venerdì 25 novembre 2022

Un mese dopo ...

La Fascia Boscata realizzata negli anni '80 a fianco di A14-Tangenziale di Bologna ... 










Il 22 ottobre scorso un grande corteo ha attraversato le strade e la tangenziale di Bologna per indicare alle Istituzioni alternative possibili e mature: più investimenti per la mobilità collettiva e non inquinante e stop a Passante di Mezzo, terze e quarte corsie in A1, A13, A14, Autostrade Cispadana o Bretella Campogalliano - Sassuolo; maggiori risorse nel risparmio energetico e nelle fonti rinnovabili e non "rigassificatori", ulteriori trivellazioni in Adriatico, altri impianti per la commercializzazione di carburanti fossili ... In prima fila ragazze e giovani: da Fridays for Future a Extinction Rebellion, a Bologna for Climate Justice (vedi qui). Un mese dopo, il 22 novembre, i grandi organi di comunicazione informano di una conferenza stampa a Palazzo d'Accursio tra il Sindaco di Bologna e l'Amministratore Delegato di Autostrade per l'Italia.

Per tutti si impongono riflessioni, scelte politiche ed iniziative conseguenti.

Ad oltre sei anni dall'aprile 2016 sono cambiati diversi protagonisti ma la sostanza no. Rimosso Giovanni Castellucci, il potente AD di ASPI indagato per il crollo di Ponte Morandi, e promosso Virginio Merola in Parlamento, Roberto Tomasi e Matteo Lepore presentano "il bosco al Parco Nord" che - scrive Repubblica Bologna - dovrebbe "mitigare gli effetti del nuovo Passante". In controluce l'ammissione che l'opera è inquinante. Per Carlino Bologna "il polmone che scherma il Passante"; ma non solo: "l'opera del futuro" che porterà "i cantieri e l'onda verde". Il Corriere di Bologna non vuole essere da meno e titola: "il Passante fa bello il Parco Nord: bosco, maxi arena e piste ciclabili". Inni e trombe (decisamente stonate) a chi ha la forza del denaro.

Se una democrazia si riconosce dal grado di autonomia del "quarto potere" c'è ampia materia per riflettere sulla situazione del Belpaese. E sarebbe interessante studiare dettagliatamente le relazioni che regolano le principali proprietà dell'editoria, i grandi gruppi economici nazionali e multinazionali, i partiti politici e i percorsi dei loro vecchi, nuovi e nascenti "leader". 

Balza contemporaneamente all'attenzione la riconosciuta unanime dipendenza delle politiche di governo della Città da un'opera contestata e sempre più impresentabile in se. 

Di fronte ai dati della comunità scientifica e delle associazioni che da decenni si battono per la conversione ecologica dei territori e delle comunità, le attuali Autorità rinunciano a "vendere" ciò che è stato a lungo raccontato e regolarmente smontato da analisi critiche argomentate: sulla fluidificazione del traffico, sui minuti risparmiati nei tratti urbani di autostrade e tangenziale, sul risparmio economico di famiglie e imprese, sul minor inquinamento acustico ed atmosferico ... Ora il messaggio è più mercantile, essenziale e ricattatorio: con il Passante di Mezzo portiamo a casa il potenziale "secondo Parco cittadino, dopo quello dei Giardini Margherita. Sarebbe responsabile rinunciare"? Di più, considerando i precedenti e la giustificata inaffidabilità delle ripetute promesse "partiamo da qui": prima i lavori nell'area nota e vissuta in occasione dei Festival dell'Unità che inizieranno dal 2023 e, a seguire, i cantieri per le 4-6 nuove corsie di asfalto e cemento che vanno da Borgo Panigale a San Lazzaro. 

Infatti, se non i "giornalisti" o i capi partito, qualcuno in Città ricorda ancora che le Amministrazioni locali di Centrosinistra (Vitali, Cofferati, Delbono e Merola) e di Centrodestra (Guazzaloca) per oltre trent'anni hanno eluso la realizzazione di un impegno ben più consistente preso con i cittadini bolognesi (dalle Giunte Zangheri e Imbeni): quello della Fascia Boscata lungo la Tangenziale: oltre 200 ettari di alberi, arbusti e piante senza contropartite. Proposta partecipata e deliberata in Città negli anni '80 e sostenuta dal mondo scientifico e culturale (vedi sotto). Purtroppo abbandonata dopo le primissime realizzazioni tra il 1989 e il 1992 (complessivamente attorno al 5% delle previsioni di Piano) per quelli che sono stati considerati negli ultimi 30 anni "interventi urbanistici più redditizi" e di supporto alla crescita del PIL e dei profitti.  

E' dunque triste l'immagine di un Sindaco che a distanza di un mese dal 22 ottobre non ha trovato il tempo per incontrare i promotori bolognesi di "Convergere per insorgere" e si presenta a Palazzo d'Accursio a fianco dell'Amministratore Delegato di Autostrade per comunicare che nulla è cambiato con "la manifestazione dei 30 mila". O quasi. 

Si, quasi. Perché in effetti un segnale c'é stato, con la conferenza stampa di lunedì. L'interpretazione e l'impegno assunto dall'Amministratore Delegato di Autostrade sulle varie tesi in campo in merito al "nodo nazionale della mobilità" costituito dal capoluogo emiliano. Va ricordato che il neo ViceMinistro alle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, intervistato sul corteo del 22 ottobre, aveva ribadito la vecchia proposta (del Centrodestra) dell'Autostrada a Sud, in tunnel sotto la collina, da Casalecchio a San Lazzaro di Savena, a completamento di un "anello stradale attorno a Bologna" e manifestato la sua volontà di rivedere il progetto di Passante di Mezzo. Ricevendo dal Sindaco Matteo Lepore una pronta e diplomatica replica: "ascolteremo e discuteremo le proposte del nuovo Governo". Poi il via libera di Giorgia Meloni e Matteo Salvini: più celere del previsto, soprattutto considerando l'uscita di Bignami. Roberto Tomasi ci dice che "nella Fase 2 dell'opera, quando studieremo migliorie" (fin qui si pensava a quelle tentate dalla ViceSindaca Emily Clancy e da Coalizione Civica) valuteremo "opere funzionali al territorio nel quadrante Sud". Leggi "Bretella stradale Reno Setta" su cui da tempo convergono Sindaci di Centrodestra e di Centrosinistra. O, chissà, forse lo stesso tunnel di vent'anni fa progettato dal Ministro Lunardi e dal ViceSindaco Salizzoni, ingegneri e collaboratori di Confindustria.


La pagina di Carlino Bologna con le considerazioni dell'AD di Autostrade: "il rapporto con il viceministro" sostiene è stato "estremamente costruttivo in termini di validazione e comprensione di quanto questo sia un progetto importante per la città ma anche e soprattutto per il sistema Paese" ...
(22 novembre 2022) 

















Nessuna replica. Tutto legittimo per la politica nazionale e locale che, non dimentichiamo, in Città Metropolitana contempla sotto la guida di Matteo Lepore deleghe tanto alla consigliera (ambientalista) Simona Larghetti, nominata dal Centrosinistra, quanto alla consigliera (e Sindaca) Barbara Panzacchi, nominata dal DestraCentro

Cattive pratiche. Di sostanziale conservazione. In antitesi con la fortissima domanda sociale ed ambientale che matura nel mondo che corre verso il 2030 -2050. Che contraddice la spinta alla conversione ecologica ed alla giustizia sociale che alimentano ragazze, giovani, Parents for Future e nonni (sempre più) che soffrono per il combinato disposto di inquinamento, pandemie, guerre, crisi produttive e del welfare-state ... Altro che primato per la vita delle persone e della natura, che riconoscimento pieno dei limiti oggettivi che impongono comunità interconnesse, che Città 30 km/h.

Insomma, viene da chiedere quali novità vogliano rappresentare partiti e coalizioni prevalenti sul piano nazionale o su quello locale. Ovvero quali correzioni di rotta intendano introdurre i perdenti. Stante il crollo di fiducia progressivo che abbiamo riscontrato e con punte estreme significative (politiche 2022 con il 38% di astenuti; comunali di Bologna 2021 con il 49% di non voto) solo parzialmente recuperate (il 38% di votanti alle Regionali 2014). 

Si può ricostruire una credibilità entro le pratiche e i confini tradizionali? A Destra come a Sinistra?

In particolare, che prospettive si impongono per tutte le forze democratiche, ecologiste, non violente che considerano sempre più necessario "convergere per insorgere", ossia raccogliere una domanda di radicale cambiamento della società e della Politica, locale e internazionale?

Le scelte dei Governi - diversi - sperimentati negli ultimi decenni hanno evidenziato - quantomeno - tutta la loro inadeguatezza ed assenza di lungimiranza. Per avviare una rivoluzione - insieme culturale, sociale e politica - debbono mutare i paradigmi, le pratiche e i rapporti di forza tra i protagonisti. Servono coraggio e generosità. Confronto aperto e passione. Oltre i recinti degli attuali partiti, delle correnti e delle cordate di interesse.

Quali strade nuove sperimentare?

Le Assemblee Cittadine sono uno strumento che in altre realtà ha aperto spazi interessanti ... A Bologna la proposta di Extinction Rebellion, fatta propria da più soggetti sociali e politici è stata inserita nello Statuto del Comune. Sarà messa in campo in tempi utili per le esigenze di questo tempo? Prima e non dopo gli interventi più importanti, le "grandi" opere in discussione e le politiche infrastrutturali ed urbanistiche che lasceranno il segno per molti decenni? La questione è posta all'attenzione delle Autorità cittadine, è dirimente e segnerà una fase.

La sfida di una consultazione popolare partecipata e democratica è un'altra possibilità. Complessa, non scontata comunque la si pensi nel merito. Tuttavia, proprio per questo, da considerare per chiunque abbia a cuore il futuro comune, la dialettica culturale e politica. Ogni mese che passa è infatti sempre più difficile ricomporre un percorso condiviso ed accettato dalla maggioranza delle comunità. E in assenza di rispetto e considerazione reciproca tra parti contrapposte è sempre più evidente il rischio di fratture non componibili in sintesi accettabili ed accettate. Lo dimostrano altre cronache locali di valore nazionale e internazionale. Dove la rivolta e la ribellione impediscono o ritardano di decenni il realizzarsi di decisioni considerate "definitive". Valga per tutti l'esperienza dell'Alta Velocità in Val di Susa (peraltro a lungo impropriamente presentata come Alta Capacità Ferroviaria, cioè anche per le merci ...). Ed è interessante che di fronte al riemergere del confronto pluridecennale sul Ponte dello Stretto di Messina un uomo di Legge e dello Stato come Nicola Gratteri (Otto e mezzo, La7, 24 novembre) debba fare appello all'auspicabile ricorso a "sondaggi popolari sulle priorità di investimento socialmente più utili". 

Possono Bologna e l'Emilia Romagna essere un esempio nazionale nella gestione di un confronto civile approfondito, lungimirante, di una decisione partecipata da tutti i cittadini interessati e finalmente sottratta al "Patto di ferro Renzi, Bonaccini, Merola, Castellucci" datato aprile 2016

Parliamone.


Repubblica Bologna riconosce gli effetti negativi per Bologna del Passante di Mezzo e annuncia "per mitigare gli effetti un bosco a Parco Nord di 17 ettari" ... (22 novembre 2022)
  

Carlino Bologna annuncia "il polmone che scherma il Passante" e senza sprezzo del ridicolo sottotitola: "l'opera del futuro, i cantieri e l'onda verde" ... (22 novembre 2022)
 

Secondo il Corriere di Bologna "il Passante fa bello il Passante Nord" e l'accento ricade su "bosco, maxi arena e piste ciclabili" ... (22 novembre 2022)


La cronaca di Bologna de l'Unità del 3 dicembre 1989: "Lucio Dalla, Renzo Imbeni e un bosco amico". Con l'annuncio della manifestazione al Palazzo dei Congressi in occasione della realizzazione "della prima parte della Fascia Boscata prevista dal nuovo PRG". Poco più di 2 ettari di un progetto di 211, che solo nel Quartiere Navile interessava 26 ettari ...
 

Ecco, trentadue anni dopo, quel tratto di Bosco Urbano tra via dell'Archeggio e il canale Navile ... (24 novembre 2022)


L'entrata della Fascia Boscata da via dell'Arcoveggio ... (24 novembre 2022)


La Fascia Boscata con i colori dell'autunno. Dopo un lunghissimo inverno, arriverà Primavera?
(24 novembre 2022) 


Intanto sarebbe interessante capire le ragioni del taglio di una decina di alberi, apparentemente in buona salute ... (24 novembre 2022)
 


Fascia Boscata ed Asse stradale Tangenziale - A14 come risultano oggi da via dell'Arcoveggio ... (24 novembre 2022)
Possibile che la "Città che vuole essere più progressista d'Italia" investa ancora su asfalto, cemento, auto e TIR, carburanti fossili e poli logistici su gomma anziché su alberi, arbusti e verde?



13 commenti:

  1. Possibile che la "Città che vuole essere più progressista d'Italia" investa ancora su asfalto, cemento, auto e TIR, carburanti fossili e poli logistici su gomma anziché su alberi, arbusti e verde?
    Fino a che la narrazione di tutto questo paga con premi da città più ecosostenibile d'Italia (https://bologna.repubblica.it/cronaca/2022/11/26/news/mobilita_bologna_premiata_citta_piu_ecosostenibile_ditalia-376161543/)...
    Ciao =(

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    1. Indubbiamente per Legambiente e FIAB c'è di che riflettere ...
      Gianni

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  2. Incoraggia leggere che di Bologna non c'è solo la narrazione di copertina.
    Fare passi avanti nella vita della comunità comporta considerare che i pronto soccorso degli ospedali curano ogni giorno 7 pedoni o ciclisti per incidenti su strada.
    E allora mettere 2 miliardi nel Passante è indice di disprezzo per la parte più debole o sensibile al vivere insieme.
    Sara

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    1. Si. L'Osservatorio regionale per l'educazione alla sicurezza stradale informa che nei primi 10 mesi del 2022 sono finiti negli Ospedali dell'area metropolitana 1961 ciclisti, 92 conducenti di monopattini e 452 pedoni. Tutti dati in aumento sullo scorso anno.
      Dalle proteste dei cittadini e delle loro associazioni ha preso corpo anche nell'Amministrazione comunale l'idea di sperimentare in Città il limite massimo di velocità di 30 km/h. Un Progetto positivo. Tutto ancora da discutere, costruire, concretizzare. In evidente contraddizione con investimenti che privilegiano nuove strade ed autostrade ad alta velocità, auto e TIR rispetto a sistemi alternativi ed eco-compatibili di mobilità (come appunto il Passante di Mezzo).
      Gianni

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    2. C'è un dato ancora peggiore.
      Nel 2022 sono triplicati gli incidenti mortali su Bologna!
      Fonte Mauro Sorbi, Osservatorio della Regione Emila R.
      M.

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  3. Alcune domande: la realizzazione del Passante comporterà l'abbattimento di alberi della fascia boscata? Il progetto di Parco Nord con l'arena da 20 mila spettatori prevede comprende collegamenti ferrotramviari? O parcheggi auto? Gli studi fatti da ASPI sono stati aggiornati alla situazione degli anni '20 con le nuove tendenze (demografiche, economiche, ecologiche) e le normative (anche europee) verso il '30? Le Assemblee Cittadine sono state inserite nello Statuto comunale e il Referendum?
    C.

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    1. Domande legittime che meritano adeguate e impegnative risposte delle Istituzioni pubbliche preposte. Con l'avvertenza di non fermarsi alla "democrazia zoppa" del presente, priva di esperienze vissute di partecipazione e di deliberazione.
      Non a caso si sono introdotte modifiche allo Statuto Comunale e sono state dichiarate Bologna e l'Emilia Romagna, Città e Regione in stato di "emergenza climatica ed ecologica". Bisogna essere conseguenti.
      Gianni

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  4. Ponte sullo Stretto di Messina, Passante di Bologna e impianti sciistici al Corno? Pensassero a Ischia, Sarno, Camerino e Fano.
    Invece no.
    Le grandi opere vanno in direzione sbagliata.
    Si costruisce dove non si dovrebbe.
    Non si educa alla sicurezza e a prevenire, a partire dalle scuole.
    Raffa

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    1. Trovo avvilenti le polemiche sui condoni che si trascinano dopo il nuovo dramma di Ischia. Un misero tentativo (a troppe voci) di scaricare le pesanti responsabilità di classi dominanti interessate agli affari di gruppi ristretti e di ceti politici autoreferenziali.
      La vera Grande Opera urgente per l'Italia è la messa in sicurezza dei territori e delle comunità dai rischi determinati da una crescita economica e produttiva senza qualità sociale e ambientale.
      La sfida è, oggi più che mai, "convergere per insorgere". Tutt'altro che uno slogan. Un grande processo di elaborazione collettiva ...
      Gianni

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  5. Politici bla, bla, bla..... mentre Autostrade, Eni, FCA, Confindustria dettano opere e procedure.
    s.

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    1. Sono "Quelli del Si", della conservazione.
      L'alternativa è costruire un Progetto e un blocco sociale capace di trasformare radicalmente il Paese, l'Europa e in mondo secondo i principi della Costituzione italiana e della Carta dei Diritti e dei Doveri delle Nazioni Unite.
      Gianni

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  6. E allora parliamone.
    Primo. Come noto (e confermato anche dalle foto) si dovrebbero sempre considerare i tempi lunghi che intercorrono tra le piantumazioni di alberi e l'efficacia naturalistica dei boschi.
    Dunque le mitigazioni non sono mai immediate. Perché, di contro, il cemento e l'asfalto fanno correre mezzi che producono scarichi inquinanti e rumore appena chiusi i cantieri.
    Secondo. Il taglio degli alberi e i cumuli di rami che mostrano le immagini proposte sono dovuti a malattie oppure a studi propedeutici al Passante?
    Terzo. Quante "arene" per spettacoli si vogliono costruire a Bologna? Piazza Azzarita, Casalecchio, Fiera, Parco Nord non sarebbero un eccesso?
    Quarto. Quali collegamenti sono previsti nella pianificazione territoriale esistente? Intendo ferrovie, tram, ciclabili separate. O agli eventi si andrà ognuno col proprio mezzo privato?
    Quinto. La città che vuole essere Carbon Free anticipa risposte non compensa progetti a forte impatto.
    L.

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  7. Sull'argomento, per opportuna conoscenza, uno scritto di Luca Tassinari su Cantiere Bologna.
    M.


    Ci risiamo. Ancora una volta forze politiche che in passato si opposero fieramente all’allargamento di tangenziale e autostrada a Bologna, una volta arrivate a un qualche livello di governo cambiano rapidamente idea. In principio fu il M5S, quando andò al governo con la Lega nel 2018. Poi fu la volta di Coalizione Civica quando entrò nella giunta comunale nel 2021. Ultime della lista sono le forze di centrodestra arrivate al governo nazionale dopo le elezioni politiche del 2022.

    È interessante notare come lo schema di questo salto dal contro al pro sia sempre il medesimo, con i politici di turno che sul Passante di Bologna dichiarano: non possiamo più fermarlo, quindi cerchiamo di migliorarlo. Lo disse il governo M5S-Lega, trasformando il no all’opera in una variante non meno assurda dell’originale. Lo disse Coalizione Civica, presentando mitigazioni e compensazioni prontamente stroncate da esperti come Vincenzo Balzani e i ricercatori del Cnr. Lo dicono ora le forze di centrodestra unite, per le quali peraltro il “miglioramento” consisterebbe nell’asfaltare un altro po’ di territorio con bretelle o Passanti a Sud.

    In tutti i casi questa scusa del non possumus non regge. L’approvazione di opere pubbliche è sempre e soltanto assoggettata alla volontà politica: se c’è si fanno, se non c’è no. Ne deriva che un’opera pubblica può essere fermata in qualunque momento, qualora venga meno la volontà politica di realizzarla.

    Questo principio vale a maggior ragione per il Passante di Mezzo, perché allo stato attuale manca ancora il progetto esecutivo e non sono partite le procedure di aggiudicazione dei lavori, quindi non regge nemmeno l’altra scusa con la quale le forze politiche sono solite sottrarsi alle proprie responsabilità, ovvero la nota litania del rischio di dover pagare penali salatissime.

    Accampare scuse di impossibilità equivale a prendere in giro le cittadine e cittadini bolognesi che dovranno subire gli impatti di un’opera inutile, imposta dall’alto e deleteria per la salute delle persone e dell’ambiente. Se il Passante di Mezzo si farà non è perché non si poteva fare altrimenti, ma perché le forze politiche locali e nazionali, pur di colori diversi, hanno deciso che si deve fare.

    L’ultimo passaggio normativo sul tema va esattamente in questa direzione: lo scorso 18 novembre il governo ha inserito il Passante nell’elenco degli interventi autostradali di preminente interesse nazionale, atto che consente di semplificare e velocizzare le restanti procedure di approvazione. Questo passaggio non è colpa del destino o dei governi precedenti, ma esprime la precisa volontà politica dell’attuale governo non solo di fare l’opera, ma di farla con procedure accelerate e preferenziali.

    Alla rapidità di queste giravolte sull’approvazione del Passante fa da contraltare la completa immobilità di fronte alle richieste di cittadine e cittadini. Sono passati nove mesi dalla richiesta di Valutazione di Impatto Sanitario a Comune e Regione, recentemente arrivata anche al governo in seguito a un’interrogazione parlamentare. Se l’avessero avviata quando è stata richiesta ci sarebbero già i risultati, ma anche su questo i livelli di governo locali (di sinistra) e quello nazionale (di destra) concordano – in un raro esempio di unità nazionale – sulla strategia da adottare in questi casi: non degnarsi nemmeno di rispondere.

    La dura realtà è che la nostra classe politica, di qualunque colore sia, è tradizionalmente maestra di giravolte, salti della quaglia e fuga dalle proprie responsabilità. L’inveterata abitudine a incolpare il fato o i governi precedenti di aver creato situazioni irreversibili accomuna destra e sinistra, con tutto quello che sta in mezzo. E non è un bello spettacolo.

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