martedì 3 gennaio 2023

2023 auguri! Per un anno di pace. Obiettivo disarmo.

Il primo giorno dell'anno in piazza per i Diritti e i Doveri delle persone e delle comunità

 










In marcia, in tanti. Naturalmente diversi. Uniti su un punto: le guerre, in questo mondo di potenze che possiedono arsenali capaci di distruggere la vita umana sull'intero Pianeta, producono solo nuove ingiustizie ed ulteriori contraddizioni sociali ed ambientali. Forse il momentaneo e illusorio potere di oligarchi e sistemi di potere autoritari. Mai vittorie di popoli e maggiore sicurezza.

Solo una propaganda di regime, acritica può sostenere che in questo mondo l'uso e la produzione di armi può portare una comunità alla "vittoria". 
Le esperienze smentiscono ogni narrazione: le aggressioni militari all'Afganistan di Unione Sovietica (1979) e Stati Uniti d'America (2002) sono un esempio lampante ed un monito per tutti. 

Dovrebbe fare riflettere ogni persona libera e pensante. 

L'intervento militare ordinato da Putin in Ucraina il 24 febbraio 2022 ha provocato a russi e militari al servizio del Governo di Mosca prevalentemente vittime e odio. Sul fronte opposto Zelensky e Governo ucraino contano stragi e distruzioni senza fine. 

Nazionalismi e imperialismi si alimentano, colpiscono e minacciano l'intera umanità. 

Mobilitarsi per il cessate il fuoco in Ucraina e in tutte le aree di guerra, per il riconoscimento dei Diritti e dei Doveri universali delle persone e dei popoli, per una Costituzione della Terra è urgente. 

Parliamone.

Leggere che l'Italia negli ultimi 20 anni ha ridotto le spese militari è motivo di orgoglio. Che tuttavia evidenzia il limite di una realtà nazionale che contraddice la tendenza generale e quella di quasi tutti gli altri Stati.

Inoltre l'Italia fabbrica ed esporta armi da guerra nel mondo. Anzi, siamo tra i principali produttori e venditori. E questo è un problema ed una sfida aperta per tutti: politici ed amministratori, imprenditori e manager, lavoratori e cittadini a pensare e praticare una conversione pacifica ed ecologica di questo settore importante dell'industria e della occupazione. Il tempo di agire è questo.


Le spese militari nell'ultimo ventennio. Confronto tra l'anno 2021 e il 2020 ...
 

I dieci Paesi maggiori esportatori di armi da guerra nel mondo ...


I 10 gruppi industriali che producono armi da guerra ...


I 10 Paesi che negli ultimi 5 anni hanno acquistato più armi da guerra prodotte in Italia ...


La pagina del Carlino Bologna sulla marcia della pace e dell'accoglienza di capodanno ... (2 gennaio 2023)


La notizia proposta da Repubblica Bologna ... (2 gennaio 2023)


"La guerra moderna non può mai scaturire dalle smanie individuali di qualche pazzo al potere. Essa piuttosto, è il tragico sbocco di un grande meccanismo impersonale: una legge di tendenze verso la concentrazione imperialista del capitale" scrivono Emiliano Brancaccio, Raffaele Giammetti, Stefano Lucarelli ed altri in un interessante libro pubblicato da qualche settimana ...


Primo gennaio 2023 a Bologna, in Piazza del Nettuno: in tanti con il Portico della Pace ed Europe for Peace ...


Una immagine oltre il Nettuno, verso Piazza Maggiore ...


Un gruppo di suore cattoliche a fianco del palco ... sullo sfondo Palazzo d'Accursio. Il Comune di Bologna non è ancora tra le città d'Europa attive per la messa al bando delle armi nucleari.


In rappresentanza dell'Amministrazione Comunale parla la Vice Sindaca Emily Clancy che, tra l'altro, ricorda il giovane Mehdi Zare Ashkzari, studente a Bologna, torturato e ucciso dal regime iraniano ...


Dolo l'intervento di Alessandro Bergonzoni, quello del Cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI. Oltre a Lui intervengono rappresentanti di altre comunità cristiane, ebraiche ed islamiche impegnate in azioni di pace e di accoglienza dei migranti ...


Insegnanti volontari di una scuola per migranti gratuita ...
 







... e, davanti al Sacrario dei Caduti partigiani, esponenti di un movimento religioso mussulmano


Una delegazione di iraniane ed iraniani al centro della Piazza alzano voci e cartelli: "donna, vita, libertà" ...


"Rivoluzione per l'Iran" e "Pace per l'Ucraina" ...


In marcia attraverso via Rizzoli ...


... lungo via dell'Indipendenza


Donne e uomini, giovani e ragazze tutti insieme "per il futuro" ...


... "osiamo la pace, disarmiamo il mondo". Le Donne in Nero di Bologna sempre presenti e protagoniste.


Il corteo sfila davanti al Teatro Arena del Sole ...


Si accendono le fiaccole ...


Sul ponte della Stazione, imboccando via Matteotti ...


Tra mamme, papà e ragazze/i nel cuore della Bolognina ...


In piazza Lucio Dalla, dopo canti gospel gli ultimi appassionati interventi di una donna iraniana, che ricorda i tanti fronti di lotta per la libertà e i diritti dei popoli "a partire da quello palestinese", di don Davide Marcheselli missionario in Congo e sulle navi di Mediterranea, di Maurizio Landini segretario nazionale della CGIL, un sindacato da cui ci si aspetta un più concreto contributo nella lotta per il disarmo e la conversione delle industrie belliche. La lungo marcia è appena cominciata ... c'è tantissimo da fare


 

5 commenti:

  1. Giusto valorizzare questo rinnovato impegno. Siamo però ancora totalmente al di sotto di quanto si dovrebbe fare.
    L'Italia è il quarto paese esportatore di armi da guerra. Quante iniziative in Parlamento e nelle Assemblee elettive si contano per superare questo discutibile primato? Quanti Enti locali si sono battuti per la non proliferazione degli armamenti atomici? Quante vertenze sono aperte per convertire le industrie che producono ordigni bellici? Che progetti hanno i manager pubblici che gestiscono Fincantieri e Leonardo?
    Ciao!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. gtugnoli16@libero.it4 gennaio 2023 alle ore 10:24

      Sono domande utili, che meritano risposte adeguate da partiti, sindacati, associazioni che vogliono costruire futuro. Fin qui sono quasi totalmente estranee al dibattito pubblico, all'iniziativa politica e sindacale, al confronto ed ai progetti che dovrebbero muovere le comunità, le Istituzioni e l'economia verso la "transizione ecologica".
      E invece ... i salottini delle TV ci propongono spettacoli soporiferi, superficiali, scontati come quello di ieri sera su La7 con Marianna Aprile, Stefano Cappellini, Luca Telese che dialogano con un Presidente di Regione, Stefano Bonaccini, che pensa di poter sommare nei prossimi anni all'impegnativo governo dell'Emilia Romagna anche la carica di Segretario nazionale del PD. Povero Paese.
      Gianni

      Elimina
  2. La domanda da farsi è secondo me che cosa sta cambiando il mondo è chi non accetta il cambiamento.
    Abbiamo avuto un mondo diviso in due blocchi fino a 30 anni fa poco più, con la caduta del muro un mondo unipolare a gestione USA.
    Oggi, credo che siamo di fronte ad un cambio radicale di scenario, la globalizzazione tanto cara al mondo mercantile e delle multinazionali, é stata l'artefice inconsapevole della crescita e della voglia di uscire da una logica di subalternità a molti di quei paesi che il mondo "evoluto" occidentale considerava come serbatoi di manodopera a basso costo e futuri mercati.
    Ci troviamo di fronte ad una fase nuova, inedita, ma credo inevitabile il tentativo di costruire un nuovo sistema economico multipolare da un lato ed il tentativo di resistere a questo cambiamento, da qui la divisione tra il mondo "Democratico e buono" ed il mondo del " Male" una dicotomia che può portare solamente a qualsiasi rinuncia al compromesso alla mediazione ed al dialogo.
    Quindi o si esce da questa logica o all'orizzonte non possono esserci altro che nuove guerre.
    L'Ucraina è solo la prima parte di una tragica guerra mondiale che le grandi potenze combatteranno per interposta persona fino alla inconsapevole distruzione di gran parte del pianeta.
    Che fare?
    Saperlo sarebbe la scoperta della pietra filosofale, non smettere di cercarla diventa indispensabile.
    Ciao
    G.

    RispondiElimina
  3. Impegno meritorio non c'è che dire. Ma i missili continuano a piovere su città e paesi. E in tutto il mondo industrializzato, occidente in testa, si continuano a fabbricare armi di distruzione e di morte. Così grandi multinazionali fanno enormi profitti e li dividono tra proprietari ed azionisti. Alla faccia del 99% che subisce.
    DG

    RispondiElimina
    Risposte
    1. gtugnoli16@libero.it5 gennaio 2023 alle ore 18:05

      Un "mondo" sempre più difficile da accettare e ragioni sempre più valide per ricercare e sperimentare soluzioni alternative alle ideologie ed alle pratiche dominanti.
      Un altro mondo è necessario e possibile!
      Gianni

      Elimina