Per tre anni il treno TPER Bologna - Portomaggiore nel tratto urbano è sostituito da bus ... |
Il 2023 a Bologna viene presentato come l'anno dei cantieri. Su tutti quello irresponsabile del Passante di Mezzo. Un colpo alla conversione ecologica, all'uso razionale delle risorse nazionali, ai propositi (ed ai piani) di mobilità sostenibile, alla "missione" di Climate City Contract, alla credibilità delle classi dirigenti locali, regionali e nazionale. Il potenziamento fino a 18 corsie di Tangenziale - A14 è parte di un disegno che prevede terze e quarte corsie autostradali in A1, A13 e A14, nuove strade ed autostrade, ponti e gallerie da Piacenza a Rimini, in Pianura e in Appennino. Gli obiettivi dichiarati di spostare progressivamente quote significative di mobilità dai mezzi a motore individuali a quelli collettivi, pubblici e meno inquinanti sono sistematicamente contraddetti. Così gli annunci ripetuti di "consumo di suolo zero", di verde e boschi urbani rigeneranti, di "transizione a energie rinnovabili" e "carbon free". Un bla, bla, bla infinito. Che accomuna esponenti di Destra e di Centrosinistra.
Purtroppo, confermato anche da costose opere sostenute nel segno del traporto pubblico. E' il caso dell'interramento del tratto urbano della ferrovia Bologna - Portomaggiore.
Da più decenni questa storica linea è parte del Sistema Ferroviario Metropolitano (SFM) bolognese, progettato dalle Amministrazioni di sinistra che hanno diretto le Istituzioni locali. Il Progetto discusso ed approvato prevedeva lavori infrastrutturali ed investimenti in mezzi e personale a tutto vantaggio dei pendolari che ogni giorno si muovono per ragioni di lavoro, di studio e di vita tra le varie province dell'Emilia Romagna ed il Capoluogo di Regione.
Per la ex "Veneta" che portava a Budrio e oltre a Molinella - Portomaggiore o a Medicina - Massalombarda era previsto un ricongiungimento diretto in superficie con la Bologna - Vignola attraverso un passante alla Stazione centrale sui binari liberati dai Treni ad Alta Velocità portati sottoterra, superando così gli attuali capolinea a Bologna Est ed Ovest. E inoltre vi era l'impegno per il raddoppio dei binari; per nuove fermate e stazioni (tra l'altro nei pressi dell'Ospedale Maggiore e del Policlinico Sant'Orsola - Malpighi); per una maggiore frequenza dei treni ogni 15 minuti (30 serali).
Nulla di tutto ciò è contemplato dall'ultimo "progetto esecutivo" e dai finanziamenti "portati a casa" negli ultimi anni da Merola, Bonaccini ed Assessori di Comune e Regione negli accordi con Governi ed Enti di Stato.
I lavori, partiti in queste settimane, sono propedeutici ai cantieri necessari per "interrare la ferrovia" ad un solo binario nel tratto urbano, dalle Roveri alla Stazione Centrale.
L'effetto sarà quello di togliere unicamente i passaggi a livello di via Larga, di via Benvenuto Cellini, di via Rimesse e di via Libia. Certamente utile per evitare blocchi del traffico privato e ulteriori ingorghi, con relativi scarichi inquinanti, in strade ad alta percorrenza di automezzi, in zone densamente abitate ed inquinate della Cirenaica e di San Vitale. Che mettono, però, con questi 76 milioni di investimento una pietra tombale sul precedente e ben più lungimirante Progetto.
Per minimo tre anni chi già ora utilizzava il treno ne dovrà fare a meno, almeno nel tratto urbano: dalla Stazione Roveri sono stati istituiti bus speciali FBP per Piazza Medaglie d'Oro, con tempi di percorrenza decisamente superiori (3-4 volte?!) a quelli su ferro. Una vera e propria avventura per chi ha tempi obbligati. Che crea comprensibili disagi e proteste (vedi sotto, Repubblica Bologna), che disincentiva l'uso del mezzo pubblico. Ma il punto è che tutto ciò è un conto salato da pagare senza costruire un futuro migliore. In prospettiva nessun vantaggio per gli utenti TPER: perché i mezzi e le frequenze non saranno affatto favoriti da questo intervento.
Dunque, il "signor Lotti" (vedi ancora sotto l'articolo di Repubblica Bologna) che da "47 anni aspetta" ha forse "vinto la sua sfida con il passaggio a livello" ma, di certo, il compagno ferroviere Risiero, protagonista nella sua vita di mille battaglie e portatore di forti ideali di giustizia sociale ed ambientale, deve ulteriormente rimandare il sogno e l'opportunità di vedere ridurre il traffico su gomma e di vivere in una Città meno congestionata di automezzi, smog e rumore.
Insomma, a Risiero Lotti e C. anche questa Befana non porta doni: semmai nuovi motivi per organizzare gli amici della Cirenaica e i compagni che non si accontentano di quel che passa "il sistema" all'iniziativa e alla lotta.
E' infatti probabile che, prima o poi, il binario morto dell'ex Veneta (che da qualche settimana non blocca più le auto sulle strade del quartiere San Vitale) sarà sostituito da un bel percorso ciclabile sopra un tunnel di cemento armato entro cui correrà il binario sotterraneo delle FER ... Tuttavia la precisa sensazione è che in questo inizio d'anno e con questi cantieri in un "binario morto" siano soprattutto i propositi di Paese e di Città eco-compatibili e a misura delle persone.
Repubblica Bologna (14 dicembre 2022) informa a modo suo sui lavori che (in 3 anni) porteranno a interrare il binario della linea ferroviaria TPER Bologna - Portomaggiore ... |
Un bus sostitutivo della Ferrovia Bologna Portomaggiore lungo la trafficata via Massarenti ... (28 dicembre 2022) |
Nella Giunta Lepore ci sono "missionarie" che parlano di "Climate City Contract" e di percorsi che anticipino al 2030 la "neutralità climatica" e colleghe che sostengono "il Passante" e "questi cantieri" di segno opposto ... L'intervista al Corriere di Valentina Orioli (4 gennaio 2023) |
Mi chiedo come questo partito democratico emiliano possa rappresentare una speranza per la sinistra emiliana e per quella che con qualche ragione si autodefinisce l'ultima generazione.
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Nb. Intendevo sinistra italiana non emiliana.
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Un indice di come siamo messi.
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