martedì 4 dicembre 2018

Bologna ieri e oggi. La sfida per 3 grandi opere

Bologna anni '60. Ai confini est della Città, si lavora per Tangenziale ed A14

















Bologna oggi. La Città si è estesa, Tangenziale ed A14 l'attraversano ...

















La prima foto è stata esposta per alcune settimane a Palazzo d'Accursio per la Mostra sul 1968. Propone una immagine efficace scattata dal grattacielo di via Cellini, in zona Massarenti: il nuovo grande asse viario in costruzione (tra il 1964 e il '67) è ai limiti delle edificazioni esistenti. Oltre, ci sono quasi esclusivamente terreni agricoli (con l'eccezione del piccolo insediamento della Croce del Biacco).
La seconda foto (come tutte le altre) è stata scattata ieri (all'ora di pranzo) ed evidenzia i cambiamenti intervenuti in 50 anni.
Là dove c'erano campi ed alberi, ora ci sono nuovi insediamenti: abitazioni, strade, attività industriali e commerciali, parcheggi, giardini e centri sportivi, rifiuti. Dalle case popolari di via Mattei alla montagna di "rusco" di via Guelfa.
Ma allargando progressivamente lo sguardo verso nord si possono vedere le edificazioni industriali o dell'ex consorzio agrario tra le vie Larga e Bassa dei Sassi, i capannoni delle aziende artigiane della zona Roveri, il vecchio e il nuovo Pilastro, fino ai più recenti supermercati, centri commerciali e direzionali, alberghi.
Ora il grande asse viario Tangenziale - A14 attraversa la Città.
Difficile e forse inutile discutere in che misura ha condizionato questa crescita. Di certo ora è irresponsabile prescindere dalle contraddizioni che si vivono in queste periferie.

L'uscita 11 della Tangenziale incrocia le vie Massarenti e Mattei, con nuovi insediamenti e parcheggi
(3 dicembre 2018)


















Tra Tangenziale - A14 e via Larga la Torre Unipol, alberghi e centri commerciali
















Oltre via Larga grandi spazi dismessi con edifici e capannoni vuoti da anni e cadenti
Ancora oltre, ecco l'area industriale - artigianale Roveri 

















Un groviglio di cemento ed asfalto tra cui passa la ferrovia per Portomeggiore ad un solo binario
















Il Centro commerciale "Pianeta" e l'insediamento residenziale di via Larga.
Sullo sfondo a sinistra la Facoltà di Agraria e al centro l'inceneritore Hera di via del Frullo.
















Via del Carpentiere, tra residenze per famiglie e per studenti.
Sullo sfondo il Pilastro ed il grande Centro commerciale "Meraville".
















Via Scandellara, con scuole e parcheggi a fianco della Tangenziale che corre verso San Donnino.
Sullo sfondo le torri della Fiera. Sull'ultimo cuneo di terreni agricoli, pesano le pressioni della speculazione.






















Verso nord -ovest la vista raggiunge la Bolognina.
Nonostante la cappa grigia di smog si staglia la Chiesa del Sacro Cuore e il Palazzo del Comune.

















Contro luce (e smog) vista della Città, dalla Chiesa di Santa Rita verso le colline a sud.
Sullo sfondo a destra le Due Torri e San Petronio. A sinistra l'area demaniale ex Sta.moto




















Proprio in questi giorni i dati di ARPAE ci presentano il conto salatissimo dello smog che investe Bologna, la sua area urbana e l'Emilia intera (da Piacenza a Rimini) a causa di un modello di sviluppo urbano, produttivo ed energetico insostenibile.
Le PM10 registrate dalle centraline sono da tre giorni attorno a valori medi di 70-90 microgrammi per metro cubo, contro una soglia limite di legge (D.L.155/2010) di 50.
Le PM2,5 indicano valori medi attorno a 60 (la soglia limite è 25).
L'ozono già da tempo ha superato il numero di giorni/anno che indicano pericolo.
Ma la cappa di smog che grava su Bologna e che colpisce persone, animali, monumenti e ambiente si può cogliere anche a occhio nudo, dai tetti del grattacielo di San Vitale.

Le polveri PM10 a quota 80 annebbiano la visione della Città storica, con al centro le Due torri e a sinistra San Petronio (3 dicembre 2018)
















Oltre il pulviscolo (nocivo) si staglia, al centro, anche l'Ospedale Maggiore (3 dicembre 2018)



















E' irresponsabile non prendere atto di questa dura realtà; non mutare radicalmente le politiche di governo dei territori, lo sviluppo insostenibile, la dissipazione di risorse pubbliche.
Lo chiedono medici e scienziati di tutto il mondo.
Lo discutono rappresentanti di 200 paesi riuniti in occasione di COP24 a Katowice.
Ma nonostante le esperienze e le evidenze, in troppi continuano imperterriti a sostenere che PIL, grandi opere, infrastrutture ed occupazione possono procedere e svilupparsi a prescindere dalla loro eco compatibilità con la natura.
Spudorati ed arroganti Trump e i suoi seguaci, come il premier polacco Duda.
Non di meno quegli industriali e quei politici italiani che vorrebbero continuare come se nulla indicasse che il mondo sta cambiando velocemente ed esige l'adozione di politiche coerenti di conversione ecologica. E' questa la condizione per frenare ed invertire i cambiamenti climatici in atto e per indurre in ogni comunità e tra i cittadini comportamenti virtuosi e rispettosi delle generazioni future e del Pianeta Terra. Ne ha scritto oggi in modo convincente Guido Viale su il manifesto.

A questo fine servono certamente grandi opere di qualità, non qualsiasi.
Nuove infrastrutture, non tutte quelle pensate, progettate e solo in parte avviate (poi in diversi casi abbandonate dagli stessi che le avevano sponsorizzate) nei decenni passati.
Molti sono gli esempi concreti.
Tre su tutte. Per cominciare e collegare locale e globale: Bologna, l'Emilia Romagna, l'Italia e l'Europa, continente aperto al mondo.
La prima.
Grandi opere di Rigenerazione urbana: con il recupero e la ristrutturazione di immobili vuoti e lasciati al degrado per corrispondere al bisogni di nuovi servizi e case popolari; con boschi e verde in aree edificate abbandonate e/o demaniali da de-materializzare.
Questo significa consumo di suolo zero. Non quello che consente continue nuove edificazioni in aree vergini o agricole di una Città e di un territorio provinciale che registrano una sostanziale stabilità demografica.
La seconda.
Grandi opere di Manutenzione: con la messa in sicurezza degli edifici, dei monumenti storici, delle infrastrutture e dei territori a rischio sismico o idrogeologico; con controlli e interventi a tappeto per assicurare solidità, bonifiche e igiene in strutture o terreni instabili o contaminati.
Nell'area Metropolitana (vasta) tutto ciò si integra con progetti di ritorno della vita civile e di comunità in estese aree spopolate dell'Appennino e della pianura. Verso le quali potrebbero dirigersi fasce di popolazione giovane e immigrata.
La terza.
Grandi opere per una Mobilità sostenibile: con la priorità netta verso il potenziamento della rete e dei servizi ferroviari regionali ed interregionali per pendolari e merci; per moderni trasporti pubblici elettrici TPER e per spostamenti individuali non inquinanti (una vera e propria bici-rivoluzione). Solo questo può spostare quote significative ed effettive di mobilità dai mezzi individuali a quelli collettivi o a zero emissioni superando in tempi ragionevoli la diffusa dipendenza delle persone dall'uso quotidiano di veicoli privati e di autocarri. Al contrario, partire con la realizzazione di altre autostrade (come la Cispadana) o con le 4-6 corsie per realizzare il Passante di Mezzo sarebbe un formidabile incentivo a reinvestire risorse pubbliche e private nella folle spirale degli investimenti nei mezzi  privati (con tanto di incentivi pubblici per favorire rottamazioni prive di qualità) che aggravano la congestione del traffico e le code quotidiane tanto nell'Asse Tangenziale - A 14 quanto nelle strade, principali e secondarie, che collegano i 6 quartieri e i comuni dell'hinterland bolognese.

E' troppo chiedere a partiti e movimenti politici, a donne e uomini delle istituzioni nazionali, europee, locali e regionali, alle associazioni industriali ed agricole, private o cooperative, ai singoli imprenditori, ai sindacati ed ai delegati dei lavoratori di partire da questa visione di medio - lungo periodo e da queste utili grandi opere rinunciando ad approcci strumentali, ideologici e di interesse puramente economico, corporativo e di gruppo?

21 commenti:

  1. Martedì 4 dicembre: Polveri Modena - PM10 Bologna 91 - 64.
    Un incontro di basket? No, la conferma dello smog.
    Il fallimento certificato di un modello di sviluppo a cui Bonaccini e Merola non sanno dare risposte.
    Se imitano Macron con provvedimenti drastici si ribellano per primi i loro colleghi pressati dai potenziali Gilet Jaune di casa nostra (pensiamo a cosa hanno combinato sul blocco dei diesel euro4).
    Se puntano al cambiamento strutturale intervenendo sulle infrastrutture programmate si trovano contro il fronte degli imprenditori (messo in moto in Emilia R. come a Torino).
    I francesi credo direbbero che siamo in un cul de sac!
    VR

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tutte considerazioni degne di serie riflessioni critiche ed autocritiche.
      Annoto due esigenze.
      1. L'importanza del confronto culturale. Molti segnali politici evidenziano il permanere di una pericolosissima separazione tra crisi sociale e crisi ambientale, che invece richiedono un progetto integrato e radicale di cambiamento.
      2. Il nesso strettissimo tra locale e globale, troppo spesso non colto o eluso dai governi come dai conflitti politici e territoriali.
      Elementi che accomunano classi dirigenti comunitarie, nazionali e regionali che alternano, arbitrariamente, pretese di autosufficienza e superiori richiami internazionali.
      Il pessimismo della ragione però non deve prevalere sull'ottimismo della volontà. E allora consideriamo che, a volte, da situazioni di grave crisi emergono anche processi positivi. Difficilmente a caso. Quasi sempre per l'azione determinata e intelligente di avanguardie e di protagonisti (vecchi e nuovi) che sanno responsabilmente riflettere, confrontarsi ed unirsi su obiettivi di interesse generale e superiore.
      Gianni

      Elimina
  2. Ciò che più fa arrabbiare è che vengono ridotti i servizi di trasporto pubblico senza che questo divenga un problema di prima grandezza. Di cui discutono le istituzioni e la politica.
    s.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero. Mentre si discute e si propaganda il PUMS, servizi essenziali di trasporto collettivo vengono sacrificati o resi inaccessibili (di fatto) per le classi sociali in difficoltà economica.
      Sempre a proposito di nesso inscindibile tra dimensione sociale ed ambientale della crisi e delle risposte necessarie (in Italia, in Francia e nel mondo).
      Gianni

      Elimina
  3. Tutto condivisibile , purtroppo oggi in Italia, ma non solo , si è concluso lo smantellamento di tutto quella parte di struttura sociale in cui i cittadini potevano organizzarsi per poter poi fare valere le proprie scelte.
    Si sono scientemente smantellati partiti organizzazioni corpi intermedi in nome di una non meglio specificata volontà popolare .
    Oggi abbiamo necessità di ridare ai cittadini la possibilità di riaggregarsi contare ed incidere .
    Altrimenti vincerà sempre chi detiene le leve del potere .
    Forse sarò andato fuori tema , penso però , che il rapporto Democrazia/Capitalismo/liberismo sia arrivato alla rottura totale .
    Riappropriarsi di momenti di Democrazia diventa fondamentale .
    È tutto da approfondire ma mi pare essenziale .
    Ciao
    G.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Approfondiamo. E' sicuramente necessario. Sempre nel vivo della crisi, dei processi e dei conflitti in atto.
      Sarebbe letale per chiunque chiudersi in ambiti ristretti o in congressi infiniti.
      Gianni

      Elimina
  4. Ma dove sono finiti i provvedimenti antismog della Regione e dei Comuni?
    Dopo la farsa dei blocchi degli euro4 avevano assicurato che questi sarebbero stati bloccati al terzo giorno di aria pesa.
    Ora che da 5 o 6 giorni le polveri sono altre la soglia nessuno dice ed applica nulla. A Bo. le auto circolano regolarmente. Di misure e vigili non c'è traccia.
    E le sole voci che si alzano sono quelle di Confindustria e imprenditori, interessati agli affari nel settore delle costruzioni.
    Possibile?

    PS. D'accordo sui 3 obiettivi (grandi opere) della riconversione ambientale. Dire no significa anche battersi per molti si.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le "misure antismog" evocate sono entrate in vigore.
      Altro è il loro rispetto e la reale applicazione. I controlli e i vigili sono apparsi decisamente scarsi.
      Un aneddoto? Nel cuore della Città, ieri alle 14,30, alcuni ristoratori pretendevano di riscaldare l'ambiente esterno con antistoriche stufe.
      E' tempo di serietà. Servono strategie di medio e lungo periodo, cultura, coerenza, partecipazione.
      Gianni

      Elimina
    2. Di funghi per riscaldare i clienti di bar e ristoranti ne ho trovati in tutto il centro storico di Bologna. Come di auto in circolazione libera e senza alcun controllo.
      Queste giornate e queste misure antismog fanno davvero ridere!
      Poveri noi.
      Anna

      Elimina
  5. Le misure d'emergenza in ER vengono rispettate?
    Le strategie infrastrutturali cambiano?
    Chi raccoglie l'allarme di arpae ?
    Ha 'da venì le pettorine fluorescenti?
    I.R.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' opportuno ripetere.
      Gli appelli di medici e scienziati, di cittadini inquinati ed autorità illuminate (COP) non si sono ancora tradotti in politiche ed azioni necessarie.
      Mancano e sono urgenti adeguate strategie di prevenzione e di conversione ecologica.
      Mancano e sono urgenti coerenti provvedimenti di contrasto all'inquinamento atmosferico, acustico ed idrico.
      Le misure decise non sono gestite.
      La partecipazione consapevole, democratica e determinata dei cittadini è decisiva per ottenere risultati apprezzabili.
      Gianni

      Elimina
  6. Blocchi del traffico auto elettriche o ad emissioni 0 ok tutto bene , ormai non si respira più , ma o si cambia il modello di sviluppo si cambiano ritmi e stile di vita, o sono semplici palliativi , come curare una polmonite con l'aspirina .
    O siamo disposti a rinunciare ad un poco del nostro abitudinario consumare altrimenti accontentiamoci della buona azione quotidiana :
    Ciao
    G.

    RispondiElimina
  7. Ciao Gianni,
    peccato che dalle tue belle foto non si vedano anche le tante nuove idee di “sviluppo” in fase di realizzazione :
    gli allargamenti dell’A13 e dell’A14 già corredati di Valutazione di impatto ambientale che faranno totalizzare a 13 le corsie in entrata in città,
    i nuovi insediamenti di Via Scandellara zona rottamai,
    i nuovi distributori di benzina sui campi agricoli di via Pallavicini e San Donato e Via di Villanova -Marescotti
    i Prati di Caprara
    l’urbanizzazione della zona Fico
    la nuova idea del Mit con i tratti di complanari che corrono lungo l’asse autostrada tangenziale (se non lo si vuole chiamare allargamento lo chiamerei ulteriore roulette russa per i quartieri che verranno scelti per la realizzazione).
    e poi tutto ciò che bolle ancora in pentola
    L’assedio è completo e non se ne percepiscono solo i fumi, tutto scricchiola: stiamo capitolando.
    Le manifestazioni in programma a favore dei vari sì denotano che c’è fretta di accalcarsi nel lussuoso salone da ballo del Titanic. Già, c’è chi ha deciso che è meglio morire con gran classe. Chi affoga prima e peggio però indossa giubbotti salvagente “gialli”, oppure i giubbotti non li ha proprio e senza essere parte della causa si ritrova ad incarnarne l’effetto sprofondando nella più nera povertà o nel più blu del mar mediterraneo.
    C’è chi subisce devastazioni di cui non è minimamente consapevole.
    Leggiamo ogni giorno che chi regge le redini va avanti e unicamente al pueblo spetta fare sforzi, per rimediare pagando di tasca sua o per sfuggire alla devastazione.
    Quest’estate ho provato sconforto quando Nicolas Hulot, ministro dell'ambiente francese si è dimesso denunciando: "Continuiamo a mantenere un modello economico responsabile di tutti i disordini climatici. Non siamo all'altezza di mantenere scelte che condizionano tutti".

    Penso che presto ciò che interverrà a condizionare tutti
    accadrà da solo e non si potrà più coordinare in alcun modo.

    Scusa il pessimismo e consentimi di spostare il tema con una domanda. Ho visto che sulla pagina informativa del sito Arpae c’è un articolo sul nuovo questionario di PERCEZIONE dell’inquinamento dell’aria;
    https://valutalaria.lifeprepair.eu
    è il secondo nel giro di pochi mesi. Il primo è stato condotto dal Laboratorio aria della Fondazione per la rigenerazione Urbana di Bologna. La mia domanda è:secondo te le amministrazioni hanno bisogno di capire quanto è percepito un reale problema per rinsavire e porvi rimedio con OPERE che siano davvero grandi?
    Non sarebbe più logico ammettere che il problema c’è e comunicarne la gravità per creare sinergie virtuose per risolverlo partendo da chi ha più risorse a disposizione per farlo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nelle tue considerazioni ritrovo un approccio gramsciano che mi è molto caro: il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
      Cosa altro evidenziano le tue analisi se non una lettura cruda della triste realtà? E la tua domanda finale se non una concezione nobile ed alta della Politica, che vorresti ritrovare in una classe dirigente degna di questo nome e che ti rappresenti con atti semplici e coerenti, con grandi opere utili e prioritarie per la comunità?
      Gianni

      Elimina
  8. Torino ieri e oggi: dalle 30.000 - 40.000 persone SI TAV alle 50.000 - 80.000 persone NO TAV. Rappresentativo del paese?
    Genova ieri e oggi: con Ponte Morandi e senza causa cattiva manutenzione. Rappresentativo del paese?
    Bologna ieri e oggi: da soluzione del nodo di traffici congestionato con nuovi Passanti autostradali a soluzione potenziamento dei trasporti pubblici . Rappresentativo del paese?
    *****

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che a Bologna, Torino, Genova ... convivano grandi contraddizioni come accesi conflitti sociali e politici.
      In gioco è la qualità dello sviluppo.
      Quali sono le priorità? Le grandi opere utili?
      Le risposte non sono univoche, come gli interessi in campo ...
      La sfida richiede argomenti, mobilitazione, coerenza, rappresentanze all'altezza.
      Gianni

      Elimina
  9. Auspici di politiche che non trovano riscontri di governo.
    Il comune di Bologna risponde picche su area Cierrebi e Prati di Caprara.
    La Regione Emilia Romagna organizza i si Passante di Mezzo.
    Il governo nazionale non mantiene gli impegni su Industria Italiana Autobus, vuole allargare la Tangenziale e non si capisce ancora che manovra di bilancio vuole fare.
    La delusione monta.
    La Francia insegna?
    BiBi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tutta l'Europa è in tensione e in movimento.
      Da Londra a Varsavia, da Berlino a Strasburgo, dalla Baviera alla Andalusia ...
      In Francia la rivolta dei gilet gialli evidenzia la crisi di Macron, ma impone interrogativi e riflessioni per tutti. Mancano progetti e lezioni vincenti.
      Qui le risposte di governo (dei governi) ai problemi si mostrano ancora del tutto inadeguate. Da Bologna a Roma.
      Responsabilità comune, locale e globale, è alzare il livello del confronto. Non accontentarsi di propaganda e scorciatoie, di risposte illusorie e di breve periodo.
      E' tempo di progetti lungimiranti e di pratiche coerenti.
      Gianni

      Elimina
  10. Ieri di nuovo le polveri oltre i limiti!
    Chi se ne occupa?
    L'informazione e la Amministrazioni tacciono .....
    .....e noi respiriamo aria cattiva.
    Titti

    RispondiElimina
  11. Mi ripeto. A Bologna e in Emilia Romagna lo smog è oggi ancora una volta oltre le soglie di accettabilità ..........
    E il Governatore PD vorrebbe un PD nazionale simile a quello locale????
    Ma non capisce che proprio da questa terra storica e simbolo della Sinistra c'è grande insoddisfazione per la crescita economica ed urbanistica senza qualità imposta dai detentori del potere?
    I nostri amministratori dove vivono?
    Frequentano le periferie, le strade, gli autobus e i treni?
    Titti

    RispondiElimina