lunedì 21 aprile 2014

Personale e politico. 2.

Questa settimana lascerà il segno.
Due vicende personali si sono chiuse e propongono, insieme, un cambio di vita e alcune riflessioni di valore generale.
Lunedì 14 - 4 - 14, è morta mamma Argentina.
Giovedì 17, è arrivata la lettera dell'INPS di conferma della pensione.
Tutto in cinque giorni. Non è poca cosa.
La perdita della madre è un evento unico.
Una lunga e triste malattia l'ha consumata, lentamente e inesorabilmente.
Passati al meglio e in totale autonomia gli ottantacinque anni, la demenza senile si è manifestata con crescente aggressività e con il bisogno quotidiano e continuo di assistenza e cure, condizionando e cambiando naturalmente la vita, gli impegni ed il lavoro di chi gli viveva vicino.
Non siamo ancora preparati ad affrontare individualmente e collettivamente questa realtà che colpisce tanta parte della popolazione (si dice il 5% degli ultra 65enni e il 30% degli ultra 85enni).
Dobbiamo rapidamente adeguarci. Nelle varie fasi.
Quella iniziale, di comprensione e di accettazione della malattia.
Quella successiva di accompagnamento verso una non autosufficienza sempre più grave, fino al bisogno di trattamenti sanitari che inducono (chi può!) al ricovero in strutture protette e tanti familiari ed amici ad interrogarsi su argomenti considerati delicati, privati e sensibili come i confini tra rispetto ed offesa della dignità delle persone o il modo migliore per affrontare la fine della vita.
Per questo certe affermazioni puramente contabili e spersonalizzanti sul prolungamento della vita delle persone lasciano interdetti. Cosi, molti discorsi puramente teorici ed ideologici sull'eccesso di servizi sociali o sulla riduzione della spesa pubblica e delle imposte.
L'esperienza concreta dice che per la terza e la quarta età occorre investire di più, molto dei più: in ricerca e prevenzione, in riorganizzazione delle comunità locali e nazionali, in abitazioni mirate e finalizzate a specifici bisogni, in servizi socio sanitari adeguati, in maggiore formazione e periodico aggiornamento di operatori e di professionalità all'altezza dei bisogni ...
Anche in città che da più tempo hanno affrontato la questione dell'invecchiamento della società e dove più organizzata è la vita delle persone. A Bologna, ad esempio, si è lavorato e si sono prodotte buone ed anche ottime esperienze, sono maturate interessanti professionalità mediche, infermieristiche, degli operatori socio sanitari, degli assistenti di base, delle "badanti". Argentina ne ha indubbiamente usufruito, in particolare nei tre anni di ricovero al Giovanni XXIII di via Albertoni. Come tanti altri anziani. Ma come e ancora più che per le scuole dell'infanzia, le risorse pubbliche calano e sono sempre inferiori alle necessità e ad una domanda in costante crescita. La nuova ASP cittadina, che unifica le storiche strutture che operano in città, ha avuto il difficile compito di ottimizzare i servizi, accrescere la produttività del personale, ridurre i costi, anche a fronte di problematiche sociali ed emergenze nuove. Amministratori, dirigenti, coordinatori sono chiamati a ricercare ed assicurare problematici risparmi, che spesso, nei fatti, si traduce in riduzione del personale e dei diritti, oltre livelli accettabili ed adeguati al grado di complessità e di bisogno degli ospiti.
Così la scelta di seguire adeguatamente i nostri cari suggerisce, insieme a necessarie riflessioni politiche e di governo, una presenza quotidiana e continua, assai impegnativa sotto ogni aspetto. Fino all'ultimo, triste, spesso liberatorio, atto.
A meno di ventiquattro ore dal funerale di mia madre ricevo una raccomandata con ricevuta di ritorno. Essendo fuori casa, la ritiro venerdì mattina.
È l'INPS.
Oggetto: Comunicazione di Liquidazione Pensione n.101... Cat. VO, decorrenza 1 aprile 2014 ...
"La informo che la richiesta presentata il 3 marzo 2014 è stata accolta e che Le è stata liquidata la pensione ...
Sono stati determinati arretrati per il periodo dal 1 aprile 2014 al 30 aprile 2014.
... gli arretrati sono disponibili ... con data valuta 21/4/2014."
Si può aspettare. Nessun problema.
Naturalmente, essere rientrato tra i 160.000 "salvaguardati" dai successivi decreti governativi di Monti e Letta è tutt'ora da considerare alla stregua di un "privilegio" di cui sfuggono le ragioni ed i criteri, se è vero, come risulta da fonti attendibili e tutt'ora non smentite da dati ufficiali diversi, che i senza reddito (cosiddetti "esodati") determinati dal decreto Monti - Fornero, convertito rapidamente in legge dalla maggioranza parlamentare PD, PdL, UdC nell'inverno 2011, superano le 390.000 persone.
Come già scritto in post precedenti in gioco non è una questione personale relativa ad alcune centinaia di migliaia di persone, ma la credibilità stessa e l'autorevolezza dello Stato di diritto, il cambio delle logiche, della cultura e delle politiche con cui fronteggiare la crisi economica, finanziaria e del sistema di potere dominante.
Colpisce che un Presidente del Consiglio dei Ministri veloce e decisionista come Renzi, sempre pronto alle critiche dell'operato altrui e capace di stupire anche con obiettivi di giustizia ed equità, sulla pessima normativa in materia di pensioni del 2011, non abbia ancora aperto bocca. Ne va del presente di tanti e del futuro delle nuove generazioni.
Anche da qui passa la possibilità di rendere credibile e di realizzare "le svolta buona"!





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10 commenti:

  1. Mi spiace per la tua mamma.
    Giuste considerazioni sulle attenzioni che dedichiamo ai nostri vecchietti e sulla peggior riforma delle pensioni che si poteva fare.
    Anna

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  2. Coraggio.
    Ha vissuto e sofferto abbastanza.
    Concordo.
    Bisogna investire di più sulle persone e meno su prodotti e opere inutili e dannosi.
    Ne trarremmo tutti vantaggi.
    L.

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  3. Sono di passaggio e non conosco ...
    Il tema "fine vita" meriterebbe un lungo approfondimento.
    È una grande questione del futuro.
    Ciao!

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  4. Una riflessione impegnativa e che richiede tempo per essere metabolizzata.
    Poi, certo, ci sono quelle che chiamiamo coincidenze, e più passa il tempo più mi convinco che non lo siano.

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  5. L'importante dovrebbe essere vivere (bene), non sopravvivere (male).
    Certe storie vissute (la tua come la mia ...) suggeriscono passi avanti nella legislazione sui diritti civili. Perché non accompagnare chi lo desidera alla dolce morte? In molti casi, non sarebbe anche questo un atto d'amore?
    Robby

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  6. Condoglianze e congratulazioni.
    BiBi

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  7. Tra personale e politico l'Italia è sempre più nei guai.
    Ci siamo persi Argentina per prenderci Gianni.
    Dobbiamo rinunciare ad una donna per un uomo.
    Ci dobbiamo fare carico di un reddito medio mentre ne avevamo uno meno impegnativo.
    Avevamo un contribuente dello Stato su due (50%) ed ora solo un costo per la collettività (100%).
    Nessuna svolta buona! No?
    Serena Patrizia Irene

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  8. Un post di considerazioni condivisibili.
    Maggiore impegno della società per una vita dignitosa e meritevole di essere vissuta.
    Maggiori diritti individuali, anche nella libera scelta di come concludere la propria esistenza.
    Garanzie di un reddito equo per tutti. Bene adeguare i salari sotto i 1.500 mensili, ma grave (inaccettabile) dimenticarsi dei senza reddito!
    Quindi diritto per tutti della salvaguardia!
    La pensione non è una concessione.
    Ciao!

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  9. Lo SPI (Serena, Patrizia, Irene) deve guardare al futuro.
    Rimpiangere il passato non è lungimirante.
    Un abbraccio!
    Gianni

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  10. Fine vita tema complesso.
    Piuttosto che esperienza si vive a rapporto con i servizi pubblici e privati per gli anziani?
    Francesca

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