Così, ai nostri Amministratori non è restato che accelerare i tempi incontro romano e rilasciare alcune significative dichiarazioni.
Piero Fassino, già a lungo segretario dei Democratici di Sinistra e da 5 anni Sindaco di quella che fu la capitale italiana dell'auto: "il fatto politico veramente nuovo è che per la prima volta in assoluto si è concordato di coordinare misure anti smog".
Quali?
Gian Luca Galletti: "Uno, riduzione di 2 gradi del riscaldamento domestico; due, riduzione di venti km/h della velocità delle auto nelle città; tre, un solo biglietto giornaliero per chi utilizza il trasporto pubblico nei centri urbani; per questo sono a disposizione 12 milioni del Ministero per l'Ambiente. Un ottimo risultato. Non lo è, solo per chi si aspettava che questo appuntamento avesse risolto tutti i problemi".
Umberto Maroni, per esempio, che attacca: "Mancano solo tre zeri. Quelli che servirebbero per rendere concrete le misure".
O Michele Emiliano, che dice di non avere partecipato "per non fare polemiche"; ma non rinuncia ad una dura denuncia verso il Governo che prima di destinare i 12 milioni annunciati, ne aveva tolti "60 alla sola Puglia per fare le stesse cose".
Invece, parla, Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni: "sono soddisfatto, ma la sfida che abbiamo di fronte non è banale né breve; serve una campagna di sensibilizzazione dei cittadini, cui bisogna fare comprendere che conviene anche a loro, come è accaduto per la raccolta differenziata, adottare comportamenti virtuosi, come quello di abbassare i riscaldamenti nelle abitazioni".
La Repubblica informa però che il Presidente emiliano romagnolo ha anche chiesto "al governo di aprire un ulteriore fondo, per incentivare la rottamazione delle auto più inquinanti e per aumentare la competitività dei mezzi alternativi all'auto", sull'esempio della "gara del ferro" fatta propria dalla Regione pochi mesi fa.
Resta da capire se sono confermati gli investimenti per le altre grandi opere stradali ed autostradali sostenute dalla sua Giunta Regionale anche nei giorni scorsi: il Passante Nord di Bologna e la nuova Cispadana.
Intanto, ci leggiamo su il manifesto l'intervista a Gianni Silvestrini, ingegnere ricercatore, direttore generale presso il Ministero dell'Ambiente dal 2000 al 2002, consigliere del Ministro per lo Sviluppo Economico, Pier Luigi Bersani, dal 2006 al 2008: "l'Italia non capisce che è tempo di una svolta".
E ci auguriamo un ottimo 2016!
Di pioggia, naturalmente.
«Interventi quasi coreografici». Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto club e QualEnergia, definisce così le misure anti-smog governative, non solo quelle annunciate ieri dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ma anche quelle previste nella legge di stabilità e nel collegato ambientale.
Sembra che Regioni, comuni e governo abbiano finalmente siglato una strategia nazionale contro l’inquinamento. Il suo giudizio?
Da settimane era evidente che la situazione è grave e preoccupante, il vertice andava fatto due settimane fa. Il governo italiano ha mostrato di nuovo scarsa prontezza davanti a un problema che ha visto invece reagire immediatamente gli altri paesi europei e non solo. Inoltre si tratta di misure meno che tampone. Quando ho letto che sono previsti 12 milioni di euro per incentivare il trasporto pubblico nei Comuni, ho pensato che fosse un errore: se fossero stati miliardi allora poteva avere un senso.
Da settimane era evidente che la situazione è grave e preoccupante, il vertice andava fatto due settimane fa. Il governo italiano ha mostrato di nuovo scarsa prontezza davanti a un problema che ha visto invece reagire immediatamente gli altri paesi europei e non solo. Inoltre si tratta di misure meno che tampone. Quando ho letto che sono previsti 12 milioni di euro per incentivare il trasporto pubblico nei Comuni, ho pensato che fosse un errore: se fossero stati miliardi allora poteva avere un senso.
La giustificazione la conosce anche lei: i soldi sono pochi.
Ma ci sono soluzioni fiscalmente neutre per lo Stato, come quelle adottate in Francia dove si è istituito una sorta di bonus malus della circolazione legato alle emissioni: più inquino, più pago.
Ma ci sono soluzioni fiscalmente neutre per lo Stato, come quelle adottate in Francia dove si è istituito una sorta di bonus malus della circolazione legato alle emissioni: più inquino, più pago.
C’è anche chi sostiene che si stia esagerando con il catasfrofismo perché attualmente le polveri sottili in città come Milano e Torino si sono ridotte anche di un terzo rispetto agli anni ’70.
È vero: a Milano il car e il bike sharing e l’accesso a pagamento nel centro della città hanno prodotto buoni risultati per la riduzione sia del Pm10 che del numero di auto circolanti. Però se dopo 30 anni c’è ancora questo livello di criticità vuol dire che il miglioramento è stato troppo lento e che è giunto il momento di aggredire le varie cause con coraggio e con misure radicali. Con le normative Cee sui motori l’impatto del traffico si è ridotto ma resta molto da fare nel settore dell’edilizia.
Eppure dopo due giorni di blocco totale del traffico lo smog continua ad aumentare. Perché?
La pianura Padana per conformazione olografica è come un bacino dove, in determinate condizioni atmosferiche, ristagna l’aria. Dunque, malgrado diminuisca l’emissione di inquinanti, la concentrazione di polveri inevitabilmente aumenta, come in una camera a gas.
La pianura Padana per conformazione olografica è come un bacino dove, in determinate condizioni atmosferiche, ristagna l’aria. Dunque, malgrado diminuisca l’emissione di inquinanti, la concentrazione di polveri inevitabilmente aumenta, come in una camera a gas.
Anche a Roma però c’è lo stesso fenomeno.
Ma a Roma non si è fatto un granché. Almeno a Milano il referendum (nel 2011, sulle politiche ambientali, promosso dai Radicali e dal comitato «Milano Sì muove», ndr) ha costretto le amministrazioni a prendere misure che nella Capitale non sono mai state adottate. Occorre un cambiamento di mentalità nel capire che la sfida contro lo smog è strettamente legata a quella contro il riscaldamento globale. E la conferenza di Parigi sul clima impone un salto di qualità, come dopo il «Grande smog» che avvolse Londra nel 1952 e causò la morte di migliaia di persone. Allora si incise in maniera drastica sulle emissioni industriali e oggi, dopo Cop21, dovremmo fare come hanno fatto sia Merkel che Obama: definire una strategia climatica mirando a benefici anche locali sulla qualità dell’aria.
Ma a Roma non si è fatto un granché. Almeno a Milano il referendum (nel 2011, sulle politiche ambientali, promosso dai Radicali e dal comitato «Milano Sì muove», ndr) ha costretto le amministrazioni a prendere misure che nella Capitale non sono mai state adottate. Occorre un cambiamento di mentalità nel capire che la sfida contro lo smog è strettamente legata a quella contro il riscaldamento globale. E la conferenza di Parigi sul clima impone un salto di qualità, come dopo il «Grande smog» che avvolse Londra nel 1952 e causò la morte di migliaia di persone. Allora si incise in maniera drastica sulle emissioni industriali e oggi, dopo Cop21, dovremmo fare come hanno fatto sia Merkel che Obama: definire una strategia climatica mirando a benefici anche locali sulla qualità dell’aria.
Dunque, lei dà un buon giudizio sui risultati di Parigi?
Mancano molte cose nel memorandum finale ma il fatto che tutti i Paesi del mondo abbiano firmato un accordo per contenere entro i due gradi il limite di innalzamento della temperatura, anche l’India o l’Arabia saudita, ad esempio, rappresenta un passaggio storico e permette di chiedere ai governi nazionali un cambio di passo.
Mancano molte cose nel memorandum finale ma il fatto che tutti i Paesi del mondo abbiano firmato un accordo per contenere entro i due gradi il limite di innalzamento della temperatura, anche l’India o l’Arabia saudita, ad esempio, rappresenta un passaggio storico e permette di chiedere ai governi nazionali un cambio di passo.
Per esempio, nel nostro caso?
In due settori, in particolare. Sul versante dell’edilizia, finora sono stati utilizzati strumenti che hanno avuto una buona funzione anticiclica, come le detrazioni fiscali al 65% sulla ristrutturazione per l’efficienza energetica dei singoli appartamenti, con una riduzione dei consumi del 15–25%. Ma l’Europa con la direttiva del 2012 sull’efficienza energetica chiede di passare alla deep renovation: la riqualificazione di interi edifici, di interi quartieri, che porta ad un abbattimento dei consumi del 70–80%. A questo punto la situazione cambia radicalmente e gli interventi non sono più a macchia di leopardo.
In due settori, in particolare. Sul versante dell’edilizia, finora sono stati utilizzati strumenti che hanno avuto una buona funzione anticiclica, come le detrazioni fiscali al 65% sulla ristrutturazione per l’efficienza energetica dei singoli appartamenti, con una riduzione dei consumi del 15–25%. Ma l’Europa con la direttiva del 2012 sull’efficienza energetica chiede di passare alla deep renovation: la riqualificazione di interi edifici, di interi quartieri, che porta ad un abbattimento dei consumi del 70–80%. A questo punto la situazione cambia radicalmente e gli interventi non sono più a macchia di leopardo.
Allora di cosa si ha bisogno? Di strumenti di incentivazione definiti per i condomini che in Italia costituiscono il 50% del parco edilizio residenziale, per gli interi edifici, non solo quelli pubblici per i quali dal 2016 è prevista l’applicazione del «nuovo conto termico». Poi c’è il versante della mobilità, che ha un peso non indifferente: è noto che siamo di fronte a un boom della mobilità elettrica, soluzione resa più interessante dal calo dei prezzi delle batterie. Quest’anno sono state vendute mezzo milione di auto elettriche nel mondo e, a fronte di un’auto su quattro in Norvegia, per esempio, in Italia siamo fermi a 3.500 auto, solo allo 0,1% delle vendite.
Perfino la Volkswagen ha annunciato la conversione alle auto elettriche…
Deve recuperare credibilità e perciò sta investendo in ricerca e tecnologia. Da noi la casa dominante, la Fiat, non ci ha mai creduto alla mobilità elettrica e il governo non l’ha mai incentivata. Si pensi che gli incentivi in Italia sono di 1,5 milioni di euro all’anno, mentre in Francia arrivano a 60 milioni e in Norvegia 250 milioni l’anno. Sapendo che siamo di fronte a un vero e proprio boom, ecco dunque una delle scelte strategiche di cui ci sarebbe grande bisogno.
Deve recuperare credibilità e perciò sta investendo in ricerca e tecnologia. Da noi la casa dominante, la Fiat, non ci ha mai creduto alla mobilità elettrica e il governo non l’ha mai incentivata. Si pensi che gli incentivi in Italia sono di 1,5 milioni di euro all’anno, mentre in Francia arrivano a 60 milioni e in Norvegia 250 milioni l’anno. Sapendo che siamo di fronte a un vero e proprio boom, ecco dunque una delle scelte strategiche di cui ci sarebbe grande bisogno.
Buon anno!
RispondiEliminaSperando che sia bello e che "cambi aria" (come dice il manifesto).
L.
Buon anno!
RispondiEliminaNB. ... non troppo, però. O almeno non troppo intense. Non vorrete nuove devastanti alluvioni!
s.
Viva il sole e la bici!
RispondiEliminaAnna
Oggi solo auguri!
RispondiEliminaDi politica no, "non voglio fare liti, la gente è distratta".
Comunque: se piove, governo ladro! E se c'è il sole e l'inquinamento, governo ladro di futuro!
Sic
2016 auguri a tutti voi e a tutti quelli che passano da qui!
RispondiEliminaGianni
Se vogliamo un buon 2016 è necessario agire ovunque per ridurre le punte di inquinamento. Sappiamo tutti che gli scarichi di Bologna o di Campogalliano o di Porto Marghera incidono su Milano e Piacenza ...
RispondiEliminaInsomma agire localmente si deve, per abbassare le massime dove il clima è più favorevole al mix chimico mortale .....
Titti
Titti, siamo sicuramente interdipendenti. In Val Padana come in tutto il mondo. Dunque i livelli di inquinamento registrati a Milano o a Bologna sono il prodotto dell'intero nord Italia e non solo.
EliminaSulle differenze nei livelli registrati incidono naturalmente il clima e il meteo? Sarebbe però interessante analizzare anche i sistemi di rilevamento e la collocazione delle centraline.
Resta l'inquinamento diffuso e inaccettabile, ovunque.
Per contrastarlo occorre innanzitutto una strategia globale, di prospettiva, alternativa agli investimenti fatti e programmati sin qui. Esempi? Risparmio energetico e fonti meno inquinanti, prodotti e produzioni industriali più sane ed attente all'ambiente, priorità al trasporto pubblico locale e regionale rispetto a quello individuale (per persone che quotidianamente si muovono e per le merci).
Misure d'emergenza debbono essere pensate e coordinate entro questo preciso e unitario indirizzo di governo.
Il blocco delle auto per alcune ore al giorno in un singolo (ancorché grande) comune non può produrre effetti immediati e significativi.
Lo si è visto e non può sorprendere.
Dunque, per un buon 2016, oltre alla pioggia, contiamo su un cambio di scelte politiche e di investimenti locali, regionali, nazionali ed europei.
O pensiamo che le analisi e gli impegni della Conferenza di Parigi siano da archivio?
Gianni
Piove!
RispondiEliminaSiamo salvi, o quasi.
Da Roma a Milano. A Napoli hanno potuto sospendere la settimana di divieti programmati.
Tutto come sempre, in attesa della prossima emergenza.
Ciao!
Buon anno!
RispondiEliminaCon il sole o con la pioggia,
comunque sempre in lotta,
per l'ambiente e la salute,
le nostre vite non saran perdute.
Carlo