Bologna, prossimo appuntamento "di lotta e di governo" |
"Da oggi, come si suol dire, «le chiacchiere stanno a zero». Nel senso che le nostre parole (da sole) non ci basteranno più. D’ora in poi dovremo metterci in gioco più direttamente, più “di persona”: imparare a fare le guide alpine al Monginevro, i passeur sui sentieri di Biamonti nell’entroterra di Ventimiglia, ad accogliere e rifocillare persone in fuga da paura e fame, a presidiare campi rom minacciati dalle ruspe. Perché saranno loro, soprattutto loro – non gli ultimi, quelli che stanno sotto gli ultimi – le prime e vere vittime di questo governo che (forse) nasce".
Inizia così un recente articolo di Marco Revelli, storico e sociologo, pubblicato su il manifesto.
E continua.
"Dovremmo anche piantarla con le geremiadi su quanto siano sporchi, brutti e cattivi i nuovi padroni che battono a palazzo. Quanto “di destra”. O “sovranisti”. Forse fascisti. O all’opposto “neo-liberisti”. Troppo anti-europeisti. O viceversa troppo poco, o solo fintamente. Intanto perché nessuno di noi (noi delle vecchie sinistre), è legittimato a lanciare fatwe, nel senso che nessuno è innocente rispetto a questo esito che viene alla fine di una lunga catena di errori, incapacità di capire, pigrizie, furbizie, abbandoni che l’hanno preparato. E poi perché parleremmo solo a noi stessi (e forse non ci convinceremmo nemmeno tanto). Il resto del Paese guarda e vede in altro modo. Sta già altrove rispetto a noi" ...
"Il fatto è che questo governo è la diretta espressione del voto del 4 di marzo. E che quel voto ha costituito e rivelato non un semplice riaggiustamento negli equilibri politici, ma un terremoto di enorme magnitudine, una vera apocalisse culturale, politica e sociale. Piaccia o non piaccia (a me personalmente non piace) ma questa coalizione giallo-verde esprime – per quanto sia esprimibile – il messaggio emerso più che maggioritariamente dalle urne. Traduce in termini istituzionali l’urlo un po’ roco che veniva dalle due metà dell’Italia, e che diceva, con toni e sotto colori diversi, che come prima non si voleva e non si poteva più continuare. Che non se ne poteva più. E che quegli equilibri andavano rotti".
Osservando da Bologna e dall'Emilia Romagna i fatti ed i processi in corso a livello locale e nazionale le considerazioni del Professore piemontese appaiono assolutamente condivisibili.
Anche qui, le classi dirigenti che hanno amministrato le Istituzioni e determinato le scelte economiche, imprenditoriali, finanziarie, di governo del territorio hanno accresciuto tutte le contraddizioni Centro - Periferie e i conflitti sociali ed ambientali; riducendo - di fatto - la partecipazione dei cittadini, accentrando le decisioni in salotti sempre più selezionati, ristretti ed arroganti.
Sarebbe ora di riflettere sulle scelte caratterizzanti degli ultimi decenni: dalle "operazioni" Philips Morris ed Amazzon (con il portato di precarietà nel lavoro e di insostenibilità dello sviluppo che caratterizzano questi grandi insediamenti multinazionali), alla "bolla" dei super ed ipermercati, di F.I.CO. o della Cittadella della Moda e di una gastronomia (industria e commercio) diffusa e incapace di misurarsi con i limiti di produzioni di qualità e con una adeguata programmazione per una mobilità sostenibile.
Così peggiorano tanto la qualità della vita delle persone, quanto l'orizzonte traguardabile per le generazioni future.
Salvo (sicuramente) gli "affari" e le "speculazioni" che pochi grandi costruttori e aziende multinazionali o monopolistiche pretendono ed impongono per mettere mano a interventi mirati o a risolvere decennali e inattuate promesse: dalla ristrutturazione dello Stadio al recupero di piccole aree di periferia (come nei casi Saputo - ECE - Maccaferri; Farinetti - Coop; Autostrade SpA - Gruppo Benetton e soci).
Il RdC. di oggi: "Saputo dà l'ok al restyling. Prati di Caprara, accordo con ECE per la cittadella della moda" |
Le pagine interne del RdC. "Saputo mette la firma" ... Chi governa Bologna? |
Ancora su il RdC. lo scontro sui lavori ai Prati di Caprara ... |
La Repubblica, di oggi: "Stadio e dintorni, la globalizzazione ai Prati di Caprara ... faraonica operazione che rivoluzionerà una parte della città. |
Torna, dunque, appropriata una ulteriore considerazione di Marco Revelli.
"Liquidiamo come «il più a destra, in tutta la storia della Repubblica» questo governo (non è che il governo Tambroni nel 1960 o quelli Berlusconi-Fini della lunga transizione scherzassero…), senza riflettere sul fatto che i due partiti che lo compongono hanno in pancia una bella percentuale di elettorato “di sinistra” (un buon 50% i cinque stelle, un 30% o giù di lì la Lega). Mentre pressoché tutta la stampa “di destra” (da Vittorio Feltri a quelli del Foglio e del Giornale), i quotidiani mainstream, gli opinion leaders “di regime” (pensiamo a Bruno Vespa), le agenzie di rating, i Commissari europei, ostenta pollice verso. Qualcosa evidentemente si è rotto nei meccanismi della nostra produzione di senso".
Si potrebbero aggiungere i richiami e le "minacce", di ieri, del Presidente di Confindustria (in occasione della Assemblea dell'associazione nazionale) e/o di influenti Poteri ed Autorità internazionali. A conferma della rottura "di senso" delle categorie interpretative e propositive della società, della cultura e della politica del passato.
Il fatto è che una ulteriore (sicuramente più discutibile) considerazione del nostro Revelli si rileva meritevole di approfondimento.
"Forse solo l’asse tra Cinque stelle e un Pd de-renzizzato avrebbe potuto corrispondere" ... "ma la presenza ingombrante del cadavere politico di Matteo Renzi in campo dem l’ha reso impossibile. Non certo un governissimo con tutti dentro, avrebbe potuto farlo. O un governo del Presidente. Che avrebbero finito per generare una gigantesca bolla di frustrazione e rancore da volontà tradita, velenosa per la democrazia quant’altra mai. Cosicché non restava che questo ibrido a intercettare i sussurri e le grida di una composizione sociale esplosa, spaesata e spaventata come chi abiti un paesaggio post-catastrofico, geneticamente modificato da una qualche mutazione di stato.
Ed è questo il secondo punto su cui riflettere. Questo nostro trovarci a valle di una «apocalisse» come l’ho chiamata, pensando all’accezione in cui Ernesto De Martino usava l’espressione «apocalisse culturale». Cioè una «fine del mondo» (questo era il titolo del suo libro). Anzi, la fine di un mondo. Che è appunto la nostra condizione. Perché un mondo è davvero finito. È andato in pezzi: il mondo nel quale si sono formate pressoché tutte le nostre categorie politiche, e si sono strutturate tutte le nostre pregresse identità, dalla destra alla sinistra, e si sono formalizzati i nostri linguaggi e concetti e progetti. Nessuna di quelle parole oggi acchiappa più il reale. Nessuno di quei modelli organizzativi riesce a condensare un qualche collettivo. Nessuna di quelle identità sopravvive alla prova della dissoluzione del “Noi” che parte dal default del lavoro e arriva a quello della democrazia.
Continuiamo testardamente a cercar di cacciare dentro il cavo vuoto dei nostri vecchi concetti i pezzi di una realtà che non vuol prenderne la forma e si ribella decostruendosi prima ancor di uscire di bocca. Continuiamo a sognare la bella unità tra diritti sociali e diritti umani universali che il movimento operaio novecentesco aveva miracolosamente realizzato, e non ci accorgiamo che non sono più “in asse”. Che oggi i primi sono giocati contro i secondi, da questo stesso governo che a politiche feroci sul versante della sicurezza – alla negazione dei diritti umani – associa un’attenzione alle politiche sociali (per lo meno per quanto riguarda il loro riconoscimento nel programma) sconosciuta ai precedenti".
Discutibile per il fatto che in questo PD sia sufficiente "liberarsi" di Renzi ed amici per riconquistare "senso" pieno della realtà, "visione" lungimirante e progressista, radicamento sociale e di classe.
Basti pensare all'Emilia dei Bonaccini e dei Calvano, dei Delrio e dei Richetti, dei Prodi e dei Bersani, degli Errani e dei Delbono, dei Donini e delle Gualmini, dei Merola e delle Priolo, dei Critelli e delle Puglisi. Tutti PD pre e post Renzi; sostenitori o critici del segretario fiorentino dalla prima, dalla seconda o dalla terza ora ...
Per il resto le valutazioni di Revelli sulla nuova maggioranza politica Giallo - Verde appaiono condivisibili. In particolare dopo una attenta lettura (critica e senza pregiudizi) del Contratto per il Governo del Cambiamento.
Soprattutto se il Governo di Giuseppe Conte (significativamente autoproclamatosi "avvocato difensore del popolo italiano") dovesse proporre, a ore, Matteo Salvini Ministro dell'Interno e Luigi Di Maio allo Sviluppo, al Lavoro e alle Politiche Sociali.
Quel che è certo - in attesa di saperne di più, su composizione e programma del nuovo Governo - è che Noi cittadini dovremmo esserci, come sempre.
Per svolgere una parte essenziale e insostituibile, di protagonismo civile, di proposta politica e culturale, di governo e di lotta.
A partire dalle grandi e concrete questioni sociali e di investimento che determinano l'ambiente e la qualità della vita delle persone, lo sviluppo civile e democratico delle comunità locali ed internazionali.
Per fare valere i diritti ed i doveri universali dei cittadini italiani, d'Europa e del mondo.
Per valorizzare - in ogni dove - donne, uomini ed "Imprese responsabili", come sostenuto (nel suo ultimo libro) dallo stesso Professore incaricato, mercoledì scorso, a Presiedere il Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana.
Il volantino di "Rigenerazione, No speculazione" |
Il retro del volantino con i contenuti della mobilitazione |
Al PD piace giocare col fuoco. Pare che il 4 marzo non abbia aiutato nessuno. A Roma come a Bologna. Che tristezza!
RispondiEliminaSul nuovo Governo serve tempo. Per ora prevalgono curiosità, preoccupazioni e attese.
By by
Il problema è che Loro giocano e Noi ci bruciamo!
EliminaIn verità, non mi piace generalizzare. Non c'è una divisione rigida Loro e Noi. Ho sempre pensato che non c'è una politica "sporca" e una società "pulita".
Resta il fatto che le differenze sociali sono cresciute, che il Pianeta Terra non si salverà ai ritmi di crescita in atto, che la corruzione dilaga, che le mafie sono diffuse ........
E se persino i nostri Sindaci non lo capiscono e trattano al massimo ribasso condizionati dalla miseria delle risorse umane e finanziarie su cui possono contare ....... allora la "partita" si fa dura e servono davvero Avvocati formati nelle migliori Università del Mondo (al Governo e nei Tribunali).
Zorro
Capisco l'osservazione. E' difficile (oggi più che mai!) parlare di Noi, senza specifiche ulteriori. Noi chi?
EliminaSoprattutto mentre si archivia la brevissima stagione de "l'Avvocato difensore del popolo italiano" e sono in campo vari tentativi di leggere i fatti e di alzare la tensione a livelli insopportabili.
E allora è bene precisare.
Il Noi va riferito a chi vuole un mondo migliore e più giusto, a chi (quotidianamente) opera (con idee, progetti ed iniziative) per questo. Qui, in Europa e nei 5 Continenti. Occorre più rispetto per i diritti ed i doveri delle persone e delle comunità; la conversione ecologica dello sviluppo; maggiore giustizia sociale; più partecipazione popolare e democrazia; Istituzioni pubbliche (locali ed internazionali) più autorevoli e rappresentative.
"Noi" che pensiamo e vogliamo questo dobbiamo essere in campo, a prescindere dai Presidenti incaricati, dai Governi e dai soggetti politici che formano (di volta in volta) maggioranze e minoranze. Pur sapendo bene che i Governi non sono tutti eguali. E che è preferibile misurarsi quotidianamente con quelli espressione di maggioranze parlamentari liberamente elette dai cittadini rispetto a quelli nominati d'Autorità.
Gianni
Non mi sento di condividere l'opinione sul contratto 5S. - Lega che viene proposto nel post e da Revelli. Perché considero socialmente feroce la flat tax e, al contrario civili ed umani, alcuni impegni assunti per la sicurezza e la legalità che vengono indicati: modifiche nei tempi di prescrizione ovvero l'istituzione di agenti provocatori nelle indagini contro la corruzione.
RispondiEliminaPer cui, bene verificare in occasione della presentazione del nuovo governo alle camere. Non tutto è ancora definito e certo.
Come avviene sui conflitti sociali ed ambientali ancora non risolti, vedi Ilva e futuro dell'acciaio oppure TAV e Passanti autostradali vari. Su cui trovo opportuno continuare la pressione del popolo inquinato. Perché per questo serve davvero un avvocato difensore! Tanto a Roma quanto a Brussels.
pl.
Premesso che ora sappiamo che alle Camere non andrà "l'Avvocato difensore del popolo italiano" Giuseppe Conte, bensì "l'Uomo del Colle" Carlo Cottarelli, condivido le osservazioni di merito sul Contratto M5S - Lega.
EliminaProprio per cambiare alcuni degli impegni indicati in quel documento mi pare necessario "continuare ad esserci, come sempre". A partire dalla manifestazione di oggi pomeriggio a Bologna. Insomma, cittadinanza attiva e propositiva.
Gianni
Prendo atto volentieri dei punti condivisi.
EliminaSiamo ad una fase nuova: Noi e "l'Uomo del Colle".
Il Capo dello Stato manda un suo prescelto al Parlamento consapevole di una sfida politica ed istituzionale con il Parlamento e la sua rappresentanza popolare. Il mandato è: ottiene la maggioranza oppure si dimette e gestisce il Paese verso le elezioni, da fissare a fine estate, come governo di garanzia ... Ma Sergio Mattarella non può nascondere a se stesso e a tutti Noi che in questo Parlamento si è già manifestata una maggioranza M5s - Lega che (per quanto discutibile!) si era ritrovata su un programma (il Contratto) e un Governo (di Giuseppe Conte).
Attenzione!
A me pare che in questo caso (più ancora che nel rifiuto di nominare Paolo Savona Ministro) Sergio Mattarella stia uscendo dal ruolo proprio del Presidente della Repubblica ed entri direttamente nella contesa politica, come attore.
Non vi pare?
pl.
Ci sarò. Ci saremo.
RispondiEliminaQui si fa la storia.
A Roma, si vedrà.
Sic
Su Bologna, sul Bologna e sull'Italia.
RispondiElimina1. Saputo dice di avere già investito molto ed ora pare più interessato a trattare e chiedere che a progettare.
2. L'affare Inzaghi, allenatore da Venezia a Bologna, lascia intravvedere che tra Tacopina e Saputo ci si intende ancora bene.
3. Quel che Merola pareva non voler riconoscere al primo pare disposto a concedere al secondo.
4. Gli interessi generali della città sono distinti e distanti da quelli di tutti questi gruppi imprenditoriali.
5. E' giusto farli valere e rivendicare un Comune rappresentativo dei suoi cittadini.
6. Il nuovo Governo del paese deve qualificare il proprio rapporto con gli enti locali: premiare il merito dei progetti e riconoscere maggiori risorse ed autonomia alle comunità.
7. Al riguardo il presidente del consiglio incaricato farebbe bene ad andare oltre il contratto tra Di Maio e Salvini.
8. Forza Bologna e viva l'Italia!
Nik
Prima Bologna, poi il Bologna.
EliminaGli affari degli imprenditori locali ed internazionali in Città debbono essere compatibili con la sostenibilità ambientale e con la responsabilità sociale d'impresa fissati dalla nostra Costituzione e definiti dai poteri pubblici.
Gianni
Mentre lo scontro politico istituzionale pare tutto incentrato su Savona e sull'Europa che abbiamo e che vogliamo (e qui non vedo una chiara divisione sociale e politica destre - centro - sinistre), trovo inaccettabile il contratto tra prima e terza forza popolare - elettorale su almeno 3 punti:
RispondiEliminaa) l'uso sproporzionato della forza,
b) gli asili per italiani,
c) la "tassa piatta".
Revelli non può negare che si tratti di un regalo alle classi sociali privilegiate che tutela ricchezze private e non garantisce investimenti pubblici.
Inoltre non considero definiti e vincolanti gli impegni sulle grandi opere: TAV, Terzo Valico, TAP, Passante di Bologna ........
Ragion per cui, dobbiamo continuare a esserci. Ogni giorno e nelle urne.
Ciao!
Nel merito condivido, molto.
EliminaSicuramente Revelli si riferiva ad altri impegni: come l'età pensionabile o il reddito di cittadinanza.
In ogni caso, quel discutibile Contratto è archiviato.
Con il Governo Cottarelli (prevedibilmente di minoranza) siamo "in piena continuità" con le politiche conosciute e tradizionali. E si marcia verso un nuovo duro confronto elettorale. Prevarrà la sfida tra "conservazione" e "nazionalisti"?
O l'alternativa per una Italia e una Europa socialmente ed ambientalmente sostenibili, dei diritti e dei doveri universali dei cittadini, raccoglierà nuove idee, progetti, protagonisti e sostenitori?
Gianni
Attento.
EliminaNon darei per scontato che il contratto sia archiviato. Questa sera gli uni e gli altri hanno detto che comunque costituisce un riferimento per il futuro. E ora si debbono definire le prossime alleanze. Quali saranno?
Ecco trovo che tutti i contendenti, incluso quelli di sinistra e di centro, debbono scegliere ed essere della partita.
E un uomo intelligente come Calenda ci sta provando, anche se non mi pare davvero la soluzione giusta.
Ciao!
Saputo + Maccaferri + grandi gruppi tedeschi & spagnoli - Merola - Orioli - Lepore - Priolo = + Lega + M5s - PD.
RispondiElimina(sintesi verso regionali 2019)
Mario C.
Nulla è scontato. Tutto è da conquistare. Tra alternative sostanziali e comprensibili.
EliminaGianni
L'Avvocato (non quello storico e da molti rimpianto) lo conosceremo col tempo ... (se non tornerà a dedicarsi, entro poche ore, alla propria impegnativa professione).
RispondiEliminaPer il momento non esprimo opinioni (a differenza dei saputi comunicatori che lo apostrofano già come l'Uomo Qualunque).
Quanto a Noi, mi pare un soggetto plurale troppo generale e fin anche generico.
Io ci sarò, tu anche, lui forse ........
Il problema è che siamo tanti e diversi.
Pro e contro su questo e quello, su quest'altro e quell'altro.
Io dunque.
Io sono per i boschi (al maschile plurale e con la b minuscola naturalmente). Ai Prati di Caprara sono per un bosco selvaggio e per questo domani sarò in piazza Maggiore. Ma so anche che c'è bisogno di case per i ceti popolari e i troppi nullatenenti. Occupiamocene. Ma lo facciamo davvero? Chi lo fa? Quando? O solo in risposta ad una iniziativa sciagurata?
Io sono contro nuove strade ed autostrade. Perché penso che farne ancora, delle une e delle altre, lungi dal risolvere il problema della congestione, la aggrava. O, se va bene, sposta il traffico e le code, che comunque continueranno ad esserci.
Ma so che ci sono ore in cui tutto procede a rilento o è bloccato. A danno di chi guida per lavoro o necessità. Dunque, per affrontare insieme diritto alla salute e alla mobilità è urgente scegliere potenti ed organizzati sistemi collettivi ed individuali di trasporto. Nell'interesse di tutti, singoli e comunità.
Ma di questo ci occupiamo? Anche quando non siamo sollecitati sotto casa, intendo. E, magari con qualche disponibilità a dichiararci comunque disposti a un progetto corretto solo di una decina di km. ...
Ecco. Voglio solo segnalare che per usare il Noi occorre percorrere ancora tanta strada .... In salita, il più delle volte. Per cui occorrono disponibilità, competenze e una grande forza della volontà.
Sirgi
Le contraddizioni proposte esistono.
EliminaPenso che per governare i processi occorra affrontarle e risolverle con sintesi convincenti.
Alla base del fallimento del "Contratto" e del "Governo del Cambiamento" credo ci siano una giustapposizione di programmi, di azioni e di soggetti. Non solo, naturalmente. Ma anche.
Non sarà facile costruire una maggioranza culturale e politica adeguata, nei tempi dati. Ma occorre provare.
Gianni
Dal Pd finalmente una scelta strategica!
RispondiEliminaDall'opposizione al voto a favore.
Anzi, no. All'astensione.
Grandissimi!
Sic