi. «Penso che il Pd debba dedicarsi a quest’ultima settimana di campagna elettorale - ha commentato Monari - libero da ogni altra preoccupazione. Conseguentemente, e assolutamente solo per questa ragione, ho deciso di sospendere la mia appartenenza al partito. Pur avendo già abbandonato ogni ruolo politico non sono certo indifferente al destino del partito alla cui nascita ho dedicato una parte importante del mio impegno». (Ansa)
A proposito, qualcuno può spiegarmi le ragioni di una rinnovata alleanza alla Regione Emilia tra PD e SEL dal momento che hanno programmi diversi su molte cose generali, regionali e locali?
RispondiEliminaÈ l'ennesima furbata di politici disposti a tutto pur di vincere (il PD in viaggio verso il centro) o di entrare in consiglio (SEL a rischio quorum o irrilevanza in Tsipras)?
BiBi
G. ma pensi davvero di poter cambiare l'agenda del PD di Renzi aiutandolo ad arrivare primo?
RispondiEliminaDopo non esserci riuscito con Bersani a livello nazionale (vedi Napolitano al posto di Rodotà, i Governi con PdL e NCD) e con Errani e Merola in Emilia e a Bologna (su autostrade o finanziamenti alle scuole private).
Ma va, non ci si può credere.
Meglio dire che ci si accontenta e che si sono abbandonati i grandi progetti di trasformazione.
Per qualche assessore, presidenza o strapuntino.
Fiorella
Fiorella , ma sinceramente pensi che non vi sia più gente onesta che faccia politica per passione e che crede in determinate scelte, pensi veramente che tutti lo facciano per lo strapuntino .
EliminaPensi che chiunque faccia scelte diverse dalle tue sia un venduto .
Se la pensi così ritengo che la politica non faccia più per me , mi darò al giardinaggio . E' inutile farla se tutti vengono considerati arrivisti .
Ciao
G.