Quattro giorni per un matrimonio? La prima pagina di la Repubblica di venerdì 23 agosto |
L'accelerazione imposta da Sergio Mattarella contempla due sbocchi: il ricorso a nuove elezioni in autunno o un Governo senza solide basi politiche e sociali.
Si vuole questo?
Una crisi strutturale profonda e anni di contrapposizioni radicali e feroci non si superano con manovre di palazzo, messaggi telefonici e trattative tra pochi parlamentari e politici di oramai dubbia rappresentanza, condotte ed orientate in diretta televisiva (da "maratone" allestite su canali di proprietà di potenziali imprenditori politici).
L'esperienza dovrebbe avere insegnato.
Chi si illudeva di rimuovere le critiche popolari alla crisi del "sistema" di potere dominante e della crescita economica (neo liberista) senza qualità sociale ed ambientale stringendo un patto "temporaneo" tra le vecchie classi dirigenti e sostenendo un Governo di "Tecnici" appoggiato da Centrodestra e Centrosinistra si è ritrovato lo "tsunami" elettorale del febbraio 2013.
Chi ha scelto di fronteggiare i tanti "grillini" con i Governi politici e le "grandi" coalizioni PD - PdL presiedute da Letta, Renzi e Gentiloni o con modifiche forzate della Costituzione ha dovuto fare i conti con il voto del 4 marzo 2018.
Chi ha pensato di far passare la nottata o di avviare una nuova era con il Contratto sottoscritto da Luigi Di Maio e Matteo Salvini per il Governo del "cambiamento" ha dovuto constatare il fallimento di queste previsioni dopo soli 14 mesi.
Tutto questo dovrebbe suggerire un interrogativo: chi può realisticamente pensare di fare maturare una alternativa solida e convincente al Governo Conte e di "discontinuità" con le politiche praticate nei mesi e nei decenni passati in due sole settimane?
Basta avere memoria di chi ha imposto tempi veloci e finto di rassicurare i dubbiosi o i più riflessivi, con risultati noti e promesse bruciate in pochissimo tempo: dalla unanime "candidatura di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica", al memorabile "Enrico, stai sereno", al "vinceremo il Referendum", fino ai più recenti "governeremo per 5 anni", "aboliremo la povertà", "sarà un anno bellissimo"!
Troppi pensieri e parole sono false e strumentali.
Sicuramente inaccettabili se pronunciate da chi dovrebbe contribuire a risolvere i problemi e le contraddizioni in essere a livello globale e locale.
E non affrontano seriamente le grandi questioni politiche, economiche, sociali, ambientali
Le sfide globali e locali esigono politiche di conversione ecologica e di cooperazione ... (la Repubblica, domenica 25 agosto) |
Il Corriere della Sera intervista Naomi Klein. A settembre uscirà il suo ultimo libro: "Il mondo in fiamme. Contro il capitalismo per salvare il clima" (24 agosto) |
Il Presidente del Consiglio dei Ministri dimissionario, dopo avere pronunciato una ferma requisitoria in Parlamento contro il suo Vice e Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che pretende "pieni poteri" e vuole liberarsi delle "palle ai piedi", dal rifugio internazionale del G7 di Parigi, afferma che (almeno per lui) "il Governo con la Lega è finito".
Comprensibile e coerente. Per l'esperienza vissuta e per il contesto europeo che ha concorso a determinare con l'elezione di Ursula Von der Leyen a Presidente della Commissione.
E tuttavia, pare naturale, che nel M5S parlamentari, eletti e meet-up discutano animatamente.
Forse sarebbe meglio non lo facessero?
Non è questo un interessante segno di vita e di pluralismo che tutti noi (cittadini, partiti, commentatori vari, Presidente della Repubblica e suoi consiglieri) dobbiamo considerare positivo?
L'esperienza controversa dell'ultimo anno è stata vissuta con approcci, interessi ed occhi diversi: Di Maio e Di Battista, Fico e Paragone, Raggi e Appendino, Bugani e Sangiorgi, ... in parte sono stati protagonisti e in parte sono risultati spettatori passivi; molti hanno apprezzato mentre altri hanno criticato le scelte fatte o parte di queste; qualcuno ha subito la sfiducia di Salvini mentre altri hanno ingaggiato bracci di ferro che hanno prodotto l'esito dell'8 e del 20 agosto.
Impossibile contenere questo confronto.
Che, tra l'altro, investe e divide nel profondo l'intera società italiana.
Ovvio che anche nella Lega "lo strappo" del Capo faccia discutere.
Anche se la loro esperienza è assai diversa: la presa di distanze da Berlusconi e l'anno al Governo con il M5S hanno prodotto risultati politici e simbolici, hanno indotto flussi sociali ed elettorali tutt'altro che trascurabili e privi di significato e conseguenza. Il nuovo Partito di Salvini ha catalizzato consensi e sostegni che hanno modificato la sua stessa natura: in senso nazionale, di rappresentanza sociale e di logica di potere. Al popolo del Nord si sono sommati ceti popolari, notabili e centri di comando del Sud. Una complessità che rappresentare e consolidare è più difficile del passato.
Dunque, anche qui, non tutto è scontato?
Chi ha influito nella offensiva politica ed elettorale degli ultimi mesi? Ed ora, che effetti possono determinarsi dalla rottura dell'esperienza con il M5S e da un eventuale passaggio all'opposizione?
Nel presente e in prospettiva, che relazioni stabilire con le Destre nazionaliste europee, con le forze conservatrici e con i Popolari?
E' evidente che queste diverse strade possono cambiare percezioni, alleanze, prospettive per la Lega e per il suo Capitano.
Dunque, nei distinguo e nelle posizioni altalenanti del primo Partito italiano (nelle Europee 2019) non vanno colte solo tattica o azioni di disturbo nei confronti di avversari e competitori. C'è anche molto altro.
Quanto al PD pesano enormemente le mancate verifiche degli ultimi anni su rovesci e successi politico - elettorali che hanno punito, esaltato e mortificato a fasi alterne quasi tutti i suoi dirigenti nazionali e locali. La tentazione di risolvere le questioni di strategia, di "ragione sociale" e di "funzione storica" del Partito scaricando ogni volta i problemi e le inadeguatezze su segretari e candidati valutati (a posteriori) inadeguati o su "elettori incapaci di scegliere i propri rappresentanti con razionalità" sono manifesti e hanno provocato un impoverimento progressivo nei gruppi dirigenti, divisioni in correnti sempre meno radicate nella vita sociale e culturale dei territori, sempre più impegnati a occupare piccole e grandi Istituzioni.
Così la linea del "silenzio" (come quella di Zoff e Bearzot ai Mondiali del 1982 si è detto) che Nicola Zingaretti ha indicato alle 18,30 di ieri (domenica) in una improvvisata conferenza stampa "per lasciare lavorare chi tratta con il M5S" e per non disturbare i manovratori è un appello davvero inaccettabile e fuori tempo.
Non solo perché i primi a parlare sono i suoi più stretti collaboratori, il suo più autorevole predecessore, i Capigruppo del suo Partito, parlamentari, e sindaci più o meno autorevoli, senza ritegno o prudenze.
Ma soprattutto perché se, come dicono alte Istituzioni, in queste ore sono in gioco i destini del Paese e della Democrazia italiana, sarebbe quanto mai utile che il confronto si svolgesse in modo aperto e trasparente, con idee forti, progetti ambiziosi (contrastati o condivisi ma comunque rispettati), capaci di produrre "visioni e sintesi comuni" per l'Italia dei prossimi 20-30 anni (come pure il Segretario PD - Presidente della Regione Lazio ha detto), che non sommino solo due distinti (e opposti) Programmi elettorali (come successo per il Conte - Di Maio - Salvini).
Non è più tempo di conservare segreti di Stato, di organizzare grandi rivoluzioni o piccoli patti (al Nazareno come in qualche altro palazzo della Capitale, del Belpaese e d'Europa).
Se si vuole fare nascere qualcosa di importante e di positivo per il presente e per il futuro è urgente riclassificare i problemi, le priorità su cui lavorare quotidianamente e nei prossimi anni per provare davvero, gente di buona volontà e consapevole, a cambiare le politiche, la cultura e le organizzazioni politiche, sindacali, imprenditoriali, formative prima ancora che le singole persone (o semmai combinare insieme cambiamenti politici e di classi dirigenti).
Riflettendo e correggendo gli errori fatti da ognuno e da ogni soggetto collettivo con disponibilità autocritica, senza imputare le responsabilità del malgoverno sempre e solo gli "altri", magari potenziali alleati.
E non stupisce che ancora una volta i più aperti a misurarsi con i problemi del Mondo e del Paese siano studiosi, intellettuali e giornalisti che analizzano e ricercano soluzioni innovative (come gli universitari di Cambridge, Massachusetts) o ragazzi amici di Greta Thunberg ed ambientalisti storici (come Guido Viale) o sindacalisti di provenienza operaia (come Maurizio Landini) che in CGIL deve però misurarsi con le grandi contraddizioni e le sfide irrisolte del lavoro precario e sempre più dipendente e con la conversione ecologica delle produzioni e dei processi industriali.
Per concludere: chi non vuole un "governicchio", chi sa che nuove elezioni possono (per l'ennesima volta) non essere risolutive, chi non vuole restaurare il potere di gruppi privati sempre più esclusivi, chi vuole fare un buon Governo per l'intera legislatura capisce che in queste ore e nelle prossime settimane deve discutere, esporre tesi, ascoltare antitesi, produrre sintesi.
C'è bisogno di tempo.
Per dibattere, approfondire e maturare convinzioni per accordi onesti e duraturi.
La fretta è sempre cattiva consigliera e le emergenze (che si ripetono a frequenze sempre più ravvicinate) determinano costi (economici e democratici) che è meglio prevenire con la saggezza della cultura critica e del comune, operoso lavoro quotidiano.
Lo studio della Univarsità di Cambridge, Massachucetts. Il Corriere della Sera titola: Trascurare l'ambiente? Può costarci il 7% del PIL (24 agosto 2019) |
"Sapere che viene toccato il portafogli di tutti può essere lo stimolo all'azione concreta" ... conclude l'articolo Stefano Agnoli su il Corriere della Sera (24 agosto) |
"E' l'Ambiente il collante più forte che potrebbe unire i due vecchi nemici: i pidioti e i grullini" ... scrive Giovanni Valentini, giornalista e scrittore su il Fatto Quotidiano (24 agosto) |
"Bene l'accordo. Bisogna abbassare il costo del lavoro e farlo tutto a favore dei lavoratori" sostiene Lusetti, Presidente nazionale di Lagacoop (il Corriere, 24 agosto) |
"Ripartano le grandi opere" conferma Lusetti (24 agosto) |
Al contrario, per Guido Viale "E' il momento di una svolta radicale" (il manifesto domenica 25 agosto) |
Metterei in guardia Di Maio, Zingaretti e c.: è relativamente semplice concordare i Ministeri e i Sottosegretari (in Tv si dice anche i candidati unici alla Presidenza delle Regioni) molto più difficile conquistare il consenso degli elettori. In primo luogo se non ci saranno risposte ai problemi che si vivono ogni giorno: crisi industriali, disoccupazione, lavoro sottopagato, affitti cari, trasporti pubblici inefficienti, periferie abbandonate, traffico caotico, smog e rumore, spaccio e criminalità.......
RispondiEliminaMetterei in guardia Salvini e Meloni. Questo eventuale accordo è discutibile per quello che fa o non fa: non perché tradisce il popolo, che nel 2018 non aveva votato neppure per una maggioranza tra 5 Stelle e Lega. Inoltre se Salvini non avesse sfiduciato Conte....... chi lo avrebbe rimosso? Matteo si concili con se stesso. Ora rinsavisca. C'è sempre bisogno di una opposizione credibile.
BiBi
L'idea di estendere il Patto Pd - M5s anche nelle Regioni mi pare azzardato e prematuro.
EliminaVorrebbe dire che in R.E.R. Bonaccini sarebbe sostenuto anche dai grillini in contrapposizione alla Borgonzoni di Lega e Centrodestra?
Possibile?
Giuste considerazioni. Anche tra chi da 10 anni ritiene interessante ed utile l'incontro tra una "Sinistra rinnovata" ed un "Movimento Cinque Stelle maturo", l'approccio di questi giorni e l'alleanza politica per un Conte 2 lascia insoddisfatti e propone pesanti interrogativi.
EliminaPerché nel PD manca decisamente una analisi critica convincente sulle politiche di governo praticate dalle coalizioni di Centrosinistra sul piano nazionale ed europeo come a livello locale e regionale (dal Piemonte - perso da Chiamparino - alla Sicilia - persa da Crocetta - passando per l'Emilia Romagna dove la Borgonzoni e Salvini hanno lanciato da tempo la sfida ad un Bonaccini sempre più preoccupato di reggere la necessità di cambio).
Perché la "spinta propulsiva" dei "grillini" ad una rivoluzione sociale e culturale nel segno dell'onesta, della partecipazione democratica e della conversione ecologica del vecchio sistema di potere politico e "finanziario-capitalistico" pare esaurita dopo neppure due anni di Governo nazionale. Ed ancora Di Maio continua a rivendicare un'esperienza con la Lega che ha evidenziato "disumanità" verso i migranti e "conservatorismo" sulle politiche industriali ed infrastrutturali.
I prossimi giorni saranno decisivi per capire meglio se queste tendenze saranno confermate. Se il nuovo Governo sarà prevalentemente espressione della paura dei due contraenti per un voto anticipato che potrebbe vederli entrambi sconfitti, ovvero se prevarranno elementi di "novità" significativi e capaci di avviare il cambiamento profondo di cui abbiamo bisogno per fare fronte ai cambiamenti climatici in atto ed al bisogno diffuso di maggiore giustizia, di migliore qualità della vita delle persone, di attività socialmente utili, di lavori qualificati, dignitosi ed equamente retribuiti.
Gianni
P.S. L'osservatorio emiliano - romagnolo può essere un punto privilegiato di osservazione delle tendenze in atto.
Questa notte ho fatto un sogno: Stefano Bonaccini chiamato da Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti a Roma per occuparsi in prima persona del rapporto Stato - Regioni e di "Autonomie differenziate".
In Emilia Romagna un nuovo candidato unitario alla Presidenza alla Regione annuncia "due novità":
1. la fine delle estrazioni di risorse naturali dal sottosuolo e nuovi investimenti in progetti di conversione per il personale occupato nelle trivellazioni verso attività a favore di energie rinnovabili e di interventi di messa in sicurezza del territorio;
2. una moratoria sulla scelta delle 3 nuove autostrade regionali / nazionali (Passante di Bologna, Cispadana e Bretella Sassuolo - Campogalliano) e la volontà di dare assoluta priorità al completamento delle infrastrutture e degli investimenti in mezzi per potenziare e rendere competitivi le ferrovie, il trasporto pubblico regionale e quello locale non inquinante (una risposta ad Ursula Von der Leyen ed un segnale al movimento di Greta).
I nuovi Ministri Enrico Giovannini, Fabrizio Barca, Rossella Muroni e Sergio Costa si impegnano a finanziare, come da Programma "innovativo" del Conte 2, le somme necessarie e fissano per il 20 settembre un incontro nazionale per coordinare tutte le scelte con Regione ed Enti Locali emiliano romagnoli.
Gianni
Ancora una volta "un sogno" infranto.
EliminaStefano Bonaccini non è stato "nominato" da "Giuseppi" Conte e resta in campo in Emilia. Inoltre al Ministero alle Infrastrutture e Trasporti sale Paola De Micheli che spegne sul nascere i festeggiamenti per non avere più a che fare con l'impegno "assiduo" e "generoso" di Danilo Toninelli. Altro che Giovannini, Barca e Muroni!
Zorro
Non ho governi o ministri amici.
RispondiEliminaHo tre cose da raccomandare al prossimo presidente del Consiglio.
1. Ci renda più orgogliosi di essere italiani nel mondo. Le persone che chiedono aiuto si accolgano e si veda se e come è possibile inserirle nelle nostre comunità nell'interesse reciproco.
2. Ci garantisca innanzitutto opere pubbliche di cura e manutenzione che migliorino la vita e la sicurezza dei cittadini.
3. Ci assicuri lavori utili e non nocivi suddivisi più equamente tra tutti i cittadini per orario e per salario, cancellando precarietà ed arbitrio.
Vale
Concordo. Se decidi di trasmetterle - come contributo - al Presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, le sottoscrivo.
EliminaGianni
Politici scadenti e partiti fratelli coltelli.
RispondiEliminaIl più di moda, Salvini parla di ribaltone dopo averlo provocato. Lo sanno i suoi e gliela faranno pagare.
Il nuovo segretario del PD tratta per un governo voluto dal suo predecessore. Il quale ora può scegliere se mettersi in proprio o continuare a dettare le scelte.
Il Capo politico del Movimento che doveva scardinare il sistema pur di presidiarlo alterna gli alleati. Mentre i suoi lo lasciano fare....
Mario C.
Contraddizioni di una politica nazionale che non alza il livello del confronto alle grandi questioni del Pianeta.
EliminaSpetta a tutti noi il compito di correggere il tiro e gli errori del passato e del presente.
Gianni
Mi pare interessante il contributo di oltre 50 personalità della cultura italiana che hanno sottoscritto 10 punti programmatici per un Governo che riparta dalla Costituzione.
RispondiEliminaM.
1. Legge elettorale proporzionale pura: l’unica che faccia scattare tutte le garanzie previste dalla Costituzione. Per mettere in sicurezza la Costituzione stessa: cioè la democrazia.
2. L’ambiente al primo posto: la decarbonizzazione per combattere il cambiamento climatico, l’impegno per una giustizia ambientale, locale e globale, come unica strada per la salvezza della Terra. Dunque: difesa dei beni pubblici: a partire dall’acqua e dalla città. Unica Grande Opera: messa in sicurezza di territorio e patrimonio culturale, nel più stretto rispetto delle regole, e attuata attraverso un piano straordinario di assunzione pubblica. Moratoria di tutte le grandi opere (Tav incluso), e consumo di suolo zero. Un piano per le aree interne e un piano per la mobilità che parta dai territori, dalle esigenze delle persone e dei pendolari. Piano pubblico di riconversione ecologica della produzione e del consumo incentrato sull’efficienza energetica e sul recupero dei materiali di scarto.
3. Lotta alle mafie e alla corruzione. Costruire una giustizia più efficiente investendo risorse, mezzi e personale necessari. Garantire l’autonomia della magistratura e la sua rappresentatività nell’organo di autogoverno.
4. Ricostruzione della progressività fiscale e imposte sulla ricchezza (imposta di successione e patrimoniale) e revisione costituzionalmente orientata della spesa pubblica, a partire dalla drastica riduzione della spesa militare. L’autonomia differenziata, che è di fatto la secessione delle regioni più ricche, va fermata: restituendo invece centralità alle politiche per il Mezzogiorno.
5. La libertà delle donne come metro di un’intera politica di governo: lotta senza quartiere alla violenza sulle donne; perseguire l’obiettivo della parità nella occupazione e salariale; congedo di paternità obbligatoria, asili nido pubblici e gratuiti, assistenza agli anziani e alle persone disabili, campagne per la condivisione dei compiti di cura, etc.
6. Lotta alla povertà: reddito di base vero (diretto a tutti coloro che percepiscono meno del 60 % del reddito mediano del Paese, accompagnato da politiche attive del lavoro e interventi formativi volti alla promozione sociale e civile della persona), e attuazione del diritto all’abitare.
7. Parità di diritti per tutti i lavoratori e le lavoratrici (ovunque e comunque lavorino), a partire dal diritto soggettivo alla formazione per tutto l’arco della vita. Lotta alla precarietà, salario minimo e ripristino dell’articolo 18.
8. Progressivo rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale e programma di assunzioni di operatori e professionisti del Servizio sanitario nazionale, i cui standard devono essere omogenei e non differenziati per regione.
9. Abolizione del reato di immigrazione clandestina, abrogazione dei decreti sicurezza e politica di accoglienza verso i migranti orientata sulla Costituzione e sull’assoluto rispetto dei diritti umani.
10. Restituire scuola e università alla missione costituzionale, negata dalla stratificazione di pessime riforme: formazione dei cittadini e sviluppo del pensiero critico.
Sul punto 2 si parla di moratoria per le grandi opere.
EliminaPiacerebbe fosse esplicitata anche una moratoria su Passante di Bologna e autostrada Cispadana.
Possibile?
Qui viene indicato un percorso. Si può condividere o meno. Emendare o contraddire. Io comunque posso esprimermi: dire se considero più importante un investimento in armi per la difesa nazionale e personale o una grande opera per la messa in sicurezza del territorio, pronunciarmi su un intervento pubblico pro ferrovia e autostrada....... E così via.
EliminaQuello che non capisco invece è parlare di "discontinuità" e bloccarsi nelle trattative avviate su un Vicepremier o sulla presenza del Capo di uno dei due partiti che dovrebbero formare il nuovo governo. Quasi che la "discontinuità" stia nelle persone anziché nelle cose da fare e nell'Italia da costruire.
Siamo seri!
***
I "dieci punti" indicati da Velio Abati, Angela Barbanente, Piero Bevilacqua, Anna Maria Bianchi ... sono un bel contributo.
EliminaUnirsi sul "che fare" risulta indubbiamente più produttivo ed efficace per chi vuole "cambiare" o introdurre "novità"!
Gianni
Starei alla premessa del post.
RispondiEliminaQuesti tempi (indicati da Mattarella) sono sbagliati. Perché NON consentono di capire se le intenzioni del PD di Zingaretti (un progetto per il futuro) e del M5s (di Grillo e C.) sono effettivamente convergenti. Cioè per un "Governo di cambiamento 2.0": diverso - per gli atti e i fatti - dal Conte 1 e da quelli di Letta, di Renzi e di Gentiloni. Mi pare questo il punto.
Per capire la "DISCONTINUITÀ" è necessario elaborare un PROGRAMMA (come del resto hanno detto Delrio - procediamo come in Germania - e come ha lasciato intendere anche Di Battista - si rinnovano le concessioni ad ASPI e Benetton). Ed occorrono anche un NUOVO GRUPPO di Ministri (che abbia la credibilità di impegnarsi per realizzarlo) e non litighino tra due settimane (perché su tutto hanno obiettivi antitetici o interpretazioni diverse di un titolo concordato).
Faccio un solo esempio: se una priorità (su questo blog gioco facile) condivisa è la "questione Clima", l'impegno per uno sviluppo sostenibile e per la conversione ecologica come si traduce questa priorità strategica (europea) in pratica nei prossimi Bilanci annuali, negli investimenti e nei territori? Dalla Puglia (sempre per esempio, sui nodi controversi di ILVA o TAP) all'Emilia (su nuove bretelle autostradali o Passante di Bologna, mentre le ferrovie regionali e i tram sono sempre in stand bay).
Solo conseguentemente aiutiamo a fare al meglio i Ministri (si chiamino Toninelli (M5s) o Chiamparino (PD), Bugani (M5s) o Realacci (PD) o anche Giovannini (indipendente) e Monica Frassoni (Verdi Europei).
È questione politica naturalmente.
Ma riconosce la complessità dei problemi da affrontare, le diversità esistenti nei vari soggetti politici in campo, l'importanza di varare Governi nella piena assunzione di responsabilità.
Così può delinearsi una prospettiva più comprensibile, più o meno accettabile e condivisibile. Sia per i meet-up dei 5s, sia per i Circoli e i militanti del Centrosinistra.
In questo caso l'incarico a Conte non sarebbe più "al buio" per molti di noi. Che non vogliono giudicare per pregiudizio (a differenza di Paragone o di Calenda che rifiutano in ogni caso un incarico a Conte).
Ciao!
Condivido.
EliminaCi vuole discontinuità.
Rispetto ai " decreti sicurezza", ai "porti chiusi", ai condoni e alla idea di famiglia di Pillon; al jobs Act,al rinnovo delle concessioni ad Aspi, ai progetti MUOS e TAV, al riarmo dell'esercito libico, ai contratti d'armi con gli emiri arabi....
Sono per tanti si: jus soli, eutanasia assistita, sanità di base gratuita, scuola pubblica, formazione permanente, messa in sicurezza dei territori, riforestazione, alta capacità ferroviaria, conversione energetica verso le fonti rinnovabili.....
Se fanno queste cose mi vanno bene anche Di Maio e Franceschini. Mentre onestamente Toninelli e Bonaccini sarebbero comunque indigesti.
Anna
Anna, perché infrangi i miei sogni di una notte d'estate?
Elimina(mi riferisco a quanto scritto sopra in risposta al secondo commento di Possibile?: vedi in PS)
Gianni
Vedi la politica d'oggi: Trump che si complimenta con Conte, candidato premier dei Cinque Stelle e probabile successore di se stesso in alleanza con i Democratici.
RispondiEliminaChe succede?
Chi bara?
E Salvini? È solo destra nazionale (che tornerà padana) o un leader della nuova destra mondiale?
m.m.
Forse fin qui abbiamo sottovalutato e semplificato eccessivamente tanto il personaggio Giuseppe Conte, quanto il Presidente Trump.
EliminaConviene studiare e non fermarsi ai twitt.
Quanto a Salvini? Attenzione, vale lo stesso suggerimento: studiare di più. Non sottovalutarlo e non semplificarlo. Né sopravvalutarlo e "gonfiarlo" per interessi politici o mediatici contrapposti.
Gianni
Per il momento mi limito a rilevare che la crisi politica pare risolta, mentre quella ambientale no.
RispondiEliminaQuanto ai singoli personaggi. Annovererei tra i vincenti il presidente del consiglio dimissionario e re incaricato, l'avvocato del popolo, di Trump e di Ursula. Il presidente della repubblica Mattarella che ha dato tempi rispettati. Il comico genovese che con pochi incontri e scritti ha indicato soluzioni di successo e senza costi per lo stato. Il bullo di Rignano che confermandosi imprevedibile quanto spregiudicato si è ripreso la scena e un partito. Nondimeno un presidente di regione sempre in piedi: bersaniano ai tempi di Bersani, renziano ai tempi di Renzi e pro Conte in tempi non sospetti (leggi autonomie regionali differenziate e passanti autostradali emiliani).
Degli sconfitti, inutile parlare. Non lo meritano, a cominciare dal capitano coraggioso, dal suo ex collega e dall'attuale segretario del partito che guida ancora il predecessore.
Sic
Per valutare "vincenti" e "sconfitti" aspetterei ancora. Almeno qualche giorno.
EliminaAltrettanto mi sento di dire circa "la crisi politica". "Risolta"? A me pare che alla determinazione di una parte importante dei gruppi dirigenti nazionali non corrisponde una adesione dell'elettorato e dei militanti di partito o del MoVimento ... Non sarà irrilevante la presentazione del Progetto di Governo: Programma e finalità (oltre il Contratto), Donne e Uomini per farlo vivere (in sintonia - o meno - con il Paese reale) e per fronteggiare la "crisi ambientale" che grava sul Pianeta.
Gianni
Secondo molti giornalisti oggetto del confronto programmatico sembrano essere prevalentemente i decreti sicurezza, ma si troverà una mediazione ..... viene detto.
RispondiEliminaIl nodo vero, sempre secondo i media, sembrano essere la struttura del governo ed i ministeri......
Mi chiedo se con i tantissimi conflitti di tutti questi anni davvero si può glissare su grandi opere, infrastrutture, lavoro, privatizzazioni, servizi, diritti civili.
Mi pare tutto incredibile. Un incredibile teatrino dell'assurdo.
Sveglia!
Se questi sono i rivoluzionari del "vaffa" e i riformisti della sinistra o del centro, siamo messi bene.
Carlo
In effetti.
EliminaDi Maio sembra essersi accorto che qualcosa non va nella melina avviata in questi giorni.
Un nuovo Governo se vuole reggere all'offensiva di Salvini e delle destre deve essere ambizioso e fortemente innovativo.
Guai sommare le debolezze del Centrosinistra e quelle del M5s.
È necessario determinare (come dice Zingaretti) un Programma omogeneo e condiviso. Ma se questo è la DISCONTINUITÀ, mi ripeto anche qui, HA DA ESSERE SU DUE FRONTI: il primo rispetto alle politiche del Centrosinistra di Governo (da Monti a Letta a Renzi a Gentiloni-Minniti a Chiamparino, Bonaccini, De Luca ......) e il secondo alle scelte del Conte-Di Maio-Salvini).
Ma fin qui di tutto ciò si è ragionato? E nel caso, con quali risultati?
Ciao!
Ragionato?
EliminaIl problema è proprio questo. I politici di ogni partito ragionano poco.
Nella speranza che di fronte ai limiti degli altri si riducano le critiche ai propri.
Ma così aumenta solo la disaffezione.
Dunque trovo giusto che da ogni parte si vedano gli errori compiuti e si correggano.
Per fare un Governo di coalizione (nessuno ora può fare da solo) è necessario intendersi e capire il prossimo (anche se questi è meno lontano e quindi elettoralmente primo concorrente).
Quindi ci vuole più tempo (Mattarella) e umiltà (Di Maio).
Ma nessuna paura dei toni forti (Zingaretti).
E' peggio illudersi di derubricare le differenze esistenti che se non risolte ora (Conte), presto apriranno conflitti devastanti.
L.
Al Pd grande sconcerto (secondo La7).
RispondiEliminaForse viviamo in mondi diversi.
Ma loro hanno ascoltato i volontari delle Feste de l'Unita' di Ravenna? O intellettuali come Massimo Cacciari? O i contenuti proposti in 10 punti da oltre 50 personalità della cultura? E i valligiani della ValSusa? O tanti cittadini emiliani che presto dovranno votare per Bonaccini o Borgonzoni?
Allo stato delle cose, pochi capiscono le ragioni dell'incontro tra 5 stelle e democratici. Troppe le distanze del passato.
Poi anch'io leggendo questa mattina la Repubblica (pag.7) mi sono chiesto: ma che significa se Renzi dice: "i miei? Anche fuori il Governo". Tutti sanno quanto Renzi abbia forzato per un accordo con i 5 stelle, condizionando pure il riluttante Zingaretti. E allora perché "fuori" i renziani? Chi entra nel nuovo Governo? Chi lo sosterrebbe una volta insediato?
Ma va la!