giovedì 29 giugno 2023

Il cambiamento radicale che serve ai "progressisti". Dal Molise all'Emilia Romagna ...

 

Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni con Roberto Gravina: alleati per fare cosa?









Nessuno deve sottovalutare percentuali e coalizioni quando si eleggono pubblici amministratori. Tuttavia i problemi delle comunità richiedono, oggi, molto più di una "limonata al bar", di un accordo a tavolino tra due o tre presunti leader. Chi non vuole continuare a girare a vuoto, a inseguire illusioni o "cattivi maestri", perdere elezioni o rappresentanza popolare dovrebbe riflettere ... Studiando le situazioni reali e i movimenti in campo, provando analisi obiettive e interpretazioni delle domande sociali della fase.

Che ci dice il voto in Molise di domenica e lunedì? 

1. Che continua a crescere il non voto. In Regione e per la Regione la maggioranza degli aventi diritto non ha esercitato il proprio diritto (oltre il 52% degli elettori ha disertato i seggi). 

2. Che il problema non era e non è il ritorno alla classica alternanza, invocata da tante (interessate) parti. Questa volta, infatti, la contesa è tornata a due candidati e a due coalizioni (Destrecentro vs PD - M5S - Alleanza Verdi e Sinistra) che, sulla carta, avrebbe dovuto determinare più equilibrio (e dunque "passione") tra le forze. Invece è risultata, nei fatti, ancor meno attrattiva del passato, quando la competizione era a tre soggetti. Il risultato è stato assai più netto di cinque anni fa: in questo 2023 il 62% (del Destrecentro) contro 36% (della coalizione PD, M5S e Verdi - Sinistra) rispetto al 44% (del candidato del Centrodestra), 39% (del M5S) e 17% (del Centrosinistra) nel 2018. 

Sul voto in Regione Molise e non solo ha scritto un interessante articolo Famiano Crucianelli, pubblicato oggi su il manifesto. Merita di essere letto e commentato. Anche per chi vive in realtà considerate assai diverse e dove, tuttavia, si addensano contraddizioni e problemi irrisolti. Come ha evidenziato la puntata di Report di lunedì sera (vedi qui).

Il tempo per correggere Progetti e priorità è questo!


Sulla prima pagina de il manifesto di oggi ... (29 giugno 2023)






















«Cronaca di una morte annunciata» è un bel libro di Garcia Marquez. Tutti sapevano che Santiago Nasar sarebbe stato ucciso dai fratelli Vicario, ma nessuno fece qualcosa per fermare quell’omicidio.

In questo mese di impalpabile campagna elettorale molisana è stato ben difficile trovare qualcuno pronto a scommettere sulla vittoria del centro-sinistra, così difficile che gli stessi candidati della coalizione Pd- Cinque stelle hanno pensato a salvare se stessi, ad inseguire preferenze, piuttosto che indicare un progetto di governo, un programma alternativo alla destra di ieri e di oggi. Un risultato annunciato, così come era chiaro che una politica che da anni ripete lo stesso copione con le stesse facce e gli stessi intrighi avrebbe portato ad un astensionismo dal voto senza precedenti.

Il 53% non ha votato e la destra ha vinto con il 29% degli aventi diritto al voto, altro che onda anomala di Meloni e Roberti. Quel che si è avuto è il dissolvimento delle forze che astrattamente si dicono del campo progressista e di sinistra: il Pd al 12%, i Cinque stelle che in cinque anni passano dal 31 al 7%, insieme il Pd e i Cinque stelle hanno perso 30 mila voti.

Questi sono i numeri dai quali ogni analisi seria deve partire. Queste elezioni la destra le ha vinte coltivando quelle corporazioni sociali e quel malcostume clientelare che ha coinvolto meno del 30% dei cittadini molisani aventi diritto al voto e l’ha vinte, perché la sinistra, non da oggi, non ha né proposto e tantomeno praticato una reale ed ambiziosa alternativa. Un risultato che per un verso sottolinea, al di là della propaganda, la relatività della vittoria della destra, la miseria del «mondo progressista» e per un altro evidenzia, quanto sia profonda la crisi del sistema democratico e delle istituzioni.

Era destino che finisse così? Era scritto che dopo i disastri, universalmente riconosciuti, del presidente uscente (della Regione Molise, ndr), seguisse un consanguineo politico di destra dello stesso Toma? No, questa rotta elettorale si sarebbe potuta evitare. Un altro progetto, un’altra via non solo era possibile, ma è stata costruita, proposta negli anni e indicata alla Politica e ai vertici dei partiti «progressisti» locali e nazionali da associazioni e movimenti molisani.

Un progetto che chiedeva per il governo della regione discontinuità di principi, di programmi e di uomini. Un progetto capace di parlare a quella maggioranza di delusi dai partiti che si astiene dal voto. In molti avevano chiesto e non da oggi, una rivoluzione dolce capace di rompere la dipendenza coloniale della regione Molise da quel potere che ha fatto dei molisani un popolo di migranti e che ha rubato il futuro a tante generazioni .

I soliti noti e una vasta area di cortigiani e figuranti hanno fatto orecchie da mercante, hanno brigato per continuare ad occupare i luoghi della politica e delle istituzioni. E consapevolmente hanno ignorato anche il valore politico generale che questa elezione avrebbe avuto sia per gli equilibri politici nazionali e sia per la prospettiva della coalizione Pd-Cinque stelle.

La «coalizione progressista» può contendere il governo alla destra, ma la condizione decisiva è che si realizzi una mobilitazione di forze sociali e un nuovo protagonismo della società civile, e che i tantissimi che si astengono dal voto, avvertano la possibilità di un cambiamento reale. Verità elementari che sono state rimosse, e né da Roma sono venute parole e scelte chiare. L’argomento con il quale si è voluto rivendicare il monopolio del potere da parte dei vertici del centro-sinistra è veramente sconcertante.

Così hanno sentenziato nei giorni pre-elettorali: «Solo chi ha una solida esperienza di amministrazione, solo chi ha una dimestichezza con la politica amministrativa è degno di essere candidato alla presidenza della regione».

Con questo paleolitico argomento hanno liquidato la candidatura di Domenico Iannacone. Un giornalista militante molisano che si è occupato per anni dei problemi della gente più debole, di grandi questioni sociali e delle malattie dell’ambiente, e proprio per questo molto amato.

Il problema, come dovrebbe essere evidente, non era Iannacone, ma quel movimento di rottura con il malcostume della politica che chiede discontinuità e rigenerazione della democrazia, un ambiente pulito e giustizia sociale. Perché queste elezioni siano solo un brutto capitolo di una breve stagione è bene che tutti e in primo luogo i cosiddetti partiti «progressisti», a Roma come nei territori, riflettano e si preparino ad un cambiamento radicale. Questa elezione è una sconfitta amara, l’auspicio è che almeno possa essere una lezione utile.

Famiano Crucianelli, il manifesto, 29 giugno 2023


A Bologna e in Emilia Romagna continua la mobilitazione di associazioni e movimenti per la conversione ecologica, per la prevenzione dai rischi ambientali e sanitari, per fonti energetiche rinnovabili e meno inquinanti, per una mobilità alternativa competitiva ... 

Fotocronaca dell'ultimo lunedì di giugno in Piazza Maggiore, sotto Palazzo d'Accursio 

Lo striscione steso ... (26 giugno 2023)

Ragazze e giovani di ogni età animano la "spentolata" ...


Dai Sollevamenti della Terra: "Noi siamo la natura che si difende, il vostro cemento vi seppellirà" ...


Rullano tamburi ...


Un cartello ...

La linea ferroviaria Bologna - Porretta è ferma ... Il bus sostitutivo non passa ... Utenti una notte costretti in albergo ... (Il Carlino Bologna, 26 giugno 2023)


La protesta per l'ennesimo disservizio nel trasporto pubblico ... (la Repubblica Bologna, 26 giugno 2023)




"Facciamo rumore" contro il muro di gomma delle Amministrazioni ...

Sul selciato di Piazza Maggiore vengono esposti cartelli illustrativi ed esplicativi a cura di Amanda, uno dei Comitati No Passante ...


La denuncia del taglio di alberi in oltre una decina di Parchi e Giardini della Città per fare spazio ai cantieri per il Passante ...
 

Tagliare alberi ed arbusti per asfaltare e cementificare altro territorio contraddice gli impegni annunciati nel volere evitare il ripetersi di ulteriori frane e alluvioni ...


Il consumo di suolo e la riduzione continua di biodiversità naturale è all'origine della crisi ecologica e climatica che paghiamo a carissimo prezzo anche a Bologna e in Emilia Romagna ...
 

Non si può procedere con opere che non contemplano neppure Progetti Esecutivi, Valutazioni di Impatto Sanitario ed Ambientale aggiornate al contesto attuale ...

Cittadini fotografano e filmano la protesta e gli argomenti ...


Bolognesi e no, turisti italiani e cittadini del mondo ... L'informazione è tradotta in inglese, francese, spagnolo ...


Sotto lo sguardo vigile della Polizia Locale, di contingenti di Polizia, Carabinieri e Servizi ...


Una sortita all'interno del Palazzo del Comune, alla ricerca di interlocutori ...




Nel cortile di Palazzo d'Accursio ...


"In marcia" fino sullo scalone che porta alla Sala del Consiglio Comunale e agli Uffici di Sindaco, Vice ed Assessori ...





Intanto cittadini leggono ...


Coppie ...


Giovani ...


2 commenti:

  1. Sull'alluvione in Emilia Romagna belle interviste di Report a Paola Bonora e Piero Cavalcoli e pessima Priolo.
    Ancora una volta deprimente la vicenda Ponte Morandi, Autostrade e Castellucci...... Governi e forze politiche a pezzi. Sono gli stessi del Passante di Bologna. Che vergogna!
    DG

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  2. Il tempo per correggere progetti e priorità è arrivato da tempo, ma ora stringe.
    Sul Passante di Bologna assemblea di quartiere al Navile domenica 9 luglio, dalle ore 17, all'ombra degli alberi del giardino Anna Maria Manzolini tra le vie Beccadelli e Arcoveggio.
    La salute dei cittadini prima di tutto.
    Ciao!

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