Si è costituito a Bologna il comitato regionale delle associazioni “Vota SI per fermare le trivelle” che comprende varie associazioni, ed attori economici. Obiettivo, portare i cittadini a partecipare al referendum del 17 aprile contro le trivellazioni in mare e votare SI per abrogare la norma.
Nell’immediato il comitato lavorerà per allargare la rete dei partecipanti, coinvolgendo sempre di più il mondo del turismo, e di chi vive del mare e sul mare.
La norma oggetto del referendum (introdotta con l’ultima legge di Stabilità) permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa di non avere più scadenze. La Legge di Stabilità 2016, infatti, pur vietando il rilascio di nuove autorizzazioni entro le 12 miglia dalla costa, rende “sine die” le licenze già rilasciate in quel perimetro di mare.
Si tratta di voto che ha però un significato più ampio, quello di dire no alle politiche di liberalizzazione e deregolamentazione del settore delle estrazioni che sono state portate avanti da vari governi nazionali negli ultimi 6 anni.
In particolare, la nostra regione ha ad oggi 47 concessioni attive per piattaforme e pozzi sottomarini per l’estrazione di gas ubicati entro le 12 miglia dalla costa, per un totale di 150 pozzi attivi. Pozzi che producono il 50% del gas estratto in mare sull’intero territorio nazionale, ma le cui riserve totali non basterebbero a coprire il fabbisogno nazionale di gas nemmeno per un anno.
Un’attività, quella dell’estrazione entro le 12 miglia dalla costa, che oltre a non essere utile per l’indipendenza energetica del paese, mette a serio rischio l’intero sistema costiero essendo la principale causa antropica della subsidenza. Per 7,5 milioni di euro di Royalties, pari allo 0,5 % del bilancio annuale della nostra Regione, si sta affossando il sistema economico basato sul turismo costiero, per non parlare del pericolo di danni ad ecosistemi fragili e unici come il Delta del Po.
Far esprimere gli italiani sulle scelte energetiche strategiche che deve compiere il nostro Paese, in ogni settore economico e sociale, è la vera posta in gioco di questo referendum. Il comitato si pone l’obiettivo di diffondere capillarmente informazioni sul referendum in tutti i territori, e far crescere la mobilitazione, spiegando che il vero quesito è: “vuoi che l’Italia investa sull’efficienza energetica, sul 100% fonti rinnovabili, sulla ricerca e l’innovazione?”.
Le fonti fossili sono causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti, protagonismo delle grandi lobby. Dobbiamo continuare a difendere le grandi lobby del fossile a discapito dei cittadini, che vorrebbero meno inquinamento, e delle migliaia di imprese che stanno investendo sulla sostenibilità ambientale e sociale? Noi vogliamo – dice l’appello del Comitato – che il nostro Paese prenda con decisione la strada che ci porterà fuori dalle vecchie fonti fossili, innovi il nostro sistema produttivo, combatta con coerenza l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Una strada che è urgente intraprendere in Emilia-Romagna, una delle aree più inquinate d’Europa.
Noi scommettiamo su tutti i cittadini che vorranno far sentire la loro voce e si mobiliteranno per il voto.
Primi firmatari del Comitato regionale “Vota SI per fermare le trivelle”:
Accademia Kronos Cattolica, Agci Agrital Emilia-Romagna, Arci Emilia Romagna, Arci Servizio Civile Emilia Romagna, Associazione blennius, Associazione culturale Marecia mia, Basta merda in mare, Casa Madiba Network, Circolo Arci Odissea nello Spazio, CSA Grottarossa, Comitato Acqua Bene Comune Bologna, Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna, Comitato ambiente & salute Riccione, Comitato IoLotto, Federconsumatori Rimini, Fondazione Cetacea, Forum Salviamo il Paesaggio, Greenpeace, Gruppo RottamaItalia Ravenna, Legambiente Emilia Romagna, Libera Emilia-Romagna, Libertà e Giustizia – circolo di Ravenna, Link Coordinamento Universitario Bologna, Lipu Emilia-Romagna, L’umana dimora Rimini, Marevivo Bologna, Marinando, Pro Natura Emilia-Romagna, Rete degli Studenti Medi Emilia-Romagna, Slow Food Emilia-Romagna, Territorio Zero Rimini, WWF Emilia-Romagna
Perché non ci sono sindacati e partiti?
RispondiEliminaFranca
Franca chiediamoglielo direttamente.
EliminaA quanto mi risulta, in CGIL ci sono posizioni diverse. Il segretario dei chimici è "contro il referendum, si rischiano posti di lavoro e dipendenza energetica", mentre il regionale lucano sostiene "vogliamo efficienza energetica, fonti rinnovabili, un'economia sostenibile. Le trivellazioni rappresentano il passato".
Quanto ai Partiti. Per il SI, M5S e Sinistra Italiana. Il PD è chiaramente diviso. Da un lato il Governo, dall'altro molte Regioni che hanno sollecitato i referendum. L'Emilia Romagna di Bonaccini non è tra queste. Dispiace.
Gianni
Con il SI al referendum quanti lavoratori saranno a piedi?
RispondiEliminaE quanto aumenterà la dipendenza dall'estero?
R. Bini