A due mesi dal 22 ottobre nuovi fatti e nuove esperienze inducono a urlare "fermatevi"! |
Raccontano le cronache che, sabato scorso, in Piazza Santi Apostoli davanti ai "pochi" militanti confluiti per la manifestazione nazionale, il Segretario uscente del PD si è appellato al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "accolga almeno le nostre proposte essenziali su opzione donna e salario minimo". Un "triste" segno di resa, in stridente contrasto con i bisogni della società e la domanda di Politica.
Enrico Letta ha anche affrontato il Qatargate: "questo è un partito di gente perbene, non accettiamo che ci si getti addosso la sporcizia di questo scandalo inaccettabile. Noi siamo parte lesa, vogliamo che chi ha sbagliato paghi il conto. Per noi l'Europa è quella degli ideali di David Sassoli". E Stefano Bonaccini ha precisato: "giusta la sospensione di Cozzolino, dobbiamo mettere la questione morale al centro. In altri partiti queste cose le digeriscono meglio, la sinistra fa bene a indignarsi e a difendere una comunità fatta di persone perbene come me".L'impressione è che questo partito e il candidato alla Segreteria considerato favorito nella prossima corsa al Nazareno non capiscano la portata della crisi politica e confermino una interpretazione davvero banale e riduttiva della Grande Questione sollevata oltre quaranta anni fa da Enrico Berlinguer.
Tutt'altra prospettiva rispetto alla visione ed alle pratiche che oggi esprimono i dirigenti nazionali, regionali e locali del PD. Nella loro lettura della situazione c'è un moderatismo politico culturale imbarazzante (emblematica è la recente conferma dell'immarcescibile "giovane democristiano" Pier Ferdinando Casini come unico rappresentante in Senato della Città che si continua a proporre come "più progressista d'Italia) ed una gestione angusta ed egoista della "ricchezza" economica accumulata, che si vorrebbe perpetuare all'infinito senza mai coglierne le contraddizioni, i limiti, i danni profondi arrecati alla vita delle persone, delle comunità e degli ecosistemi naturali.
Naturalmente non è questione solo del passato, degli ultimi decenni.
Il blocco sociale e di potere che si è ridefinito e aggregato negli ultimi tempi si mostra totalmente incapace di avviare la svolta radicale richiesta dagli eventi che caratterizzano questo tempo: il riscaldamento globale del Pianeta, i mutamenti climatici, le migrazioni e i processi demografici, le pandemie, le guerre, il consumo e la distruzione di patrimoni comuni dell'umanità.
I segnali di rivisitazione critica tra i partiti e le coalizioni nazionali restano assai circoscritti, parziali. E soprattutto alle parole ed alle buone (a volte anche ottime) intenzioni di almeno una parte degli ultimi arrivati e di nuovi attori della scena politica non corrispondono fatti ed atti coerenti, concreti, verificabili.
Stiamo alle esperienze.
Due giorni fa, ad esempio, in una sala Biagi gremita, il Sindaco Matteo Lepore e l'Assessora Anna Lisa Boni hanno presentato "la missione" ed il percorso che dovrebbe portare Bologna - insieme ad altre 9 città italiane e 100 europee - ad anticipare al 2030 la "eliminazione di emissioni climalteranti". Un lavoro certamente stimolante, che secondo Boni dovrà essere "sistemico e di squadra", aperto anche alle sollecitazioni ed alle istanze delle "nuove Assemblee Cittadine" selezionate a sorteggio ... Un lungo processo. Intanto, con loro, hanno scandito "la partenza" del confronto molte autorevoli autorità e manager protagonisti nelle Istituzioni, nel mondo accademico o scientifico, nell'imprenditoria privata e sociale. Personalità locali e nazionali, inclusa la neo Ministra dell'Università del Governo Meloni, Anna Maria Bernini. Un "impegno strategico sul futuro" titola, la cronaca di Repubblica. Purtroppo quasi tutti questi interventi hanno evidenziato la distanza tra "obiettivi" enunciati e "pratiche" in essere (che incidono per i decenni a venire, ben oltre il 2030).
Da Hera a TPER, da Aeroporto ad ACER, da Legacoop a Confindustria sono giunte molte auto celebrazioni, pochissime riflessioni critiche, nessuna svolta programmatica all'altezza delle necessità: quasi sempre l'attenzione è stata posta sui "fiori all'occhiello" e su naturali continuità: greenwashing piuttosto che decise correzioni di rotta, rivoluzioni mature, approntamento di esperienze coinvolgenti di conversione ecologica e di partecipazione popolare.
Del resto nelle parole in libertà anche dei "migliori" politici o amministratori - da ultimo il confronto al Festival dell'Informazione Libera e dell'Impegno (FILI) di Libera, giovedì della scorsa settimana - torna una sintesi essenziale che rende contenti quasi tutti gli uomini d'affari, soddisfa troppi sindacalisti e sconforta vecchi e nuovi ecologisti e generazioni del nuovo millennio: "con il PNRR abbiamo portato a casa" - di riffa o di raffa, si lascia intendere - "risorse finanziarie impensabili per il Paese e per i nostri territori". Poco (o nulla) importa se funzionali ad un Progetto di Città e di Paese condiviso, se coerenti (o meno) con una riorganizzazione sana, eco-compatibile, sostenibile della economia e della società che vogliamo. Questo approccio non è nuovo. E' lo stesso di quando si è discusso e si discute sul Piano Regionale Infrastrutture e Trasporti (PRIT) o sul Passante di Mezzo (PdM). Essendo Emilia Romagna e Bologna "nodi strategici della mobilità nazionale necessitano di investimenti importanti per fronteggiare il traffico che grava su questi territori". Ecco "il Patto di ferro" sottoscritto nell'aprile 2016 tra Renzi, Bonaccini, Merola e Castellucci di ASPI. Si ripete: "così avremo risorse per fare": infrastrutture che inquinano (lo ammettono le stesse loro relazioni tecniche) ma anche opere di mitigazione e di compensazione ... E' la logica del PIL, della crescita "possibile" nelle condizioni date ed evidentemente ritenute immutabili. In barba ai Progetti innovativi, al cambio di paradigmi e di cultura, di priorità e di pratiche, su cui pure si promuovono consessi e conferenze internazionali, convegni e "missioni" locali per strutturare percorsi di cambiamento prossimo venturo ...
Così "razzolando" il PNRR non è l'occasione per investire forte sulle ferrovie regionali (FER) o sul Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) bolognese promesso da oltre 20 anni per avvicinare davvero il Comune Capoluogo e tutta la sua provincia, dagli Appennini alla "bassa". Per ripensare ad un trasporto pubblico davvero integrato FS - TPER - merci da Ravenna e Rimini al Nord Italia nell'interesse dei cittadini e delle comunità. No, al massimo si investe su due controverse linee di tram: una "concessione" a frange "verdi" di qualche centinaio di milioni di euro per giustificare i miliardi destinati contemporaneamente al potenziamento della rete autostradale e stradale; un "rattoppo" che resta estraneo ad un generale ridisegno della mobilità e dell'urbanistica verso l'eco-compatibilità.
Anche la crisi energetica conseguente alle nuove tensioni internazionali ed alla guerra nel cuore dell'Europa non è occasione per liberarci dai fossili puntando tutto (o gran parte!) sulle energie rinnovabili. No, l'Emilia Romagna di Bonaccini e Schlein, di De Micheli e De Pascale apre le porte al rigassificatore di Ravenna ("forse due" se la Toscana contratterà l'impianto di Piombino per solo 3 anni), alle trivelle in Adriatico, a decine di nuovi impianti di distribuzione di carburanti fossili, a tanti poli della logistica su gomma e per mezzi a motore tradizionale ... Contratti ventennali e di lunghissimo periodo, per nulla temporanei, per fronteggiare una emergenza.
Tutto questo (ritorno al passato!) viene gestito in ambiti ristretti e "bipartisan", con procedure semplificate, straordinarie, rapide. Merito del Governo Draghi i Commissari - Presidenti.
Nessun Ministro, Segretario, parlamentare o dirigente adulto può dunque dichiararsi "scioccato" (parola di Speranza su la Repubblica, 21 dicembre) e sorpreso: questa gestione del potere e queste politiche sono un terreno fertile per chi agisce spregiudicatamente, con mezzi ai confini della legalità e, spesso, oltre.
Non a caso Libera (di don Ciotti e di tante ragazze e giovani) lancia allarmi per il pericolo di "infiltrazioni mafiose" nella gestione dei fondi e dei lavori in ambito PNRR. Attenzione: si ragiona su esperienze circostanziate e precise, verificate anche in terra emiliano romagnola e nell'Appennino bolognese. Su cui mancano risposte politiche ed azioni istituzionali adeguate. A meno che non si ritengano sufficienti quelle di un Sindaco (di Camugnano) che piuttosto che adottare e battersi per misure di prevenzione e controllo pare proteso verso l'imminente campagna elettorale.
In questo contesto dubbi legittimi si addensano anche sulle "grandi" opere infrastrutturali che anziché seguire percorsi lineari e consoni a procedure logiche, rispettose di diritti universali delle comunità, dei cittadini, degli appalti sono affidati a soggetti in evidente conflitto di interessi e di competenze.
Vogliamo parlare del Passante di Mezzo?
Sono passati 6 anni dal suo annuncio. Il fronte del No alle più che legittime osservazioni e richieste dei cittadini autorganizzati ha impedito sin qui rilevamenti, indagini epidemiologiche, un confronto serio e di merito sulle alternative possibili, argomentazioni pacate, adeguate, di prospettiva, su cui misurare visioni e progetti, convergenze e dissensi, priorità. Non a caso il 22 ottobre 20-30mila persone sono "insorte" e pacificamente hanno manifestato sulla Tangenziale di Bologna. Due mesi dopo, quel movimento (plurale, vario, "convergente") attende ancora e merita risposte. Quasi sia invisibile.
A chi giova protrarre questa frattura? Perché continuare a limitare il confronto politico ad un gioco: quello dell'abilità nel ribaltare reciprocamente le responsabilità tra partiti e coalizioni di governo: con le Destre che lasciano intendere che "cedono alle volontà di PD e alleati solo in rispetto al percorso istituzionale compiuto" e "per non perdere gli investimenti" e con Bonaccini, Schlein e De Micheli che ribadiscono la volontà di aprire subito i cantieri "innanzitutto per mitigare l'inquinamento attuale" e poi "per scongiurare soluzioni considerate ancora peggiori a Sud, sotto la collina". Entrambe, tesi risibili. Chiuse entro un pensiero unico novecentesco. Di conservazione politica, culturale e sociale. Ed esposto a pratiche pericolose: dallo scambio di sostegno politico ed elettorale (forse penalmente non perseguibili) a vere e proprie illegalità (con l'entrata in campo di corruttori e corrotti nonché di vere e proprie organizzazioni mafiose e criminali).
Alla soglia del 2023 e partendo dalle esperienze nazionali ed europee che stiamo vivendo in queste settimane, è troppo chiedere ancora una volta lo stop sugli investimenti infrastrutturali più controversi? O è il minimo vitale per essere credibili (soprattutto a sinistra) e per ripartire insieme con un percorso (almeno di metodo) condiviso e logico di prevenzione e di uso responsabile delle risorse disponibili?
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22 ottobre - 22 dicembre 2022: la manifestazione dei 20-30 mila che hanno sfilato per Bologna e sulla Tangenziale non ha ancora avuto risposte ma tutti i fatti e le esperienze di queste settimane (crisi climatica, alluvioni e frane, allarme smog, Qatargate) inducono a ritenere ragionevoli e sagge le richieste di dare priorità agli investimenti per il trasporto pubblico e non inquinante unito allo stop all'apertura dei cantieri per Passante di Mezzo e per nuove corsie autostradali ... |
Leggo (e a volte rileggo, anche gli allegati articoli) con piacere. Certi collegamenti non li trovo altrove. Anche quando mi sembrano arditi mi fanno pensare....
RispondiEliminaSono spesso perplesso di analisi "organiche", che incasellano gli eventi entro logiche definite o addirittura prestabilite. Capisco tuttavia che isolare fatti, personaggi, processi non ci aiuta a capire. E ancor meno ad agire.
Domanda: queste considerazioni sono il prodotto di un confronto collettivo o di amici? Nel caso sarei interessato.
DG
No, nessuna riflessione o indicazione qui proposta è responsabilità di un collettivo o di amici. Pure considerazioni di un cittadino libero che cerca di seguire il confronto pubblico e di partecipare a movimenti ed eventi che si propongono di costruire un mondo più giusto.
EliminaGianni
Faccio mie le tesi di Barbara Spinelli, che ha fatto esperienza al parlamento europeo. La corruzione non è esclusiva di regimi del golfo o africani. Ricordiamoci di cronache passate e recenti.
RispondiEliminaPiuttosto l'arresto di Panzeri ci dice che anche sindacalisti e parlamentari di sinistra a volte hanno motivazioni inconfessabili per dirsi pro lavoro e occupazione ma non altrettanto pro salute e ambiente.
Titti
Trovo le tesi esposte assolutamente appropriate. E la conclusione simbolica (stop al Passante di mezzo) una tregua di chi è convinto di poter fare valere in contesti istituzionali democratici e ben istruiti (Assemblee cittadine previste a Bologna anche da Boni e Lepore, ovvero Consultazioni popolari o Referendum che si interfaccino con le Assemblee elettive deputate al governo) le proprie ragioni.
RispondiEliminaAggiungo una considerazione personale.
Ciò che a me fa rabbia del PD e dei suoi alleati è il continuo adeguarsi ai margini delle scelte di chi detiene potere economico / finanziario, con l'intento di strappare qualche beneficio marginale anche per gli sfruttati. Questi resteranno tali, in luoghi di lavoro sempre autoritari e spesso insalubri, frequenteranno città sempre più caotiche e insicure ma la ministra De Micheli pensa ad allargare le autostrade, il presidente Bonaccini porta in Valsamoggia la Philip Morris, a Imola la Formula 1 e in Emilia il Tour, mentre la vice Elly Schlein parla di clima, ambiente e socialità e Panzeri vari curano le entrate.
Tutto dice che questo mondo non regge e dobbiamo proporci di alzare decisamente l'asticella della sfida. Cambiare i sistemi sociali storicamente determinati. USA, Europa, Russia e Cina non sono modelli per il futuro. Non chiudiamoci in ideologie e visioni fallite, apriamoci alla ricerca e a tutte le sperimentazioni possibili. Molte sono già mature e possibili, contrastate da interessi politici di conservazione.
Ciao!
Si, penso anch'io che molte tracce per praticare società alternative a quelle in essere ad Occidente ed Oriente siano "mature e possibili", ancorché non scontate e frutto di lotta politica, crescita culturale, sviluppo di libertà e democrazia in tutto il Pianeta.
EliminaAll'Istituto Gramsci ho recentemente seguito una bella conferenza di Luigi Ferrajoli su Per una Costituzione della Terra ... Sarebbe bello parlarne.
Gianni
Riportano le cronache che anche il vice ministro delle infrastrutture Bignami non è convinto del passante bolognese sponsorizzato dalle amministrazioni locali.
RispondiEliminaIl dubbio dunque sporge spontaneo. Quali sono i motivi per cui nella testa di bonaccini e lepore la candidatura di bologna tra le climate city contract deve partire in coincidenza con almeno 5 anni di lavori per un'opera così antitetica?
I nostri politici non vivono nel mondo reale o hanno ragioni inconfessabili?
E l'interrogativo vale per il Toninelli che durante il governo Conte procedette in direzione contraria rispetto a quanto sostenuto dal m5s ed ora per il ministro Salvini che non considera minimamente tesi presenti tra alleati e suoi vice.
Il passante è un buon regalo di natale?
Auguri.
Per me il Passante di Mezzo è comunque, sempre e per tutti una pessima scelta. Inclusi quelli che pensano di trarne vantaggi economici e/o politici.
EliminaGianni
A chiusura dello scritto si fa riferimento ad un uso responsabile delle risorse disponibili. Giusto. Ma regolarmente smentito. Il bilancio dello Stato che è in Parlamento favorisce le società di calcio di serie A che pagano super stipendi ai giocatori e toglie il reddito a chi non accetta lavoro sfruttato. Poi si perseguono investimenti che alimentano dipendenza da una economia non più sostenibile e non si fa nulla per offrire soluzioni alternative. Il confronto tra spese complessive dei poteri pubblici e dei privati destinate a riprodurre energia fossile e mobilità su gomma negli anni 2030-2050 è enne volte superiore a quanto destinato per fonti rinnovabili, ferrovie e trasporto pubblico.
RispondiEliminaIn questo contesto non capisco come possano essere considerati credibili personaggi che propongono missioni coinvolgenti per città a emissione zero al 2030 e prossima apertura dei cantieri per il contestato passante bolognese e terze o quarte corsie autostradali nonché contratti ventennali con grandi gruppi per la produzione di carburanti fossili.
C.
Qualche domanda.
RispondiElimina1) Perché considerare "opzione donna e salario minimo" in "stridente contrasto con bisogni e speranze"?
2) Quale sarebbe il "blocco sociale e di potere che si è ridefinito ed aggregato negli ultimi tempi" che si mostra "incapace di avviare la svolta radicale richiesta dagli eventi"?
3) A chi ci si riferisce parlando di "ultimi arrivati" o "nuovi attori della scena politica" con "buone intenzioni" a cui "non corrispondono fatti ed atti coerenti e verificabili"?
4) Perché "le linee di tram" vengono considerate controverse?
PD-mda
Qualche risposta.
Elimina1) Io considero "in stridente contrasto con i bisogni della società e la domanda di Politica" Enrico Letta e le sue (non recenti) ricette politiche (di Bilancio e di investimenti pubblici).
2) Quello che in varie versioni politiche e/o di governo continua a decidere (di fatto) le priorità nazionali e regionali: ad esempio, le politiche energetiche o le priorità infrastrutturali; ma anche le spese militari e di riarmo o il finanziamento di regimi autoritari per trattenere migranti verso l'Europa; oppure la cosiddetta autonomia differenziata delle Regioni.
3) Io penso vari e diversi soggetti politici, parlamentari ed amministrativi di più partiti, liste o coalizioni. Non solo, ma per non essere elusivo posso dire dal M5S a Europa Verde o a Coraggiosa, Ecologista e Femminista in Emilia Romagna, a Coalizione Civica a Bologna. Pronto, volentieri, ad essere smentito sui fatti.
4) Perché le scelte fatte fin qui mi continuano a sembrare prive di un contesto urbanistico e di un nuovo sistema di mobilità delle persone e delle merci eco-compatibili. Ripeto un concetto: "si lavora per portare a casa finanziamenti", per "alimentare il PIL" come del resto avvenuto per altri investimenti come il People Mover. No, così non convince. Perché non si parte mai dal SFM e dalle ferrovie regionali?
Gianni
L'ipocrisia è tanta. L'esempio del Passante ne è testimonianza.
RispondiEliminaIl partito dell'attuale Capo del Governo, Giorgia Meloni, si dice contro. Come lo erano in passato Forza Italia e il Centrodestra: pro Passante a Sud.
Pure il M5s fin quando ha raccolto la maggioranza dei voti in Parlamento si è detto contrario. Ed ha resistito anche nei primi mesi del Governo Conte Uno quando era in maggioranza con la Lega. Poi Toninelli Ministro ha cambiato opinione.... criticato a Bologna dai meetup di Bugani. Il quale poi si è alleato col PD ed ha cambiato opinione e partito, Art.1. Bersani ed Errani che hanno a lungo sostenuto il Passante a Nord quando Renzi e Bonaccini hanno virato sul progetto di ASPI hanno detto si, pure uscendo dal partito. I Verdi emiliani ed europei sono per i treni e ancora votano no al Passante, ma non considerano l'opera dirimente per il governo della città e del paese. Così sostengono tanto le Giunte di Centrosinistra quanto quelle di Sinistracentro.
Intanto il M5s di Conte dopo il 22 ottobre è tornato a fare interrogazioni parlamentari sull'opera...
Accidenti! quanti sono quelli a favore e quelli contro? se togliamo i politicanti che si barcamenano per interesse?
Fer88