A Bologna, a fianco della nuova torre Unipol, c'è da oltre un secolo una linea ferroviaria che collega il capoluogo emiliano con Portomaggiore, in provincia di Ferrara.
Fino al 1964, una biforcazione dalla stazione di Budrio consentiva di raggiungere anche Massalombarda, in provincia di Ravenna.
Il progetto di riattivare quel percorso, erroneamente chiuso ai tempi del boom dell'auto e di uno sviluppo disattento alla sostenibilità dell'ambiente, è rimasto fino ai giorni nostri, sostenuto dalle voci flebili di movimenti ecologisti, di onesti amministratori e di comitati locali di pendolari interessati ad una alternativa all'uso della strada.
Nei giorni scorsi però, Onelio Rambaldi, Sindaco di Medicina, prendendo atto della mancanza di adeguate iniziative pubbliche della Città Metropolitana e della Regione per il rilancio degli investimenti sul trasporto collettivo locale ha sostenuto l'opportunità di cambiare la destinazione d'uso della stazione ferroviaria e delle aree ancora di proprietà demaniale in disuso nel suo comune.
Forse comprensibile, stante questa situazione, ma sarebbe la definitiva resa delle Istituzioni ad un recupero della Bologna - Budrio - Massalombarda e ad un rilancio coerente della mobilità ferroviaria.
La scelta appare tanto più discutibile se si considera che è in campo un'opera impegnativa e costosa di interramento della Bologna - Portomaggiore nel tratto urbano che va da via Larga alla Cirenaica, dove già oggi la linea corre in tunnel.
Il motivo è semplice. Il passaggio dei treni in superficie interrompe la circolazione stradale sulle vie Larga, Cellini, Rimesse, Libia, Fabbri e causa ulteriore congestione al traffico già intenso.
Così, alcune centinaia di residenti e di automobilisti premono, da anni, con lettere e petizioni per portare sotto terra la ferrovia e togliere i passaggi a livello.
Naturalmente l'ipotesi di privilegiare altre misure, più semplici e tecnologiche, per ridurre i tempi di attesa non pare convincere i fautori della "fluidificazione" del traffico automobilistico. E, soprattutto, non convince le grandi imprese di costruzione, sempre interessate a scavare e cementificare. Con loro, troppi politici ed amministratori pubblici.
Né pare valere la considerazione che dare assoluta priorità ad un efficiente Servizio Ferroviario Metropolitano può ridurre significativamente le auto in circolazione da, per e in Bologna. Ottenendo risultati importanti nella costruzione di una città ed una area metropolitana in cui si riduce l'inquinamento atmosferico ed acustico e in cui migliora la qualità della vita delle persone.
La parola a TPER, alla Regione ed agli Enti Locali.
E, ovviamente, nella primavera 2016, ai cittadini elettori.
Ma si, diciamolo chiaro. TPER investe a vantaggio della mobilità su strada!
RispondiEliminaFantastico.
L.
Parlano di trasporto pubblico e tolgono binari e treni per pendolari.
RispondiEliminaLamentano scarse risorse e investono solo su strade, rotonde, sottopassaggi, ponti, tunnel per "fluidificare" il traffico automobilistico.
Anna
Senza mezzi pubblici efficienti continuiamo a usare l'auto. Semplice.
RispondiEliminaSapete da Medicina alla Fiera quanto ci si impiega con il Tper 99+39?
E allora o si investe davvero su ferrovie e bus con tanto di preferenziali (ma mi sa che mancano ai comuni le risorse finanziarie necessarie) oppure non ci si lamenti delle troppo moto ed auto. Con quelle comunque si fa prima. Salvo incidenti o blocco tangenziale.
Carlo
A Bologna si iniziano i lavori per il collegamento stazione ferroviaria - aeroporto. Sono sempre investimenti Tper? E perché non coordinati alle ferrovie?
RispondiEliminaL.
Il Corriere di Bologna propone una news da leggere per le sue varie implicazioni.
RispondiEliminaM.
BOLOGNA - Il People mover torna nel mirino della Procura. Questa volta sotto la lente dei pm c’è il recente via libera ai cantieri, dopo l’arrivo dei finanziamenti alla monorotaia su gomma che dovrebbe collegare aeroporto e stazione. Su delega dei pm Giuseppe Di Giorgio e Antonella Scandellari, i finanzieri del nucleo di Polizia tributaria si sono presentati nei tre luoghi chiave che hanno portato all’apertura a fine ottobre dei lavori del People mover. Le Fiamme gialle ieri mattina hanno bussato alle porte del Comune di Bologna, l’ente che ha curato il bando di gara, a quelle della Regione, che stanziato 27 milioni di euro, e della società Marconi Express, chiamata a costruire e gestire l’opera e composta dal Consorzio Cooperative Costruzioni (75%) e da Tper (25%).
LE CARTE - In mano i finanzieri avevano un ordine di esibizione, l’incarico di acquisire tutta la recente documentazione relativa all’apertura dei cantieri e al contratto con Marconi Express, un corposo faldone che contiene tutte le delibere con le quali sono stati stanziati i finanziamenti oltre all’istruttoria conclusiva (compresa la procedura di revisione del piano economico e finanziario) inviata da Palazzo d’Accursio a Marconi Express e protocollata dall’amministrazione comunale il 20 maggio scorso.