giovedì 2 marzo 2023

Elly Schlein - Stefano Bonaccini, prime riflessioni ...

Bologna in Piazza Maggiore il 24 febbraio 2023 per il cessate il fuoco, contro guerra e riarmo ...












Chi ha maturato una formazione ed una esperienza nella sinistra storica non può restare indifferente a ciò che è successo domenica alle Primarie del PD. Le dinamiche vanno capite e discusse. Nell'interesse delle sfide che viviamo e delle battaglie politiche aperte ed aspre conseguenti al voto del 25 settembre scorso, quando la coalizione e il partito guidati da Enrico Letta sono risultati secondi dopo l'alleanza delle destre trainati da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. E allora proviamo a proporre qualche prima considerazione.

Intanto è un bene che il popolo che si è recato ai gazebo abbia respinto una concezione della democrazia che porta un Presidente di Regione in carica, a metà mandato, che non intende dimettersi, a candidarsi alla guida del suo Partito. Svolgendo dunque, contemporaneamente, due funzioni assai impegnative e distinte: una, politica e "di parte" (il PD raccoglie meno di 1 votante su 5), l'altra Istituzionale (in Emilia Romagna il Presidente è stato eletto da una pluralità di orientamenti e interessi, non solo riconducibili al partito di maggioranza relativa). Quello di Bonaccini dunque è stato un serio errore di presunzione e di arroganza. Evidenzia anche un limite di cultura, perché riduce - di fatto - la politica a gestione del governo o, peggio, ad esercizio del potere. Mentre la Costituzione affida a partiti e Istituzioni compiti e ruoli ben distinti e più alti di rappresentanza: per rendere i cittadini, tutti i cittadini protagonisti e partecipi. Resta il fatto che una percentuale significativa dei votanti alle Primarie (il 46%) non abbiano considerato questo elemento e che in Emilia Romagna siano stati la maggioranza (il 56%). 

Un secondo rilevante dato è che la pur "nativa" Democratica Elly si sia (re)iscritta al partito per candidarsi a Segretaria. Dopo aver fatto a lungo politica "fuori dal Partito", presentandosi con una propria lista Coraggiosa, Ecologista, Femminista alle Regionali 2020, alleata critica. Naturalmente non è in discussione la legittimità, evidentemente contemplata dalle regole interne. Ma non può neppure sfuggire la portata di un simile fatto. Un "partito" che non trova più una guida tra i suoi dirigenti nazionali e locali; che si deve affidare ad una personalità "giovanissima", che parla di "trasformazioni sociali", sostenuta da interessi e speranze variegati e anche in conflitto. Esce sconfitta non solo la linea elettorale sul "partito più impegnato a sostenere l'Agenda Draghi" ma pure la perdurante narrazione: "dove governiamo bene, come in Emilia Romagna (e in Toscana) siamo vincenti". E ancora: "il problema sono le correnti romane, non la politica praticata nei Governi regionali e locali". No, non c'è nessun "modello" locale da esportare in Italia e in Europa. Ora lo hanno testimoniato anche gli elettori delle Primarie. Semmai esistono diversità positive e contraddizioni peculiari frutto di storiche conquiste (vedi lo "stato sociale", non sempre riconosciute come tali anche nel PD) e di problemi nuovi e irrisolti che si sono moltiplicati e che hanno reso anche le terre da sempre amministrate da Sinistra e Centrosinistra molto più simili alle altre: con la progressiva perdita di qualità della vita, di ambiente, di biodiversità e di benessere, di lavoro dignitoso e di servizi essenziali, come sanità e istruzione. Con l'insediamento "non visto" e non adeguatamente contrastato di organizzazioni criminali e mafiose. Con amministratori locali e regionali quasi sempre chiusi a difesa di un "fortino" assediato e indifendibile, con pretese (sbagliate) di "autosufficienza" e anche di maggiore "autonomia (regionale) differenziata". E classi dirigenti arroganti verso istanze di rinnovamento sostanziale e di giustizia sociale. Semmai, quando va bene (e sempre a costo di dure lotte sindacali) discreti difensori della occupazione data e di produzioni, commercio o infrastrutture che mal si conciliano con la urgenza di conversione ecologica. 

Terzo punto. Il piccolo grande mondo che ha promosso la nuova maggioranza attorno a Elly Schlein è molto composito: da Mattia Santori a Dario Franceschini, da Chiara Gribaudo a Ugo Sposetti, da Michela Di Biase a Fabrizio Barca, a Nicola Zingaretti. Con una minoranza assai consistente che vorrebbe subito archiviare ogni riflessione politica (come sempre), che attende "mediazioni" e "minaccia" scissioni. Poi ci sono Achille Occhetto e Romano Prodi che sollecitano "unità" e "centralità". E allora: quale "sintesi" politica saprà esprimere questo partito i cui iscritti, solo quindici giorni fa, a prevalenza avevano scelto Bonaccini (54%), riconoscendo alla Segretaria scelta ai gazebo il 36%? 

Elly Schlein da seconda, alla guida della Regione Emilia Romagna, ha costruito relazioni con realtà precedentemente sottostimate e ha scritto alcune pagine meritevoli di considerazione. Ma sono passati sotto silenzio atti e indirizzi di Governo di spregiudicata conservazione e di segno neoliberista: su infrastrutture, energia, sostegno a produzioni e consumi, programmazione urbanistica e del territorio. 

Da Prima Donna, da Segretaria saprà raccogliere le aspettative che molti "primaristi" hanno riposto in Lei? E che molti cittadini "senza partito" che non hanno dato fin qui credibilità a questo PD come soggetto utile per il cambiamento dell'Italia, dell'Europa e del mondo vorrebbero?

Le scelte da fare sono all'attenzione generale e non dividono (come qualcuno sostiene o vorrebbe) giovani, lavoratori e popolo. Anzi, possono creare inedite convergenze, intrecciare esperienze ed attività, fare incontrare preziose culture e modernissime istanze. Alcune priorità sono al centro di mobilitazione e di lotte in corso. A cui mancano sponde politiche forti: per il cessate il fuoco in Ucraina (e in altri drammatici conflitti in Medio Oriente, Africa ed Asia), per accordi di pace duraturi, per il disarmo internazionale e un nuovo ordine mondiale fondato su Diritti e Doveri universali e su politiche coerenti con una transizione ecologica giusta, equa e capace di rallentare i cambiamenti climatici, i consumi energetici inquinanti che generano eventi naturali sconvolgenti nonché migrazioni epiche di popolazioni ancora in crescita demografica.

Questa umanità, questo Continente, questo Paese hanno bisogno di strategie di riorganizzazione sociale e produttiva, di governi delle comunità che attuino finalmente programmi conseguenti. Compito primario di tutti coloro che non hanno creduto alle Agende Draghi e al neoliberismo di pochi autocrati, gigacapitalisti, sceicchi o dittatori, che non vedono in Giorgia Meloni e nei Ministri Piantedosi e Valditara, Salvini, Pichetto Fratin o Tajani una prospettiva, è costruire un blocco sociale e politico capace di praticare scelte comprensibili di rottura con il malgoverno presente e conquiste anche parziali entro un Progetto di trasformazione sociale e di conversione ecologica che anteponga gli interessi generali e delle persone che vivono e vivranno gli anni 2030 e 2050.


Sotto il Portico di Stata Maggiore a Bologna ... (18 dicembre 2022)
Aumentano le disuguaglianze e la povertà. Anche in Emilia Romagna c'è un rilevante problema sociale: di redditi insufficienti per vivere con dignità, di diritto alla casa non corrisposto.

Crescono nei Bilanci nazionali le spese militari e per il riarmo. Il popolo della pace chiede il cessate il fuoco ... Via Indipendenza a Bologna venerdì scorso (24 febbraio 2023)


In tanti fuori e dentro San Petronio chiedono a Comune, Regione e Governo di essere protagonisti della messa al bando delle armi nucleari ... (24 febbraio 2023)


Davanti a Palazzo d'Accursio migliaia di voci per il rispetto dei Diritti e dei Doveri universali dei cittadini e delle comunità, stop al riarmo e alle sanzioni, cooperazione per uno sviluppo eco-compatibile ... (24 febbraio 2023)








La Fascia Boscata Chico Mendes di Bologna, realizzata dal Comune nel 1989, è da febbraio chiusa ai cittadini per il "Lotto 0" del "cantiere" che dovrebbe partire nel luglio 2024 per il "Potenziamento del sistema autostradale e tangenziale di Bologna" ... (17 febbraio 2023)


Lungo l'attuale Asse viario Tangenziale - A14 a 12 corsie è iniziato il disboscamento ... Ai Giardini Quasimodo la barriera di verde è stata azzerata ... (18 febbraio 2023)


Al Giardino Montale per i lavori propedeutici ai cantieri del Passante di Bologna, non ancora "Progetto esecutivo", sono stati tagliati alberi di diametro superiore a 80 cm. ... (25 febbraio 2023)


Associazioni ambientaliste e cittadini auto organizzati manifestano nel centro di Bologna contro un nuovo ipermercato e la cementificazione di un'area agricola a Lavino di Anzola dell'Emilia: obiettivo la riqualificazione del territorio ... (23 febbraio 2023)


Legambiente e la Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell'Emilia Romagna manifestano a Minerbio (Bo) contro lo spreco energetico, gli impianti di gas e fossile, per "non perdere il treno" delle fonti rinnovabili ... (24 febbraio 2023)








"Treno perso" per almeno 3 anni dai pendolari ... è quello TPER dalla Stazione Centrale di Bologna alla periferia Est e alla zona industriale Roveri, causa lavori di interramento della linea (febbraio 2023)


La Stazione Rimesse del mai realizzato SFM (Bonaccini e Lepore non hanno neppure pensato ai fondi del PNRR!) ... La linea, dopo almeno 3 anni di lavori, sarà ricostruita ad un solo binario ... (febbraio 2023)


Extinction Rebellion e rappresentanti dell'ambientalismo bolognese davanti a Palazzo d'Accursio per misure straordinarie, strategie politiche e di partecipazione democratica contro i mutamenti climatici e le emergenze ambientali ... (6 febbraio 2023) 

Una conferenza all'Università di Bologna sulla conversione ecologica e lo sviluppo eco-compatibile dell'Appennino organizzato da Bologna for Climate Justice ... (15 febbraio 2023)
Una sfida per tutti!




3 commenti:

  1. Le foto ricordano bene le "emergenze" in cui ci imbattiamo. Schlein ha iniziato da Crotone e Firenze ma presto dovrà misurarsi con i nodi degli investimenti: riarmo, energia, infrastrutture, sanità.....
    E li si capirà il suo PD. Nel frattempo i movimenti......
    DG

    RispondiElimina
  2. I ricatti di scissione peseranno sulla nuova segretaria. Il maggiore dinamismo non cambierà le decisioni assunte sugli argomenti più rilevanti, come guerra e decarbonizzazione.
    WM

    RispondiElimina
  3. Viva la donna! Viva le donne!
    Capisco tutto. E tutto condivido. Tuttavia nel prevalere di Elly leggo anche una manifestazione di sano orgoglio femminile. Troppo a lungo non considerato.
    Anna

    RispondiElimina